Sei sulla pagina 1di 17

Indice

TEMA 3 45
Unità 3 I biomi
L’ecosistema Terra 1 Climi e biomi, 46
4 2 I biomi forestali, 48
Unità 1 Conosciamo La foresta pluviale, 48
l’ambiente La macchia mediterranea, 49
La foresta di latifoglie, 50
La foresta di conifere, 51
1 La Terra come sistema, 5 APPROFONDIMENTO I principali ambienti bioclimatici
Geosistema e biosistema, 6 italiani, 52
APPROFONDIMENTO Sistemi chiusi e sistemi aperti, 7 SCIENZA E... AMBIENTE L’importanza della foresta, 54
2 Trasformazioni nel sistema Terra, 8 3 I biomi di prateria, 55
Le trasformazioni delle rocce superficiali, 8 La savana, 55
3 Che cos’è il suolo, 9 La prateria, 56
4 La composizione del suolo, 10 La tundra e l’ambiente polare, 56
La componente minerale, 10 - L’humus, 11 4 I biomi del deserto, 58
Acqua e aria nel suolo, 12
LAB Misurare l’acqua presente nel suolo, 14
ORA RIPASSO 59
Il profilo di un suolo, 14
VERIFICA 60
LAB Le radici consolidano il suolo, 15
RIORGANIZZIAMO LE IDEE 64
SCIENZA E... AMBIENTE Il suolo: una risorsa per l’uomo, 16
ORA RIPASSO
VERIFICA 18
17 65
RIORGANIZZIAMO LE IDEE 22 Unità
i à 4 La vita negli ambienti acquatici

1 L’ecosistema fiume: alto, medio e basso


23 corso, 66
Unità
i à 2 Gli ecosistemi 2 Le zone umide, 68
3 L’ecosistema stagno, 69
1 Scopriamo che cos’è un ecosistema, 24 ATTIVITÀ Osserviamo una pianta acquatica, 70

2 In un ecosistema la materia circola, 26 Evoluzione di uno stagno, 71


APPROFONDIMENTO Le torbiere, archivi della
APPROFONDIMENTO I cicli bio-geochimici, 27
Le catene alimentari, 28 vegetazione, 72
ATTIVITÀ Osserviamo una catena alimentare, 29 4 Le paludi costiere, 73
SCIENZA E... AMBIENTELa conservazione delle zone
3 In un ecosistema l’energia fluisce, 30
umide, 75 - L’inquinamento dei corsi d’acqua, 76
4 La piramide ecologica, 31
SCIENZA E... AMBIENTE Il fenomeno della magnificazione 5 Il mare: un insieme di ecosistemi, 78
biologica, 32 L’ambiente fisico del mare, 78
Le zone del mare, 79
5 Nicchie ecologiche e competizione, 33
6 L’ambiente costiero, 81
6 I rapporti tra individui di specie diverse, 35
La predazione, 35 7 Le comunità biologiche del mare, 82
APPROFONDIMENTO Barriere coralline e atolli, 85
Il parassitismo, 36
Il commensalismo, 37 8 La catena alimentare del mare, 86
La simbiosi mutualistica, 37 SCIENZA E... AMBIENTE L’uomo e il mare: un rapporto
APPROFONDIMENTO Il mimetismo, 38 difficile, 87
ORA RIPASSO 39 ORA RIPASSO 89
VERIFICA 40 VERIFICA 90
RIORGANIZZIAMO LE IDEE 44 RIORGANIZZIAMO LE IDEE 95

INDICE III
TEMA 4 143
Unità
U i à 3 La nutrizione
Il corpo umano
1 L’apparato digerente e le ghiandole
annesse, 144
98 2 La bocca, 145
Unità 1 La struttura SCIENZA E... SALUTE La carie e l’igiene orale, 147
e il rivestimento LAB L’azione della saliva, 148
del corpo 3 Dalla bocca allo stomaco, 149
4 L’intestino, 151
1 Dalle cellule agli organismi, 99 5 Il fegato e il pancreas, 153
2 I tessuti, 99 APPROFONDIMENTO Come digeriscono gli animali, 154
LAB Osserviamo il tessuto muscolare striato, 101 SCIENZA E... SALUTE Le malattie del tubo digerente, 155
3 Organi, apparati, sistemi, 102 ORA RIPASSO 156
4 Il corpo umano, 104 VERIFICA 157
5 L’apparato tegumentario, 105 RIORGANIZZIAMO LE IDEE 161
L’epidermide, 106
Il derma, 106
SCIENZA E... SALUTE L’abbronzatura, 108
6 Gli annessi cutanei, 109
SCIENZA E... SALUTE Igiene e salute della pelle, 109 - Le 162
malattie e le lesioni della pelle, 110 Unità
U i à 4 La respirazione
ORA RIPASSO 111
VERIFICA 112 1 L’importanza e le fasi
RIORGANIZZIAMO LE IDEE 117 della respirazione, 163
LAB Aria atmosferica e aria espirata hanno
composizione diversa, 163
118 2 Le vie aeree, 165
Unità
i à 2 Il sostegno Le vie aeree superiori, 165 - Le vie aeree inferiori, 166
e il movimento 3 I polmoni e gli scambi gassosi, 166
4 La meccanica della respirazione, 168
1 Il tessuto osseo, 119 ATTIVITÀ Un modello dei polmoni, 168
LAB La composizione dell’osso, 120
5 Il controllo nervoso
2 Le ossa della respirazione, 169
e il loro accrescimento, 121 SCIENZA E... SALUTE I nemici dei nostri polmoni, 170
La classificazione delle ossa, 121 APPROFONDIMENTO Come respirano gli animali, 172
La cartilagine e l’accrescimento delle ossa, 122
3 Le articolazioni, 123
ORA RIPASSO 172
VERIFICA 173
4 L’anatomia dello scheletro, 124 RIORGANIZZIAMO LE IDEE 177
SCIENZA E... SALUTE La salute dello scheletro, 126
5 Il sistema muscolare, 128
Il tessuto muscolare, 128
6 Come funzionano i muscoli…, 129
… dal punto di vista meccanico, 129
178
Unità
i à 5 Il trasporto
… dal punto di vista chimico, 129
APPROFONDIMENTO Contrazione aerobica e contrazione
delle sostanze
anaerobica, 130
7 I muscoli scheletrici, 131 1 L’apparato circolatorio, 179
SCIENZA E... SALUTE La salute dei muscoli, 133 2 Il sangue: composizione e funzioni, 180
APPROFONDIMENTO Come si muovono gli animali, 134 I globuli rossi, 180
ORA RIPASSO 135 I globuli bianchi, 181
VERIFICA 136 Le piastrine, 181
RIORGANIZZIAMO LE IDEE 142 Il sangue non è uguale per tutti: i gruppi sanguigni, 182
Il fattore Rh, 183

