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© 1939 by Neville Goddard

© 2017 Area51 Publihing s.r.l., San Lazzaro di Savena (Bologna)


Prima edizione ebook Area51 Publishing: giugno 2017

Traduzione e adattamento: Paolo Beltrami


Titolo originale: At your command (1939), by Neville Goddard
Cover e sviluppo ebook: © Area51 Publishing

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aiuto e per aver rispettato il lavoro dell’autore e dell’editore di questo libro.

L’editore desidera ringraziare Pietro Fedele e tutti i numerosi lettori che con determinazione e perseveranza ci
hanno richiesto la pubblicazione di Neville Goddard. Sono loro ad aver creato la realtà di questo libro che ora è
qui, sotto i vostri occhi.

ISBN: 978-88-9331-660-6

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NEVILLE GODDARD

AL TUO COMANDO
CHIEDI E TI SARÀ DATO
Prefazione dell’autore

Questo libro contiene l’essenza del Principio della Manifestazione.


Se avessi voluto, avrei potuto estenderlo in un libro di molte centinaia di pagine, ma tale
espansione avrebbe rovinato lo scopo di questo libro.
I comandi per essere efficaci devono essere brevi e andare al punto: il più grande comando di
sempre è infatti condensato in poche e semplici parole: “Dio disse sia fatta la luce e la luce fu”.
In linea con questo principio, ora ti darò, in queste poche pagine, la verità come mi è stata
rivelata.

Neville
Capitolo 1
La consapevolezza di essere

Può un uomo decidere qualcosa e far sì che accada? Certo che sì! L’uomo ha sempre deciso
quello che sarebbe apparso nel suo mondo: anche oggi lo sta facendo e continuerà a farlo fino a
che sarà consapevole di essere uomo.
Non una singola cosa è mai apparsa nel mondo, se non quella che l’uomo ha deciso dovesse
apparire. Potresti anche negare questa affermazione ma, per quanto tu possa provarci, non puoi
dimostrare che sia falsa, perché questa affermazione è basata, in verità, su un principio
immutabile. Tu non ordini alle cose di apparire con parole o con affermazioni a voce alta. Tali
ripetizioni il più delle volte sono vane e confermano il contrario.
La decisione, il decreto, avviene sempre nella coscienza; ogni uomo è consapevole di essere ciò
che egli ha deciso di essere. Un uomo muto, senza bisogno di usare le parole, è consapevole di
essere muto, quindi sta decretando a se stesso di essere muto.
Leggendo la Bibbia in questa luce, scoprirai che è il più grande libro scientifico che sia mai stato
scritto. Invece di considerare le Scritture come il resoconto storico di una civiltà antica o la
biografia della particolare vita di Gesù, considerale come il racconto di ciò che si svolge nella
coscienza dell’uomo. Rivendicalo come tuo e trasformerai il tuo mondo: da arido deserto
d’Egitto, diventerà terra promessa.
Molti concorderanno con il fatto che tutte le cose sono state create da Dio e che senza di lui non
c’è niente di creato, ma ciò su cui fatichiamo a concordare è l’identità vera e propria di Dio.
Tutte le religioni e le chiese del mondo discordano sull’identità e la vera natura di Dio. La
Bibbia dimostra oltre ogni dubbio che Mosè e i profeti erano completamente d’accordo
sull’identità e sulla natura di Dio.
La vita e gli insegnamenti di Gesù sono in accordo con le scoperte dei profeti antichi. Mosè
aveva scoperto che Dio è la consapevolezza di essere dell’uomo, quando pronunciò: “IO SONO
mi ha inviato a voi”, queste parole però non furono comprese. Davide cantò nel suo salmo: “Sii
fermo e sappi che IO SONO Dio”. Isaia dichiarò: “IO SONO il Signore e non c’è nessun altro.
Non c’è altro Dio oltre me. Io ti ho vestito, sebbene tu non mi abbia conosciuto. Io formo la luce
e creo le tenebre; io faccio la pace e creo il male. Io, il Signore, faccio tutte queste cose”.
È scritto centinaia di volte nel Nuovo Testamento che la consapevolezza di essere è
effettivamente Dio. Ne cito solo alcune: IO SONO il pastore, IO SONO la porta; IO SONO la
resurrezione e la vita; IO SONO la via; IO SONO l’Alfa e l’Omega; IO SONO l’inizio e la fine.
Non c’è scritto: “Io, Gesù, sono la porta. Io, Gesù, sono la via”. Si afferma chiaramente “IO
SONO la via”. La consapevolezza di essere è la porta attraverso la quale le manifestazioni della
vita passano nella forma, nel mondo materiale.
La coscienza è il potere che resuscita ciò che l’uomo riconosce di essere. L’uomo manifesta
sempre ciò che è consapevole di essere. Questa è la verità che lo rende uomo: perché è solo lui a
incatenare se stesso o a liberare se stesso.
Se abbandoni tutte le tue precedenti convinzioni di un Dio separato da te e affermi che Dio è la
tua consapevolezza di essere – come d’altronde fecero Gesù e i profeti – trasformerai la tua
realtà. Tutto questo grazie alla presa di coscienza che tu e il padre siete una cosa sola. Questa
affermazione può disorientare ma la troverai piena di significato, se la interpreti alla luce di ciò
che abbiamo appena detto riguardo l’identità di Dio. La coscienza, essendo Dio, è il padre. La
cosa che tu sei consapevole di essere è il figlio che porta testimonianza di suo padre. È come un
autore con le sue opere. L’autore è sempre più grande delle sue opere, eppure rimane sempre
uno con esse. Per esempio, tu sei prima consapevole di essere, poi di essere uomo.
Gesù scoprì questa gloriosa verità e dichiarò di essere una cosa sola con Dio, ma non un Dio
creato dall’uomo. Egli disse: “Se qualche uomo dovesse mai venire dicendo ‘Guardate qui o
guardate lì’, non credetegli, perché il regno di Dio è dentro di voi”. Il paradiso è dentro di noi.
Quindi con “Egli tornò dal Padre” si intende che Gesù si elevò nella propria coscienza fino al
punto in cui egli era solo consapevole di essere, trascendendo così i limiti definiti dalla sua
condizione, che egli stesso e chiunque altro chiamava Gesù.

