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FARMACOLOGIA GENERALE OMNIA UNIVERSITATIS FARMACOLOGIA

METABOLISMO
Metabolismo: complesso di modificazioni della struttura molecolare dei farmaci che porta
(solitamente) alla loro inattivazione e ne favorisce l’eliminazione.
ORGANI DEPUTATI ALLA METABOLIZZAZIONE DEI FARMACI
Importanza decrescente:
- Fegato;
- Intestino;
- Polmone;
- Rene: principale organo escretore.
Ossidazione (- elettroni) - Metaboliti inattivi
Riduzione (+ elettroni) - Metaboliti attivi
Farmaco + Idrolisi (molecole + acqua) - Metaboliti più tossici
Coniugazione (+ acido ialuronico)
PRINCIPALI REAZIONI DI BIOTRASFORMAZIONE
FASE I
Ossidazioni:
Monossigenasi RH + O2 ROH + H2O
Alcool deidrogenasi RCH2OH RCHO
Aldeide deidrogenasi RCHO RCOOH
Riduzioni:
Riduzioni P450-dipendenti CX4 + e- °CH3 + X-
Nitroriduzioni Ar-NO2 ArNH2
Azoriduzioni R1N≡NR2 R1NH2 + R2NH2
Idrolisi:
R1C-CR2
Epossidoidrolasi \/ R1COH + COHR2
O
Esterasi R1-COO-R2 R1COOH + R2OH
Amidasi R1-CONH2 R1COOH + NH3
FASE II
Coniugazioni:
Glutationetrasferasi R-C-X + GSH R-C-SG + HX
UDPG-trasferasi ROH + UDPGA G-R + UDP
Solfotrasferasi Ar-OH + PAPS Ar-O-SO3- + ADP
Acetiltrasferasi Ar-NH2 + Ac-T Ar-N-COCH3
Ar = anello aromatico; R = catena idrocarburica; X = alogeno; Ac = acetile;
UDPGA = acido uridindifosfoglucuronico; UDP = uridifosfato;
PAPS = adenosina-3-fosfato-5’-fosfosolfato.
Enzimi
Farmaco Metaboliti del farmaco

Fattori fisiologici Farmaci Fattori patologici

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Introduzione di gruppi polari


Ossidazioni
Riduzioni Non sintetiche Reazioni di IA fase
Biotrasformazioni Idrolisi
Coniugazioni Di sintesi Reazioni di IIA fase

Inattivazione definitiva della molecola

Farmaco attivo Farmaco inattivo

Metabolita attivo Metabolita inattivo Metabolita attivo


in maggiore o
minore misura
del farmaco
originario Metabolita dotato
di attività diversa

Prodotti di coniugazione (inattivi)

SEDE ORGANICA E SUBCELLULARE DELLE PRINCIPALI


BIOTRASFORMAZIONI DEI FARMACI

Enzimi microsomiali

(REL) Epatici Ubiquitari


(strettamente legati (alcuni solubili)
ai microsomi)
Idrolisi di esteri e amidi
Ossidazione di sostanze lipofile Riduzione di nitro e azocomposti
Glucuronoconiugazioni

Ossigenasi flaviniche Enzimi citoplasmatici


(O): ossidazione in atomi di N e S Ossidasi, perossidasi, deidrogenasi
Ossidazione di sostanze idrofile