IV INDICE
3 Il cuore, 184
La struttura del cuore, 184 211
Il funzionamento del cuore, 185
Unità 7 Princìpi di alimentazione
4 I vasi sanguigni, 186
5 La circolazione del sangue, 187
APPROFONDIMENTO Misuriamo la pressione 1 I princìpi alimentari, 212
del sangue, 188 2 Le sostanze energetiche, 213
SCIENZA E... SALUTE Le malattie cardiovascolari, 188 Energia ad assorbimento veloce: gli zuccheri, 213
6 Il sistema linfatico, 189 LAB Riconosciamo gli zuccheri negli alimenti, 214
APPROFONDIMENTO La circolazione negli animali, 190 Energia accumulata di riserva: i grassi, 215
ORA RIPASSO 191 3 I “mattoni” del nostro organismo:
VERIFICA 192 le proteine, 215
RIORGANIZZIAMO LE IDEE 197 LAB Riconosciamo le proteine nei cibi, 216

4 Le sostanze regolatrici: vitamine e sali


minerali, 217
198 5 Energia e materia per l’organismo, 219
Unità 6 L’eliminazione La respirazione cellulare, 220
delle sostanze Il magazzino dell’energia: l’ATP, 220
di rifiuto 6 Il metabolismo, 221
APPROFONDIMENTO Le fermentazioni, 222
1 L’importanza dell’escrezione, 199 7 Fabbisogno energetico e nutrizione, 223
2 L’apparato escretore, 200 Il fabbisogno energetico, 223
I reni, 200 La razione alimentare, 224
Le vie urinarie, 201
La dieta mediterranea, 226
3 La formazione dell’urina, 202 SCIENZA E... SALUTE Per non sbagliarsi…, 227
SCIENZA E... SALUTE Le malattie renali, 203 - L’esame
CALCOLIAMO INSIEME 228
delle urine: alcuni parametri, 204
ATTIVITÀ Verifica come mangi, 228
APPROFONDIMENTO L’escrezione negli animali, 205
ORA RIPASSO 206 ORA RIPASSO 230
VERIFICA 206 VERIFICA 231
RIORGANIZZIAMO LE IDEE 210 RIORGANIZZIAMO LE IDEE 235

INDICE V
L’ecosistema
TEMA 3

Terra
Unità

1 Conosciamo l’ ambiente

Unità

2 Gli ecosistemi

Unità

3 I biomi

Unità
La vita negli ambienti
4 acquatici
La vita sul nostro pianeta, energia trasmessa dal che studia i rapporti
nel suo complesso, può Sole e assicurare la sua e gli scambi continui
mantenersi grazie a una distribuzione a ogni che avvengono tra gli
fitta e complessa trama singolo organismo. esseri che popolano la
di relazioni che nel corso Di tutto questo si occupa Terra e l’ambiente che
di un tempo lunghissimo l’ecologia, la scienza li ospita, fornendo loro
si sono stabilite tra gli le necessarie risorse
organismi viventi e il loro naturali (aria, acqua,
ambiente naturale. sostanze minerali).
È qui la chiave per L’ecologia ha messo in
comprendere come il evidenza un aspetto
mondo vivente abbia fondamentale: gli esseri
saputo organizzarsi viventi, uomo compreso,
nella biosfera, per e il loro ambiente fisico
sfruttare in modo formano un tutt’uno
ottimale l’indispensabile inscindibile, cioè un
sistema ecologico o
ecosistema.
Comprendere la stretta
dipendenza reciproca
tra la comunità
vivente e l’ambiente
è di importanza
essenziale per capire
le conseguenze della
presenza e dell’attività
umana sui delicati
equilibri naturali, dalla
cui conservazione può
dipendere la sorte della
nostra civiltà.
Unità
Conosciamo
1 l’ambiente