Nella consapevolezza di essere, tutte le cose sono possibili.


“Voi decreterete una cosa e questa avverrà”. Questo è il suo decreto: dobbiamo elevarci nella
nostra coscienza fino ad arrivare alla naturalezza di essere la cosa desiderata, di averla già.
Quando saremo innalzati, illuminati, nella coscienza fino a quei livelli, attireremo a noi la
manifestazione di quel desiderio. Poiché egli afferma: “Nessun uomo viene a me, a meno che il
padre dentro di me lo attiri, e io e mio padre siamo uno”. Quindi la coscienza è il padre che
attrae a noi le manifestazioni della vita.
In questo stesso istante tu stai attirando nel tuo mondo quello che sei consapevole di essere. Se
sei insoddisfatto dell’attuale espressione e condizione della tua vita, l’unico modo per cambiarla
è distogliere l’attenzione da ciò che ti sembra così reale e innalzarti nella coscienza fino a quello
che desideri essere. Non puoi servire due padroni, quindi distogli la tua attenzione da uno stato
di coscienza e riponila su un altro; questo significa morire per uno stato e (ri)vivere per l’altro.
La domanda “Chi dite che io sia?” non è la domanda rivolta dall’uomo Gesù ai suoi discepoli.
“Chi dici che io sia?” è l’eterna domanda rivolta al proprio Sé dal proprio autentico essere. La
tua opinione e convinzione di te stesso determinerà la tua espressione nella vita. Gesù afferma:
“Tu credi in Dio, credi anche in me” (Giovanni 14:1-3). In altre parole è questo me dentro di te
che è questo Dio.
La preghiera quindi è intesa come il riconoscere che tu sei quello che adesso desideri, piuttosto
che la sua forma comunemente accettata di supplica a un Dio che non esiste per ottenere quello
che si desidera.
Riesci quindi a capire perché milioni di preghiere rimangono senza risposta? Gli uomini
pregano un Dio che non esiste. Per esempio essere consapevole di essere povero e pregare Dio
per la ricchezza significa essere ricompensato con quello che sei consapevole di essere, cioè la
povertà. Le preghiere per avere successo devono affermare piuttosto che implorare. Quando
preghi per la ricchezza, per esempio, distogli dalla tua mente l’immagine della povertà, nega
l’evidenza stessa dei tuoi sensi e assumi la natura di essere ricco.

Ci viene detto che quando preghiamo “dobbiamo chiudere la porta”, perché “quello che il Padre
vede nel segreto, con quello egli ci ricompenserà apertamente”. Abbiamo identificato il Padre
con la consapevolezza di essere. Abbiamo anche identificato la porta come consapevolezza di
essere. Quindi chiudere la porta significa scacciare ciò che siamo adesso consapevoli di essere e
affermare che siamo già quello che desideriamo essere. Nel momento stesso in cui la nostra
affermazione diventa convinzione, iniziamo ad attirare verso di noi le prove dell’affermazione
stessa, le sue manifestazioni nel mondo materiale.
Non interrogarti su come queste cose arriveranno, perché nessuno lo sa; nessuna
manifestazione conosce il modo in cui le cose desiderate compariranno.
La coscienza è la via – o la porta – attraverso cui le cose arrivano a noi. Egli disse “IO SONO la
via”, non “Io, Neville Goddard, sono la via”. I segni seguono, non precedono mai. Le cose sono
reali solo nella nostra coscienza. Quindi per farle comparire, dobbiamo prima averne la
coscienza.
Capitolo 2
Dio è la tua consapevolezza

