“La speranza che i Vescovi, conoscenti della condizione dei tempi in cui viviamo, dei grandi bisogni della Chiesa, e delle
speranze che a lei adduce il grido alzato di libertà, vogliano dopo tanto tempo di disunione e d'isolamento, radunarsi nello spirito
del Signore, e trattare quelle cose che interessano al reggimento della loro Chiesa. Imperciocché la sapienza collettiva e l'unità
dello spirito e dei mezzi è quello, di cui più che mai la Chiesa oggidì abbisogna: ella abbisogna di sentire tutta la grandezza della
promessa del Signore, il quale disse, che dove due o tre saranno congregati in suo nome, egli sarà nel mezzo di essi". 1
6
Ibid, pp.6-7
7
SC 10,11,18,48;
8
LG 1,8,10,11,23,31,32
9
CD 11,20
10
U.MURATORE, Rosmini e lo spirito del Vaticano II, 7-8
11
Ibid., 8
12
OT proemio, 4,5,9,10,14,16,17
13
AA.VV., Rosmini e Newman padri conciliari. Tradizionalismo, riformismo, pluralismo nel Concilio Vaticano II, Acta del XIV
simposio di studi rosminiani, Stresa 2013, pp. 20
14
Cfr. http://www.osservatoreromano.va/it/news/newman-e-il-vaticano-ii ; 18/06/2019; 12.20
Egli rivendicò una modalità personalistica della rivelazione, compiuta in Cristo 15. Parla
dell'economia divina della rivelazione quale “metodo di concretizzazione”. Per esempio, afferma che
principi filosofici astratti quali Parola, Luce, Vita, Verità, Saggezza, si concretizzano in Cristo. Ciò che
altrimenti rimarrebbe “nozionistico”, diventa “reale” in Lui. E’ l’Incarnazione del Figlio il fondamento della
vita della Chiesa. Nel suo sermone, Newman utilizza esattamente gli stessi versetti che i padri del concilio
Vaticano II proclamarono nel proemio alla Dei Verbum per esporre la loro visione concreta della
rivelazione16.
Per Newman il metodo di personalizzazione si estende anche al corpo dei fedeli, la Chiesa, dimora
dell'unico Spirito Santo. In questo si riconoscono chiare anticipazioni della comprensione da parte del
concilio Vaticano II del fatto che la Chiesa è “in Cristo, in qualche modo il sacramento, ossia il segno e lo
strumento dell'intima unione con Dio e dell'unità di tutto il genere umano”17.
“Se fossi obbligato a introdurre la religione nei brindisi dopo un pranzo (il che in verità non mi sembra proprio la cosa
migliore), brinderò, se volete, al Papa; tuttavia prima alla coscienza, poi al Papa”. 19
L’autore celebra la coscienza come «eco della voce di Dio» e, nello stesso tempo, riconosce quanto
siamo disposti a smorzare quell'eco a seconda delle nostre preferenze e dei nostri pregiudizi. Sempre nello
stesso testo, Newman si interroga sull’opportunità o meno del Concilio Vaticano I in quel preciso periodo
storico, e polemicamente prevede casi in cui la voce della coscienza debba ascoltarsi, anche se contraria a
quella del papa. L’autore ritiene addirittura la coscienza come “l’originario Vicario di Cristo”, ed alla
domanda “Che cos’è la coscienza?” risponde:
“Non è un egoismo lungimirante, né il desiderio di essere coerenti con se stessi, bensì la messaggera di Colui, il quale, sia
nel mondo della natura sia in quello della grazia, ci parla dietro un velo e ci ammaestra e ci governa per mezzo dei suoi
rappresentanti”20
Il Primato della Coscienza trova sostegno anche in san Tommaso e nei teologi canonisti tomisti,
secondo i quali la coscienza va seguita sempre, anche se erronea.
(Circa i richiami espliciti del suo pensiero sulla coscienza e la teologia conciliare, rimando ai
riferimenti opportunamente già esposti nella trattazione dell’autore precedente.)
