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IL PAPA VIGILIO

(537-555)

Come nel mondo s'incontrano talora persone, che sem-


brano destinate ad esser sempre infelici mentre vivono
quaggiu sulla terra, cosl direbbesi che anche nel regno
della fama, die e la storia, alcuni personaggi abbiano incon-
trata Tavversa fortima di dover sottostare per secoli e secoli
al peso di atroci calunnie. Ma a quel modo ehe la Provvi-
denza concede sempre ai priori del compensi, ove con la
pazienza se ne rendano degni, nella stessa guisa sembra aver
fatto pei secondi una legge, che pur dopo secoli e secoli, eziandio

davanti agli uomini, la giustizia debba trionfare e I'hmocenza


essere riconosciuta.
Tali considerazioni ci faceva sorgere nell'animo il caso
di un Papa, che accusato nientemeno che di eresia, di
fii

simonia, di usurpazione del trono pontificio e di assassinio

del suo predecessore.


Intendiamo parlare del papa Vigilio, che tenne il governo
della Ohiesa dal 537 al 555. racconto che di lui corse per
II

tanti secoli, quanti si puo dire passarono dalla sua morte fino
a noi, e molto noto. Tuttavia qui lo ripetiamo tosto in com-
pendio, riservandoci di fame ulteriormente un esaine piti

minuto.
Dicesi pertanto, che essendo Vigilio ambizioso di diven-
tar papa e trovandosi a Costantinopoli (dopo la morte del
papa Agapito avvenuta in quella citta il 22 aprile del 536),
s'accordasse con Teodora imperatrice, moglie di Giustiniano I,
che desiderava moltissimo di veder ristabilito nel seggio pa-
triarcale Antimo eretico eutichiano e patriarca deposto. Teo-
dora 1'avrebbe fatto venire a se, e promessogli segreta-
mente di farlo papa e di dargli grossa somma di denaro,
6 IL PAPA VIGILIO

se, divenuto papa, richiamasse Antiino. Avendo Vigilio ac-


cettato, Teodora ordino a Belisario che, trovato un pretesta
qualsiasi, deponesse dalla dignity pontificia Silverio, succe-
duto intanto ad Agapito, e sostituisse in suo luogo Vigilio,
Belisario che stava aiiora in Roma assediata dai Goti (dal
marzo del 537 al marzo del 538), accusato Silverio di voler

consegnare la citta ai nemici, lo sbandi, mandandolo in Grecia,


e poco tempo dopo elesse papa Vigilio. Ma Giustiniano, in-

dotto dal vescovo della citta, dove Silverio dimorava in esi-

glio, lo fece ricondurre in Italia. Vigilio, saputo del suo ap-


prossimarsi, e temendo di perdere Tusurpata cattedra pon-
tificia, si fece consegnare Silverio da Belisario, e mandatolo
nell'isola Ponza, qui lascio (o procuro) che morisse d'inedia.
Le accuse lanciate in questo racconto contro Vigilio, seb-
bene provenienti da suoi aperti nemici, furono incautamente
accolte dai antichi scrittori cattolici, e dietro loro ripe-
piii

puo dire, da tutti gli altri, anche dai moderni e per-


*
tute, si

sino da alcuiii viventi, che godono assai riputazione per la


loro valentia nella storia ecclesiastica. Per 13 secoli e mezzo

pochi furono quelli che dubitarono o di questa o di quella


particolarit& del racconto, e pochissimi quelli che lo riputarono
del tutto falso e calunnioso. Per quanto a noi consta, questi

pochissimi fnon sarebbero che i seguenti Dom Constant, :

benedettino della congregazione di San Mauro, morto nel

1721, che lascio inedita una prolissa dissertazione latina su


Vigilio, pubblicata solo nel 1885 dal cardinal Pitra nel
tomo I degli Analecta novissima da pag. 366 a pag. 461 ;

2 nel 1865 il sac. Luigi Vincenzi, professore di lingua ebraica


nell' University di Roma in uno dei cinque volumi da lui

composti sulle dottrine e le question! origeniane. Egli non


si servi che in parte della dissertazione di Dom Constant 2
;

