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RESIDUI DI FARMACI
In Medicina veterinaria l’eliminazione dei farmaci assume grande rilievo soprattutto in
considerazione della destinazione all’alimentazione umana di derrate di origine animale (carne, latte,
uova, miele). Si intende per residuo di un farmaco o di una sostanza chimica la quantità di quella
sostanza (sotto forma immodificata o di metaboliti) che può accumularsi nelle cellule, nei tessuti o
negli organi di animali dopo l’assunzione o la somministrazione del farmaco o della sostanza chimica.
La quantità di residui di farmaci o composti chimici (tal quali o sotto forma metabolizzata) possono
essere espressi in:
mg/Kg o mg/l = mcg/g o mcg/ml = /g o /ml = ppm;
mcg/Kg o mcg/l = ng/g o ng/ml = ppb;
ng/Kg o ng/l = pg/g o pg/ml = ppt.
Lo studio dell’eliminazione dei residui di farmaci (o loro metaboliti) dalle produzioni animali
destinate al consumo alimentare serve per definire il tempo di sospensione o di interruzione, ossia il
tempo che deve intercorrere tra l’ultima somministrazione del farmaco ed il consumo degli alimenti
prodotti dagli animali trattati deve assicurare l’assenza di pericoli per la salute dell’uomo
consumatore e/o inconvenienti nella trasformazione industriale dei prodotti alimentari.
NOEL: no observed effect level (mg/Kg) nella specie più sensibile.
SF: safety factor = 100 scelto sulla base di due considerazioni:
1) L’uomo è 10 volte più sensibile della specie di laboratorio più sensibile;
2) Un individuo può essere fino a 10 volte più sensibile di un altro.
Se il principio attivo è dotato di attività teratogena, il SF utilizzato è pari a 1000.
ADI: acceptable daily intake
60 Kg
ADI = NOEL (mg/Kg) X
SF
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FARMACOLOGIA GENERALE OMNIA UNIVERSITATIS FARMACOLOGIA
Gli MRL devono essere stabiliti in modo che la quantità totale di residui ingeriti con 500g di
muscolo o 500 g di volatili o 500 g di pesce più 1500 g di latte più 100 g di uovo più 20 g di miele
non eccedano il valore di ADI definito
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FARMACOLOGIA GENERALE OMNIA UNIVERSITATIS FARMACOLOGIA
SPERIMENTAZIONE FARMACO-TOSSICOLOGICA
(Direttiva CEE 81/851)
SCOPI:
1) Evidenziare i limiti di tossicità del medicinale, i suoi eventuali effetti dannosi od indesiderabili
alle condizioni d’impiego previste nell’animale;
2) Evidenziare le sue proprietà farmacologiche, in rapporto qualitativo e quantitativo con l’impiego
prescritto nell’animale;
3) Determinare la persistenza dei suoi residui o dei suoi metaboliti nei prodotti alimentari destinati
al consumo umano. Definire gli eventuali effetti nefasti per l’uomo ed i loro convenienti per la
trasformazione industriale dei prodotti alimentari.
RISULTATI:
- Attendibilità;
- Idoneità ad essere generalizzati;
- Impiego di modelli matematici e statistici per la loro elaborazione.
O.M. 18/07/1990
QUANTITA’ MASSIME DI RESIDUI DELLE SOSTANZE ATTIVE DEI
PRESIDI SANITARI TOLLERATE NEI PRODOTTI DESTINATI
ALL’ALIMENTAZIONE
Residui di antiparassitari tollerate nel latte in mg/Kg (ppm) per un tenore di grasso del 4%.
Principio attivo Quantità massime
Aldrin, Dieldrin: isolatamente o assieme, espressi in Dieldrin 0,006
Clordano 0,002
DDT (somma degli isomeri del DDT, del TDE e del DDE espressi in DDT) 0,04
Endrin 0,0008
Eptaclor (somma di Eptacloro ed Eptacloro epossido espressi in Eptacloro) 0,004
Esacloro benzene (HCB) 0,01
Esaclorocicloesano (HCH):
Isomero 0,004
Isomero 0,003
Isomero (Lindano) 3
FARMACOLOGIA GENERALE OMNIA UNIVERSITATIS FARMACOLOGIA
0,008
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FARMACOLOGIA GENERALE OMNIA UNIVERSITATIS FARMACOLOGIA
L’aumento della richiesta alimentare (prodotti di origine animale) e di conseguenza dell’utilizzo dei
farmaci in quanto la produzione può essere ottenuta solo su lunga scala: rischi di infezione batterica
igiene-ceppi selezionati.
