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SCHEMI MEDICINA DEL LAVORO [Alessandra F & Anita F.

- STORIA
• 1883: prima normativa riguardo all’assicurazione volontaria per gli infortuni

• 1898: assicurazione obbligatoria (tutelare il rischio di infortuni sul lavoro→ eventi acuti)

• 1929: tutela per 6 malattie professionali (intossicazione da Pb e Silicosi)→ individuazione di un


gruppo di pato legate chiramente al mondo del lavoro : TUTELA DELLE MALATTIE

• 1933: malattie professionali → INAIL (Istututo Nazionale Assicurativo verso Infortuni/Malattie


professionali) Istituto nazionale di riferimento per la valutazione delle malattie professionali e le
problematiche di risarcimento

• 1970: Statuto dei lavoratori → pone vincoli precisi per la sorveglianza sanitaria per alcune
tipologie di attività lavorative a rischio (controllo periodico da parte dei medici)

• 1991: D. Lgs 277 definisce la figura del medico competente che svolgerà l’attività di
sorveglianza sanitaria (ha una preparazione specifica nel campo della medicina
occupazionale)→ sorveglianza e valutazione dei lavoratori

• 1994: D. Lgs 626 → riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori
durante il lavoro (abrogato dall'articolo 304 del decreto legislativo n. 81 del 2008)
• 2008: D. Lgs 81 → testo unico fondamentale in materia di tutela della salute e sicurezza nei
luoghi di lavoro *

PRESUNZIONE DEL RISCHIO (prevenzione tecnica) → VALUTAZIONE DEL RISCHIO (sicurezza


globale)

I. Decreto legislativo n°81 (9 aprile 2008) → https://www.ispettorato.gov.it/it-it/


strumenti-e-servizi/Pagine/Testo-unico-salute-e-sicurezza.aspx (versione aggiornata a
gennaio 2020): VIGENTE DISCIPLINA FONDAMENTALE → testo unico

Norma che regola attualmente le problematiche di salute e sicurezza in ambito lavorativo.

* La tutela avviene tramite la valutazione dei rischi occupazionali per la salute e la sicurezza →

1) Analisi
2) Quantificazione di tutti i rischi nei luoghi di lavoro

3) Verbalizzazione → redazione del Documento di Valutazione dei Rischi


(DVR: contiene - criteri di valutazione - risultati valutazione - strategie di prevenzione adottate)

4) Aggiornamento con - Periodicità specifiche imposte dalla normativa

- Quando intervengano modifiche dei cicli produttivi

ART.28 - COMMA 1:

DVR riguarda tutti i rischi, compresi quelli riguardanti gruppi di lavoratori esposti a rischi
particolari, lavoratrici in stato di gravidanza quelli connessi a differenza di genere, età e
provenienza, e connessi a specifica tipologia contrattuale (Considerazione della SUSCETTIBILITà
INDIVIDUALE)

Procedure obbligatorie per TUTTI i datori di lavoro in TUTTI i contesti occupazionali (privati e
pubblici) per TUTTI i possibili rischi → prevenzione e protezione

II. Attori della sicurezza:

• INTERNI:

- Datore di Lavoro (DDL) → soggetto titolare del rapporto di lavoro, ovvero il


responsabile di uno specifico settore di attività dei lavoratori.

(Nelle pubbliche amministrazioni è identificato nel dirigente avente poteri di gestione e


dotato di autonomi poteri decisionali e di spesa → es: Direttore generale)

→ Obblighi non delegabili del DATORE DI LAVORO

1.Valutazione di tutti i rischi con elaborazione del DVR

2.Designazione del responsabile del servizio di prevenzione e protezione dai rischi (RSPP)

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→ Obblighi delegabili al quale deve adempiere (p.e. Nomina del Medico
Competente)

- Dirigenti: Delegato dal DDL che adempierà a i suoi obblighi delegabili, con la
sovrintendenza e vigilanza del DDL. Sovrintenderà una determinata area di organizz.

- Preposti → figure che hanno il compito di coordinare gruppi omogenei di lavoratori

- 2 figure di consulenza OBBLIGATORIE di cui si avvale il DDL:

• Natura TECNICA:
Servizio di Prevenzione e Protezione (con a capo un Responsabile RSPP il
quale può essere coadiuvato da uno o più addetti al medesimo servizio ASPP) → Non è
mai destinatario diretto di una sanzione, ma al suo operato risponde in prima persona il
DDL da cui è nominato

Ruolo : 1. Collaborare alla valutazione dei R e stesura del DVR

2. Partecipare a riunioni periodiche

3. Fornire un parere sui dispositivi di protezione individuale

• Natura SANITARIA:

Medico competente → Laddove la valutazione dei rischi abbia evidenziato condizioni o


processi lavorativi che potrebbero comportare rischi per la salute dei lavoratori il datore di
lavoro ha l’obbligo di predisporre - tramite il medico competente - un programma di

SORVEGLIANZA SANITARIA
(È destinatario di un profilo sanzionatorio specifico)

- Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (RLS)→ interfaccia tra


management aziendale e lavoratori SOLO per aspetti concernenti tutela di salute e
sicurezza

- Lavoratori

• ESTERNI
- Organi di Vigilanza (il più importante è quello istituito presso ciascuna Azienda
Sanitaria Locale, con competenza sul territorio) in Toscana = Servizio di prevenzione
igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro PISLL)

- Ispettorati territoriali dei luoghi di lavoro→ articolazioni periferiche del Ministero del
Lavoro

- Organismi paritetici: organizzazioni dei datori di lavoro (confindustria) e organizzazioni


sindacali (cgl, cisl)

SORVEGLIANZA SANITARIA: «Insieme degli atti medici, finalizzati alla tutela dello stato di
salute e sicurezza dei lavoratori, in relazione all’ambiente di lavoro, ai fattori di rischio professionali
e alle modalità di svolgimento dell’attività lavorativa»

Il medico competente che predispone il programma di sorveglianza sanitaria deve essere un


profilo di alta specializzazione (Laureato in M&C con specializzazione in Medicina del Lavoro /
M&C con specializzazione in Igiene o Medicina Legale previa frequenza di un master annuale che
abiliti allo svolgimento di tale funzione → abilitazione a medico competente)
Si pone come consulente globale per la tutela della S&S nell’azienda svolgendo i seguenti
compiti:

- Sorveglianza sanitaria con * visite (6 tipi diversi) → giudizio di idoneità alla mansione specifica

- Collaborazione alla valutazione dei rischi collaborando attivamente con il datore di lavoro

e le figure tecniche coinvolte → approccio integrato multidisciplinare

- Visitare i luoghi di lavoro (min 1/anno) [L’indicazione di una periodicità diversa dall’annuale deve
essere comunicata al datore di lavoro ai fini della sua annotazione nel DVR ]

- Partecipare alla Riunione Periodica→ Nelle realtà produttive con 15 o più dipendenti vi è
l’obbligo di organizzare almeno una riunione annuale tra il DDL, il RSPP, il MC e il/gli RLS

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Argomenti discussi nella riunione:

• documento di valutazione dei rischi

• andamento di infortuni e malattie professionali

• risultati, collettivi ed anonimi, della sorveglianza sanitaria

• utilizzo e aspetti tecnici dei dispositivi di protezione individuale

• formazione e informazione dei lavoratori 


- Informazione e formazione dei lavoratori → corsi di formazione aziendali

- Predisposizione di programmi di promozione della salute (hanno partecipazione facoltativa)


mirata alla realtà aziendale

- Redazione del PROTOCOLLO SANITARIO DEI RISCHI: documento che per ciascuna
mansione contiene 1) natura degli accertamenti sanitari 2) periodicità con la quale devono
essere ripetuti

È un documento strettamente sequenziale alla VdR, per cui tali accertamenti saranno una diretta
conseguenza della natura e dell’entità dei R che sono stati valutati per quella specifica mansione

- Infine il MC istituisce, aggiorna, custodisce per ciascun lavoratore una CARTELLA


SANITARIA dei Rischi → contenuti minimi individuati nel decreto ministeriale del 2016

* Visite mediche nell’ambito della sorveglianza sanitaria:

1) Visita preventiva → verificare la compatibilità tra il profilo di rischio di una determinata


mansione e lo stato di salute istantaneo del lavoratore destinato a svolgere quella mansione

- svolta idealmente dopo la firma del contratto ma prima dell’adibizione alle mansioni specifiche

- Svolta in fase preassuntiva e dunque l’esito della visita può costituire uno degli elementi di
giudizio per decidere se procedere o meno all’assunzione

2) Visite periodiche → secondo periodicità variabili sulla base di decisioni del medico competente
consequenzialmente a quelle che sono le risultanze della valutazione dei rischi o di specifiche
indicazioni normative per alcuni fattori di rischio

(Gli organi di vigilanza, laddove necessario possano disporre di una modifica di queste periodicità)

- verificare se i requisiti che hanno portato ad una idoneità allo svolgimento di una determinata
mansione in prima istanza in fase di visita preventiva persistano o meno nel tempo

- intercettare eventuali interferenze dell’attività lavorativa sulla salute del lavoratore

- Identificare modificazioni indipendenti dall’attività lavorativa dello stato di salute del lavoratore
che potrebbero in qualche modo impattare sulla sua idoneità alla specifica mansione

3) Visite su richiesta del lavoratore → richiesta straordinaria che può eventualmente essere
rifiutata dal medico se la ritiene incongrua

4) Visite per cambio mansione → pur rimanendo alle dipendenze del medesimo datore di lavoro,
al cambio di mansione è necessario svolgere una nuova visita e nuovi accertamenti
complementari a corredo, poiché ciascuna mansione specifica ha il proprio profilo di rischi

5) Visita di fine rapporto → fotografia finale dello stato di salute del lavoratore alle dipendenze di
un determinato datore di lavoro che è stato esposto a:

- Radiazioni → !!! Sorveglianza medica)

- Amianto

- Agenti chimici

- Agenti correlati a patologie di lunga latenza

Non è prevista per lavoratori esposti a agenti mutageni e cancerogeni

6) Visite a rientro dopo 60 gg di assenza per motivi di salute

Ciascuna visita si conclude con l’esperienza di un giudizio di idoneità complessivo e specifico alla
mansione:

1) Idoneità assoluta
2) Idoneità parziale (temporanea/ permanente) → gravata da prescrizioni e/o limitazioni
(ausili specifici)
3) Inidoneità (t/p)

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Giudizio in forma scritta che va a:

- Lavoratore

- DdL

Hanno entrambi diritto di presentare ricorso entro 30 gg dalla data di ricevimento del giudizio di
idoneità a attori esterni (Organi di Vigilanza presso ASL competenti) → nuovo giudizio collegiale

III. INAIL = Istituto Nazionale di Assicurazione Infortuni sul Lavoro) → istituto nazionale di
riferimento per la valutazione delle malattie professionali e le problematiche di risarcimento
1933 con l’unificazione di numerose casse private di assicurazione (ASSICURAZIONE
OBBLIGATORIA PER GLI INFORTUNI SUL LAVORO)

2011 assorbe l’ISPESL (Istiututo Superiore Protezione e Sicurezza Sul Lavoro)→ ruolo statistico

Sistema bonus malus → + infortuni ci sono + il datore di lavoro deve pagare

A. INFORTUNIO SUL LAVORO: evento scatenante improvviso e violento

[azione intensa e concentrata nel tempo che dall’esterno dell’ambiente lavorativo danneggia
l’integrità psico-fisica del lavoratore]
→ morte/ inabilità permanente/ inabilità assoluta temporanea >3 gg

Caratteristiche dell’evento: efficienza, rapidità, esteriorità (sost. tossiche, sforzi musc.,


microrganismi, condizioni climatiche)

L’evento avviene in OCCASIONE di lavoro (non durante, è necessario che si verifichi PER il
lavoro) → si crea un rapporto ANCHE INDIRETTO causa- effetto (tra l’attività lavorativa e
l’infortunio)

A provocare l’eventuale danno possono essere:

- elementi dell’apparato produttivo

- Situazioni e fattori propri del lavoratore

- Situazioni ricollegabili all’attività lavorativa

Esempio: INFORTUNIO IN ITINERE: L’INAIL tutela i lavoratori nel caso di infortuni avvenuti
durante il normale tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il luogo di lavoro.

Le eventuali interruzioni e deviazioni del normale percorso non rientrano nella copertura
assicurativa a eccezione di alcuni casi particolari, ossia se vi siano condizioni di necessità o se
siano state concordate con il datore di lavoro → sono consentite interruzioni/deviazioni:

• effettuate in attuazione di una direttiva del datore di lavoro.

• “necessitate", ossia dovute a causa di forza maggiore (ad esempio un guasto meccanico) o
per esigenze essenziali e improrogabili (soddisfacimento di esigenze fisiologiche) o
nell'adempimento di obblighi penalmente rilevanti

• interruzioni/deviazioni "necessarie" per l'accompagnamento dei figli a scuola

• brevi soste che non alterino le condizioni di rischio. (mi fermo per fare una telefonata in
sicurezza)

NB: - utilizzo di un mezzo privato → solo se necessario

- consumo di alcol, droga, psicofarmaci

B. MALATTIA PROFESSIONALE: evento scatenante lento e perpetuato nel tempo

La causa agisce in maniera lenta e progressiva sull’organismo

Secondo il TU (1965) tale causa deve essere diretta ed efficiente → in grado di produrre l’infermità
in modo esclusivo o prevalente. È ammesso il concorso di cause extraprofessionali purché vi sia
un nesso causale diretto tra rischio professionale e malattia.

Il rischio può essere dato dalla mansione o dall’ambiente in cui essa è svolta (rischio ambientale)

Le MP vengono classificate nell’ambito di un sistema tabellare (tabelle allegate al TU):

• Non tabellate
• Tabellate se (min3/3) →

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- Indicate nelle 2 tabelle (industria e agricoltura)

- Provocate da lavorazioni indicate nelle stesse

- Denunciate entro un determinato periodo dalla cessazione dell’attività


rischiosa [periodo massimo di indennizzabilità]

il lavoratore è sollevato dall’onere di dimostrare l’origine professionale della malattia. Se effettua la


denuncia all’interno del termine massimo di indennizzabilità si presume per legge che quella
malattia sia di origine professionale → PRESUNZIONE LEGALE D’ORIGINE (Superabile soltanto con la
rigorosissima prova – a carico dell’INAIL – che la malattia è stata determinata da cause extraprofessionali e non dal
lavoro.)

