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Riassunto
I poliaccoppiati utilizzati nel mercato dei prodotti alimentari sono imballaggi altamente inge-
gnerizzati e performanti, garantiscono una maggiore resistenza e protezione e prolungano la
freschezza dei prodotti ma pongono seri problemi per il loro riciclo, stante l’elevata quantità che
se ne produce in Italia ed in tutto il mondo.
Il presente lavoro prende in esame le modalità di trattamento, dalla raccolta differenziata al
riciclo, attraverso un’analisi a livello nazionale e regionale dei dati forniti dai consorzi, da piat-
taforme, cartiere, ecc. Particolare attenzione verrà posta sui nuovi metodi innovativi, messi a
punto in questi ultimi anni, ma già sperimentati dal 2000, indirizzati verso una loro migliore
valorizzazione.
Summary
The polylaminates used in the food product market are highly engineered and performing pack-
aging, they guarantee greater resistance and protection and prolong the freshness of the products
but pose serious problems for their recycling, given the high quantity that is produced in Italy
and in Worldwide.
This work examines the methods of treatment, from separate collection to recycling, through
a national and regional analysis of the data provided by consortia, platforms, paper mills, etc.
Particular attention will be placed on the new innovative methods, developed in recent years, but
already tested since 2000, aimed at their better exploitation.
1. Introduzione
Gli imballaggi in poliaccoppiato introdotti nel mercato dei prodotti alimentari per garantire
una maggiore resistenza e protezione e una migliore conservazione di svariate tipologie di
prodotti e in base al tempo di vita commerciale del prodotto può essere costituito da carta,
plastica ed alluminio oppure da carta e plastica. Il primo tipo permette una lunga conservazio-
ne dei cibi, compresa tra i sei ed i ventiquattro mesi, a temperatura ambiente; il contenitore di
carta e plastica è invece impiegato per la breve conservazione di cibi freschi a basse tempera-
ture. La sua capacità di conservare gli alimenti per lunghi periodi, preservandone le proprietà
nutrizionali ed il sapore, è dovuta ai sei strati di materiali che lo compongono: quattro strati
in polietilene, uno in carta ed uno in alluminio (Figura 1).
Il polietilene funge da impermeabilizzante, proteggendo il prodotto dall’umidità esterna, e da
legante per i diversi materiali, la carta e l’alluminio agiscono da barriera verso l’effetto della
luce, dell’ossigeno e dei gas e conferiscono stabilità [1]. Inoltre, l’imballaggio è leggero, ma-
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neggevole e versatile, tutte caratteristiche di notevole importanza per la grande distribuzione:
lunga permanenza nei magazzini senza il problema delle brevi scadenze, riduzione del nu-
mero dei carichi per l’ottimizzazione della disposizione di impilaggio nei mezzi di trasporto.
La composizione del poliaccoppiato però può variare a seconda delle specifiche esigenze
dell’alimento:
a) cartoni per bevande e cibi liquidi – poliaccoppiati rigidi (es. latte e i succhi di frutta), le cui
concentrazioni relative tra cartone, polietilene e alluminio sono circa del 75 % per il primo
materiale, seguito dal 20 % di polimero e dal 5 % di metallo; nel caso in cui l’alimento sia
invece da conservare in frigorifero dalla struttura nella composizione sono assenti sia lo strato
di alluminio sia quello di polietilene compreso tra il metallo ed il cartone ed avente la funzione
di collante. Anche il rapporto tra la carta ed il polimero varia e le concentrazioni si attestano
a circa l’89 % e l’11% rispettivamente [2];
b) confezioni di prodotti da forno - poliaccoppiati flessibili da converter (es. involucri per bi-
scotti, pasta) la cui concentrazione è del 73% di plastica, il 25% di carta, e il 2% di alluminio
[3].
Attualmente l’impiego dei poliaccoppiati a base cellulosica prevede, oltre ai prodotti lattiero
– caseari (latte liquido, concentrato o in polvere; panna; prodotti fermentati) e alle bevande a
base frutta oppure vegetali, a quelle gassate e non gassate ed al tè, anche alcuni tipi di formag-
gi a pasta molle, prodotti da forno, surgelati, caffè, gelati in varie tipologie di somministrazio-
ne e cibi pronti (come zuppe, pomodoro, prodotti spalmabili e salse.
Nello specifico il 68,3 % delle bevande a base di frutta è commercializzata in Italia in con-
fezioni con tecnologia Tetra Pak® mentre la plastica singolo strato e il vetro si attestavano
rispettivamente al 24,3 % e 6,8 %.
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nellate. La crescita è trainata essenzialmente da un aumento del 6,2% nel riciclo dei rifiuti
provenienti dalla raccolta urbana [5].
L’ampia diffusione dei cartoni per bevande nel nostro Paese ha portato ad una produzione
di poliaccoppiati rigidi di circa 139.000 t/anno e di 401 t/anno di imballaggi flessibili. I dati
evidenziano come nell’ultimo decennio si sia verificata un’importante crescita del loro utiliz-
zo, la produzione è passata da 132.000 a 139.000 tonnellate, con livelli di produzione stabili,
contrariamente ad altri sistemi di imballaggio come acciaio, alluminio, e legno, che hanno
subito una riduzione, in alcuni casi persino del 6% rispetto all’anno precedente.
A livello mondiale circa l’80% del mercato dei contenitori poliaccoppiati è detenuto dalla
Tetra Pak che nel 2016 ha prodotto 188 miliardi di contenitori con un fatturato pari a 11,4
miliardi. Il consumo nazionale è invece di 4,5 miliardi di contenitori (alimenti liquidi e solidi).
