BioMateriali naturali
• I materiali biologici di maggiore interesse sono i tessuti connettivi che sono costituiti
da una sostanza fondamentale nella quale sono immerse le cellule; hanno in genere
funzione di sostegno o di trasporto. Ovviamente tale definizione è estremamente
generale comprendendo tessuti quali l’Osso ed il Sangue.
• I tessuti connettivi sono fra loro fortemente differenziati per quanto riguarda la
morfologia, la struttura, la composizione e la funzione.
• I tessuti biologici sono riconducibili alla classe dei materiali compositi e sono in
genere bagnati da fluidi biologici che consentono la vita delle cellule.
• Tessuti biologici:
– molli
– duri
• Componenti dei tessuti molli:
– Collagene
– Elastina
– Sostanza fondamentale
• Tessuti duri:
– Denti
– Ossa
• Tessuti molli ricchi di collagene:
– Pelle
– Cartilagine
– Tendini
– Legamenti
• Tessuti molli ricchi di elastina:
– Vasi sanguigni
– Tessuti muscolari
• Nervi:
– periferici
– spinali
• Sebbene non sia mai stata provata a trazione una singola fibrilla di Collagene, la
resistenza a trazione del Collagene può essere dedotta da prove su strutture con alto
contenuto di Collagene.
• I Tendini, per esempio, sono costituiti all’80% di Collagene (peso anidro) ed hanno
– rigidezza a trazione = 103 MPa
– resistenza a trazione = 50 MPa.
• Il Collagene di I tipo è il tipo di Collagene più abbondante nel corpo umano e può
essere trovato in:
– Ossa,
– Tessuti Molli
• i Dischi intervetebrali (principalmente nell’Anello fibroso),
• Pelle,
• Menisco,
• Tendini e
• Legamenti.
Minerale (Apatite) 69
Matrice organica 22
Acqua 9
• Velocità di deformazione
dε/dt = 0.05 s-1
• Modulo elastico E ≅ 17 GPa
• Resistenza di plasticizzazione
σp ≅ 110 MPa
• Modulo di incrudimento
E’ ≅ 0.9 GPa
• Resistenza ultima
σu ≅ 128 MPa
• Deformazione ultima
εu ≅ 0.026
• Le curve sforzo-deformazione
a compressione dell’osso
spugnoso contengono una
regione iniziale elastica lineare
fino ad una deformazione di
circa 0.05.
• La plasticizzazione del
materiale avviene non appena
le trabecole cominciano a
fratturarsi. L’iniziale regione
elastica è seguita da una
regione piatta a sforzo quasi
costante fino alla frattura,
mostrando un comportamento
duttile.
• La capacità di assorbimento di
energia dell’osso spongioso è
sensibilmente più alta sotto carichi
di compressione piuttosto che
sottocarichi di trazione.
(σxx - σyy)2 / (σt σc) + (1/σt - 1/σc) (σxx + σyy) + τxy2 / τs2 = 1
ellissoide
σxx = sforzo assiale in direzione x
σyy = sforzo assiale in direzione y
τxy = sforzo tangenziale nel piano xy
σt = resistenza uniassiale a trazione
σc = resistenza uniassiale a compressione
τs = resistenza a taglio
• ma l’Osso “vecchio” è
più fragile ed ha
perso la capacità di
deformarsi.
• La Cartilagine articolare ricopre le estremità delle ossa che si articolano l’una con l’altra a
formare giunti diartrodiali.
• La Fibrocartilagine si trova
– ai margini di alcune cavità di giunto (giunto temporomandibolare ),
– nelle capsule di giunto, e
– in corrispondenza delle inserzioni dei Legamenti e dei tendini nelle ossa.
• La Fibrocartilagine
– forma anche i menischi interposti tra la cartilagine articolare di alcuni giunti e
– compone il rivestimento esterno dei dischi interverebrali, l’anulus fibrosus.
• Come illustrato nei diagrammi in alto, il creep è causato dal deflusso del fluido
interstiziale. Il deflusso è inizialmente molto rapido, come evidenziato dalla alta
velocità iniziale decrescente deformazione, e poi diluisce gradualmente finché
avviene la cessazione del flusso.
• Per la Cartilagine articolare, la tipica risposta in sforzo causata da questa deformazione imposta è
mostrata nella figura in basso a destra. Durante la fase di compressione, lo sforzo cresce con
continuità fini a che non si raggiunge il valore σ0, corrispondente a u0, mentre – durante la fase di
rilassamento dello sforzo – lo sforzo decresce con continuità lungo la curva B-C-D-E finché non si
raggiunge il valore di equilibrio dello sforzo σ∞.
• I meccanismi responsabili per la crescita ed il rilassamento dello sforzo sono illustrati nella
porzione inferiore della figura precedente. Come è illustrato nei diagrammi in alto, la crescita dello
sforzo nella fase di compressione è associata con il deflusso del fluido, mentre il rilassamento
dello sforzo è associato con la redistribuzione del fluido all’interno della matrice solida porosa.
• Durante la fase di compressione, l’elevato sforzo è generato dal deflusso forzato del fluido
interstiziale e dalla compattazione della matrice solida vicino alla superficie. Il rilassamento dello
sforzo è a sua volta causato dalla “chiamata in causa” della regione caratterizzata da forte
compattazione vicino alla superficie della matrice solida.
• Questo processo di rilassamento dello sforzo cessa quando lo sforzo di compressione sviluppato
dentro la matrice solida uguaglia lo sforzo generato dal modulo di elasticità intrinseco a
compressione della matrice solida corrispondente alla deformazione congruente con lo
spostamento u0.
