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Equazioni di bilancio di materia 1

Capitolo Terzo
Equazioni di bilancio di materia

1. Classificazione di apparecchiature e processi

Apparato: sistema termodinamico chiuso/aperto. E’ usato anche come sinonimo di


apparecchiatura chimica.

Processo: l’insieme delle operazioni che individuano complessivamente le


trasformazioni realizzate.

Impianto: l’insieme degli apparati e delle correnti che servono per realizzare le
trasformazioni desiderate.

Apparati, processi e impianti vengono classificati come discontinui, continui o


semicontinui e possono funzionare in condizioni di regime stazionario o regime
transitorio.

In un apparato discontinuo (“batch”), l’alimentazione viene caricata all’inizio


dell’operazione e i prodotti vengono rimossi qualche tempo dopo. Nessun flusso di
materia attraversa il sistema nell’intervallo di tempo compreso fra il momento in cui
l’alimentazione viene caricata (inizio) e il momento in cui vengono rimossi i prodotti
(fine). La variabile tempo è una variabile fondamentale per descrivere l’operazione.

In un apparato continuo le correnti entranti ed uscenti scorrono continuativamente


per tutta la durata dell’operazione, indipendentemente dalla sua entità, ovvero sia
essa un giorno, un mese, un anno, etc.

In un apparato semicontinuo (“semibatch”) si possono realizzare tutte le situazioni


intermedie fra l’operazione discontinua e quella continua.

Esempio 1.1.
Reattore discontinuo: un reattore in cui si introducono i reagenti e dal quale si
rimuovono i prodotti formati e gli eventuali reagenti non convertiti dopo un
prefissato intervallo di tempo, detto tempo di reazione.
Processo continuo: alimentare continuamente una miscela di liquidi in una colonna
di distillazione e prelevare continuamente correnti di vapore e di liquido dalla testa
e dal fondo della colonna.

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2 CAPITOLO III

Processo semicontinuo: a) svuotamento a velocità costante di una bombola


contenente gas compresso, b) reattore in cui si effettua inizialmente la carica di
alcuni reagenti, se ne alimentano altri durante il periodo di reazione, ma si prelevano
i prodotti solo al termine dell’operazione.

Se i valori di tutte le variabili di un processo (per esempio, tutte le temperature,


pressioni, volumi, portate delle correnti, etc.) non cambiano nel tempo, si dice che il
processo opera in condizioni di regime stazionario.

Se alcune delle variabili di processo cambiano nel tempo, si dice che il processo
opera in condizioni di regime transitorio o non stazionario.

Per la loro natura, i processi “batch” e “semibatch” sono operazioni in regime non
stazionario, mentre i processi continui possono essere realizzati sia in regime
stazionario che in regime transitorio.

Osservazioni
a) L’operazione in regime stazionario è in realtà una semplificazione di un funzionamento
reale detto di regime mediamente stazionario in cui i valori delle variabili di processo
sono soggette a piccole variazioni attorno a valori medi, che sono assunti come specifica
di funzionamento.
b) I processi “batch” sono comunemente usati quando devono essere prodotte quantità
relativamente piccole di un prodotto, mentre i processi continui sono più adatti ad elevate
potenzialità. I processi continui, di solito, vengono condotti in regime stazionario; tuttavia
condizioni di regime transitorio si verificano durante la fase di avvio del processo e nei
successivi cambiamenti che possono avvenire, intenzionalmente o non intenzionalmente,
durante il funzionamento del processo.

2. Equazione di bilancio integrale di una proprietà estensiva

2.1 Premessa

Le equazioni di bilancio sono la rappresentazione matematica dei principi di


conservazione: materia, energia, quantità di moto. In maniera generale, una
equazione di bilancio viene scritta per una proprietà estensiva del sistema e deve
essere riferita ad un volume di controllo del sistema delimitato da una superficie
(sistema continuo). La scelta del volume di riferimento può variare notevolmente in
relazione agli obiettivi perseguiti e influenzare pesantemente la complessità
matematica delle equazioni da risolvere. Si possono distinguere due situazioni
particolari, decisamente opposte, individuabili rispettivamente come “visione
integrale” e “visione locale”.