Enzimi plasmatici Enzimi mitocondriali


Esterasi aspecifiche e specifiche Monoaminossidasi

PRINCIPALI COMPONENTI DEL SISTEMA DELLE MONOSSIGENASI


DEL CITOCROMO P450 DEL FEGATO
Enzimi microsomiali epatici: necessitano di:
Citocromo P450, NADPH, O2.
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REAZIONI FASE 1
Ossidazione (ossidasi a funzione mista: Citocromo P450-dipendenti; flaviniche);
Riduzione;
Idrolisi (esterasi, amidasi).
Hanno lo scopo di “smascherare” o addirittura di introdurre sulla molecola dello xenobiotico
raggruppamenti molto polari come ad es.:
OH
COOH
Idonei a subire le reazioni della fase 2
NH2
SH
REAZIONI FASE 2
Coniugazioni con sostanze endogene come:
- Acido glucuronico (glucuronazione): glucuroniltransferasi;
- Acetato (esteri dell’acido acetico): acetiltransferasi;
- Solfato (esteri dell’acido solforico): sulfotransferasi;
- Amminoacidi diversi: aminoacidotransferasi (glicina, cisteina, metionina).
Coniugati:
- Idrosolubili;
- Privi di attività farmacologica, ma non sempre tossicologica.
Localizzazione sub-cellulare degli enzimi biotrasformativi.
Gli enzimi responsabili delle reazioni della fase 1 sono localizzati soprattutto nel reticolo
endoplasmatico liscio e sono legati alla membrana.
COME ISOLARLI E IDENTIFICARLI?
- Prelievo di fegato.
- Omogeneizzazione: reticolo endoplasmatico si rompe e piccoli frammenti della membrana
formano delle microvescicole: microsomi.
- Centrifugazione dell’omogenato:

9000 X g: rimozione di nuclei, mitocondri, lisosomi,


cellule intatte e frammenti di membrana

Surnatante

30000 X g: pellet ricco di microsomi: catalizzano le


reazioni della fase I

Surnatante: citosol: maggior parte delle reazioni della


fase II

Enzimi microsomiali: capacità di catalizzare una grande varietà di reazioni ossidative

Meccanismo comune Idrossilazione


MECCANISMO DEL RETICOLO ENDOPLASMATICO: LIPOPROTEICA
Sistema citocromo P450: composto da 2 enzimi: (sistema delle mono-ossigenasi a funzione mista):
1) NADPH-citocromo P450 reduttasi;
2) Citocromo P450 contenente un gruppo eme.
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I fosfolipidi di membrana facilitano le interazioni tra 1 e 2.


