1.1. La storia1
Samuele fu profeta e ultimo giudice in Israele, risalente al secolo XI a.C. stando ai dati biblici.
Efraimita, di Rama, è figlio di Elkana e Anna; passa la sua infanzia a Silo come servitore del Tempio, per
adempiere un voto che la madre aveva fatto al sacerdote Eli; sotto la guida di lui, egli crebbe “in età e
benevolenza presso il Signore e presso gli uomini”2. Assume la carica di Giudice – autorità statale
dell’Israele premonarchico – e raduna il popolo contro i Filistei, vincendoli. Dopo quasi una generazione
vissuta in pace, il popolo auspica un re, perché i suoi successori sono corrotti. Egli mette in guardia
dall’istituzione monarchica, ma dopo una rivelazione divina unge il re Saul, lo fa confermare sul trono dal
popolo tirando a sorte, ed infine si ritira dalla sua carica di giudice. Quando Jahvè rigetterà Saul, ungerà re
Davide e gli darà rifugio difendendolo dal predecessore. Morirà in età avanzata, alla notizia che in una
battaglia contro i Filistei l’arca dell’alleanza è caduta nelle mani del nemico. Compianto da tutto Israele,
sarà sepolto nella sua cara di Rama.
1.2. Il nome
In ebraico Semu’el: “Nome di Dio” o “il suo nome è Dio”. Lo si spiega nell’etimologia popolare di
1Sam 1,203. Il nome è composto da S’L, “Chiedere”, suggerendo ad alcuni studiosi che la storia di Sam 1,1
fosse in origine narrata da Saul, capo d’Israele nel tempo in cui la confederazione tribale divenne
monarchia4. La probabile forma originaria fu dunque Simuhu’il, “Da Jahvè l’ho impetrato”5; la posizione
enfatica di “da Jahvè” suggerisce un’etimologia popolare del genere “colui che è di Dio”6.
Oltre al 1Sam, si ricorda il profeta Samuele anche in altri luoghi della Scrittura:
1Cro 6,13.18: Gli si attribuisce una genealogia levita artificiale nella tribù di Ghershom; nel
pensiero del Cronista egli non avrebbe potuto assumere le sacre funzioni che compie in 1Sam se
non fosse stato membro di una famiglia sacerdotale. Alla maniera di Davide, è presentato come
colui che stabiliva i leviti nei loro uffici11.
Ger 15,1: nominato con Mosè come colui che intercede per Israele (riferimento a 1Sam 7,9).
Sal 99,6: riferimento alla genealogia sacerdotale; nominato con Mosè ed Aronne, invoca il nome di
Jahvè.
Sir 46,13-20: Samuele è presentato come: Amato dal Signore – Facitore di re, uomo della
transizione politica e sociale d’Israele – Giudice – Intercessore – Onesto – Profeta, perfino dopo la
morte.
Nel Nuovo Testamento:
At 3,24; 13,20 (Samuele Profeta); Eb 11,32 (Samuele Giudice).
11
1Cr 9,22
12
J. L. SICRE, Profetismo in Israele, il Profeta – i Profeti – il messaggio, Borla, Roma 1995, pp. 263-266
13
Come si vede in At 13,20-22: “20 per circa quattrocentocinquanta anni. Dopo questo diede loro dei Giudici, fino al profeta
Samuele. 21 Allora essi chiesero un re e Dio diede loro Saul, figlio di Cis, della tribù di Beniamino, per quaranta anni. 22 E,
dopo averlo rimosso dal regno, suscitò per loro come re Davide, al quale rese questa testimonianza: Ho trovato Davide, figlio di
Iesse, uomo secondo il mio cuore; egli adempirà tutti i miei voleri.”