• L’analisi di questo processo di rilassamento dello sforzo conduce alla conclusione che in
condizioni di carico fisiologiche, difficilmente si manterranno livelli eccessivi di sforzo poiché il
rilassamento dello sforzo attenuerà rapidamente lo sforzo sviluppato dentro il tessuto; questo
deve necessariamente condurre ad un rapido allargamento dell’area di contatto nel giunto durante
l’articolazione.
• Dal punto di vista morfologico, la causa che spiega la forma della curva sforzo-
deformazione a trazione per grandi deformazioni è illustrata nei diagrammi sulla
destra della figura precedente:
– la regione iniziale soffice è dovuta allo strecciamento e al riallineamento delle fibre di
Collagene durante la porzione iniziale dell’esperimento a trazione,
– e la regione finale lineare è dovuta allo stiramento delle fibre di Collagene raddrizzate e
allineate.
• I Tendini e i Muscoli formano l’unità Muscolo-Tendine, che agisce come un vincolo dinamico. Il
Tendine fa sì che il Muscolo si trovi ad una distanza ottimale dal giunto sul quale esso agisce
senza richiedere una eccessiva lunghezza di muscolo tra l’origine e l’inserzione.
• Attorno a molti Giunti del Corpo umano, non c’è spazio sufficiente per attaccare più di uno
o due Muscoli. Questo richiede che uno o più Muscoli devono sopportare forti carichi con
intensità di sforzo anche maggiori in regioni più vicine agli innesti ossei dove le aree della
sezione trasversale dei Muscoli sono piccole.
• In confronto ai Muscoli, i Tendini sono più rigidi, hanno maggiore resistenza alla trazione, e
quindi possono sopportare sforzi maggiori. Pertanto, intorno alle giunzioni dove lo spazio è
limitato, gli innesti dei Muscoli alle Ossa sono fatti di Tendini. I Tendini sono capaci di
sopportate carichi molto grandi con deformazioni molto piccole. Questa proprietà dei Tendini
rende capaci i Muscoli di trasmettere forze alle Ossa senza sprecare energia per stirare i Tendini.
• I Tendini sono abbastanza forti per sostenere le elevate forze di trazione che risultano dalla
contrazione muscolare durante il moto del Giunto eppure sono sufficientemente flessibili per
formare angoli intorno alla superficie dell’Osso e per piegarsi in modo da variare la
direzione finale del tiro del Muscolo.
• Una volta che sia stata superata la regione lineare, il collasso delle fascine di fibre
avviene in maniera impredicibile. Con il raggiungimento del carico massimo che
riflette la resistenza ultima a trazione del campione, il collasso completo si manifesta
rapidamente, e la capacità del Tendine o Legamento si sostenere carichi è
sostanzialmente ridotta.
εphys = 2 ÷ 5 %
εy (Legamenti) = 25 % ≅ 5 (Tendini),
σy = 5 MPa
nel caso in cui i carichi siano applicati e rimossi ad intervalli precisi, la curva sforzo-
deformazione è traslata verso destra lungo l’asse della deformazione con ciascun
ciclo di carico, rivelando la presenza di una componente non elastica (plastica).
• Il ciclo di isteresi nella figura precedente è una caratteristica chiave della risposta di
un materiale viscoelastico e indica pure la capacità del materiale di dissipare
l’energia immagazzinata. Questa dissipazione di energia si manifesta in vari modi,
incluse la generazione di calore e l’accumulo di danno.
Legamenti:
Deformazione limite elastica 25 %
= 5 volte quella dei Tendini,
Sforzo limite elastico 5 MPa.
Tendini e Legamenti:
Sforzo fisiologico 1/4 - 1/3 sforzo
ultimo.
1) tunica intima;
2) tunica media;
3) tunica avventizia.
Diametro d e spessore s:
1) aorta;
2) arteria;
3) arterìola;
4) sfintere precapillare;
5) capillare;
6) venula;
7) vena;
8) vena cava;
en) endotelio;
el) tessuto elastico;
mu) tessuto muscolare;
fi) tessuto fibroso.
• Lo sforzo è massimo in
corrispondenza della lunghezza di
riposo del Sarcomero (2 µm),
dove la sovrapposizione tra
filamenti di actina e di miosina si
sviluppa per l’intera loro
lunghezza ed il numero di ponti
trasversali è massimo, e cade a
zero in corrispondenza della
lunghezza per la quale non si ha
più sovrapposizione (3.6 µm).
• Quando il carico è
ulteriormente aumentato, il
Muscolo si allunga
eccentricamente[2]. Questo
allungamento è più rapido con
carico maggiore.
• Quando la stimolazione
prolungata avviene ad una
frequenza che supera la
capacità del Muscolo di
produrre una quantità di ATP
(Adenosina TriPhosfato)
sufficiente per la contrazione,
allora la produzione dello
sforzo diminuisce ed alla fine
cessa del tutto.
• Le frecce indicano la
direzione del flusso
sanguigno.
Resistenza dei BioMateriali naturali L 140
BioMateriali
Comportamento biomeccanico
• I nervi non sono materiali omogenei isotropi ma,
piuttosto, strutture composite, con ciascun tessuto
componente avente le sue tipiche proprietà
biomeccaniche.
• Stati di sforzo:
– Trazione,
– Compressione radiale,
– Compressione laterale.
• La completa
cessazione di tutto il
flusso sanguigno nel
nervo solito avviene
in corrispondenza di
un allungamento
specifico di circa il
15%.
• Le forme calcolate
teoricamente sono mostrate
per valori di λ di 1.1, 1.3, e 1.5.
I risultati teorici mostrati nella
figura sono basati sulla teoria
dell’elasticità. Il punto B si
muove in B’, C si muove in C’,
e così di seguito durante la
deformazione.
• Lo schiacciamento delle
strutture nervose è osservato
mediante un microscopio
attraverso il palloncino
trasparente.