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STUDIA EPHEMERIDIS «AUGUSTINIANUM» ig Manlio Simonetti LETTERA E/O ALLEGORIA Un contributo alla storia dell’esegesi patristica INSTITUTUM PATRISTICUM « AUGUSTINIANUM » Via S. Uffizio, 25 00193 ROMA loae Stampate con un contribute del CNR. INDICE, PREMEssA T. La Sacks ScRITTURA NELLA CHIESA DEI PRIME DUE SECOL 1. Giudei ¢ greci fra letteralismo e allegorismo 1 Esegesi giudaica, p. 10; 2 greca, p. 13; 3. giudeocllenistica, p. 16, 2 I Vecha Petmento nl sro dah aps aie Eien alos tM, 3 Interpretacione gnostica della Sacra Serittura i tnterpretazione del VF, p. 29; 2. Interpretazione det NT, p."33 4. Polemica antigiudaica ¢ antipagana 4. Giustino, p, 37; 2. Irenco, p. 3%; 3. Tertulliao, p. 45; 4. Tedfile. Garattert dell'esegesi states, . 47. 5. Ome. pasquali 1. Omelia di ‘Melitone & 1% sanctiom Pascha,’p.49;"2, Origene. Gmelie pasquali del IV'e V ‘secolo, p. 31 6. Ippolito 1 Caratteri delle sue ‘opere esegetiche, ‘p, '53;'2. “Analist’ dei ‘commentari, p. 55; 3. Tecnica esepetica, p. 8. TT, La Sona ScarrruRa 1% AMBIENTE ALESSANDRINO 1. Clemente. a6 SE mala I, Principi di erimeniutica, p. &; 3, Vari tipi ai’ interpretasione el Vie del ‘NT, b. 8. 2. Origene i L.Carattere ‘della sua esegesi” L'gpproceio filolgaios, p. 73; 2: Brigept di ermeneutin, Pia: 3. °Vani tink lnterpretaztone, p. 8&4, Interpretazione del VT, p. 88; §. Interpretazione del NI B. 9% 6, Origene © Giulio Africano, Bp. 56. 3. Diffusione delesegesi alessandrina 1. La Cohortatio ps. giustinea. Dionigi, p. pitonesss, -p. 102; 8. Metodio, p. 108, 9; 2° Bustazio © Ia TIL, Arrivita’ esecerea 6 OpreNTE aL TV ALLA META’ DEL V secoLo . 1. Eusebio 0 9 » 109 13 W. INDICE 2. Bsegesisiroplestinese del IV secolo, Alle origin della Souo la_di Antiochia oe oar 1 Origine delin. Scuola di" Antiochia, “p. 124" 2, ‘Acacio,|p. "125, 3 Buseblo di Emesa, p. 127; 4 Apollinare, p. 13,5. Efrem, p. 13 3. Liesegesi dei Cappadoci Poe mt I. Teodoro ci Exgciea e Asterio il Sofisia, p. 135; 2 Basilig, p/ 140! 3 Gregorio di Nissas principt di ermencuiica, p. 145; 4.’ Kalish el commentari, p. 148 4. Esegesi antiochena . gw 1. Garattert general, p, 1867 2, Diodoro, p."188; 3. Teotoro: inter: Feetaone de Vi plot 4 Pandamenthaotrinal p15 erpretazione del NT. p. 177; 6. Giovanni Crisostomo, p. 180; Yertano, p- 188, 8, Teodoreto, p. 150 5. Esegesi alessandring - : 1 Chratter general, Atanasio, p. 201; 2 Didimé: princi ai etme! ei D4 ali de Kommentar, pe a, io: (rpretazione del’ VI, p. 216; 5. Interpretagione del NE, 6, Esichio, p. 226. » ArTIvina’ eSEGETICA IN OccapeNTE Da Creetano an AcostiNo 1. Dal UI al IV secolo ss... 1 Cipriano, Novazisno, Ps. Cipriano, p. 251; 2 Caratieri ‘detlese- esi del IV seco, P. 2. Esegesi di tendenza letterale, |... « 1, Fortuna di Paolo, P. 257; 2. Mario Vittorino, p. 239, 3. Ambro™ siaster, p. 2M; 4. Pelagio VAnonimo di Budapest, p. 245; 5. Gitr fiano ai Eclano, p. 248. 3. Bsegesi di tendenza allegorica. . per Llano, p. 254, 2. Gregorio dl Elvira” p. 264° 3. Zenione, p. 268; imbrogio, p. 274; 5, Cromazio, p. 20) 6. Rufino e Tinterpreta- Yione di Gert 49, p. 284; 7. Aponio, P. 287. 4. Ticonio. e Vinterpretazione dell'Apocalissi =... 1. Tt" Liber requtarion, 1p. 289; 2. L’Apocaliss: nei IN’ e HII ‘see, BBR 3 attoring a pia, p28: 4 Golam. Tconiog p27 PApocaliss: in Oseidente nel VI secolo, p. 300; 6. In Onente: Boumenio e Andrea di Cesare, p. 303. 5. Esegesi ariana della Sacra Scrittura rn I, Il presunt Testeralismo a Ari, p. a 2. Fortuna di Giobbe: Giuligng e Tanonymus i Tob, p. 308: 3. Tnterpretazione det Vam peli p31; 4. LOpus tmperfectun in Mathaewm, p. 316. 6. Girolamo. . Mra ere eee 1 Topriint commentaei, "p. 321;"2. intefess! fiologici © autiquari, 3H 3, 1 Profeti minors, p. 327; 4. 1 Vangel, p. 32; 3. 1 "rofetl maggiori, p. 34, TAgosting ae Itt De octring christiana, p, 388; 2. Genesi 13, p, 341; 3: Sermo: fies stl Wis b. Sis 4, Bn. tiv Peabos, p. 348; 5 1 Vangel, p. 35 Coxe.ustonr BibitooRArta, INDICE 124 135 156 20 21 231 237 254 289 306 31 38 385 361 PREMESSA ‘Quando mi sono accinto a scrivere questo libro, 1a mia inten- zione era di preparare una nuova edizione, riveduta e aumentata, del Profilo storico dell’esegesi patristica, pubblicato presso ’Augu- stinianum nel 1981. La rielaborazione ha privilegiato soprattutto le problematiche riguardanti le diverse tecniche, i vari modi di inter- pretare la Sacra Scrittura da parte di esegeti di scuole e ambienti diversi, ¢ le polemiche e i contrasti che da tali diversita sono derivati. In tale contesto ho avuto modo di rilevare con sempre maggiore evidenza che non di rado la tecnica interpretativa variave, anche in uno stesso esegeta, in rapporto ai diversi libri del testo sacro da lui presi in esame, a seconda che si trattasse di un libro del VT © del NT, di un libro storico o profetico, dei Vangeli o di Paolo. Per- cid, al fine di dare presentazione adeguata di tale varieta anche all'i~ terno della produzione esegetica di uno stesso autore, pid volte la trattazione ha assunto, pur nella sua brevita, andamento analitico, opera per opera, molto lontano dai criteri che avevano ispirato la serittura del Profilo. ‘Soprattutto per questo motivo Ia rielaborazione & risultata non soltanto molto pitt ampia ma anche in pid punti, specialmente nella presentazione degli esegeti pitt importanti, molto diversa dalla ste- sura originaria. Percid viene ora pubblicata come opera a se stante, con un titolo che meglio rispecchi Ia specificita del contenuto. Del Profilo sono rimasti sostanzialmente immutati i criteri in base ci quali é stata ripartita la vasta materia ¢ Vintenzione di proporre ¢i essa un quadro organico e coerente, che perd non si prefigge affatto completezza di informazione di tipo manualistico. MS Carrrovo T LA SACRA SCRITTURA NELLA CHIESA DEI PRIMI DUE SECOLI Il cristianesimo, come il giudaismo, & religione del libro, nel senso che la Sacra Scrittura, considerata frutto della rivelazione dit vina a beneficio della chiesa, vi occupa un posto assolutamente fon- damentale, in quanto ad essa deve essere informato ogni atto della vita della comunita, dalla dottrina alla disciplina e alla liturgia, in senso sia collettivo sia individuale. D’altra parte, la Sacra Scrittura @ costituita da un complesso di libri eterogenei per argomento forma cronologia, a volte per diversi motivi di non facile accessibilita, si che la loro effettiva conoscenza e messa in pratica da parte dei cri- stiani non si presentavano di evidenza immediata e imponevano un preliminare lavoro ermeneutico piuttosto complesso. Esso infatti poteva essere esplicito e diretto, nel senso di affrontare specificamente Vinterpretazione dei testi sacri, di un passo pitt passi un intero libro, in forme letterariamente diverse (omelia commentario questioni, ece.); ovvero implicito e indiretto, nel senso che l'applicazione del testo sacro alle varie finalit& della vita comunitaria imponeva di penetrare significato ¢ valore, al fine di adattarlo ad esigenze e com- iti che con quel dato testo potevano anche non avere immediato ed evidente rapporto. Possiamo percid dire che tutta la vita della comunité era con- dizionata dall'interpretazione della Sacra Scrittura. E’ stato detto che la storia del dogma @ storia dell'esegesi, in quanto tutta lelabo- rarione della dottrina cristiana si fonda su un certo numero di passi scritturistici, interpretati alla luce di determinate esigenze; ma lo stesso si pud affermare di ogni altro aspetto della vita della chiesa, organizexzione:disciplina culta, ecc.-Per tale motive Jo studle 4a 0 OA 1 1 PRIME BUF. sBcoLE Sucre Seriiiuiw eostiiul nella chiesa dei primi secoli V'autentico fon- Haiento di tutta la cultura cristiana, Dei modi e delle forme di inter- prelusione In cul tale studio si coneretd tracciamo qui un breve profilo slorico, Ma per introdurre V'argomento @ opportuno premet- lore un rapido cenno alle tecniche ermeneutiche in uso fra giudei © reel, perch esse esercitarono forte influsso sulla ratio esegetica det dottori eristiani L. Giudei e greci fra letteralismo e allegorismo. 