3.1. Panoramica generale del contributo di Maritain, alla luce dell’ Umanesimo Integrale
Per introdurre il contributo che Maritain diede alla teologia del Concilio Vaticano II, riportiamo
integralmente una citazione del filosofo italiano Vittorio Possenti, circa gli ambiti di ricerca di cui il
pensatore francese fu oggetto di studio:
“Il discorso sul mondo e l’autonomia delle realtà terrene, la concezione politica e quella evangelica della religione, la
vocazione laicale cristiana, il personalismo comunitario ed il bene comune, la libertà religiosa, una concezione progressiva della
storia dell’uomo, l’oltrepassamento dell’opposizione tra intelligenza e mistero, il cammino verso un umanesimo teocentrico
centrato su una concezione integrale della persona umana”27
23
http://www.osservatoreromano.va/it/news/un-padre-assente-del-concilio-vaticano-ii; 18/06/19; 13.48
24
Per esteso: Remarks on Certain Passages in the Thirty-Nine Articles, 1841. E’ l'ultimo testo di una collezione di saggi anonimi
pubblicata dagli autori del Movimento di Oxford, per combattere l'ispirazione liberaleggiante e protestante di parte della Chiesa
d'Inghilterra, della quale essi volevano esaltare invece i tratti di cattolicità e di apostolicità.
25
http://www.osservatoreromano.va/it/news/un-padre-assente-del-concilio-vaticano-ii; 18/06/19; 14.01
26
CARD. WALTER KASPER, PRESIDENTE DEL PONTIFICIO CONSIGLIO PER LA PROMOZIONE DELL’UNITÀ DEI
CRISTIANI, Intervento per il 40° anniversario della promulgazione del decreto conciliare “Unitatis Redintegratio”, Rocca di
Papa, 11 novembre 2004: “Il Decreto sull’ecumenismo non è venuto fuori dal nulla. Esso s’inscrive nel contesto del movimento
ecumenico che, nato nel XX secolo al di fuori della Chiesa cattolica (UR 1; 4), ha segnato una svolta decisiva nel 1948 con la
creazione del «Consiglio Ecumenico delle Chiese». Questo movimento è stato a lungo guardato con sospetto dalla Chiesa
cattolica. Tuttavia, la sua ricezione da parte del Concilio Vaticano II ha radici che risalgono già alla teologia cattolica del XIX
secolo. Johann Adam Möhler e John Henry Newmann in particolare vanno citati come precursori e pionieri.” In:
http://www.vatican.va/roman_curia/pontifical_councils/chrstuni/card-kasper-docs/rc_pc_chrstuni_doc_20041111_kasper-
ecumenism_it.html 18/06/19; 14.08
27
V. POSSENTI, Una filosofia per la transizione. Metafisica, Persona e Politica in J. Maritain, Massimo, Milano 1984, pp. 220-
252.
cui si aggiunge anche il contributo al cruciale problema di Israele, dell’antisemitismo e del rapporto tra
cristianesimo ed ebraismo. Poi l’idea di persona umana, di libertà religiosa, di bontà e dignità propria del
mondo, della chiamata universale alla santità e della missione temporale del cristianesimo. Tutto ciò che
riguarda l’umanesimo integrale, che avrà ripercussioni non solo sul concilio ma sull’etica politica,
sull’antropologia cristiana e sulla dottrina sociale della Chiesa. E da ultimo, non per importanza, l’incipit
alla cosiddetta “uscita dall’epoca costantiniana” ed il richiamo all’integer homo28, all’uomo nella pienezza
delle sue dimensioni, e dunque al progresso di tutto l’uomo e di tutti gli uomini 29, e che è indirizzato verso
Dio30.
A tutte queste cose andrebbe aggiunta anche l’amicizia e la stima che papa S.Paolo VI nutriva per il
filosofo francese, il cui contributo fu determinante per un atto che lo stesso papa definisce “tra i più
importanti del suo pontificato”, e cioè la “Solenne professione di fede” del 30 giugno 1968 31. E’ chiaro che
non è possibile, in questa sede, approfondire l’ampiezza di questi argomenti e contributi. Ci limiteremo ad
alcuni accenni.