Vaccinazioni: qualità alimento e farmaci in terapia di massa: polli (30%)- vitelli e suini (80%).
Trattamento medicinale a riproduttori in lattazione.
FARMACI UTILIZZATI
Additivi: aumenta l’indice di conversione dell’alimento;
Macrolidi e polipeptidi: agiscono sulla flora intestinale, incrementando farmaceuticamente
l’utilizzazione dei nutrienti;
Polieteri ionofori: trattamento delle coccidiosi, ma anche aumento dell’indice di conversione;
Furazolidone ossitetraciclina
FARMACI
Antimicrobici e antiparassitari: % più elevata, 3000 prodotti veterinari, 2400 appartengono alle 2 categorie.
Polli, suini e pesci per via orale con acqua o alimento.
Vitelli trattamento di massa per via orale se giovani, sono sempre esclusi dal trattamento di massa
ovaiole e bovine lattifere.
PRODOTTI PARTICOLARI
Ormoni: anabolizzanti (DES);
-agonisti: agenti di ripartizione, Clenbuterolo ammesso come broncodilatatore negli animali di
allevamento (0,8 g/Kg);
Cocktail vari.
RESIDUO DI FARMACO O DI SOSTANZA CHIMICA
Il residuo di una sostanza o di un composto chimico o di loro metaboliti può accumularsi e
depositarsi nelle cellule, nei tessuti o negli organi di animali dopo l’assunzione o la
somministrazione della sostanza o del composto chimico agli animali. Tuttociò che costituisce il
“corpo residuale” (composto immodificato, metaboliti attivi, prodotti di degradazione) assume
carattere di preoccupazione tossicologica.
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tossicologici per la salute umana secondo il criterio della dose giornaliera accettabile (DGA),
o sulla base di una DGA temporanea che utilizzi un fattore di sicurezza supplementare.
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Tiene anche conto di altri rischi pertinenti per la pubblica sanità e di aspetti di tecnologia alimentare.
Nello stabilire un limite massimo di residui (LMR) si tiene conto anche dei residui presenti negli
alimenti di origine vegetale e o provenienti dall'ambiente. Inoltre si può ridurre il LMR per renderlo
conforme alle buone prassi nell'impiego dei medicinali veterinari, nella misura in cui sono
disponibili metodi analitici pratici.
La normativa prevede l'allestimento di:
- Un elenco di sostanze farmacologicamente attive impiegate nei medicinali veterinari
per le quali siano stati fissati limiti massimi di residui.
- Un elenco di sostanze farmacologicamente attive impiegate nei medicinali veterinari
per le quali non risulti necessario per la tutela della sanità pubblica stabilire un limite
massimo di residui.
Che possa essere adottato un limite massimo di residui provvisorio purché non vi sia motivo di
ritenere che i residui nella concentrazione prospettata rappresentino un rischio per la salute del
consumatore. Il limite massimo di residui provvisorio è valido per un periodo determinato (5 anni)
eventualmente prorogabile (2 anni) per completare gli studi. Può eccezionalmente essere adottato
anche per una sostanza farmacologicamente attiva non impiegata precedentemente in medicinali
veterinari purchè non vi sia motivo di ritenere che i residui nella concentrazione prospettata per la
sostanza in questione rappresentino un rischio per la salute del consumatore.
Che nel caso si dimostri impossibile stabilire un limite massimo di residui provvisorio per una
sostanza farmacologicamente attiva impiegata in medicinali veterinari, a causa del fatto che i residui
della stessa in alimenti di origine animale costituiscono un rischio per la salute del consumatore
indipendentemente dal limite fissato, la somministrazione della sostanza ad animali destinati alla
produzione di alimenti è vietata nell’intera Comunità.
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FARMACI:
- Controllo e stabilità del principio attivo;
- Tossicità animale;
- Tossicità per utilizzatori;
- Aspetti tossicità particolari;
- Tempi di sospensione tra fine trattamento e macellazione;
- Definizione di residui tollerati.
RISCHI LEGATI ALLA SOMMINISTRAZIONE
Permanenza del farmaco:
- Caratteristiche del farmaco: liposolubilità preparati ritardo;
- Via di somministrazione (orale o parenterale);
- Specie animale, età, sesso (contaminanti ambientali, inibizione, attivazione e metabolica).
FATTORI LEGATI AD UN ERRATO IMPIEGO
Macellazione: prima del tempo di sospensione.
Somministrazione: per mascherare patologie appena prima della macellazione.