1, Per i giudei si poneva, riguardo al Vecchio Testamento (= VT), Jo stesso problema che abbiamo sopra accennato a proposito della chiesa, cio’ quello di adattare i dati del testo sacro alle esigenze della vita del popolo, si da renderli utilizzabili, armonizzandoli anche con i dati della tradizione, la legge orale. Era appunto l'esegesi che rendeva possibile questo processo di attualizzazione deducendo dalla lettera del testo antico nuovi precetti. Quindi I'interpretazione del VI si riveld d'importanza vitale per il giudaismo dal momento in cui, con la riforma di Esdra successiva al ritorno dei giudei in patria dopo Ia cattivita babilonese (VI sec. 2. Cr.), il VI e in particolare i libri della Legge mosaica diventarono lo strumento regolatore di tutta la vita del popolo. Due furono gli indirizzi interpretativi fondamentali: uno era di carattere legislativo e aveva il fine di rispondere soprattutto alle questioni poste dail'applicazione pratica del testo sacro agli atti della vita dogni giorno (halakha); questo studio era praticato so- prattutto nelle scuole rabbiniche. Laltro indirizzo aveva finalita piit varie, rivolte soprattutto all’edificazione dei fedeli (Raggada), e aveva la sua pit! importante applicazione nell'omelia che faceva parte del culto sinagogale. Al fine di rendere piti chiaro il messaggi trasmesso dal testo biblico, questo modo di interpretare faceva spazio anche all'amplificazione aneddotica e di carattere leggendario. L/approceio dei rabbini al testo sacro era molto, a volte eccessiva: mente, minuzioso: controllava Yesattezza del testo biblico che aveva sotto mano € ne spiegava le caratteristiche grammaticali ¢ tutti i particolari, nella convinzione che anche il pitt minuto di essi avesse valore. Liinterpretazione di un dato passo era fatta secondo vari procedimenti: mediante i collegamento di uno o pitt passi della Serittura in qualche modo richiamati da quello in esame; sulla base del contesto esaminato in modo pid comprensivo, mediante 4, 1: qruper & eect nL procedimenti dialettici, a fortiori, analogici, di assimilazione genera- lizzazione inclusione esclusione+ Liinteresse preminente era di natura letterale; e infatti i cri- stiani considereranno tipicamente giudaico questo modo d’inter- pretazione della Scrittura. Non era perd ignorata linterpretazione al- legorica:? basterd ricordare le interpretazioni che si davano dei due sposi del Cantico dei cantici quali simboli di Jahvé e Israele o V'inter pretazione di passi di questo testo simbolicamente riferiti alle vi- cende dell'esodo degli isracliti dall'Egitto. Si trattava comunque d’in- terpretazione marginale © poco sviluppata, che non si concretd in ‘opere omogenee ¢ organiche di contenuto allegorico, ma fu limitata ad interpretazioni slegate inserite in pitt ampi contesti d’altro genere.) Il pid antico lavoro interpretativo del VT si svolse soprattutto in forma orale, e solo in un secondo tempo si comincid a fissarlo metodicamente per iscritto. Come generi letterari ricordiamo qui il targum e il midrash. 1 targumin erano traduzioni della Bibbia in lingua aramaica, cio? nella lingua parlata in Palestina nei tempi a ridosso dell’era volgare, Ia cui composizione si rese opportuna per accompagnare Ja lettura del testo sacro, ormai incomprensibile a ‘molti, nelle funzioni sinagogali. La traduzione era molto libera, vera e propria parafrasi, a volte interpolata con inserzioni di tipo sia halakhico sia haggadico, al fine sia di spiegare difficolta e con- traddizioni del testo sacro sia anche di adattarlo a dottrine pitt re centi, Non mancavano neppure inserzioni di carattere parenetico’ Col nome di midrash (= interpretazione) sindica sia un particolare tipo * Per Yesemplificazione cfr. J. Bonsirven, Exégdce rabbinique ct exégése pate linienne, Paris 1938, p. 77 seg. * Sulle discussion che si sono avute nel giudicare Yallegorin giudaica © Ia distinzione fra eseges! allegorica © esegesi parabolica (ambedue indicate ol termine mashal), tutt'altro che ovvia e indiscutibile (la. parabola, in quanto propone un insegnamento in linguaggio simbolico @, in fondo, “una forma di allegoria: cfr. nn, 13, 32), si veda Honsirven, op. cit, 207 sge, Cir. anche, pitt di recente, R. Gigler, Zur Theologie des biblischen Wortes bei Origenes, Dilsseldort 1983, p. 75 seg. *Pes,, 1 6D guerrieri ‘di Cant. 3, 7 significavano le lettere della bened ione sacerdotale 0 il sinedrio o le classi dl preti e leviti, ecc. Il precetto di Deut. 21, 13, la prigioniera che un istaelita vol prendere per mole pian per un mese suo padre e sua madre, poteva significare il rifiuto. dell'dolatr Bonsirven, op. cit, pp, 22, 2%, eu! sl imanda per pil: abbondante esempll- "Pes, Deut, 33, 6 «Viva Ruben © non muoia» nel Targum palestinese diventa: “« Viva Ruben in questo mondo 'e non muoia nella seconda mor nella quale muore il malvagio nel regno futuro », con riferimento alla. dott della Tsurrezione. Per questo ¢ altri esempi clr, M. McNamara, 1 Targum @ il Nuovo Testamento, Bologna 1978, p. 8 seg. 2 AP. 1: 1 FRING DUE SECOLE dinterpretazione attualizzante del VT, fatto mediante la combinazione di vari passi, sia il prodotto delf'interpretazione, ciot il vero © pro- prio commentario. I midrashim giunti a noi sono tardi, non anteriori al IVV sec. d. Cr., ma utilizzano materiali anche molto pitt antichi. Tali materiali sono aggregati insieme, riportando passo per passo (della Genesi, dell’Esodo, ecc.) interpretazioni di pitt rabbini distinti per nome. Owiamente la raccolta del materiale & stata fatta operan- do una selezione, ma il materiale prescelto 2 stato riportato allo stato originario, 0 quasi, senza alcun tentativo di unificazione né di forma nb di contenuto’ La scoperta dei manoscritti del Mar Morto ha portato a nostra conoscenza un altro tipo di commentario scritturistico, ch’e stato denominato pesher (= spiegazione). Libri interi del VT o parti di essi sono riportati paso per passo ¢ corredati di una breve spiega- zione. Questo tipo di opera & molto importante ai fini del nostro Aiscorso sia per Ia prossimita cronologica con i commentari patri- stici sia soprattutto perché, di tutte le forme in cui si coneretata Vinterpretazione giudaica del VT, quella del pesher & la pitt vicina alla forma di quei commentari. L'interpretazione tende ad attuai zare il testo biblico, scelto a preferenza fra i profeti riportandolo alle vicende storiche della setta di Qumran e pitt in generale della Pale stina del tempo. P. es. il fr. 3 del Pesher di Nahum fa il nome di Demetrio, un principe degli Asmonei;? e continuamente vengono mes- si in scena il Maestro di giustizia e il sacerdote empio, personaggi importanti della letteratura qumranita, Riferimento continuo 2 anche ai Kittim, un nome che indica gli invasori macedoni e romani. Ecco, P.€s,, il commento a Hab. 1, 89 «I suoi cavalli sono pitt agili dei leopardi, ecc. »: « Lnterpretazione si riferisce ai Kittim, che cal- pestano la terra con i loro cavalli € con le loro bestie. Da lontano essi vengono, dalle isole del Mare, come aquile per divorare tutti i popoli, senza saziarsi ». Come si vede, si tratta di interpretazione semplice e concisa, che raramente si attarda nel dettaglio. Poich? Yinterprete & convinto di vivere nell’era escatologica, il motivo della fine ricorre frequente.’ Gia di per sé, l'interpretazione attualizzante, trasferendo il significato del testo commentato da una data situa # Per Fesemplifieazione si rimanda ancora a Bonsirven, op. cit, p. 219 sg. «La preferenza si splega in funsione della maggiore faciita di’ attualizzare lun testo profetico rispetto ad altzi libri del VT di genere diverso. Tl pits Impor- ante ssharim qumranici & per noi quello di Abacue per Je ‘coné migliori in Cui ef & giunto rispetto ad altri. "Ctr. L, Moraldi, 1 manoscrittt di Qumran, Torino 1971, p. S47 * Cir, Moraldi, op.cit, p. 551, da cul prendiamo la traduzione. * Ctr, pes, i test! riportatl da Morsidi, op.cit.. pp. 531, S35 1, 1: oruper & rect 1B zione storica ad un‘altra, @ di fatto interpretazione allegorica. Ma va aggiunto che talvolta anche alcuni particolari del testo commentato assumono vero e proprio valore di simbolo, con procedimento speci ficamente allegorizzante. Pes., nel fr. 1 del Pesher di Nahum il mare simboleggia i Kittim, e cosi anche la terra di Basan, il monte Car melo ? simbolo del loro re, il Libano dei loro capi.” 2. I greci non avevano testi di valore normativo alla pari della Sacra Scrittura, ma nelle loro scuole di retorica e di filosofia si tusava leggere e spiegare opere letterarie e filosofiche, si che anche presso di loro furono messe a punto raffinate tecniche esegetiche, e anche presso di loro si pass da un insegnamento soltanto orale alla messa per iscritto di commentari di poeti, filosofi, ecc. L'usuale forma in cui ci sono giunti i commenti ad opere letterarie greche (Omero lirici tragici, eve.) & quello dello scolio marginale, ciot di una serie di osservazioni scritte sui margini del foglio che nella parte centrale contiene il testo letterario, Il commento & solitamente conci- so: spiegazione del testo e delle sue eventuali difficolta di lingua inter- pretazione 0 altro, ¢ chiarimento di riferimenti storici mitologici an- tiquari, E' owvio che anche nella tradizione scolastica greca e latina, come in quella dei rabbini ebrei, interpretazioni e osservazioni ante- riori venissero travasate in altre successive; ma rispetto ai midrashim giudaici i commentari classici, oltre