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Lo stesso dicasi per i casi B ed E, che si riferiscono ad un cilindro premuto dall’interno; la sollecitazione più

importante e la sollecitazione circonferenziale, quindi posso isolare una striscetta di mantello e trattarla come
una lastra soggetta a trazione del tutto analogo al caso visto precedentemente.

È evidente che molte geometrie sono complicate e quindi corrispondentemente è complesso riportarsi a dei
schemi semplici come quelli visti finora. Quindi l’ attensione di molti ricercatori si rivolta verso lo studio
numerico di casi specifici; per esempio il caso del dente di una ruota dentata ( in molti manuali si ritrovano
delle formule tipo la (1)), ricordando il calcolo a rottura delle ruote dentate (Lewis) dove facevano la
parabola, il carico era in punta e dicevamo che nella sezione di larghezza s ci sarà sforzo normale e flessione
(e ci fermavano la); in realtà in s va preso in considerazione anche una fattore di concentrazione delle
tensioni (1), che vari studiosi hanno detto che dipende dal rapporto tra la larghezza del dente s e il raggio di
raccordo ρ (che per le ruote dentate è sempre molto piccolo).

Il caso (*) è quello di una piastra con foro che sembra Kirsch ma non lo è perché trattasi di una piastra
inflessa. Lo stato di tensione che ne deriva è naturalmente da flessione e quindi deve variare lungo lo
spessore della piastra, però in prossimità del foro avrà dei picchi e ovviamente li avrà dal lato dove σ sono
positive. Queste σ saranno aumentate tanto più violentemente tanto più è elevato il rapporto tra lo spessore
della piastra e il raggio del foro.

Queste tipologie di curve analizzate ci servono per risolvere casi molto importanti che sono quelli dei così
detti intagli di compenetrazione figura (**). Questi tipi di intaglio si hanno molto spesso basti pensare a una
parete nella quale è stato praticato un foro per far passare un perno, e poi ci sta un altro perché ci deve
arrivare l’olio e quindi abbiamo un forellino che va finire in un foro più grande. Come possiamo costruirci il
fattore di forma per un caso del genere? Un metodo relativamente approssimato ma che rende l’idea è che
posso pensare di decompore il problema considerando prima il primo intaglio e vedere in funzione della
presenza dell’intaglio quale sia lo stato tensionale che ne risulta e applicare questo stato tensionale al
secondo intaglio. Ricaverò un fattore di concentrazioni per 1, un fattore di concentrazione delle tensioni per
2 e quindi in fattore delle concentrazioni che ci si deve aspettare è guarda caso circa il prodotto dei due (2).
Questo è vero se kt(1) e kt(2) non sono molto forti, quindi più sono dei effetti di intaglio abbastanza deboli
più e valido la (2). [46min]

Nel caso del primo intaglio (pensa a Kirsch) il diagramma delle σt è quello in figura 1 di (**), e quindi è un
diagramma che ha una punta in corrispondenza del fondo gola e poi decresce. Allora spesso e volentieri per
cercare di ritrovarsi con le tabelle si impiega un diagramma delle tensioni che è linearizzato rispetto a quello
reale e cioè si prende il punto di massimo e si traccia la tangente; la retta individuata è inclinata del gradiente
di tensione dσt/dr, e ci si ferma nel punto in cui i valore di minimo della retta è uguale al valore di massimo
dal quale sono partito. Si isola in questa maniera una fetta di materiale e si dice che quella è una piastra
inflessa; si adopera questo diagramma linearizzato come il diagramma di σ che nasce in una piastra inflessa.
Dopo diche si prende quel diagramma e lo si usa insieme a quello della piastra forata soggetta a flessione; si
osserva (fig.2 di (**)) che ha nello spessore il diagramma a farfalla della fig.1 e nelle vicinanze del foro
(bordo foro) ha un incremento perché c’è un effetto di intaglio.

Il diagramma di sollecitazione complesso così costruito in vista 3D ha l’andamento che mostra la fig.3 di
(**).

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