SLOVACCHIA

JESUS ◊ REPORTAGE REPORTAGE ◊ JESUS

Fra estremismo e inasprimento della legge sulle minoranze

religiose, la xenofobia cresce in maniera preoccupante.
Ma un rabbino, un imam, un prete e un pastore non ci stanno

testo di capitale calda

Nella foto: una manifestazione
Viviana Schiavo
a Bratislava nel 2015 contro
l’immigrazione e “l’islamizzazione
dell’Europa”. Nel Paese
il populismo e la xenofobia
sono in crescita già da alcuni anni.

A
Bratislava, nella chiesa fran- Da lì è iniziato tutto. Il primo
cescana dell’Annunciazione, incontro è avvenuto in una scuola
la Messa domenicale volge al nell’autunno del 2017. Le scuole, cir-
termine. Prima della benedi- ca venti e in gran parte secondarie,
zione il parroco legge gli avvisi sono infatti il principale canale di dif-
settimanali. «La prossima settimana fusione del progetto. Ma sono stati or-
siete invitati a un incontro di dialo- ganizzati incontri anche nelle chiese,
go tra un imam, un sacerdote nostro nelle piazze e nelle sedi di associazio-
confratello e un rabbino», annuncia ni. «Rispondiamo alle domande degli
con voce gioiosa. studenti», racconta l’imam Hasna,
L’incontro non è il primo di questo direttore dell’Islamic Foundation e del
tipo, in Slovacchia, un Paese in cui il Centro culturale Córdoba. «Parliamo
dialogo è spesso difficile e la chiusura di religione in generale, di terrorismo,
è la norma. Il progetto Un rabbino, un di persecuzione delle minoranze e dei
imam e un prete si incontrano coinvol- conflitti in Medio Oriente».
ge l’imam Mohamad Safwan Hasna, L’intento non è mai quello di
il frate francescano Félix Mária, il evangelizzare o convertire. «Non na-
pastore luterano Ondrej Prostredník scondiamo le differenze tra di noi»,
e il rabbino Misha Kapustin. «L’idea afferma convinto il pastore Prostre-

SAMUEL KUBANI/GETTY IMAGES

è nata nel 2016, in un workshop che dník. «Ma enfatizziamo un elemen-
riuniva persone singolarmente im- to fondamentale: siamo tutti umani,
pegnate nel favorire la comprensione al di là delle convinzioni religiose.
tra gruppi sociali diversi», spiega il Preghiamo in modi differenti e con
pastore Prostredník con il suo sorriso linguaggi, gesti e ragionamenti teolo-
accogliente. gici diversi, ma preghiamo per

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NEL 2016 IL PARLAMENTO i leader del dialogo

HA FISSATO A 50 MILA IL LIMITE Qui a fianco, da sinistra a destra: l’imam
MINIMO DEI FEDELI PERCHÉ Mohamad Safwan Hasna, il pastore
UNA RELIGIONE POSSA ESSERE metodista Ivan Lukáč, il rabbino Misha
RICONOSCIUTA UFFICIALMENTE Kapustin e il francescano Félix Mária.
Sotto: una panoramica di Bratislava
con la cattedrale di San Martino.

la moschea
Sopra: il Centro culturale Córdoba,
sede dell’Islamic Foundation slovacca
nonché moschea non ufficiale. In basso:
l’imam Mohamad Safwan Hasna.