Corte Costituzionale: sentenza 179/1988 → introduzione Sistema misto: il sistema tabellare resta
in vigore con il principio della presunzione legale d’origine, ma è affiancato dalla possibilità per
l’assicurato di dimostrare che la malattia non tabellata di cui è portatore, pur non ricorrendo le tre
condizioni previste nelle tabelle, è comunque di origine professionale.

Prestazioni erogate dall'Inail in caso di malattia professionale: indennizza i danni provocati dalle
malattie professionali prevedendo prestazioni di carattere economico, sanitario e riabilitativo.

Le prestazioni erogate dall'Inail in caso di malattia professionale.

IV. ERGO(lavoro) NOMIA(amministrazione): disciplina scientifica che si occupa dei Problemi


relativi al lavoro umano→ valutazione e menagement dei rischi occupazionali → soluzioni
idonee a esigenze psico-fisiche dei lavoratori

Studia il rapporto tra uomo e ambiente → ↑ produttività - ↓sforzo psico-fisico

1961 furono create: - l’ associazione nazionale di ergonomia

- la società italiana di ergonomia

ART 15 del D. Lgs. 81/2008: Il rispetto dei principi ergonomici nell’organizzazione del lavoro, nella
concezione dei posti di lavoro, nella scelta delle attrezzature e nella definizione dei metodi di lavoro
e produzione, al fine di ridurre gli effetti sulla salute del lavoro monotono e di quello ripetitivo.

Il datore di lavoro prende le misure necessarie affinché il posto di lavoro e la posizione dei
lavoratori durante l’uso delle attrezzature presentino requisiti di sicurezza e rispondano ai principi
dell’ergonomia.

Da un punto di vista didattico l’ergonomia viene suddivisa in 3 sub-discipline:

1. Ergonomia FISICA → es. studio della movimentazione manuale dei carichi, movimenti
ripetitivi, posture incongrue→ quindi compatibilità tra caratteristiche antropometriche,
fisiologiche e biomeccaniche e parametri statici e dinamici del carico di lavoro fisico.

2. Ergonomia COGNITIVA → si occupa dei processi mentali nelle interazioni tra lavoratore e altre
componenti del sistema occupazionale/ sociale/ ambientale (ruolo dell’attenzione, della
vigilanza, della memoria, della capacità di apprendimento, dei processi decisionali e
dell’abilità operativa nella progettazione dei sistemi di lavoro)

3. Ergonomia ORGANIZZATIVA → ottimizzazione dei sistemi di lavoro (strutture, norme, processi


organizzativi) → valutazione e l’ottimizzazione delle risorse umane, la comunicazione e le
relazioni tra i singoli e i gruppi di lavoro, la progettazione e la gestione dei processi produttivi e
la pianificazione degli orari e dei turni di lavoro.

L’uomo e la tecnologia occupazionale

• È impossibile generare una nuova tecnologia senza l’uomo che la progetta, la sviluppa, la
applica e la gestisce. 


• L’inadeguatezza tecnologica, conseguente ad una progettazione umana non ottimale, può


compromettere la performance occupazionale. 


• L’inadeguatezza progettuale dell’uomo può comportare una riduzione dell’efficienza della


tecnologia. 


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- Rischi occupazionali di natura biomeccanica- : Quadro normativo di riferimento → TITOLO VI,
ALLEGATO XXXIII del d. Lgs 81
• MOVIMENTAZIONE MANUALE DI CARICHI (le operazioni di trasporto o di sostegno di un
carico ad opera di uno o più lavoratori, comprese le azioni del sollevare, deporre, spingere,
tirare, portare o spostare un carico, che, per le loro

caratteristiche o in conseguenza delle condizioni ergonomiche sfavorevoli, comportano rischi di


patologie da sovraccarico biomeccanico, in particolare dorso-lombari.)

• MOVIMENTI RIPETUTI DEGLI ARTI SUPERIORI oggetto di valutazione dei rischi

• POSTURE INCONGRUE

Tali norme si applicano alle attività lavorative che comportino per i lavoratori ↑ rischi per patologie
da sovraccarico biomeccanico (in particolare dorso-lombari) → patologie delle strutture
osteoarticolari, muscolotendinee e nervovascolari.

Per evitare ciò l datore di lavoro

- adotta le misure organizzative necessarie e ricorre ai mezzi appropriati, in particolare


attrezzature meccaniche, per evitare la necessità di una movimentazione manuale dei carichi da
parte dei lavoratori

- fornisce ai lavoratori le informazioni adeguate relativamente al peso ed alle altre caratteristiche


del carico movimentato.

- assicura ad essi la formazione e addestramento adeguatI in relazione ai rischi lavorativi ed alle


modalità di corretta esecuzione delle attività. 


Valutazione del rischio:

1) ELEMENTI DI RIFERIMENTO (caratteristiche del carico, sforzo fisico richiesto, caratteristiche


ambiente di lavoro)

2) FATTORI INDIVIDUALI DI RISCHIO (idoneità fisica tenendo conto differenze di genere e età,
indumenti o calzature inadeguati portati dal lavoratore, insufficienza o inadeguatezza di
conoscenza, formazione, addestramento.

→ Verifica e stima del rischio esistente in operazioni che potrebbero comportare l’insorgenza di
patologie da sovraccarico biomeccanico, in particolare dorso-lombare

→ meccanizzare o automatizzare le operazioni

→ Qualora non si possa automatizzare le operazioni:

- Adozione di misure di prevenzione e riduzione dei rischi

- Attuazione di sorveglianza sanitaria

- Informazione, formazione e addestramento

V. Patologie polmonari professionali


In ambito occupazionale la via principale di introduzione di tossici è la via inalatoria, seguita
come modalità di introduzione di sostanze xenobiotiche dalla via transdermica.

La via inalatoria è costituita sia dall'albero respiratorio sia dal polmone che rivestono
un'importanza fondamentale per le patologie.

MECCANISMI DI DIFESA DEL POLMONE:

• L'anatomia delle vie primissime respiratorie ( peli del naso) blocca particelle più grossolane

• tosse e dallo starnuto: provocano l'emissione di aria ad elevata velocità dal polmone e
possono rimuovere particelle rimaste intrappolate.

• parete cellulare particolare: si alternano le cellule ciliate a cellule caliciformi che producono il
muco → sorta di gel nel quale sono immerse le ciglia e su questo gel possono essere
depositate particelle estranee e il movimento ciliare fa sì che ci sia una pulizia con una
progressione di questo stato superficiale dall'interno verso l’esterno → CLEARANCE MUCO-
CILIARE

• immunoglobuline: meccanismi di difesa più raffinati a livello alveolare e dei bronchioli terminali.

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• Il bronchiolo terminale è importante per le sue dimensioni → Barriera anatomica di 5 micron
FRAZIONE RESPIRABILE: 0,5- 5 micron
• Macrofago alveolare → spesso è anche la causa dei fenomeni eziopatogenetici di FIBROSI
INTERSTIZIALE:

Se si attiva → + fibroblasto → ↑ collageno → fibrosi → ↑ interfaccia alveolo- capillare →

↓ scambi gassosi → INSUFFICIENZA RESPIRATORIA

PATOLOGIE:

• Pneumoconiosi (etimologia “pneumo”=polmone, “conios”=polvere): rappresenta una serie


di patologie in cui abbiamo un deposito di polveri inorganiche nel polmone (anche le
malattie su base allergica potrebbero rientrare in questo gruppo se non fossero polveri
organiche, infatti gli allergeni sono sostanze sostanzialmente proteiche)

• Malattie su base allergica o immunologica → Asma bronchiale e Polmonite da


ipersensibilità (=Alveolite Allergica Estrinseca)

• Broncopneumopatie acute o croniche

(causate da ozono e gas nitroso)

• Carcinomi delle vie respiratorie o del polmone o della pleura

(causate da amianto, silice, polveri del legno, gas radon)

• Miscellanea (tutto ciò che non si riesce ad inquadrare nelle altre categorie). 


1. PNEUMOCONIOSI
Si classificano in:

• Pneumoconiosi Fibrogene: 

sono quelle più pericolose, possono causare una reazione di tipo fibrotico e quindi avremo
insufficienza respiratoria da limitazione degli scambi gassosi a livello del polmone. È una
patologia molto importante, normalmente ingravescente. All'interno di questa ci sono due
malattie di gran lunga più importanti, che conferiscono un aspetto polmonare diverso:

-  Silicosi, malattia legata all'inalazione della silice libera cristallina la cui conseguenza è
una fibrosi polmonare. → Aspetto nodulare 


- Asbestosi, legata ad una fibra: l'amianto. Ultimamente l'amianto è più legato


all'insorgenza dei carcinomi piuttosto che all'asbestosi.

La fibrosi causata da amianto ha un aspetto più diffuso a tutto il parenchima

• Non Fibrogene:

Le polveri sono inalate e si depositano ma non innescano una fibrosi polmonare,
l'architettura polmonare rimane sostanzialmente immutata e la reazione del parenchima è
minima e reversibile. Tra queste annoveriamo: l'inalazione di ferro (siderosi), quella da
stagno (stannosi), quella da bario (baritosi), da graGite (antracosi). Nella silicoantracosi
vengono inalati silice e carbone ed è la silice quella che causa la patologia. 


• Granulomatose:

berilliosi (non avremo tempo di parlarne, patologia interessante seppur abbastanza rara).

talcosi 


SILICOSI = pneumoconiosi fibrogena dovuta all’inalazione di polveri contenenti quantità


variabili di silice.

La silice è una componente della crosta terrestre e si trova sotto forma di:

- silice libera

- Biossido di silicio

- Stato cristallino (quarzo)

- Silice amorfa anidra (pietra pomice)

Soggetti a rischio: coloro che lavorane le ultime due forme

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SILICOSI → Lesioni fibrotiche NODULARI

Noduli silicotici:
- dimensioni di 1-2 micron

- agglomerato di cellule (macrofagi, linfociti, fibroblasti) organizzato attorno ad una zona centrale
di granuli di silice.

- Localizzati intorno a strutture vascolari e piccole vie aeree → capillari congesti e vie aeree
obliterate

- Tendono ad ingrandirsi anche una volta cessata l’esposizione → si aggregano formando masse
sclerotiche di varia forma (cm) → masse confluenti → retrazione delle porzioni superiori del
polmone → marcata distorsione dell’architettura polmonare → alterazioni enfisematosi &
impedimento agli scambi gassosi

Esposizione (quantità di silice inalata) = caratteristiche del ambiente di lavoro (chiuso/aperto)


+ tipologia di lavoro svolto (faticoso → ↑ frequenza respiratoria)

Attività a ↑ Rischio: lavoratori in gallerie, miniere, edilizia, lavorazione della pietra (DA FARE A
UMIDO) , industria vetraria

Tipologie di silicosi polmonare:

1. A decorso cronico semplice → forma blanda, sopravvivenza di >40 aa

2. A decorso cronico complicato con fibrosi massiva → forma classica

3. A decorso acuto o accelerato (dispnea a insorgenza precoce → pochi anni: 4-8) dipende
anche dalla suscettibilità individuale (legata a fattori genetici)

Sintomi uguali per tutte: dispnea da sforzo solo nelle fasi avanzate e progredisce con dispnea a
riposo → compressioni delle strutture vascolari polmonari → ipertensione polmonare → cuore
polmonare cronico → edema agli aa inferiori, ristagno vascolare a livello epatico

4. (Proteinosi alveolare silicotica )

Diagnosi:

1)  Anamnesi del rischio 



È necessario ricostruire il rischio, la portata dell’esposizione e se ci sono stati sistemi di 

protezione. 


2)  Anamnesi patologica: dispnea e tosse


3)  Esami strumentali e di laboratorio

-  Prove di funzionalità respiratoria:



Sono molto pratiche, non invasive e ci danno un’idea della progressione.

silicosi→ una malattia del polmone profondo che limita gli scambi gassosi →
forma restrittiva caratterizzata da ↓ della CV.
Molto spesso in realtà si trova una forma mista con componente ostruttiva
importante e ↓ di FEV. → accanto al polmone profondo, viene interessato anche il
bronco: la polvere è irritante per le vie respiratorie e quindi tende a favorire
patologie croniche (infatti molto spesso coesiste bronchite cronica). Questa
situazione è favorita anche dal fumo di sigaretta e dal fatto che le vie respiratorie
possono essere stirate, compresse e alterate dalla presenza di masse di silicosi.


-  Diagnostica per immagini:

RX e TAC → classificazione ILO valuta:

Quantità delle lesioni

Grandezza delle lesioni 


SILICOSI CORRELATA A ALTRE PATO:

1. BPCO

2. Carcinoma pomonare

3. TBC

4. Pato extrapolmonari: connettiviti e vasculiti

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Prevenzione:

a. Abbattimento die rischi → ↓ polvere nell’aria (sistemi di ventilazione)

b. Riduzione delle polveri inalate → ↓ dose che arriva al polmone (DPI)

c. Sorveglianza sanitaria periodica → spirometria

VI. Amianto
minerale —> affiora sulla superficie terrestre; cave, non esistono le miniere.

aspetto fibroso —> essere annodato, tessuto

Le fibre d’amianto possono essere divise in 2 grandi famiglie:

- Anfiboli (amianto blu). A loro volta organizzati in tanti sottogruppi: la Crocidolite (o amianto blu),
l’Amosite (o amianto bruno), l’Antoillite e l’Actinolite.
- Serpentini, di cui fa parte solo l’amianto Crisotilo (amianto bianco).E’ una famiglia molto
complessa e di fatto la patologia principale legata all’amianto (il mesotelioma pleurico) è
collegata a tutti i tipi di amianto (anche se maggiormente crocidolite e crisotilo).