Partendo dai dati a disposizione che indicano che nel 2016 sono state raccolte e riciclate in
Italia oltre 26.000 tonnellate di confezioni pari a circa 1,5 miliardi di contenitori provenienti
dai 5.300 comuni che raccolgono il Tetra Pak, risulta evidente che ogni anno oltre 3 milioni di
confezioni non vengono riciclate [5].
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essere opportunamente rigenerati, incidendo negativamente sui costi di gestione dell’impian-
to; infine, i processi sono molto specifici rispetto alla tipologia di poliaccoppiato che può
essere separato, pertanto è richiesto un alto livello di separazione dei materiali in ingresso. Tali
processi possono essere fatti sia a freddo sia a caldo. Nel primo caso, i poliaccoppiati sono
immersi in una soluzione di acqua e solventi e posti in dei vibratori ad ultrasuoni di grandi
dimensioni per circa 48 ore. Se il processo è condotto “a caldo”, invece, la permanenza del
materiale a contatto di tensioattivi e acqua bollente oppure vapore è mantenuto per circa
quattro ore, ad una temperatura di circa 200 °C [6].
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4. Le innovazioni per la sostenibilità
Un processo per dare una seconda vita al materiale misto polietilene-alluminio ottenuto al ter-
mine del riciclo meccanico per separazione delle fibre di cellulosa è stato brevettato un paio di
anni fa dall’azienda Ecoplasteam S.p.a con la produzione di un nuovo materiale plastico mol-
to resistente, l’EcoAllene che, oltre a consentire il recupero di materiali difficili e costosi da
smaltire, è una materia prima seconda 100 % riciclabile e, essendo costituita prevalentemente
da polietilene con concentrazioni contenute di alluminio, può essere agevolmente formata
secondo le tecniche normalmente utilizzate per il polimero come lo stampaggio ad iniezione o
rotazionale, il soffiaggio e l’estrusione con una vasta possibilità di utilizzo [9].
Il processo produttivo non si basa sulla separazione dei film plastici e di alluminio, ma pun-
ta invece a ricombinarli con procedimenti meccanici, ottenendo un nuovo materiale. Nella
filiera di recupero dei poliaccoppiati la componente cellulosa, che rappresenta nei casi più
evidenti fino al 75% del poliaccoppiato, viene normalmente separata grazie ad un lavaggio
profondo e successivamente recuperata nel ciclo produttivo della cartiera.
Benefici economici
materia recuperata ~7.500 t
costi evitati >900.000 €
Benefici di sostenibilità
emissioni di gas serra evitate 4.700 t co2 eq
risparmio energetico al kg di prodotto ~12.000 kcal
Tab. 2 – Benefici del sistema integrato dell’impianto Ecoplasteam S.p.a
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4. Conclusioni
Fino ad oggi il sottoprodotto del processo di riciclo da parte delle cartiere, composto dai film
di polietilene e alluminio, non era riutilizzabile e veniva inviato normalmente all’incenerimen-
to, con significativi costi e problemi di impatto ambientale.
L’innovativo processo di produzione dell’Ecoallele porta molti vantaggi sia a livello ambien-
tale che economico. In primo luogo, il materiale non è disperso nell’ambiente, può essere
nuovamente riciclato al termine della seconda vita, portando ad un’ulteriore diminuzione
della richiesta di polimero vergine, il mancato incenerimento evita emissioni di CO2 per circa
4.700 tonnellate/anno. Secondariamente, esso ha possibilità d’impiego paragonabili, in molti
campi, a polimeri ottenuti da materiale vergine, la produzione di 1 kg di EcoAllene permette
un risparmio energetico pari a 12.000 Kcal rispetto alla stessa quantità ottenuta da fonte fossi-
le [10]. Allo stesso tempo, la produzione di EcoAllene permette di far risparmiare alla cartiera
tra i 150 €/ton ed i 200 €/ton, ossia il corrispettivo necessario a smaltire il misto di polietilene
ed alluminio per incenerimento. Infine, se si considera il vasto impiego degli imballaggi con
tecnologia Tetra Pak emerge che la materia prima con cui è ottenuto l’EcoAllene è disponi-
bile in un quantitativo che può essere considerato costante (si stima che in Europa il rifiuto
di poliaccoppiati si attesti ad oltre 300.000 tonnellate) [11] e, soprattutto, svincolato dalle
fluttuazioni del prezzo del petrolio ed escluso dal pagamento della Plastic tax.
Bibliografia
[1] Casti P., Palmas L.A., Pillai A., et all. La gestione del poliaccoppiato nella filiera carta-cartone, consor-
ziocartasardegna.it
[2] https://www.tetrapak.com/it/packaging/materials
[3] Iascone B. Gli imballaggi flessibili ItaliaImballaggio, giugno 2019
[4] Iascone B. Report sullo stato dell’imballaggio ItaliaImballaggio, luglio-agosto 2020
[5] www.conai.org
[6] http://www.plasturgica.com/
[7] http://gestione-rifiuti.it/smaltimento-tetrapak
[8] Tolazzi C., “Il Tetra Pak come macero dell’industria cartaria”, edizione 2008/2009
[9] https://www.ecoplasteam.com/ecoallene/tecnologie-di-trasformazione
[10] https://www.zerosprechi.eu/index.php/
[11] https://www.ecoplasteam.com/ecoallene/peculiarita/
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