- STORIA
• 1883: prima normativa riguardo all’assicurazione volontaria per gli infortuni
• 1898: assicurazione obbligatoria (tutelare il rischio di infortuni sul lavoro→ eventi acuti)
• 1970: Statuto dei lavoratori → pone vincoli precisi per la sorveglianza sanitaria per alcune
tipologie di attività lavorative a rischio (controllo periodico da parte dei medici)
• 1991: D. Lgs 277 definisce la figura del medico competente che svolgerà l’attività di
sorveglianza sanitaria (ha una preparazione specifica nel campo della medicina
occupazionale)→ sorveglianza e valutazione dei lavoratori
• 1994: D. Lgs 626 → riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori
durante il lavoro (abrogato dall'articolo 304 del decreto legislativo n. 81 del 2008)
• 2008: D. Lgs 81 → testo unico fondamentale in materia di tutela della salute e sicurezza nei
luoghi di lavoro *
* La tutela avviene tramite la valutazione dei rischi occupazionali per la salute e la sicurezza →
1) Analisi
2) Quantificazione di tutti i rischi nei luoghi di lavoro
ART.28 - COMMA 1:
DVR riguarda tutti i rischi, compresi quelli riguardanti gruppi di lavoratori esposti a rischi
particolari, lavoratrici in stato di gravidanza quelli connessi a differenza di genere, età e
provenienza, e connessi a specifica tipologia contrattuale (Considerazione della SUSCETTIBILITà
INDIVIDUALE)
Procedure obbligatorie per TUTTI i datori di lavoro in TUTTI i contesti occupazionali (privati e
pubblici) per TUTTI i possibili rischi → prevenzione e protezione
• INTERNI:
2.Designazione del responsabile del servizio di prevenzione e protezione dai rischi (RSPP)
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→ Obblighi delegabili al quale deve adempiere (p.e. Nomina del Medico
Competente)
- Dirigenti: Delegato dal DDL che adempierà a i suoi obblighi delegabili, con la
sovrintendenza e vigilanza del DDL. Sovrintenderà una determinata area di organizz.
• Natura TECNICA:
Servizio di Prevenzione e Protezione (con a capo un Responsabile RSPP il
quale può essere coadiuvato da uno o più addetti al medesimo servizio ASPP) → Non è
mai destinatario diretto di una sanzione, ma al suo operato risponde in prima persona il
DDL da cui è nominato
• Natura SANITARIA:
SORVEGLIANZA SANITARIA
(È destinatario di un profilo sanzionatorio specifico)
- Lavoratori
• ESTERNI
- Organi di Vigilanza (il più importante è quello istituito presso ciascuna Azienda
Sanitaria Locale, con competenza sul territorio) in Toscana = Servizio di prevenzione
igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro PISLL)
- Ispettorati territoriali dei luoghi di lavoro→ articolazioni periferiche del Ministero del
Lavoro
SORVEGLIANZA SANITARIA: «Insieme degli atti medici, finalizzati alla tutela dello stato di
salute e sicurezza dei lavoratori, in relazione all’ambiente di lavoro, ai fattori di rischio professionali
e alle modalità di svolgimento dell’attività lavorativa»
- Sorveglianza sanitaria con * visite (6 tipi diversi) → giudizio di idoneità alla mansione specifica
- Collaborazione alla valutazione dei rischi collaborando attivamente con il datore di lavoro
e le figure tecniche coinvolte → approccio integrato multidisciplinare
- Visitare i luoghi di lavoro (min 1/anno) [L’indicazione di una periodicità diversa dall’annuale deve
essere comunicata al datore di lavoro ai fini della sua annotazione nel DVR ]
- Partecipare alla Riunione Periodica→ Nelle realtà produttive con 15 o più dipendenti vi è
l’obbligo di organizzare almeno una riunione annuale tra il DDL, il RSPP, il MC e il/gli RLS
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Argomenti discussi nella riunione:
- Redazione del PROTOCOLLO SANITARIO DEI RISCHI: documento che per ciascuna
mansione contiene 1) natura degli accertamenti sanitari 2) periodicità con la quale devono
essere ripetuti
È un documento strettamente sequenziale alla VdR, per cui tali accertamenti saranno una diretta
conseguenza della natura e dell’entità dei R che sono stati valutati per quella specifica mansione
- svolta idealmente dopo la firma del contratto ma prima dell’adibizione alle mansioni specifiche
- Svolta in fase preassuntiva e dunque l’esito della visita può costituire uno degli elementi di
giudizio per decidere se procedere o meno all’assunzione
2) Visite periodiche → secondo periodicità variabili sulla base di decisioni del medico competente
consequenzialmente a quelle che sono le risultanze della valutazione dei rischi o di specifiche
indicazioni normative per alcuni fattori di rischio
(Gli organi di vigilanza, laddove necessario possano disporre di una modifica di queste periodicità)
- verificare se i requisiti che hanno portato ad una idoneità allo svolgimento di una determinata
mansione in prima istanza in fase di visita preventiva persistano o meno nel tempo
- Identificare modificazioni indipendenti dall’attività lavorativa dello stato di salute del lavoratore
che potrebbero in qualche modo impattare sulla sua idoneità alla specifica mansione
3) Visite su richiesta del lavoratore → richiesta straordinaria che può eventualmente essere
rifiutata dal medico se la ritiene incongrua
4) Visite per cambio mansione → pur rimanendo alle dipendenze del medesimo datore di lavoro,
al cambio di mansione è necessario svolgere una nuova visita e nuovi accertamenti
complementari a corredo, poiché ciascuna mansione specifica ha il proprio profilo di rischi
5) Visita di fine rapporto → fotografia finale dello stato di salute del lavoratore alle dipendenze di
un determinato datore di lavoro che è stato esposto a:
- Amianto
- Agenti chimici
Ciascuna visita si conclude con l’esperienza di un giudizio di idoneità complessivo e specifico alla
mansione:
1) Idoneità assoluta
2) Idoneità parziale (temporanea/ permanente) → gravata da prescrizioni e/o limitazioni
(ausili specifici)
3) Inidoneità (t/p)
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Giudizio in forma scritta che va a:
- Lavoratore
- DdL
Hanno entrambi diritto di presentare ricorso entro 30 gg dalla data di ricevimento del giudizio di
idoneità a attori esterni (Organi di Vigilanza presso ASL competenti) → nuovo giudizio collegiale
III. INAIL = Istituto Nazionale di Assicurazione Infortuni sul Lavoro) → istituto nazionale di
riferimento per la valutazione delle malattie professionali e le problematiche di risarcimento
1933 con l’unificazione di numerose casse private di assicurazione (ASSICURAZIONE
OBBLIGATORIA PER GLI INFORTUNI SUL LAVORO)
2011 assorbe l’ISPESL (Istiututo Superiore Protezione e Sicurezza Sul Lavoro)→ ruolo statistico
[azione intensa e concentrata nel tempo che dall’esterno dell’ambiente lavorativo danneggia
l’integrità psico-fisica del lavoratore]
→ morte/ inabilità permanente/ inabilità assoluta temporanea >3 gg
L’evento avviene in OCCASIONE di lavoro (non durante, è necessario che si verifichi PER il
lavoro) → si crea un rapporto ANCHE INDIRETTO causa- effetto (tra l’attività lavorativa e
l’infortunio)
Esempio: INFORTUNIO IN ITINERE: L’INAIL tutela i lavoratori nel caso di infortuni avvenuti
durante il normale tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il luogo di lavoro.