le stesse cose: che ci sia pace, stabilità
e giustizia nel mondo».
Gli ebrei sono avari, i musulmani
terroristi, i cristiani bigotti: sulle di-
verse tradizioni religiose sono molti i
pregiudizi radicati in Slovacchia. Una
volta in classe, gli studenti si trovano
di fronte a un questionario anonimo.
A ogni stereotipo devono attribuire un
numero da 1 (completamente d’accor-
do) a 5 (per niente d’accordo). La media
del risultato si aggira intorno al 3, con
un incremento dopo 90 minuti di in-
contro. L’obiettivo è combattere i pre-
concetti comuni, offrendo la possibilità
di conoscere da vicino le diverse realtà.
Non si tratta di discussioni teologiche o
filosofiche. Scopo ultimo del progetto è
dimostrare che è possibile essere amici
e confrontarsi, nelle differenze.
«Molti si stupiscono quando ci
vedono ridere e scherzare di gusto»,
racconta l’imam, arrivato dalla Siria
in Slovacchia nel 1991. «Noi stessi ci
Slovacchia, ci siamo resi conto che sia-
mo delle persone normali che amano
le loro famiglie, si preoccupano per i
loro amici e amano divertirsi insie-
me», aggiunge ancora il pastore Pro-
stredník. «Siamo così perché le nostre
tradizioni religiose ci hanno insegnato
a parlare, discutere, ma prima di tutto
a rispettarci l’un l’altro».
L’iniziativa di dialogo è un’espe-
rienza unica in Slovacchia, in un pe-
riodo in cui chiusura e timore della
diversità sono all’ordine del giorno.
Xenofobia, paura dello straniero,
contrasto all’immigrazione sono la
tendenza europea, e Bratislava non fa
eccezione. Al contrario, ne è un mo-
dello radicale. «Quando nelle elezioni
parlamentari del 2016 il partito della
destra radicale di Marián Kotleba,
Ľudová strana naše Slovensko (Partito
del Popolo – La nostra Slovacchia)
è riuscito a entrare in Parlamento, la
sua retorica anti-islamica non è stata
ci», ricorda Prostredník. «Il risultato
è stato una radicalizzazione genera-
le, nel tentativo dei normali partiti
politici di attirare gli elettori inclini a
sentimenti antisemiti e anti-islamici.
Sentimenti ormai risvegliati nella no-
stra società».
Questa tendenza all’estremismo
politico è resa evidente dal raffor-
zamento della legge nazionale sulle
ISTOCK
zioni che l’hanno accompagnata. Nel
2016 il Parlamento slovacco ha po-
tenziato una legge statale che fissava a
20 mila il limite minimo di fedeli che
una religione doveva avere per essere
riconosciuta ufficialmente. Con una
modifica e l’appoggio dell’opposizio-
ne, il governo ha portato la soglia mi-
nima a 50 mila.
In via Obchodná, nel centro di
Bratislava, tra un negozio di kebab e
un’enoteca, su un cancello appare l’in-
segna del Centro culturale Córdoba,
sede dell’Islamic Foundation slovacca,
che è anche una moschea non ufficiale.
Il cancello aperto permette l’accesso
a una piccola via laterale. Tra gli spazi
delle diverse attività, in fondo a sini-
stra si trova la porta bianca del Centro
culturale. «La nostra associazione è
riconosciuta come ong ma non come
attività spirituale», spiega l’imam,
mentre dà da mangiare alla tartaruga
del figlio, nel suo ufficio all’interno del
musulmane, leader ufficiali o matri-
moni religiosi». In assenza di status le-
gale, infatti, una religione non può ri-
cevere sussidi statali, costruire luoghi
di culto né avere delle scuole proprie.
È quello che succede all’islam e ai suoi
pochi fedeli slovacchi: 5 mila secondo
l’Islamic Foundation, 2 mila secondo
l’ultimo censimento. La Slovacchia
resta l’unico Paese europeo a non ave-
re una moschea riconosciuta.
In molti hanno letto la nuova leg-
ge sulle minoranze religiose in chiave
esplicitamente anti-islamica. «L’ap-
provazione della legge è stata accom-
pagnata da un linguaggio offensivo nei
confronti dei musulmani e del Profe-
ta», afferma l’imam Hasna. «Hanno
apertamente detto che il suo scopo era
prevenire il riconoscimento dell’islam
e la costruzione di moschee».
In fondo i membri del Parlamen-
to slovacco non hanno mai nascosto
la propria ostilità nei confronti dell’i-
ters all’indomani dell’approvazione
della legge, Andrej Danko, presidente
del Parlamento slovacco e leader del
partito di coalizione Sns (Partito na-
zionale slovacco), ha dichiarato: «L’i-
slamizzazione comincia con un kebab
ed è già in corso a Bratislava. Dobbia-
mo fare tutto il possibile per far sì che
nessuna moschea sia costruita in futu-
ro». Precedentemente, l’ex premier
Robert Fico, fondatore del partito di
centro-sinistra tutt’ora al governo,
Direzione − Socialdemocrazia (Smer
− sociálna demokracia), aveva dichia-
rato che non c’è posto per l’islam in
Slovacchia. A suo dire, il multicultu-
ralismo «è contrario alla vera essenza
del Paese». L’unica parola di vicinanza
è arrivata dal presidente della Repub-
blica Andrej Kiska. «Mi ha invitato a
incontrarlo due anni fa per mostrare
simpatia verso i musulmani. È l’unico a
essere aperto», ricorda l’imam Hasna.
La chiusura dimostrata dalla clas-