che ordinariamente pit. concisi, sono pitt ordinati nella selezione e presentazione del materiale, che di norma viene proposto senza essere nominativamente riferito a questo 0 a quel grammatico pitt antico. Il ritrovamento di alcuni papiri ci ha permesso di accertare che questo tipo di commentario marginale fu preceduto, in ambiente alessandrino;" da un tipo di commentario di carattere lineare, in cui cio’ un dato componimento poetico viene riportato paso per passo ¢ fatto seguire dal relativo commento. Come abbiamo osservato per ill pesher qumranico, @ questa in ambiente greco la forma di commen tario pitt vicina a quella dei commentari patristici? I commentari di opere filosofiche sono parecchio diversi da quelli dedicati ad opere letterarie: sono molto pitt vasti, € nel pre- op. cit, p. 5 % Cio’, nelfambiente culturale in cul soprattutto florirono gli studi tilotogici e letterari_ nel mondo antico. Su questo cfr. R. Peiffer, Storia dette filologia classica dalle origini alla fine delfetd ellenistica, Napoli 1973, p. 340 e €, 6 per totum. Per un ese pio, molto pit tardo, in ambito latino ci questo tipo di commentario, si vedano Eleuni ‘mss. del commento di Servio # Virgilio, come pes. il Vat, lat, 3397, “ (car. 1 1 PRIN DUE secoLT sentare il pensiero di Platone Aristotele, ecc., i vari commentatori non soltanto riportano il testo commentato in modo pitt libero ma soprattutto ne forniscono spesso interpretazioni cost personalii da proporsi, pur sulla traccia del testo antico, come vere e proprie opere di speculazione originale. Si potevano percid avere qui com- mentari molto diversi fra loro per forma e sostanza: da una parte il sistematico commentario perpetuo di Aristotele fornitoci da Ales sandro di Afrodisia, dall'altra il ben pid libero commentario di Pla tone composto da Proclo. Anche le Enneadi di Plotino in sostanza derivano da corsi d'insegnamento svolti in forma di commento a testi di precedenti filosofi. Ed @ in questo ambiente che si diffu- sero anche opere esegetiche in forma di quaestiones € solutiones, che ritroveremo anche nella esegesi patristica. A noi qui interessa in modo particolare rilevare che proprio in ambiente filosofico fu proposta un’interpretazione dei poeti, so: prattutto di Omero, ben diversa da quella usuale in ambito scolastico, in quanto era di carattere accentuatamente allegorico." Per capire come questo procedimento ermeneutico abbia avuto tanta fortuna nell’interpretazione di Omero e dei miti greci, consideriamo il grande Prestigio di cui i poemi omerici godettero sempre in tutto il mondo greco, fino a costituire il fondamento dell’insegnamento scolastico € della formazione culturale, per cui il poeta venne addirittura con- siderato di origine divina. Ma la riflessione filosofica mise subito in chiaro V'inverosimiglianza, V'assurditi, anche Vimmoralita dei miti » Per allegoria, atlegordin (= dire altre cose) sintende i procedimento espressivo per cui si dice una cosa per significarne unaltra, Allegoria & atte- stato a partite da Cicerone e Filone; lo stesso procedimento era prima indi: ato con hypénoia. Nello stesso senso erano anche adoperati tropologia, diniema e derivati. Si ricordino le definizioni di Quintiliano: Vallegoria ¢ una taetafora continuata; quando Vallegoria & oscura diviene dinigma (8, 2, 46; 8 6,52). Sa tutto cio cfr. GLNT 1 695 sues J. Pépin, Mythe er allégorie, Paris’ 1958, p. 85 sug. Si tenga presente che comunemente s‘intendano per aliegoria due’ proce- dimenti ben distinti: uno, compositivo, & quello per cul uno serittore esprime oncetti che, al di sotto del significato letterale, me celano wn altro pit signi: ficativo, per cui la selva dantesca & gia nelle jntenzioni del posta. simbolo del peceato; altro procedimento, ermeneutico, consiste nella scoprire. in un testo poctico, o di altro genere, tun altro signifieato, oltre quello letterale, al di Th di quelle ch’erano ‘state le intenzioni delVautore: il cas0, pees. Plotino che scorge nel contrastato ritorno di Ulisse in patria il simbolo dell anima che torna alla sua patria (1, 6, 8). Oggi slcuni distinguono questo secondo procedimento rispetto al primo ‘col nome divallegoresi. Ma in ambito cristiano ‘antico ‘non si fece distinaione fra j-due procedimenti fino alla rea ione antiorigeniana, perche si pensava che il testo sacto realmente: presentasse luno 0 pid significati nascosti, oltre quello Jetterale. Noi useremo. di norma alleyoria per indicare ambedue I procedimenti, ¢ solo cccerionalmente parleremo ‘di allegoresi 1, 1: ovuoer & cRecr 15 degli dei ¢ degli eroi da lui narrati, si che, al fine di salvaguardare Vautorita e il prestigio di quei poemi, si pensd che Omero nel rac- contare tante storie assurde avesse in realtd inteso adombrare altri argomenti. La fortuna di cui comincid a godere per tempo, in certe scuole filosofiche (Pitagora Eraclito), il linguaggio simbolico e coperto, al fine di rendere comprensibile il messaggio proposto soltanto a pochi iniziati, favori l'applicazione di questo criterio er- ‘meneutico ai poemi omerici. Gia nel VI sec. a, Cr. Teagene di Reggio avrebbe interpretato le discordie degli dei omerici come allegorie della discordia degli ele- menti naturali, per cui il caldo si oppone al freddo, il secco all'umido, © cost via; e avrebbe identificato il fuoco con Apollo e Efesto, Yacqua con Posidone, I'aria con Era, ecc. Successivamente nella scuola di Anassagora si sarebbe dato inizio all’interpretazione psicolo- gica di questi personaggi: Zeus diventa cosi simbolo delI'intelligenza, Atena delt‘abilita, e cosi via. E se Platone da una parte condannava Yinterpretazione allegorica di Omero, in quanto non riteneva che la sua poesia potesse contenere un messaggio coperto, dallaltra si serviva egli stesso del mito, cio® di un linguaggio allegorico, per co- municare certi contenuti particolarmente espressivi del suo pensiero. Furono comunque soprattutto gli stoici a diffondere linterpretazione allegorica degli dei tradizionali e delle opere del loro cantore, si da eliminare il senso letterale di tutto cid che la tradizione mitolo- gica attribuiva di sconveniente agli dei ¢ da armonizzare, interpre tando gli dei come simboli di forze naturali e altro, il politeismo tradizionale col loro monoteismo filosofico. All'inizio dell'era volgare questo tipo d'interpretazione e la terminologia ad esso relativa erano d'uso corrente in ambito scolastico ¢ fra le persone dotate di una certa cultura letteraria ¢ filosofica. Accenniamo qui, dato che non avremo occasione di occuparcene altrove, che L'utilizzazione del metodo allegorico da parte sia di pagani sia di cristiani per l'interpretazione dei loro testi fu oggetto di critiche da parte degli uni e degli altri, Infatti da una parte Tertulliano Origene e altri rifiutano Vinterpetazione allegorica dei miti pagani, intrinsecamente immorali, ¢ dall'altra Celso ¢ Porfirio considerano arbitraria e inaccettabile l'interpretazione allegorica che Per maggiori dettagli su questo © cid che segue eft. Pépin, op. cit, P. 95 ses, "Il cinico Antistene avrebbe dato un fondamento tearico a questo proce dimento allegorizzante in Omero, avendo distinto che il posta. a volte ‘parla secondo Yopinione, 2 volte secondo la verita: cfr. Pépin, opelt, p10, 16 (CAP, 4: 1 PRIME DUE SBCOLT mni davano del VT, in quanto questo testo era troppo rozo primitivo per permettere un tale tipo d’interpretazione." In effetti Ia polemica verteva non sul modo di interpretare, perch? Vallegori smo era accettato da ambedue le parti, ma solo sui contenuti. Infatti il presupposto dell/interpretazione allegorica era che un dato testo ave va valore simbolico e veicolava, al di sotto del senso primo e letterale del’espressione, un messaggio coperto e accessibile a pochi, Poiché gli uni negavano tale valore simbolico ai miti omerici e gli altri ai testi del VT, ne discendeva che essi non ne potessero ammettere Vinterpretazione allegorica, il cui fine era appunto quello di mettere in chiaro quel messaggio simbolico e coperto. 