Le eventuali interruzioni e deviazioni del normale percorso non rientrano nella copertura
assicurativa a eccezione di alcuni casi particolari, ossia se vi siano condizioni di necessità o se
siano state concordate con il datore di lavoro → sono consentite interruzioni/deviazioni:
• “necessitate", ossia dovute a causa di forza maggiore (ad esempio un guasto meccanico) o
per esigenze essenziali e improrogabili (soddisfacimento di esigenze fisiologiche) o
nell'adempimento di obblighi penalmente rilevanti
• brevi soste che non alterino le condizioni di rischio. (mi fermo per fare una telefonata in
sicurezza)
Secondo il TU (1965) tale causa deve essere diretta ed efficiente → in grado di produrre l’infermità
in modo esclusivo o prevalente. È ammesso il concorso di cause extraprofessionali purché vi sia
un nesso causale diretto tra rischio professionale e malattia.
Il rischio può essere dato dalla mansione o dall’ambiente in cui essa è svolta (rischio ambientale)
• Non tabellate
• Tabellate se (min3/3) →
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- Indicate nelle 2 tabelle (industria e agricoltura)
Corte Costituzionale: sentenza 179/1988 → introduzione Sistema misto: il sistema tabellare resta
in vigore con il principio della presunzione legale d’origine, ma è affiancato dalla possibilità per
l’assicurato di dimostrare che la malattia non tabellata di cui è portatore, pur non ricorrendo le tre
condizioni previste nelle tabelle, è comunque di origine professionale.
Prestazioni erogate dall'Inail in caso di malattia professionale: indennizza i danni provocati dalle
malattie professionali prevedendo prestazioni di carattere economico, sanitario e riabilitativo.
ART 15 del D. Lgs. 81/2008: Il rispetto dei principi ergonomici nell’organizzazione del lavoro, nella
concezione dei posti di lavoro, nella scelta delle attrezzature e nella definizione dei metodi di lavoro
e produzione, al fine di ridurre gli effetti sulla salute del lavoro monotono e di quello ripetitivo.
Il datore di lavoro prende le misure necessarie affinché il posto di lavoro e la posizione dei
lavoratori durante l’uso delle attrezzature presentino requisiti di sicurezza e rispondano ai principi
dell’ergonomia.
1. Ergonomia FISICA → es. studio della movimentazione manuale dei carichi, movimenti
ripetitivi, posture incongrue→ quindi compatibilità tra caratteristiche antropometriche,
fisiologiche e biomeccaniche e parametri statici e dinamici del carico di lavoro fisico.
2. Ergonomia COGNITIVA → si occupa dei processi mentali nelle interazioni tra lavoratore e altre
componenti del sistema occupazionale/ sociale/ ambientale (ruolo dell’attenzione, della
vigilanza, della memoria, della capacità di apprendimento, dei processi decisionali e
dell’abilità operativa nella progettazione dei sistemi di lavoro)
• È impossibile generare una nuova tecnologia senza l’uomo che la progetta, la sviluppa, la
applica e la gestisce.
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- Rischi occupazionali di natura biomeccanica- : Quadro normativo di riferimento → TITOLO VI,
ALLEGATO XXXIII del d. Lgs 81
• MOVIMENTAZIONE MANUALE DI CARICHI (le operazioni di trasporto o di sostegno di un
carico ad opera di uno o più lavoratori, comprese le azioni del sollevare, deporre, spingere,
tirare, portare o spostare un carico, che, per le loro
• POSTURE INCONGRUE
Tali norme si applicano alle attività lavorative che comportino per i lavoratori ↑ rischi per patologie
da sovraccarico biomeccanico (in particolare dorso-lombari) → patologie delle strutture
osteoarticolari, muscolotendinee e nervovascolari.
2) FATTORI INDIVIDUALI DI RISCHIO (idoneità fisica tenendo conto differenze di genere e età,
indumenti o calzature inadeguati portati dal lavoratore, insufficienza o inadeguatezza di
conoscenza, formazione, addestramento.
→ Verifica e stima del rischio esistente in operazioni che potrebbero comportare l’insorgenza di
patologie da sovraccarico biomeccanico, in particolare dorso-lombare
La via inalatoria è costituita sia dall'albero respiratorio sia dal polmone che rivestono
un'importanza fondamentale per le patologie.
• L'anatomia delle vie primissime respiratorie ( peli del naso) blocca particelle più grossolane
• tosse e dallo starnuto: provocano l'emissione di aria ad elevata velocità dal polmone e
possono rimuovere particelle rimaste intrappolate.
• parete cellulare particolare: si alternano le cellule ciliate a cellule caliciformi che producono il
muco → sorta di gel nel quale sono immerse le ciglia e su questo gel possono essere
depositate particelle estranee e il movimento ciliare fa sì che ci sia una pulizia con una
progressione di questo stato superficiale dall'interno verso l’esterno → CLEARANCE MUCO-
CILIARE
• immunoglobuline: meccanismi di difesa più raffinati a livello alveolare e dei bronchioli terminali.
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• Il bronchiolo terminale è importante per le sue dimensioni → Barriera anatomica di 5 micron
FRAZIONE RESPIRABILE: 0,5- 5 micron
• Macrofago alveolare → spesso è anche la causa dei fenomeni eziopatogenetici di FIBROSI
INTERSTIZIALE:
PATOLOGIE:
• Miscellanea (tutto ciò che non si riesce ad inquadrare nelle altre categorie).
1. PNEUMOCONIOSI
Si classificano in:
• Pneumoconiosi Fibrogene:
sono quelle più pericolose, possono causare una reazione di tipo fibrotico e quindi avremo
insufficienza respiratoria da limitazione degli scambi gassosi a livello del polmone. È una
patologia molto importante, normalmente ingravescente. All'interno di questa ci sono due
malattie di gran lunga più importanti, che conferiscono un aspetto polmonare diverso:
- Silicosi, malattia legata all'inalazione della silice libera cristallina la cui conseguenza è
una fibrosi polmonare. → Aspetto nodulare
• Non Fibrogene:
Le polveri sono inalate e si depositano ma non innescano una fibrosi polmonare,
l'architettura polmonare rimane sostanzialmente immutata e la reazione del parenchima è
minima e reversibile. Tra queste annoveriamo: l'inalazione di ferro (siderosi), quella da
stagno (stannosi), quella da bario (baritosi), da graGite (antracosi). Nella silicoantracosi
vengono inalati silice e carbone ed è la silice quella che causa la patologia.
• Granulomatose:
berilliosi (non avremo tempo di parlarne, patologia interessante seppur abbastanza rara).
talcosi
La silice è una componente della crosta terrestre e si trova sotto forma di:
- silice libera
- Biossido di silicio
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SILICOSI → Lesioni fibrotiche NODULARI
Noduli silicotici:
- dimensioni di 1-2 micron
- agglomerato di cellule (macrofagi, linfociti, fibroblasti) organizzato attorno ad una zona centrale
di granuli di silice.
- Localizzati intorno a strutture vascolari e piccole vie aeree → capillari congesti e vie aeree
obliterate
- Tendono ad ingrandirsi anche una volta cessata l’esposizione → si aggregano formando masse
sclerotiche di varia forma (cm) → masse confluenti → retrazione delle porzioni superiori del
polmone → marcata distorsione dell’architettura polmonare → alterazioni enfisematosi &
impedimento agli scambi gassosi
Attività a ↑ Rischio: lavoratori in gallerie, miniere, edilizia, lavorazione della pietra (DA FARE A
UMIDO) , industria vetraria
3. A decorso acuto o accelerato (dispnea a insorgenza precoce → pochi anni: 4-8) dipende
anche dalla suscettibilità individuale (legata a fattori genetici)
Sintomi uguali per tutte: dispnea da sforzo solo nelle fasi avanzate e progredisce con dispnea a
riposo → compressioni delle strutture vascolari polmonari → ipertensione polmonare → cuore
polmonare cronico → edema agli aa inferiori, ristagno vascolare a livello epatico
Diagnosi:
silicosi→ una malattia del polmone profondo che limita gli scambi gassosi →
forma restrittiva caratterizzata da ↓ della CV.