Ci viene detto “Cerca prima il regno dei Cieli e tutte le cose saranno aggiunte a te”. Abbi prima
la coscienza delle cose che stai cercando e lasciale fare. Questo è il significato di “Decidi una
cosa e questa avverrà”. Applica questo principio e capirai cosa significa.
La storia di Maria è la storia di ogni uomo. Maria non era una donna che partorì in maniera
miracolosa un uomo di nome Gesù. Maria è la consapevolezza di essere che rimane sempre
vergine, indipendentemente dal numero di desideri a cui dà vita. Prova a considerarti come
questa vergine Maria, fecondata da te stesso per mezzo del desiderio, che diventa una cosa sola
con questo desiderio, al punto da incarnarlo e farlo diventare reale.
Per esempio: si dice che Maria (che ora sai essere tu) non conoscesse uomo, eppure concepì.
Questo significa che tu o io non abbiamo ragione di credere che quello che adesso desideriamo
sia possibile ma, avendo scoperto che Dio è la nostra consapevolezza di essere, sposiamo questa
consapevolezza e con essa concepiamo (diamo vita alla manifestazione). “Perché il tuo creatore
è il tuo sposo; il Signore delle moltitudini è il suo nome; il Signore Dio di tutta la terra dovrà
essere chiamato”.
Il tuo ideale o la tua ambizione sono questa concezione. Il tuo primo comando, il comando a te
stesso, è “Vai e non dirlo a nessuno”. Cioè non discutere le tue ambizioni o desideri con un altro,
perché l’altro non farà che alimentare le tue attuali paure o incertezze. La segretezza è la prima
legge da osservare nel realizzare il tuo desiderio.
La seconda, come ci viene detto nella storia di Maria, è “Magnifica il Signore”. Sapendo quello
che sai, “magnificare il Signore” significa rivalutare o espandere la tua attuale concezione di te
stesso fino a che non diventa naturale; allora concepirai, diventando quello con cui sei in unità
nella tua coscienza.
La storia della creazione ci è riassunta nel capitolo I di Giovanni.
“In principio era la parola”. L’adesso, questo stesso istante, è “il principio” di cui scrive
Giovanni. È l’inizio di un impulso, di un desiderio. La “parola”, invece, è il desiderio che fluttua
nella coscienza, in cerca di realizzazione materiale. L’impulso in sé non ha nessuna realtà,
perché l’IO SONO è l’unica realtà. Le cose vivono solo fino a che siamo consapevoli di essere
loro; così per realizzare i nostri desideri dobbiamo applicare la seconda riga di questo primo
verso di Giovanni, ovvero “E la parola era presso Dio”. La parola deve essere unita con la
coscienza per poterle dare realtà. La consapevolezza diventa consapevolezza di essere la cosa
desiderata, in questo modo fissa se stessa a quella forma o concezione e può dare vita alla sua
concezione, resuscitando quello che finora era un desiderio privo di vita o non ancora
soddisfatto.
Questo accordo è sancito tra la consapevolezza di essere e la cosa desiderata. Tu sei adesso
consapevole di essere, quindi stai dicendo a te stesso “IO SONO” senza effettivamente parlare.
Ora, se desideri buona salute, prima di avere la dimostrazione della salute nella tua realtà, devi
iniziare a sentirti in salute. E nel momento stesso in cui raggiungi la convinzione che “IO SONO
sano”, IO SONO e salute hanno concordato di essere una cosa sola e questo accordo porta
sempre alla manifestazione della cosa concordata, in questo caso la buona salute. E poiché hai
stipulato l’accordo, tu dimostri la cosa pattuita.
Tu sei sempre inviato dalla tua consapevolezza come espressione; e la tua espressione è sempre
ciò che sei consapevole di essere.
Scoprirai che dentro di te, nel profondo, tutte le cose sono possibili.
L’invito della Bibbia è “essere assente dal corpo ed essere presente con il Signore”. Il corpo è la
tua precedente concezione di te e il Signore è la tua consapevolezza di essere. Gesù voleva dire
proprio questo quando parlò a Nicodemo: “Devi nascere di nuovo, perché se non nasci di nuovo
non puoi entrare nel regno dei Cieli”. È chiaro che intendesse che se Nicodemo non si fosse
lasciato alle spalle la sua attuale concezione di sé e non avesse assunto la natura della nuova
nascita, avrebbe continuato a manifestare le sue presenti e spiacevoli limitazioni.
L’unico modo per cambiare le tue espressioni nella vita è cambiare la tua consapevolezza.
Perché la coscienza è la realtà che si solidifica nelle cose intorno a te, sempre. Il nostro mondo
in ogni suo dettaglio è la nostra coscienza manifestata nel materiale. Non possiamo cambiare il
nostro ambiente distruggendo le cose, così come non possiamo cambiare la nostra immagine
riflessa distruggendo lo specchio. L’ambiente, e tutto ciò che questo comprende, riflette quello
che siamo dentro di noi, nella nostra coscienza. Fino a che continuiamo a essere una cosa nella
coscienza, continuiamo a manifestare quella cosa nel nostro mondo.
Capitolo 3
Rivaluta te stesso