3. Questo procedimento ermeneutico e la terminologia ad esso relativa furono assunti dal giudaismo ellenizzante, soprattutto ad Alessandria, quale mezzo fondamentale per operare l'avvicinamento, che esso vagheggiava, fra le credenze religiose dei giudei, incentrate nel VT, ¢ la cultura greca. La nostra conoscenza in argomento deriva soprattutto da Filone, ma non esclusivamente, ¢ Filone stesso non nasconde T'utilizzazione di fonti pit antiche, a significare 'ampia portata dell'iniziativa, In effetti, gid Ja traduzione del VT in greco detta dei Setanta LXX)," ben anteriore a Filone, rappresenta un primo tentativo diinterpretazione del testo biblico, pit o meno corrispondente ai targumin aramaici, in quanto & spesso parafrastica e la para- frasi sta a significare una data interpretazione del testo ori- ginale, sulla base di concetti correnti al tempo dei tradut- tori e che invece erano stati estranei ai redattori del testo originale. Lintento di queste rielaborazioni & stato essenzialmente dottrinale, per mettere il testo sacro in linea con Ja riflessione teologica cor- rente al tempo dei traduttori, e gli argomenti toccati sono stati i pitt vari, Dio mondo il popolo eletto Ia speranza escatologica ill Messia. Solo per dare un paio di esempi di questo ultimo argo- mento, a Gen. 3, 15, dove il testo ebraico reca: « Essa (cio, la di scendenza della donna) ti schiaccera la testa», i LXX hanno tra- dotto: « Egli (cio’, il Messia) ti schiaccera la testa ». A Num. 24, 7 © er dettagi cfr. ancora Pépin, op. cit, p. M6 se. 0 Sah Le gl ali taduttorl rest dal VE cfr Sr Telloe, The Septuagint an Mslrn Sud, Onford ot 8) Saboen), La duterpretaciin cepiaitsta deh Antiguo’ Testavento, «Augustinian » 13, 198, np. SHLSST. St slord che ene aducionlpreche Cana Teotrione Smo) sono. poster i Botti seed Cr). 4 1: Gruner & eect 7 (benedizione di Balam), in luogo di «E scorrerd Yacqua dalla sua brocea » i LXX recano: « Verri un uomo dalla sua discendenza ». Dal canto suo, Ia lettera del cosiddetto Ps. Aristea, scritta per awalorare appunto il testo dei LXX, contiene V'interpretazione alle gorica dei precetti della Legge mosaica relativi agli animali impuri, precetti che dovevano riuscire ben strani al lettore geco: « (9, 148) Con questi precetti i tegislatore ha fatto capire alle persone intelli- genti che bisogna essere giusti, non agire con violenza né opprimere gli altri confidando nella propria forza, ecc. » Si tratta di un’alle- goria di tipo morale. Nella Sapienza di Salomone, accanto a inter. pretazioni di questo genere, ce ne sono altre di carattere cosmo- logico: p.es., con interpretazione destinata a larga fortuna, la veste del sacerdote ebraico, descritta a Ex. 28, viene a simboleggiare Iuni- verso: «Perché sulla Iunga sua veste vi era tutto Tuniverso sui quattro ordini di pietre » (Sap. 18, 24). Passando a Filone (I sec. d. Cr.),* le sue opere esegetiche si presentano di due tipi: per la massima parte si tratta di commenti fa vaste parti della Genesi ¢ dell'Esodo, con riferimento agli altri libri della Legge, in cui il testo biblico & proposto e commentato con interpretazione che, non attenta alla spiegazione di ogni singolo det taglio, & condotta con grande ampiezza e liberta rispetto al testo in esame, si da ricordare certi commentari filosofici greci, Accanto & queste opere, sempre derivate, quanto alla forma, dallo stesso ambiente filosofico, ci sono Ie Quaestiones in Genesim e in Exodurt, che si presentano come raccolte di passi dei due libri di partic lare significato, seguiti di volta in volta da un‘interpretazione di varia dimensione. Ambedue questi tipi di commentario avranno for- tuna nella cristianiti alessandrina, Laccostamento operato da alcuni giudei alessandrini fra la Sacra Scrittura e la tradizione greca arrivava fino al punto da met tere a confronto i racconti biblici con i miti greci, Filone disapprova questo procedimento, gli preferisce quello dellinterpretazione allegorica® del testo sacro, secondo Ie norme che regolavano Vin- terpretazione dei poeti omerici, sviluppando ampiamente quanto prima di lui, da Aristobulo in poi, i giudei alessandrini avevano * Sullesegesi di Filone, oltre C. Siegfried, Philo von Alexandria ais Austeger des Alten Testaments, Jena 1873 (cist, Aalen 1970), cfr. Pépin, ‘op.cit, p. 231 see; Id., Remarques sur la théorie de Texegese allégorique ches Philon, in AaVe,, Philon d'Atesandrie, Paris 1967, pp. 131167 "T termini. correnti dj cui Filone fa uso’ per indieare T'interpretazione allegorica de! VF sono allegoria e hypénoia: cfr. VIndice di Leisegang ad los B AP. 1: 1 PRINT DUE sECOLE gi& fatto in questo campo. In questo modo egli da una parte pud dare spiegazione accettabile dei tanti antroporfismi che gremiscono i primi libri del VT e che, alla pari dei miti omerici, sconcertavano la sensibilita dei pagani colti, e dall‘altra, usando largamente, nell'in- terpretazione, di conceiti e terminologia filosofici, soprattutto pla- tonici e stoici, avvicinava all'intelligenza greca una concezione religiosa che da essa era molto Iontana. Dialtra parte la Bibbia ha per Filone ben altro. significato che questo o quel mito per ill pagano, si che a differenza degli inter- preti dei miti pagani, egli di norma non elimina il senso letterale del passo che interpreta, Ma, convinto che il testo sacro esprima in forma simbolica un messaggio nascosto sotto il senso Ietterale ¢ che percid esso vada letto e interpretato a due livelli sovrapposti Yuno alfaltro (Praem. 61 sgg.), il valore che egli assegna al senso letterale @ del tutto secondario: esso & per i molti, mentre il senso nascosto del testo, raggiungibile con il metodo dellallegoria, & per i pochi che si interessano alle realt& dello spirito (Abrak. 147). Tl passaggio dalla lettera all'allegoria & facilitato da certi indizi del testo che rivestono speciale significato all'occhio dell'esegeta avve- duto: si tratta di particolari in cui il senso letterale per vari mo- tivi non @ accettabile,” di numeri, di nomi di animali, piante e altre entita particolari, soprattutto di nomi propri di persone e luoghi, che vengono interpretati sulla base dell'etimologia, secondo un procedimento che gli stoici avevano generalizzato nellinterpreta- ione filosofica degli dei greci. Sono tutti procedimenti che trove- remo correntemente utilizzati anche dall’esegesi scritturistica cri stiana d'ambiente alessandrino, € a volte anche fuori di questo ambiente. Quanto ai contenuti dell'allegoria filoniana, essi sono preva- lentemente di argomento cosmologico e antropologico (psicologico). Bastera accennarne pochi esempi: il Tempio di Gerusalemme indica simbolicamente il mondo, e le parti del Tempio le parti del mondo (Spec. leg. 1, 66); i quattro colori della veste del grande sacerdote ebreo indicano i quattro elementi naturali (Vit. Mos. 2, 8). Nel racconto della creazione dell'uomo Adamo simboleggia Vintelligenza, Eva la sensibilita, gli animali le passioni (Leg. all. 2, 89. 24. 3538); T'unione di Abramo e Sara indica I'unione della * Questo procedimento, che possiamo indicare con defectus ltterae, tra- sferisce in ambito veterotestamentario il modo di interpretszione accomodata ‘che abblamo visto dare det miti omerici | fllosofi grec. Lo rileviamo perch esso avra grande importanza nellesegesi patristica dindirizzo allegorizzante. 4 2: ETA" aposrotica 19 intelligenza e della virtit (Abrah. 99), Per Filone molti testi della Scrittura sono suscettibili di una pluralita di interpretazioni allego- riche. A volte questa pluralitt dipende da pluraliti di fonti: Falbero della vita di Gen. 2, 9 — dice Filone — alcuni Y'interpretano come la terra, altri come il sole, altri come Ia facolta egemone della anima, altri come simbolo della pieti (Quaest. Gen. 1, 10) Ma altre volte la pluralita dipende dal diverso carattere delVallegoria, che pud essere cosmologica 0 psicolgica: p.es., la scala di Giacobbe (Gen. 28, 12) pud indicare sia Varia, intermedia fra la terra e il cielo, sia Yanima situata fra Ia sensibilita e V'intelletto La tendenza ad attri buire diversi sensi allegorici ad uno stesso passo della Scrittura sari uno dei caratteri distintivi dell’esegesi cristiana di Alessandria. 2. IVI negli scrittori d'etd apostotica® & subapostotica. 