Molto spesso in realtà si trova una forma mista con componente ostruttiva
importante e ↓ di FEV. → accanto al polmone profondo, viene interessato anche il
bronco: la polvere è irritante per le vie respiratorie e quindi tende a favorire
patologie croniche (infatti molto spesso coesiste bronchite cronica). Questa
situazione è favorita anche dal fumo di sigaretta e dal fatto che le vie respiratorie
possono essere stirate, compresse e alterate dalla presenza di masse di silicosi.
1. BPCO
2. Carcinoma pomonare
3. TBC
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Prevenzione:
VI. Amianto
minerale —> affiora sulla superficie terrestre; cave, non esistono le miniere.
- Anfiboli (amianto blu). A loro volta organizzati in tanti sottogruppi: la Crocidolite (o amianto blu),
l’Amosite (o amianto bruno), l’Antoillite e l’Actinolite.
- Serpentini, di cui fa parte solo l’amianto Crisotilo (amianto bianco).E’ una famiglia molto
complessa e di fatto la patologia principale legata all’amianto (il mesotelioma pleurico) è
collegata a tutti i tipi di amianto (anche se maggiormente crocidolite e crisotilo).
L’amianto è stato utilizzato tantissimo in passato (fino al 1992, anno in cui ne è stato proibita
l’estrazione e l’utilizzo) perché ha tante proprietà importanti:
1. Resistenza a fattori fisici come il fuoco o il calore—> coibentante e isolante termico/ materiale
ignifugo.
5. amalgamarsi ad altri composti —> cemento-amianto, vernici con fibre d’amianto nelle
carrozze dei treni o nelle navi
6. capacità fonoassorbente.
- Nell’industria delle vernici e in chi lavora in ambienti che dobbiamo isolare dal calore come la
siderurgia o le vetrerie. [ Pistoia —> azienda ferroviaria, la Breda, grandissima incidenza di
mesotelioma a causa della verniciatura con pistola a spruzzo delle pareti delle carrozze [fibre
d’amianto]; anche lavoratori nei cantieri navali.
- Idraulici, che negli anni 60’-70’ pannelli coibentati degli impianti idraulici senza adeguate
protezioni
2) Esposizione paraprofessionale -> soggetti che non lavorano direttamente il materiale ma sono
più esposti della popolazione normale, come:
- a Prato, nell’industria dei cenci—>dentro a delle sacche in cui era stato contenuto e
trasportato l’amianto.
- L’eternit (fibre di amianto sciolte nel cemento); improbabile che la fibra di amianto possa
essere dispersa nell’ambiente, SOLO se viene maneggiato impropriamente: forato con un
trapano, rotto, danneggiato, o per le cisterne dell’acqua.
- Carrozze ferroviarie.
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4) Esposizione domestica -> presenza di amianto in oggetti di uso comune:
- I primi phon per asciugare i capelli sviluppavano un calore enorme e quindi erano coibentati
con foglietti d’amianto.
pericoloso quando la fibra viene inalata—> patogenesi infiammatoria —> fibrosi polmonare,
oppure tumore.
Si parla di fibra —>il rapporto tra il diametro trasversale e longitudinale > a 3 (quindi è una
particella allungata)—>deve essere in grado di superare l’ostacolo del bronchiolo terminale
(“largo” solamente 5 micron).
In realtà se sono sufficientemente sottili, possono incunearsi nel bronchiolo terminale, sia perché
alcune fibre essendo aghiformi possono perforare i bronchioli. Questo spiega anche perché una
delle prime fasi di una patologia da amianto sia un’infiammazione (bronchiolite) che nasce a
causa della lesione dei bronchioli.
ASBESTOSI
pneumoconiosi, cronica—> infiammatoria [alveolite] può esitare in una fibrosi interstiziale diffusa
perialveolare.
Non c’è un aspetto nodulare [silicosi] ma fibrosi deficit funzionale respiratorio di tipo restrittivo.
AP: lesioni “bastoncelli”, o “aghetti”—> corpuscoli dell’asbesto fibre aggredite da varie cellule
della flogosi che si sono organizzate tutto intorno con una specie di guaina di materiale necrotico.
anche BAL e biopsia
Non è indice di patologia, ma indice di forte esposizione all’amianto (probabile una patologia
amianto-correlata).
Si manifesta dopo un intervallo di tempo di 10-15 anni.
DIAGNOSI si fa con:
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PATOLOGIE PLEURICHE MALIGNE:
AIRC: amianto—> 2 patologie neoplastiche principali: carcinoma del polmone e mesotelioma
pleurico. [altre neoplasie amianto-correlate:carcinoma laringeo/mesotelioma
peritoneale/i tumori della vagina/del testicolo/ carcinoma ovarico]
MESOTELIOMA PLEURICO
tumore molto raro—> l’esposizione all’amianto si trova nel 70% dei soggetti che lo sviluppano.
una sovrapposizione tra i luoghi con maggior frequenza di queste 2 neoplasie e i luoghi dove
maggiore è l’esposizione ambientale all’amianto
Il mesotelioma —>alla Rx e alla TC: aspetto a “corona di Rosario” o come una calotta
latenza —> molto elevata; circa 20 anni di latenza ma ci siamo accorti che la latenza è ancora
più lunga [il picco di neoplasie non l’abbiamo avuto]. Le ultime stime sono di una latenza
probabilmente di 25-30 anni. [non si era tenuto conto della vita media]
Il bando dell’amianto è stato fatto nei paesi occidentali (da noi nel 1992), ma non è stato fatto nei
paesi dell’est del mondo come la Cina o la Russia—>dovranno aspettare per almeno altri 30 anni
un incremento di incidenza.
problematiche aperte:
- una latenza così lunga che ancora ci costringe ad attendere tanti casi,
- molto amianto pericoloso è sparso nell’ambiente e deve essere eliminato (secondo le norme
vigenti) o reso sicuro (ad esempio verniciando l’eternit con un materiale plastico particolare che
isola la superficie potenzialmente pericolosa dall’ambiente circostante).
ASMA BRONCHIALE
asma occupazionale → malattia caratterizzata da una limitazione reversibile del flusso aereo +
iperreattività bronchiale dovuta a condizioni attribuibili ad un ambiente lavorativo e non a stimoli
incontrati al di fuori di questo.
due forme:
- Asma occupazionale propriamente detta: quando la sostanza che provoca l’asma è presente
SOLO in ambiente lavorativo.
- Asma non occupazionale ma aggravata dal lavoro: asma comune aggravata dalla
condizione di lavoro
una delle pato respiratorie + comuni, in aumento → le sostanze che causano l’asma aumentano
in continuazione [almeno il 2% (qualcuno parla dell’8-10%) dei casi di asma siano su base occupazionale]
L’incidenza (e la gravità) dipenderà dal tipo di attività che viene svolta e dal tipo di sostanza
utilizzata.
1. difficoltà diagnosi certa di asma professionale: difficile determinare con certezza l’allergene
responsabile.