L’amianto è stato utilizzato tantissimo in passato (fino al 1992, anno in cui ne è stato proibita
l’estrazione e l’utilizzo) perché ha tante proprietà importanti:

1. Resistenza a fattori fisici come il fuoco o il calore—> coibentante e isolante termico/ materiale
ignifugo.

2. Resistenza meccanica: all’abrasione, all’usura—> nei freni e nelle frizioni [contaminazione


ambientale]

3. Isolante elettrico—>cattivo conduttore

4. forma fibrosa + alta flessibilità —> tessile, trasporti, settore edile

5. amalgamarsi ad altri composti —> cemento-amianto, vernici con fibre d’amianto nelle
carrozze dei treni o nelle navi

6. capacità fonoassorbente. 


Gli esposti all’amianto sono:



1) Esposizione professionale -> tutti coloro che lavorano direttamente l’amianto, come:

- Lavoratori delle cave, esempio nel Piemonte.

- Lavoratori dell’edilizia, in chi maneggia il cemento-amianto

- Nell’industria delle vernici e in chi lavora in ambienti che dobbiamo isolare dal calore come la
siderurgia o le vetrerie. [ Pistoia —> azienda ferroviaria, la Breda, grandissima incidenza di
mesotelioma a causa della verniciatura con pistola a spruzzo delle pareti delle carrozze [fibre
d’amianto]; anche lavoratori nei cantieri navali.

- Idraulici, che negli anni 60’-70’ pannelli coibentati degli impianti idraulici senza adeguate
protezioni

2) Esposizione paraprofessionale -> soggetti che non lavorano direttamente il materiale ma sono
più esposti della popolazione normale, come:

- Familiari dei lavoratori dell’amianto. le tute da lavoro—> contaminazione dell’ambiente


domestico

3)  Esposizione non occupazionale -> legata alla presenza di amianto nell’ambiente.

- Abitanti nei pressi di cave di amianto

- a Prato, nell’industria dei cenci—>dentro a delle sacche in cui era stato contenuto e
trasportato l’amianto.

- L’eternit (fibre di amianto sciolte nel cemento); improbabile che la fibra di amianto possa
essere dispersa nell’ambiente, SOLO se viene maneggiato impropriamente: forato con un
trapano, rotto, danneggiato, o per le cisterne dell’acqua.

- Discariche abusive di amianto. La dismissione dell’amianto può essere fatta solamente


tramite delle norme di legge ben precise.

- Nei pannelli coibentanti dei prefabbricati costruiti negli anni 60’.

- Carrozze ferroviarie.

- Zone portuali o cantieristiche (Livorno, Genova...,)

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4)  Esposizione domestica -> presenza di amianto in oggetti di uso comune:

- Un esempio sono i teli utilizzati negli assi da stiro.

- I primi phon per asciugare i capelli sviluppavano un calore enorme e quindi erano coibentati
con foglietti d’amianto. 


pericoloso quando la fibra viene inalata—> patogenesi infiammatoria —> fibrosi polmonare,
oppure tumore.

Si parla di fibra —>il rapporto tra il diametro trasversale e longitudinale > a 3 (quindi è una
particella allungata)—>deve essere in grado di superare l’ostacolo del bronchiolo terminale
(“largo” solamente 5 micron).

In realtà se sono sufficientemente sottili, possono incunearsi nel bronchiolo terminale, sia perché
alcune fibre essendo aghiformi possono perforare i bronchioli. Questo spiega anche perché una
delle prime fasi di una patologia da amianto sia un’infiammazione (bronchiolite) che nasce a
causa della lesione dei bronchioli.

Le PATOLOGIE del polmone legate all’amianto sono:

ASBESTOSI
pneumoconiosi, cronica—> infiammatoria [alveolite] può esitare in una fibrosi interstiziale diffusa
perialveolare.

Non c’è un aspetto nodulare [silicosi] ma fibrosi deficit funzionale respiratorio di tipo restrittivo.

AP: lesioni “bastoncelli”, o “aghetti”—> corpuscoli dell’asbesto fibre aggredite da varie cellule
della flogosi che si sono organizzate tutto intorno con una specie di guaina di materiale necrotico.
anche BAL e biopsia

Non è indice di patologia, ma indice di forte esposizione all’amianto (probabile una patologia
amianto-correlata).

Si manifesta dopo un intervallo di tempo di 10-15 anni.

DISPNEA —> inizialmente da sforzo—> poi a riposo.

Può comparire una TOSSE SECCA —>fino all’insufficienza respiratoria.

DIAGNOSI si fa con:

1. Anamnesi occupazionale [quantificazione del rischio]—>condizioni del lavoro, DPI


2. La semeiotica dice poco o nulla—>possiamo avere dei crepitii sub-crepitanti.
3. Prove di funzionalità respiratorie—> restrittiva, con manicotti di fibrosi che avvolgono gli
alveoli e disturbano gli scambi gassosi.

4. BAL: dà un pattern di flogosi specifico e ci consente di ricercare i corpuscoli dell’amianto


o le fibre dell’amianto all’interno del polmone profondo.
5. Rx torace è l’elemento cardine della diagnosi. Troviamo un aspetto di interessamento
reticolare del polmone [soprattutto alle basi], fino ad un polmone a nido d’ape.
6. TC torace molto evidente l’aspetto reticolare.

INTERESSAMENTO PLEURICO BENIGNO:


a)  Placche pleuriche: SOLO indice di grande esposizione.
possono diventare grosse, numerose e confluenti—>compromettere la meccanica respiratoria
[Normalmente multiple e simmetriche, margine regolare e si possono vedere macroscopicamente
(all’autopsia) e alle indagini strumentali come Rx e TC] 

Non c’è una documentazione della possibile evoluzione di una placca in mesotelioma (anche se si
verificheranno più frequentemente rispetto alla popolazione normale i mesoteliomi). L’INAIL —>
un’indennità anche per la presenza delle placche perché la loro presenza è segno di una
probabilità maggiore di andare in contro a patologie amianto-correlate.
b)  Pleuriti recidivanti: sono aspetti infiammatori che si risolvono spontaneamente—>poi
ritornano; segno di una situazione polmonare che può evolvere verso un mesotelioma. Provocano
versamenti pleurici recidivanti. 

c)  Inspessimenti pleurici diffusi 


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PATOLOGIE PLEURICHE MALIGNE:

AIRC: amianto—> 2 patologie neoplastiche principali: carcinoma del polmone e mesotelioma
pleurico. [altre neoplasie amianto-correlate:carcinoma laringeo/mesotelioma
peritoneale/i tumori della vagina/del testicolo/ carcinoma ovarico]

MESOTELIOMA PLEURICO

tumore molto raro—> l’esposizione all’amianto si trova nel 70% dei soggetti che lo sviluppano.
una sovrapposizione tra i luoghi con maggior frequenza di queste 2 neoplasie e i luoghi dove
maggiore è l’esposizione ambientale all’amianto

Il mesotelioma —>alla Rx e alla TC: aspetto a “corona di Rosario” o come una calotta

latenza —> molto elevata; circa 20 anni di latenza ma ci siamo accorti che la latenza è ancora
più lunga [il picco di neoplasie non l’abbiamo avuto]. Le ultime stime sono di una latenza
probabilmente di 25-30 anni. [non si era tenuto conto della vita media]


Il bando dell’amianto è stato fatto nei paesi occidentali (da noi nel 1992), ma non è stato fatto nei
paesi dell’est del mondo come la Cina o la Russia—>dovranno aspettare per almeno altri 30 anni
un incremento di incidenza.

problematiche aperte:

- una latenza così lunga che ancora ci costringe ad attendere tanti casi,

- molto amianto pericoloso è sparso nell’ambiente e deve essere eliminato (secondo le norme
vigenti) o reso sicuro (ad esempio verniciando l’eternit con un materiale plastico particolare che
isola la superficie potenzialmente pericolosa dall’ambiente circostante).

VII. Asma bronchiale e Polmonite da ipersensibilità

- Asma bronchiale—> in aumento

- Polmoniti da ipersensibilità—>poco frequenti


ASMA BRONCHIALE
asma occupazionale → malattia caratterizzata da una limitazione reversibile del flusso aereo +
iperreattività bronchiale dovuta a condizioni attribuibili ad un ambiente lavorativo e non a stimoli
incontrati al di fuori di questo.

due forme:

- Asma occupazionale propriamente detta: quando la sostanza che provoca l’asma è presente
SOLO in ambiente lavorativo.

- Asma non occupazionale ma aggravata dal lavoro: asma comune aggravata dalla 

condizione di lavoro

una delle pato respiratorie + comuni, in aumento → le sostanze che causano l’asma aumentano
in continuazione [almeno il 2% (qualcuno parla dell’8-10%) dei casi di asma siano su base occupazionale]

L’incidenza (e la gravità) dipenderà dal tipo di attività che viene svolta e dal tipo di sostanza
utilizzata.

Alcuni allergeni → potenza molto elevata ; altri → potenza minore.



L’incidenza è sottostimata per:

1. difficoltà diagnosi certa di asma professionale: difficile determinare con certezza l’allergene
responsabile.

2. effetto “lavoratore-sano”: un lavoratore affetto da patologie legate ad una certa esposizione


tende a cambiare attività lavorativa o viene rimosso da quel lavoro e cambia attività, si
perdono quindi i casi di patologie


AGENTI ASMOGENI

- di origine naturale
- di sintesi (il cui numero è in continua espansione)

oppure

- alto peso molecolare (natura proteica/origine animale/origine vegetale)

- basso peso molecolare (prodotti di sintesi)

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alto peso molecolare —> fornai, agricoltori, tutti i lavoratori che hanno a che fare con animali,
con derivati alimentari, ristoranti

basso peso molecolare —> farmaci, gli isocianati (come cloruene, che è responsabile di
tantissimi casi), metalli

La patogenesi è quella dell’asma:

FLOGOSI delle vie respiratorie —> tendenza al broncospasmo + edema delle pareti

ATOPIA è un FR [iperproduzione di IgE in seguito a stimoli che normalmente non la indurrebbero]

- asmogeni ad alto peso molecolare= antigeni completi—> inducono direttamente il rilascio di IgE,
- basso peso molecolare —> si legano a proteine autologhe/eterologhe—> risposta infiammatoria

CLINICA è uguale all’asma non occupazionale

diverse forme:

- Asma immediata: + frequente; lasso di tempo breve (entro 15 minuti) dall’esposizione

- Asma ritardata: dopo qualche ora (1-3/4 ore) dall’esposizione; problemi diagnostici → manca
la relazione temporale di causalità. Ad esempio se abbiamo una crisi che insorge la notte noi
subito ipotizziamo un’allergia al dermatofagoide (il comune acaro che si ciba delle nostre
deiezioni cutanee e alberga nei materassi); magari invece è un’asma occupazionale ritardata.

- Bifasica (o “dual”): ha un picco immediato, poi regredisce e avviene un altro picco ritardato
alcune ore dopo.

- Asma progressiva: un lento deterioramento della funzione respiratoria.



Dato che dal punto di vista clinico non si differenzia dall’asma non occupazionale, dobbiamo
ricercare i dati che la inquadrano come occupazionale: 


1) Anamnesi lavorativa. Vogliamo:

- Capire se nella sua attività esiste un’esposizione ad allergeni già noti (ad ora più di 300
sostanze sono documentate come asmogene!).

- Capire se utilizza o meno delle maschere o altri sistemi di protezione. Capire qualcosa del
suo ambiente lavorativo.

- Capire se tra i suoi colleghi qualcun altro presenta simile sintomatologia (questo ci dice ad
esempio che se l’80% ha la stessa sintomatologia, più che ad un problema di sensibilizzazione
penseremo ad un problema irritativo).

- Determinare la dose cumulativa di allergene inalato.


- Capire con domande specifiche il timing di insorgenza della crisi asmatica (durante il
lavoro o a casa? Mentre svolge determinate mansioni?) , le condizioni che ne favoriscono
l’insorgenza e se le crisi sono insorte recentemente o se sono insorte a seguito di modifiche del
ciclo lavorativo (sono state introdotte sostanze nuove o macchine nuove?)
a complicare la diagnosi: casi in cui può passare anche molto tempo prima che una persona si
sensibilizzi ad una sostanza, per cui magari diventa allergica ad un materiale che ha utilizzato
normalmente per molti mesi o anni. (normale anche nell’asma non occupazionale. )

2) Test di arresto-ripresa: valutare se c’è remissione alla sospensione dell’esposizione sul lavoro.
Si fa spesso in ambito occupazionale, anche per patologie dermatologiche.

3)  Dati strumentali:

• Spirometria: esame non invasivo e ripetibile all’infinito → ci permette di seguire lo


sviluppo della sintomatologia nel tempo.

svantaggi:
- ha però che richiede che i test siano fatti bene dall’operatore e anche dal soggetto
(che ci sia una buona compliance).

- vanno fatti direttamente sul luogo di lavoro poiché è lì che dobbiamo ricercare
l’esposizione (ad esempio eseguire una prova respiratoria prima dell’inizio del
turno, alla pausa pranzo e alla fine del lavoro).

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Oggi per fare questo sono disponibili anche dei sistemi portatili. Se troviamo una
riduzione del FEV1>20% → ostruzione delle vie aeree → valutarne la reversibilità
somministrando un broncodilatatore.

I sistemi portatili permettono il monitoraggio della funzione respiratoria 5 volte/


die per 2 settimana. Il lavoratore stesso autonomamente dovrà riportare il valore
ottenuto su un grafico. Il vantaggio è che il paziente potrà prendere 5 misurazioni
in un giorno e anche nei giorni di riposo in cui sta lontano dal lavoro (potremo
vedere la differenza del FEV1 durante l’esposizione e senza esposizione).

svantaggio: apparecchioaffidato al soggetto che dovrà fare il test in maniera


corretta e dovrà riportare correttamente il valore ottenuto. C’è bisogno di una
buonissima compliance e non potrà essere utilizzata dal punto di vista medico-
legale.

Tutto questo è migliorato con alcuni micro-registratori di funzione respiratoria che


eliminano il bisogno che il paziente riporti autonomamente il proprio risultato
(ma rimane il problema della compliance).

