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Nota: gli appunti riportati in queste sezioni costituiscono parte della


bozza di un libro in corso di preparazione. Trattasi di materiale riservato

Capitolo Primo
Aspetti introduttivi

1. L’impianto chimico e le sue rappresentazioni

In questo corso si studiano ed approfondiscono gli elementi di base necessari per


procedere ad un’analisi quantitativa delle operazioni dell’industria di processo.

L’industria di processo, spesso assimilata all’industria chimica, è in realtà


comprensiva di diversi settori produttivi, tra i quali risultano caratteristici quello
chimico, petrolchimico, energetico, dei materiali, alimentare, farmaceutico,
biotecnologico e ambientale. Più propriamente, rientrano in questa categoria tutti i
settori dell’industria di trasformazione in cui sono rilevanti le variazioni delle
proprietà chimico-fisiche (composizione, temperatura, stato di aggregazione, ecc..)
nella determinazione del prodotto finale. In altri termini, tutte le apparecchiature in
cui si realizzano cambiamenti di stato delle materie prime, reazioni chimiche fra le
stesse e/o separazione di miscele nei composti puri o in altre soluzioni a diversa
composizione sono da considerarsi componenti di un impianto dell’industria di
processo. In seguito si farà riferimento a quanto descritto parlando di impianto
chimico o semplicemente di impianto.

Un impianto (Figura 1.1) è un sistema, a volte molto complesso, in cui si realizza la


trasformazione delle materie prime in prodotti; in generale, se non si annoverano fra
le materie prime anche le fonti energetiche, è necessario considerare anche lo
scambio di energia (potenza termica, meccanica, elettrica). Un impianto è a sua volta
costituito da una serie di apparecchiature in cui si ottengono specifiche
trasformazioni; sono ad esempio presenti reattori, colonne di distillazione,
scambiatori di calore, turbine, pompe, compressori, colonne di
assorbimento/stripping, estrattori solido-liquido, ecc. Ovviamente, ogni
apparecchiatura può essere anch’essa schematizzata come un sistema in cui
entrano/escono sostanze che subiscono trasformazioni ed entrano/escono flussi di
energia. In generale, l’impianto può essere rappresentato come una successione di
operazioni, secondo il cosiddetto “schema a blocchi” (Figura 1.2).

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Rappresentazioni più dettagliate di un impianto sono lo “schema di processo”, che


riporta la sequenza delle apparecchiature e delle correnti principali, e lo “schema
tecnologico completo” (P&I, process and instruments) che riporta anche il sistema
di controllo, le valvole e la sequenza di apparecchiature e correnti secondarie, quali
linee di servizio di vapore, di acqua di raffreddamento, di aria compressa, ad esempio
(si veda a questo proposito quanto riportato nelle Norme UNICHIM e nelle Norme
UNI EN ISO 10628) . Alcune pagine di riferimento per le norme UNI EN ISO 10628
sono nel ”materiale di supporto” a questo capitolo.

Fig. 1.1. Schema generale di un impianto chimico

Fig. 1.2. Esempio di schema a blocchi

Nella trattazione qui presentata si farà uso essenzialmente di schemi di processo assai
semplificati, al punto da risultare rappresentazioni intermedie fra il tipico “schema a
blocchi” e lo “schema di processo” stesso, indicando le apparecchiature con il

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relativo simbolo suggerito in [UNICHIM] e/o in [UNI ENI ISO 10628], simbolo che
ne ricorda il principio di funzionamento in maniera sintetica.

2. Il modello di “scatola nera”

Lo scopo del corso è quello di quantificare tutte le correnti materiali di un impianto,


senza entrare nel dettaglio dei fenomeni che avvengono all’interno di ogni
apparecchiatura. Ogni apparecchiatura è assimilabile ad una “scatola nera”, di cui si
possono avere informazioni solo in relazione alle correnti materiali ed energetiche
in ingresso ed in uscita dalla stessa. In alcuni casi, quali ad esempio nei reattori, si
farà uso di parametri globali (conversione, resa, grado di avanzamento delle reazioni,
ecc.) che consentono di caratterizzare il funzionamento dell’apparecchiatura
dall’esterno, cioè senza sapere e senza la necessità di stabilire se si tratta di un
reattore a tino o tubolare, o di quale sia il valore del suo volume, pur avendo chiaro
quali siano le trasformazioni complessivamente operate (ovvero conoscendo la
stechiometria delle reazioni). In altri termini, si potranno calcolare le condizioni di
temperatura, portata e composizione delle correnti, ma non si entrerà nel merito del
dimensionamento delle singole apparecchiature; infatti, per effettuare la
progettazione di apparati, è necessario elaborare dei modelli per descrivere il loro
funzionamento sulla base dei fenomeni che avvengono all’interno delle
apparecchiature stesse.