siamo sorpresi quando, girando per la condannata dai partiti più democrati- religioni minoritarie e dalle dichiara- centro. «Non possiamo avere scuole slam. In un’intervista all’agenzia Reu- se dirigente emerge anche dalle

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JESUS ◊ REPORTAGE
dove la xenofobia avanza
A destra: Marian Kotleba,
leader di estrema destra,
a una commemorazione del
generale Milan Rastislav
Stefanik, nei pressi di Brezova
pod Bradlom. In basso:
il centro storico di Bratislava.
politiche migratorie attuate nel Paese.
La Slovacchia, come gli altri Stati del
gruppo di Visegrád (Polonia, Unghe-
ria e Repubblica Ceca), non ha voluto
partecipare alla redistribuzione dei
richiedenti asilo stabilita dall’Unio-
ne Europea. A rimarcare le posizioni
sovraniste, l’esplicito rifiuto da parte
del Governo slovacco, nel 2015, di
accogliere migranti musulmani. Nello
stesso anno la Slovacchia ha aperto le
porte solo a 200 richiedenti asilo, ma
tutti tassativamente cristiani.
Dal canto loro, le Chiese locali –
cattoliche, protestanti e ortodosse
– hanno evitato di esprimere aperta
opposizione verso le crescenti ten-
denze discriminatorie politiche e so-
ciali. «Quello che più mi spaventa è
l’incapacità delle Chiese cristiane e dei
loro rappresentanti in Slovacchia di
valutare criticamente e condannare il
supporto crescente a politici che utiliz-
zano il sentimento religioso nella loro
retorica», commenta Prostredník.
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«Spesso accade il contrario. L’estrema
destra di Marián Kotleba e il suo parti-
to utilizzano lo spazio della Chiesa per
presentarsi come dei buoni cristiani».
In una nazione in cui, secondo
l’International Religious Freedom
Report 2016, il 65,8% dei cittadini
sono cattolici (62% di rito latino e
3,8% di rito greco), seguiti dai lute-
rani (5,9%), l’appartenenza cristiana
è molto sentita. Tanto da essere di-
ventata baluardo dell’identità nazio-
nale. Proprio su questa appartenenza
viene giustificata la chiusura verso
l’esterno. «Possiamo dire che le au-
torità proclamano il rispetto verso il
diverso, straniero o rifugiato», rac-
conta Aneška Šebova, psicologa in un
centro d’accoglienza per richiedenti
asilo, a Bratislava. «La maggioranza
del clero e del popolo cristiano, però,
crede nella profonda diversità tra il
cristianesimo e l’islam. Non è aperta
a un dialogo concreto per paura di
perdere la propria identità».
REPORTAGE ◊ JESUS
L’APPARTENENZA
CRISTIANA È MOLTO
SENTITA, TANTO DA ESSERE
DIVENTATA BALUARDO
DELL’IDENTITÀ NAZIONALE
E GIUSTIFICARE LA
CHIUSURA VERSO L’ESTERNO
Ciò che sembra prevalere, tra re- ne crede in ciò che affermano i politi- slogan inequivocabili che le nuove generazioni abbiano un
ligiosi e laici, è un atteggiamento di ci e i media», afferma Hasna. Nella foto: un’affollata grande potenziale», spiega il rabbino
timore. «Il messaggio di apertura di Anche l’International Religious manifestazione Misha Kapustin. «È una nuova era per