4)  Test allergologici:

• Skin prick test

• Ricerca di Ig totali o specifiche verso determinati allergeni.

• Test di stimolazione bronchiale aspecifica con metacolina → ricerca della


broncoreattività dei soggetti asmatici (ce l’hanno anche in condizioni normale per cui
gli bastano stimoli aspecifici bassi per innescare una crisi respiratoria).

• Test di broncostimlazione specifica: facciamo inalare concentrazione crescenti di


un allergene occupazionale ad un soggetto e vediamo a quale dose sviluppa una
riduzione del FEV1>20%. E’ il GOLD STANDARD per la diagnostica ma può essere
fatto solamente in ambito ospedaliero (inneschiamo nel paziente una crisi
asmatica) e dobbiamo sorvegliarlo per 4-5 ore (perché la crisi potrebbe essere
tardiva).

POLMONITE DA IPERSENSIBILITA’ detta anche Alveolite Allergica Estrinseca

È un processo reattivo di tipo infiammatorio granulomatoso (a granulomi non caseificanti)

Localizzazione a livello dell’interstizio polmonare per l’inalazione degli agenti scatenanti.

Tali agenti hanno una carica antigenetica molto elevata → causano la formazione di
IMMUNOCOMPLESSI (reazione allergica tipo III) o GRANULOMI (r.a. tipo IV) nell’interstizio →
tendono a precipitare sulle pareti dei vasi → FLOGOSI.

AGENTI: solitamente sono polveri organiche contenenti antigeni (spore di batteri o funghi)

SINDROMI:

• POLMONITE DELL’AGRICOLTORE: micotossicosi polmonare

Causato da Actinomiceti termofili nel fieno ammuffito ( pH acido, ↑ umidità, ↑ temperature) estate
piovosa nel fondo del covone di fieno → ↑ CARICA ANTIGENICA (> 1 mln di spore/ cm^3)

• POLMONITE DELL’ALLEVATORE DI PICCIONI:


Causata da Batteri termofili (nell’impianto di raffreddamento / riscaldamento / umidificazione
dell’aria)

CLINICA:

- Acuta (4-8h post- esposizione) → simil influenzale (febbre notturna, brividi, tosse, dispnea)

- Cronica → più grave per cronicizzazione dal perpetuarsi del processo allergico → dispnea da
sforzo ingravescente, astenia, tosse produttiva, bronchiolite obliterativa, fibrosi polmonare
(zone superiori del polmone), insufficienza resp.

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DIAGNOSI:

- Anticorpi specifici: PRECIPITINE (IgG → si legano a antigene e precipitano su piastra agar)

- ↑ linfociti CD8+

- RX: normale / fibrosi diffusa interstiziale

- TAC: opacità a vetro smerigliato

PROGNOSI : migliore alla diagnosi precoce

TTO:

- evitare esposizione all’agente causale

- Corticosteroidi efficaci solo in ACUTO

- NO antibiotici (solo x sovrainfezione batterica)

VIII. Esposizione occupazionale a agenti biologici


L’esposizione ad agenti biologici è normata dal TITOLO X del D. Lgs 81/2008

Campo di applicazione del TITOLO X: Tutte le attività lavorative in cui vi è rischio di esposizione
ad agenti biologici (allegato 44 del D. Lgs.) → industria alimentare, agricoltura, servizi sanitari,
laboratori clinici e veterinari, smaltimento rifiuti.

In particolare il TITOLO X contempla tutte le possibilità che un agente biologico possa penetrare
un organismo e provocare danni alla salute di lavoratori e popolazione

RISCHIO BIOLOGICO
Agente biologico = qualsiasi microrganismo, coltura cellulare, endoparassita umano che potrebbe
provocare infezioni, allergie, intossicazioni.
Microorganismo = entità microbiologica (cellulare o meno) in grado di riprodursi e trasferire
materiale genetico

Si caratterizzano per 4 aspetti:

1. Infettività: capacità di penetrare nell’ospite

2. Patogenicità: capacità di produrre malattia in seguito ad infezione

3. Trasmissibilità: capacità di essere trasmesso tra soggetti

4. Neutralizzabilità: disponibilità di efficaci misure di prevenzione o terapeutiche

Sulla base di queste 4 caratteristiche, gli agenti biologici sono classificati con PERICOLOSITà
crescente in:

GRUPPO 1 → poche porbab di causare malattia negli umani

GRUPPO 2 → può causare malattia ma è poco trasmissibile e esistono misure terap e di profilassi
(P. Aeruginosas, Virus influenzali)

GRUPPO 3 → causa gravi malattie , ↑ R di propagazione, + tto e profilassi (HIV)

GRUPPO 4 → causa gravi malattie, ↑ R di propagazione, - tto e profilassi (ebola, Covid?)

OBBLIGHI DEL DdL:

A. valutazione dei R

B. Adottare misure protettive e preventive

C. Organizzare sorveglianza sanitaria specifica

D. Tenere 2 registri: 1) DEGLI EVENTI ACCIDENTALI CON R DI CONTAMINAZIONE; 2) DEGLI


ESPOSTI AD AGENTI DEI GRUPPO 3 E 4

A) Valutazione del R → valenza di 3 anni

Classificazione degli agenti bio, informare i lavoratori sulle malattie e il loro potenziali effetti

Documento di Valutazione R (aggiornato ai 3 anni o alle modifiche dell’attività lavorativa)

B) Misure protettive e preventive: Vaccini e allontanamenti temporanei

C) Sorveglianza sanitaria: accertamenti sanitari, impostare programmi di vaccinazione e


valutare allontanamenti temporanei

D) Registro esposti e eventi accidentali: i lavoratori addetti ad attività comportanti


l’esposizione ad agenti dei gruppi 3 e 4 devono essere scritti in un registro istituito ed
aggiornato dal DDL tramite RSPP, in cui sono riportati:

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- l’attività svolta

- L’agente utilizzato

- Eventuali casi di esposizione individuale

A tale registro hanno accesso anche il MC e i RLS

Una copia va consegnata all’INAIL e una all’ASL competente del territorio

VACCINAZIONI: NON è UN DISPOSITIVO DI PROTEZIONE INDIVIDUALE, MA UNA MISURA DI


TUTELA
Lavoratori per i quali sono indicai specifiche vaccinazioni

- operatori sanitari (per immunizzarli e per non trasmettere le infezioni) HBV, influenza, varicella

- Personale di laboratorio: di ricerca o industriale (x prevenire la trasmissione accidentale die


patogeni)

- Operatori scolastici (↑ R di contrarre pato dell’infanzia o essere veicolo)

- Lavoratori a contatto con animali

TITOLO XI → protezione dalle ferite da taglio e da punta nel settore sanitario

Ambito di applicazione: tutti quei lavoratori che operano nei luoghi di lavoro interessati da attività
sanitarie, indipendentemente dalla tipologia contrattuale (tirocinanti, apprendisti, lavoratori)

ART 286 quinquies: il DDL deve garantire misure generali e specifiche di tutela per tali lavoratori

IX. Esposizione occupazionale al rumore (rischi fisici)


L’udito è un sistema di allarme, e negli animali è fondamentale.

Nell’ambito del titolo VIII il capo dedicato è il II.

Il livello di esposizione giornaliera al rumore “LEX, 8h”, si esprime “decibel equivalente” dB(A); è
deIinito come il valore medio, ponderato in funzione del tempo, dei livelli di esposizione al rumore
di una giornata lavorativa, idealmente di 8h.
Questo permette di individuare:

• valore limite di esposizione ! 87 dB(A)


• valore superiore di azione ! 85 dB(A)
• valore inferiore di azione ! 80 dB(A)

Il DDL deve valutare l’esposizione dei lavoratori al rumore, prendendo in considerazione:

• il livello, il tipo e la durata all’esposizione, incluso un rumore impulsivo


• gli effetti sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori particolarmente sensibili al rumore
(gestanti e minori)
• gli effetti sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori derivanti da interazioni tra rumori e
sostante ototossiche
• i valori limite e i valori di azione
• Tutti gli effetti indiretti sulla sicurezza e sulla salute dei lavoratori risultanti da interazioni fra
rumore e segnali di avvertimento o altri suoni che vanno osservati al Iine di ridurre il rischio
infortuni
• Le informazioni sull’emissione di rumore fornite dai costruttori delle strutture
• L’esistenza di attrezzature di lavoro alternative progettate per attenuare l’emissione di
rumore
• Il prolungamento dell’esposizione al rumore oltre l’orario di lavoro normale
• Le informazioni raccolte dalla sorveglianza sanitaria comprese, ove possibile, quelle incluse
nella letteratura scientifica
• Disponibilità di dispositivi di protezione dell’udito

I valutazione—>Se si ritiene che i valori inferiori di azione possano essere superati—> DDL deve
misurare i livelli di rumore cui i lavoratori sono esposti [indagini fonometriche]—> se sono stati
superati sia i valori inferiore e superiore di azione —> DDL deve elaborare ed applicare misure
tecniche ed organizzative —> ridurre l’esposizione al rumore. 

I luoghi di lavoro dove si può essere esposti sono indicati da appositi segnali. 

Misure di prevenzione 

- tipo collettivo: uso corretto di attrezzature di lavoro/ attrezzature per il contenimento del rumore

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(schermature, pareti)/ sistemi di smorzamento ed isolamento/ anche mediante una migliore
organizzazione del lavoro individuale.

- tipo individuale: DPI l’esposizione al rumore superi i valori superiori di azione


Il DDL mette a disposizione dei DPI:

- fortemente consigliati quando vi sia ancora un superamento dei valori inferiori di azione.

- obbligatori quando l’esposizione al rumore è maggiore o uguale al valore superiore di azione.

Sorveglianza sanitaria

• Il DDL sottopone a sorveglianza sanitaria i lavoratori la cui esposizione eccede i valori di


azione—> il lavoratore esposto ad 85 dB(A) ha l’obbligo di indossarei DPI senza essere
però soggetto a sorveglianza sanitaria.

• La sorveglianza viene effettuata periodicamente, di norma, una volta l’anno

• La sorveglianza sanitaria è inoltre estesa ai lavoratori esposti ai livelli inferiori di azione solo
su loro richiesta e qualora il MC ne confermi l’opportunità

La patologia uditiva da esposizione al rumore comprende:

1. Spostamento temporaneo della soglia uditiva: un suono o un rumore piuttosto intenso


provocano un innalzamento della soglia uditiva rispetto a quella di riposo—> recupero della
percezione uditiva che inizia al cessare dall’esposizione e si completa dopo 16 ore. .

Il momento migliore per effettuare un esame audiometrico, dunque, è dopo 16 h
dall’esposizione! 


2. Ipoacusia da trauma acustico acuto: si tratta di un infortunio sul lavoro, RARISSIMA. 


3. Ipoacusia da trauma acustico cronico (detta anche “da rumore”): danno progressivo ed
irreversibile delle cellule ciliate cocleari. 

provocata da esposizione prolungata a livelli sonori > 80 dBA, per 8 h al giorno, per 5 giorni
a settimana. 

fasi iniziali: l’interessamento prevalente delle cellule acustiche —>ricevono la frequenza di
4000 Hz. situate in un’area particolarmente sensibile all’impulso sonoro: forse x scarsa
irrorazione ematica dell’arteria cocleare

Al tracciato audiometrico in caso di ipoacusia da rumore,in genere bilaterale e simmetrica

caratteristica morfologia “a cucchiaio”

frequenza dei 4000 Hz, zona più precocemente colpita—> poi il danno interessa le frequenze
vicine—> fino a quelle tra i 500 e 2000 Hz, [indispensabili] per comprendere la parola e ascoltare
la tv (spettro di comoda udibilità sociale)—> il lavoratore si accorge del danno, inizialmente
inosservato

L’ ipoacusia ha però natura multifattoriale —> fattori di rischio sinergici, quali: vibrazioni/
sostanze chimiche / età/stato di salute /fumo di sigaretta/predisposizione genetica/farmaci
ototossici, microclima di natura avversa.

- utilizzo di strumenti vibranti—> esposizione a vibrazioni mano-braccio: HAV —> ambienti con
presenza di rumore—> aumentare il rischio di perdita di udito—> danneggiamento delle cellule
cocleari a seguito di una prolungata esposizione a vibrazioni a corpo intero [riduzione del
flusso nella coclea x attivazione del sistema simpatico]
H. Pettersson suggerisce un effetto a lungo termine—>causato dal HAV + rumore; presenza del
fenomeno di Raynaud—> aumentare il rischio di perdita dell’udito causata dal rumore,
(Raynaud + ipoacusia) a carico di apparati differenti accomunati tuttavia da una medesima
eziologia,
- sostanze chimiche
- occupazionali: solventi organici, quali toluene, stirene, xilene, tricloroetilene; metalli come il
mercurio e il piombo; asIissianti, tra cui CO, acido cianidrico; nitrili),

- farmaci (Fans, antimalarici, salicilati, diuretici, vasodilatatori, antibiotici, antitumorali)

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- sostanze voluttuarie (alcool, fumo, cocaina) possono danneggiare il sistema uditivo per
alterazioni funzionali o strutturali a carico della coclea, dell’apparato cocleo-vestibolare, del
nervo acustico e del sistema nervoso centrale

- sostanze neurotossiche (solventi organici, metalli pesanti, monossido di carbonio);

- sostanze ototossiche, in grado di danneggiare struttura e/o funzionalità dell’orecchio interno,

- cocleotossiche, ( farmaci antitumorali, aminoglucosidi, diuretici, salicilati);

- vestibolotossiche, che alterano la funzionalità dell’apparato vestibolare (gentamicina,


streptomicina, nitrili).

- fattori anagrafici, genetici e clinici (stato generale di salute) possono favorire lo sviluppo e
l’evoluzione di un quadro di ipoacusia;

- presbiacusia già a partire dai 40 anni di età una riduzione dell’udito di 0.5 Decibel per anno

- predisposizione monogenetica a trasmissione autosomica dominante o recessiva, X-linked,


mitocondriale;

- varie condizioni cliniche favorenti: diabete, AR, ipertrigliceridemia, fumo

Effetti extra-uditivi del rumore


Il rumore è un fattore di stress che interferisce con il benessere psicoIisico dell’individuo, tramite
alterazioni della Iisiologia e biochimica degli apparati:

- Cardiovascolare: è quello che ne risente in maniera più evidente; gamma di intensità tra 85 e
115 dBA.