1. I primi cristiani sono giudei di raza e di educazione: essi percid non hanno dubbi e remore ad accettare il VT come rive- lazione di Dio a quell'Israele di cui essi hanno coscienza di costituire Ia parte eletta, e lo interpretano secondo i modi usuali nel giu- daismo del loro tempo per adattarlo alle loro nuove esigenze. Nel far questo non si limitano ad infiorare il loro discorso di citazioni alla lettera 0 a senso tratte dal VT, anche variamente combinate; ma adottano anche procedimenti pitt complessi di tipo midrashico, nel senso che, nella predicazione nella liturgia nella polemica, ecc., presentano concetti nuovi, significativi della nuova realta del cri- stianesimo nascente, per mezzo di combinazioni di passi veterotesta- mentari richiamentisi l'un Yaltro: il Magnificat (Le. 1, 4655) & un intreccio di citazioni e richiami veterotestamentari combinati insie- me per esprimere una nuova realta2 X Filone preferisce questa ultima interpretazione ¢ rifiuta Vinterpretazione letterale del passo. = Cir, Somm. 1, 146, Per dettagli sul pluralismo delf'allegoria cfr. Pépin, Remarques, p. 155 sas. ‘Dato che osgetto specifica del nostro discorso & lo studio dellesegesi patristica, questo cenno sullutlizzazione del VT nel Nuovo Testamento (= NT) 2 puramente Introduttorio e pereid limitato a quanto interessa in modo diretto i nostro oggetto. Sull'argomento eft, E. E, lis, Paul's Use of the Old Testa. ment, Edinburgh 1957; Bonsirven, op. cit, p. 266 seg; P. GrechG. Segall, Merodotogia per uno studio della’ teologia ‘del nuovo Testamento, Casale 1978, pp. 47-61, dove & riportata e discussa ampia bibliografia A volte la iettura che i primi cristiani facevano del VT era me lata attraverso i targumtin, e questo filtro non ha mancato di esercitare qual: che influenza su tale lettura, Su questo cfr. McNamara, op. cit, p. 109 ses. 20 wr, 1: 1 PRIME DUE SECOLE A volte il procedimento @ pitt complesso. A Rom. 9, 629 Paolo presenta In distinzione d'Tsraele secondo Ia carne ¢ Israele secondo lo spirito e ill mister del’elezione divina come un midrash su Gen, 21, 12 «Da Isacco prendera nome la tua discendenza (sper- ima) », appoggiato su Gen. 18, 10 « Tornerd in quel tempo ¢ Sara avra un figlio »; il concetto viene sviluppato attraverso una trama di passi relativi all'imperscrutabile volonti con cui Dio attua Ia sua chiamata (Gen. 25, 23; Mal. 1, 23; Ex. 33, 19, ecc.), € ill passo che chiude il midrash, Is. 1, 9, richiama i paso iniziale con la parola- chiave « discendenza » (sperma). Altre volte il procedimento @ svi- luppato in forma di questione: a Mr. 15, 1-9 i farisei propongono a Gesi: una questione sul rispetto delle tradizioni; la risposta di Gesit si appoggia su Ex. 20, 12 ¢ 21, 17, relativi al rispetto dovuto da ognuno al padre ¢ alla madre, ¢ il ragionamento si conclude con Ia Citazione di 1s. 29, 13 « Questo popolo mi onora con le labbra, ma i loro cuore & Jontano da me»* Anche quel particolare procedi- mento di interpretazione attualizzante del VT che viene denominato pesher ® rappresentato’ nei libri del Nuovo Testamento (= NT): Jo mete in opera Cristo stesso quando (Le. 4, 16:21) nella sinagoga di Nazareth legge Is. 61, 12 «Lo Spirito del Signore & su di me, ec.» ¢ 10 applica a se stesso: « Oggi si 2 realizzata questa scrittura che avete udito con le vostre orecchie ». E’ di questo tipo anche il procedimento per cui Giovanni esempla la bestin che viene dal mare di Apoc. 13 sulle quattro bestie della visione di Dan. 7, ma ne attualizza il significato, trasferendone il valore simbolico agli antichi imperi all'impero romano. Con gli esempi che abbiamo proposto il discorso non resta limitato agli aspetti formali della incipiente interpretazione cris na del VI ma investe anche i contenuti di tale interpretazione; € qui il collegamento della chiesa primitiva con la tradizione giudaica espressa dal VT entra in tensione con la noviti del messaggio di salvezza che proprio tramite il VT i eristiani cercano di avvalorare, Essi infatti ravvisano in Gesu il messia promesso e annunciato dai profeti e di conseguenza interpretano in riferimento a lui tanti passi veterotestamentari che in quel tempo eran comunemente intesi come profezie messianiche* Ma la maggioranza dei giudei © Deduciamo questi esempi da ELE. Ellis, Prophecy and Hermeneutic, Tubingen 1978, p. 158 sex. . Precisiamo_ in tel tempo, perch successivamente, proprio per com: trastare Vapplicazione Cristologica’ di tante profezie messianiche, i giudei co minciarono a ridurre Ventita di_queste profezie, asserendo che molte di esse Si crano git realizzate. nel corso della’ storia ‘d'Tsracle, P.es., al tempo di Origene essi_nogavano il carattere messianico i Gen. 49, 10: cfs. Prin 4, 1, 3; ef. anche ¢. 11, n, 2, 4, 2: Eta’ arosrotiea a non accetta il messaggio e rrifiuta di identificare atteso messia col Cristo crocifisso; ¢ le polemiche che nascono da questo con- trasto si basano proprio sulle profezie messianiche ¢ la loro con- troversa applicazione ai fatti della vita di Ges. E ovvio che tutta Ia catechesi primitiva ebbe a risentire profondamente di queste polemiche, si che gli scritti del NT presentano larga traccia elle discussion’ che allora si incentrarono sult'interpretazione dei assi messianici del VT: Mt. 22, 41-46 © 21, 42-43 presentano Cristo stesso che riferisce a st Ps 109, 1 « Ha detto il Signore al mio signore: ‘Siedi alla mia destra, ecc’» ¢ Ps. 117, 2223 «La pietra che gli edificatori hanno rigettato, essa & diventata testata d'angolo, ecc. » € difende il riferimento del primo dei due passi con sottile dialet- tica, E i vari discorsi di Pietro presentati nei primi ce. degli Atti degli apostoti fanno largo spazio alla citazione di passi mes- sianici riferiti a Crist La messianicita di molti passi del VT era riconosciuta sia dai cristiani sia dai giudei, anche se questi ultimi ne riffutavano Vap- plicazione a Cristo. Ma la novita di Cristo, messia sofferente e morto in croce, la dove i giudei attendevano il messia trionfatore sui ne mici d'Isracle, spinse i primi cristiani a interpretare in senso cristo logico anche altri passi del VT, oltre quelli comunemente considerati messianici: @ il caso, pes., di Ps, 117, 2223 riportato qui sopra, ¢ soprattutto dei vari passi del Deutero-Isaia che presentano il Servo sofferente di Jahvé: bastera a tal proposito ricordare T'incontro di Filippo con Yetiope in Act. 8, 26 sgg., incentrato appunto sulla cita- ione e interpretazione messianica ¢ cristologica di Is, 53, 782 In questo contesto didascalico e polemico collochiamo le prime raccolte cristiane di Testimonia. I manoscritti del Mar Morto ci hanno fatto conoscere che gid i giudei avevano Tuso di fare florilegi di passi veterotestamentari. I cristiani adottarono subito tale procedimento finalizandolo proprio a confermare la specificitd del loro credo rispetto alla fede comune dei giudei, Raccolte super- stiti di questo genere sono molto posteriori allet& apostotica (Test monia ad Quirinum di Cipriano); ma la ricorrenza degli stessi passi del VT, a volte nelle stesse combinazioni e con le stesse alte- razioni, in pit punti dei libri del NT @ prova che si comincid per tempo a mettere insieme raccolte di questo genere nella comunita primitiva. La frammentariet’ della documentazione superstite non permette di ricostruirle con esattezza e completezza; comunque ® Si veda anche la parabola dei vignaioli perfidi (Mt. 21, 33 see.), che fonda il carattere. sofferente del Messia sulla connessione midrashiea’ ai ‘Ts 5,1 se Ps. 117, 2223, n eM 1 PRIMM DUE SECOLE © powibile ripartire in pia gruppi i passi del VT utilizzati_ in questo modo: testi apocalittici ed escatologici; testi relativi alla comunith vista come il nuovo Israele; testi relativi al Servo di Jalwe © al Giusto sofferente* Dialtra parte, Vesigenza di approfondire il significato della figura © delopera di Cristo in rapporto con la tradizione giudaica ¢ Vattesa messianica spinse alcuni cristiani ad interessarsi al VT molto al di la dei limiti rappresentati da tali raccolte di pass nel discorso di Stefano riportato in Act. 7, 2 sgg. la presentazione del nuovo messaggio viene collegata ad un ampio ripensamento della storia d'Israele, dai patriarchi fino a Salomone, vista in chiave di continua prevaricazione del popolo che ha sempre disatteso Ia volonta di Dio e misconosciuto la sua benevolenza. Anche Paolo, ad Antiochia di Pisidia (Act. 13, 17 sgg.), inserisce il messaggio in un ampio quadro storico, questa volta teso a dimostrare che in Cristo ha avuto il suo coronamento tutta la storia d'Israele, In altra direzione la riflessione su Cristo per tempo si convinse che la sua figura non era interpretabile come quella di un semplice uomo, anche se particolarmente privilegiato da Dio, ma imponeva di at- tribuirle, a fianco della dimensione umana, anche una divina. Anche per suffragare questa convinzione si fece ricorso al VT: Hebr. 1 propone ¢ attribuisce a Cristo una selezione di passi in cui il Messia, figlio di Dio, viene presentato come un essere superiore agli angeli: Ps. 2, 7; Deut. 32, 43; Ps. 103, 4; 44, 78, ecc. E quando Gio: vanni, all'inizio del IV Vangelo, presenta Cristo come Logos di Dio ¢ Dio egli stesso, sviluppa il concetto attribuendogli le note distin- tive della Sapienza veterotestamentaria. Ma se la convinzione che Cristo fosse il Messia e che percid in lui si fossero realizzate le profezie messianiche del VT era di tutti i cristiani, quelli di impostazione pit: rigidamente giudaizzante in- serivano la nuova fede in una trama religiosa e culturale di stretta sservanza givdaica, nella quale la vecchia Legge conservava tutto itsuo valore: 2 questo il senso delle parole che Matteo (5,17 888) mete in bocca a Gest, facendogli riaffermare solennemente vali- dita e intangibilita della Legge. Questo paso appare polemico nei confronti di altri ambienti della cristianita che si sentivano meno vincolati all'eredita giudaica ¢ alla letterale osservanza delle norme ° Per detiogli ed eserpliticazione cfr. Ch. H. Dodd, Secondo fe Soritwre, Brescia 178, D. “a