Prerequisiti
P ensiamo a una città A
e a una foresta B . Che
cosa hanno in comune
questi due luoghi?
La risposta più generale possibi-
r $BSBUUFSJTUJDIFHFOFSBMJEFJDJORVFSF- le è che sono due porzioni di su-
HOJEFJWJWFOUJ perficie terrestre.
r $PODFUUJEJFMFNFOUPFDPNQPTUPDIJ- Se vogliamo essere più precisi,
NJDP diremo che in una città vive in A
r 4JHOJñDBUP EFJ UFSNJOJ iSFMB[JPOFu F
iTJTUFNBu
Obiettivi
Conoscenze
 $PNQSFOEFSFJMDPODFUUPEJTJTUFNB
 $POPTDFSFMFEJíFSFO[FUSBHFPTJTUF-
NBFCJPTJTUFNB
 $POPTDFSFMFEJWFSTFTGFSFDIFDPTUJ-
UVJTDPOPJMOPTUSPQJBOFUB
 $POPTDFSF DPNF MF USBTGPSNB[JPOJ
OFMTJTUFNB5FSSBNPEJñDBOPJMQBF-
TBHHJPOFMUFNQP B
 $POPTDFSFDIFDPTÍFDPNFTJPSJHJOB
JMTVPMP grande prevalenza una sola spe- bienti vengono continuamente
 $PNQSFOEFSF MB DPNQPTJ[JPOF EFM cie, l’uomo; in una foresta, inve- modificati dall’incessante inter-
TVPMPFDPNFTJGPSNBMIVNVT ce, vive una variegata comunità vento umano che li adatta alle
  $POPTDFSFJMQSPñMPEFMTVPMP di organismi appartenenti a tutti proprie esigenze e bisogni;
 $PNQSFOEFSFMJNQPSUBO[BEFMMJOUF- i regni viventi: animali, piante, s altri, che potremmo definire
HSJUÆEFMTVPMPQFSMBQSFWFO[JPOFEFM funghi, protozoi e batteri. ambienti naturali, dove c’è una
EJTTFTUPJESPHFPMPHJDP L’aspetto comune di una città e di preponderanza della natura e
 $POPTDFSF J UFSNJOJ TQFDJñDJ SFMBUJWJ una foresta è che sono entrambe della diversità biologica o biodi-
BMMBNCJFOUFFBMTVPMP “luoghi fisici” abitati da esseri vi- versità rispetto agli insediamenti
Abilità venti o, per dirla con una sola pa- e alle attività dell’uomo; anche
 4BQFSBTTFHOBSFVOFMFNFOUPOBUVSB- rola, sono due ambienti. in questi è tuttavia presente pre-
MFBMMBSJTQFUUJWBiTGFSBiEFMQJBOFUB Possiamo distingue due grandi ca- sente il segno dell’uomo, a di-
 4BQFS EJNPTUSBSF MJNQPSUBO[B EFMMB tegorie di ambienti: spetto della apparenze.
WFHFUB[JPOF QFS MB EJGFTB EFM TVPMP s alcuni, come le città e le cam- In questa e nelle Unità successive,
EBMMFSPTJPOF pagne coltivate, sono ambienti impareremo a conoscere meglio
 4BQFS SJDPOPTDFSF J EJWFSTJ PSJ[[POUJ creati dall’uomo, dove i segni l’ambiente e scopriremo come gli
EFMTVPMP della civiltà umana sono sempre organismi vivono e interagiscono
presenti e predominanti. Tali am- con il “luogo fisico” in cui abitano.

4 L’ECOSISTEMA TERRA
Obiettivo 1 1 La Terra come sistema

Alla fine degli anni Settanta del secolo scorso uno scienziato
inglese, James Lovelock, paragonò il no-stro pianeta a una
navicella spaziale che si muove isolata nello spazio rice-
vendo dall’esterno la sola energia del Sole [fig.1]; in
una navicella, se accade qualcosa a un componente,
per esempio al pannello solare che la rifornisce di
energia, anche le altre parti ne risentiranno (i mo-
tori, l’equipaggio ecc.).
Per il nostro pianeta possiamo dire qualcosa di si-
mile. In effetti le varie parti della Terra sono tutte
collegate tra loro: l’aria, l’acqua, il suolo, le rocce e gli
esseri viventi formano un unico complesso nel quale
interagiscono e si influenzano reciprocamente.
Quindi il nostro pianeta è molto più della somma delle sue p 1
varie parti, è un vero e proprio
sistema, cioè un insieme di elementi collegati tra loro da complessi legami e rela-
zioni. Tutto ciò che non fa parte del sistema è chiamato “ambiente esterno”.
Di conseguenza, quando in un elemento, cioè in un componente, qualcosa si incep-
pa, ciò rischia di compromettere il funzionamento dell’intero sistema.
Per esempio, se si inquina un fiume con sostanze tossiche, anche il suolo e le acque
del sottosuolo verranno contaminate: i veleni andranno poi in mare e lentamente
si distribuiranno dappertutto, attraverso le correnti marine; poi, verranno assorbiti
dagli esseri viventi e finiranno nella catena alimentare. In conclusione, gli effetti
dell’avvelenamento si faranno risentire in vari luoghi del pianeta, anche molto
distanti dal punto in cui si è verificato [fig. 2].
Allo stesso modo, se si inquina l’aria in una determinata zona, le correnti atmosfe-
riche e i venti distribuiranno a poco a poco gli inquinanti anche in altri punti del
globo; poi le piogge faranno precipitare al suolo le sostanze tossiche inquinando il
suolo, le acque e gli organismi viventi.
q 2 Nei pinguini
dell’Antartide sono
state trovate tracce
del DDT utilizzato
come insetticida nei
paesi industrializzati.