Sostanze non ammesse: di cui è ignota la via metabolica.
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Per evitare inutili sovrapposizioni, l'attività del PNR per quanto riguarda i controlli
sull'acqua di abbeverata e sugli alimenti per il bestiame durante le fasi di fabbricazione,
manipolazione, magazzinaggio, trasporto, distribuzione, vendita, somministrazione, deve
essere integrata con l'attività prevista dal Piano nazionale di controllo della filiera dei
prodotti per l'alimentazione degli animali, che sarà diramato dallo scrivente Dipartimento.
2.4 Ulteriori indicazioni
Per il settore avicolo, i conigli e la selvaggina di piccola taglia, ogni campione potrà essere
ottenuto con materiale prelevato da uno o più soggetti, seguendo le indicazioni dell'Istituto
zooprofilattico sperimentale competente per territorio. Per quanto riguarda il
campionamento in allevamento, questo, potrà prevedere la soppressione di uno o più
soggetti in loco per consentire il prelievo delle matrici più idonee.
Per quanto riguarda il settore acquacoltura, l'unità campionaria da cui si ricavano le 4
aliquote si compone di 5 Pesci. L'analisi andrà effettuata sul materiale omogeneizzato ed il
risultato sarà quindi unico per la sostanza ricercata.
In caso di invio di campioni effettuati non correttamente gli Istituti zooprofilattici
sperimentali non sono tenuti ad effettuare le analisi.
3. ASSETTO ORGANIZZATIVO
Si rimanda, a quanto riportato nella nota n. 60D.7/24490/AG.13/1486 del 26 febbraio 1996 relativa
al Piano nazionale1996, per la ricerca dei residui negli animali e nelle Carni in applicazione del
decreto legislativo 27 gennaio 1992, n. 118.
Si suggerisce inoltre di integrare il Nucleo operativo regionale di vigilanza (NORV) con una
professionalità competente in materia di prodotti per l'alimentazione degli animali, come previsto,
dal Piano nazionale di controllo della filiera dei prodotti per l'alimentazione degli animali.
Per quanto riguarda i referenti del PNR presso le AUSL, in allegato 8 é riportato l'elenco dei
nominativi, completi di indirizzo e numero telefonico, comunicati da alcune Regioni.
Per le Regioni che non hanno ancora ottemperato a tale richiesta, si ribadisce l'invito ad inviare
l'elenco aggiornato dei referenti, corredato da indirizzo, recapito telefonico e fax, allo scrivente
Dipartimento.
I compiti dei referenti del PNR presso le AUSL sono riassunti in allegato 8-bis.
4. METODI DI CAMPIONAMENTO
Ai fini di un corretto prelievo dei campioni si raccomanda di seguire le istruzioni elaborate in
collaborazione con l'Istituto Superiore di Sanità e riportate in allegato 9. In tale allegato sono descritte
in dettaglio anche le caratteristiche generali di contenitori e materiali utilizzabili, le corrette modalità
di sigillo dei campioni e i requisiti indispensabili per valutare l'integrità dei campioni.
La tabella che costituisce l'allegato le elenca in una lista delle verifiche procedurali operative che si
suggerisce di effettuare ad ogni campionamento casuale mirato.
5. INDAGINE EPIDEMIOLOGICA
I Servizi Veterinari delle AUSL devono compilare la scheda per l'indagine epidemiologica che
costituisce l'allegato 11 nel 5% di tutti gli allevamenti di bovini, suini, ovi-caprini oggetto di
campionamento sul territorio regionale/provinciale con un minimo di 1 per categoria e
Regione/Provincia autonoma, indipendentemente dall'esito positivo o negativo dell'analisi.
L'indagine epidemiologica va inoltre compilata a seguito del riscontro di positività per le specie
bovina, suina, ovi-caprina, per tutte le sostanze della categoria A e per i farmaci veterinari.
Tutte le schede vanno inviate sia alla Regione/Provincia autonoma competente per territorio, sia al
Ministero della sanità, Dipartimento degli alimenti e nutrizione e della sanità pubblica veterinaria
Il Centro Nazionale di Referenza per l'Epidemiologia Veterinaria (COVEPI) istituito presso l'IZS di
Teramo ha preparato e distribuito a tutte le Regioni e Provincie autonome un programma computerizzato
per l'archiviazione delle indagini epidemiologiche che utilizza il OBITI, DBIV, EXCEL.