1
Tra i moderni Giuseppe Tancredi professore di belle let-
cito l'ab.
tere nel Seminario di Frosinone, che compose una monografia sui due
pontefid Ormisda e Silverio, Roma, tip. di Propaganda, 1867.
2
In S. Gregorii Nysseni et Origenis scripta et doctrinam nova recen-
:iim Appendice de Actis Synodi V oecumenicae
per ALOISIUM YIN-
1L PAPA VIGILIO 7

3 e 4 il suddetto card. Pitra in una prefazione e nelle note


alia dissertazione di Dom Constant, ed il benedettino Dom Cha-
mard che in un articolo col titolo les Papes dv, VP siMe nella
Revue des Questions Historiquex del 1885, vol. 37, pag. 540 e
seg. riassunse alcuni argomenti di Dom Coustant. Egli non
conobbe il lavoro del Vincenzi; il Pitra ne conobbe 1'esistenza,
ma non se ne servi.
Ohi scrive fu gia obbligato, per occasione d' un compen-
dio di storia, a ripetere in parte il racconto volgato sopra
Silverio e Vigilio. Non avendo allora ne il tempo ne i debiti
mezzi minute ricerche sulla sua genuinita, e d'altronde
di far

parendogli molto inverosimile e strano, si limito ad aggiungere


la clausula se vero. Ora, avendo potuto istituire un serio
ed accurate esame di tutte le fonti, valendosi eziandio degli
studi fatti dagli scrittori succitati, 6 lieto di poter dire che
il racconto non e vero, ma 6 un puro romanzo inventato
a danno papa Vigilio dai suoi nemici.
di
A questa conclusione speriamo verranno pure i nostri
lettori, se si compiaceranno di seguirci pazientemente nelle
nostre ricerche, nelle quali discorreremo prima delle fonti
storiche del racconto, indi ne faremo vedere T inverosomi-

glianza, e la falsita; poi diremo qual sia 1'origine piu proba-


bile del calunnioso racconto, ed inflne cio che pu6 esservi di
vero intorno a Silverio e Vigilio.

. 1. Le fonti storiche.

7
Delia fine di Silverio o dell'elezione di Vigilio, o dell una
e dell'altra trattarono i seguenti autori o scritti contemporanei:
1. Liberate diacono di Cartagine, che fra 1'anno 555 e
567 (come prova il Mommsen nei Mon. Germ. Hist. Auct.
CBNZI in Romano Archigymnasio litterarum Hebraicarum professoivm :

5 volumi, Romae, Morini, 1864-1869.


II IV volume
porta il sotto titolo Vigilii Pontifitis Eomani, Orige-
:

nis Adamantii, Justiniani imperatoris Triumphus in Synodo oecum. V.,

Romae, 1865. Si veggano specialmente i capi XX-XXII da pagina 254


in poi.
8 IL PAPA VIGILIO

Antiquiss. XI, pag. 183) scrisse un Breviarium causae Ne-


i
sforianorum et Eutychianorum .

2. Vittore vescovo d'una citta detta Tunnunum, di cui

si hanno scarse notizie ;


si sa solo che non era lungi da
3
Cartagine
2
. Scrisse una cronaca che va dal 444 al 567 .

3. Facondo vescovo della citta di Ermiana, posta nell'an-


tica provincia Bizacena, ora Tunisia meridionale.
4. II Liber pontificalis nelle due notizie, di Silverio e di
Vigilio.
Procopio di Cesarea (f circa 562) nei libri della Guerra
5.

Gotica, che fanno parte delle Storie delle Guerre occorse al


suo tempo ed a cui prese parte attiva egli stesso. Parla pure
della morte di Silverio negli Anecdota oppure Storia arcana,
scritta da lui piu tardi.
6. Un 548 fece un aggiunta alia
ignoto, che poco dopo il

cronaca di Marcellino Conte, aggiunta che abbraccia il pe-


riodo 534-548 4 .