Unità 1 Conosciamo l’ambiente 5


ó Geosistema e biosistema Obiettivi 2, 3 e 10

GLOSSARIO
Nel sistema Terra possiamo distinguere due “sottosistemi” [fig. 3]: geosistema = dal greco geo,
che significa Terra.
• il geosistema costituito dalle componenti non viventi, come acqua, aria e rocce; biosistema = dal greco bio,
• il che significa vita.

Ciascun sottosistema viene poi suddiviso in “sfere”, paragona-


bili a una serie di “involucri” concentrici che circondano il idrosfera

nostro pianeta e che sono in relazione tra di loro.

ó Il geosistema Il geosistema comprende tre


sfere: l’atmosfera, l’idrosfera e la litosfera.
• L’atmosfera è l’insieme dei gas che avvol-
gono il nostro pianeta tra i quali ci sono
elementi necessari alla vita (primo tra
tutti l’ossigeno). L’atmosfera, inoltre, as- BIOSISTEMA
sorbe gran parte delle radiazioni solari GEOSISTEMA
nocive che investono il nostro pianeta.
• L’idrosfera è l’insieme delle acque che si
trovano sul pianeta, sia allo stato liquido
sia solido (ghiaccio): comprende i fiumi, i
laghi, i mari e gli oceani, le calotte polari, le atmosfera
coperture dei ghiacciai e anche l’acqua presente t 3
nel sottosuolo.
• La litosfera è l’insieme dei materiali solidi della parte più su-
litosfera
perficiale del pianeta, costituiti da minerali e rocce, che forma-
no le terre emerse e i fondali oceanici. La porzione più esterna è
la crosta terrestre, che sui continenti comprende il suolo.

ó Il biosistema Il biosistema è costituito dalla biosfera (la sfera della vita),


q 4 La biosfera va immaginata come una
cioè dall’insieme degli ambienti e delle forme di vita in essi presenti. La biosfera è sottile porzione della superficie terrestre dove
paragonabile a una sottile “pellicola” che si compenetra con le sfere del geosistema, sussistono le condizioni per lo sviluppo delle
poiché gli organismi trovano i loro ambien- varie forme di vita.
ti naturali nell’aria, nell’acqua e nel suolo.
In questo modo, tra biosistema e geosistema
si stabiliscono strette relazioni, e
gli esseri viventi scambiano continuamente mate
ria con la parte non vivente del pianeta
altitudine

La biosfera non ha confini precisi, tuttavia


possiamo dire che si estende, verso l’alto,
sino a circa 7000-8000 metri di altezza, dove
si trovano ancora spore, pollini e microrga-
nismi, sollevati dalle correnti d’aria; verso l mare
io de
llo med
il basso, la biosfera si estende negli oceani, live
biosfera
ingrandito
fino alle massime profondità abissali, a circa 20 volte
10 000 metri dalla superficie; nel sottosuolo
profondit

la vita si estende fin dove giungono le radici 6000 km


delle piante, ma nelle grotte può spingersi a
profondità molto maggiori [fig. 4].

6 L’ECOSISTEMA TERRA
approfondimento
Sistemi chiusi e sistemi aperti
energia restituita
Un sistema può scambiare con l’ambiente esterno materia ed energia. come calore
nello spazio
Se un sistema scambia energia, ma non materia, con l’esterno, si dice
chiuso; se scambia sia energia sia materia con l’esterno, si dice aperto.
Il sistema Terra, nel suo complesso, può essere considerato un sistema
chiuso. energia solare
ricevuta dalla Terra
Infatti il nostro pianeta riceve energia dal Sole che in parte trattiene e in
parte restituisce allo spazio (energia riflessa come calore) (a); invece la
materia presente sul pianeta è sempre la stessa (a parte la trascurabile AMBIENTE
quantità che arriva dallo spazio sotto forma di meteoriti). La materia passa
ciclicamente da un sottosistema all’altro: per esempio, un atomo o una
molecola di una certa sostanza, come l’acqua (b), può far parte di un esse-
re vivente, per poi tornare al geosistema alla morte dell’organismo e alla
sua conseguente decomposizione, e quindi può fare di nuovo ritorno a un MATERIA
essere vivente, magari di una pianta attraverso l’assorbimento delle radici:
in pratica le sostanze seguono percorsi circolari, detti cicli della materia, di
SISTEMA a La Terra è un
cui parleremo più avanti.
Anche l’energia viene trasformata continuamente passando da una for-
TERRA sistema chiuso
perché scambia
ma all’altra e da un sottosistema all’altro: il nostro pianeta è in continua con l’ambiente
trasformazione ed è perciò un sistema dinamico. a esterno solo
SISTEMA CHIUSO
energia.