papa Francesco è stato spesso trascu- Freedom Report del 2016 registra un anti-immigrazione, il dialogo interreligioso in Slovacchia»,
rato nel nostro Paese», scrive frate aumento del sentimento anti-isla- sempre a Bratislava. ha dichiarato anche il coordinatore del
Félix Mária su Facebook. «A volte tra mico tra la popolazione slovacca. La progetto, Mario Nicolini, direttore
i cattolici c’è persino la visione opposta retorica è alimentata dall’ignoranza esecutivo del Forum of the World’s Re-
o non completamente in linea». e dalla scarse occasioni di conoscen- ligions – Slovakia.
Evidenti sono gli effetti di questa za diretta. «Gli slovacchi non hanno Di recente è stato pubblicato un
mentalità e di questa tendenza cultu- molte opportunità di contatto con i libro il cui titolo è lo stesso del proget-
rale sulla società slovacca. Secondo il musulmani, soprattutto con gli in- to: Quando un musulmano, un rabbino
Rapporto sull’islamofobia in Slovac- tellettuali», dice Ahmet, richiedente e un prete si incontrano. La struttura
ISTOCK - RADOVAN STOKLASA/REUTERS - SAMUEL KUBANI/GETTY IMAGES
chia presentato nel 2017 dall’Islamic asilo di origini turche. «E l’ignoranza listi stanno alimentando l’estremismo. degli incontri in cui si presenta anche
Foundation in occasione della 94ª diffusa non favorisce il dialogo». Se- L’unico modo per affrontare questo il libro è lineare: viene posta una do-
sessione del Comitato per l’elimina- condo il suo amico Ibrahim, invece, sviluppo sfortunato è costruire buoni manda e ciascuno dei religiosi rispon-
zione della discriminazione razziale, «nella memoria slovacca è probabil- esempi alternativi. È ciò che il nostro de dal punto di vista musulmano,
i casi di discriminazione nei confron- mente rimasto il ricordo negativo progetto sta tentando di fare». E con ebraico, cristiano cattolico o prote-
ti dei musulmani sono aumentati ver- dell’invasione ottomana». risultati incoraggianti: l’interesse del- stante. «A volte le risposte sono molto
tiginosamente. Si tratta principal- «Perciò in Slovacchia oggi abbiamo le scuole è sempre più in crescita. Gli simili, altre volte sono diverse», chio-
mente di attacchi sotto forma di hate bisogno di questo tipo di progetti di studenti, in controtendenza rispetto sa il rabbino Kapustin. «Ma ci sono
speech, sui media e sul web. Tuttavia, integrazione», riprende Prostredník. alla media slovacca, sono tutt’altro che alcuni punti fondamentali che ci uni-
non sono mancati casi di aggressione «La nostra società sta perdendo la ca- chiusi. «Sono andato in molte scuole, scono al di là delle nostre rispettive
fisica. «La retorica politica ha un ef- pacità di coltivare una comunicazione ho parlato con centinaia di studenti. La fedi. È la regola d’oro delle religioni:
fetto negativo sulla percezione della fruttuosa tra i suoi diversi gruppi. La maggior parte di loro è aperta di men- “Non fare agli altri ciò che non vuoi sia
gente. La maggior parte delle perso- polarizzazione sta crescendo e i popu- te, non ha paura di domandare. Credo fatto a te”».
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