1 tre primi, cio6 Liberate, Vittore e Facondo, furono non

solamente contemporanei, ma conterranei, e tutti aperti ne-


mici di papa Vigilio per cagione della condanna da lui pro-
nunziata del tre Capitoli, ch'essi difendevano.
Com' e noto furono detti tre Capitoli tre scritti, compost!
umo da Teodoro di Mopsuesta, 1'altro da Teodoreto, il terzo
da Iba vescovo di Edessa. Questi scritti erano nestoriani, e
come tali meritavano di essere condannati ;
ma il concilio di
Calcedonia del 451 per ragioni di opportunita, che non mette
ora conto di enumerare, si astenne dal condannarli. Un se-
colo dopo, mentre per occasione delle sette eutichiane ferve-
vano in Oriente delle grandi controversie sulle opere di Ori-

gene, un vescovo origenista, Teodoro Aschida, temendo che


queste venissero condannate, penso di distrarre la pubblica

L'opera sta in MIGNE, P. L. vol. LXVIII, 969 e seg.


*

2
MOMMSEN,op. cit. pag. 179.
Ivi, 541 e seg. Fu edita pure dal MOMMSEN, nel Mon. Germ.
3
Hist.,
Au-ctores Antiq. XI, parte 2. a
4
In MOMMSEN, opera citata, 104 e seg.
IL PAPA VIGILIO 9
attenzione da Origene e suggeri a Giustiniano imperatorc di
condannare i tre Capitoli, risparmiati gia dal concilio di Cal-

cedonia; il che fece Giustiniano nel 543. Alia condanna te-

cero plauso gli eutichiani, non solo perche i tre Capitoli, es-
sendo nestoriani, erano contrari alle loro dottrine, ma spe-
cialmente per T infamia che ne poteva venire al concilio di
Calcedonia, che essi odiavauo per la condanna contro Eutiche
loro capo e che gia prima rappresentavano come un con-
cilio di nestoriani. La condanna dei tre Capitoli equivaleva

per loro a condannare il concilio di Calcedonia, che li aveva


risparmiati.
Molti cattolici di Occidente, non conoscenti della lingua
e delle sottigliezze dei Greci, entrarono anch' essi in tale

persuasione e percio non vollero acccettare la condanna dei


tre Capitoli. IIpapa Vigilio da principio disapprove egli pure
la condanna pronunciata dair imperatore, stimandola inop-
portuna; ma andato a Costantinopoli ed esaminata di
poi,
proposito la questione, delibero di condannare anch' egli i tre
Capitoli con la clausola salt: a in omntba^ .'crerentia con-
ciliiChalcedonensis, protestando piu d'uria volta di accettare
interamente i decreti di quel concilio e quanto esso ed il
papa Leone avevano sentenziato e definite. Le sue pro-
teste pero non valsero a dissipare i malintesi, che in Africa
ed in Italia degenerarono in aperti scisnii. Vigilio, autore
della condanna, divenne tanto piu oggetto delie ire degii sci-

smatici, quanto prima erasi mostrato ad essa ripugnante. Egli


fu rappresentato come nemico del conciiio di Calcedonia e
fautore piii o meno segreto degii eutichiani.
Liberate diacono Chiesa cartaginese fu difensore
della
dei tre Capitoli al pari del suo arcivescovo Reparato, che
varie volte si servi dell' opera sua, ed egli Taccompagno ad

Euchaida, ove fu relegato da Giustiniano nel 553 (ivi mori


J
Reparato nel 563) .

1
Uno de' prirai editor! di Liberate, il Gamier, nota che 1'ardore
per la causa de' tre Capitoli lo spinse a descrivere minutamente i ten-
tativi di Vigilio per usurpare il trono pontificio e procurare la inurte
10 IL PAPA VIGILIO
Facondo trovava in Costantinopoli, quando cola venne
si

11 papa Vigilio nel 547, e tra il 546 e 548 compose 12 libri.

Pro defensione irium Capitulorum, che presento airimpe-


ratore Giustiniano. Ma, non avendo poscia voluto accettare
la condanna del tre Capitoli fatta dal papa Vigilio e dal con-
cilio II di Costantinopoli nel 553, insieme a molti vescoyi

d'Africa separo dalla communione del papa e dei vescovi,


si

che erano d'accordo con lui, e nello scisma morl verso il 571.
Poco prima di niorire scrisse ancora due lettere per difen-
dere la sua condotta, cioe il Liber contra Mocianum scho-
lasticum e I'Epistola fidei catholicae in defensione triam
Capitulorum \
Per la causa dei tre Capitoli combatte pure Taltro ve-
scovo africano Vittore di Tunnunum, ed egli stesso nella sua
cronaca enumera i varii luoghi, nei quali per detta causa fu
tenuto in relegazione dal 555 fino al 565, quando avendolo
Giustiniano chiarnato a Costantinopoli insierne con altri ve-
scovi esuli, e trovandoli ostinati nello scisma li fece rinchiu-
dere in varii monasteri di quella citta. Stando in uno di essi
Vittore scrisse la sua cronaca. Di poi non si hanno di lui
2
altre notizie .