Ora che sai queste cose, comincia a rivalutare te stesso. L’uomo si è sempre dato poco valore.
Nel Libro dei Numeri si legge: “In quel giorno c’erano giganti nella terra, e noi eravamo ai nostri
occhi come cavallette. Ed eravamo ai loro occhi come cavallette”. Questo non significa “un
tempo nel lontano passato, quando l’uomo aveva la statura dei giganti”. Oggi è quel giorno, in
cui le condizioni intorno a noi (disoccupazione, guerre, problemi sociali, minacce) hanno
raggiunto l’aspetto di giganti e ci fanno sentire come inermi cavallette. Ma ci viene detto che
noi, per prima cosa, eravamo come cavallette ai nostri occhi e di conseguenza lo eravamo per i
giganti.
In altre parole, tu puoi essere per gli altri solo quello che sei per te stesso. Quindi rivaluta te
stesso e inizia a sentirti un gigante, un centro di potere. Questo significa anche rimpicciolire
questi giganteschi ostacoli e trasformarli in inermi cavallette.
“Tutti gli abitanti della terra sono come niente ed egli opera secondo la sua volontà negli eserciti
dei Cieli e tra tutti gli abitanti della terra; e nessuno può fermare la sua mano né dirgli ‘Che fai
tu?’”.
Questo essere di cui si parla non è il Dio ortodosso che siede in cielo, ma l’unico e solo Dio, il
padre eterno, la nostra consapevolezza di essere. Quindi risveglia il potere che hai dentro di te,
non come uomo ma come il tuo vero sé, una consapevolezza senza forma che ti libera dalla tua
prigionia autoimposta.
“Io sono il buon pastore e conosco le mie pecore e sono conosciuto dal mio gregge. Le mie
pecore ascoltano la mia voce e io conosco loro e loro mi seguono”. La consapevolezza è il buon
pastore; quello che sono consapevole di essere sono le pecore che mi stanno dietro. La
consapevolezza è un pastore così buono che non ha mai perduto nessuna delle sue pecore.
Io sono una voce che chiama, nelle lande desolate della confusione umana, ciò che sono
consapevole di essere, e non verrà mai un tempo in cui non arriverà quello che sono convinto di
essere. La consapevolezza di essere è signore e pastore della nostra vita.
“Il signore è il mio pastore; non manco di nulla”: leggi queste parole ora, sotto una nuova luce.
Non mancherai mai di dimostrare ciò che sei consapevole di essere.
Dal momento che tutto questo è vero, perché non diventi consapevole di essere grande,
amorevole, ricco, sano, eccetera? Perché possedere la coscienza di queste qualità è altrettanto
facile che possederne l’opposto, e tu non hai attualmente la loro consapevolezza a causa del
mondo in cui vivi. Inoltre il tuo mondo è così per colpa della tua attuale consapevolezza.
Facile, vero? Troppo facile per la mente dell’uomo, che cerca di complicare ogni cosa.
Paolo disse di questo principio: “È per i Greci (o i sapienti del mondo) stoltezza e per i Giudei (o
coloro che cercano i segni) uno scandalo”. L’uomo quindi continua a camminare nell’oscurità
invece che risvegliarsi; ha venerato così a lungo le icone da lui stesso create che inizialmente
questa rivelazione gli sembra blasfema, perché lo costringe a cambiare prospettiva e credenze in
un Dio separato da lui. Questa rivelazione porterà alla consapevolezza che “Io e mio padre
siamo uno, ma mio padre è più grande di me”. Tu sei uno con la tua attuale concezione di te
stesso, ma tu sei più grande di quello che sei attualmente consapevole di essere.
Quando ciò è compreso, ogni impulso e desiderio che sorge dentro di noi troverà espressione
nel mondo materiale. “Ecco, io sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e apre la
porta, io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli con me”. L’Io è questo impulso; la porta è la
coscienza. Aprire la porta significa diventare un tutt’uno con quello che sta bussando, attraverso
il sentirsi di essere la cosa desiderata. Sentire il proprio desiderio come impossibile significa
chiudere la porta o negare la manifestazione di quel desiderio.
Questo è il motivo per cui è costantemente riportato che Gesù lasciò il mondo materiale per
ascendere al regno dei cieli, al Padre. Gesù, avendo scoperto che suo Padre era lo stato di
coscienza della cosa desiderata, si lasciò alle spalle la “coscienza di Gesù” e si innalzò alla
“coscienza del Padre”. Si fissò in quel nuovo stato finché non ne fece parte, ne diventò
l’espressione.
Questo è il semplice messaggio di Gesù all’uomo: gli uomini sono solo dei vestiti che l’IO SONO
indossa. Ogni vestito ha certi limiti. Per trascenderli e dare espressione a ciò che come uomo
ritieni di essere incapace di fare, distogli la tua attenzione dalle tue attuali limitazioni, cioè dalle
tue concezioni di te stesso, e fonditi nel sentimento di essere quello che desideri. Nessuno sa
come questa idea si manifesterà perché “il Signore ha vie che voi non conoscete e le sue vie sono
impenetrabili”. Nessuno è abbastanza sapiente da conoscere il come: non avere dubbi, perché
questi sono la prova che non hai raggiunto la consapevolezza di essere la cosa desiderata e
quindi sei pieno di dubbi.
“Colui che manca di sapienza la chieda a Dio che dona a tutti generosamente e senza rinfacciare,
e gli sarà data. Ma chieda lui senza dubitare, perché chi dubita è come un’onda del mare che è
agitata dal vento e spinta qua e là. E non lasciare che uno così pensi che riceverà qualcosa dal
Signore”.
Puoi capire il perché: una cosa può essere stabilita solo sulla roccia della fede. Se tu non hai la
consapevolezza della cosa, la roccia si sgretola e porta con sé tutto ciò che vi è costruito sopra.
Una prova che questa consapevolezza è in te è data dalle parole “Grazie padre”. Quando arrivi
alla gioia del ringraziamento e ti senti grato per aver ricevuto ciò che ancora non è concreto,
nella tua coscienza sei definitivamente diventato una cosa sola con l’oggetto per cui ringrazi.
Dio (la tua consapevolezza) non si fa prendere in giro. Tu ricevi sempre quello che sei
consapevole di essere e nessun uomo ringrazia per qualcosa che non ha ricevuto. “Grazie padre”
non è una formula magica, come viene usata da molti oggi. Tu non devi mai pronunciare ad alta
voce le parole “Grazie, padre”. Quando sei veramente grato e felice di aver ricevuto la cosa
desiderata, gioisci e ringrazia interiormente. Hai già accettato il dono che prima era solo un
desiderio e ora la tua fede sarà la sostanza che vestirà il tuo desiderio.
Capitolo 4
Il potere del perdono