- pressione arteriosa: aumenta fisiologicamente in risposta ad uno stimolo sonoro transitorio,


come una sorta di meccanismo difensivo—> diviene patologico se tale risposta
neurovegetativa è attivata persistentemente e ripetutamente fino a ipertensione arteriosa.

ci sono bias (fattori di confondimento), derivanti dai “tradizionali” fattori di rischio cardiovascolare,
ampiamente diffusi tra la popolazione generale

—>pressione arteriosa diastolica parametro più sensibile all’esposizione al rumore

- Sistema endocrino: ipotizzata un’interazione del rumore con l’asse ipotalamo-ipoIisi-surrene,


—>iperattività endocrina multipla—> sintomatologia psico-endrocrina: astenia, riduzione delle
difese immunitarie, disturbi dell’umore e temperamento ansioso
- Sistema nervoso: comportare cefalea, disturbi del sonno (immediati: frequenti risvegli,
alterazioni del fisiologico avvicendarsi del sonno REM e ad onde lente; secondari: ridotta sleep
satisfaction, sonnolenza diurna, ridotta vigilanza), ipertensione endocranica, modiIicazioni del
tracciato EEG.
- Psiche: soprattutto nel contesto urbano risulta fondamentale in concetto di annoyance:
sentimento di scontentezza, riferito al rumore, che l’individuo pensa agisca su di lui —> ansia,
depressione, aggressività, disagi relazionali.
Quindi anche da questo breve elenco come oltre all’ipoacusia da rumore esista un mondo
Non a caso Robert Koch nel 1905 sosteneva: “un giorno l’uomo dovrà combattere il rumore
con la stessa tenacia con cui combatterà peste e colera”.

PATOLOGIA DA VIBRAZIONE
VIBRAZIONE: frequente causa fisica di patologia occupazionale : tecnopatia (altre cause fisiche:
rumore o le radiazioni ionizzanti, pressione, con conseguente patologia iperbarica o ipobarica)

Le vibrazioni sono oscillazioni meccaniche generate da onde di pressione che si trasmettono
attraverso corpi solidi.

Il movimento oscillatorio che un corpo compie attorno alla sua posizione di riferimento è
raffigurabile come una curva sinusoidale caratterizzata da:

-Frequenza:numero di oscillazioni nell'unità di tempo;si misura in Hertz.

-Lunghezza d'onda:distanza tra due successive oscillazioni complete (m/s).

-Ampiezza:spostamento massimo dalla posizione di equilibrio (m). -Velocità:rapidità di


spostamento dalla posizione di quiete. -Accelerazione:variazione della velocità nell'unità di
tempo(m/s^2).

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NB: Ciascuna parte del corpo è sollecitata diversamente a seconda della frequenza di vibrazione;
noi in particolare ci occuperemo dei sistemi mano-avambraccio e spalla (distretti maggiormente
interessati da tale patologia)

Classificazione

In funzione della loro frequenza le vibrazioni vengono raggruppate in tre classi:

1)vibrazioni a bassa frequenza (0-2 cicli per secondo)



2)vibrazioni a media frequenza (2-20 cps)

3)vibrazioni ad alta frequenza (>20 cps)

1) Vibrazioni a bassa frequenza


Prodotte da comuni mezzi di trasporto: MEZZI SU ROTAIE (Tram -Treno -Metropolitana) ; MEZZI
PESANTI (bus - camion)

2) Vibrazioni a media frequenza


Prodotte da MEZZI DI TRASPORTO SPECIALE (Trattori -Autotreni -Escavatrici -Gru) ; IMPIANTI
INDUSTRIALI (Mulini -Laminatoi )

3) Vibrazioni ad alta frequenza


VIBRANTI A PERCUSSIONE (Scalpelli -Martelli perforanti e demolitori -Avvitatori ad impulso) →
lavoratori nell Edilizia - Siderurgia

VIBRANTI DI TIPO ROTATIVO (Motoseghe -Decespugliatori -Seghe circolari -Levigatrici


-Smerigliatrici) → Lav.forestali Lav.legno

VIBRANTI AD AZIONE MISTA (Tagliaerba) → lavoratori forestali

Quadri clinici
Si differenziano in funzione della frequenza dello strumento vibrante che il lavoratore utilizza:


- Vibrazioni a bassa frequenza → fastidi di natura prevalentemente psichica (si parla di Motion
sickness). → iperstimolazione dell'apparato otovestibolare, con prevalente interessamento del
vestibolo e dei canali semicircolari, e con associata reazione neurovegetativa.

Si manifesta come una comune chinetosi con:



-vomito

-pallore

-nausea

-sudorazione fredda

-scomparsa della sintomatologia alla cessazione dello stimolo,senza danni permanenti.


- Vibrazioni a media frequenza → gli scuotimenti, vibrazioni trasmesse al corpo intero (si parla di
Whole body vibration) → Il corpo è paragonato a un sistema meccanico lineare costituito da:
-successione di masse (testa ,torace ,visceri, bacino e arti).

-elementi di connessione viscoso-elastici (collo e colonna vertebrale).

-MANIFESTAZIONI ORGANICHE:

-SISTEMA OSTEOARTICOLARE : -Artrosi caudo-craniale del rachide -Ernie


discali

-ORGANI INTERNI: -Sindrome pseudoanginosa (senza alterazioni all'ECG)


-Ipertensione arteriosa (da stress)

-Epatopatie (da trazione viscerale)



-SISTEMA NERVOSO PERIFERICO : -Sciatalgie acute (da compressione nervosa
secondaria alla scomparsa dello spazio intervertebrale). Alterazione della sensibilità
tattile e termica delle mani

-MANIFESTAZIONI PSICOSOMATICHE

-FENOMENI PSICOSENSORIALI (dolore addominale,dolore


toracico,cefalea,sconforto)

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-AUMENTO DEL TONO MUSCOLARE (difficoltà a mantenere l'equilibrio)
-DIMINUZIONE E/O RIDUZIONE DEI RIFLESSI TENDINEI

-ESAGERAZIONE DI ALCUNI RIFLESSI POSTURALI

-ALTERAZIONI ENDOCRINE (irregolarità del ciclo mestruale)


- Vibrazioni ad alta frequenza → sono le più frequenti, avrò patologie di tipo segmentario a livello
di mano-avambraccio → Segmental vibration o SINDROME DA VIBRAZIONE MANO-
AVAMBRACCIO.

E' causata da vibrazioni con frequenza superiore a 20 cps. Si manifesta clinicamente con:

-lesioni vascolari, le piu' importanti

-lesioni neurologiche

-lesioni osteoarticolari

-lesioni tendinee

FATTORI DETERMINANTI
-Vibrazione: frequenza, ampiezza, direzione dominante.

-Utensile: tipo (per esempio martelli pneumatici, decespugliatori ,trapani), peso (maggiore è il peso
maggiore sarà la manifestazione clinica che osserverò), stato di manutenzione.

-Esposizione: tempo di esposizione giornaliera, durata totale dell’esposizione, intermittenza


dell'esposizione.

-Fattori biodinamici :postura (se scorretta durante l'utilizzo dell'utensile),forza di prensione


sull'utensile.

-Fattori ambientali: freddo (facilita la vasocostrizione del microcircolo),rumore,agenti chimici


angiotossici(per esempio i solventi).

-Fattori individuali: età,abilità lavorativa,uso di tabacco e/o farmaci vasocostrittori,condizioni


patologiche predisponenti.

LESIONI VASCOLARI = ANGIONEUROSI


Alterazione dell'equilibrio neuro-vascolare periferico con spasmo arteriolare secondario a
microtrauma delle pareti vasali.

Si manifestano prevalentemente:

-a carico della mano dominante

-a carico delle falangi distali

-con progressione prossimale mano-avambraccio

-come Fenomeno di Raynaud che coinvolge prevalentemente il III,IV e V dito, talvolta il II,
raramente il I dito;

• fase ischemica: VASOSPASMO → ipoafflusso di sangue alle estremità → le dita colpite


appariranno bianche,fredde,inizialmente insensibili e successivamente doloranti.

• fase cianotica : ho un aumento tale dell'emoglobina ridotta per cui la colorazione della
cute diventa violacea (non sempre è presente)

• fase iperemico-reattiva,o fase risolutiva, ho nuovamente il flusso ematico a livello delle


dita colpite → iperemia; (non si vede spesso)

La sindrome mano-avambraccio si osserva soprattutto nel sesso maschile.

DIAGNOSI:

Per la diagnosi di lesioni vascolari ricordiamo quanto sia fondamentale l'anamnesi lavorativa
nell'ambito della medicina di lavoro (attraverso un questionario);

INDAGINI STRUMENTALI:

-Termometria cutanea → la registrazione della temperatura cutanea in due tempi:

-in condizioni di base (cioè in ambiente a microclima confortevole)

-dopo test da freddo (immersione delle mani a ghiaccio fondente a 4°C per 2 minuti o in acqua
fredda a 10°C per 5-10 minuti); ciò è molto utile per analizzare il tempo di recupero del flusso
ematico alle dita.

Chiaramente se ho un ipoafflusso sanguigno alle estremità della mano, registrerò una temperatura
bassa.

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-Termografia cutanea → tecnica incruenta di misura della temperatura cutanea, che sfrutta
l'energia calorica emessa sotto forma di radiazioni elettromagnetiche infrarosse.

Si appoggiano le lastre termografiche sulla cute della zona da indagare → le lastre assumono
colorazioni differenti a seconda della temperatura del corpo (i colori freddi sono indicativi di
ipoafflusso, viceversa quelli caldi).

Questi test possono essere associati anche a farmaci, per esempio a dei vasodilatatori, per
studiarne poi l’effetto; ma Il grosso problema di questi test è che sono molto sensibili, alla
condizione ambientale in cui vengono effettuati (per esempio se vengono fatti in condizioni di
temperatura non adeguate avrò un'influenza sui risultati).Per tale motivo si usano molto meno
rispetto al passato.

-Fotopletismografia: è l'esame che si usa di più per la diagnostica del fenomeno di Raynaud;
studia l'onda sfigmica del microcircolo delle mani e/o dei piedi, sia in condizioni basali, sia dopo
esposizione a freddo.

Si mettono questi sensori a livello di ogni singolo dito. I sensori da una parte illuminano il dito,
dall'altra parte registrano la quantità di luce che è passata (funzionano quindi per
transilluminazione).

Quando passa il sangue, ovviamente la luce che attraversa il dito diminuisce e quindi il sensore
registra meno.

-Capillaroscopia → l'analisi microscopica dei capillari della plica ungueale; nelle patologie da
strumenti vibranti o nelle patologie da collageno si hanno delle alterazioni caratteristiche:

-riduzione del numero e allungamento dei capillari

-dilatazione delle anse capillari

-tortuosità a cavaturacciolo e ansa a 8

-corrente ematica rallentata

-microemorragie spontanee

-Arteriografia (non si usa quasi più) → studio radiografico delle arterie degli arti superiori rese
visibili all'Rx attraverso l'utilizzo di un mezzo di contrasto.

Nei casi avanzati di malattia puo' mettere in evidenza importanti alterazioni vascolari quali
interruzioni segmentarie e/o marcati restringimenti del lume.

Serve essenzialmente per escludere fattori organici, per esempio se ho delle malformazioni
vascolari.

LESIONI NERVOSE: Alterazione della sensibilità tattile e termica delle mani, sindrome del tunnel
carpale

LESIONI OSTEOARTICOLARI: artrosi

Valutazione del rischio


- con indagini strumentali

- Con indagini non strumentali → quantificazione mediante accelerazione equivalente ponderata


in frequenza riferita a 8 ore di lavoro. A(8)

A(8)> 2,5 m/s^2 SEGMENTAL VIBRATION

A(8)> 0,5 m/s^2 WHOLE BODY VIBRATION



Adozione di sistemi ergonomici per ridurre al minimo la forza di prensione sul vibrante

Sostituzione dei macchinari (obbligatoria per A(8) > 5m/s2 )


X. Sostanze pericolose TLV


D. Lgs. 81 titolo IX (4 capi) (i titoli X e XI trattano agenti biologici e ferite da taglio in ambito osped)

1. agenti chimici
2. agenti cancerogeni e mutageni
3. amianto
4. disciplina sanzioantoria

se un agente è sia chimico che cancerogeno (definito dall’U.E.) lo tratto direttamente come
cancerogeno, attuo la disposizioni del capo II. [ma deve essere l’U.E. non basta l’IARC]

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AGENTI CHIMICI
Sono tutti gli elementi o composti chimici, sia da soli, sia nei loro miscugli, allo stato naturale
oppure ottenuti, utilizzati o smaltiti (compreso lo smaltimento come rifiuti) mediante qualsiasi
attività lavorativa. Siano essi prodotti intenzionalmente o siano essi immessi o no sul mercato.

Caratteristiche:

- molto tossici: letali, danno acuto/cronico in piccolissime quantità

- tossici: letali in piccole quantità

- nocivi: danno o letali, corrosivi, azioen distruttiva soprattutto ustionante

- irritanti: non corrosivi ma contatto diretto prolungato provoca una reazione infiammatoria

- sensibilizzanti: determinano ipersensbilità

- cancerogeni: provoca neoplase/aum frequenza

- mutageni: provoca difetti genetici/aum frequenza

- tossici x ciclo riproduttivo: non ereditari ma a carico delle funzioni riproduttive

NORME EUROPEE
influenzano il D. Lgs 81

• Direttiva CLP → agenti chimici → riguarda la classificazione, l’etichettatura e l’imballaggio,


identifica tre classi di pericolo: 

• Fisico

• Per la salute umana

• Per l’ambiente

introduce nuovi pittogrammi, indicazioni di pericoli e consigli di prudenza. Sono su sfondo
bianco e hanno bordo rosso.