14
C. M. MARTINI, p.11ss
15
(a cura di: R. PENNA), Centre Informatique…, p.1158
16
1Sam 7,15-17; 24,1
17
1Sam 12,1s
18
J. L. McKENZIE, p.862-863
E’ chiamato solo una volta sacerdote, nel libro dei Salmi 19. Samuele è ministro del culto 20: rivela a
Saul l’elezione di Jahvè. In questo racconto Samuele è dunque presentato come l’uomo che designa e unge
il re. Tale figura tuttavia viene sviluppata in modo teologicamente elaborato: Samuele annuncia che Jahvè
ha ripudiato Saul per la sua disobbedienza all’ordine di una guerra di sterminio contro Amalek 21. Ad esso si
aggiunge un altro ripudio da lui fatto: l’offerta del sacrificio compiuto abusivamente da Saul. In questo
racconto si sottolinea il carattere sacerdotale di Samuele, perchè la motivazione del rifiuto è appunto
sacerdotale più che profetica.
Non solo l’attribuzione dei termini, ma anche il racconto stesso delle gesta di Samuele ci aiuta ad
inserirlo nella categoria dei Profeti. Nella rilettura profetica della storia, un primo tratto profetico è
l’intervento nella politica, con l’unzione a re di Saul (che ricorda ciò che farà Natan con Salomone, Elia
con Ieu ed Eliseo attraverso un discepolo, ed altre tradizioni simili) 26 e di Davide da bambino27. Samuele è
dunque il personaggio che ha unto i primi due re d’Israele 28. Ancora, i racconti della sua infanzia
insistono sul carattere straordinario della sua nascita e della rivelazione di cui è beneficiario. Anche ad
una lettura attenta del racconto della vocazione29 si scopre un contatto nuovo e speciale con Dio mediante
la sua parola; Samuele è incaricato di un compito tipicamente profetico: annunciare – animato dallo zelo
19
Sal 96,6
20
1Sam 9,12s
21
1Sam 15
22
J. L. SICRE, pp.73-91
23
1Sam 9,9.11.18.19; 1Cr 9,22;26,28; 29,29
24
1Sam 3,20
25
Alcuni le ritengono scuole profetiche da lui fondate dove i giovani si preparavano ad una possibile elezione divina o
divenivano dottori religiosi d’Israele, ma in realtà si sa molto poco di essi
26
1Re 1,11ss; 19,16; 2Re 9
27
1Sam 16
28
1Sam 10,1-8; 16,1-3
29
1Sam 3
contro l’empietà – il castigo della famiglia sacerdotale di Eli. Infine il gesto più profetico, rispetto anche
ai personaggi a lui precedenti (Abramo, Mosè, Debora...) è la denuncia del re Saul, ben due volte: in
occasione della battaglia di Micmas e dopo la guerra con gli Amaleciti 30. Per tutti questi elementi Samuele
è chiaramente profeta31- il primo grande profeta, apparso tale agli autori biblici – nonostante i problemi
storici dei fatti narrati.
30
1Sam 13,7-5; 15,10-23
31
1Sam 3,2: “Perciò tutto Israele, da Dan fino a Bersabea, seppe che Samuele era stato costituito profeta dal Signore”
32
J. L. McKENZIE, p.862-863
33
1Sam 8,7
34
1Sam 8; 10,17-27
ho chiamato, figlio mio, torna a dormire!». 7 In realtà Samuele fino allora non aveva ancora conosciuto il Signore, né gli era
stata ancora rivelata la parola del Signore. 8 Il Signore tornò a chiamare: «Samuele!» per la terza volta; questi si alzò ancora e
corse da Eli dicendo: «Mi hai chiamato, eccomi!». Allora Eli comprese che il Signore chiamava il giovinetto. 9 Eli disse a
Samuele: «Vattene a dormire e, se ti si chiamerà ancora, dirai: Parla, Signore, perché il tuo servo ti ascolta». Samuele andò a
coricarsi al suo posto. 10 Venne il Signore, stette di nuovo accanto a lui e lo chiamò ancora come le altre volte: «Samuele,
Samuele!». Samuele rispose subito: «Parla, perché il tuo servo ti ascolta». 11 Allora il Signore disse a Samuele: «Ecco io sto per
fare in Israele una cosa tale che chiunque udirà ne avrà storditi gli orecchi. 12 In quel giorno attuerò contro Eli quanto ho
pronunziato riguardo alla sua casa, da cima a fondo. 13 Gli ho annunziato che io avrei fatto vendetta della casa di lui per
sempre, perché sapeva che i suoi figli disonoravano Dio e non li ha puniti. 14 Per questo io giuro contro la casa di Eli: non sarà
mai espiata l'iniquità della casa di Eli né con i sacrifici né con le offerte!». 15 Samuele si coricò fino al mattino, poi aprì i
battenti della casa del Signore. Samuele però non osava manifestare la visione a Eli. 16 Eli chiamò Samuele e gli disse:
«Samuele, figlio mio». Rispose: «Eccomi». 17 Proseguì: «Che discorso ti ha fatto? Non tenermi nascosto nulla. Così Dio agisca
con te e anche peggio, se mi nasconderai una sola parola di quanto ti ha detto». 18 Allora Samuele gli svelò tutto e non tenne
nascosto nulla. Eli disse: «Egli è il Signore! Faccia ciò che a lui pare bene».