Gia e stata osservata dagli eruditi la rassomiglianza grran-


dissima, che passa tra queste varie opere^ ed il Liber pon-
tificalis.
Del Breviariuiii di Liberate e della cronaca di Vittore,
dice il Mommsen che tra loro intercedit similitudo magna.
Evero ch'egli pretende che 1'uno sia indipendente dall'altro;
ma chi consider! come si Liberate che Vittore furono con-
terranei e combatterono per la stessa causa, non ammettera
cosi facilmente che Vittore, quando scrisse la sua cronaca

di Silverio Luctuosam historiam singulari capite amat referre, ut Vi-


:

gilioTrium Capituloruui daiunatori tanto major em faciat invidiam,


quant o iniquiorem eius primam ordinationem ostendit. MIGNE, P. Ldt. t
vol. LXVIII, pag. 1042.
1
BARDENHEWER,
Patrologie, pag. 593. Le sue opere stanno in MI-
GNE, P. L., vol. LXVII, pagg. 528-878.
2
MOMMSEN, o;>. ?it., 179.
1L PAPA VIGILIO
tra 567 (dove essa finisce) ed il 569 quando, come si crede,
il

passo all'altra vita, mentre stava rinchiuso in un monastero


di Costantinopoli, non conoscesse il libro, che Liberate aveva

scritto o nel 567 o un po' prima.


Quanto all'analogia tra il Breviariwn di Liberate e il
Liber Pontificalis afferma il Duchesne, che non solo si ri-
trovano in entrambi le stesse notizie e lo stesso spirito, ma
sin le stesse espressioni *.

Come ha provato il medesimo Duchesne, la notizia di Sil-

verio nel Liber Pontificalis e composta di due parti, diver-


sissime tra loro e per il tempo in cui furono scritte e per
lo spirito degli scrittori. La l a,
dove si narra Telezione di
mentre ancora viveva Silverio e da un
Silverio, fu scritta
suo nemico 2 La 2 a al contrario, dove e descritta la deposi-
.

zione e la morte di Silverio, fu stesa da un suo entusiastico


ammiratore.
Di questa 2 a parte dice ilDuchesne che fu scritta da un
contemporaneo di Vigilio ;
ma poiche non porta alcuna prova
della sua asserzione, e per altro capo esiste evidentemente
uno stretto legame tra essa e la notizia successiva di Vi-
gilio, mi par chiaro ch'essa e contemporanea alia notizia
di Vigilio, la quale, come il Duchesne dimostra, fu scritta
insieme con le notizie di Pelagio I, di Giovanni HI e di Be-
nedetto I nel periodo Da questa data consegui-
579-590 3 .

rebbe che tutto il racconto relative alia deposizione di Silverio

ed all'elezione di Vigilio, quale ora trovasi nel Liber pontifi-


calis, fu scritto dopo il Breviarium di Liberate e la cronaca
di Vittore Tunnunense.

1
Liberatus raconte ces evenements dans le meine esprit, quel-
quefois presque dans les memes termes. S'il ajoute on omet quelque
detail, cette difference n'empeche nullement les deux narrations de
concorder: elles se confirment et se suppleent 1'une 1'autre. Lib.pont.,
vol. I, pag. 294, nta 18.
2
Ibid. pag. XXXIX.
3
Ib. pag. CXXXI. Per la mia trattazione presente basta quosta
data. Del resto P. Grisar, negli Analecta Romana, pag. 11, reca forti
il

ragioni per attribuire qneste ed altre vite al tempo di Onorio (f 638).