Osservazione
Si intende per corrente materiale l’insieme di sostanze che generalmente fluisce
all’interno di condotti; in un impianto la schematizzazione di un singolo tubo o di un
insieme di condotti è ottenuta rappresentando il sistema con una freccia direzionale.

Per chiarire il concetto di scatola nera, si consideri ad esempio uno scambiatore di

Fig.1.3. Scambiatore di calore a fascio tubiero


calore a fascio tubero, rappresentato in Figura 1.3, in cui si realizza lo scambio di
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energia fra una corrente che scorre all’interno dei tubi ed una corrente che fluisce
all’esterno di essi seguendo un percorso definito, senza che le correnti entrino in
contatto fra di loro rimescolando le sostanze presenti. L’apparecchiatura riportata è
un tipo di scambiatore di calore a superficie, la cui principale caratteristica è quella
di consentire lo scambio termico fra correnti mantenendole costantemente separate.
Ovviamente sono state industrialmente sviluppate molteplici tipologie di
apparecchiature che soddisfano questi requisiti, tuttavia non è necessario conoscere
tutti i dettagli costruttivi per determinare la temperatura delle correnti entranti e/o
uscenti e la potenza termica scambiata. Anzi, in fase di progettazione, è a partire
dalla conoscenza del flusso termico scambiato fra le correnti e delle loro

a) b)

Fig. 1.4. Esempi di schematizzazione di uno scambiatore di calore a superficie


a) norme UNICHIM [1]
b) principio di funzionamento di a) e modello a scatola nera
(Q=potenza termica scambiata)

caratteristiche chimico-fisiche (temperatura, densità, viscosità, ecc.) che si


determinano il valore della superficie di scambio, il numero di tubi, la loro
lunghezza, ecc. Ai fini della determinazione dei flussi di materia ed energia è
sufficiente schematizzare qualunque tipo di scambiatore a superficie come indicato
nella Figura 1.4 ed applicare i principi di conservazione di materia ed energia alle
superfici indicate.

3. Richiami e definizioni

Sistema: regione di spazio limitata contenente una quantità finita di materia. E’


racchiuso da una superficie (generalmente detta superficie di controllo), attraverso
la quale può scambiare con l’esterno materia e/o energia. E’ in realtà la parte di
spazio che al momento è oggetto dello studio, che si contrappone all’ambiente
esterno, da intendersi come il complemento all’universo del sistema.
Si distinguono diverse classi di sistemi.

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- Sistema aperto: scambia con l’ambiente materia ed energia


- Sistema chiuso: non scambia materia con l’ambiente
- Sistema adiabatico: non scambia energia termica con l’ambiente (ma può
scambiare potenza meccanica).
- Sistema isolato: non scambia né materia né energia con l’ambiente

Sistema continuo: un sistema indefinitamente divisibile senza che la suddivisione


ne alteri le proprietà; il modello puntiforme rappresenta un volume molto piccolo
rispetto al volume totale in cui esso è contenuto, ma è costituito da un numero elevato
di entità elementari.

Sistema termodinamico: sistema continuo (anche di piccole dimensioni,


puntiforme) che viene studiato dal punto di vista termodinamico, ossia attraverso
l’uso di variabili termodinamiche.

Variabili termodinamiche: grandezze che rappresentano l’effetto macroscopico di


fenomeni che avvengono a livello microscopico/molecolare. Sono facili da
misurare; sono in numero ridotto rispetto a quelle che sarebbero necessarie per
descrivere gli stessi fenomeni mediante variabili di natura meccanica per ogni
singola entità elementare. Le variabili termodinamiche più comuni sono la
temperatura, la pressione, la composizione (ma anche la densità, l’indice di
rifrazione, ecc.).

Stato termodinamico di un sistema: la condizione in cui si trova un sistema, definita


attraverso la conoscenza di un insieme di variabili termodinamiche.

Impianto chimico: insieme di sistemi aperti agli scambi di materia ed energia,


studiati dal punto di vista termodinamico.

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MATERIALE di supporto

Alcune pagine da norme UNI EN ISO 10628

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12 CAPITOLO I

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