Il principio del profeta: Il racconto tende a comprendere l’origine, la sorgente, il punto determinante
della vita di Samuele. Mostra l’iniziativa di Dio; non è Samuele ad aver deciso di essere profeta e capo
del suo popolo. Dio è il principio 35. Questo principio della vita del profeta trova corrispondenze col
Vangelo36 dell’infanzia in Luca37 e alla vocazione di Gesù come la descrive l’evangelista Marco38
Il contesto letterario: Il contesto in cui si inserisce questa vocazione è quello delle diverse chiamate
profetiche della Scrittura. Il racconto va dunque letto in parallelo con la chiamata di Abramo, Mosè 39,
Eliseo, Elia, Geremia … Idealmente, è una struttura biblica ben conosciuta. E il senso di tutte le
chiamate nella Bibbia, da Abramo a Paolo, è uno solo: Dio è primo, è lui che comincia, è lui che prende
l’iniziativa. L’uomo è secondo, risponde40.
I presupposti genetici della chiamata: la chiamata di Samuele, iniziativa di Dio, si serve anche del
contesto entro il quale il giovane vive, specialmente quello familiare e religioso:
o 1) Anna, sua madre, è moglie di un uomo poligamo. Questo è indice di una famiglia
disordinata, e lei vive tale disordine in maniera dolorosa; si sente frustrata perché è sterile ed
incapace di concorrere con la rivale Peninna, che ha già generato una progenie per Elkana. Anna
soffre di complessi d’inferiorità. Nonostante ciò, è molto credente: pregava in silenzio, senza
parole, ma con il cuore. Nel racconto biblico, il sacerdote Eli non comprende e la prende per
ubriaca, rimproverandola. Tuttavia gli risponde, come esempio di una religiosità popolare ma
autentica: Dio è in alto ma anche vicino, è un Dio con cui ci si può sfogare, perché ascolta. La
suscettibilità di Samuele e il turbamento per l’opinione altrui di lui, che ritroviamo nella
Scrittura, conservano qualcosa dei complessi d’inferiorità materni; dalla madre tuttavia viene
ereditata anche la robusta fede.
o 2) Elkana, padre di Samuele, è credente attivo del tempio ma privo di sensibilità per cogliere il
dramma della moglie, viste le preferenze che manifestava. Estremamente diverso da Anna.
Samuele, in virtù della sua profonda sensibilità religiosa.
o 3) Eli, sacerdote, degno ma incapace di comprendere la gente: è più preoccupato al buon ordine
del tempio. Quando vede Anna, invece di avvicinarla, la rimprovera. Tuttavia è un punto di
riferimento di Dio per Anna, in quanto lei ha fede sufficiente per credere in quell’ironico “vai in
pace”, con il cuore colmo di serenità, dovuta alla certezza che Dio ascolterà la sua supplica.
o 4) I Fatti: Il pellegrinaggio; la preghiera; il voto; la parola del sacerdote: tutto attribuisce una
connotazione religiosa al racconto e che mediano in forme umane il mistero divino41
Le circostanze: 1) “VI ERA RARITA’ PAROLA”: la mancanza di profezia che sta ad indicare il castigo
di Dio; 2) IL SONNO: La chiamata avvenuta nella notte; il testo sottolinea che Samuele non stava
35
C. M. MARTINI, p.35
36
Ibid., p.36
37
Lc 2,49: “Devo occuparmi delle cose del Padre mio” : Gesù spiega la sua vocazione a Maria e a Giuseppe
38
Mc 1,11: “Tu sei il Figlio mio prediletto”
39
Gen 12,1ss; Es 3,1ss; etc.
