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RELAZIONE SULL’APPLET DELL’EFFETTO FOTOELETTRICO DI POCOBELLI RAGOSTA MATTEO V A

DESCRIZIONE:
Si determinano il lavoro d’estrazione dei seguenti metalli mediante l’applet dell’effetto fotoelettrico:
-Sodio (Na)
-Zinco (Zn)
-Rame (Cu)
-Platino (Pt)
-Calcio (Ca)
Si confrontano i valori ottenuti con quelli teorici.

TEORIA:
Einstein spiegò il fenomeno dell’effetto fotoelettrico nel 1905. Tale fenomeno consiste in una interazione
tra radiazione elettromagnetica e la materia, la cui conseguenza è l’emissione di elettroni da una superficie
metallica. Ogni metallo presenta uno specifico lavoro di estrazione, ovvero l’energia minima necessaria per
estrarre un elettone dal metallo.

ℎ è 𝑙𝑎 𝑐𝑜𝑠𝑡𝑎𝑛𝑡𝑒 𝑑𝑖 𝑃𝑙𝑎𝑛𝑐𝑘
𝐿𝑒 = ℎ 𝑓0 𝑖𝑛 𝑐𝑢𝑖 {
𝑓0 è 𝑙𝑎 𝑓𝑟𝑒𝑞𝑢𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑚𝑖𝑛𝑖𝑚𝑎 𝑢𝑡𝑖𝑙𝑒 𝑝𝑒𝑟 𝑙 ′ 𝑒𝑠𝑡𝑟𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙 ′ 𝑒𝑙𝑒𝑡𝑡𝑟𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑠𝑢𝑝𝑒𝑟𝑓𝑖𝑐𝑖𝑒 𝑚𝑒𝑡𝑎𝑙𝑙𝑖𝑐𝑎

Si nota che l’emissione degli elettroni si verifica solo se:

𝑓 è 𝑙𝑎 𝑓𝑟𝑒𝑞𝑢𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑟𝑎𝑑𝑖𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑖𝑛𝑐𝑖𝑑𝑒𝑛𝑡𝑒


𝑓 ≥ 𝑓0 𝑖𝑛 𝑐𝑢𝑖 {
𝑓0 è 𝑙𝑎 𝑓𝑟𝑒𝑞𝑢𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑚𝑖𝑛𝑖𝑚𝑎 𝑢𝑡𝑖𝑙𝑒 𝑝𝑒𝑟 𝑙′ 𝑒𝑠𝑡𝑟𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙′ 𝑒𝑙𝑒𝑡𝑡𝑟𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑠𝑢𝑝𝑒𝑟𝑓𝑖𝑐𝑖𝑒 𝑚𝑒𝑡𝑎𝑙𝑙𝑖𝑐𝑎
STRUMENTI:
-Una lampada, che emette una radiazione elettromagnetica. La lunghezza d’onda di tale radiazione
presenta un valore variabile:

100 𝑛𝑚 ≤ 𝜆 ≤ 850 𝑛𝑚

-Uno spettrometro, utile a misurare le lunghezze d’onda. La sua portata massima è 850 𝑛𝑚 e la sua portata
minima è 100 𝑛𝑚. La sua incertezza è di ∓ 1 𝑛𝑚.

-Una lastra metallica. I metalli a disposizione sono:


1. Sodio (Na)
2. Zinco (Zn)
3. Rame (Cu)
4. Platino (Pt)
5. Calcio (Ca)

SVOLGIMENTO:
Si calcola sperimentalmente la misura minima della lunghezza d’onda, per l’estrazione degli elettroni dalla
piastra, costituita da sodio (Na):

𝜆 = 540 𝑛𝑚

Si determina, quindi, la frequenza minima:


8𝑚 𝑚
𝑐 3 ∗ 10 𝑠 3 ∗ 108 𝑠
𝑓0 = = = = 5,5555556 ∗ 1014 𝐻𝑧 ≅ 5,5 ∗ 1014 𝐻𝑧
𝜆 540 𝑛𝑚 540 ∗ 10−9 𝑚

Si conclude, calcolando il lavoro di estrazione 𝐿𝐸 in eV :

𝐿𝐸 = ℎ ∗ 𝑓0 = 4,14 ∗ 10−15 𝑒𝑉 ∗ 𝑠 ∗ 5,55 ∗ 1014 𝐻𝑧 = 2,2977 𝑒𝑉 ≅ 2,30 𝑒𝑉

Si calcola sperimentalmente la misura minima della lunghezza d’onda, per l’estrazione degli elettroni dalla
piastra, costituita da zinco (Zn):

𝜆 = 289 𝑛𝑚

Si determina, quindi, la frequenza minima:

8𝑚 𝑚
𝑐 3 ∗ 10 𝑠 3 ∗ 108 𝑠
𝑓0 = = = = 1,03862284 ∗ 1015 𝐻𝑧 ≅ 1,04 ∗ 1015 𝐻𝑧
𝜆 289 𝑛𝑚 289 ∗ 10−9 𝑚

Si conclude, calcolando il lavoro di estrazione 𝐿𝐸 in eV :

𝐿𝐸 = ℎ ∗ 𝑓0 = 4,14 ∗ 10−15 𝑒𝑉 ∗ 𝑠 ∗ 1,04 ∗ 1015 𝐻𝑧 = 4,3056 𝑒𝑉 ≅ 4,30 𝑒𝑉

Si calcola sperimentalmente la misura minima della lunghezza d’onda, per l’estrazione degli elettroni dalla
piastra, costituita da rame (Cu):

𝜆 = 264 𝑛𝑚

Si determina, quindi, la frequenza minima:

8𝑚 𝑚
𝑐 3 ∗ 10 𝑠 3 ∗ 108 𝑠
𝑓0 = = = = 1,136363636 ∗ 1015 𝐻𝑧 ≅ 1.14 ∗ 1015 𝐻𝑧
𝜆 264 𝑛𝑚 264 ∗ 10−9 𝑚

Si conclude, calcolando il lavoro di estrazione 𝐿𝐸 in eV :

𝐿𝐸 = ℎ ∗ 𝑓0 = 4,14 ∗ 10−15 𝑒𝑉 ∗ 𝑠 ∗ 1,14 ∗ 1015 𝐻𝑧 = 4,7196 𝑒𝑉 ≅ 4,71 𝑒𝑉

Si calcola sperimentalmente la misura minima della lunghezza d’onda, per l’estrazione degli elettroni dalla
piastra, costituita da platino (Pt):

𝜆 = 197 𝑛𝑚

Si determina, quindi, la frequenza minima:

8𝑚 𝑚
𝑐 3 ∗ 10 𝑠 3 ∗ 108 𝑠
𝑓0 = = = = 1,52284264 ∗ 1015 𝐻𝑧 ≅ 1,52 ∗ 1015 𝐻𝑧
𝜆 197 𝑛𝑚 197 ∗ 10−9 𝑚

Si conclude, calcolando il lavoro di estrazione 𝐿𝐸 in eV :


𝐿𝐸 = ℎ ∗ 𝑓0 = 4,14 ∗ 10−15 𝑒𝑉 ∗ 𝑠 ∗ 1,52 ∗ 1015 𝐻𝑧 = 6,2928 𝑒𝑉 ≅ 6,29 𝑒𝑉

Si calcola sperimentalmente la misura minima della lunghezza d’onda, per l’estrazione degli elettroni dalla
piastra, costituita da calcio (Ca):

𝜆 = 428 𝑛𝑚

Si determina, quindi, la frequenza minima:

8𝑚 𝑚
𝑐 3 ∗ 10 𝑠 3 ∗ 108 𝑠
𝑓0 = = = = 7,009345794 ∗ 1014 𝐻𝑧 ≅ 7,0 ∗ 1014 𝐻𝑧
𝜆 428 𝑛𝑚 428 ∗ 10−9 𝑚

Si conclude, calcolando il lavoro di estrazione 𝐿𝐸 in eV :

𝐿𝐸 = ℎ ∗ 𝑓0 = 4,14 ∗ 10−15 𝑒𝑉 ∗ 𝑠 ∗ 7,0 ∗ 1014 𝐻𝑧 = 2,898 𝑒𝑉 ≅ 2,9 𝑒𝑉

DATI:

METALLO INTENSITA’ LUNGHEZZA FREQUENZA in LAVORO DI LAVORO


D’ONDA in nm Hz (𝑓0) ESTRAZIONE in ESTRAZIONE
(λ) eV (𝐿𝐸 ) TEORICO in eV
(𝐿𝐸 )
SODIO (Na) 100 % 540 nm 5,55 ∗ 1014 Hz 2,30 eV 2,36 eV
ZINCO ( Zn) 100 % 289 nm 1,04 ∗ 1015 𝐻𝑧 4,30 eV 3,63 – 4,9 eV
RAME ( Cu) 100 % 264 nm 1,14 ∗ 1015 𝐻𝑧 4,71 eV 4,65 eV
PLATINO (Pt) 100 % 197 nm 1,52 ∗ 1015 𝐻𝑧 6,29 eV 5,12-5,93 eV
CALCIO ( Ca) 100 % 428 nm 7,0 ∗ 1014 Hz 2,9 eV 2,87 eV

CONCLUSIONI:
Nonostante i possibili errori sperimentali e le varie approssimazioni, i risultati ottenuti sono affini ai valori
teorici. Per perfezionare l’esperienza laboratoriale, si potrebbero definire con maggiore accuratezza le
misure, migliorando l’incertezza degli strumenti utilizzati.

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