AGENTI ASMOGENI
- di origine naturale
- di sintesi (il cui numero è in continua espansione)
oppure
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alto peso molecolare —> fornai, agricoltori, tutti i lavoratori che hanno a che fare con animali,
con derivati alimentari, ristoranti
basso peso molecolare —> farmaci, gli isocianati (come cloruene, che è responsabile di
tantissimi casi), metalli
FLOGOSI delle vie respiratorie —> tendenza al broncospasmo + edema delle pareti
- asmogeni ad alto peso molecolare= antigeni completi—> inducono direttamente il rilascio di IgE,
- basso peso molecolare —> si legano a proteine autologhe/eterologhe—> risposta infiammatoria
diverse forme:
- Asma ritardata: dopo qualche ora (1-3/4 ore) dall’esposizione; problemi diagnostici → manca
la relazione temporale di causalità. Ad esempio se abbiamo una crisi che insorge la notte noi
subito ipotizziamo un’allergia al dermatofagoide (il comune acaro che si ciba delle nostre
deiezioni cutanee e alberga nei materassi); magari invece è un’asma occupazionale ritardata.
- Bifasica (o “dual”): ha un picco immediato, poi regredisce e avviene un altro picco ritardato
alcune ore dopo.
- Capire se nella sua attività esiste un’esposizione ad allergeni già noti (ad ora più di 300
sostanze sono documentate come asmogene!).
- Capire se utilizza o meno delle maschere o altri sistemi di protezione. Capire qualcosa del
suo ambiente lavorativo.
- Capire se tra i suoi colleghi qualcun altro presenta simile sintomatologia (questo ci dice ad
esempio che se l’80% ha la stessa sintomatologia, più che ad un problema di sensibilizzazione
penseremo ad un problema irritativo).
2) Test di arresto-ripresa: valutare se c’è remissione alla sospensione dell’esposizione sul lavoro.
Si fa spesso in ambito occupazionale, anche per patologie dermatologiche.
3) Dati strumentali:
svantaggi:
- ha però che richiede che i test siano fatti bene dall’operatore e anche dal soggetto
(che ci sia una buona compliance).
- vanno fatti direttamente sul luogo di lavoro poiché è lì che dobbiamo ricercare
l’esposizione (ad esempio eseguire una prova respiratoria prima dell’inizio del
turno, alla pausa pranzo e alla fine del lavoro).
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Oggi per fare questo sono disponibili anche dei sistemi portatili. Se troviamo una
riduzione del FEV1>20% → ostruzione delle vie aeree → valutarne la reversibilità
somministrando un broncodilatatore.
4) Test allergologici:
Tali agenti hanno una carica antigenetica molto elevata → causano la formazione di
IMMUNOCOMPLESSI (reazione allergica tipo III) o GRANULOMI (r.a. tipo IV) nell’interstizio →
tendono a precipitare sulle pareti dei vasi → FLOGOSI.
AGENTI: solitamente sono polveri organiche contenenti antigeni (spore di batteri o funghi)
SINDROMI:
Causato da Actinomiceti termofili nel fieno ammuffito ( pH acido, ↑ umidità, ↑ temperature) estate
piovosa nel fondo del covone di fieno → ↑ CARICA ANTIGENICA (> 1 mln di spore/ cm^3)
CLINICA:
- Acuta (4-8h post- esposizione) → simil influenzale (febbre notturna, brividi, tosse, dispnea)
- Cronica → più grave per cronicizzazione dal perpetuarsi del processo allergico → dispnea da
sforzo ingravescente, astenia, tosse produttiva, bronchiolite obliterativa, fibrosi polmonare
(zone superiori del polmone), insufficienza resp.
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DIAGNOSI:
- ↑ linfociti CD8+
TTO:
Campo di applicazione del TITOLO X: Tutte le attività lavorative in cui vi è rischio di esposizione
ad agenti biologici (allegato 44 del D. Lgs.) → industria alimentare, agricoltura, servizi sanitari,
laboratori clinici e veterinari, smaltimento rifiuti.
In particolare il TITOLO X contempla tutte le possibilità che un agente biologico possa penetrare
un organismo e provocare danni alla salute di lavoratori e popolazione
RISCHIO BIOLOGICO
Agente biologico = qualsiasi microrganismo, coltura cellulare, endoparassita umano che potrebbe
provocare infezioni, allergie, intossicazioni.
Microorganismo = entità microbiologica (cellulare o meno) in grado di riprodursi e trasferire
materiale genetico
Sulla base di queste 4 caratteristiche, gli agenti biologici sono classificati con PERICOLOSITà
crescente in:
GRUPPO 2 → può causare malattia ma è poco trasmissibile e esistono misure terap e di profilassi
(P. Aeruginosas, Virus influenzali)
A. valutazione dei R
Classificazione degli agenti bio, informare i lavoratori sulle malattie e il loro potenziali effetti
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- l’attività svolta
- L’agente utilizzato
- operatori sanitari (per immunizzarli e per non trasmettere le infezioni) HBV, influenza, varicella
Ambito di applicazione: tutti quei lavoratori che operano nei luoghi di lavoro interessati da attività
sanitarie, indipendentemente dalla tipologia contrattuale (tirocinanti, apprendisti, lavoratori)
ART 286 quinquies: il DDL deve garantire misure generali e specifiche di tutela per tali lavoratori
I valutazione—>Se si ritiene che i valori inferiori di azione possano essere superati—> DDL deve
misurare i livelli di rumore cui i lavoratori sono esposti [indagini fonometriche]—> se sono stati
superati sia i valori inferiore e superiore di azione —> DDL deve elaborare ed applicare misure
tecniche ed organizzative —> ridurre l’esposizione al rumore.
I luoghi di lavoro dove si può essere esposti sono indicati da appositi segnali.
Misure di prevenzione
- tipo collettivo: uso corretto di attrezzature di lavoro/ attrezzature per il contenimento del rumore
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(schermature, pareti)/ sistemi di smorzamento ed isolamento/ anche mediante una migliore
organizzazione del lavoro individuale.
Il DDL mette a disposizione dei DPI:
- fortemente consigliati quando vi sia ancora un superamento dei valori inferiori di azione.
Sorveglianza sanitaria
• La sorveglianza sanitaria è inoltre estesa ai lavoratori esposti ai livelli inferiori di azione solo
su loro richiesta e qualora il MC ne confermi l’opportunità
3. Ipoacusia da trauma acustico cronico (detta anche “da rumore”): danno progressivo ed
irreversibile delle cellule ciliate cocleari.
provocata da esposizione prolungata a livelli sonori > 80 dBA, per 8 h al giorno, per 5 giorni
a settimana.
fasi iniziali: l’interessamento prevalente delle cellule acustiche —>ricevono la frequenza di
4000 Hz. situate in un’area particolarmente sensibile all’impulso sonoro: forse x scarsa
irrorazione ematica dell’arteria cocleare
Al tracciato audiometrico in caso di ipoacusia da rumore,in genere bilaterale e simmetrica
caratteristica morfologia “a cucchiaio”
frequenza dei 4000 Hz, zona più precocemente colpita—> poi il danno interessa le frequenze
vicine—> fino a quelle tra i 500 e 2000 Hz, [indispensabili] per comprendere la parola e ascoltare
la tv (spettro di comoda udibilità sociale)—> il lavoratore si accorge del danno, inizialmente
inosservato
L’ ipoacusia ha però natura multifattoriale —> fattori di rischio sinergici, quali: vibrazioni/
sostanze chimiche / età/stato di salute /fumo di sigaretta/predisposizione genetica/farmaci
ototossici, microclima di natura avversa.