40
C. M. MARTINI, p.38
41
Ibid., pp.39-42
pregando, ma dormendo; è un ulteriore segno che Dio prende l’iniziativa, ha il primato: Samuele non
né desiderio né ardore per la parola di Dio; 3) L’EQUIVOCO E LA GRADUALITA’: tutto l’episodio è
condotto su un equivoco ricorrente: per tre volte eli non capisce che cosa stia avvenendo, il mistero gli
si svela solo gradualmente.42
I Personaggi:
o 1) ELI: uomo del culto, dell’osservanza, del tempio, che tuttavia non crede molto nella
rivelazione della Parola; ma per la sua onestà accoglie il divino (con fatica, non avendone fatto
esperienza personale: quando il Signore chiamerà Samuele per la terza volta, allora la sua
sensibilità si aprirà); il Signore guarda alla sua onestà, e si serve di lui;
o 2) SAMUELE: buon ragazzo, il bravo “chierichetto” diligente ma senza esperienza di Dio; ha
riverenza per la sua guida Eli, è disposto ad alzarsi di notte tre volte per aiutarlo. “Parla, il tuo
servo ti ascolta”: frase fondamentale, espressione dalla forza singolare. Chi parla è Dio, l’uomo
è tutto ascolto. L’uomo è ascolto di una parola che Dio pronuncia: qui è sintetizzata tutta
l’antropologia teologica. Così Samuele passa da buona esistenza di servizio ad una coscienza
teologica profonda del mistero dell’uomo e di Dio: l’uomo è accoglienza, Dio è iniziativa,
parola, comunicazione, dono di sé, amore;
o 3) IL SIGNORE: attore principale del brano. Dio è colui che può e vuole manifestarsi
immediatamente all’uomo, che vuole rendersi vicino, entrare in dialogo con lui; l’uomo è
chiamato a rendersi disponibile al dialogo. Questo è il “principio e fondamento” della
spiritualità biblica, cristiana e della stessa capacità di esprimere un servizio profetico.
v. 18: Modo con cui Samuele esercita la missione di Profeta. Ha delle risonanze anche nella figura di
Paolo44. La caratteristica del profeta è di predicare tutto il disegno di Dio, senza nascondere nulla;
v. 19: Esprime il fatto della profezia; sono descritte le realtà che costituiscono Samuele come profeta:
42
Ibid., pp.43-44
43
Ibid., pp.68-81
44
NB. At 20, Paolo a Mileto. V.27: “perché non mi sono tirato indietro dall'annunciarvi tutto il consiglio di Dio”
o Crescita interiore ed esteriore45: Parallelo in Luca che indica la crescita per Giovanni Battista
e per Gesù;
o “Il Signore stava con lui / egli stava con il Signore”: la sintesi del mistero dell’Alleanza è al
cuore della vita profetica (vedi tutte le promesse del Signore nella Scrittura 46, fino alle parole
dell’Angelo a Maria). Questo è per Samuele il momento cruciale della sua missione profetica:
gli viene rivelata non soltanto la volontà di Dio, ma il desiderio di Dio di essere con lui. Il
profeta è colui che vive in maniera forte ed esistenziale l’alleanza con Dio. La conseguenza è
che Dio non lascia andare a vuoto nessuna delle parole pronunziate: la Parola è incisiva,
penetrante
v. 20: Accoglienza, recezione della profezia
v. 21: Ripetizione del fatto, in continuità. Sottolineata la familiarità del profeta con Dio
c. 4,1: La diffusione della parola.
Profeta significa, dunque, aver qualcosa da dire a nome di Dio; non serve eloquenza, ma solo che colui
che parla lo faccia a nome di Dio.