• Regolamento RICH: si applica alla fabbricazione, importazione e utilizzo delle sostanze


chimiche anche in preparati, intermedi isolati o, se presenti, in articoli. L’obbligo di registrazione
scatta quando la sostanza chimica prodotta o importata è in quantità superiore a 1 tonnellata/
annua.

esistono schede dati di sicurezza: 16 sezioni → riportano info sulle proprietà fisico chimiche,
tossicologiche e di pericolo —> corretta e sicura manipolazione, inoltre info su DPI da utilizzare

CLASSIFICAZIONE SOSTANZE CANCEROGENE:

Classificazione IARC
1. cancerogeni umani certi: con sufficiente evidenza di cancerogenicità per l’uomo

2. a) cancerogeni probabili: limitata evidenza di cancerogenicità per l’uomo e sufficiente evidenza


per l’animale

2. b) sospetto cancerogeno: Limitata evidenza per uomo in assenza di sufficiente evidenza per
animali O sufficiente evidenza per animali e inadeguata evidenza o mancanza di dati per l’uomo

4. non cancerogeni per l’uomo; evidenza di non cancerogenicità sia per uomo che per animale.


Classificazione UE
1. a) Sostanze di cui sono noti tutti gli effetti cancerogeni (certi)

b) Sost di cui si presumono gli effetti canc (presunti)

2. Sost di cui si sospettano (sospetti)

secondo il DVR ci sono 2 tipi di rischi:

1. rischio non basso x la sicurezza nè irrilevante per la salute—> misure di prevenzione specifiche

2. rischio basso x la sicurezza, irrilevante per la salute—> misure di prevenzione generali →


MISURE GENERALI x la prevenzione dei rischi:

- Progettazione e organizzazione dei sistemi di lavorazione sul luogo di lavoro

- Fornitura di attrezzature idonee per il lavoro specifico e relative a procedure di


manutenzione adeguate

- Riduzione al minimo del numero di lavoratori che sono o potrebbero essere esposti

- Riduzione al minimo della durata e dell’intensità dell’esposizione

- Garantire misure igieniche adeguate

- Riduzione al minimo della quantità di agenti presenti sul luogo di lavoro in funzione delle 

necessità della lavorazione

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- Utilizzare metodi di lavoro appropriati, comprese le disposizioni che garantiscono la
sicurezza 

della manipolazione, dell’immagazzinamento e del trasporto sul luogo di lavoro di agenti 

chimici pericolosi e dei rifiuti che contengono tali agenti

Il datore di lavoro deve seguire l’articolo 225:



-Progettazione di appropriati processi lavorativi e controlli tecnici, nonché uso di attrezzature
adeguate

-Appropriate misure organizzative di protezione collettive alla fonte del rischio

-DPI qualora non si riesca a prevenire con altri mezzi l’esposizione

-Sorveglianza sanitaria 


Agenti chimici—> visita preventiva, visite periodiche e visita di cessazione

Agenti cancerogeni—> NO visita di cessazione

presso l’INAIL c’è il registro di casi di tumore di sospetta origine professionale

TLV = threshold limit value


Rappresentano le concentrazioni amb delle sostanze chimiche aerodisperse; al di sotto delle quali
si ritiene che la maggior parte dei lavoratori possano rimanere esposti ripetutamente per una vita
lavorativa senza alcun effetto negativo per la salute; vengono pubblicati ogni anno dall’ACGIH
mg/m^3

1. TLV-TWA: [time weighted average] Concentrazione come media ponderata nel tempo
considerando 8h/g per 40h/sett

2. TLV-STEL: [short term exposure limit] Valore max consentito per esposizioni brevi [<15 min] e
occasionali <4h su 24h; intervallate almeno da 1h. per evitare irritazioni, danno cronico irr,
effetti tossici o narcotici

3. TLV-C: [ceiling] MAI superata, valore limite per esposizioni istantanee

interazioni con l’organismo:

via inalatoria

via cutanea

via digerenti

effetti-> acuti/cronici che possono causare infortuni o malattie professionali

PIOMBO

metallo di colore grigio bluastro, l’esposizione ridotta con alcune misure.

la benzina[antidetonante]—> utilizzo di quella senza piombo

—>la produzione e raffinazione del metallo,

—->la produzione e demolizione degli accumulatori,

—>la lavorazione con smalti o vernici che usano ancora piombo.



via inalatoria—>si distribuisce a livello dei globuli rossi,

—> la parte restante è legata alle proteine plasmatiche e in parte è libera.

—> accumulo: reni, fegato e ossa; barriera placentare con conseguente tossicità per
il feto

Manifestazioni cliniche di intossicazione:

- quadro di anemia ipocromica, normo e microcitica, perché l’azione lesiva è a livello


dell’apparato emopoietico

- a carattere gastrointestinale con spasmi della muscolatura liscia

- saturnismo e oggi sono eccezionali

Gli indicatori di dose è la piombemia che ha un valore limite biologico di 60 microgrammi/dl e


per le lavoratrici in età fertile di 40 microgrammi/dl.

Gli indicatori di effetto, invece, sono: ALA deidratasi eritrocitaria, protoporfirina IX e la


zincoprotoporfirina eritrocitaria

il piombo va a inibire la cascata enzimatica a livello della formazione dell’eme.

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BENZENE
- diidrocarburi aromatici, capostipite, liquido a temperatura ambiente e facilmente volatile

- gruppo 1 della classificazione dei cancerogeni IARC.

- esposizione professionale:

- lavoratori raffinazione petrolio,

- distribuzione e traposto benzine

- vigile

inalatoria—>trasformato in benzene epossido[radicale instabile]—> addotti al DNA (affine a ac


nucleici

ACUTI: a carico del snc con nausea, cefalea, crisi vertiginose, euforia fino a crisi convulsive e al
coma. molto rari, che avvengono per incidenti nelle fasi di produzione.

CRONICI: danno midollare con pancitopenia. MIELOTOSSICA—>leucemia mieloblastica acuta,


leucemie mieloidi croniche e linfoma di Hodgkin.


I valori di riferimento sono 500 microgrammi/grammo di creatinina di acido trans transgluconico


nelle urine di fine turno lavorativo e l’acido fenilmercapturico sempre nelle urine a fine turno max
25 mg/g di creatinina. Esplica la sua azione anche a livello epatico. cotinina per il fumo di
sigaretta (interferenze non lavorative)

FORMALDEIDE
È utilizzata ancora ampiamente: proprietà battericide —>disinfettante, conservante di materiali
biologici, anatomia patologica (cioè in formalina).

industria del legno—>pannelli (truciolato),

cosmetici —>la cheratina, per lisciare i capelli

L’esposizione avviene soprattutto per via respiratoria.



Inalata—> metabolismo rapidissimo [emivita plasmatica di 1-1,5 minuti], monitoraggio biologico
impossibile.

Esposizione ACUTA

soglie basse—> i sintomi di irritazione oculare.

intermedio—>irritazione delle vie aeree superiori

oltre i 5ppm—> vie aree inferiori.

Per livelli superiori si ha edema polmonare fino alla morte.

Esposizione CRONICA

irritazione oculare, cutanea, orale, tosse stizzosa, cefalea, sonnolenza, astenia, nelle donne
irregolarità mestruali, alterazioni della funzionalità respiratoria ed epatica

esposizione a formaldeide —> cancro nasofaringeo, naso sinusale e leucemia mieloide cronica.

Nel 2014 l’UE ha classificato la formaldeide come cancerogeno per l’uomo.

CLORURO DI VINILE MONOMERO <— dalle resine di polivinilcloruro.

Angiosarcoma epatico, cirrosi epatica, neo polmonari

IGIENE E TOSSICOLOGIA INDUSTRIALE decreto legislativo 81 del 2008.



L’igiene industriale è la scienza che individua, valuta, controlla le condizioni di lavoro e quantifica il
rischio chimico in ambienti di lavoro che possono creare problemi di salute agli operatori.

L’igiene industriale utilizza il monitoraggio ambientale e i metodi analitici per rilevare sostanze
eventualmente presenti sul luogo di lavoro→ confronto con i valori limite (TLV)

Considero: ambiente di vita + abitudini alimentari nella valutazione del monitoraggio biologico

Identificare e quantificare il rischio fisico e chimico presente negli ambienti di vita e di lavoro è la
missione dell’igienista industriale.

sostanze ubiquitarie, cioè presenti normalmente negli ambienti di vita sia indoor che outdoor,
confrontare i valori di concentrazione presenti negli ambienti di vita, i cosiddetti valori di
riferimento, con i valori presenti e indicati per i lavoratori professionalmente esposti. [BENZENE +
FORMALDEIDE]

rischio chimico—> analizzare e monitorare gas, vapori e particolato, che rappresentano l’aria
inalata durante le ore lavorative.

Valutazione del del rischio con strumenti di I livello e analisi di II livello

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1. strumentazione: apparecchi a lettura diretta in continuo, palmari e a batteria; con sensori che
effettuano misurazioni della sostanza negli ambienti di lavoro; devono tutte indicare il volume
di aria campionata e il tempo di campionamento

campionamento attivo → monitoraggio ambientale

2. analisi: metodo analitico indicato da NIOSH [ist nazionale x sicurezza e salute occupazionale];
indica dei protocolli permettendo all’igienista;

3. Inserimento dei dati in un software apposito → REPORT → valutazione del valore di


concentrazione col valore limite,—> valore dato dalla UNI EN 689 che verrà consegnato sia al
DDL che al RSPP

valori:

1. valori di concentrazione: dati da analisi II livello

2. valori limite: dati da ACGIH (Adottato in Italia)


3. valori di riferimento: sostanze ubiquitarie dati dal campionamento nell’area

UNI EN 689 —> norma europea che confronta il valore di concentrazione con il valore limite
ottenendo un valore assoluto che ci indica se siamo nel rispetto de valore limite o meno
[indicazione semaforica]

XI. Lavori a turni e notturni


LAVORO A TURNI → forma di organizzazione di tutto l’orario lavorativo estesa oltre le consuete
ore diurne grazie all’avvicendamento di più gruppi di lavoratori.

Un tempo riguardava solamente settori quali sanità, industria, trasporti, ora quasi tutti i settori
occupazonali.

LAVORO NOTTURNO → periodo di min 7h consecutive comprendenti l’intervallo 00-05/


estensione del turno giornaliero che comprenda almeno 3 delle ore notturne (00-05) es 23-06/

min 80 notti all’anno

PROBLEMI DEL LAVORO NOTTURNO: desincronizzazione dei ritmi cronobiologici →

• maggiore incidenza di patologie

• ↑ il rischio infortunistico → incidente centrale nucleare Chernobyl, naufragio petroliere

• ↓ qualità della vita

Ripercussioni a più livelli:

- Biologico: perturbazione del ritmo circadiano


- Occupazionale: aumento degli eventi incidentali, riduzione della performance in generale
- Personale: influenze negative a livello familiare e sociale
- Sanitario: possibile deterioramento della condizione di salute

-
RISCHI PER LA SALUTE
• Rischi cardiovascolari

• Disturbi del sonno

• Fatica cronica

• Disturbi gastrointestinali

• Disturbi neurologici e psichiatrici


• Disturbi dell’apparato riproduttivo femminile
• Aumentata prevalenza eventi accidentali
• Aumentato assenteismo per malattia

• ↑ neoplasie → tumore mammella, tumore prostata, tumori ematopoietici

Effetto oncogeno della ↓ della MELATONINA (normalmente nelle prime ore della sera) → ↑
estrogeni → sulla cellula mammaria:

1. Incremento crescita cell

2. Sviluppo di cloni mutati

3. Alterazioni sistema immunitario

MEDICINA DEL LAVORO: Protocolli sanitari di sorveglianza per valutare l’impatto del R sulla
salute dei lavoratori.

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• MINORENNI: divieto di adibirli a lavoro notturno, max 00, dopodichè min 14 h di riposo
conecut.

• ADOLESCENTI (>16): eccezionalmente attribuibili al lavoro notturno se: temporaneamente, no


altri lavoratori disponibili, adeguati periodi di riposo compensativo

• DONNE IN GRAVIDANZA (ART 52 del D. Lgs. 151/ 2001): divieto dall'accertamento della
gravidanza al compimento di 1 anno del bambino

Ha l’obbligo verso il datore di lavoro di comunicare lo stato di gravidanza per eventuale cambio di
mansione o astensione anticipata (PRIMI 3 MESI impo x replicazione cell dell’embrione)

• LAVORATRICE CON FIGLIO <3 anni → Non sono obbligati a prestare lavoro notturno

LAVORATORE PADRE CONVIVENTE (se la madre non fa parte di ente pubblico) =

UNICO GENITORE AFFIDATARIO DI <12 ANNI =

DECRETO LEGISLATIVO a parte: N° 66/2003

Requisiti che il lavoratore deve avere per poter svolgere il lavoro notturno.

Il giudizio di IDONEITà (afferma che esistono le condizioni cliniche per poter svolgere il
lavoro notturno) deve essere dato dal MC, che effettua la sorveglianza sanitaria con
periodicità BIENNALE:

- anamnesi generale → questionari di screening

- Anamnesi personale → visita → rischi CV o pregresso tumore → ESONERO

Medico Competente:

• Partecipa attivamente nella valutazione dei Rischi → quantifica l’entità

• Predispone adeguate misure di protezione e prevenzione

• Sorveglianza sanitaria

• Organizza gli orari di lavoro adattandosi a criteri biologici adeguati per stato di benessere

SCHEMA MATTINO - POMERIGGIO - NOTTE → Schema di lavoro con rotazione in ritardo di fase:

Segue cicli regolari per allungare i ritmi biologici → omogenei periodi di riposo

Laddove non sia possibile M-P-N:

- limitare il numero di notti consecutive (max 2)

- Definizione durata e orari del turno precisa

- Cicli regolari

- Weekend liberi

- 24 h di RIPOSO dopo ogni notte

- Ottimizzazione ergonomica degli ambienti lavorativi (luce, pasto caldo)

XII. Invecchiamento della popolazione = AGEING


Secondo recenti dati ISTAT la popolazine va in contro a un GRADUALE e COSTANTE
invecchiamento della popolazione:

• ↓ delle nascite

• allungamento della vita

• Invecchiamento della popolazione attiva (15-64 anni) che quindi si riduce

INDICI in AUMENTO:

- Indice di dipendenza strutturale= pop inattiva (>65 + <15) / pop attiva

- Indice di vecchiaia = >65/ <15 (calo delle nascite)

- Old age ratio dependency = >65/ 15-65

Tale scenario mette a repentaglio la sostenibilità dei sistemi di welfare del paese:

Ridurre spesa sociale / Aumentare pressione fiscale → Finanziare pensioni, Garantire assistenza
sanitaria

Ulteriore problema: 1/3 degli individui tra i 50 e 64 anni (forza lavoro o popolazione attiva)
necessita di un ADEGUAMENTO DEL POSTO DI LAVORO → prevenire i rischi di pensionamento
anticipato, inabilità al lavoro e la necessità di adottare prescrizioni o limitazioni.