- utilizzo di strumenti vibranti—> esposizione a vibrazioni mano-braccio: HAV —> ambienti con
presenza di rumore—> aumentare il rischio di perdita di udito—> danneggiamento delle cellule
cocleari a seguito di una prolungata esposizione a vibrazioni a corpo intero [riduzione del
flusso nella coclea x attivazione del sistema simpatico]
H. Pettersson suggerisce un effetto a lungo termine—>causato dal HAV + rumore; presenza del
fenomeno di Raynaud—> aumentare il rischio di perdita dell’udito causata dal rumore,
(Raynaud + ipoacusia) a carico di apparati differenti accomunati tuttavia da una medesima
eziologia,
- sostanze chimiche
- occupazionali: solventi organici, quali toluene, stirene, xilene, tricloroetilene; metalli come il
mercurio e il piombo; asIissianti, tra cui CO, acido cianidrico; nitrili),
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- sostanze voluttuarie (alcool, fumo, cocaina) possono danneggiare il sistema uditivo per
alterazioni funzionali o strutturali a carico della coclea, dell’apparato cocleo-vestibolare, del
nervo acustico e del sistema nervoso centrale
- fattori anagrafici, genetici e clinici (stato generale di salute) possono favorire lo sviluppo e
l’evoluzione di un quadro di ipoacusia;
- presbiacusia già a partire dai 40 anni di età una riduzione dell’udito di 0.5 Decibel per anno
- Cardiovascolare: è quello che ne risente in maniera più evidente; gamma di intensità tra 85 e
115 dBA.
ci sono bias (fattori di confondimento), derivanti dai “tradizionali” fattori di rischio cardiovascolare,
ampiamente diffusi tra la popolazione generale
PATOLOGIA DA VIBRAZIONE
VIBRAZIONE: frequente causa fisica di patologia occupazionale : tecnopatia (altre cause fisiche:
rumore o le radiazioni ionizzanti, pressione, con conseguente patologia iperbarica o ipobarica)
Le vibrazioni sono oscillazioni meccaniche generate da onde di pressione che si trasmettono
attraverso corpi solidi.
Il movimento oscillatorio che un corpo compie attorno alla sua posizione di riferimento è
raffigurabile come una curva sinusoidale caratterizzata da:
-Frequenza:numero di oscillazioni nell'unità di tempo;si misura in Hertz.
-Lunghezza d'onda:distanza tra due successive oscillazioni complete (m/s).
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NB: Ciascuna parte del corpo è sollecitata diversamente a seconda della frequenza di vibrazione;
noi in particolare ci occuperemo dei sistemi mano-avambraccio e spalla (distretti maggiormente
interessati da tale patologia)
Classificazione
Quadri clinici
Si differenziano in funzione della frequenza dello strumento vibrante che il lavoratore utilizza:
- Vibrazioni a bassa frequenza → fastidi di natura prevalentemente psichica (si parla di Motion
sickness). → iperstimolazione dell'apparato otovestibolare, con prevalente interessamento del
vestibolo e dei canali semicircolari, e con associata reazione neurovegetativa.
- Vibrazioni a media frequenza → gli scuotimenti, vibrazioni trasmesse al corpo intero (si parla di
Whole body vibration) → Il corpo è paragonato a un sistema meccanico lineare costituito da:
-successione di masse (testa ,torace ,visceri, bacino e arti).
-elementi di connessione viscoso-elastici (collo e colonna vertebrale).
-MANIFESTAZIONI ORGANICHE:
-MANIFESTAZIONI PSICOSOMATICHE
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-AUMENTO DEL TONO MUSCOLARE (difficoltà a mantenere l'equilibrio)
-DIMINUZIONE E/O RIDUZIONE DEI RIFLESSI TENDINEI
-ESAGERAZIONE DI ALCUNI RIFLESSI POSTURALI
- Vibrazioni ad alta frequenza → sono le più frequenti, avrò patologie di tipo segmentario a livello
di mano-avambraccio → Segmental vibration o SINDROME DA VIBRAZIONE MANO-
AVAMBRACCIO.
E' causata da vibrazioni con frequenza superiore a 20 cps. Si manifesta clinicamente con:
-lesioni neurologiche
-lesioni osteoarticolari
-lesioni tendinee
FATTORI DETERMINANTI
-Vibrazione: frequenza, ampiezza, direzione dominante.
-Utensile: tipo (per esempio martelli pneumatici, decespugliatori ,trapani), peso (maggiore è il peso
maggiore sarà la manifestazione clinica che osserverò), stato di manutenzione.
Si manifestano prevalentemente:
-come Fenomeno di Raynaud che coinvolge prevalentemente il III,IV e V dito, talvolta il II,
raramente il I dito;
• fase cianotica : ho un aumento tale dell'emoglobina ridotta per cui la colorazione della
cute diventa violacea (non sempre è presente)
DIAGNOSI:
Per la diagnosi di lesioni vascolari ricordiamo quanto sia fondamentale l'anamnesi lavorativa
nell'ambito della medicina di lavoro (attraverso un questionario);
INDAGINI STRUMENTALI:
-dopo test da freddo (immersione delle mani a ghiaccio fondente a 4°C per 2 minuti o in acqua
fredda a 10°C per 5-10 minuti); ciò è molto utile per analizzare il tempo di recupero del flusso
ematico alle dita.
Chiaramente se ho un ipoafflusso sanguigno alle estremità della mano, registrerò una temperatura
bassa.
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-Termografia cutanea → tecnica incruenta di misura della temperatura cutanea, che sfrutta
l'energia calorica emessa sotto forma di radiazioni elettromagnetiche infrarosse.
Si appoggiano le lastre termografiche sulla cute della zona da indagare → le lastre assumono
colorazioni differenti a seconda della temperatura del corpo (i colori freddi sono indicativi di
ipoafflusso, viceversa quelli caldi).
Questi test possono essere associati anche a farmaci, per esempio a dei vasodilatatori, per
studiarne poi l’effetto; ma Il grosso problema di questi test è che sono molto sensibili, alla
condizione ambientale in cui vengono effettuati (per esempio se vengono fatti in condizioni di
temperatura non adeguate avrò un'influenza sui risultati).Per tale motivo si usano molto meno
rispetto al passato.
-Fotopletismografia: è l'esame che si usa di più per la diagnostica del fenomeno di Raynaud;
studia l'onda sfigmica del microcircolo delle mani e/o dei piedi, sia in condizioni basali, sia dopo
esposizione a freddo.
Si mettono questi sensori a livello di ogni singolo dito. I sensori da una parte illuminano il dito,
dall'altra parte registrano la quantità di luce che è passata (funzionano quindi per
transilluminazione).
Quando passa il sangue, ovviamente la luce che attraversa il dito diminuisce e quindi il sensore
registra meno.
-Capillaroscopia → l'analisi microscopica dei capillari della plica ungueale; nelle patologie da
strumenti vibranti o nelle patologie da collageno si hanno delle alterazioni caratteristiche:
-riduzione del numero e allungamento dei capillari
-dilatazione delle anse capillari
-microemorragie spontanee
-Arteriografia (non si usa quasi più) → studio radiografico delle arterie degli arti superiori rese
visibili all'Rx attraverso l'utilizzo di un mezzo di contrasto.
Nei casi avanzati di malattia puo' mettere in evidenza importanti alterazioni vascolari quali
interruzioni segmentarie e/o marcati restringimenti del lume.
Serve essenzialmente per escludere fattori organici, per esempio se ho delle malformazioni
vascolari.
LESIONI NERVOSE: Alterazione della sensibilità tattile e termica delle mani, sindrome del tunnel
carpale
1. agenti chimici
2. agenti cancerogeni e mutageni
3. amianto
4. disciplina sanzioantoria
se un agente è sia chimico che cancerogeno (definito dall’U.E.) lo tratto direttamente come
cancerogeno, attuo la disposizioni del capo II. [ma deve essere l’U.E. non basta l’IARC]
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AGENTI CHIMICI
Sono tutti gli elementi o composti chimici, sia da soli, sia nei loro miscugli, allo stato naturale
oppure ottenuti, utilizzati o smaltiti (compreso lo smaltimento come rifiuti) mediante qualsiasi
attività lavorativa. Siano essi prodotti intenzionalmente o siano essi immessi o no sul mercato.
