7) Il Candidato rifletta sul ruolo educativo della famiglia nell’attuale contesto sociale e sviluppi le
proprie considerazioni sul tema dell’alleanza educativa.
Il periodo storico in cui stiamo vivendo è caratterizzato da profondi cambiamenti socio-culturali,
da un sempre più innovativo e veloce sviluppo tecnologico e da condizioni di vita maggiormente frenetiche e stressanti. Queste trasformazioni epocali hanno un inevitabile effetto sulla famiglia, sul rapporto uomo-donna, sulla funzione materna e paterna e anche sul rapporto tra genitori e figli. Dal punto di vista dell’educazione, ci troviamo di fronte ad una vera e propria crisi culturale, una rottura che si esprime con il rifiuto di trasmettere alle generazioni successive i saperi, i valori, la memoria storica, il credo religioso e addirittura il linguaggio, sostituito da forme di comunicazione più povere. Spesso oggi si tende a colpevolizzare la famiglia, ma è importante ricordare che i giovani vivono in un contesto in cui i metodi educativi proposti dalla famiglia vengono costantemente smentiti o condannati e nel quale ciò che conta e che viene proposto dai mass media, dai social, da internet, dalla società, spesso non coincide con i valori importanti per la famiglia. La famiglia costituisce un punto di riferimento fondamentale per l’educazione dei figli, e alla famiglia non può essere sottratta la congenita e fondamentale missione educativa. Si potrebbe dire, oggi, che ci troviamo di fronte ad una vera e propria emergenza educativa e il fallimento educativo ha come conseguenza una crisi morale e sociale. Il modello sociale della famiglia stessa è oggi messo in discussione; si è passati dalla famiglia con un “ruolo normativo” in cui si trasmettevano principi morali e norme sociali, alla famiglia “affettiva” orientata a negoziare tutto e a soddisfare i bisogni individuali dei figli, a evitargli frustrazioni e sofferenze. I giovani oggi hanno tutto ancora prima di desiderarlo. Stiamo sicuramente assistendo ad un’educazione in cui lo stile affettivo tende a predominare su quello normativo tanto da metterlo in secondo piano. La famiglia sta perdendo autorevolezza e ad essere contestata non è solo l’autorità dei genitori ma anche quella di chi insegna; Il ruolo degli insegnanti viene contestato non solo dagli alunni, ma dagli stessi genitori. Sarebbe anacronistico, forse, rimpiangere oggi la figura genitoriale autoritaria che impartiva divieti ed obblighi, così come risulterebbe eccessivo da parte della famiglia considerare come primario l’aspetto affettivo e delegare alla scuola il compito di insegnare le regole. Anche l’educazione ai valori e alle norme sociali è un’espressione d’affetto che i genitori trasmettono ai propri figli, infatti, nella Esortazione Familiaris Consortio, San Giovanni Paolo II affermava che ”l’amore dei genitori da sorgente diventa anima e pertanto norma, che ispira e guida tutta l’azione educativa”. L’acquisizione di un bagaglio di valori e principi morali è fondamentale per permettere ai bambini e ai ragazzi di vivere in mezzo agli altri, confrontarsi e riservarsi un proprio posto nella società. Solo così essi potranno avvalersi di norme e valori che già appartengono alla propria educazione familiare e la scuola divenire uno strumento per favorire lo sviluppo di un pensiero critico, fondamentale per la creazione e il confronto delle idee con chi ha opinioni diverse dalle proprie. L’educazione, dunque, non consiste nell’applicazione rigorosa di principi o di un rigido sistema di regole che, se applicati, mettono al riparo da eventuali deviazioni di comportamento. L’educazione è, piuttosto, un processo complesso che interessa la dimensione affettiva ed emotiva; è un intreccio ed un incontro fra personalità e relazioni che il bambino sperimenta innanzitutto con i genitori, i quali svolgono un ruolo fondamentale nel suo sviluppo. Oltre a trasmettere norme, l’azione educativa si basa su affetti profondi che vengono trasmessi dalla più tenera età e che costituiscono la base sicura entro cui si creano sane relazioni. La famiglia è, quindi, intesa come base di appoggio emotivo e come scambio di affetti, la base sicura in cui l’individuo cresce e si adatta a vivere nel sistema sociale. L’adolescente di oggi vive in un contesto socio-culturale e tecnologico iperattivo, sovraccarico di stimoli, che sembrano non lasciare spazio a riflessioni sul proprio futuro. In una società che sempre più si definisce fluida e lontana dalla Fede, i giovani sono spesso annoiati, scontenti di ciò che fanno, della propria famiglia e delle proprie esperienze. E’ importante, in un contesto di questo genere, rappresentare come genitori e insegnanti un modello di vita per i nostri figli e alunni. Qui entra in gioco la nostra testimonianza di vita, se noi adulti, insegnanti, educatori e genitori, trasmettiamo efficacemente ai giovani affetto, obiettivi, valori e propositi che noi stessi seguiamo e condividiamo, i ragazzi acquisiranno senso critico, creatività, interesse e passione nello svolgere le attività che arricchiranno la loro personalità. Per educare e responsabilizzare i figli e i nostri alunni, è dunque forse opportuno ridare un significato più profondo alle cose, significato che è stato sicuramente inaridito dalla nostra cultura consumistica e superficiale. Per ottenere questo obiettivo è necessaria un’”alleanza educativa” che coinvolga tutte e tre le agenzie educative; la famiglia, la scuola e la Chiesa. Esse, sono chiamate alla più stretta collaborazione per quel compito fondamentale che è costituito, dalla formazione della persona in tutte le sue dimensioni compresa quella spirituale. Per questo occorre un’effettiva alleanza educativa, che non è scontata, tra famiglie, scuola e comunità cristiana. Occorre ribadire che la famiglia, prima cellula della società, da sola non basta, perché è parte di un sistema sociale che comprende anche la scuola e la Chiesa. Solo se, famiglia, scuola e comunità cristiana iniziano a camminare insieme, senza confondersi, possono diventare i tre grembi privilegiati per la formazione della personalità dei nostri ragazzi e offrire loro la possibilità di crescere e di acquisire il senso profondo della propria esistenza.
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