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Guardando la σz/q (adimensionalizzato rispetto al carico), si ha un andamento delle tensioni con la profondità

e con lo spostamento che è caratteristico di tutti i problemi di questo genere.

Se mi trovo al di sotto della striscia di carico quando z = 0 (sto in superfice) σ z è uguale al carico, perché
siano sul contorno della regione e quindi σz/q = 1. ….

Se mi trovo all’esterno della striscia di carico, è chiaro che quando sto in superfice il carico non c’è e quindi
la σz = 0; quindi le curve per s >1 devono tutte quante partire da zero e quindi inizialmente cresceranno
perché con l’aumento della profondità comincio a sentire l’influenza del carico che mi proviene dagli altri
punti, e poi piano piano l’effetto diminuisce perché mi sto allontanando. Evidentemente fino ad una certa
profondità l’effetto delle zone caricate ha il sopravvento sul fatto che mi stia allontanando e poi invece è
preponderante l’effetto dell’allontanamento. In ogni caso quando z va all’infinito le tensioni si annullano e
quindi l’effetto non lo sento più.

Il punto caratteristico è s=1, sto proprio sullo spigolo della striscia di carico e mentre abitualmente queste
discontinuità mi danno anche delle discontinuità nella soluzione in questo problema ed in altri della stessa
tipologia ciò non accade, ma danno il seguente risultato: σz= q sotto la striscia di carico, σz=0 fuori della
striscia di carico e σz= 0.5q quando mi trovo proprio sul bordo. Quindi è come se ci fosse un mix delle
influenze degli elementi a destra e dei elementi a sinistra di dove mi sono messo.

Un punto p vede la striscia di carico compresa tra un’anomalia φ1 e φ2, e quindi vede la striscia di carico
sotto un angolo φ0 la (5); allora il luogo dei punti nei quali le tensioni principali sono tutte e due costanti
sono i punti per il quale è costante il raggio bisettore della φ0. In altri termini per tutti i punti per i quali φ0 è

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