Caratteristiche:
- irritanti: non corrosivi ma contatto diretto prolungato provoca una reazione infiammatoria
NORME EUROPEE
influenzano il D. Lgs 81
esistono schede dati di sicurezza: 16 sezioni → riportano info sulle proprietà fisico chimiche,
tossicologiche e di pericolo —> corretta e sicura manipolazione, inoltre info su DPI da utilizzare
Classificazione IARC
1. cancerogeni umani certi: con sufficiente evidenza di cancerogenicità per l’uomo
2. b) sospetto cancerogeno: Limitata evidenza per uomo in assenza di sufficiente evidenza per
animali O sufficiente evidenza per animali e inadeguata evidenza o mancanza di dati per l’uomo
4. non cancerogeni per l’uomo; evidenza di non cancerogenicità sia per uomo che per animale.
Classificazione UE
1. a) Sostanze di cui sono noti tutti gli effetti cancerogeni (certi)
1. rischio non basso x la sicurezza nè irrilevante per la salute—> misure di prevenzione specifiche
- Riduzione al minimo del numero di lavoratori che sono o potrebbero essere esposti
- Riduzione al minimo della quantità di agenti presenti sul luogo di lavoro in funzione delle
necessità della lavorazione
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- Utilizzare metodi di lavoro appropriati, comprese le disposizioni che garantiscono la
sicurezza
della manipolazione, dell’immagazzinamento e del trasporto sul luogo di lavoro di agenti
chimici pericolosi e dei rifiuti che contengono tali agenti
1. TLV-TWA: [time weighted average] Concentrazione come media ponderata nel tempo
considerando 8h/g per 40h/sett
2. TLV-STEL: [short term exposure limit] Valore max consentito per esposizioni brevi [<15 min] e
occasionali <4h su 24h; intervallate almeno da 1h. per evitare irritazioni, danno cronico irr,
effetti tossici o narcotici
via inalatoria
via cutanea
via digerenti
PIOMBO
—> accumulo: reni, fegato e ossa; barriera placentare con conseguente tossicità per
il feto
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BENZENE
- diidrocarburi aromatici, capostipite, liquido a temperatura ambiente e facilmente volatile
- esposizione professionale:
- vigile
ACUTI: a carico del snc con nausea, cefalea, crisi vertiginose, euforia fino a crisi convulsive e al
coma. molto rari, che avvengono per incidenti nelle fasi di produzione.
FORMALDEIDE
È utilizzata ancora ampiamente: proprietà battericide —>disinfettante, conservante di materiali
biologici, anatomia patologica (cioè in formalina).
industria del legno—>pannelli (truciolato),
Esposizione ACUTA
soglie basse—> i sintomi di irritazione oculare.
Esposizione CRONICA
irritazione oculare, cutanea, orale, tosse stizzosa, cefalea, sonnolenza, astenia, nelle donne
irregolarità mestruali, alterazioni della funzionalità respiratoria ed epatica
esposizione a formaldeide —> cancro nasofaringeo, naso sinusale e leucemia mieloide cronica.
Considero: ambiente di vita + abitudini alimentari nella valutazione del monitoraggio biologico
Identificare e quantificare il rischio fisico e chimico presente negli ambienti di vita e di lavoro è la
missione dell’igienista industriale.
sostanze ubiquitarie, cioè presenti normalmente negli ambienti di vita sia indoor che outdoor,
confrontare i valori di concentrazione presenti negli ambienti di vita, i cosiddetti valori di
riferimento, con i valori presenti e indicati per i lavoratori professionalmente esposti. [BENZENE +
FORMALDEIDE]
rischio chimico—> analizzare e monitorare gas, vapori e particolato, che rappresentano l’aria
inalata durante le ore lavorative.
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1. strumentazione: apparecchi a lettura diretta in continuo, palmari e a batteria; con sensori che
effettuano misurazioni della sostanza negli ambienti di lavoro; devono tutte indicare il volume
di aria campionata e il tempo di campionamento
2. analisi: metodo analitico indicato da NIOSH [ist nazionale x sicurezza e salute occupazionale];
indica dei protocolli permettendo all’igienista;
valori:
UNI EN 689 —> norma europea che confronta il valore di concentrazione con il valore limite
ottenendo un valore assoluto che ci indica se siamo nel rispetto de valore limite o meno
[indicazione semaforica]
Un tempo riguardava solamente settori quali sanità, industria, trasporti, ora quasi tutti i settori
occupazonali.
-
RISCHI PER LA SALUTE
• Rischi cardiovascolari
• Fatica cronica
• Disturbi gastrointestinali
Effetto oncogeno della ↓ della MELATONINA (normalmente nelle prime ore della sera) → ↑
estrogeni → sulla cellula mammaria:
MEDICINA DEL LAVORO: Protocolli sanitari di sorveglianza per valutare l’impatto del R sulla
salute dei lavoratori.
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• MINORENNI: divieto di adibirli a lavoro notturno, max 00, dopodichè min 14 h di riposo
conecut.
• DONNE IN GRAVIDANZA (ART 52 del D. Lgs. 151/ 2001): divieto dall'accertamento della
gravidanza al compimento di 1 anno del bambino
Ha l’obbligo verso il datore di lavoro di comunicare lo stato di gravidanza per eventuale cambio di
mansione o astensione anticipata (PRIMI 3 MESI impo x replicazione cell dell’embrione)
• LAVORATRICE CON FIGLIO <3 anni → Non sono obbligati a prestare lavoro notturno
Requisiti che il lavoratore deve avere per poter svolgere il lavoro notturno.
Il giudizio di IDONEITà (afferma che esistono le condizioni cliniche per poter svolgere il
lavoro notturno) deve essere dato dal MC, che effettua la sorveglianza sanitaria con
periodicità BIENNALE:
Medico Competente:
• Sorveglianza sanitaria
• Organizza gli orari di lavoro adattandosi a criteri biologici adeguati per stato di benessere
SCHEMA MATTINO - POMERIGGIO - NOTTE → Schema di lavoro con rotazione in ritardo di fase:
Segue cicli regolari per allungare i ritmi biologici → omogenei periodi di riposo
- Cicli regolari
- Weekend liberi
• ↓ delle nascite
INDICI in AUMENTO:
Tale scenario mette a repentaglio la sostenibilità dei sistemi di welfare del paese:
Ridurre spesa sociale / Aumentare pressione fiscale → Finanziare pensioni, Garantire assistenza
sanitaria
Ulteriore problema: 1/3 degli individui tra i 50 e 64 anni (forza lavoro o popolazione attiva)
necessita di un ADEGUAMENTO DEL POSTO DI LAVORO → prevenire i rischi di pensionamento
anticipato, inabilità al lavoro e la necessità di adottare prescrizioni o limitazioni.
Di fatto: vita lavorativa più lunga → esposizione prolungata ai rischi → ↑ numero di lavoratori con
problemi di salute cronici
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ACTIVE AGEING:
- l’ambiente di lavoro dovrebbe costituire una piattaforma per la promozione di politiche di active
ageing finalizzate al mantenimento delle capacità fisiche, intellettive, lavorative e sociali
- le politiche di tutela della salute e della sicurezza sul luogo di lavoro svolgono un ruolo cruciale
nell’active ageing
un invecchiamento attivo, positivo, proprio perché si possa lavorare il più a lungo possibile.
la normativa richiede anche una valutazione dei rischi età-correlati—>RISK ASSESSMENT siano
orientate affinché tutti i lavoratori si sentano motivati a perseguire i proprio obbiettivi e quelli
aziendali.