NADPH: cofattore per P450 reduttasi: è in grado di trasferire 1 o 2 elettroni al P450.
Nicotinamide-adenin di nucleotide ridotto (NADPH) + ossigeno molecolare (O2): essenziali.
PERCHE’ P450?
2+
Quando è ridotto (Fe ) forma un complesso con il monossido di carbonio (CO) che presenta un massimo
di assorbimento a 450 nm (se è in parte denaturato avrà un altro massimo di assorbimento a 420 nm).
NADPH: riduce il citocromo P450 (enzima ossidante) può essere un passaggio limitante le reazioni
ossidative microsomiali (differenze specie-specifiche).
CITOCROMO P450 RIDOTTO: reagisce con O2 molecolare.
Intermedio ossidato + molecola liposolubile o substrato steroideo.
ESEMPI DEI GENERALI TIPI DI REAZIONI DI OSSIDAZIONE
CATALIZZATE DAL CITOCROMO P450 CONTENENTE MONOSSIGENASI
- Idrossilazione alifatica;
- Idrossilazione aromatica;
- Epossidazione;
- N, O, S dealchilazione;
- Deaminazione;
- N-idrossilazione;
- Sulfossidazione;
- Desulforazione;
- Dealogenazione ossidativa.
Varietà molto grande di reazioni ossidative che si verificano nei microsomi.
Xenobiotico: metabolizzato simultaneamente con 2 o più processi. Le quote di metaboliti che si
formano dipendono dalle attività differenziali dei vari sistemi enzimatici metabolizzanti operanti.
Citocromo P450 microsomiale = Ossidasi, ma può catalizzare anche reazioni di riduzione
(soprattutto azo e nitrocomposti: corrispondenti ammine).
BIOTRASFORMAZIONI RIDUTTIVE DEL SISTEMA CITOCROMO P450
Azotoriduzione
Riduzione nitroaromatiche
Dealogenazione riduttiva
Anaerobiosi: condizione necessaria affinchè si realizzi che lo xenobiotico: accettore di e - invece di
O2 (O2: inibitore di queste reazioni). [Con questo tipo di reazioni spesso si ha la formazione di
composti finali o di intermedi particolarmente tossici o reattivi].
IDROLISI DI ESTERI E AMMIDI
Sono reazioni non microsomiali (prevalentemente “citosoliche”).
Esterasi Substrato preferito
Arilesterasi Esteri aromatici (ArCOOR’)
Carbossilesterasi Esteri alifatici (RCH2COOR’)
Acetilesterasi Esteri acido acetico (CH3COOR’)
Colina = porzione alcolica
Colinesterasi
(CH3)3-N+-CH2-CH2-OOCR
Comportano la scissione di un legame esterico (-COO-) o amidico (-CONH-) [amidi: idrolizzate più
lentamente degli esteri].
Esterasi: enzimi ampiamente distribuiti nell’organismo anche se:
1) Variabili a seconda della specie animale (coniglio: rapida degradazione dell’atropina);
2) Presenza di numerose forme isoenzimatiche.
Ovviamente!: è sempre necessaria la presenza di H2O!
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Substrati endogeni: non reagiscono direttamente con il suo metabolita di fase 1, ma con forme
attive di esso:
- E’ richiesta energia (ATP);
- Sono richiesti cofattori (nucleotidi)
- Prodotto finale
Nucleotide + Xenobiotico (o metabolita) + Coniugante
- Enzimi ad attività transferasica
Maggiore incidenza del fattore specie-specifico
CAPACITA’ RELATIVE DELLE REAZIONI DI CONIUGAZIONE
Capacità Reazione
Elevata Glucuronazione
Media Coniugazione aminoacidica
Bassa Coniugazione con solfato e glutatione
Variabile Acetilazione
VIE DI ESCREZIONE PREFERITE PER CONIUGATI DI XENOBIOTICI
Glucuronidi < P.M. 250 rene; > P.M. 350 bile
Solfati Rene
Coniugati con glutatione Bile
Acetilderivati Rene
Coniugati con aminoacidi Rene
Acidi mercapturici Rene
Formazione di glucuronidi: processo metabolico fondamentale per:
1) Molti xenobiotici;
2) Alcuni composti endogeni (ormoni steroidei, tiroxina, bilirubina).
I glucuronidi escreti con la bile possono subire idrolisi (-glucuronidasi) in sede intestinale con
liberazione del farmaco, riassorbimento, circolo entero-epatico.
Fattori relativi allo xenobiotico:
- Lipofilia;
- Legame con le proteine;
- Dose: alcuni enzimi hanno un’elevata affinità, ma una bassa capacità di biotrasformazione con
saturazione dell’enzima.
Specie animale e razza
Differenze nei processi di biotrasformazione
Qualitative Quantitative
Carenze enzimatiche in alcune specie Differenti concentrazioni enzimatiche
Reazioni uniche in una data specie Diversi isoenzimi del sistema citocromo P-450
Differenze genetiche Differenze genetiche
Reazioni fase 1: differenze nel profilo degli isoenzimi del sistema citocromo P-450.

N-idrossilazione: N-idrossiderivato:
NHCOCH3 epatocancerogeno in topo, coniglio, cane.

Idrossilazione aromatica: 7-idrossiderivato:


2-ACETILAMINOFLUORENE non cancerogeno nella cavia.

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CONTENUTO DI CITOCROMO P-450


A LIVELLO EPATICO RAPPORTATO A 1 Kg DI PESO VIVO
Ovino 477000
Bovino 88000 Differenze di tipo
Ratto 4757000 quantitativo
Topo 10573000
DIFFERENZE DI TIPO QUALITATIVO

Febantel (FB): antielmintico benzomidazolico

Monossigenasi microsomiali:
Più intensa nella specie ovina (ponendo tale valore = 100)
Specie %
Trota 8
Ratto 23
Bovino 29
Suino 56 *
* (specie nella quale il processo avviene più attivamente)

Ossidato a sulfossido (FBSO)

Ciclizzazione a Febendazolo (FBZ) e ox febendazolo (OXF)


FBSO e OXF hanno attività teratogena!