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NUMERO CAMPIONI
Allevamento Macello Totale
Bovini 10.350 6.600 16.950
Suini 600 4.900 5.500
Ovi-caprini 300 1.400 1.700
Equini ----- 650 650
Polli 800 850 1.650
Tacchini 400 1050 1.450
Conigli 700 550 1.250
Selvaggina allevata 150 550 700
Acquacoltura 739 ----- 739
TOTALE 14.039 17.550 31.589
La programmazione specifica per ogni tipo di residuo è riportata nelle tabelle 1, 2, 3, 4 e 5.
Si raccomanda di sottoporre a congelamento rapido i campioni onde evitare la degradazione delle sostanze.
8. RIPARTIZIONE REGIONALE DEI CAMPIONI
I parametri di ripartizione dei campioni a livello regionale si basano su:
- dati ISTAT, relativi alla macellazione delle specie bovina, suina, equina, ovi-caprina relativi al 1995;
- dati ISTAT, relativi alla consistenza regionale percentuale degli allevamenti bovini e suini
relativi a1 1994;
- dati UNA, relativi alla consistenza delle macellazioni avicole riferiti al 1995;
- dati Ministero della sanità, relativi al settore acquacoltura;
- dati ANCI, relativi al settore conigli.
Poichè non sono disponibili i dati relativi alla produzione nazionale di faraone, le Regioni/Provincie
autonome nelle quali sono presenti allevamenti di questa specie animale, oppure nelle quali
vengono macellati animali in quantità rilevanti, provvederanno ad effettuare un campionamento
rispettivamente sul 10% degli allevamenti ed ogni 200 tonnellate di prodotto macellato (in peso
morto). Le sostanze da ricercare sono le stesse indicate nelle tabelle 3 e 4 per i polli da carne.
Relativamente alla selvaggina allevata (esclusa la selvaggina allevata a scopo ornamentale) i
prelievi verranno effettuati sui fagiani e sulle lepri. In assenza dei dati del censimento di tali
allevamenti, le Regioni e Provincie autonome stabiliranno il numero di campioni da prelevare che
verranno indicati nei Piani Regionali/Provinciali di recepimento del PNR.
Nella tabella 6 sono riportate le percentuali di macellazione per le specie bovina, suina, equina,
ovicaprina, nella tabella 7 le percentuali di capi allevati per le specie bovina e suina, nella tabella
7A la consistenza regionale degli allevamenti cunicoli, nella tabella 8 la consistenza regionale delle
macellazioni di pollame, nella tabella 9 il numero di impianti d’acquacoltura stimati per regione.
Si sottolinea tuttavia che, nel recepimento del PNR, le Regioni e Provincie autonome possono
modificare il numero di campioni previsto, in base a caratteristiche specifiche della zona (es. censimento
aggiornato del patrimonio zootecnico, vocazione produttiva, flussi e volumi delle macellazioni).
Si invita a recepire il PNR entro un mese dalla sua diramazione e di inviarlo, completo di tutti gli
allegati, a tutti i referenti USL per il PNR.
Per verificare che l'attuazione del PNR sia il più possibile uniforme si suggerisce di effettuare una
valutazione dell'attività svolta utilizzando anche i seguenti criteri:
1) Confrontabilità tra i risultati ottenuti nelle differenti AUSL in relazione al tipo di attività
zootecnica (es. insediamenti di vitelli a carne bianca o tipologia di animale negli impianti di
macellazione);
2) Analisi dei risultati ottenuti da campionamenti effettuati nei giorni lavorativi rispetto a quelli
condotti nel fine settimana;
3) Analisi della distribuzione dei prelievi dei campioni da parte delle AUSL nei vari mesi dell'anno;
4) Confronto dei risultati del PNR con quelli ottenuti a seguito di attività extra-PNR.
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Queste informazioni, saranno comunicate al Ministero della sanità contestualmente all'invio dei
riepiloghi di attività semestrali. I criteri di campionamento utilizzati in attività exta-piano ed i
relativi risultati saranno inviati annualmente.
9. INDICAZIONI LEGISLATIVE
E' stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale serie generale n. 24 del 30 gennaio 1997, il decreto
ministeriale 14 novembre1996, relativo alla determinazione dei livelli fisiologici massimi degli
ormoni sessuali di natura endogena estradiolo 17 beta, progesterone e testosterone nel siero o nel
plasma di sangue bovino.
