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La visione della mostra mi ha dato l’occasione di riflettere su come ogni luogo, ogni persona ritratti nelle
diverse fotografie rappresentino una tappa di un percorso: una fotografia particolare può essere
considerata come un’immagine indipendente, ma, in realtà, è parte di una storia più ampia e più profonda
come quella vissuta da mia madre in prima persona , un viaggio abbastanza lungo dalla costa Berbera verso
l’Italia . Molte persone hanno delle riflessioni personali ma significative riguardo al tema della quale sto
parlando e le citazioni che personalmente mi hanno colpita di più sono:
Non andare dove il sentiero ti può portare; vai invece dove il sentiero non c’è ancora e lascia dietro di te
una traccia citata da Ralph Waldo Emerson ,  filosofo, scrittore, saggista e poeta statunitense.
L'unica regola del viaggio è: non tornare come sei partito. Torna diverso, citata da Anne Carson, poetessa,
saggista, traduttrice e accademica canadese.
Non dirmi quanti anni hai, o quanto sei educato e colto, dimmi dove hai viaggiato e che cosa sai citata da
Maometto, fondatore e il profeta dell'Islam.
Queste tre frasi , citazioni mi hanno fatto riflettere molto , penso che viaggiare non sia prendere un qualsiasi
mezzo di trasporto (aereo, macchina, nave, treno) o di prenotare i biglietti , ma penso che sia una cosa più
istintiva quindi di iniziare un nuovo sentiero e lasciarne i passi .
Proprio attraverso queste riflessione, ho percepito l’esigenza di approfondire e discutere riguardo al tema
del viaggio e di interrogarmi sul significato profondo del viaggiare dove sono giunta a diverse conclusioni. Si
può intraprendere un viaggio per spirito d’avventura, per conoscere altri popoli, per andare alla scoperta
del mondo. Si viaggia per indagare nel profondo della propria anima, per fuggire da se stessi, per trovare un
punto di riferimento che aiuti a comprendersi meglio. Questo tema si ricollega a molti fenomeni che
accadono tutt’oggi tra i quali: L’emigrazione è il fenomeno sociale che porta un singolo individuo o
un gruppo di persone a spostarsi dal proprio luogo originario verso un altro luogo. L’emigrato,
quindi, è colui a cui vengono a mancare in patria le condizioni necessarie per il pieno compimento
della sua vita e si vede costretto a scegliere un altro luogo in cui insediarsi. Le motivazioni che
possono scatenare questo fenomeno possono essere molteplici: si può trattare di motivi
economici, politici, sociali, religiosi, sentimentali, ma anche di motivi di lavoro e istruzione, o nelle
peggiori delle ipotesi per motivi riguardanti la guerra o la persecuzione. L’immigrazione è il
trasferimento permanente o temporaneo di singoli individui o di gruppi di persone
in un paese o luogo diverso da quello di origine. Anche in questo caso, i motivi che
spingono l’immigrato ad allontanarsi dalla propria Patria sono molteplici: per
sfuggire alla povertà, per mancanza di cibo, per sconvolgimenti ambientali, per
sfuggire alla giustizia, per scontri politici o religiosi, per problemi sentimentali o per
acquisire una determinata preparazione accademica. Attualmente le legislazioni
dell’Unione Europea pongono l’autonomia economica dell’immigrato come una
condizione necessaria per avere un permesso di soggiorno e poi la cittadinanza,
per questo motivo per lui è necessario avere un lavoro regolare o qualcuno che
possa dargli un sostentamento economico. Le eccezioni riguardano gli immigrati
vittime di persecuzioni politiche o religiose o che provengono da dittature e Paesi in
guerra. A tale argomento ho voluto collegarmi con diverse situazioni simili tra i
quali:

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