ANIMALI DOMESTICI DEFICITARI


DI ALCUNE REAZIONI DI CONIUGAZIONE
Specie Reazioni di coniugazione Principali gruppi funzionali Disponibilità della
bersaglio reazione di sintesi
Gatto Sintesi di glucuronidi -OH, -COOH, -NH2, =NH, -SH Presente, scarsa attività
Cane Acetilazione Ar-NH2 Assente
Suino Solfoconiugazione Ar-OH, ArNH2 Presente, scarsa attività
Pesci Incapacità di sintetizzare glucuronidi per probabile carenza del nucleotide UDPGA (acido
uridilfosfoglucuronico)
Gatto: incapacità di sintetizzare glucuronidi per scarsa disponibilità di glucuronil-transferasi
piuttosto che di UDPGA (per glucuronare la bilirubina).
Il cane e la volpe sono incapaci di acetilare l’aminogruppo aromatico.
ETA’

Neonati e giovani: l’attività dei sistemi biotrasformativi ossidativi e coniugati

E’ più bassa rispetto agli adulti Ridotta clearance Maggiore entità dei residui

Tempi di sospensione più lunghi

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Animale vecchio: aumentata tossicità degli xenobiotici:


1) Aumentata suscettività dei tessuti;
2) Persistenza più prolungata dei livelli sierici;
3) Diminuita capacità di biotrasformazione da parte dei microsomi epatici (ridotta concentrazione
del sistema citocromo P-450);
4) Diminuita efficienza renale ed epatica;
5) Diminuito flusso ematico renale ed epatico.
SESSO
Maschio: (in genere) maggiore capacità biotrasformativa (20-30% in più dei costituenti il sistema
citocromo P-450) (animali da laboratorio).
Negli animali da reddito vi sono differenze meno rilevanti, ma opposta.
Ratto femmina:
Esobarbitale: periodo di sonno più prolungato rispetto al maschio.
Parathion: 2 volte più tossico nel maschio con tempi di emivita più prolungati.
Necessità di bioattivazione: ovviamente maggiore attività nei maschi.
Ormoni: determinanti l’attività degli enzimi citocromo P-450 dipendenti.
Ratto femmina + testosterone: aumentata capacità di biotrasformazione di xenobiotici.
Ratto maschio + sterilizzazione: ridotta capacità di biotrasformazione degli xenobiotici.
CONDIZIONI FISIOPATOLOGICHE
Gravidanza: conoscenze limitate nelle specie animali da reddito (capra gravida: aumentata emivita
di alcuni sulfamidici).
Lattazione: via di eliminazione in più.
Malattie infettive e parassitosi (fascioliasi, coccidiosi): in generale si ha una ridotta capacità
biotrasformativa con allungamento dei tempi di emivita.
Epatopatie:
- Preesistenti o indotte da altre sostanze o dallo stesso xenobiotico;
- L’ipofunzionalità è direttamente correlata alla entità del danno.
Il fegato è spesso in grado di “rigenerare” con aumento temporaneo delle attività enzimatiche
rispetto alla norma.
Diminuito flusso epatico: diminuita funzionalità epatica.
INDUZIONE ENZIMATICA
Induzione enzimatica: aumentata capacità metabolica conseguente ad un’aumentata sintesi di
enzimi deputati alle reazioni di biotrasformazione (sintesi proteica ex-novo).
Farmaci
Pesticidi
Inducenti Sostanze di origine industriale
Prodotti naturali
La capacità inducente della maggior parte di questi composti non è nota!

 Monossigenasi citocromo P-450 dipendenti (coinvolti


Enzimi principalmente indotti soprattutto le forme isoenzimatiche)
 Alcuni enzimi coniugati

Fattori condizionanti l’entità e la durata dell’aumentata attività delle monossigenasi: tipo di


inducente, sesso, dose, durata dell’esposizione, substrato, tessuto in cui l’attività enzimatica è
valutata, specie animale, razza.