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Equazioni di bilancio di materia 3

Nella visione integrale il sistema è considerato come una scatola nera e si è


interessati a stabilire legami fra le condizioni in ingresso ed in uscita dal sistema,
tenendo conto degli effetti globali delle trasformazioni che avvengono all’interno del
sistema stesso, senza la necessità di precisare le modalità con cui esse si svolgono.
In tale accezione, il sistema è tipicamente macroscopico e, nell’operazione di
bilancio, ci si riferisce a valori medi della proprietà. Se necessario, si utilizzano
parametri globali di caratterizzazione. In ogni caso, le equazioni risultanti sono
equazioni (o sistemi di equazioni) di tipo algebrico in condizioni di regime
stazionario, mentre risulteranno equazioni differenziali ordinarie del primo ordine in
condizioni di regime non stazionario.

Nella visione locale il sistema è considerato continuo e puntiforme e si è interessati


a valutare lo stato del sistema in funzione del tempo in relazione ai meccanismi
elementari (processi diffusivi di trasporto di materia, calore e/o quantità di moto;
processi cinetici di natura chimica, ecc..) che determinano le trasformazioni in essere
in ogni punto del sistema. In tale accezione, il sistema è tipicamente microscopico,
seppur continuo, e nell’operazione di bilancio ci si riferisce a proprietà che
dipendono dal tempo e dal vettore posizione del sistema. Le equazioni risultanti sono
tipicamente equazioni differenziali a derivate parziali del secondo ordine, la cui
soluzione determina la distribuzione spaziale e temporale delle proprietà oggetto di
bilancio.
L’impiego delle equazioni di bilancio locale comporta maggiori difficoltà
matematiche e richiede una dettagliata caratterizzazione dei fenomeni di trasporto in
essere; ovviamente, trattandosi di principi di conservazione, l’integrazione delle
equazioni locali di bilancio porterà alle medesime espressioni formali ottenibili
attraverso una visione integrale.

In questo corso si farà riferimento esclusivamente alla visone integrale, articolando


lo studio alle equazioni di bilancio di materia e di energia ed alle loro applicazioni
di prevalente interesse per l’industria di processo. Si rimanda la trattazione dei
“Fenomeni di trasporto” ai corsi specifici.

2. 2 Equazione di bilancio integrale di una proprietà

Si consideri una superficie S (superficie di controllo) che racchiude un sistema


termodinamico di volume V (volume di controllo); il sistema può essere costituito
da una singola apparecchiatura o da un insieme di apparecchiature, ovvero da tutto
l’impianto e può contenere un numero finito di componenti pari ad Nc. La superficie
può essere ferma o in movimento rispetto ad un osservatore solidale con lo spazio
esterno e può essere deformabile.

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4 CAPITOLO III

Sulla superficie di controllo si vuole eseguire un bilancio di una proprietà estensiva


 per valutare il valore della proprietà media all’interno del volume in relazione alle
interazioni con l’ambiente, esterno alla superficie che racchiude il sistema stesso.

Con riferimento allo schema indicato in Figura 3.1 si danno le seguenti definizioni.

daccumulo di  nel volume V, racchiuso dalla superficie S, nell’intervallo di


tempo dt compreso fra un istante t ed un istante t+dt
 ( j ) = portata di  in una generica corrente j
 g = quantità generata di  nell’unità di tempo all’interno del volume V
 S = portata di  attraverso la parte di superficie S che non interseca le correnti
materiali, assunta positiva se entrante nel sistema.

Fig. 3.1 Schema di superficie di controllo.


Ne = numero di correnti materiali entranti
Nu = numero di correnti materiali uscenti

Il bilancio della proprietà  nell’intervallo di tempo dt sulla superficie S mette in


relazione l’accumulo della proprietà nel volume di controllo con tutti i termini presi
in considerazione (Fig.3.2).