“Perché qualsiasi cosa chiederete nel mio nome, io la darò a voi”. “Qualsiasi cosa” è una misura
piuttosto grande, incondizionata. Non dice se deve essere giusta o sbagliata. La desideri
veramente? Questo è tutto ciò che è necessario. La vita te la darà se la chiedi “nel suo nome”.
Il suo nome non è un nome che pronunci a parole. Non è Dio, Geova, Gesù, Allah o Buddha. È
naturalezza. Chiedere nel nome della naturalezza equivale a elevare la coscienza dell’IO e
diventare uno con la cosa desiderata: elevati nella coscienza fino all’essenza della cosa e
diventerai quella cosa nell’espressione materiale.
“Tutte le cose che desiderate, quando pregate, credete di averle già ricevute e le riceverete”.
Pregare è il riconoscimento, l’ingiunzione a credere che “voi riceverete” è al tempo presente.
Significa che bisogna essere nella naturalezza delle cose chieste prima di poterle ricevere.
Per entrare facilmente nella naturalezza dobbiamo perdonare. Ci viene detto: “Perdonate se
avete qualcosa contro qualcuno, cosicché anche il Padre vostro che è nei cieli vi perdoni. Ma se
voi non perdonate, neppure il Padre vostro vi perdonerà”. Potrebbe sembrare un Dio
personificato a cui piacciono o non piacciono le nostre azioni, ma non è così.
Dato che Dio è la coscienza, se mantieni nella coscienza qualcosa contro l’uomo, stai vincolando
quella condizione nella tua realtà. Ma liberare l’uomo da ogni condanna equivale a liberare te
stesso, in modo che tu possa elevarti a qualsiasi livello necessario. Pertanto una buona pratica
prima di pregare è quella di liberarti da ogni biasimo verso ogni uomo al mondo. Non puoi
fuggire alla Legge, abbi fiducia che la concezione che ogni uomo ha di sé sarà la sua ricompensa.
Quindi non preoccuparti di vedere se qualcuno ottiene o non ottiene ciò che reputi debba
ottenere, perché la Legge non commette errori e dà sempre all’uomo ciò che l’uomo dà in primo
luogo a se stesso.
Questo ci porta alla tanto abusata affermazione della Bibbia sulle decime, con cui molti hanno
schiavizzato l’uomo per secoli. Non comprendendo loro stessi la natura della decima e temendo
di diventare poveri, hanno spinto i loro seguaci a credere che la decima parte del loro reddito
dovesse essere donata al Signore (a una particolare organizzazione, in questo caso). Ma ricorda
che “IO SONO il Signore”. La tua consapevolezza di essere è il Dio a cui doni e tu doni sempre
nel modo che ormai conosciamo.
Perciò, quando affermi di essere qualcosa, hai donato quell’affermazione o quella qualità a Dio,
che è imparziale con le persone: tornerà a te esattamente come l’hai inviata.
La consapevolezza di essere non è nulla che tu possa nominare. Affermare che Dio è ricco, è
grande, è amore, è saggio equivale a definire quello che non può essere definito. Perché a Dio
non può essere dato un nome.
La donazione è necessaria e tu doni a Dio. Ma d’ora in poi dona all’unico Dio e abbi cura di
donargli le qualità che vuoi esprimere come uomo, affermando di essere tu il grande, il ricco,
l’amorevole e il saggio.
Non chiederti il modo in cui manifesterai queste affermazioni, perché la vita ha modi che tu non
conosci perché sei uomo. Le sue vie sono impenetrabili. Ma ti assicuro che il giorno in cui
affermerai queste qualità fino a esserne convinto, le tue affermazioni saranno onorate. Perché le
tue convinzioni di te stesso sono le parole del tuo Dio interiore, sono spirito e non possono
tornare a te vuote ma devono compiere quello per cui sono state mandate.
Capitolo 5
Dissolvi i problemi