seg; J. Dani¢lou, Etudes d'exégése judéo-chrétienne (Les Testimonia), Paris 1906 4 2: era” aposroticn B della Legge, con pitt piena aderenza allo spirito del messaggio pre- dicato da Cristo: questa tendenza fu rappresentata, dopo Stefano, soprattutto da Paolo, e qui si ebbero, in materia d'interpretazione del VT, le novita che maggiormente avrebbero influenzato tutto lo svolgimento dell'esegesi patristica. Paolo, che considera la Scrittura alla luce di Cristo, vi vede celato il mistero (Rom. 16, 25; 1Cor. 2, 1, ece.) che non Ia lettera che uccide ma solo lo spirito vivificante pud rivelare (2Cor. 3, 6). Il velo, disteso sulla Legge e il Vecchio Testamento, che ha off. scato ¢ continua ancora ad offuscare le menti dei giudei, impedendo loro una retta comprensione, & stato tolto da Cristo, (2Cor. 3, 13 sgg.).” Letta alla luce di questa convinzione, la vecchia Legge assume una dimensione nuova, spirituale: 1a vera circoncisione & quella del cuore, propria di chi & giudeo non nell'apparenza esteriore ma nella segreta realta (Rom. 2, 28 sg.; cfr. Act, 7, 51). La Legge & stata scritta per noi, dice Paolo a proposito di Deut. 25, 4 «Non mettere Ia museruola al bue che trebbia », che egli interpreta nel senso che chi lavora per la diffusione del Vangelo ha diritto a vivere del suo minister (JCor. 9, 9 sgg.). Ci troviamo di fronte ad un proceso di attualizzazione dei vecchi testi che va molto al di 1a di quanto non fos- se avvenuto a Qumran. Ne si ferma ai soli precetti legali questo pro- cedimento fondato sulla comprensione spirituale della Legge. Con questo termine infatti i giudei intendevano il complesso dei cinque libri mosaici, comprendendovi anche le parti narrative; e anche in esse Paolo scorge il mistero di Cristo, nel senso che quegli antichi fatti hanno prefigurato i fatti di Cristo e della chiesa, e solo quest nuovi fatti forniscono la chiave per intendere il senso profondo dei fatti antichi. Considerati sotto questa nuova luce, Adamo si presenta come prefigurazione (typos) di Cristo” e i fig di Agar fe Sara come prefigurazioni dei giudei e dei cristiani (Rom. 5, 14; Gal, 4, 22 sgg.); il passaggio degli israeliti attraverso il Mar Rosso & simbolo del battesimo, la manna e I'acqua sgorgata miracolosa- mente dalla roccia sono prefigurazioni dell'eucaristia (Cor. 10, 1 ssgg.). Nel IV Vangelo il serpente di bronzo di Num. 21, 9 € Vagnello Pasquale sono prefigurazioni della crocifissione e morte di Cristo (Zo. 3, 14; 19, 36). In Hebr. 7, 1 sg. Melchisedec & figura di Cristo, » Sullinflusso esercitato dalla letteratura targumica sul midrash di Paolo relativo al velo di Mose cfr. McNamara, op. city D. T31 seg, Propriamente 1 prefigurazione ¢ antitipica, nel senso che sia Adamo che Cristo ricapitolano in st tutta Tumanits, ma Adamo nel peceato e Cristo fella salvesen a CAP. 1: 1 PRIMI DUE SBCOLT ea 9, 13 sg. il sacrificio del Tempio prefigura il sacrificio di Cristo. A 10, 1 2 detio in modo comprensivo che Ia Legge contiene Yombra dei beni futuri, cioé delle realti di Cristo ¢ della chiesa. In JP¢ 3, 20.21 Vacqua del diluvio & simbolo dell’acqua del battesimo. Come si vede, il procedimento ermeneutico col quale Paolo e altri autori del NT interpretano spiritualmente, cio® cristologt- camente, i fatti di Genesi e Esodo non & riducibile al procedimento di attualizeazione per cui venivano riferite a Cristo le profezie mes- sianiche veterotestamentarie: infatti in esse il passo del VT assume significato solo in senso cristologico ¢ la lettura in tal senso @ im mediata e a un solo livello;* invece vedere nella manna il typos delt'eucaristia non distrugge Ja storicita del fatto antico ma vi so- vrappone un nuovo spirituale e pitt profondo significato. In tal senso si sovrappongono qui due livelli di lettura, uno relative al fatto storico veterotestamentario, Valtro indicative del fatto nuovo riguardante a realta di Cristo e della chiesa, di cui il fatto antico ha rappresentato la prefigurazione, Vanticipazione profetica e simbolica. Ese gia il procedimento per cui Paoto attualizzava il significato di Deut. 25, 4 si puo definire genericamente allegorico, ben pitt a ragione va definito tale il procedimento per cui si sovrap- pone un secondo livello di lettura al livello primo e letterale. Il termine con cui Paolo definisce i rapporto fra i due livelli i lettura e i loro significati & typos (= forma figura, quindi simbolo prefigurazione: Rom. 5, 14; 1Cor. 10, 6. 11), un termine che non sembra aver avuto accezione in senso specificamente esegetico né fra i greci né fra i giudei ellenizzati. Ma quando a Gal. 4, 24 egli presenta i figli di Agar e Sara come prefigurazioni di giudei © cristiani, dice: « Queste cose sono state dette in allegoria (allegorot- mena)»; © cid dimostra come egli fosse consapevole che il proce- dimento ermeneutico da lui applicato allinterpretazione dei fatti del VT era in effetti allegorizzante.® Questo modo d'interpretare il % Questo unico e immediato livello di lettura si ha sia che la profezia venga. applicata a Cristo in senso letterale sia che Tapplicazione sia fatta Sulla base di un testo allorigine’ simbolico. Pes,, sia il parto della. vergine ‘di Js, 7, 14 sia il virgulto di Is, 11, 1 per i cristiani hanno solo significazione cristologica, ma il primo passo indica Cristo secondo il senso letterale mentre it secondo fo indica in forma simbolica, clob (secondo gli antichi) allegories i tatto che Paoto parli solo eccezionalmente di allegoria mentre di solito si serve di typos, estraneo alla terminologia allegorizzante dei greci e giudeoelle- hist, per indicare le preflgurazioni veterotestamentarie di Cristo © della chiesa, fa pensare che gli non sbbia avuto simpatia per allegoria e derivati, quasi the abbia voluto evitare, come invece aveva fatto Filone, i conguagliare termi Shiosicamente Vallegorizzazione dei miti pagani coll'interpretazione cristologica 4 2: 1x’ aposroLicn 25 VT era destinato a grandissima fortuna e avrebbe costituito Yauten- tica Jettura cristiana delle Scritture ebraiche. Esso trasse motiva: zione — é bene ripeterlo — dal fermo convincimento che la vecchia Legge fosse stata sempre finalizzata al grande evento di Cristo © che percid disvelasse il suo autentico significato soltanto a chi la sapesse interpretare in chiave cristologica, 2. La scarsa letteratura superstite del periodo subapostolico (fine I / inizio II sec.) ci testimonia la continuazione, nei confronti del VT, della varieta di atteggiamenti che abbiamo rilevato negli seritti del NT. La lettera di Clemente ai corinzi, nonostante gl’in- flussi evidenti della cultura ellenistica che si fondono con una vi stosa componente giudeocristiana, utilizza largamente il VT quasi soltanto nella significazione letterale, e sotto tale angolatura ne fa Yautentico fondamento della fede religiosa e la fonte delfautorita per cui rivolge il suo discorso alla turbolenta comunita cristiana di Corinto. Cosi, p.es., la grande preghiera finale (cc. 59-61) & intessuta su una fitta trama di richiami veterotestamentari tratti dai libri pitt svariati, Legge libri storici profetici sapienziali; e grandi perso- naggi del VT sono ripetutamente introdotti a guisa d’esempio per ed ecclesiale dei fatti del VT; e in effetti, mentre Tinterpretazione allegorica ‘dei ‘mith pagant ne distrugge jl senso Tetterale, egli — come Filone — sovrap- pone un nuovo significato al senso letterale ‘del racconto biblico, senza ele ‘minarlo. Vedremo che altri scrittori cristiani manifesteranno la stessa diffi denza per allegoria, ma sia essi sia Paolo in sostanza sono convinti che il ¢yp0s S'tuna forma di allegoria, Molti studiosi modern! continuano, per cosh dite, (questo atteagiamento di ditfidenza arrivando a negare che si possa assimllare Tprocedimento paolino, denominato tipologia (git antichl chlamano questo tipo interpretazione spirituale o mistico), con Tllegoria pagana, in quanto In tipologia cristiana ® radieata nella storia sia del VI (4ypos) sia_del NT (cealizvazione del typos), mentre Yallegoria pagana, come quella filoniana, ne pprescinde del tutto. Ma gli antichi esegeti, mentre designano con nomi diversi vari tipi diinterpretazione allegorica (spirituale, morale), adoperano pero ail goria per indicare in blocco ogni tipo dinterpretazione non letterale (anche Semplice processo di attualizzazione di Deut. 25, 4 in [Cor. 99 seg. & parlare allegorico). Preferisco pereio considerare Ja tipolosia solo come uno dei Yati ‘modi di parlaze sallegorico (altel modi sono allegoria cosmologica, antropolo- tica, ecc.). Infatti ogni interpretazione che & tipologica quanto alc Gn quanto ravvisa in tun dato del VPI fypos di un dato del NT), & ‘quanto al procedimento ermeneutico (perch® dia quel dato un significato che on & quello letterale). Per un sommario orientamento cfr. H. de Lubac, Typologic et allegorisme, «Recherches de science religicuse >, 34, 1947, pp. 190226; H. Crouzel, La distinction de la « iypologic » ef de le allegorie», « Bullet tin de littérature’ ecclésiastique », 65, 1964, pp. 16L174; Pépin, Mythe et alle. sorte, p. 247 sis. ‘s'Sulvesegesi di Clemente cfr. DA. Hagner, The Use of the Old and New Testament in Clement of Rome, Leiden 1973. 