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Nombre Gladys Marleene Colindres Cardoza

A. Sostituisci il presente per il passato remoto nella seguente scheda biografica.


Paul Gauguin, famoso pittore francese,(nasce)nacque a Parigi nel 1848. (Trascorre) trascorse quattro anni della sua
infanzia con la madre in Perù e (ritorna) ritornò in Francia nel 1885. A diciassette anni (fa) fece il marinaio compiendo
numerosi viaggi attraverso l’oceano. Nel 1871, a ventritré anni, (diventa) diventò agente di cambio, raggiungendo una
certa ricchezza. Due anni dopo (sposa) sposò una danese, dalla quale ha cinque figli. Durante questo periodo (è) fu
esenzialmente un pittore dilettante. Con il crollo finanziario del 1882-83, (rimane) rimase senza lavoro e (può) possò
dedicarsi completamente alla sua vocazione, ma senza successo. Spinto dal desiderio di evasione, nel 1885 Gauguin
(lascia) lasciò la famiglia per seguire una vita avventurosa. All’inizio del 1891 (parte) partì per Tahiti, dove (dipinge)
dipinse i suoi quadri più belli. Più tardi (diviene) diventò scrittore per raccontare il suo soggiorno in quell’isola. Negli ultimi
anni è anche scultore. (Muore) morì
Nel maggio del 1903.

B. Leggi attentamente il testo e trascrivi le parole corrispondenti alle definizioni date.


Secondo la leggenda, Romolo e Remo sarebbero stati i figli del Dio Marte e di Rea Silvia, figlia di Numitore, re di Alba
Longa, al quale il fratello Amulio aveva usurpato il trono. Subito dopo la nascita, per ordine di Amulio, i due gemelli furono
messi in una cesta e abbandonati alle acque del Tevere. La cesta gallegiò fino alla riva e i due furono allattati da un lupa,
fin quando il pastore Faustolo e la moglie li trovarono e li allevarono.
Diventati grandi, i due gemelli rimisero sul trono Numitore e nel 753 A.C. decisero di fondare una nuova città. Romolo
scelse come luogo destinato il colle Palatino, Remo il colle Aventino. Si affidarono al responso degli Dei, che fu
favorevole a Romolo. Questo tracciò i confini della nuova città; Remo li oltrepassò e Romolo lo usccise, divenendo così il
primo dei sette re di Roma. Regnò dal 753 al 716 A.C.
1. Contenitore in cui di solito si mette la biancheria da lavare cesta
2. Seggio per re e papi trono
3. Prendere possesso di qualcosa in modo non legitimo usurpare_
4. Per mestiere alleva le pecore pastore__
5. Rimanere sulla superficie dell’acqua galleggiare______
6. Nutriti con il latte nutrire, mangiare___________

C. Ascolto
Un giorno il piccolo Claudio giocava sotto il portone, e sulla strada passò_(passare) un bel vecchio con gli occhiali d’oro,
che camminava curvo, appoggiandosi a un bastone, e proprio davanti al portone il bastone gli cade_(cadere).
Claudio _fu_ (essere) pronto a raccoglierlo e lo ___porse__ (porgere) al vecchio, che __sorrise__(sorridere) e
_disse__(dire): – Grazie, ma non mi serve. Posso camminare benissimo senza. Se ti piace, tienilo.
E senza aspettare risposta si allontanò_(allontanarsi), e pareva meno curvo di prima.
Claudio _rimase_(rimanere) lì col bastone fra le mani e non sapeva che farne. Era un comune bastone di legno, col
manico ricurvo e il puntale di ferro, e niente altro di speciale da notare.
Claudio ___picchiò____(picchiare) due o tre volte il puntale per terra, poi, quasi senza pensarci _inforcò____(inforcare) il
bastone ed ecco che non era più un bastone, ma un cavallo, un meraviglioso puledro nero con una stella bianca in fronte,
che __ __si slanciò____(slanciarsi) al galoppo intorno al cortile, nitrendo e facendo sprizzare scintille dai ciottoli.
Quando Claudio, meravigliato e un po’ spaventato, __riuscì___(riuscire) a rimettere il piede a terra, il bastone era di
nuovo un bastone, e non aveva zoccoli ma un semplice puntale arrugginito, né criniera, ma il solito manico ricurvo.
– Voglio riprovare, – decise___(decidere) Claudio, quando ebbe ripreso fiato. Inforcò__(inforcare) di nuovo il bastone, e
stavolta non fu (essere) un cavallo, ma un solenne cammello a due gobbe, e il cortile era un immenso deserto da
attraversare, ma Claudio non aveva paura e scrutava in lontananza, per veder comparire l’oasi.
«È certamente un bastone fatato », si disse_ (dire) Claudio, inforcò per la terza volta. Adesso era un’automobile da corsa,
tutta rossa, col numero scritto in bianco sul cofano, e il cortile una pista rombante, e Claudio arrivava sempre primo al
traguardo.
Poi il bastone _fu_(essere) un motoscafo, e il cortile un lago dalle acque calme e verdi, e poi un’astronave che fendeva lo
spazio, lasciandosi dietro una scia di stelle.
Ogni volta che Claudio rimetteva il piede a terra il bastone riprendeva il suo pacifico aspetto, il manico lucido, il vecchio
puntale.
Il pomeriggio __passò___ (passare )veloce tra quei giochi.
Verso sera Claudio si riaffacciò__(riaffacciarsi) per caso sulla strada, ed ecco di ritorno il vecchio dagli occhiali d’oro.
Claudio lo osservò__(osservare) con curiosità, ma non poté (potere) vedere in lui niente di speciale: era un vecchio
signore qualunque, un po’ affaticato dalla passeggiata.

– Ti piace il bastone? – domandò__(domandare) sorridendo a Claudio. Claudio _credete__(credere) che lo rivolesse


indietro, e glielo tese_ (tendere), arrossendo. Ma il vecchio ___fece_ (fare) cenno di no.
– Tienilo, tienilo – disse. – Che cosa me ne faccio, ormai, di un bastone? Tu ci puoi volare, io potrei soltanto appoggiarmi.
Mi appoggerò al muro e sarà lo stesso.
E se ne andoso (andarsene)sorridendo, perché non c’è persona più felice del vecchio che può regalare qualcosa ad un
bambino.

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