GLOSSARIO
b
sistema dinamico = sistema
“in movimento”, in continua
trasformazione

molecola d’acqua

b Le possibili
tappe del viaggio
immaginario
di una molecola
di acqua tra
i componenti
del sistema Terra.

Vero o falso?
Un sistema è dinamico se riceve materia dall’esterno, proveniente
da asteroidi e meteoriti. V F
Un sistema è chiuso se scambia energia, ma non materia. V F
Un sistema è aperto se è soggetto a continue trasformazioni. V F

Unità 1 Conosciamo l’ambiente 7


Obiettivo 4 2 Trasformazioni nel sistema Terra

Le interazioni tra l’atmosfera, l’idrosfera, la litosfera e la biosfera determinano


continue trasformazioni della superficie terrestre. Come conseguenza, il “pae-
saggio” è soggetto a lente e incessanti modificazioni: queste si manifestano, in
particolare, nei cambiamenti che subiscono le rocce che affiorano in superficie
e che si trovano esposte ai fenomeni atmosferici, come le piogge, il vento e le
variazioni di temperatura e all’azione dei corsi d’acqua, dei ghiacci e delle acque
del mare.
Tali fenomeni, che sono all’opera da milioni di anni, hanno l’effetto di intac-
care a poco a poco la compattezza delle rocce, che in genere sono formate da
vari tipi di minerali. Nel corso del tempo le rocce si disgregano in frammenti
sempre più piccoli: a questo lavoro di demolizione, dovuto a processi di alte-
razione fisica e chimica, contribuisce anche l’azione degli organismi viventi
(alterazione biologica).
L’insieme di tutti i fenomeni di trasformazione fisica, chimica e biologica delle roc-
ce viene detto erosione.
Uno dei risultati dell’erosione delle rocce è la formazione del suolo.

T5

Dolomiti ÕLe trasformazioni


delle rocce superficiali
I fenomeni che provocano l’alterazione fisica delle rocce
sono:
s le variazioni di temperatura; come qualsiasi altro corpo
solido le rocce si dilatano quando la temperatura aumenta,
in seguito al riscaldamento solare, e diminuiscono di volu-
me quando la temperatura si abbassa, per esempio di notte.
Questo fa sì che nelle rocce si creino fratture, che alla fine ne
rocce frammentate
causano la frammentazione;
dal gelo e disgelo s l’acqua che si insinua nelle fessure
gelo
delle rocce; se la temperatura scende sot-
to lo zero, l’acqua congela, aumenta di
ghiaccio volume ed esercita sulla roccia una pres-
sione tale che è in grado di frantumarla.
Il continuo ripetersi di episodi di gelo-
disgelo- rigelo disgrega le rocce in fram-
menti di varie dimensioni [fig. 5];
s la pioggia battente, i torrenti e lungo
distacco disgelo le coste le onde marine, i ghiacciai che
disgregano le rocce con un’azione mec-
canica;
s il vento che spira incessante trasporta i
detriti e contribuisce con azioni meccani-
che all’erosione delle rocce.

8 L’ECOSISTEMA TERRA
u 6 Gli agenti dell’alterazione chimica delle rocce sono l’acqua e alcuni gas at-
mosferici come l’ossigeno e l’anidride carbonica, che sono in grado di
licheni reagire chimicamente con i costituenti delle rocce e di modificarne
quindi la composizione. Un ruolo importante è svolto dall’acqua
della pioggia che, reagendo con l’anidride carbonica presente nel-
l’atmosfera, forma una soluzione acida che può dissolvere certi
minerali, come il carbonato di calcio delle rocce calcaree.

Infine, anche gli organismi viventi contribuiscono ad alterare


e disgregare le rocce. Per esempio, i licheni sono in grado di
attecchire sulla nuda roccia e di disgregarla, grazie alle sostanze
acide da essi prodotte [fig. 6]. Tra i detriti rocciosi possono an-
che vivere microrganismi, come i batteri, che producono sostan-
ze che attaccano chimicamente i frammenti di roccia. Le piante
che si insediano sui detriti, insinuandosi con le proprie radici nelle
piante le cui radici fessure delle rocce, contribuiscono ulteriormente a frammentarle.
contribuiscono alla
disgregazione Anche in seguito ai fenomeni di decomposizione della materia or-
ganica proveniente da resti di organismi morti o dalle loro scorie, si
liberano sostanze che attaccano chimicamente le rocce e le disgregano.