Il primo piano —> promozione della salute, varietà di stili di vita in alimentazione, attività fisica,
Il quarto piano—> l’ambiente di lavoro, reso nella pluralità delle sue dimensioni; riguarda
l’organizzazione del lavoro stesso, le forme di impiego, l’orario di lavoro, la comunità lavorativa e i
compiti lavorativi così come la dirigenza stessa.
valutazione dei rischi correlati all’età—> successiva adozione di misure ad elevata efficacia —>
benefici per la salute e la sicurezza dei lavoratori + vantaggi in termini di riduzione del rischio
infortunistico ed aumento della produttività.
riorganizzazione dei sistemi aziendali di gestione secondo criteri bio- ergonomici rispettosi del
fattore ageing costituisce più un’opportunità che un costo per i datori di lavoro.
decreto legislativo 81: LA SALUTE è DEFINITA COME UNO STATO DI COMPLETO BENESSERE
FISICO, MENTALE E SOCIALE NON CONSISTENTE SOLO IN UN’ASSENZA DI MALATTIA O DI
INFERMITA’. —>dalla definizione storica di Salute a cura dell’OMS che risale al 1948.
STRESS: le conseguenze
1936 —> Hans Selye—>stress come una risposta aspecifica dell’organismo per ogni richiesta su
di esso dall’ambiente esterno.
3 fasi:
- Fase di allarme—>reazione di stress acuto in cui l’organismo mobilita tutte le sue difese
- Fase di resistenza—>l’organismo si impegna a fronteggiare l’evento, COPING.
- Fase di esaurimento: in cui l’evento stressogeno si protrae e l’organismo non riesce più a
continuare nella resistenza—> quadri patologici veri e propri.
Paragoniamo la risposta fisiologica agli stimoli di natura fisica, chimica e biochimica e meccanica
a quelli emozionali o provenienti dalle interazioni sociali che minano il nostro equilibrio interiore.
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—> Cannon che aveva affermato il concetto di omeostasi; due tipologie di stress:
1. Uno stresso positivo e vitale, detto eustress
2. Uno stress cronico, negativo e potenzialmente dannoso per la nostra salute che viene
definito distress.
La parola “stress” nella lingua italiana viene utilizzata pressoché esclusivamente come sinonimo di
distress.
La reazione fisiologica allo stress —> sovrapponibile alla sindrome generale di adattamento;
—> i protagonisti di questa reazione sono: l’adrenalina e il cortisolo, che vengono non a caso,
conosciuti come ormoni dello stress.
l’agenzia Europea per la salute e la sicurezza sul lavoro EU-OSHA, o anche nota come Agenzia di
Bilbao—> “l’esperienza di stress influisce negativamente su alcuni comportamenti per la
promozione della salute, come l’esercizio e il rilassamento, il sonno e le buone abitudini alimentari
ed aumenta l’assunzione di comportamenti a rischio come l’uso e l’abuso di sostanze voluttuarie”.
—>quindi da un lato va a diminuire tutte le buone abitudini, dall’altro lato va ad aumentare quelle
cattive
risposta allo stress sia specifica o aspecifica sia simile o se sia variabile in base alle
caratteristiche, tanto dello stimolo quanto dell’individuo.
COPING
- processo attivo con cui attraverso un’autovalutazione delle proprie capacità e delle motivazioni
personali un soggetto fa fronte ad una situazione stressante e riesce a dominarla
3. “punto di rottura” —> ragiono sia nei termini di prevedibilità che di evitabilità dell’evento
CARATTERISTICHE INDIVIDUALI
- la stessa situazione può essere x alcuni fonte di malessere, per altri affrontata senza gravi riperc
50% di fattori individuali—>non si può pensare di risolvere il problema (maagri di attenuarlo con
alcuen strategie)
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Lo stress lavoro-correlato non è un nuovo rischio occupazionale, lo stress è forse il rischio
occupazionale più vecchio che abbiamo—> tuttavia, oggi assume sicuramente un ruolo di rischio
emergente per la diffusione che sta assumendo negli ambienti di lavoro contemporanei.
Quali sono le conseguenze e gli effetti che si possono avere sull’individuo e sull’organizzazione?
sintomatologia psico-endocrina: astenia, ansia, riduzione delle difese immunitarie, disturbi
dell’umore.
—>stress introdotto dal decreto 81 del 2008—>da ’accordo europeo sullo stress lavoro-correlato
del 2004
Nel 2010 la commissione consultiva permanente per la salute e la sicurezza del lavoro ha
elaborato delle indicazioni necessarie per la valutazione di questo nuovo rischio individuando un
percorso metodologico —> livello minimo di attuazione dell’obbligo sancito dal decreto legislativo
81 ai sensi dell’accordo europeo. Il percorso metodologico è qua sintetizzato:
L’obiettivo principale—>
identificazione di eventuali criticità relative a fattori di contenuto del lavoro (carico di lavoro,
orario, pianificazione dei compiti)
fattori di contesto del lavoro (ruolo, autonomia decisionale, rapporti interpersonali) presenti in
ogni tipologia di azienda e organizzazione.
—>Poi si analizzano le criticità che sono emerse e si effettua una gestione del rischio.
Il percorso metodologico di valutazione preliminare comprende gli eventi sentinella, gli indicatori
di contenuto del lavoro, gli indicatori di contesto del lavoro e la documentazione a supporto per
ricavare questi fattori.
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XIV. Radioprotezione medica: D. Lgs. 230 del 1995 (testo fondamentale)
Insieme delle misure di tutela sanitaria rivolte ai lavoratori esposti a radiazioni ionizzanti,
valutandone tutti gli aspetti sanitari della sicurezza contro i danni e rischi delle RI.
- mentre quando la particella beta ha carica positiva si tratta di una particella artificiale che
prende il nome di positrone.
La particella beta, sia negativa che positiva, ha una massa in mega- elettronvolt abbastanza
contenuta;
sono invece pesanti particelle come il protone, che ha carica positiva, il neutrone che non ha
carica, e in particolare la particella alfa che ha una carica doppiamente positiva e una massa
molto elevata: c è costituita dall’unione di 2 protoni con 2 neutroni ed ha infatti una carica di due
(visto che il neutrone non ha carica) ed una massa che è circa quattro volte quella del neutrone o
del protone.
Bersaglio nel lavoratore: DNA → studio LIFE SPAN su popolazioni osservate dopo gli incidenti
nelle centrali nucleari o pazienti che sono stati esposti ad alte dosi di radiazioni ionizzanti per
trattamenti sanitari
- Fenomeno soglia: preciso valore di dose al di sopra del quale l’effetto si manifesta pressoché
nella totalità dei soggetti irradiati.
- Gradualità dell’effetto : all’aumentare della dose aumenta anche la gravità dei sintomi fermo
restando che debba essere superata la dose soglia.
la radioprotezione moderna è finalizzata alla protezione dei lavoratori dagli effetti stocastici,
potendo prevenire al 100 per cento l’effetto deterministico semplicemente fissando dei limiti di
dose estremamente cautelativi
Sono associati all’esposizione a livelli di dosi medio bassi e bassi di radiazioni ionizzanti.