Di fatto: vita lavorativa più lunga → esposizione prolungata ai rischi → ↑ numero di lavoratori con
problemi di salute cronici

Siamo in un contesto di FORZA LAVORO CHE INVECCHIA

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ACTIVE AGEING:

- l’ambiente di lavoro dovrebbe costituire una piattaforma per la promozione di politiche di active
ageing finalizzate al mantenimento delle capacità fisiche, intellettive, lavorative e sociali

- le politiche di tutela della salute e della sicurezza sul luogo di lavoro svolgono un ruolo cruciale
nell’active ageing

un invecchiamento attivo, positivo, proprio perché si possa lavorare il più a lungo possibile.

la normativa richiede anche una valutazione dei rischi età-correlati—>RISK ASSESSMENT siano
orientate affinché tutti i lavoratori si sentano motivati a perseguire i proprio obbiettivi e quelli
aziendali.

A tal proposito, un approccio innovativo consiste nell’esaminare congiuntamente i processi


psicologici coinvolti nella motivazione con quelli di interazione con il sistema aziendale.

WORK HABILITY HOUSE= modello sulla capacità lavorativa

Il primo piano —> promozione della salute, varietà di stili di vita in alimentazione, attività fisica,

di igiene del sonno, principali problemi di salute.

Il secondo piano—> prevede il mantenimento della competenza professionale che esige un


aggiornamento continuo, la formazione sul luogo di lavoro danno la possibilità di rafforzare le loro
capacità. cambiamenti relativi al processo di apprendimento dei lavoratori anziani.

Al terzo piano—>troviamo atteggiamenti e motivazioni psicologiche che possono ottenere un


potenziamento da capacità dirigenziali e direttive, quindi dall’alto.

Il quarto piano—> l’ambiente di lavoro, reso nella pluralità delle sue dimensioni; riguarda
l’organizzazione del lavoro stesso, le forme di impiego, l’orario di lavoro, la comunità lavorativa e i
compiti lavorativi così come la dirigenza stessa.

valutazione dei rischi correlati all’età—> successiva adozione di misure ad elevata efficacia —>
benefici per la salute e la sicurezza dei lavoratori + vantaggi in termini di riduzione del rischio
infortunistico ed aumento della produttività.

riorganizzazione dei sistemi aziendali di gestione secondo criteri bio- ergonomici rispettosi del
fattore ageing costituisce più un’opportunità che un costo per i datori di lavoro.

XIII. Stress lavoro - correlato

decreto legislativo 81: LA SALUTE è DEFINITA COME UNO STATO DI COMPLETO BENESSERE
FISICO, MENTALE E SOCIALE NON CONSISTENTE SOLO IN UN’ASSENZA DI MALATTIA O DI
INFERMITA’. —>dalla definizione storica di Salute a cura dell’OMS che risale al 1948.

STRESS dal latino—> strictus, significa stretto, serrato, compresso.

Cooper e Dewe : stress = un fenomeno che si verifica in presenza di determinati eventi o di


particolari caratteristiche che vengono percepiti dalla persona come significativi per il proprio
benessere e che vanno oltre le sue capacità di farvi fronte.

—> la forte soggettività dello stress + la forte individualità


completamente diverso da qualsiasi altro rischio occupazionale

STRAIN: i fattori di rischio dello stress

STRESS: le conseguenze

in realtà noi usiamo la parola STRESS per entrambi i concetti

1936 —> Hans Selye—>stress come una risposta aspecifica dell’organismo per ogni richiesta su
di esso dall’ambiente esterno.

—>“Sindrome generale di adattamento”(SGA) : somma di tutte le reazioni che si manifestano


nell’organismo in seguito alla prolungata esposizione ad una situazione di stress.

3 fasi:

- Fase di allarme—>reazione di stress acuto in cui l’organismo mobilita tutte le sue difese
- Fase di resistenza—>l’organismo si impegna a fronteggiare l’evento, COPING.
- Fase di esaurimento: in cui l’evento stressogeno si protrae e l’organismo non riesce più a
continuare nella resistenza—> quadri patologici veri e propri.

Paragoniamo la risposta fisiologica agli stimoli di natura fisica, chimica e biochimica e meccanica
a quelli emozionali o provenienti dalle interazioni sociali che minano il nostro equilibrio interiore.

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—> Cannon che aveva affermato il concetto di omeostasi; due tipologie di stress:
1. Uno stresso positivo e vitale, detto eustress

2. Uno stress cronico, negativo e potenzialmente dannoso per la nostra salute che viene
definito distress. 


La parola “stress” nella lingua italiana viene utilizzata pressoché esclusivamente come sinonimo di
distress.

La reazione fisiologica allo stress —> sovrapponibile alla sindrome generale di adattamento;

- Attivazione midollare surrenalica (fase di allarme) adrenalina


- Attivazione corticale surrenalica (fase di resistenza) cortisolo
- Riattivazione finale del sistema midollare surrenalico (fase di esaurimento)
asse ipotalamo-ipofisi-surrene—> iper- secrezione di adrenalina[possiamo avere la riduzione dei
tempi di coagulazione, un aumento della pressione sanguigna, un aumento della liberazione di glucosio per
alimentare i muscoli e inoltre una forte emissione di colesterolo e di grassi nel torrente ematico]

—> i protagonisti di questa reazione sono: l’adrenalina e il cortisolo, che vengono non a caso,
conosciuti come ormoni dello stress.

l’agenzia Europea per la salute e la sicurezza sul lavoro EU-OSHA, o anche nota come Agenzia di
Bilbao—> “l’esperienza di stress influisce negativamente su alcuni comportamenti per la
promozione della salute, come l’esercizio e il rilassamento, il sonno e le buone abitudini alimentari
ed aumenta l’assunzione di comportamenti a rischio come l’uso e l’abuso di sostanze voluttuarie”.
—>quindi da un lato va a diminuire tutte le buone abitudini, dall’altro lato va ad aumentare quelle
cattive
risposta allo stress sia specifica o aspecifica sia simile o se sia variabile in base alle
caratteristiche, tanto dello stimolo quanto dell’individuo.

stimoli + frequenti con gravità minore —> reazioni SPECIFICHE

stimoli + gravi e meno frequenti—> reazioni ASPECIFICHE

[dip anche dalla struttura geentica

COPING

sarebbe “fronteggiamento” dello stress.

- processo attivo con cui attraverso un’autovalutazione delle proprie capacità e delle motivazioni
personali un soggetto fa fronte ad una situazione stressante e riesce a dominarla

- Lazarus: strategie indirizzate su fonte di stress, ma anche sull’esperienza emotiva legata

In sostanza ciascuno di noi possiede tre parametri:

1. capacità di gestione dello stress

2. diverso grado di prevedibilità ed evitabilità degli eventi potenzialmente stressogeni

3. “punto di rottura” —> ragiono sia nei termini di prevedibilità che di evitabilità dell’evento

CARATTERISTICHE INDIVIDUALI

- differenze individuali costituiscono un elemento essenziale per lo stress

- percezione di una situazione non è uguale per tutti

- la stessa situazione può essere x alcuni fonte di malessere, per altri affrontata senza gravi riperc

IL FOCUS è sulla soggettività della percezione di questo fattore

Agenzia Bilbao: modello Causa-Conseguenza

50% di fattori individuali—>non si può pensare di risolvere il problema (maagri di attenuarlo con
alcuen strategie)

il resto alti carichi di lavoro—> che il DDL può modulare

una volta—> valori identificazione e fedeltà all’organizzazione perché lo stipendio


dell’organizzazione era l’elemento che consentiva al

oggi —>un’organizzazione snella—>ruoli meno definiti e responsabilità più sfumate—>flessibilità


e imprevedibilità; manca quel processo di fedeltà all’organizzazione

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Lo stress lavoro-correlato non è un nuovo rischio occupazionale, lo stress è forse il rischio
occupazionale più vecchio che abbiamo—> tuttavia, oggi assume sicuramente un ruolo di rischio
emergente per la diffusione che sta assumendo negli ambienti di lavoro contemporanei.

attività lavorative foriere di stress:

- attività di routine: compiti previsti nelle normali condizioni di attività


- attività di emergenza: azioni e compiti in situazioni particolari

Quali sono le conseguenze e gli effetti che si possono avere sull’individuo e sull’organizzazione?
sintomatologia psico-endocrina: astenia, ansia, riduzione delle difese immunitarie, disturbi
dell’umore.

In caso di stress cronico—> indebolimento del nostro intero organismo;

conseguenze STRESS: produttività ridotta, errori, infortuni, aumento dell’assenteismo per


malattia, danni all’immagine aziendale—> anche per il DDL non è una situazione ottimale

—>stress introdotto dal decreto 81 del 2008—>da ’accordo europeo sullo stress lavoro-correlato
del 2004


Nel 2010 la commissione consultiva permanente per la salute e la sicurezza del lavoro ha
elaborato delle indicazioni necessarie per la valutazione di questo nuovo rischio individuando un
percorso metodologico —> livello minimo di attuazione dell’obbligo sancito dal decreto legislativo
81 ai sensi dell’accordo europeo. Il percorso metodologico è qua sintetizzato:

1. valutazione preliminare—> esito negativo: riportato nel DVR + piano di monitoraggio

—> esito positivo: interventi correttivi e verifica efficacia

2. valutazione approfondita se non sono stati efficaci i provvedimenti prec

valutazione preliminare—> indicatori oggettivi e verificabili, checklist strutturata dall’INAIL su


documenti aziendali; definita oggettiva

valutazione approfondita—> in forma collettiva e anonima, le percezioni dei lavoratori tramite


questionari appositi. definita soggettiva

Contesto normativo e operativo:

- Dipartimento medicina epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale dell’INAIL (dimeila)—>


metodologia di valutazione del rischio stress-lavoro correlato e pubblicato su piattaforma online

- offre strumenti validati e risorse specifiche

L’obiettivo principale—>
identificazione di eventuali criticità relative a fattori di contenuto del lavoro (carico di lavoro,
orario, pianificazione dei compiti)

fattori di contesto del lavoro (ruolo, autonomia decisionale, rapporti interpersonali) presenti in
ogni tipologia di azienda e organizzazione.

—>Poi si analizzano le criticità che sono emerse e si effettua una gestione del rischio.

Il percorso metodologico di valutazione preliminare comprende gli eventi sentinella, gli indicatori
di contenuto del lavoro, gli indicatori di contesto del lavoro e la documentazione a supporto per
ricavare questi fattori.

Documenti in cui si parla di stress lavoro correlato:

- D. Lgs. 81 del 2008

- DiMEILA metodologia dell’INAIL

- creazione della piattaforma online con strumenti appositi per le aziende

“l’anima è un lusso specie in tempo di crisi e fervori di ristrutturazione”.

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XIV. Radioprotezione medica: D. Lgs. 230 del 1995 (testo fondamentale)
Insieme delle misure di tutela sanitaria rivolte ai lavoratori esposti a radiazioni ionizzanti,
valutandone tutti gli aspetti sanitari della sicurezza contro i danni e rischi delle RI.

Ionizzante → strappare un elettrone all’attrazione elettrostatica del nucleo.

radiazioni corpuscolari: presenta una massa. particelle più o meno pesanti

- la particella beta → l’elettrone quando ha carica negativa,

- mentre quando la particella beta ha carica positiva si tratta di una particella artificiale che
prende il nome di positrone.

La particella beta, sia negativa che positiva, ha una massa in mega- elettronvolt abbastanza
contenuta;

sono invece pesanti particelle come il protone, che ha carica positiva, il neutrone che non ha
carica, e in particolare la particella alfa che ha una carica doppiamente positiva e una massa
molto elevata: c è costituita dall’unione di 2 protoni con 2 neutroni ed ha infatti una carica di due
(visto che il neutrone non ha carica) ed una massa che è circa quattro volte quella del neutrone o
del protone.

Bersaglio nel lavoratore: DNA → studio LIFE SPAN su popolazioni osservate dopo gli incidenti
nelle centrali nucleari o pazienti che sono stati esposti ad alte dosi di radiazioni ionizzanti per
trattamenti sanitari

DANNO: consiste in diversi stadi dell’interazione biologica tra radiazione e materia


vivente:

- Fisico, Fisico-Chimico, Chimico → frazione di secondi

- Biologico → effetti somatici e genetici (pochi minuti- 40 anni)

• Effetti deterministici→ reazione dei tessuti: MORTE CELLULARE → Deplezione → perdita di


funzione.

Dipendono molto dalla capacità di compensazione del tessuto irradiato (fenomeno di


ripopolamento da parte delle zone vicine)

- Fenomeno soglia: preciso valore di dose al di sopra del quale l’effetto si manifesta pressoché
nella totalità dei soggetti irradiati.

- Gradualità dell’effetto : all’aumentare della dose aumenta anche la gravità dei sintomi fermo
restando che debba essere superata la dose soglia. 


la radioprotezione moderna è finalizzata alla protezione dei lavoratori dagli effetti stocastici,
potendo prevenire al 100 per cento l’effetto deterministico semplicemente fissando dei limiti di
dose estremamente cautelativi 


• Effetti stocastici → TRASFORMAZIONE CELLULARE

rappresentano il bersaglio fondamentale della radioprotezione moderna

Sono associati all’esposizione a livelli di dosi medio bassi e bassi di radiazioni ionizzanti.