“IO SONO la vite e voi siete i rami”. La coscienza è la vite e le qualità che tu sei consapevole di
avere sono i rami. Li nutri e li mantieni in vita. Perché proprio come un ramo non ha vita se
non è radicato in una pianta, così allo stesso modo le cose non hanno vita se tu non hai la
coscienza di esse. Se la linfa smette di fluire verso di esso, il ramo muore; allo stesso modo le
cose nel tuo mondo spariscono se distogli l’attenzione da loro, perché la tua attenzione è la linfa
vitale che mantiene in vita e sostiene le cose del tuo mondo.
Per dissolvere un problema che sembra molto reale, tutto quello che devi fare è distogliere la
tua attenzione da esso. Allontanatene nella coscienza, diventa indifferente e comincia a sentire
che la soluzione al problema sta dentro di te. Applica questo principio a qualsiasi problema,
piccolo o grande che sia.
Ho conosciuto persone indebitate applicare questo principio e in un batter d’occhio i loro debiti,
grandi come montagne, erano spariti. Ho visto persone che i dottori avevano definito incurabili
distogliere l’attenzione dalla malattia e cominciare a sentirsi meglio, nonostante l’evidenza
contraria dei sensi.
La tua risposta a “Chi dici che IO SONO?” determina sempre la tua espressione materiale. Fino
a quando sei consapevole di essere triste, malato, o povero, per tutto quel tempo continuerai a
manifestare queste condizioni: non sarai mai allegro, sano e ricco.
Quando l’uomo realizza di essere ora quello che sta cercando e comincia ad affermare che lo è,
avrà la dimostrazione della sua affermazione.
“Chi cercate voi?”. E loro risposero: “Gesù”. E la voce disse: “Io sono Lui”. Gesù qui significa
salvezza. Stai cercando di essere salvato da quello che non è un tuo problema. “IO SONO” è
colui che ti salverà. Se sei affamato, ti salva il cibo. Se sei povero, ti salva il denaro. Se sei
imprigionato, ti salva la libertà. Se sei malato non sarà un uomo chiamato Gesù a salvarti, ma lo
farà la salute.
Quindi afferma: io sono ricco, io sono libero, io sono sano, eccetera, affermalo nella coscienza,
silenziosamente, e sarà la coscienza stessa a premiarti con la dimostrazione. Quando ti fondi in
quella qualità, quando diventi quella qualità, quella qualità si incarnerà nel tuo mondo.
Dissolverai il tuo problema quando toccherai la sua soluzione. Quando toccherai questo essere
dentro di te, sentendoti curato o guarito, la guarigione si manifesterà nel tuo mondo, nella tua
realtà, nella tua esperienza.
“Voi credete in Dio, credete anche in me, perché io sono Lui”. Inizia a credere che la tua
consapevolezza di essere sia Dio. Afferma le qualità che hai finora attribuito a un Dio separato
da te e inizierai a manifestare queste affermazioni per te.
“A meno che il Signore costruisca la casa, essi lavorano invano per costruirla”. Dal momento che
“il Signore” è la tua coscienza, a meno che quello che cerchi non sia prima fissato nella tua
coscienza, lavorerai inutilmente per trovarlo. Tutte le cose iniziano e finiscono nella coscienza,
non dimenticarlo mai.
Benedetto è chi ha fiducia in se stesso, perché la fede dell’uomo in Dio sarà sempre misurata
dalla sua fiducia in se stesso. Non riporre la tua fiducia negli uomini, perché gli uomini
riflettono ciò che tu sei e possono solo portarti o farti quello che tu hai per primo portato o fatto
a te stesso.
Indipendentemente da cosa succede a qualcuno in questo mondo, l’evento non è mai un
incidente, ma avviene secondo una Legge esatta e immutabile. “Nessun uomo viene a me tranne
se il padre dentro di me l’attira”, diceva Gesù. Tutti incolpiamo sempre gli altri per la nostra
situazione e continueremo a farlo finché non ci renderemo conto che siamo noi stessi la causa
