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Taru Kesker, 23 anni, Halfling

Taru nacque a Cala Tortuga nel 4898 AR, dall’unione di Yads e Berthany Kesker. Da bambino adorava
giocare con suo fratello maggiore, Sami, 7 anni più grande di lui, con il quale aveva stretto un forte legame
affettivo, oltre che di fiducia. Sami era infatti un vero e proprio punto di riferimento ed esempio per Taru.
L’infanzia di Taru passò come quella di centinaia di altri bambini, ossia felice e spensierata: la famiglia
Kesker possedeva inoltre una delle due uniche locande di Cala Tortuga, la taverna “Tutto d’un fiato”,
abbastanza frequentata da pescatori e cacciatori locali; inoltre ormai da un po’ i due genitori stavano
cominciando a dare più responsabilità riguardo la gestione dell’attività di famiglia al primogenito, ormai
17enne.
Filava tutto liscio, fino a quando un giorno una chiatta galleggiante, la Paradiso, approdò alla baia di Cala
Tortuga e fu trasformata in una sala da gioco: i Kesker fin da subito cominciarono a disprezzare questo
nuovo arrivo al villaggio, in quanto “rubavano” clienti alla loro taverna, ma il disprezzo presto si trasformò
in odio quando, già sospettosi a causa dei suoi strani comportamenti, scoprirono che Sami era diventato da
tempo un cliente abituale della chiatta. Cominciarono a verificarsi frequenti litigi in casa Kesker,
principalmente dovuti a questioni economiche, che da accese discussioni si trasformarono in veri e propri
atti di violenza, anche a causa della scoperta sulla caviglia sinistra di Sami di un tatuaggio di una stella a
sette punte, la quale origine non fu mai rivelata. In tutto ciò Taru mantenne il suo rapporto fraterno con
Sami, il quale gli insegnò a giocare prima a poker e black jack, fino ad arrivare poi a tutti quei giochi con le
carte definiti d’azzardo; per Taru tutto ciò era visto come un gioco, e la cieca fiducia nei confronti del
fratello insieme alla giovanissima età fecero sì che egli non si ponesse domande di alcun tipo.
Un giorno però ci fu un incidente, e la Paradiso una notte prese fuoco, affondando insieme ai suoi clienti,
tra cui proprio Sami, il quale corpo non fu mai trovato.
La morte di Sami ebbe ripercussioni enormi sulla famiglia Kesker: i genitori cambiarono completamente,
smisero definitivamente di sorridere, di accogliere i clienti con allegria, e infine anche di dimostrare affetto
al loro secondogenito. Difatti, colui che soffrì più di tutti fu proprio Taru, costretto ad affrontare questo
dolore immenso da solo, a soli 10 anni: lentamente, il dolore si trasformò in rabbia, sia a causa dell’assenza
dei genitori, sia a causa della mancanza di verità sulla morte del fratello maggiore.
Taru crebbe quindi in solitudine e in difficoltà economiche, in quanto a causa del distaccamento dei genitori
la taverna “Tutto d’un fiato” cominciò inesorabilmente a perdere clienti: questo ambiente pesante
sommato alla natura fragile di Taru fecero si che egli sviluppò un disturbo della personalità, legato
principalmente al ricordo del fratello, diventato ormai un’ossessione.
Col passare degli anni Taru coltivò la passione per i giochi con le carte trasmessagli dal fratello, e ogni volta
che giocava, era come se assimilasse Sami al suo interno, replicandone le movenze, i modi di dire, e il modo
con cui si approccia con la gente.
C’era ancora una questione che ancora Taru non aveva risolto, ossia la verità sulla morte del fratello: chi
aveva fatto affondare la chiatta Paradiso, e perché? Una volta raggiunti così i 16 anni decise che era ormai
grande abbastanza per poter cercare da solo informazioni, e viaggiando prima a Magnimar e poi a
Sandpoint, conobbe un vecchio studioso, Brodert Quink, il quale lo mise al corrente dei fatti avvenuti 6 anni
prima, dell’esistenza dei signori delle rune e di un gruppo di avventurieri che era riuscito a sconfiggere
durante i loro viaggi Lady Lucrecia, la responsabile della morte di Sami.
Finalmente soddisfatto Taru ricominciò, per la prima volta dopo anni, a sognare: la storia che Brodert gli
raccontò lo affascinò, e Taru cominciò quindi ad allenarsi e a studiare per poter diventare un abile
combattente, trasferendosi definitivamente a Sandpoint e visitando ogni giorno il faro di Brodert,
mantenendosi giocando d’azzardo. Il sogno di Taru era quello di poter fare in modo che nessun altro
soffrisse come lui ha sofferto vivendo all’oscuro della verità.
Grazie all’erudizione di Brodert, Taru venne messo al corrente dell’esistenza di una società investigativa nel
Casmaron, il Diogene Club, che sostanzialmente svolge il compito al quale Taru sogna di contribuire: trovare
la verità.
Nonostante dalla morte del fratello siano passati diversi anni e nonostante finalmente conosca la verità, si
può dire che Taru sia rimasto traumatizzato da tutti questi eventi, e non superò mai tale trauma: difatti, il
suo disturbo mentale e di conseguenza il dolore legato al passato gli impedirono di vivere in modo sereno.
Decide così, per aiutarsi a gestire meglio il suo disturbo, di creare due identità distinte: Taru Kesker, un
diligente combattente che con il suo stocco porta giustizia ovunque passa, e Sikem Serk (anagramma di
Sami Kesker), un incallito giocatore d’azzardo che ama la confusione e il denaro, che non vede l’ora di
spillare dai più tonti.

Descrizione un po’ più approfondita delle due identità:

Identità da vigilante: Taru Kesker, LN


Taru è devoto alla giustizia e alla verità, e di conseguenza odia i prepotenti. E’ un tipo un po’ misterioso,
preferisce sempre indossare abiti scuri, meglio se con un cappuccio, e quindi passare inosservato. Non
rivela quasi nulla del suo passato, anche se non ha problemi a socializzare nonostante l’esagerata
riservatezza. Come detto prima il suo obiettivo primario è la ricerca della verità dei fatti, per far si che altra
gente non viva come lui ha vissuto.

Identità sociale: Sikem Serk, LM


Sikem è una persona eccentrica ed esagerata in tutto ciò che fa: sempre allegro (come Sami), si veste con
vestiti con colori sgargianti e/o insoliti e trucco fuori luogo, e indossa sempre un cappello rosa salmone. E’
un abilissimo giocatore d’azzardo, e non manca mai di spolpare fino all’ultimo centesimo i suoi sfidanti; il
suo fine primario è il denaro, infatti è anche una persona tirchia, anche se all’occorrenza al posto delle fish
o delle monete può vincere informazioni contro i suoi malcapitati sfidanti. Inoltre Sikem ama l’essere
conosciuto e lo stare al centro dell’attenzione. Nonostante la sua ossessione per il denaro e la sua completa
insensibilità morale è comunque dotato di buon senso e, tolti casi eccezionali, tende a rispettare le leggi
vigenti per evitare di incappare in guai superflui. Infine, in memoria di Sami, ha disegnata una stella a sette
punte sulla caviglia sinistra.

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