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CONSEGUENZE DEGLI EFFETTI INDUCENTI


Aumento del metabolismo esogeno (e quindi diminuzione della loro attività):
Farmaco (100) Cit. P-450 (3) Metaboliti (30)
…induzione enzimatica…
Farmaco (100) Cit. P-450 (6) Metaboliti (60)
…diminuzione dell’attività farmacologica, ma anche interferenze sul metabolismo endogeno…
Steroidi (100) Cit. P-450 (3) Steroidi OH (30) (inattivi)
Steroidi (100) Cit. P-450 (6) Steroidi OH (60) (inattivi)
…alterazione della funzionalità riproduttiva.
ES. DI SOSTANZE INDUCENTI:
- Triolendomicina (TAO) (in realtà è un inducente-inibente);
- Fenobarbitale; Autoinducenti
- Fenitoina (anti-epilettico)
- Rifampicina;
- Diossina;
- DDT;
- Ecc…
Es. Cloramfenicolo
Tiammulina + Monensino salinomicina (forme influenzali del suino) (ionofori: coccidiostatici +
auxinici) con manifestazioni tossiche anche mortali.

Tossicità Derivato diolico

Epossi idratasi
O2 H2O
Transacetilasi
Farmaco Intermedio inattivo Derivato

Sulfo- Glutatione transferasi


Gluconil transferasi
trasferasi
Glicuronide Solfato Prodotto di coniugazione
con il glutatione

Cascata di biotrasformazioni: gli intermedi reattivi sono dotati di vita brevissima, ma di potente
reattività chimica (reazione con siti nucleofili o costituenti tessutali con legame covalente), in
contrasto con i farmaci originari. Gli enzimi catalizzati reazioni di coniugazione (con acido
glicuronico, acetico; o con il glutatione) e di riduzione hanno la funzione di “scavenger”, di spazzini
dei pericolosi nemici dell’integrità cellulare.

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ALTERAZIONI PATOLOGICHE A LIVELLO MOLECOLARE CAUSATE


DAI RADICALI LIBERI IN VARI COMPONENTI CELLULARI
Radicali liberi

Acidi grassi
Acidi nucleici Proteine enzimi Polisaccaridi
insaturi

Inattivazione
Basi modificate Depolimerizzazione
Perossidazione Denaturazione
Polimerizzazione

Alterazioni delle Mutazioni


Alterazione varie strutturali e metaboliche
membrane

EVENTI FAVORENTI LA PRODUZIONE DI INTERMEDI ATTIVI:


- Induzione enzimatica;
- Dosaggi di xenobiotico particolarmente elevati (esaurimento dei meccanismi di difesa cellulari;
saturazione delle vie metaboliche “detossificanti”).
Ricordare che i processi metabolici e/o di bioattivazione non sono limitati al fegato.

ELIMINAZIONE DEI FARMACI


La maggior parte dei farmaci è eliminata per azione combinata di processi di biotrasformazione
(metabolismo) e di escrezione.
Le vie principali per l’allontanamento dei farmaci dall’organismo sono quelle biliare e renale.
Importanza notevole riveste anche la via fecale, in modo particolare per i farmaci a ridotto
assorbimento intestinale. Minore importanza è rivestita invece da altre vie quali la mammaria
(importante in veterinaria soprattutto per le possibili ripercussioni igieniche sul latte destinato
all’alimentazione umana), la sudoripara, la salivare, la respiratoria e la lacrimale.
VIA BILIARE
La via biliare è importante per l’eliminazione di tutti i farmaci il cui peso molecolare è superiore a
300 e già dotati di discreta polarità e di alcuni composti che hanno subito una metabolizzazione
tramite coniugazione con acido glucuronico, glicina o solfato (reazioni che aumentano
contemporaneamente polarità e peso molecolare delle sostanze).
Il passaggio dei farmaci coniugati attraverso l’intestino, dove sono riversati con la bile, può
determinare fenomeni di deconiugazione e pertanto il farmaco più piccolo e più lipofilo può essere
riassorbito (circolo enteroepatico).
Farmaci soggetti a metabolismo epatico possono andare incontro, a seguito di somministrazione
orale, a quello che è comunemente noto come first-pass-effect.
Le specie animali possono essere classificate come escretrici biliari efficienti (ratto, cane, pollo),
escretrici biliari moderatamente efficienti (gatto ed ovino), escretrici biliari scarsamente efficienti
(cavia, coniglio, scimmia).