delle nostre condizioni; non gli altri, non una divinità nel cielo, solo noi stessi.
Per il povero è impossibile trovare la ricchezza, indipendentemente da quanta ve ne sia intorno
a lui, se prima non afferma di essere ricco. Se si lamenta costantemente della povertà, rimarrà
sempre povero.
Segui l’esempio del figliol prodigo. Renditi conto che tu stesso hai creato questa condizione di
spreco e mancanza e prendi la decisione dentro di te di innalzarti a un livello più elevato dove il
vitello grasso, l’anello e il vestito aspettano la tua rivendicazione. Non ci fu condanna del figliol
prodigo quando egli trovò il coraggio di affermare come sua quest’eredità. Gli altri ci
condannano solo fino a che noi continuiamo a condannare noi stessi. Alla vita non importa se ti
consideri ricco o povero, forte o debole, ma ti ricompenserà sempre con quello che tu dichiari
vero di te stesso.
La differenza tra giusto e sbagliato è puramente artificiale. Per la vita non esiste niente di giusto
o sbagliato. Come Paolo affermò nelle lettere ai Romani: “Io so e sono persuaso dal Signore
Gesù che non c’è nulla impuro di per sé, ma per colui che giudica qualcosa di essere impura, per
lui è impura”.
Non ti chiedere se sei degno o meno di ricevere quello che desideri, perché, come uomo, non
stai creando il desiderio; questo è sempre modellato dentro di te a causa di ciò che ora sostieni
di essere.
Quando sei affamato, senza pensare, automaticamente desideri il cibo. Quando sei
imprigionato, automaticamente desideri la libertà, e così via.
I desideri hanno dentro di sé il piano della propria manifestazione.
Lascia tutti i giudizi e i pregiudizi fuori dal gioco della vita, innalzati nella coscienza fino al
livello del tuo desiderio e diventa una cosa sola con questo, affermando che è già realizzato.
Non attendere con ansia o preoccupazione i risultati; essi seguiranno altrettanto sicuramente di
quanto il giorno segue la notte. Considera tutti i tuoi desideri come parole di Dio e ogni parola o
desiderio come una promessa. La ragione per cui molti non riescono a realizzare i loro desideri
è perché li condizionano costantemente. Non condizionare il tuo desiderio. Accettalo proprio
come viene. Ringrazia per esso fino al punto di essere grato per averlo già ricevuto e poi vai per
la tua strada in pace.
Questa accettazione del tuo desiderio è come piantare dei semi in un terreno fertile e arato.
Perché quando puoi mandare nella tua coscienza il desiderio, sicuro che si manifesterà, allora il
tuo compito è concluso. Non preoccuparti di quando e come avverrà, perché a smuovere la terra
per vedere se il seme cresce, rischi solo di bruciarlo.
La ragione per cui gli uomini condizionano i loro desideri è che giudicano costantemente dalle
apparenze e vedono le cose come reali, dimenticando che l’unica realtà è la coscienza che sta
dietro di loro. L’uomo incarcerato che vede le sue quattro mura come reali sta automaticamente
negando l’impulso o la promessa di libertà del suo Dio interiore.
A questo punto molti mi chiedono: “Se il desiderio è un dono di Dio, come può essere che se
uno desidera uccidere un uomo, un tale desiderio è buono e quindi mandato da Dio?”. Beh,
lasciami dire una cosa: nessun uomo vuole uccidere un altro uomo. Quello che egli desidera è
essere liberato da quell’uomo. Ma egli non crede che il suo desiderio di essere libero da quella
persona contenga in sé il potere della libertà, quindi quello che fa è condizionare il desiderio.
Così però vede la distruzione di quell’uomo come l’unico modo per avere quella libertà,
dimenticando che la vita ha vie che lui non conosce perché uomo. Così l’uomo distorce i doni di
Dio attraverso la sua mancanza di fiducia.
Capitolo 6
La coscienza è l’unica realtà