Tale decreto aggiorna i valori indicati nella circolare ministeriale n. 6 del 13 aprile 1989
modificando i livelli di "sicurezza” del progesterone come segue:
- maschi oltre i 6 mesi: 1,5 ng/ml
- femmine oltre i 6 mesi (non gravide): 14 ng/ml
Sulla Gazzetta Ufficiale 2a serie speciale n. 65 del 26 agosto 1996 é stato pubblicato il regolamento
(CE) n. 1312/96 della Commissione dell'8 luglio 1996 che modifica l'allegato III del regolamento
(CEE) n. 2377/90 del Consiglio che definisce la procedura comunitaria per la determinazione dei
limiti massimi di residui di medicinali veterinari negli alimenti di origine animale. In particolare
nell'allegato III vengono inseriti gli LMR per il clenbuterolo nelle specie bovina ed equina. Viene
inoltre specificato che l'utilizzo di clenbuterolo nella specie bovina è consentito esclusivamente per
la tocolisi delle vacche partorienti.
E’ stato inoltre pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale serie generale n. 394 del 30 dicembre 1996 il Decreto
del Ministero della sanità 19 dicembre 1996 relativo alla Sospensione dell’autorizzazione all’immisione
in commercio della specialità medicinale per uso veterinario “VENTIPULMIN” preparazione
granulare per uso orale. Con l’entrata in vigore di questo decreto il VENTIPULMIN nei bovini può
essere utilizzato esclusivamente nella formulazione iniettabile nelle vacche a scopo tocolitico.
L'uso del VENTIPULMIN nei bovini é permesso solamente per questa indicazione terapeutica e la
somministrazione deve essere effettuata esclusivamente dal medico veterinario. Negli allevamenti da
ingrasso quindi non é più permesso l'utilizzo di questo farmaco. In caso di campioni risultati positivi,
vanno applicate le sanzioni previste dall'art. 3 del decreto legislativo 27 gennaio1992, n. l18.
10. DATI ATTIVITA'
Ai fini di una efficace gestione del PNR hanno la massima importanza la regolarità e l'uniformità
con cui vengono forniti i dati e le informazioni di attività.
La FINSIEL ha messo a punto un programma per la gestione computerizzata dei dati relativi al
PNR. Tale programma é stato installato presso le sedi centrali degli Istituti zooprofilattici
Sperimentali ed é in via di installazione presso le Regioni e Provincie autonome.
Per permettere la gestione computerizzata delle informazioni relative ai campioni si rende
necessario uniformare le informazioni riportate sul verbale di prelevamento che dovranno
comprendere:
1. Indicazione del Piano per cui é stato prelevato il campione (Nazionale, Regionale, ecc.)
2. Specie animale (es. bovino)
3. Categoria dell'animale (es. vitellone)
4. Sesso dell'animale
5. Provenienza (allevamento, macello)
6. Materiale prelevato
7. Esami richiesti
8. Data prelievo
9. Paese d'origine degli animali
10. Nome allevamento
11. Codice allevamento
12. Indirizzo
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13. USL
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sempre essere possibile identificare l’animale/gli animali campionati e la partita cui appartengono,
al fine di non inficiare la validità del prelievo.
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In sede di identificazione degli animali vale la pena tenere presente che le marche auricolari
possono essere state contraffatte o sostituite con quelle appartenenti ad altri animali. E' quindi
opportuno avvalersi anche di altri segni di riconoscimento e/o della presenza di marche appartenenti
a consorzi, associazioni, ecc. In caso di eventuale assenza di marche auricolari o di non
corrispondenza delle marche con i certificati di accompagnamento degli animali, il fatto deve essere
annotato sul verbale di prelevamento.
5. Compilazione del Verbale
La compilazione del verbale deve essere eseguita nel modo più chiaro ed accurato possibile: oltre
alle indicazioni inerenti data, ora, luogo, ricerche da effettuarsi ed eventuali dichiarazioni del
proprietario o del responsabile degli animali, si suggerisce di annotare i seguenti dati:
a) Tipo di prelievo (casuale, mirato, su sospetto), PNR, extrapiano, ecc.
b) Provenienza, appartenenza ed entità della partita
c) Specie, età, razza e numero di animali campionati e loro identificazione
d) Modalità di prelievo, conservazione e tempo intercorso fra il prelievo e la consegna del
campione al laboratorio d'analisi.
6. Invio dei campioni al laboratorio
Dal momento del prelievo i campioni vanno refrigerati nel più breve tempo possibile e consegnati.
al laboratorio d'analisi, al fine di evitare che le fermentazioni batteriche o la liberazione di enzimi
lisosomiali da parte dei tessuti determini la completa degradazione delle sostanze da ricercare. Si
raccomanda di non capovolgere i campioni.