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Circolo sistemico Trasporto


attivo
mediante
Fegato trasportatori
Enzimi farmacometabolizzanti

Bile
Sistema portale epatico
Colecisti

Bile

Mucosa
lipoidica

Piccolo intestino
Diffusione
non ionica
Farmaco coniugato (assorbito,
(passiva)
escreto, metabolizzato)

Idrolisi

Glicurono coniugato (escreto, attivato e metabolizzato)

PESO MOLECOLARE ED ESCREZIONE BILIARE


Composto PM Composto PM
Composti endogeni: Ergometrina 325
Estradiolo 272 Indometacina 358
Acido colico 409 Esafluorenio 503
Bilirubina 585 Adriamicina 543
Tiroxina 777 Ovabaina 585
Estradiolo glucoronato 448 Rifamicina SV 698
Glicocolato 466 Verdeindocianina 775
Bilirubina glucuronato 937 Bromosolfoftaleina 794
Tiroxina glucuronata 953 Vincristina 825
Composti esogeni: 3-metossiisoprenalina glucuronata 387
Isoprenalina 211 Idrossiglutetimide glucuronata 409
Glutetimide 217 Propanololo glucuronato 435
Propanololo 259 2-idrossi-imipramina glucuronata 472
Imipramina 280 Morfina glucuronata 461
Morfina 285 Sulfadimetossina N1-glucuronata 486
Sulfadimetossina 310 Cloramfenicolo 3-glucuronata 499
Cloramfenicolo 323 12-idrossiergometrina glucuronata 517

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VIA RENALE
La via renale permette l’eliminazione dei farmaci attraverso due meccanismi principali: la
filtrazione glomerulare e la secrezione tubulare.
La filtrazione glomerulare è via preferenziale per l’eliminazione dei farmaci ionizzati, idrosolubili è
scarsamente liposolubili. Il legame sieroproteico, dei farmaci influenza il processo di filtrazione
glomerulare, soprattutto quando si tratta di percentuali di legame molto elevate (> 80%): il
fenomeno, si può giustificare, in considerazione del fatto che la velocità di sganciamento del
farmaco dalle proteine plasmatiche è, sicuramente, inferiore alla velocità di filtrazione glomerulare
del sangue.
La secrezione tubulare è invece via elettiva per l’eliminazione dei farmaci parzialmente non
ionizzati e liposolubili. L’importanza di questo processo eliminativo è accresciuta soprattutto dalla
eliminazione tubulare di farmaci attraverso l’intervento di “trasportatori”. Il trasporto attivo si
verifica quasi esclusivamente a livello del tubulo contorto prossimale e richiede un apporto
energetico per svilupparsi. Poiché questo tipo di processo è direttamente proporzionale alla
concentrazione del “carrier” è processo saturabile e pertanto può provocare accumulo del farmaco
nel tessuto renale.
L’elevata percentuale di legame alle sieroproteine non influenza l’escrezione tubulare dei farmaci
probabilmente perché la velocità di agganciamento dei farmaci dal legame è simile a quella del
trasporto attivo operato dai “carrier”.
% legame Semivita plasmatica
Cloxacillina 80 1,2 h
Ampicillina 20 1,2 h
La contemporanea somministrazione di due farmaci che utilizzano lo stesso “carrier” ritarda
l’escrezione della sostanza che rivela minore affinità per il carrier stesso: ad esempio, la
somministrazione contemporanea di Probenecid e Benzilpenicillina rallenta l’eliminazione tubulare
dell’antibiotico.
Alcuni farmaci (come, ad esempio, i salicilati nel cane e nel gatto) possono essere riassorbiti in sede
tubulare (tubulo contorto distale) e ritornare in circolo. Tale fenomeno può verificarsi in funzione
della loro liposolubilità e, per acidi e basi deboli, in funzione della ridotta ionizzazione della molecola.
Il pH urinario influenza la ionizzazione ed il riassorbimento dei farmaci. Urine alcaline favoriscono
la ionizzazione dei composti acidi (e quindi ne prevengono il riassorbimento e ne favoriscono
l’eliminazione), mentre diminuiscono la ionizzazione dei farmaci basici (e quindi ne favoriscono il
riassorbimento e ne prevengono l’eliminazione). Urine acide favoriscono il processo opposto a
quelli soprariportati.
L’alcalinizzazione delle urine può essere conseguita con la somministrazione di bicarbonato di
sodio, mentre l’acidificazione delle urine può essere conseguita con la somministrazione di cloruro
di ammonio. Il pH urinario degli animali domestici è direttamente correlato al tipo di alimentazione:
pH basici per gli erbivori, pH acidi per i carnivori.
Vd SULFAMIDICO 0,3-0,8 l/Kg
pH 5-7 debolmente acidi, a pH gastrico ben assorbito
pH soluzione commerciale pH 10,4 istolesivo irritante
Os (84%) 1 somministrazione/die.
Im (72%) 2 somministrazioni/die.
Cp = 1,44 X t½ X F X D/Vd area X Z
Cp = concentrazione plasmatica.
Z = intervallo di somministrazione.
11,8 Im 2/die.
9 Os 1/die.