Fig. 3.2. Concetto di bilancio di una proprietà estensiva in un intervallo di


tempo

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Equazioni di bilancio di materia 5

Nell’ipotesi di considerare uniformi le proprietà lungo la sezione di intersezione fra


correnti materiali e superficie di controllo (Fig.3.1), si ottiene facilmente quanto
segue:
Ne Nu
d   (e)
dt   (u )
dt  g dt  S dt
e 1 u 1

Da cui si ricava immediatamente l’espressione generale dell’equazione di bilancio


integrale di una proprietà estensiva  :
d Ne Nu
  (e)
  (u )
 g  S (3.1)
dt e 1 u 1

Nel caso di sistemi in condizioni di regime stazionario, la equazione (3.1) diventa:


Ne Nu
0   (e)
  (u )
 g  S (3.2)
e 1 u 1

In sistemi chiusi, invece, dall’equazione (3.1) si ottiene:


d
 g  S (3.3)
dt

Le Eq.(3.1) e (3.3) si presentano come equazioni differenziali del primo ordine e


necessiteranno per la loro soluzione di informazioni relative alle condizioni iniziali
del sistema; come già osservato per sistemi in condizioni non-stazionarie, la variabile
tempo risulterà essere una variabile di processo importante.

Le equazioni integrali di bilancio (Eq. (3.1)-(3.3)) stabiliscono quindi,


genericamente parlando, una relazione tra i valori della proprietà nelle correnti
entranti e nelle correnti uscenti dal sistema o superficie di controllo. A seconda del
tipo di apparecchiatura si possono aggiungere informazioni in termini di parametri
globali che rappresentano nel complesso il funzionamento del sistema. In ogni caso,
comunque, la soluzione di queste equazioni non consentirà il dimensionamento delle
apparecchiature, che può essere realizzato solo introducendo anche informazioni sul
funzionamento dettagliato dell’apparecchiatura stessa. (Per ulteriori discussione e
chiarimenti si vedano i capitoli relativi alle applicazioni).

Osservazione
Nell’eq. (3.1) la grandezza  e le portate ad essa correlate rappresentano rispettivamente
valori medi della proprietà nel volume di controllo e nelle correnti. Nel caso in cui il
sistema non presenti proprietà spazialmente uniformi nel volume di controllo, l’equazione
(3.1) dovrebbe rappresentarsi come segue:

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6 CAPITOLO III

Ne Nu
d
 dV        gdV     dS
dt V
(e) (u )
g (3.1b)
V S
e 1 u 1

in cui con i simboli   e   si indicano rispettivamente la proprietà rapportata


all’unità di superficie e di volume.

3. Equazioni di bilancio integrale di massa

Con riferimento allo schema indicato in Figura 3.1, nel caso in cui si consideri come
grandezza estensiva da bilanciare la massa totale del sistema (  m ,   m ), la
equazione generale (3.1) assume il seguente aspetto:
dm Ne ( e ) Nu (u )
  m   m  mg  mS (3.4)
dt e1 u 1

Il principio di conservazione della materia stabilisce che se non avvengono


trasformazioni nucleari risulta mg  0 . Nel caso in cui si possano assumere nulli gli
scambi di materia attraverso la superficie nei punti in cui non è attraversata da
correnti materiali, (ipotesi di superficie impermeabile, adatta ad apparecchiature
metalliche, ad esempio) si ha anche che mS  0 .

Pertanto l’equazione di bilancio di massa totale diventa:


dm Ne ( e ) Nu (u )
 m  m (3.5)
dt e1 u 1

In un sistema costituito da Nc componenti, tuttavia, anche le Nc masse di ciascun


componente i, così come le corrispondenti portate in massa, sono grandezze
estensive che possono essere “bilanciate”. Infatti, posto   mi ,   mi , la
equazione generale (3.1) assume il seguente aspetto, sempre assumendo la superficie
di controllo impermeabile ( mi , S  0 ), individuata come equazione di bilancio di
massa parziale per il componente i
dmi Ne ( e ) Nu (u )
  mi   mi  mi , g (3.6)
dt e 1 u 1