7. Notizie che rafforzano l'efficacia del campionamento
a) Lo screening: come ricordato in precedenza é possibile effettuare campionamenti su sospetto, in
base a precedenti risultanze cliniche ed anatomo-patologiche che possono fare ritenere probabile una
somministrazione di farmaci pregressa od in corso. A tale scopo rivestono importanza pratica:
- l'esame ispettivo delle trachee e della disposizione del grasso ( agonisti)
- l'esame ispettivo del timo (cortisonici)
- l'esame ispettivo della tiroide (tireostatici)
- l'esame ispettivo dell'ovaio e dell'utero in animali impuberi (anabolizzanti)
- l'esame istologico delle ghiandole surrenali (cortisonici)
- l'esame istologico delle ghiandole sessuali secondarie (ormoni)
- l'esame istologico del fegato con evidenziazione del glicogeno mediante colorazione PAS +
( agonisti)
- la misurazione del pH della carne a 45 minuti ( agonisti)
- la misurazione del pH delle urine (per verificare la somministrazione di sostanze acidificanti
od alcalinizzanti che possono favorire la eliminazione dei farmaci
b) In sede clinica sono da ritenere sospetti i seguenti sintomi:
- nervosismo, tremori, dispnea, atteggiamenti di fame d'aria ( agonisti)
- edema dei genitali e presenza di secreto dalla ghiandola mammaria in animali impuberi
(ormoni).
c) In sede di macellazione in presenza di animali con sintomatologia riferibile a fenomeni
tossici é opportuno procedere al campionamento delle opportune matrici per rilevare la
eventuale presenza di agonisti, cortisonici, ecc. In tali casi é sempre consigliabile
campionare le urine, il muscolo ed il fegato.
d) In caso di morti improvvise in allevamento (specie nei suini magroni in fase di finissaggio) é
opportuno porre la diagnosi in modo differenziale tra malattie infettive e possibili
intossicazioni da:
- cromo e arsenicali
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FARMACOLOGIA GENERALE OMNIA UNIVERSITATIS FARMACOLOGIA
- agonisti
- micotossine (es. fumonesina nei mangimi).
In tale caso é sempre consigliabile prelevare campioni del mangime effettivamente
somministrato agli animali (comprendente eventuali integrazioni estemporanee), campioni di
contenuto gastrico e di urine. L'indagine anamnestica deve essere la più precisa possibile,
corredata da indagine epidemiologica, notizie sulla sintomatologia e referti anatomo-patologici.
8. Analisi di revisione
Ai sensi del decreto ministeriale 5 maggio 1995 pubblicato sulla G.U. del 22 maggio 1995, il servizio
di analisi di revisione può essere reso dall'Istituto Superiore di Sanità solo dietro versamento
dell'importo di lire 1.000.000 (un milione) per ogni singolo campione. Il versamento va effettuato
mediante conto corrente o versamento sull'apposita contabilità speciale intestata all'Istituto Superiore
di Sanità, indicando in causale gli estremi del prelevamento e la richiesta di revisione.
Si raccomanda all'Ente prelevatore, in sede di ricevimento della domanda di revisione di verificare
la congruità del versamento e la corretta intestazione di contabilità con quanto stabilito dal
sopracitato decreto e di subordinare l'accettazione dell'istanza di revisione all'eventuale
integrazione/rettifica del versamento.
Il campione deve essere inviato all'Istituto Superiore di Sanità per l'espletamento della revisione
d'analisi unitamente a tutta la documentazione completa di verbale di prelevamento, certificato
d'analisi e ricevuta di versamento.
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ALLEGATO 8-Bis
COMPITI DEI REFERENTI AUSL PER IL PNR
Il PNR, per funzionare al meglio, necessita di personale qualificato, all'altezza dei compiti
assegnati. Il referente AUSL per il PNR assume un ruolo che presuppone conoscenze non solo in
materia veterinaria, ma anche in altri campi, quali:
- conoscenza degli adempimenti previsti dal PNR;
- conoscenza degli adempimenti legati alla gestione del contenzioso amministrativo e penale;
- conoscenze approfondite sugli effetti delle sostanze usate illegalmente come promotori di
crescita negli animali da carne.
1.Conoscenza degli adempimenti previsti dal PNR
Il referente del PNR sovraintende a tutte le attività collegate alla pratica attuazione dei piani di
monitoraggio predisposti a livello regionale. Egli tiene conto delle indicazioni fornite dal NORV,
dal coordinatore del servizio veterinario e dei suggerimenti degli altri referenti di area funzionale.