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FARMACI SECRETI ATTIVAMENTE


NEL TUBULO CONTORTO PROSSIMALE
Acidi Basi
Antiinfiammatori Antidepressivi triciclici
Acido salicilico Amitriptilina
Fenilbutazone Desipramina
Indometacina Imipramina
Ossifenilbutazone Nortripina
Chemioterapici e antisettici Diuretici
Acido p-aminosalicilico Amiloride
Acido fusidico Triamterene
Acido nalidixico Altri farmaci
Azauridina Amfetamina
Cefaloridina Chinidina
Nitrofurantoina Chinina
Penicilline Clorochina
Sulfamidici Colina
Sulfoni Dopamina
Diuretici Fenfluramina
Acetozolamide Istamina
Acido etacrinico Mecamilamina
Furosemide Mepacrina
Spironolattone N-metilnicotinamide
Tiazidici Morfina
Uricosurici Neostigmina
Benziodarone Pempidina
Probenecid Petidina
Sulfinpirazone Procaina
Altri farmaci Serotonina
Clorpropamide Tetraetilammonio
Clofibrato Tiramina
Diodone Tolazolina
Fenobarbitale
Fenolsulfoftaleina
Coniugati con acido glucuronico
Coniugati con glicina
Coniugati con solfato
TIPI DI AZIONE FARMACOLOGICA CLASSIFICATI IN BASE
ALLA CONCENTRAZIONE E ALLA UTILITA’ TERAPEUTICA

Rischio
Azioni
Azioni Farmaco
secondarie
collaterali
Azione primaria

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Il farmaco è dotato di svariati effetti che si manifestano simultaneamente. Azione “primaria” è


quella indotta alle più basse dosi é utile in terapia. Azione “secondaria” è quella che sempre
accompagna (in sordina) quella primaria ed ha in comune con quest’ultima l’intimo meccanismo;
solo di rado è utilizzata a fini terapeutici e può invece rappresentare un inconveniente. Azione
“collaterale” è quella indotta dal farmaco alle stesse dosi di quella primaria, talvolta anche con
diverso meccanismo. E’ decisamente un’azione di disturbo nei confronti dell’uso pratico del
farmaco.

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