Si noti che in generale mi , g  0 , avendo indicato con i un generico composto


chimico. Il termine generativo per il componente i-esimo risulterà nullo nel caso in
cui non avvengano reazioni chimiche o quando, anche realizzando reazioni
chimiche, si voglia intendere con i l’atomo e non il composto (effettuando in realtà
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Equazioni di bilancio di materia 7

il cosiddetto bilancio degli atomi), sempre nel caso in cui non avvengano
trasformazioni nucleari. Infine, il termine mi , g può assumere segno positivo o
negativo a seconda che il composto i si formi (prodotto della reazione chimica,
generazione positiva) o che si trasformi (reagente della reazione chimica,
generazione negativa).
Ovviamente, poiché il principio di conservazione della materia deve essere sempre
soddisfatto, vale anche la seguente relazione:
Nc

m
i 1
i,g  mg  0 (3.7)

Osservazione
Nel caso di sistemi contenenti pareti semi-permeabili (ad es. membrane a permeabilità
selettiva) o di sistemi con superfici evaporanti (serbatoi a cielo aperto, lagune aerate,
ecc..) i flussi interfacciali si annoverano nel termine mS .

4. Equazioni di bilancio integrale di quantità di sostanza

Nel caso in cui siano presenti sistemi reagenti, è spesso conveniente applicare un
bilancio di quantità di sostanza, comunemente ed impropriamente detto bilancio
molare; naturalmente nulla vieta di applicare tale bilancio anche per sistemi non
reagenti.

Con riferimento allo schema riportato in Figura 3.1, considerando come proprietà
estensive su cui eseguire il bilancio sia la quantità di sostanza totale del sistema sia
la quantità di sostanza di ciascun composto i presente nel volume V racchiuso dalla
superficie S si avranno i corrispondenti casi in cui (  n ,   ni ); l’espressione
generale (3.1) si può quindi particolareggiare nelle equazioni seguenti, assumendo
anche in questo caso la superficie di controllo impermeabile ( ni , S  0 ):

Equazione di bilancio di quantità di sostanza totale (bilancio molare totale)


dn Ne ( e ) Nu (u )
  n   n  ng (3.8)
dt e1 u 1

Equazione di bilancio di quantità di sostanza parziale per il composto i (bilancio


molare parziale)
dni Ne ( e ) Nu (u )
  ni   ni  ni , g (3.9)
dt e1 u 1

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8 CAPITOLO III

Si tenga ben presente che esiste un principio di conservazione di massa, ma non un


principio di conservazione della quantità di sostanza e quindi in generale può valere
che ni , g  0 e/o ng  0 , essendo in ogni caso valida la seguente relazione, per
definizione:
Nc

n
i 1
i,g  ng (3.10)

4.1 Espressioni per i termini generativi: il grado di avanzamento della reazione


chimica

Per esprimere i termini generativi nelle Eq. (3.8) e (3.9) si fa comunemente uso dei
parametri specifici delle reazioni chimiche quali i gradi di avanzamento di ciascuna
reazione, che mettono in relazione fra di loro le quantità di sostanza trasformate
(“generate”) di ogni singolo composto.
Si consideri, ad esempio, che nel sistema reagente avvenga una sola reazione
chimica, del tipo:
aA + bB +… lL + mM +…   A 0
i i i 
 i  0 se i = prodotto,  i  0 se i = reagente (3.11)

in cui si indicano rispettivamente con a,b,l,m i coefficienti stechiometrici dei


composti A,B,L,M, sinteticamente rappresentati dal simbolo vi. Dal punto vista
algebrico, la reazione chimica riportata a sinistra delle relazioni (3.11) può essere
interpretata come un’equazione lineare omogenea nei composti Ai con coefficienti
pari ai corrispondenti coefficienti stechiometrici e può essere compattata secondo la
notazione dell’algebra lineare come indicato a destra della relazione (3.11). Con il
simbolo i si è indicato genericamente il coefficiente stechiometrico del composto
i, che per convenzione si assume di segno positivo per i composti che compaiono
come prodotti della reazione, mentre è di segno negativo per i composti che
compaiono come reagenti della reazione stessa.