Non esiste una dose soglia né esiste una gradualità dell’effetto; l’unica dipendenza dalla dose che
si osserva è un aumento della probabilità che l’effetto avverso (che ha natura neoplastica)
avvenga, ma non assolutamente l’aumento della gravità dell’effetto neoplastico
Unica relazione diretta: 100 millisievert (modello lineare tra probabilità e esposizione)
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Grandezze dosimetriche:
• DOSE ASSORBITA MEDIA: Considera il punto specifico → Energia ceduta dalla radiaz in un
punto specifico (Gray) (ponderata sul volume di una determinata entità biologica)
• DOSE EQUIVALENTE: sommatoria della dose assorbita media moltiplicata per un fattore di
ponderazione adomensionale specifico per ogni tipo di radiazione
• DOSE EFFICACE: sommatoria della dose equivalente per un fattore di ponderazione per tutti gli
organi specifici (es: midollo osseo> neuroni)
Ultime due sempre J/Kg però NON Gray ma Sievert (concetti epidemiologici ma
radioprotezionistici) → valuta gli effetti avversi sull’individuo= DETRIMENTO SANITARIO
Fondo naturale di radiazione= 2,4 milliSievert di dose efficace l’anno → IN ITALIA >3 mS
- Classifica lavoratori a rischio e zone lavorative in zona sorvegliata (sussiste per i lavoratori in essa
operanti il rischio di superamento, su base annua, dei limiti di dose fissati per il pubblico) e zona
controllata (zona dove è possibile che nell’arco di un anno solare vengano superati determinati
limiti dosimetrici che non riguardano il singolo operatore. solo ad apparecchio funzionante)
D. Lgs. n. 151 denominato “Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e di
sostegno della maternità e della paternità” —> tutela la donna durante la maternità e
garantisce il diritto del bambino ad un’adeguata assistenza da parte di entrambi i genitori.
Dal 2008 il trattamento dei genitori adottivi o affidatari è stato sostanzialmente equiparato a quello
dei genitori naturali in materia di congedi di maternità, paternità e parentali, cambiano solo le
decorrenze, riferite alla data d’ingresso in famiglia ed i limiti di età del minore.
DIVIETO DI DISCRIMINAZIONE
“divieto di discriminazione fondata sul sesso” particolare riguardo ad ogni trattamento meno
favorevole in ragione dello stato di gravidanza, nonchè di maternità o paternità, anche adottive,
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Le assenze dal lavoro per congedo di maternità/paternità sono considerate come attività
lavorativa → 80% o 100% del trattamento economico [<1-2 mesi - >3-4 mesi dal parto]
In base al principio di non discriminazione, le lavoratrici a tempo parziale hanno diritto a tutte le
indennità previste in proporzione all’orario ridotto della prestazione lavorativa
DIVIETO DI LICENZIAMENTO
Le donne lavoratrici hanno diritto alla conservazione del posto di lavoro per un periodo
predeterminato dalla legge.
Il divieto di licenziamento vige dall’inizio del periodo di gravidanza fino al compimento del primo
anno di età del bambino.
Il divieto di licenziamento si estende anche al padre lavoratore che fruisce del congedo di
paternità, [solo in caso di decesso o grave infermità della madre, abbandono o affido esclusivo]
per tutta la durata, fino al compimento di un anno di età del bambino
Nei casi in cui il licenziamento è consentito e la risoluzione del rapporto di lavoro si verifica
durante il periodo di astensione obbligatoria o di astensione obbligatoria anticipata, la
lavoratrice ha ugualmente diritto alla indennità di maternità per l’intero periodo
CONGEDO
Per congedo di maternità si intende l’astensione obbligatoria dal lavoro della madre lavoratrice
che comprende di norma:
Prima del parto
- i 2 mesi antecedenti la data presunta del parto ed il giorno del parto;
- i periodi di interdizione anticipata, disposti dall’azienda sanitaria locale per gravidanza a rischio,
oppure dalla direzione territoriale del lavoro per mansioni incompatibili;
Dopo il parto
- i 3 mesi successivi al parto e in caso di parto avvenuto dopo la data presunta, i giorni compresi
tra la data presunta e la data effettiva;
- i giorni non goduti prima del parto, qualora il parto avvenga in data anticipata rispetto a quella
presunta.
Tali giorni si aggiungono al periodo di congedo di maternità dopo il parto, anche qualora la
somma dei periodi ante e post partum superi il limite complessivo di cinque mesi;
- i periodi di interdizione prorogata disposti dalla direzione territoriale del lavoro per mansioni
incompatibili con il puerperio.
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Adozione—> II congedo di maternità spetta alla lavoratrice madre o in alternativa al lavoratore
padre, nei primi 5 mesi successivi al giorno dell’effettivo ingresso del minore in famiglia anche
qualora il minore raggiunga la maggiore età durante il congedo.
Adozione / affidamento preadottivo internazionale
Il congedo di maternità può essere fruito entro i 5 mesi successivi all’ingresso del minore in Italia
più il giorno dell’ingresso stesso.
Se, invece, l’interruzione di gravidanza si verifica dopo il 180° giorno (compreso) dall’inizio della
gestazione o nei casi di bambino nato morto o deceduto successivamente al parto, la lavoratrice
ha diritto a cinque mesi di astensione obbligatoria con relativa indennità di maternità, salvo che
non si avvalga della facoltà di riprendere l’attività lavorativa.
ADEMPIMENTI
In base al comma 1 dell’art.21 del T.U., prima dell’inizio del periodo di divieto al lavoro (quindi
entro il 7° mese dall’inizio della gestazione), le lavoratrici devono presentare al datore di lavoro e
all’ente che eroga l’indennità, apposita domanda corredata da certificato medico attestante la
data presunta del parto.
Successivamente entro 30 gg, la lavoratrice deve presentare il certificato di nascita del figlio, o
la dichiarazione sostitutiva. Per quanto riguarda l’INPS la domanda di maternità (o paternità) e la
successiva comunicazione della nascita e delle generalità devono essere presentate in modalità
telematica attraverso uno dei seguenti canali:
- Web -INPS
- Patronati.
allegare la documentazione —>ad esempio provvedimenti di interdizione, di adozione o
affidamento, autorizzazione all’ingresso in Italia del minore in adozione o affidamento preadottivo,
attestazione dell’ingresso in famiglia del minore adottato o affidato.
Il certificato medico di gravidanza ed ogni altra certificazione medico sanitaria devono essere
presentati in originale alla struttura INPS competente.
- nel caso di gravi complicanze nella gravidanza, per problemi di salute che mettono a rischio la
gravidanza oppure per preesistenti forme morbose che si presume possano essere aggravate
dallo stato di gravidanza;
- quando le condizioni di lavoro o ambientali siano pregiudizievoli alla salute della donna e del
bambino;
TRATTAMENTO ECONOMICO
La prestazione economica è a carico dell’INPS, ancorchè anticipata dal datore di lavoro ed è pari
all’80% dell’ultima retribuzione mensile intera.
L’indennità è corrisposta per tutto il periodo di congedo.
Per i periodi di congedo di maternità, non è richiesta, in costanza di rapporto di lavoro, alcuna
anzianità contributiva pregressa ai fini dell’accreditamento dei contributi figurativi per il diritto alla
pensione e per la determinazione della misura della stessa.
La lavoratrice ha diritto di beneficiare di eventuali miglioramenti previsti dalla legge o da accordi
collettivi che le sarebbero spettanti durante l’assenza.
L’indennità di maternità spetta fino al termine del 7° mese dopo il parto—> lavoratrice madre
addetta a lavori pericolosi, faticosi o insalubri che non possa essere adibita ad altre mansioni e
debba assentarsi dal lavoro per provvedimento degli Organi Ispettivi.
Il trattamento economico di maternità a carico dell’INPS spetta anche in caso di cessazione del rapporto
di lavoro per scadenza del termine che si verifichi durante i periodi di maternità. Spetta inoltre alle lavoratrici
che, all’inizio del congedo, siano sospese, assenti dal lavoro senza retribuzione o disoccupate da non
più di 60 giorni.
Riposi giornalieri 2 ore al giorno fino ad un anno la madre o il padre solo nei
di vita del bambino casi specifici
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TRATTAMENTO ANZIANITÀ DI FERIE GRATIFICA CONTRIBUTI
ECONOMICO SERVIZIO NATALIZIA FIGURATIVI
Congedo per No si no no Si
Riposi 100% Si Si Si Si
giornalieri
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