GLOSSARIO
pedologia = dal greco “pé-
Obiettivo 5 3 Che cos’è il suolo don” , suolo e “lògos” , studio:
perciò, scienza che studia il
suolo

La superfice terrestre, in corrispondenza delle terre emerse, è ricoperta in gran parte


da uno strato di detriti che ospita le radici delle piante e numerosissimi organismi
animali e microrganismi: è ciò che chiamiamo suolo o terreno.
q 7 Suolo di spessore ridotto sviluppato è il risultato di un lento lavoro di demolizione delle rocce a opera di agenti fisici
sopra uno strato roccioso.
e chimici, e di organismi viventi. È costituito da un complesso miscuglio di frammenti
rocciosi, più o meno fini, e da materiale organico, detto humus, che
comprende i prodotti di rifiuto e i resti in via di decomposizione di
piante e animali.
I detriti rocciosi, se non vengono trascinati altrove (per esem-
suolo pio dall’azione della pioggia e delle acque correnti) si accumulano
dove sono stati prodotti, formando depositi dello spessore da po-
chi centimetri a parecchi metri, che ricoprono la roccia inaltera-
ta, detta roccia madre [fig. 7].
Il suolo è indispensabile a tutte le forme di vita presenti sulle terre
emerse, fornisce direttamente acqua e sostanze nutritive alla vege-
tazione e ospita funghi, animali (come i lombrichi) e una grande
moltitudine di microrganismi, che provvedono a riciclare le so-
stanze organiche e ne assicurano la fertilità.
roccia madre
Il processo di demolizione della roccia madre, che porta alla for-
mazione del suolo viene detto pedogenesi e la scienza che studia la
natura e l’origine dei suoli è chiamata pedologia.

Unità 1 Conosciamo l’ambiente 9


Obiettivo 6 4 La composizione del suolo

Anche se ci appare “solido”, il suolo intrappola tra le sue particelle


quantità non trascurabili di acqua e di aria.
Da un punto di vista molto generale, possiamo dire che il suolo,
humus 5%
per circa metà del suo volume, è costituito da una parte solida
e per l’altra metà da acqua e aria, in parti all’incirca uguali. La
parte solida è formata principalmente da frammenti di roccia, componente
minerale 45%
che rappresentano la componente minerale, accanto a detriti di
origine biologica, che rappresentano la componente organica o
humus [fig. 8].
aria 25%

ó La componente minerale
La componente minerale del suolo è costituita da particelle di di- acqua 25%

mensioni molto variabili: si va da quelle più grossolane, come il


pietrisco, i ciottoli e la ghiaia (con diametro maggiore di 2 mm),
p 8 Composizione di
che costituiscono lo scheletro del suolo, a quelle più minute (meno un suolo di media fertilità.
di 2 mm di diametro), come la sabbia più o meno fine, a quelle
finissime, come il limo, e addirittura quasi impalpabili, come le
argille (di consistenza simile alla farina) [fig. 9] [tabella 1].
La quantità relativa di ghiaia, sabbia, limo e argilla che sono pre-
senti in un suolo, definisce la sua tessitura. q 9
La tessitura è una caratteristica importante, perché dalle dimen- ghiaia

sioni delle particelle, e di conseguenza da quella degli spazi tra di


esse (pori) dipende la quantità di acqua e di aria che il suolo è in
grado di trattenere.
Per esempio, se le particelle sono piuttosto voluminose (come in
un suolo ghiaioso), anche gli spazi tra esse sono grandi e si la-
sciano facilmente attraversare dall’acqua (si dice che il terreno
è permeabile). In un terreno di questo tipo l’acqua tende perciò
a colare rapidamente negli strati più profondi e le piante in esso
coltivate mostrano ben presto i segni dell’appassimento, a meno
sabbia
di frequenti annaffiature.
Al contrario, in un terreno argilloso (con tessitura fine) i picco-
li spazi tra le minuscole particelle trattengono l’acqua con forza:
quindi il terreno è più impermeabile; tuttavia gli spazi tra le parti-
celle, essendo pieni d’acqua, contengono poca aria e le radici delle
piante rischiano l’asfissia; per questo i suoli argillosi richiedono
arature profonde.
argilla
Tabella 1 | Comuni tipi di suolo
Tipo di suolo Caratteristiche
ghiaioso è costituito per circa la metà da ciottoli e ghiaia
sabbioso contiene oltre il 70% di sabbia
limoso contiene circa la metà di limo
argilloso contiene più del 30 % di argilla

10 L’ECOSISTEMA TERRA
Õ L’humus
L’’hu mus è ccos
humus
hummus
mu costituito
osti
ossti
tittu
tuit
tuit
i o daa re residui
resi
sidu
siduii o
du organici
rga
aniicii iin
n de
dec
decomposizione
comp
comp
co mpos
pos
osi
siz e. Ha
izione
izi ne Ha
un colore bruno-nerastro e perciò i suoli ricchi di humus hanno un
un n
tipico
tipi
ti pico
pico co
ccolore
lore
ree scuro
sscu
cuuro [[fig.
fiig.
g. 1 0].
10]

L’humus, oltre a contenere numerose sostanze organiche indi-


spensabili per la vita delle piante, aumenta la capacità del suolo di
trattenere l’acqua; le piogge che cadono sul terreno filtrano len-
tamente attraverso l’humus, trasportando in profondità composti
organici ricchi di carbonio, azoto, fosforo e zolfo, pronti per essere
assorbiti dalle radici delle piante.
L’humus è la componente più preziosa del suolo, ciò che lo
rende “vivo”.

W10 Suolo ricco


di humus, dal tipico
colore scuro dovuto
suolo ricco di humus alla presenza di
materiale organico.