La stechiometria della reazione indica univocamente il tipo di legame esistente fra


la quantità di sostanza dei reagenti trasformati e quella dei prodotti formati e
consente di scrivere le seguenti relazioni di uguaglianza da cui resta definito il grado
di avanzamento di una reazione chimica  e la velocità di variazione del grado di
avanzamento  della reazione medesima.
Con riferimento alla stechiometria indicata nella reazione (3.11), si ha :
n A, g nB , g nL , g nM , g
  ...    ...  
a b l m

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Equazioni di bilancio di materia 9

t2

Da cui si evince rapidamente che per una reazione chimica ni , g   i e    dt , t1


con ovvio significato dei simboli.

Generalizzando al caso di NR reazioni chimiche stechiometricamente indipendenti, è


immediato riconoscere che per descrivere correttamente il sistema reagente, nota la
stechiometria delle reazioni, servirà un insieme di variabili “gradi di avanzamento”
di numero uguale al numero di reazioni chimiche per esprimere ciascun termine
generativo, secondo la relazione seguente:
NR NR
ni , g   ni , g ,r  i ,rr (3.12)
r 1 r 1

Osservazioni
a) E’ facile ricavare anche che mi , g  m
r
i , g ,r  M i  i ,r r , da cui si ottiene, per
r
il principio di conservazione della massa, che:
 
mg    M i  i ,r r     r  i ,r M i  0
i  r  r i

Infine, si evidenzia anche che  i ,r M i  0 r  1, N R  ; tale risultato è



i
esplicitamente contenuto nella stechiometria della reazione stessa.
b) Poiché ng       r  ir si osserva che affinché ng  0 è sufficiente
ir r
i r r i
che tutte le NR reazioni indipendenti avvengano senza variazioni del numero di moli
e cioè se  i ,r  0 r  1, N R  .
i

5. Parametri di caratterizzazione di un reattore

Per ogni reazione chimica che avviene all’interno della superficie di controllo, si
osserva che nelle equazioni di bilancio si introduce una ulteriore variabile pari alla
corrispondente velocità di variazione del grado di avanzamento; pertanto, nella
specifica del problema devono essere fornite informazioni che consentano di
quantificare queste grandezze.
Queste informazioni sono spesso date sotto forma di parametri globali che
consentono di caratterizzare dall’esterno il funzionamento delle apparecchiature in
cui avvengono processi generativi. I parametri globali di maggior uso sono la
conversione, la resa e la selettività che a loro volta implicano il concetto di reagente
limitante e quindi di reagente in eccesso.

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10 CAPITOLO III

Si assuma per comodità il sistema reagente del tipo seguente:

A+BP+Q (reazione principale)


(3.13)
A + B + Q  C + D… (reazione secondaria)

in cui si individua una reazione principale ed una reazione secondaria.

Si intende come reazione principale la reazione che porta alla formazione del
prodotto di interesse primario (ad esempio rappresentato dal composto P). Tutte le
altre reazioni che coinvolgono reagenti ed eventuali prodotti intermedi (composto
Q) e portano alla formazione di prodotti a volte indesiderati (composti C e/o D), detti
anche co-prodotti, sono reazioni secondarie o competitive.

Con riferimento allo schema stechiometrico (3.13), si danno le seguenti definizioni.

Reagente limitante: il composto presente in rapporto inferiore a quello


stechiometrico rispetto a tutti gli altri reagenti. Si definisce in riferimento ad una
reazione specifica detta reazione principale. Ci si riferisce alle condizioni in ingresso
o iniziali a seconda che si tratti di un sistema aperto o chiuso. A chiarimento della
definizione, si veda l’Esempio 5.1

Eccesso di un reagente: si definisce per un reagente non limitante (B), attraverso la


seguente relazione, con riferimento alle condizioni in ingresso alla superficie oggetto
di studio:
nB ( e )  nBt
eccessoB  (3.14)
nBt
in cui nB ( e ) rappresenta la portata effettiva di B in ingresso e nBt rappresenta la
portata teorica che dovrebbe avere B per essere in rapporto stechiometrico con il
reagente limitante in ingresso.
Nel caso di reazioni di ossidazione di combustibili che presentano un certo tenore di
ossigeno, per calcolare la portata teorica di aria necessaria, bisogna tener conto anche
del contributo dato dall’ossigeno presente nel combustibile.
Nel caso di più reazioni, l’eccesso si valuta riferendosi alla stechiometria della
reazione principale.
Per sistemi chiusi, la portata in ingresso assume ovviamente il significato di quantità
di sostanza iniziale.