4.2. 1Sam 7,2-5. 15-17 / Il silenzio del profeta; la giudicatura procede dalla profezia
2
Dal giorno che l'arca era stata collocata a Chiriat-Iearim era passato molto tempo; vent'anni erano trascorsi e tutta la casa
d'Israele alzò lamenti verso il Signore. 3 Allora Samuele parlò a tutta la casa d'Israele, e disse: «Se davvero tornate al Signore
con tutto il vostro cuore, togliete di mezzo a voi gli dèi stranieri e gli idoli di Astarte, volgete risolutamente il vostro cuore verso
il Signore e servite lui, lui solo. Allora egli vi libererà dalle mani dei Filistei». 4 Così i figli d'Israele tolsero via gli idoli di Baal
e di Astarte, e servirono il Signore soltanto.
5
Poi Samuele disse: «Radunate tutto Israele a Mispa, e io pregherò il Signore per voi».
15
Samuele fu giudice d'Israele per tutto il tempo della sua vita. 16 Egli andava ogni anno a fare il giro di Betel, di Ghilgal e di
Mispa, ed esercitava la funzione di giudice d'Israele in tutti quei luoghi. 17 Poi tornava a Rama, dove abitava; là giudicava
Israele e là costruì un altare al Signore.
Dopo che la sua parola raggiunge tutto Israele, subito Samuele scompare in un silenzio durato circa
vent’anni, che ha lasciato spazio ad una disfatta ed una delusione dopo l’altra47: i figli di Samuele
perseverano nel male e il padre non riesce a farli cambiare; ci fu battaglia tra Israele ed i Filistei, con
conseguente disfatta e cattura dell’arca. Fino al cap. 7 il profeta non appare. Può un profeta stare in
silenzio?
Spiegazione critico – letteraria: questi capitoli sono un blocco di narrazioni provenienti da
tradizioni che non conoscono Samuele, messe insieme dal redattore finale;
Spiegazione fondata sull’unità della Scrittura: tale silenzio non è un fatto singolare48, visto che
anche Paolo appare come un uomo potente nella Parola e poi scompare dalla scena (e alla sua
scomparsa corrisponde la pace delle Chiese!). Poi Paolo fu cercato da Barnaba per la situazione
critica di Antiochia, e la missione ricominciò.
Probabilmente, tanto per Samuele quanto per Paolo, sembra che il successivo ministero profetico sia
maturato proprio grazie agli anni di silenzio. Un silenzio di preghiera, speranza, pianto per la propria
impotenza, abbandono ai tempi e al disegno di Dio. Dio rende la sofferenza ed il silenzio fecondi alla
profezia (ed alla Chiesa).
Dopo il silenzio, l’attività di Samuele consiste nell’essere giudice, col compito principale di proclamare
il diritto divino. La giudicatura viene svolta presso i grandi santuari (Mizpa; Betel; Galgala; Rama), per
risolvere i cari quotidiani di ingiustizia. La ripresa della sua attività (vv. 3-5) indica un’altra caratteristica
del profeta: l’azione profetica di invito alla conversione. Questo è il cuore dell’attività profetica, che parte
dal cuore e abbraccia tutto l’uomo. Per questo Samuele è prima profeta e poi giudice: la missione
giudicatrice ha come radice quella profetica.
45
Cfr. 1Sam 2,21; 3,1; Lc 1,80; 2,52
46
A Mosè Es 3,12; Geremia 1,8; Maria Lc 1,28
47
NB. Nei LXX, a 1Sam 4,1 si aggiunge: “Eli era molto vecchio mentre i suoi figli perseveravano nella loro cattiva condotta
verso Jahvè”
48
Cfr. At 9,28-30; 11,25
______________________________________________________________________________________
BIBLIOGRAFIA
Manuali
J. L. SICRE, Profetismo in Israele, il Profeta – i Profeti – il messaggio, Borla, Roma 1995, pp. 624
Commentari
C. M. MARTINI, Samuele profeta religioso e civile, Centro Ambrosiano di documentazione e studi
religiosi, Edizioni Piemme, Casale Monferrato (AL) 1990, pp. 160
Voci di Dizionari
Voce: <Samuele>, in: J. L. McKENZIE, Dizionario Biblico, (ed. italiana a cura di: B. MAGGIONI),
Cittadella editrice, Assisi 1973, pp.1064
Voce: <Samuele>, in: Centre Informatique et Bible-Abbaye de Maredsous, Dizionario Enciclopedico
della Bibbia, (ed. italiana a cura di: R. PENNA), Borla, Roma 2000, pp.1380