2% car. 1: 1 PRIME DUE sEcotE confortare Vinvito di Clemente alla concordia ¢ alla pace: i funesti effetti della gelosia sono illustrati dal ricordo di Caino Esai, Aronne, ecc, (c. 4); come esempi di obbedienza vengono ricordati Enoch Noé Abramo Lot Rahab (cc. 9-12); i pregi dell'umilta sono illustrati dall’esempio di Abramo Giobbe Davide (cc. 17-18), e po- tremmo continuare. A volte le parole dei vecchi testi vengono at- tualizzate in riferimento ai fatti del momento: Io stato di abbon- danza in cui si trovavano i corinzi ha visto la realizzazione di Deut, 32, 15 «Ha mangiato e bevuto, si allargato ingrassato, ece. »? Ma a noi qui interessa soprattutto notare come, nonostante ben conosca l'applicazione a Cristo delle profezie veterotestamentarie * € addirittura faccia talvolta di Cristo colui che parla nel VI, Cle- mente eviti di interpretare il VI in chiave specificamente cristologica alla maniera di Paolo. Infatti vari dei personaggi che abbiamo detto essere proposti da lui come esempi di virtit si prestavano agevol- mente a richiami cristologici (pes., Giuseppe Mos?); e invece V'ap- plicazione di questo principio ermeneutico & assente nella pagina clementina, ad eccezione di un breve ma esplicito richiamo alla corda scarlatta di Rahab (Jos. 2, 18) come prefigurazione del sangue di Cristo (12, 7). E né qui né altrove Clemente fa uso di typos nel modo che abbiamo detto caratieristico di Paolo. Se percid 'accenno a Rahab & prova che Clemente @ a conoscenza dell’interpretazione cristologica del VT inaugurata da Paolo e che al tempo suo era gia in sviluppo, la quasi totale assenza di esempi di tale interpreta- zione nella sua pagina pud forse indicare un atteggiamento di riserbo nei suoi confront, In effetti, in ambienti giudeocristiani pit. radi- cali di quello per noi rappresentato da Clemente si giunse alla esplicita condanna di ogni interpretazione non letterale della Sacra Scrittura, ovviamente in conseguenza della recisa condanna da cui qui fu colpita Vazione di Paolo: Ps. Clem. Recogn. 10, 427 Il tipo d'interpretazione tipologica del VT & per noi rappresen- tato in quest'epoca soprattutto dalla lettera del cosiddetto Ps. Bar- % Cfr. A, 1. Subito dopo (3, 3) Is. 3, § & applicato ad illustrare i disordini che affligzevano la chiesa di Corinto, Sj veda la lunga citazione di Is. 53, 1 seg. in 16, 3 sag. %Cfr. 22, 1, dove Clemente dice di Cristo: «’ infatti ogli stesso che per mezzo delio Spirito santo ci esorta cosi: * Venite, fill, ascoltatemi, vi in Segnerd il timore del Signore’ (Ps, 33, 12)». Questo passo sembra.presupporre l-eoncetto che non soltanto il VT parla di Cristo ma & Cristo’ stesso che parla di see altro nel VT. ’E'a tutti noto che, se la redazione finale degli scritti ps. clementini fa tarda, esst_perd hanno’ utilizzato materiali molto pitt antichi,,rimontanti ae a ae 1, 2: era aPosTOLTEA 27 naba. Ma prima di presentarla & opportuno accennare ad un altro caso di silenzio, di segno opposto a quello di Clemente, e che nep- Pur esso pud essere considerato casuale. Mi riferisco alle lettere di Ignazio in cui, pur se un paio di volte la Legge e i profeti sono ricordati a fianco del Vangelo (Smyrn. 5, 1; 7, 2), di fatto le citazioni veterotestamentarie sono rarissime, meno di una decina, ¢ neppure una @ dalla Legge. Per di pitt, in un passo di significato non del tutto perspicuo (Philad. 8, 2), il Vangelo sembra contrapposto pro- prio al VT. Questo atteggiamento appare indizio del sospetto, per non dire dell'avversione, che certi ambienti cristiani d'origine pagana nutrivano nei confronti del VT, come riflesso di un atteg- giamento fortemente antigiudaizzante. Troveremo nello gnosticismo Ia radicalizzazione di tale attegaiamento. Agli antipodi dell’atteggiamento di Ignazio, lo Ps. Barnaba occupa a fondo del VT, ¢ la sua estrazione giudeocristiana si av- verte, oltre che per altri indizi, anche per i procedimenti di tipo midrashico messi in opera per Vinterpretazione di passi scritturi- stici;# ma il suo giudeocristianesimo culturale & affine a quello di Paolo ¢ Ebrei e si traduce, nei confronti del VT, nella radicalizza: zione della posizione paolina, Paolo infatti non aveva messo in dubbio che per i giudei la Legge avesse avuto valore reale; in- vece lo Ps, Barnaba interpreta Vepisodio di Ex. 32, 15 sgg., in cui Mos? infrange le tavole della Legge, come segno che i giudei per Ia loro indegnit’ non erano stati degni dell'alleanza che Dio aveva voluto concludere con loro e che invece 2 stata trasferita ai cristiani (4, 68; 14, 15). Di conseguenza cgli so- stiene che erroneamente i giudei avevano osservato alla lettera una quantita di precetti legali che invece avrebbero dovuto essere inte- si spiritualmente. In questo modo, con procedimento tipicamente midrashico egli interpreta allegoricamente® Je prescrizioni alimen- tari: non mangiare carne di porco significa non avere contatto con uomini che si comportano come porci; astenersi dalla carne di lepre significa evitare la pederastia; il divieto di mangiare alcuni volatili significa che bisogna evitare di diventare simili agli uomini che non sanno procurarsi il nutrimento con la fatica ¢ il sudore {c. 10). A 9, 8, nell’interpretare simbolicamente, come anticipazione » Per dettagli ed esemplificazione su questi procedimenti cfr. J. Danié- lou, Théologie du judéo-christianisme, Tournal 1958, p. 112 seg.; P. Prigent in Sch 172, 11 se Lo Ps. Barnaba non fa mai uso di allegoria e derivati, mentre adopera spesso typos! 7, 3.7. 10.1, eve. AIT, 2 parabolé sta ad indicare un discorso gecar, som manglion. 28 CAP. a: 1 PRIN DUE SECOLT profetica, la circoncisione di Abramo, lo Ps. Barnaba interpreta il numero 318, indicativo dei servi di Abramo, come simbolo del nome di Gesit e della crove, inaugurando in ambiente cristiano Vinterpretazione simbolica dei numeri git conosciuta dai giudei ma valorizzata soprattutto dai greci e dai giudei ellenizzati. In tal senso i sette giorni della creazione sono visti (c. 15) come simbolo dei 6000 anni della durata del mondo e, nel sabato, del riposo escato- logico che seguir al giudizio finale. ‘Anche V'interpretazione specificamente tipologica viene dallo Ps. Barnaba dilatata rispetto ai precedenti paolini, pur restando circoscritta ai fatti narrati nei libri della Legge, ¢ talvolta i dettagli del testo son fatti oggetto di interpretazione molto puntuale. E’ caratteristica di questo autore la presentazione di intere serie di fatti raggruppati intorno a singole tipologie: p. es., i riti del giorno del digiuno, del capro espiatorio, del sacrificio della giovenca (ce. 78) sono in blocco presentati come typoi di Gesit sofferente;® molto al di la della tipologia paolina, sono interpretati come riferimenti al battesimo una quantita di passi del VT in cui si parla di acqua (c. 1D)! viene riferito alla croce il racconto di Mosé che, durante Ja battaglia fra israeliti ¢ amaleciti, prega a mani distese (Ex. 17, 8 sag): ©. 12.8 Giosue & visto come figura di Cristo (12, 810), limita: tamente all’episodio dell’esplorazione della terra di Canaan (Num. 13, 8. 16) ¢ a quello della battaglia (12, 89). Possiamo pensare che in ambienti cristiani cosi orientati ¢ pitt 0 meno in quest’epoca abbiano cominciato a prender forma alcune simbologie destinate a grande fortuna: il sole simbolo di Cristo la luna ¢ la nave simbolo della chiesa, il mare simbolo del mondo. Infatti da tutto quanto abbiamo fin qui esposto risulta La simbologia della giovenca 2 rioea di dettagli: Ia giovenca & Gest, 1 peceatori che Ia offrono sono i giudei che Io hanno ucciso, i fanciulli che Aspergono (questo dettaglio non @ in Num. 19 ma deriva dalia Misha) sono Simbolo degli apostoli, sono tre a testimonianza di Abramo Tsacco e Giacobbe; in lana sul legno indica che il regno di Gest. & sul legno, ecc. (8, 26). Su queste.citazioni, non sempre di immediata intelligenza, fr. il commento iF. Scorza Bsreellona, L'Episiola di Barnaba, Torino i975, p. 449 sug. subito dopo lo Ps, Barnaba ricorda, come fypos della croce, il ser- pente dl bronzo di Num. 21, 9 (12, 67) ‘e'Cioe, senca eccedere i Jimiti dei libri della Legge, mentre vedremo in Giustino In Upologia Giosué/Gesit estendersi_al_ libro di Giosué, “Anche in. ‘questo limitare alla Legge la ricerca di typoi cristologici il nostro autore si Aitiene fedelmente al modello paolino. “ sa questa simbologia si © esercitato forte Vnflusso del sole di glustizia di Mat. 3, 30. Per lo studio dl questi e altri antichi simboll cristiani eft, H. Rahner, Myrhes grece et mystdve chrétien, Paris 1954; J. Daniélou, Les symbotes 1, 3: INTERPRETAZIONE cNOSTICA » chiaro che non si pud distinguere fra interpretazione letterale ¢ allegorica del VI come proprie una dei cristiani di origine giudaica e Falira dei cristiani di origine pagana, in quanto ambedue i tipi dinterpretazione sono ben attestati in ambito giudeocristiano, 3. Interpretazione gnostica della Sacra Serittura. 