Conversione
Per un sistema reagente è assai utile avere informazioni che consentano di stabilire
quale sia la frazione del reagente limitante che viene convertita e, nel caso in cui

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Equazioni di bilancio di materia 11

avvengano molteplici reazioni competitive e/o consecutive, di stabilire quale sia la


frazione del reagente limitante che viene convertita nel prodotto voluto.

Si definisce conversione del reagente limitante A: la frazione di A alimentato al


sistema che si è convertita.

Nel caso in cui si abbia un sistema funzionante in condizioni di regime stazionario,


come quello indicato
schematicamente in Figura 3.3,
applicando la definizione di
conversione alla superficie di
controllo che racchiude
l’apparecchiatura, dalle equazioni
di bilancio di materia sulla
Fig.3.3. Schema di reattore (UNICHIM)
medesima superficie si ricavano le
seguenti relazioni:
NR

n A, g n( e )  n(u )  Ar r
A   A (e) A  r 1
 nA(u )  (1   A ) nA( e ) (3.15)
nA( e ) nA nA( e )

E’ intuitivo quindi comprendere che possono esistere diversi valori di conversione


per un sistema costituito da molteplici apparecchiature, a seconda della superficie di
controllo cui si fa riferimento. Si parla infatti di conversione per passaggio, con
riferimento ad una singola apparecchiatura, e di conversione globale con riferimento
all’intero impianto. Si veda in proposito l’Esempio 5.2.

Nel caso in cui si abbia un sistema chiuso, funzionante in condizioni di regime


transitorio, in cui si carichi inizialmente un reagente A, in quantità pari a niniziale
A e si
faccia avvenire la reazione per un tempo pari a treazione, le equazioni di bilancio molare
per A portano al seguente sistema:

 dnA
  n A, g
 dt da cui, integrando fra l’istante iniziale e finale, si ottiene:
n (0)  n iniziale
 A A
treazione

n   nA, g dt  nA, g con nAfinale pari alla quantità di sostanza di A


finale iniziale
n A A
0

presente nell’istante finale, e nA, g pari alla quantità di sostanza del composto A
complessivamente convertita.
In tal caso, si osserva che la conversione di A assume il seguente ovvio significato:

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12 CAPITOLO III

n A, gmoli di A complessivamente convertite


A  iniziale
 (3.16)
n A moli di A iniziali
ovvero, si definisce lo stesso parametro (la conversione) in relazione agli istanti
iniziali e finali, anziché in relazione alle sezioni in ingresso e in uscita da una
specifica superficie di controllo.

Mentre la definizione di conversione fornita è praticamente accettata


universalmente, non altrettanto univoche sono le definizioni di resa e selettività. In
questo corso si applicano le seguenti definizioni, con riferimento allo schema
stechiometrico (3.13).

Resa di un reagente A in un prodotto P: la frazione di prodotto ottenuto dal reagente


limitante alimentato.
nP , g
 AP  (3.17)
nAe
Selettività di un reagente A in un prodotto P: la frazione di prodotto ottenuto dal
reagente limitante reagito.
nP , g
 AP  (3.18)
n A, g

I parametri conversione, resa e selettività non sono indipendenti, ma sono correlati


fra loro nel modo seguente:
 AP   A   AP (3.19)

Osservazioni
Le definizioni di  e  qui riportate non dipendono dalla stechiometria delle reazioni;
possono inoltre fornire valori numerici maggiori dell’unità.
Definizioni diverse vengono fornite ad esempio in [G.Natta, I.Pasquon, Principi della
Chimica Industriale, vol.I, CLUP] e in [R.W. Felder, R.W.Rousseau, Elementary
Principles of Chemical Processes, J.Wiley , 3rd ed. 2000].
Si suggerisce di verificare sempre la definizione di resa e selettività prima di utilizzare un
corrispondente valore numerico per i calcoli.