“In verità tutte le vestigia del Santo Impero sono oggi liquidate: siamo definitivamente usciti dall’età sacrale e da quella
barocca; dopo sedici secoli che sarebbe vergognoso calunniare o pretendere di ripudiare, ma che certamente hanno finito di morire
e i cui gravi difetti non erano contestabili, una nuova era comincia in cui la Chiesa ci invita a comprendere meglio la bontà e
l’umanità di Dio nostro Padre…”33
In età medievale, la verità religiosa si imponeva su tutti i piani, anche su quello politico. Col mutare
dei tempi, lo sviluppo di nuove correnti di pensiero ed un pluralismo più diffuso, si affermò una distinzione
dei piani della realtà, specie tra quello temporale e quello spirituale. Maritain percepì il “tramonto dell’età
costantiniana Te l’affermarsi di un’epoca nuova, di cui la Rivoluzione francese fu il braccio armato che la
diffuse. La Chiesa per molto tempo ha resistito a ciò che considerava un tradimento della Verità, per poi
finire col prenderne atto: il momento più visibile è stato il Concilio Vaticano II. E Il filosofo francese è stato
uno dei pochi che teorizzava la laicità della politica. Lo fece specialmente a partire da Umanesimo integrale
del 1936.34
28
Cfr. S.PAOLO VI, Discorso di chiusura del Concilio Vaticano II, 7 dicembre 1965, AAS 58/1 (1966) 58 e 59:
29
Cfr. S. PAOLO VI, Populorum Progressio n.14: “Lo sviluppo non si riduce alla semplice crescita economica. Per essere
autentico sviluppo, deve essere integrale, il che vuol dire volto alla promozione di ogni uomo e di tutto l’uomo. Com’è stato
giustamente sottolineato da un eminente esperto: "noi non accettiamo di separare l’economico dall’umano, lo sviluppo dalla
civiltà dove si inserisce. Ciò che conta per noi è l’uomo, ogni uomo, ogni gruppo d’uomini, fino a comprendere l’umanità intera"
30
Tutti i riferimenti, citazioni, fonti di questo punto, da: V. POSSENTI, L’influsso di J.Maritain sul Concilio Vaticano II, in:
Alpha Omega (rivista dell’Università Pontificia “Regina Apostolorum”), V.13 n.3 (2014)
31
Per leggere l’omelia del Santo Padre in tale occasione: http://w2.vatican.va/content/pauli/it/motu_proprio/documents/hf_p-
vi_motu-proprio_19680630_credo.html
32
GS 15; DV 6
33
J.MARITAIN, Il contadino della Garonna, Morcelliana, Brescia 1969, 13
34
Cfr. : http://www.lucanomagazine.it/2016/05/jacques-maritain-concilio-vaticano-ii-cura-gennaro-giuseppe-curcio-robero-
papini/ 18/06/19; 15.31
Anche la rilettura di Nostra AEtate ci mostra l’influsso di Maritain, specie nella prima parte
riguardante l’ebraismo. Maritain era intervenuto più volte contro l’antisemitismo e durante il suo mandato di
Ambasciatore di Francia presso la Santa Sede aveva insistito con Montini affinché la Chiesa cancellasse
dalla liturgia del Venerdì santo l’espressione “perfidi ebrei” (ciò che realizzò Giovanni XXIII il 27 marzo
1959)35.
Maritain esprimeva la speranza che si potesse riconciliare nella vita il cristianesimo e la libertà, le
due tradizioni che gli stavano a cuore: quella di san Luigi di Francia e quella della Dichiarazione del 1789 36.
Condivise queste sue idee nel lontano novembre del 1941 al generale De Gaulle, che dopo pochi mesi –
dall’esilio negli Stati Uniti – elaborò un testo che fece fortuna, sull’idea di un umanesimo politico,
elaborando sistematicamente un elenco di diritti della persona umana, provenienti dalla mano di Dio e
collegati alla legge morale naturale. L’elenco include i diritti della persona umana come tale, quelli civili e
quelli sociali. Ciò ebbe influenza diretta tanto con la Dichiarazione del 1948, quanto con l’accoglienza di
essa nella Pacem in Terris di Giovanni XXIII. La Dignitatis Humanae del Concilio Vaticano II sulla libertà
religiosa avrà alla base la fondamentale distinzione tra ciò che riguarda Dio e ciò che concerne lo Stato:
l’ordinazione diretta a Dio della persona trascende lo Stato e la società politica, i quali non possono impedire
tale movimento, come teorizzava appunto Maritain:
“La persona umana è ordinata direttamente a Dio come al suo fine ultimo assoluto, e questa ordinazione diretta trascende
ogni bene comune creato, bene comune della società politica e bene comune intrinseco dell’universo” 37
Si ritiene dunque che la libertà religiosa – espressa teologicamente nei documenti conciliare – possa
costituire uno snodo decisivo per quel “nuovo umanesimo in Gesù Cristo” di cui fu teorico pioniere Jacques
Maritain.
35
Idem.
36
Cfr. : http://maritain.org.br/il-contributo-di-jacques-maritain-al-dibattito-sulla-liberta-religiosa-e-sullumanesimo/ 18/06/19;
15.47
37
J.MARITAIN, La persona e il bene comune, Morcelliana, Brescia 2009, 7