Deve conoscere in dettaglio 1e procedure previste per 1a corretta esecuzione dei programmi di
controllo con particolare riguardo alle modalità operative, alle buone pratiche di campionamento, ed
all'aggregazione dei dati di attività. Verifica in ultimo la regolare esecuzione dei piani di lavoro
affidati ai singoli operatori ed i risultati ottenuti.
L'opera del referente del PNR non deve comunque limitarsi a compiti meramente organizzativi; egli
deve farsi anche parte attiva nell'assumere il maggior numero di informazioni sulla presenza di
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residui ed in particolare su possibili attività illecite legate all'uso di sostanze vietate nel territorio di
competenza.
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Il continuo scambio di notizie tra NORV e referenti del PNR permetterà l'acquisizione di utili
elementi di giudizio da utilizzare nell'attività del PNR.
2. Conoscenze legate alla gestione del contenzioso amministrativo o penale
In caso di esiti positivi ai controlli, scatta la contestazione agli interessati delle violazioni di legge. Il
referente del PNR deve pertanto possedere sufficienti nozioni, in materia di contenzioso
amministrativo e penale in grado di guidarlo nei non sempre lineari procedimenti sanzionatori.
Al riguardo si ritiene estremamente importante sottolineare come finora questa materia sia stata
sottovalutata da alcuni operatori del servizio sanitario Nazionale. Occorre pertanto una presa di
coscienza sulle mutate esigenze organizzative della Sanità pubblica veterinaria. La contestazione del
reato o della violazione di legge avvia in effetti un lungo contradditorio tra le parti il cui esito dipende
in larga misura dall'impegno e dalle attenzioni dedicate, dagli organi accertatori, ai singoli episodi.
Spesso, in passato, con l'emissione del verbale di sanzione o con la denuncia all'Autorità Giudiziaria
delle violazioni di legge, si é pensato di aver assolto compiutamente ai propri doveri.
L'esperienza insegna al contrario l'estrema importanza di un costante rapporto tra organi accertatori
ed organi inquirenti.
Ai referenti del PNR è pertanto chiesto di avviare stretti rapporti di collaborazione con gli uffici
amministrativi e con le Procure interessate al problema.
3. Conoscenze approfondite sugli effetti delle sostanze anabolizzanti negli animali da carne
E' nata come l'impiego illecito di promotori di crescita nel settore zootecnico possa indurre evidenti
modificazioni, anche anatomiche, negli animali trattati. Il referente del PNR ed i suoi collaboratori
devono utilizzare queste conoscenze per ottimizzare l'attività di vigilanza presso gli allevamenti ed i
macelli. In allegato 9 sono riportate alcune prove istologiche, indicate dall'Istituto superiore di
sanità, da eseguire negli animali macellati. Attente verifiche post-mortem possono costituire utili
elementi di giudizio ai finì di un'efficace e qualificata attività di controllo.
Il referente del PNR non potrà inoltre dimenticare, nella programmazione degli interventi, di
assicurare un maggior controllo in quelle aziende già segnalate per precedenti positività.
ALLEGATO 9
BUONE PRATICHE DI CAMPIONAMENTO
L'applicazione delle corrette pratiche di campionamento è indispensabile perché tutta la procedura di
controllo successiva sia valida. La prima preoccupazione é quella di evitare che la sostanza da ricercare,
eventualmente presente originariamente nel campione, vada incontro a degradazione e quindi dia luogo
ad un risultato falsamente negativo; la seconda preoccupazione é di evitare che la controparte trovi, nella
procedura di campionamento vizi procedurali che possono comprometterne la validità.
Tale attestazione di prelievo secondo buone pratiche di campionamento avviene attraverso la stesura di
un verbale in cui vengono riportate tutte le indicazioni ritenute utili e di seguito specificate.
1. Matrici
Le matrici da campionare devono essere quelle indicate dal PNR e segnalate in eventuali note di
aggiornamento dal Ministero della Sanità.
Il campionamento di matrici, diverse da quelle indicate, determina la nullità del prelievo ed il non
procedere all'analisi del campione da parte dell'Istituto zooprofilattico sperimentale.
Nel prelievo di matrici da piccoli animali si può procedere al prelievo della matrice specifica da diversi
animali appartenenti alla stessa partita, fino a raggiungere il peso richiesto, dopodiché si esegue una
omogeneizzazione del campione così composto e successivamente si suddivide in aliquote.