Esempio 5.1
Si consideri un reattore alimentato con una corrente di CH4 (100 kmol/h) ed una
corrente di H2O (300 kmol/h) in cui si vuole produrre gas di sintesi, ovvero una
miscela CO e H2 , secondo la reazione:

CH4 + H2O  CO + 3H2 (reazione 1)

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Equazioni di bilancio di materia 13

Poiché in uscita dal reattore si rileva anche la presenza di CO2, la reazione principale
(1) è accompagnata da una reazione secondaria (2), secondo la quale:

CO + H2O  CO2 + H2 (reazione 2)

Il sistema dato dalle reazioni (1) e (2) costituisce quindi un possibile schema
stechiometrico che descrive il sistema reagente complessivo.
Dalla specifica relativa alle correnti in ingresso si ottiene che il CH4 è il reagente
limitante, mentre l’H2O è il reagente in eccesso.
(e)
nCH 1  CH 4 1
Infatti, riferendosi alla reazione principale (1) si ha che: 4
  
n(He2)O 3  H 2O 1
n (He2)O  nHt 2O 300  100
e quindi si ottiene eH 2O  t
  2 , ovvero un eccesso di H2O
n H 2O 100
pari al 200%

Esempio 5.2
Si consideri l’impianto riportato in Figura 3.4.
Nel reattore R01 avviene la generica reazione A + 2B  C e si conosce la seguente
specifica relativamente alle correnti indicate:

Figura 3.4. Schema base di impianto con ricircolo


R01 = reattore o insieme di reattori
S01 = stadio di separazione

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14 CAPITOLO III

Corrente 1: A + B; nA(1)  100 kmol/h


Corrente 2: A + B; nA(2)  150 kmol/h
Corrente 3: A + B + C; nA(3)  50 kmol/h
Corrente 4: C puro
Corrente 5: A + B; nA(5)  50 kmol/h

La conversione per passaggio al reattore si calcola riferendosi alla superficie di


nA(2)  nA(3) 150  50
controllo S1 e risulta  AR 01    66.6%
nA(2) 150
La conversione globale si calcola riferendosi alla superficie di controllo S2, ovvero
si valuta considerando la superficie che racchiude globalmente l’impianto, e risulta
nA(1)  nA(4) 100  0
pari a  glo
A    100%
nA(1) 100

L’efficacia del ricircolo è senz’altro evidente.

6. Soluzione del problema generale di bilancio di materia

Si è visto che su una superficie di controllo si possono scrivere una equazione di


bilancio totale di materia e/o molare (equazioni (3.5) e (3.8)) ed un numero di
equazioni di bilancio massico e molare per ciascun composto pari al numero di
componenti presenti (equazioni (3.6) e (3.9)). In realtà le portate di ciascun composto
e quella totale sono strettamente correlate dalle relazioni di congruenza, che in questo
caso si esprimono come:
Nc Nc Nc Nc

m
i 1
i  m; m
i 1
( j)
i m ;
( j)
ovvero come n
i 1
i  n; n
i 1
( j)
i  ni( j )
con (j)=generica corrente

Queste relazioni, assieme a quelle espresse dalle relazioni (3.7) e (3.12), consentono
di osservare chiaramente che il sistema costituito dalle NC+1 equazioni di bilancio
di massa (3.5) e (3.6), ovvero il sistema costituito dalle NC+1 equazioni di bilancio
molare (3.8) e (3.9), è in realtà un sistema di equazioni linearmente dipendenti,
essendo una di queste il risultato della combinazione lineare di tutte le altre. Ad
esempio il bilancio totale è esattamente la somma delle equazioni di bilancio parziale
per ciascun composto i.
Si conclude quindi che la corretta impostazione di un problema di bilancio di materia
per un sistema costituito da NC componenti per una specifica superficie di controllo

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Equazioni di bilancio di materia 15

è caratterizzata da un insieme di NC equazioni di bilancio di materia. Tale insieme


può essere costituito alternativamente da NC equazioni di bilancio parziali (uno per
ogni componente) oppure da 1 equazione di bilancio totale e da NC-1 equazioni di
bilancio parziali.

