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Non c'è trippa per gatti.

Fine del “movimento studentesco”

La giornata di ieri segna l'evento conclusivo del movimento studentesco cominciato oltre 40 anni fa
in Italia rimasto sempre latente a causa di problemi irrisolti, ormai ridotto a pura manovalanza dei
poteri forti di questo paese, rappresentati da giornali come Repubblica e Corriere, i quali hanno
abbastanza apertamente incitato alla “rivolta”. Il piano sembrerebbe essere stato così pensato:
mentre Berlusconi veniva sfiduciato in parlamento, in piazza le “masse” invadevano il parlamento e
sfiduciavano “dal basso”. Sui motivi dell'opposizione dei “poteri forti” a Berlusconi e sui motivi per
cui sia da preferire Berlusconi sul blog si è scritto più che a sufficienza, mi interessa ora capire
maggiormente la natura di questo movimento.
Il movimento studentesco fu il risultato della grande espansione della produttivi dei sistemi
economici occidentali improntati a quel capitalismo manageriale a guida statunitense, il quale è un
sistema economico qualitativamente diverso dal capitalismo borghese classico ottocentesco studiato
da Marx. Il balzo in avanti della capacità produttive oltre al miglioramento
L'aumento della capacità produttiva è sempre un fenomeno benefico, la maggior ricchezza sociale
permise anche un allentamento di quelle rigide strutture sociali, soprattutto riguardo la costituzione
della famiglia che aveva costituito l'infelicità di molte generazioni. Una maggior libertà sessuale è
una rivendicazione dei movimenti giovanili, come i Wandervögel, fin dal secolo scorso. La libertà
sessuale di conoscersi, unirsi e separarsi liberamente non è affatto una questione secondaria, ma un
fattore primario per la felicità individuale. Sorsero allora le rivendicazioni sulle libertà civili, e
queste furono le uniche autentiche conquiste del '68
L'aumento della produttività del lavoro migliorò sostanzialmente le condizioni di vita delle classi
inferiori e permise per la prima volta nella storia che un vasto strato di giovani provenienti da
queste classi. Nei paesi che hanno sempre attribuito un valore strategico alla ricerca e
all'innovazione come gli Usa o in Germania tale richiesta di mobilità fu assorbita dai settori legati
alla ricerca e nell'ambito della produzione, nei paesi in cui la modernizzazione è stata incompiuta si
decise piuttosto che proseguire con una modernizzazione più completa e che coinvolgesse anche il
sud

Negli anni settanta inizia una deriva del pensiero e della prassi politica che consiste nella
contrapposizione e divaricazione tra mondo reale e ideologia. L'ideologia diventa sempre più
distante dalla realtà. Questa deriva ha la sua radice sociale nell'autoreferenzialità di quelli che
diventeranno i “ceti medi riflessivi” nel loro distaccarsi dalle classi inferiori da cui provengono. Il
“marxismo” diventa un puro strumento ideologico con cui testimoniare la volontà “rivoluzionaria”
cioè il desiderio di creare scompiglio sociale finché al fine di indurre l'allora classe politica
dominante a creare dei posti in alto nella pubblica amministrazione (a questi anni risali l'espansione
abnorme della spesa pubblica), a farsi spazio nell'ambito del giornalismo, nel campo dello
spettacolo e nel campo della politica, quest'ultimo un'altro consistente settore dove si sono inseriti.

Altro che miti del '68, fu una generazione disastrosa e fallimentare, le importanti conquiste nel
campo dei diritti civili, in realtà portato dello sviluppo capitalistico (in altri paesi erano già state
ottenute prima del '68) non bastano a compensare i disastri compiuti

Non c'è più spazio per i “movimenti studenteschi” perché non c'è più spazio per i “ceti medi
riflessivi”. Con l'addentrarsi nella fase multipolare si accentua la competizione fra i sistemi
economici e quindi un vasto settore “pubblico” semiparassitario diventa una palla al piede nel caso
in cui ci voglia tenere a galla nella competizione globale, semplicemente impossibile nel caso si
vada in giù verso i paesi poveri. Non c'è più trippa per gatti. Ho letto che questo modo di dire
nacque quando un sindaco romano a causa della crisi finanziaria del comune decise che questi non
si sarebbe più occupato di fornire la trippa ai gatti romani. Ecco non credo che il potere sarà più
indulgente con le richieste dei settori “acculturati” o aspiranti o presunti tali perché hanno letto “Il
piccolo principe” e se ne fanno scudo in piazza.
Le classi superiori hanno sempre giustificato i loro privilegi con l'importante funzione che
svolgerebbero per la società intera, non ultima la funzione culturale. Gli studenti che aspirano a
diventare “ceto medio riflessivo” quando si atteggiano a settori “acculturati” scimmiottano le classi
superiori

O si lancia un nuovo piano di modernizzazione del paese, al fine di reggere ai marosi che sempre
più si addensano all'orizzonte, e questo vuol dire modernizzare anche l'Università, in quanto la
ricerca è anch'essa un settore strategico, oppure saranno “volatili per diabetici”, per citare la battuta
di un raffinato film che ha fatto sicuramente parte della formazione culturale della “parte migliore
del nostro paese”, perché tanto colta.

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