I problemi sono le montagne che possono essere spostate se uno ha una fede piccola anche solo
come un granello di senape. “Basterebbe una fede piccola come un granello di senape e potreste
dire a quella montagna: ‘Spostati!’ E si sposterebbe. Niente vi sarebbe impossibile”. La sera,
recitando le preghiere, puoi citare questo brano della Bibbia e metterti a letto con quella che
pensi sia fede. Alzandoti al mattino, però, ti precipiti alla finestra e la montagna è ancora lì!
Perché questo è il modo in cui l’uomo affronta i suoi problemi. Egli pensa che continueranno a
presentarglisi. E poiché la vita è imparziale e nulla distrugge, l’uomo continua a mantenere in
vita quello che è consapevole di essere. Le cose svaniranno solo quando noi cambieremo nella
coscienza. Puoi anche negarlo, se vuoi, ma la coscienza è l’unica realtà e il tuo mondo e il tuo
ambiente rispecchiano solamente quello che tu sei nella coscienza. Quindi lo stato paradisiaco
che stai cercando – il tuo regno dei cieli – lo troverai solo nella tua coscienza. Fallo ora! Crea il
tuo paradiso e la tua realtà, entra in nuovo stato di coscienza e apparirà una nuova terra.
“Le cose di prima passeranno. Esse non saranno ricordate né verranno più in mente. Perché
ecco, io vengo rapidamente e la mia ricompensa è con me”.
Ora vorrei insegnarti l’arte della pesca. Si narra che i discepoli avessero pescato tutta la notte
senza prendere nulla. Allora giunse Gesù e disse loro di gettare le reti ancora una volta, nelle
stesse acque che solo un attimo prima erano vuote: allora colsero tanto pescato.
Questa storia si svolge nel tuo mondo anche oggi, dentro di te. Perché dentro di te hai tutto
quello che ti serve per andare a pesca. Ma finché non scopri che Gesù Cristo (la tua
consapevolezza) è il Signore, pescherai, come fecero questi discepoli, nella notte oscura
dell’umanità.
Pescherai cioè delle cose, pensando che siano reali, cercando di costringere questo o quello, e
allora tutti i tuoi sforzi saranno vani. Ma quando scoprirai che la tua consapevolezza di essere è
Gesù Cristo, lascerai che sia Egli a guidare la tua pesca. E pescherai nella tua coscienza le cose
che desideri.
Se vorrai pescare ciò che va oltre le tue attuali capacità, dovrai cercare in acque ancora più
profonde, perché dentro la tua coscienza attuale un pesce così grande non è in grado di nuotare.
Il problema è che per arrivare in acque così profonde, devi lasciare andare tutti i tuoi problemi e
limitazioni attuali, distogliendo la tua attenzione.
Indugia solo su ciò che sei nel presente, ripetendo dentro di te: “Io sono, Io Sono, IO SONO”.
Continua ad affermare a te stesso che semplicemente sei. Non condizionare questa
affermazione, continua a sentire che sei e, senza neanche accorgertene, scoprirai che avrai
lasciato il porto e starai prendendo il largo verso acque più profonde.
Ti sentirai espandere, come se stessi crescendo. Non spaventarti: non morirai, se non in
relazione ai tuoi limiti precedenti, perché questi vivono solo nella tua coscienza. E lì scoprirai di
essere e avere un potere mai sognato prima.
I desideri di prima che tu prendessi il largo, lontano dalle coste delle tue limitazioni, sono i
pesci che troverai in queste acque profonde. Succederà: perché avrai perso la consapevolezza
dei tuoi problemi e dei tuoi limiti del presente e avrai cominciato a sentire di essere uno con la
cosa desiderata.
Dal momento che la tua coscienza è resurrezione e vita, inchioda alla cosa desiderata questo
potere che sei, se vuoi che si manifesti e prenda vita nel tuo mondo. Inizia ad assumere la
natura del desiderio sentendoti ricco, libero, forte, felice e così via. Quando queste condizioni
saranno fissate dentro di te, il tuo essere senza forma prenderà su di sé le forme delle cose
fissate.
Questa è l’arte del pescare con successo per le manifestazioni della vita.
La realizzazione positiva della cosa desiderata ci viene narrata anche dalle Scritture, è la storia
di Daniele nella fossa dei leoni. Daniele, mentre si trovava nella fossa dei leoni, voltò le spalle ai
leoni e guardò verso la luce che veniva dall’alto; i leoni rimasero così immobili e la fede di
Daniele in Dio lo salvò.
Questa è anche la tua storia. Anche tu dovresti fare come Daniele. Se ti trovassi in una fossa di
leoni non riusciresti a pensare ad altro che ai leoni, non avresti nessun’altra preoccupazione.
Segui l’esempio di Daniele quando ti trovi bloccato nella fossa della povertà, della malattia,
dell’infelicità: distogli l’attenzione dai problemi e concentrati sulla cosa che cerchi.
Se non guardi indietro ai tuoi problemi ma continui nella fede di essere e avere già quello che
desideri, supererai le mura della tua prigione e il tuo desiderio, qualunque esso sia, sarà
realizzato.
Il riconoscimento è il potere che materializza i desideri nella realtà. Ogni stato che riconosci, lo
incarni. Ogni cosa che riconosci come vera per te, la esperisci. Riconosci la gioia, per quanto
piccola, e sarai ricompensato a dovere, perché il mondo è uno specchio che ingrandisce ogni
cosa che sei consapevole di essere.
“IO SONO il Signore Dio, che ti ha portato fuori dalla terra d’Egitto, fuori dalla casa della
schiavitù; non avrai i altri dèi davanti a me”. Che gloriosa rivelazione! Vieni, svegliati dal tuo
sogno di essere imprigionato. Renditi conto che la terra è tua “e la sua pienezza; il mondo, e
tutto ciò che vi abita”.
Sei talmente bloccato nella credenza di essere uomo da aver dimenticato quanto glorioso tu sia.
Adesso che sei tornato “sulla retta strada”, decreta che le cose che desideri appaiano ed esse lo
faranno. Tutte le cose sono obbligate a rispondere alla Voce di Dio, alla tua consapevolezza di
essere.
Ricorda sempre che il mondo è al tuo comando!
Nota biografica

N eville Goddard è stato uno dei maggiori esponenti della corrente del New Thought e uno
dei grandi maestri della Legge di Attrazione.
Nato nelle Indie Occidentali nel 1905, a diciassette anni si trasferì negli Stati Uniti per studiare
recitazione. Nel 1932 abbandonò il teatro per occuparsi di studi sulla spiritualità.
Egli studiò, sperimentò e divulgò rendendo comprensibili, a tutti coloro che furono interessati, i
metodi per prendere consapevolmente in mano le redini del proprio destino: iniziò così la
carriera di conferenziere a New York e viaggiò in ogni parte del Paese.
Si stabilì infine a Los Angeles, dove alla fine degli anni ’50 divulgò i propri studi attraverso una
serie di programmi televisivi e diversi cicli di conferenze, riempiendo le sale al Wilshire Ebell
Theater.
Nell’arco di circa trent’anni scrisse diversi libri che ebbero – e continuano ad avere – una
grande diffusione e un enorme successo in tutto il mondo. Di Neville Goddard, Area51
Publishing ha pubblicato, in ebook, audiobook ed edizione speciale cartacea, Cambiare il
futuro, L’arte di credere e La semina e il raccolto.
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