Il sistema risolutivo resta invariato e si applica a qualsiasi apparato, sia esso


funzionante in regime stazionario, o in transitorio, per sistemi reagenti o con sole
trasformazioni di tipo fisico. Trattandosi quindi in ogni caso di un sistema di Nc
equazioni, le informazioni fornite attraverso la specifica delle correnti dovranno
consentire di saturare tutti i gradi di libertà del sistema stesso. Nel caso particolare
di sistemi reagenti, ad esempio, fra le variabili andranno annoverate anche i gradi di
avanzamento di ogni reazione chimica indipendente e quindi la specifica dovrà
fornire altrettante informazioni al fine di consentirne la quantificazione (tipicamente
si forniscono dati di conversione e selettività).

Una breve discussione sulla sequenza risolutiva viene fornita nell’Esempio 6.1,
mentre esempi articolati di bilancio di materia per sistemi costituiti da singole
apparecchiature vengono illustrati nel Capitolo 4.

Esempio 6.1
Sia dato lo schema riportato in Figura 3.5 che
rappresenta uno stadio di separazione,
funzionante in condizioni stazionarie, in cui
sono presenti i composti A e B in ogni corrente.
La separazione realizzata nello stadio è di
natura fisica, ovvero i composti non sono
coinvolti in reazioni chimiche.

Essendo Nc=2 si possono scrivere 2 equazioni


di bilancio di materia per la superficie di
controllo che racchiude l’apparecchiatura.
Si valutano due casi caratterizzati da specifiche
diverse sulle correnti.

CASO A.
Assegnando come
specifica l’insieme Fig. 3.5 Schema relativo
(1) (2) (1) (2)
(m , m , m , m ) , si può scegliere di
A A B B
all’esempio 6.1
scrivere i bilanci di massa parziali. Si avrà:
mA(1)  mA(2)  mA(3)  0
 (1)
mB  mB  mB  0
(2) (3)

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16 CAPITOLO III

da cui si ottengono i valori delle portate di ciascun composto nella corrente (3)
(mA(3) , mB(3) ) .
Per calcolare poi le portate totali delle correnti (m1 , m2 , m3 ) si usano le relazioni di
congruenza, secondo le quali:
m1  mA(1)  mB(1) m2  mA(2)  mB(2) m3  mA(3)  mB(3)

In alternativa al sistema costituito dai bilanci di massa parziali, si possono scrivere


1 equazione di bilancio totale e 1 equazione di bilancio parziale, ad esempio, per il
composto A.
Assegnando come specifica l’insieme (mA(1) , mA(2) , mB(1) , mB(2) ) , dalle relazioni di
congruenza si ottengono dapprima le portate totali delle correnti 1 e 2 ( m1 , m2 ) , si
applicano successivamente le equazioni di bilancio per calcolare (mA(3) , m3 ) e,
infine, si ricava mB(3) dalla relazione di congruenza per la corrente 3.
Riassumendo, la sequenza risolutiva sarebbe la seguente:

m1  mA(1)  mB(1) ; m2  mA(2)  mB(2)


mA(1)  mA(2)  mA(3)

m1  m2  m3
mB(3)  m3  mA(3)

CASO B.
Assegnando come specifica l’insieme (m1 ,  A(1) ,  A(2) ,  A(3) ) , la soluzione risulta
agevole se si utilizza come sistema risolutivo l’insieme dell’equazione di bilancio
totale e l’equazione di bilancio parziale per il composto A.

Ricordando la definizione di frazione ponderale, si ottiene:

m1  m2  m3

m1 A  m2 A  m3 A
(1) (2) (3)

da cui si ricavano i valori delle portate totali delle correnti (m2 , m3 ) .


Le portate di ciascun composto in ogni corrente si ricavano infine ricordando le
relazioni di congruenza e la definizione di frazione ponderale.

mA(1)  m1 A(1) , mA(2)  m2 A(2) , mB(3)  m3 (1   A(3) ) e così via.

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Equazioni di bilancio di materia 17

MATERIALE DI SUPPORTO

Da: F.P.Foraboschi, Principi di Ingegneria Chimica, UTET, 1973

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18 CAPITOLO III

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Equazioni di bilancio di materia 19

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20 CAPITOLO III

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