Non esiste una dose soglia né esiste una gradualità dell’effetto; l’unica dipendenza dalla dose che
si osserva è un aumento della probabilità che l’effetto avverso (che ha natura neoplastica)
avvenga, ma non assolutamente l’aumento della gravità dell’effetto neoplastico

TEMPI DI ESPOSIZIONE LUNGHI (a parte cataratta radio- indotta)

Unica relazione diretta: 100 millisievert (modello lineare tra probabilità e esposizione)


- danno irreparabile → morte cell

- Danno con meccanismi di riparazione

- Compensazione per ripopolamento

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Grandezze dosimetriche:

• DOSE ASSORBITA: Energia/Volume Massa (J/Kg → Gray)

• DOSE ASSORBITA MEDIA: Considera il punto specifico → Energia ceduta dalla radiaz in un
punto specifico (Gray) (ponderata sul volume di una determinata entità biologica)

• DOSE EQUIVALENTE: sommatoria della dose assorbita media moltiplicata per un fattore di
ponderazione adomensionale specifico per ogni tipo di radiazione

(x e y =1; alpha =20) → tiene conto della natura della radiazione

• DOSE EFFICACE: sommatoria della dose equivalente per un fattore di ponderazione per tutti gli
organi specifici (es: midollo osseo> neuroni)

Ultime due sempre J/Kg però NON Gray ma Sievert (concetti epidemiologici ma
radioprotezionistici) → valuta gli effetti avversi sull’individuo= DETRIMENTO SANITARIO

Fondo naturale di radiazione= 2,4 milliSievert di dose efficace l’anno → IN ITALIA >3 mS

Normativa per la tutela: D. Lgs 230 del 1995:

ESPERTO QUALIFICATO → SORVEGLIANZA FISICA = L’insieme dei dispositivi adottati, delle


valutazioni, delle misure e degli esami effettuati, delle indicazioni fornite e dei provvedimenti
formulati dall’esperto qualificato al fine di garantire la protezione sanitaria dei lavoratori e della
popolazione.

- Relazione scritta con valutazione dei R al DDL con indicazioni di radioprotezione

- Classifica lavoratori a rischio e zone lavorative in zona sorvegliata (sussiste per i lavoratori in essa
operanti il rischio di superamento, su base annua, dei limiti di dose fissati per il pubblico) e zona
controllata (zona dove è possibile che nell’arco di un anno solare vengano superati determinati
limiti dosimetrici che non riguardano il singolo operatore. solo ad apparecchio funzionante)

- Comunica al medico addetto alla sorveglianza medica :

• Dosi ricevute dai lavoratori

• Periodicità delle visite

• eventuali esposizioni accidentali

• Schede personali dosimetriche

MEDICO AUTORIZZATO → SORVEGLIANZA MEDICA

LAVORATORI: classificati in categorie A e B a seconda della suscettibilità

XV. Agenti cancerogeni e mutageni → vedi punto X sost pericolose

XVI. Tutela maternità e paternità


dall’art.37 della Costituzione della Repubblica Italiana che recita: ‘’La donna lavoratrice ha gli
stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore.

Le condizioni di lavoro devono consentire l’adempimento della sua essenziale funzione familiare e
assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione”.

D. Lgs. n. 151 denominato “Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e di
sostegno della maternità e della paternità” —> tutela la donna durante la maternità e
garantisce il diritto del bambino ad un’adeguata assistenza da parte di entrambi i genitori.

Dal 2008 il trattamento dei genitori adottivi o affidatari è stato sostanzialmente equiparato a quello
dei genitori naturali in materia di congedi di maternità, paternità e parentali, cambiano solo le
decorrenze, riferite alla data d’ingresso in famiglia ed i limiti di età del minore.

DIVIETO DI DISCRIMINAZIONE

“divieto di discriminazione fondata sul sesso” particolare riguardo ad ogni trattamento meno
favorevole in ragione dello stato di gravidanza, nonchè di maternità o paternità, anche adottive,

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Le assenze dal lavoro per congedo di maternità/paternità sono considerate come attività
lavorativa → 80% o 100% del trattamento economico [<1-2 mesi - >3-4 mesi dal parto]

In base al principio di non discriminazione, le lavoratrici a tempo parziale hanno diritto a tutte le
indennità previste in proporzione all’orario ridotto della prestazione lavorativa

DIVIETO DI LICENZIAMENTO
Le donne lavoratrici hanno diritto alla conservazione del posto di lavoro per un periodo
predeterminato dalla legge.

Il divieto di licenziamento vige dall’inizio del periodo di gravidanza fino al compimento del primo
anno di età del bambino.

Il divieto di licenziamento si applica anche alle lavoratrici affidatarie o adottive indipendentemente


dal fatto che l’affidamento sia temporaneo o definitivo.

In caso di licenziamento la lavoratrice ha diritto ad essere reinserita nel proprio posto di lavoro
mediante presentazione, entro novanta giorni dal licenziamento stesso, di idonea certificazione
dalla quale risulti lo stato di gravidanza all’epoca del licenziamento.

Il divieto di licenziamento non opera nel caso di:


- colpa grave della lavoratrice, costituente giusta causa, particolarmente qualificata, tenuto
conto delle attenuanti derivanti dalle particolari condizioni psicofisiche;
- cessazione dell’attività dell’azienda, o di un ramo di essa nel caso in cui la lavoratrice non
possa essere adibita ad altre mansioni equivalenti;
- ultimazione della prestazione per la quale la lavoratrice è stata assunta, risoluzione del
rapporto di lavoro per scadenza del termine;
- esito negativo della prova; va tuttavia tenuto presente che in caso di risoluzione del rapporto
di lavoro durante il periodo di prova di una lavoratrice di cui è noto lo stato di gravidanza, è
necessario fornire alla stessa spiegazioni dettagliate sulle ragioni che hanno prodotto il giudizio
negativo.

Il divieto di licenziamento si estende anche al padre lavoratore che fruisce del congedo di
paternità, [solo in caso di decesso o grave infermità della madre, abbandono o affido esclusivo]
per tutta la durata, fino al compimento di un anno di età del bambino

Nei casi in cui il licenziamento è consentito e la risoluzione del rapporto di lavoro si verifica
durante il periodo di astensione obbligatoria o di astensione obbligatoria anticipata, la
lavoratrice ha ugualmente diritto alla indennità di maternità per l’intero periodo

CONGEDO
Per congedo di maternità si intende l’astensione obbligatoria dal lavoro della madre lavoratrice
che comprende di norma:
Prima del parto
- i 2 mesi antecedenti la data presunta del parto ed il giorno del parto;

- i periodi di interdizione anticipata, disposti dall’azienda sanitaria locale per gravidanza a rischio,
oppure dalla direzione territoriale del lavoro per mansioni incompatibili;
Dopo il parto
- i 3 mesi successivi al parto e in caso di parto avvenuto dopo la data presunta, i giorni compresi
tra la data presunta e la data effettiva;
- i giorni non goduti prima del parto, qualora il parto avvenga in data anticipata rispetto a quella
presunta.

Tali giorni si aggiungono al periodo di congedo di maternità dopo il parto, anche qualora la
somma dei periodi ante e post partum superi il limite complessivo di cinque mesi;

- i periodi di interdizione prorogata disposti dalla direzione territoriale del lavoro per mansioni
incompatibili con il puerperio. 


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Adozione—> II congedo di maternità spetta alla lavoratrice madre o in alternativa al lavoratore
padre, nei primi 5 mesi successivi al giorno dell’effettivo ingresso del minore in famiglia anche
qualora il minore raggiunga la maggiore età durante il congedo.
Adozione / affidamento preadottivo internazionale
Il congedo di maternità può essere fruito entro i 5 mesi successivi all’ingresso del minore in Italia
più il giorno dell’ingresso stesso.

RINVIO E SOSPENSIONE DEL CONGEDO DI MATERNITÀ


In caso di ricovero del neonato o del minore adottato/affidato, in una struttura pubblica o privata,
—>la madre può sospendere il congedo post partum, riprendendo l’attività lavorativa e
differendo la fruizione del congedo residuo a partire dalla data di dimissione del bambino.

1 sola volta per ogni figlio subordinatamente alla produzione di attestazione medica che attesti la
compatibilità dello stato di salute della madre con la ripresa dell’attività lavorativa.

INTERRUZIONE DELLA GRAVIDANZA


L’interruzione spontanea o terapeutica della gravidanza avvenuta entro il 180° giorno dall’inizio
della gestazione si considera aborto. L’aborto è considerato “malattia” e la lavoratrice si astiene
dal lavoro per il tempo necessario al recupero psicofisico prima della ripresa dell’attività
lavorativa.

Se, invece, l’interruzione di gravidanza si verifica dopo il 180° giorno (compreso) dall’inizio della
gestazione o nei casi di bambino nato morto o deceduto successivamente al parto, la lavoratrice
ha diritto a cinque mesi di astensione obbligatoria con relativa indennità di maternità, salvo che
non si avvalga della facoltà di riprendere l’attività lavorativa.

ADEMPIMENTI
In base al comma 1 dell’art.21 del T.U., prima dell’inizio del periodo di divieto al lavoro (quindi
entro il 7° mese dall’inizio della gestazione), le lavoratrici devono presentare al datore di lavoro e
all’ente che eroga l’indennità, apposita domanda corredata da certificato medico attestante la
data presunta del parto.

Successivamente entro 30 gg, la lavoratrice deve presentare il certificato di nascita del figlio, o
la dichiarazione sostitutiva. Per quanto riguarda l’INPS la domanda di maternità (o paternità) e la
successiva comunicazione della nascita e delle generalità devono essere presentate in modalità
telematica attraverso uno dei seguenti canali:
- Web -INPS

- Contact Center Integrato.

- Patronati.
allegare la documentazione —>ad esempio provvedimenti di interdizione, di adozione o
affidamento, autorizzazione all’ingresso in Italia del minore in adozione o affidamento preadottivo,
attestazione dell’ingresso in famiglia del minore adottato o affidato.

Il certificato medico di gravidanza ed ogni altra certificazione medico sanitaria devono essere
presentati in originale alla struttura INPS competente.

CONGEDO DI MATERNITÀ ANTICIPATO


La lavoratrice al verificarsi di alcune condizioni durante i primi sette mesi della gravidanza può
avvalersi del congedo di maternità anticipato previo accertamento da parte del Servizio Sanitario
Nazionale:

- nel caso di gravi complicanze nella gravidanza, per problemi di salute che mettono a rischio la
gravidanza oppure per preesistenti forme morbose che si presume possano essere aggravate
dallo stato di gravidanza;
- quando le condizioni di lavoro o ambientali siano pregiudizievoli alla salute della donna e del
bambino;

- quando le mansioni di lavoro sono pregiudizievoli per la gravidanza e non è possibile lo


spostamento della lavoratrice ad altre mansioni.
Nel primo caso (problemi di salute) la futura madre deve presentare la domanda di interdizione
alla Azienda Sanitaria Locale competente, assieme al certificato medico di gravidanza, al
certificato medico che confermi i problemi di salute che mettono a rischio la gravidanza e ad altro
materiale utile a fini della domanda —> 7 giorni—> accolta e la data di inizio dell’astensione al
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lavoro coincide con il primo giorno di assenza dal lavoro giustificato dal certificato medico
rilasciato alla lavoratrice.


TRATTAMENTO ECONOMICO
La prestazione economica è a carico dell’INPS, ancorchè anticipata dal datore di lavoro ed è pari
all’80% dell’ultima retribuzione mensile intera.
L’indennità è corrisposta per tutto il periodo di congedo.
Per i periodi di congedo di maternità, non è richiesta, in costanza di rapporto di lavoro, alcuna
anzianità contributiva pregressa ai fini dell’accreditamento dei contributi figurativi per il diritto alla
pensione e per la determinazione della misura della stessa.

La lavoratrice ha diritto di beneficiare di eventuali miglioramenti previsti dalla legge o da accordi
collettivi che le sarebbero spettanti durante l’assenza.

L’indennità di maternità spetta fino al termine del 7° mese dopo il parto—> lavoratrice madre
addetta a lavori pericolosi, faticosi o insalubri che non possa essere adibita ad altre mansioni e
debba assentarsi dal lavoro per provvedimento degli Organi Ispettivi.

Il trattamento economico di maternità a carico dell’INPS spetta anche in caso di cessazione del rapporto
di lavoro per scadenza del termine che si verifichi durante i periodi di maternità. Spetta inoltre alle lavoratrici
che, all’inizio del congedo, siano sospese, assenti dal lavoro senza retribuzione o disoccupate da non
più di 60 giorni.

TIPO DI ASSENZA PERIODO e DURATA SOGGETTI INTERESSATI

Congedo di maternità/ 1 o 2 mesi dalla data presunta solo la madre


paternità del parto

dalla nascita fino a 3 o 4 mesi la madre o il padre solo in


caso di decesso o grave
infermità della madre,
abbandono o affido esclusivo

Congedo parentale Max 6 mesi individualmente, sia la madre che il padre


entro il 12° anno di vita del
bambino, per un limite
complessivo tra i due genitori
di 10 mesi (elevabile ad 11)

Congedo per malattia senza limite fino ai 3 anni
 la madre o il padre


5 giorni per genitore fino a 8
anni

Riposi giornalieri 2 ore al giorno fino ad un anno la madre o il padre solo nei
di vita del bambino casi specifici

TRATTAMENTO ANZIANITÀ DI FERIE GRATIFICA CONTRIBUTI


ECONOMICO SERVIZIO NATALIZIA FIGURATIVI

Congedo di 80% (100%) si si si si


maternità/
paternità

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TRATTAMENTO ANZIANITÀ DI FERIE GRATIFICA CONTRIBUTI
ECONOMICO SERVIZIO NATALIZIA FIGURATIVI

Congedo 30% - max si no no Si


parentale per 6 mesi
entro i 6 anni
di età

Congedo per No si no no Si

malattia dei figli

Riposi 100% Si Si Si Si

giornalieri

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