Õ Come si forma Se osservi la superficie del terreno di un


bosco, ti accorgerai che è coperta da uno strato di foglie morte
cadute dagli alberi, chiamato lettiera [fig. 11]; tuttavia, malgrado le
foglie continuino a cadere ininterrottamente anno dopo anno, lo
spessore della lettiera non aumenta. Il motivo di ciò è che questo
strato è il luogo in cui avviene uno dei più importanti processi
della biosfera: la decomposizione del materiale organico.
Nella lettiera, infatti, è presente un gran numero di organismi de-
X11 L’accumulo
di foglie, resti vege-
tali e animali nel sot-
tobosco costituisce la
lettiera, che fornisce
il materiale organico
che verrà trasformato lettiera
in humus dall’azione
degli organismi
decompositori.

Unità 1 Conosciamo l’ambiente 11


compositori, come batteri (ve ne sono fino a 200-300 milioni per
grammo di terreno, pari a una massa di 2 tonnellate per ettaro!),
funghi con le loro ife e numerosi invertebrati come insetti e altri
artropodi, vermi e molluschi. Questi organismi compiono una de-
molizione più o meno veloce (a seconda del clima) della materia
organica della lettiera: alcuni di essi si nutrono di residui di foglie
morte (fitofagi); altri del legno dei tronchi caduti (xilofagi); altri
ancora di animali morti (necrofagi); alcuni, infine, si nutrono di
escrementi (coprofagi) [fig. 12].

W12
formica
millepiedi

cavalletta chiocciola

centopiedi
grillotalpa
acaro
lombrico

isopode

protozoi
pseudoscorpione larva di insetto

Il risultato di questo processo di decomposizione è la formazione


dell’humus che si accumula subito sotto la lettiera, nel quale non
sono ormai più riconoscibili i residui organici di partenza. Man
mano che l’humus viene trasportato in profondità dalle acque pio-
vane e utilizzato dalle piante come fonte di materiali organici, in
superficie si forma nuova lettiera che poi, decomponendosi, dà
origine a nuovo humus, in un ciclo continuo.

ÕAcqua e aria nel suolo


La qquantità
quua
uant
uant
nti
tit
ità di
ità di ac ua p
acqua
acqu
qua
qu presente
pre
rese
re sent
nte
te in
in un su
suolo
olo
l va
vari
varia
ria
ri
ia note
notevolmente
tevo
tevollm
vo lm e a sse
lmente se-
e-
conda
cond
condda del tipo
p di suolo,
o,, ddel
e clima
el cliima
m e della
del
e la quantità
qua
uant
nttittà di
d hhumus
ummuss ppresente.
reeseente
nt

L’acqua che si trova nel suolo contiene disciolti molti sali minerali
che vengono utilizzati dalle piante.
Essa arriva al terreno con le precipitazioni, e quindi in maniera
non costante, e viene trattenuta in quantità variabile secondo il
tipo di terreno.
Siccome le piante hanno bisogno di aria e di acqua per vivere, la
porzione di suolo costituita dagli spazi porosi che permettono la
circolazione dell’acqua e dove è presente l’aria è importantissima.

12 L’ECOSISTEMA TERRA
In condizioni ottimali le precipitazioni forniscono al suolo l’acqua
necessaria a sciogliere i sali minerali in esso presenti e lo man-
tengono umido favorendo l’attività dei decompositori. Se però la
pioggia è troppo violenta o abbondante dilava il terreno, impove-
rendolo e riducendone la fertilità.
Il terreno elimina l’umidità in eccesso con l’evaporazione, ma ciò
non è sempre un bene, per esempio nei climi aridi l’evaporazione
è molto rapida e non viene compensata dalle scarse precipitazioni,
e il suolo inaridisce [fig. 12].
t 13 Nelle
regioni semiaride
tropicali, nei suoli
argillosi, a causa della
rapida evaporazione
dell’acqua,
si formano fessure
profonde anche 50
cm, che conferiscono
al suolo un desolato
aspetto “poligonale”.

suolo Gli spazi tra le particelle non riempiti dall’acqua contengono


poligonale
aria, una preziosa riserva di ossigeno e altri gas indispensabili
per garantire la vita alla maggior parte dei microrganismi che
popolano il terreno.
q 14 Il lombrico compie due importantis- La quantità di aria presente in un terreno varia in funzione della
sime azioni sul suolo: scava gallerie miglioran- porosità e dell’umidità: i terreni sabbiosi, con pori più grandi, con-
done l’aerazione ed espelle sostanze organiche
che lo rendono più fertile.
tengono più aria dei terreni argillosi. C’è quindi un equilibrio tra
aria e acqua nel suolo.
Se l’umidità del suolo aumenta, diminuisce la quantità d’aria, in quan-
to l’acqua va a occupare gli stessi spazi che occuperebbe l’aria.
L’aria contenuta nel suolo ha una composizione diversa da
quella atmosferica, infatti essa contiene più vapore acqueo,
meno ossigeno e più azoto.
L’anidride carbonica assume invece valori variabili che di-
pendono strettamente dalla quantità di humus, e dall’atti-
vità degli organismi decompositori.
L’anidride carbonica a contatto con l’acqua del suolo, si tra-
sforma in acido carbonico che rende solubili alcune sostanze,
che diventano così più facilmente assimilabili dalle piante.
Un’azione importante per mantenere areato il terreno viene
compiuta da alcuni animali, come lombrichi [fig. 14] e talpe.

