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Qualche ora appresso, mentre nella sua cabina stava per pigliare sonno,
gli tornò a mente il cantante. Se lo rappresentò: doveva essere un
sessantino che si teneva bene, non alto, distinto, gli occhi di un azzurro
intensissimo, folti capelli rossicci striati di bianco, baffetti sottili. Alt.
Baffetti. Che faceva Joe Bolton coi suoi baffetti? Fattasi la domanda,
Cecè si diede la risposta: che vuoi che facesse? Tra una canzone e l’altra
se li accarezzava, come tutti. Eh, no – fece l’altro Cecè che dialogava con
lui – non li accarezzava, li premeva sul labbro superiore. “E questo che
viene a dire?” si domandò Cecè. “Stammi a senti re, Cecè” gli rispose
l’altro Cecè “se il gesto fosse stato normale, non ti avrebbe colpito. Sii
coraggioso e affronta la verità: quell’uomo aveva baffi finti e incollati
male. E la vuoi sapere tutta, Cecè? Il tuo occhio di sbirro non ha fallito:
portava una parrucca e aveva lenti a contatto Molte altre furono le
domande che Cecè quella notte si fece, ma una più di tutte insistente…
COMPOSIZIONE