2. Dimensioni del campione e numero di aliquote
URINE: 250 ml suddivisi in 4-5 aliquote
SIERO/PLASMA: 10-15 ml suddivisi in 4-5 aliquote
LATTE RICOSTITUITO, BRODE: 250 ml suddivisi in 3-5 aliquote
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PREMISCELE LIQUIDE: 100 ml suddivisi in 3-5 aliquote
MANGIMI: 2,5 kg suddivisi in 3-5 aliquote di 500 g
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3. Contenitori e sigilli
Condizione indispensabile per l'accettazione del campione è che le aliquote dello stesso consegnate
al laboratorio siano contenute in contenitori integri, siano identificabili, siano correttamente
sigillate, siano conservate in modo appropriato.
Si sottolinea l'importanza di utilizzare per campione (urine, latte ricostituito, premiscele e mangimi
liquidi, soluzioni clandestine) idonei contenitori di plastica per uso alimentare a doppio tappo (tappo
a pressione interno più tappo a vite esterno), con apposito occhiello tra tappo a vite e corpo del
contenitore in cui far passare il filo su cui viene apposto il sigillo. E' opportuno inserire tali
contenitori in altri contenitori con caratteristiche di inviolabilità od in subordine in buste di cartone
rinforzato e plastificate all'interno, a loro volta sigillate.
Per campioni di siero e plasma é obbligatorio utilizzare provette di vetro siliconato. Per garantire la
completa inviolabilità della provetta, una volta chiusa con il tappo, si suggeriscono le tre seguenti
modalità:
1. Inserire la provetta con tappo in un contenitore di plastica a doppio tappo e sigillare, come
descritto nel paragrafo precedente;
2. In alternativa, fissare il tappo al corpo della provetta nel seguente modo, utilizzando nastro
adesivo su cui sia possibile apporre le opportune firme in modo indelebile: fissare il tappo al
corpo della provetta con due segmenti di nastro adesivo di circa 10 cm che si incrociano
ortogonalmente sull'apice dei tappo e danno luogo a 4 estremità presenti longitudinalmente sul
corpo della provetta, intervallate una ogni 90°. Eseguire con un terzo segmento di nastro adesivo
un anello che copra la circonferenza della provetta in modo che le estremità dell’anello si
sovrappongano per almeno 1 cm. Tale anello deve essere apposto in modo da inglobare a
copertura sotto di sé tutte e 4 le estremità longitudinali dei segmenti di nastro adesivo con cui é
stato fissato il tappo, lasciando fuoriuscire per ognuna delle 4 estremità una coda di nastro di
almeno 1 cm. Apporre la firma del prelevatore in corrispondenza di ognuna delle
sovrapposizioni di nastro adesivo, in modo che la firma stessa risulti sempre sovrapposta su
ognuno dei differenti segmenti: nello specifico:
- A livello di incrocio dei segmenti sul tappo;
- A livello di Sovrapposizione dell'estremità del nastro posto ad anello sulla circonferenza
della provetta;
- In corrispondenza di ogni Sovrapposizione tra nastro ad anello e segmenti longitudinali con
cui é stato fissato il tappo. Inserire le provette in un contenitore inviolabile od in subordine
in busta di cartone rinforzato e plastificata, munita di appositi sigilli.
4. In alternativa utilizzare etichette adesive antistrappo provviste di codice identificativo, disponibili
in commercio, in grado di sigillare il tappo con il corpo della provetta.
I campioni di organi, tessuti edibili e mangimi non liquidi devono essere inseriti in sacchetti di
plastica impermeabili adatti a sopportare temperature di congelamento. Tali sacchetti contenenti il
campione vengono poi sigillati entro contenitori inviolabili, od, in subordine, in buste di cartone
rinforzato e plastificate all'Interno.
Il sigillo in piombo deve recare ben impresso il sigillo dell'AUSL e tutti gli estremi identificativi.
Evitare l'uso di contenitori di plastica rigida (es. barattoli per l'analisi delle urine ad uso umano) che
si fessurano facilmente alle temperature di congelazione e che hanno la chiusura del tappo
esclusivamente a pressione. Evitare inoltre l'utilizzo di sacchetti di plastica su cui apporre
direttamente il sigillo e che contengano più aliquote appartenenti a campioni differenti. Infatti,
grazie alla flessibilità dell'involucro, è possibile manomettere le aliquote senza compromettere
l'integrità dei sigilli. Le buste di cartone sigillate mediante fermagli metallici non garantiscono a
lungo l'integrità dei sigilli che facilmente può staccarsi dal cartone.
I campioni devono essere conservati limitando il più possibile l'esposizione alla luce, in modo da
evitare il rischio che eventuali sostanze fotosensibili da ricercare vadano incontro a degradazione.
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