Unità 1 Conosciamo l’ambiente 13


r circa 1 kg di terreno umido

MATERIALI
r una bilancia

Lab
Misurare l’acqua presente nel suolo
r un piatto abbastanza largo (m
eglio
Come si procede se di plastica)
r un quaderno e una penn a
1 Pesa il piatto vuoto e riporta il valore su un quaderno.
2 Pesa il piatto con il campione di terreno umido: sottraendo dal va-
lore della pesata il peso del piatto, ottieni il peso del terreno; riporta il
valore sul quaderno.

3 Poni ad asciugare per tre-quattro giorni all’aperto, sul davanzale o su


un balcone, il piatto con il terreno, rimescolando ogni tanto.

4 Pesa nuovamente il piatto con il terreno.

Risultato
Osserverai che il nuovo valore del peso risulta inferiore a quello ricavato in
precedenza. Indicativamente, dovresti rilevare una diminuzione del 20-25%,
che corrisponde al peso dell’acqua che si è allontanata dal terreno per eva-
porazione.

Õ Il profilo di un suolo Obiettivi 7 e 12


T15
Il suolo è formato da un insieme di strati sovrapposti e di diverso
colore che prendono nome di orizzonti e che nel loro complesso
costituiscono il profilo del suolo. Tali strati, che si possono osser-
vare bene in zone di frana o in cantieri dove si effettuino scavi,
sono distribuiti come è illustrato nella figura 15.

1. orizzonte 0 (zero). È la lettiera di foglie morte e di residui animali e vegetali in


decomposizione.

2. orizzonte A. Si trova al di sotto della lettiera ed è ricco di humus e sostanze


organiche di colore bruno-scuro. Ha consistenza abbastanza soffice e in esso si
trovano numerosi organismi e gran parte delle radici delle piante.

3. orizzonte B. Si trova al di sotto dell’orizzonte A ed è più compatto del pre-


cedente, costituito soprattutto dall’accumulo di materiali provenienti dagli strati
superiori, trascinati dall’acqua piovana. È povero di sostanza organica e contiene
materiali argillosi e sali minerali provenienti dallo strato soprastante.

4. orizzonte C. È formato dalla disgregazione del materiale roccioso sottostante


ed è perciò suolo in via di formazione. In esso si ritrovano frammenti grossolani
come ghiaia e pietre.

5. orizzonte D (o roccia madre). È la roccia inalterata su cui poggia il suolo e


dalla cui alterazione esso prende origine; la natura e la composizione di un suolo
dipendono dal tipo di roccia madre da cui si origina .

14 L’ECOSISTEMA TERRA
suolo lateritico foresta pluviale

Gli strati del suolo non hanno sempre lo stesso spessore, ma possono S16
variare a seconda del clima: in generale, se il clima è molto piovoso,
come nelle zone equatoriali, il suolo può avere spessori maggiori
(anche di una decina di metri), con accumulo di ossidi insolubili di
ferro e alluminio nell’orizzonte B, che diventa così di colore rosso
(suolo lateritico, fig. 16); al contrario, sia nei suoli desertici (a causa
dell’aridità e della scarsità delle precipitazioni) sia nei suoli ghiac-
ciati delle zone subpolari (a causa della superficie ghiacciata), lo
spessore degli strati è molto ridotto (solo pochi centimetri).
r due cassette di legno per la fru
tta

MATERIALI
r terra da giardinaggio
Lab

Le radici consolidano il suolo r 7-8 piantine da fiore (pelargon


i,
begonie, primule ecc.)
Come si procede
r un annaffiatoio
1 Riempi di terra le due cassette. In una, pianta le piantine e nell’altra
lascia il terriccio nudo, pareggiandolo lievemente.

2 Attendi circa un mese, finché le piantine non hanno ben radicato.

3 Prendi le due cassette, vai nel cortile della scuola e mettile in posizio-
ne inclinata, come indicato nella figura.

4 Da un’altezza di almeno 1 m, versa su ciascuna di esse contempo-


raneamente due annaffiatoi pieni d’acqua (usa la bocchetta traforata) e
osserva ciò che accade.

Risultato
Osserverai che:
s la cassetta senza vegetazione, una volta inclinata, lascerà uscire una maggiore
quantità di terra e mostrerà più “erosione”;
s la cassetta priva di copertura vegetale restituirà più velocemente l’acqua ri-
spetto a quella con le piantine.
Le due cassette sono un “modello” in scala ridotta di due diverse situazioni naturali:
1. In un territorio con copertura vegetale le radici degli alberi tengono insie-
me il terreno, rallentano lo scorrimento dell’acqua in superficie evitando che il
suolo venga portato via e favoriscono la penetrazione dell’acqua nel sottosuolo.
Quindi la presenza di boschi e foreste nei terreni in pendenza è una condizione
fondamentale per mantenere la compattezza del suolo, evitare le frane e gli altri
fenomeni di dissesto idro-geologico, comprese le alluvioni.
2. Al contrario, se la copertura vegetale viene a mancare, si verificheranno fra-
ne e smottamenti (erosione e dissesto idro-geologico) e l’acqua, che non viene
trattenuta dalle radici, giungerà velocemente a valle provocando inondazioni e
alluvioni.

Unità 1 Conosciamo l’ambiente 15

Potrebbero piacerti anche