1. Se la linea interpretativa di Clemente era destinata ad accli matare il VT, alleggerito di molte prescrizioni rituali tipicamente giudaiche, come canone di condotta morale accanto al NT, la linea interpretativa di Paolo e dello Ps. Bamaba, progressivamente dilatata, si sarebbe sempre pitt imposta quale lettura specificamente cristina del VT. Essa, interpretandolo in chiave tipologica, ne assicurava la validit& per la chiesa opponendosi alla radicale sva- lutazione di esso da parte di gnostici e marcioniti*® In conseguenza delia loro impostazione dualista, i marcioniti deprezzavano comple tamente il VT in quanto rivelazione del dio inferiore, in con- fronto del NT, rivelazione del Dio sommo, il Padre di Cristo. Sappiamo che Vinterpretazione che essi ammettevano per il VT era esclusivamente e strettamente letterale: coincidendo in sostanza con Tinterpretazione giudaica, Marcione interpretava le profezie che venivano considerate messianiche dai cristiani, 0 come realizzatesi nel corso della storia stessa d'Israele 0 destinate a realizzarsi in futuro con la venuta del futuro messia guerriero:* ‘Anche gli gnostici, a causa del loro dualismo ¢ del deprez- vamento radicale del mondo materiale, erano portati a svalutare il VT per gli stessi motivi dei marcioniti; ma d’altra parte proprio dal VT essi ricavavano alcune notizie fondamentali sulla loro ori gine la loro natura. Dalla combinazione di questi due atteggia- menti deriva una ratio ermeneutica del VI molto complessa.” Da © Qui non interessa se e in che limiti anche i marcioniti possano essere cconsiderati gnosticl. Vi accenniamo separatamente perché in ambito esegetleo Te Toro posizioni non Turono congruent, “ Cie, Tert, Mare, 5, 18, 5; Orig. Co. Mt. 15, 3; Aw. Harnack, Marcion, Leipzig 1924, p. 240 delie Beilages; E.C. Blackman, Aarcion and His Influence, London 1948," p. 114 ses, : ©'Sull'esegesi gnostica si veda C, Barth, Die Interpretation des Neuen Testaments in der vaientinianischen Gnosis, Leipzig 1911: M, ‘Simonetti, Note sulinterpretazione gnostica dell Antico Testamento, «Vetera Christianorum = 9, 1972, pp. 331-389; 10, 1973, pp. 103126; G. Filoramo. Gianotto, L'tterpreta: lone guosiiea del Antico Testamento. Posisiont ermencutiche € tecniche esese- tiche, © Augustiniamum » 22, 1982, pp. S374 30 cap. 1: 1 PRIME DUE sEcoLT un lato abbiamo la tendenza all'esegesi letterale col duplice intento di mettere in cattiva luce il Dio del VT (il Demiurgo) rilevando gli antropomorfismi di cui sono gremiti i primi libri della Scrittura, e di confermare alcuni punti fondamentali della loro dottrina, quale quello delle diverse nature degli uomini.” E d'altra parte proprio Yavversione al Dio del VT li portava a valutare positivamente episodi che il VT valuta negativamente. E’ esemplare in questo senso una pagina del Testimonium veritatis (NHC IX 3, 45 sgg.), in cui V'autore gnostico presenta in modo positive Ia trasgressione, da parte di Adamo ed Eva, del divieto di mangiare dall’albero della conoscen: za del bene e del male, trasgressione loro ispirata dal serpente, il pit sapiente di tutti gli animali, perché i due acquistassero cono- scenza del loro vero essere ¢ poi si chiede che sorta di Dio sia quello che, nel contesto dei fatti narrati in Gen. 1-3, si dimostra in- vidioso ignorante e cattivo. In vari testi gnostici questi fatti sono interpretati in modo accentuatamente mitizzante, sia dando a particolari del racconto biblico delle origini significato diverso da quello originale sia ag- giungendo dettagli del tutto nuovi, al fine di far vedere come nell’ ‘uuomo psichico e materiale, creato dagli arconti per volere del De- miurgo, Sophia (= il Logos divino) avesse infuso il seme divino di natura spirituale, che lo rende superiore al Demiurgo ¢ ai suoi aiu- tanti e che percid costoro tentano di recuperare o neutralizzare in qualche modo." A volte poi la valutazione positiva del peccato di Adamo e di altri episodi biblici si dilata in una linea interpretativa che in modo quasi sistematico apprezza in senso antidemiurgico i personaggi che il VT presenta sotto luce negativa: Caino sodomiti Esaiz, ece. Una setta gnostica, in tal senso, prendeva addirittura nome da Caino (cainiti), il primo uomo nemico del Demiurgo, un prototipo dell'uomo spirituale, cio8 dello gnostico. Un testo di Ippolito relativo ai perati (Refut. 5, 16, 412) presenta una vera «cf, Orig, Prine. 2, 5, 1, dove sono riportati slcuni episodi (diluvio, dh struzione. di Sodoma e Gomorra, ec), dai quali gli gnostict ticavavano’che Dio. del VT era slusto ma non buona come Hl Dio del NT. °a'Gir. ancora Orig. Prine. 3, 1, 1 sai, dove. sono riportatl { passi del Vr da cul givgnostci ricavavano Yésistenza dl uomini materiall per natura: Ex. 4,21 (bio indarisce il cuore del Faraone); Ex. 11, 19 sg, ee 'Ciob, che essi tacchludevano dentro di sé un germe di natura spiritual, superiore alla natura del Demturgo, che percio’ cerea div mantenerii nella ror dettagli su questo punto cfr, le mie Note, p. 382 seg. ¢ Filoramo- undia wh a 5 om 1, 3: INTERPRETAZIONE GNOSTICA 3 propria storia sacra in funzione antidemiurgica, vedendo all’opera il Logos divino con questo intento in una serie di personaggi biblici che per lo pitt (ma non sistematicamente) il testo sacro valuta in modo negativo: il serpente Eva Caino Giuseppe Esait Giacobbe Nemrod il serpente di bronzo, fino alla citazione del prologo di Giovanni: Questo atteggiamento di rifiute, che prende forma in una esegesi per lo pit molto tendenziosa;® pud essere sintetiz- zato in queste parole riportate da Ippolito (Refut. 6, 35, 1): « Tutti i profeti e la Legge hanno parlato per opera del Demiurgo, cio’ di tun dio seiocco, essi sciocchi che nulla sapevano ».* AI polo opposto si collocano testi, come V'Esegesi dell’anima (NHC II 6) e la Pistis Sophia, in cui Vopposizione Dio sommo/ Demiurgo non & molto rilevata ¢ dove percid il VT & considerato rivelazione del Logos divino, che vi ha adombrato le vicende di Sophia ¢ dell'anima umana in modo che la superiore rivelazione del NT ha permesso alfine di decifrare® Altri testi assumono una posizione pit complessa e sfumata, Nella Lettera a Flora il valen- tiniano Tolomeo (met del II sec.) assume nei confronti della Legge ‘mosaica un atteggiamento intermedio fra la totale accettazione dei © Va comunque rilevato che il fondamentale orientamento antidemfurgico «ii questo testo non & coerente in tutti I detagli: infatt, se. alcunt det personaggi presentati effettivamente erano stati nemiei del Dio del VI (Caino Esai Nemrod), non cosi-erano stati Giuseppe e Giacobbe, Per unaltra fonda. ‘mentale testimonianza delVatteggiamento antidemiurgico degli" gnostic si veda FiloramoGianotto, artcit, p. 59 sg., che riportano un lungo paso del Secondo trattato del Grande Seth (NHC VII, 2,"62 sg.), 1% cai Gest. Cristo Dresenta come oggetto di derisione i principali”personagsi del VT: Adamo AAbramo Isacco Giacobbe Davide Salomone i profeti Mos? ¢ perfino Giovanni ista, Sulla complessa esegesi gnostica del Battista vedi ora'E, Lupieri, Liar conte delfutero. Contributo per tina storia. delleseges! della figura di Giovar- hi Battista con particolare attencione alle problematiche emergenti nel secondo secolo, « Annali di storia dell'esegesi » 1, 1984, p. 165 sgg. Per una valutazione Positiva delle vittime del difuvio, della torre di Babele e del sodomiti cfr. Para frasi di Sem, NHC VII/1, 25 sug. "Dal punto di vista della tecnica esegetica, questa interpretazione che valuta in_ modo opposto alfintenzione dellagiografo personaggi e fatti del VP resta formalmente letterale, ma in realta implica una reinterpretazione defor: imante del testo biblico. Essa rappresenta un caso a sé nel panorama dell’ese. delignoranza del Demiurgo circa Tesistenza del mondo dlivino © spirituale & di norma fondatadagli ‘gnostici sulla cltaz, ‘di Is. 4, 5 ¢ passt affini (Deut, 32, 39, ecc.) in cul il Dio del VT proclama di essere Vrunico Dio: cfr, pes., iren. Haer, 1, 5, 4 € per altri esempi, le mie Note, p. IL see. ‘Per dettaali su questo punto cfr. FiloramoGianotto, artcit, p, 65 se. * Questo testo, tramandato da Epifanio, Payarion 38, 37, & pubblicato in Sch 24 (Quispe))

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