12 IL PAPA VIG1LIO
II medesimo Duchesne adopero una frase felicissima per de-
a chiamo
signare la 2 parte della biografia di Silverio. Egli la
una Passio Silverii. Essa ha veramente tutta Fimpronta di
quelle Passiones o Gesta, che in si gran copia vennero scritte
nel medio evo, talora col semplice scopo di soddisfare alia
divota curiosita dei fedeli, e talora eziandio per altri fini

niente affatto religiosi, come per es. di abbassare questo o


quell'altro personaggio, e di far trionfare un partito o un
principio. Tali intendimenti partigiani ebbe colui o coloro,
che nel medesimo secolo composero gli scritti, che portano
il titolo Gesta Liberii, Gesta Xysti, Gesla Polychronii ed
altri, di cui con la sua solita erudizione e sagacia discorre

il Duchesne (pag. CXX e CXXVIII), chiamandoli apocrifl sim-


machiani, perche scritti al tempo del papa Simmaco (498-514).
Cosi sembra essere accaduto nel caso nostro ; poich& sebbene
neila notizia non si tralasciano le virtu e le sofferenze di

maggiore e impiegata nel descri-


Silverio, tuttavia la parte
vere I'ambizione smisurata di Vigilio, che vien rappresen-
tato come
vero carnefice del suo predecessore. Si rasso-
il

miglia pure alle Gesta, ed in particolare ai suddetti apocrifi


simmachiani, nella barbarie della lingua che Tautore ado-
pera, nella volgarita dei sentiment! che attribuisce ai suoi
protagonist!, il cui vero carattere e interamente sfigurato, e
nella fiducia illimitata che ha dell'ignoranza e credulita dei
lettori volgari pei quali scriveva, mostrandosi informato dei
colloquii piii segreti che tennero i suoi personaggi, delle
lettere che scrissero, e persino delle parole,
confidenziali
che pronunziarono allorche erano soli. Gli stessi difetti si ve-
dono pure nel racconto di Liberate, sebbene in lui non si
riscontri lo scopo o il pretesto di esaltare la santita di Sil-
verio.
Facondo d'Errniana non potrebbe a rigore considerare
si

come storico, perche egli non racconta nulla per minuto, ma


allude solo genericamente a due scritture provenute dalla mano
due chirografi (questa stessa parola trovasi pure in
di Vigilio,

Vittore Tunnunense), di cui Tuno (forse la promessa data a


IL PAPA V1GILIO lo

Teodora di richiamare Antimo) gli sarebbe stato estorto dal-


rambizione di ottenere il papato, e 1'altro 1'avrebbe conce-
l
duto in cambio di denaro .

Questo secondo chirografo e probabilmente identico, nel


pensiero di Facondo a quell' occulta promessa con cui, a detta
del medesimo, Vigilio s'era obbligato a condannare i tre

Capitoli.
2
Dal modo di esprimersi di Facondo non e ben chiaro,
se accusando Vigilio di venalita egli alludesse al denaro pro-

messogli da Teodora insieme col papato nel qual caso si ;

potrebbe tenere per certo aver egli seguito il racconto di


Liberate. Che se egli intese di qualch'altra somma di denaro
ricevuta da Vigilio poco prima del la condanna dei tre Ca-
pitoli, poiche di una seconda somma di denaro ricevuta da

Vigilionessun altro scrittore fa menzione, bisognera dire


che Facondo si riferi a qualche diceria, allora corrente tra
i difensori dei tre Capitoli, nemici di papa Vigilio. Del resto,
avendo egli suoi due ultimi opuscoli dopo che gia
scritto i

erano comparse le storie di Liberate e di Vittore, e probabile


che le vedesse.

La discordanza, che qui (sebbene con qualche dubbio)


troviamo in Facondo di Ermiana dagli altri scrittori suoi

coetanei, ci mette sulla via per discorrere delle differenze


che esistono tra questi varii testimonii, i quali tanto maltrat-
tarono la memoria di papa Vigilio.
Una differenza notevolissima e questa, che ne Vittore ne
Facondo accusano Vigilio della morte di Silverio suo prede-
cessore. Anzi per quel che riguarda Facondo, egli si mostra
non molto risoluto neppure neiraffermare le due accuse lan-
ciate contro Vigilio (nel passo teste citato), ossia ch'egli scri-
vesse due atti, indottovi per uno dair ambizione, per 1'altro

1
Ob hoc etiam de Romani chirographis, vel prius
ipsius Episcopi
ambitionis impulsu, cumarderet episcopus, vel postea venalitate
fieri

parti alteri factis necessarium duximus non tacere, ne auctoritate no-


minis eius praejudicium vera fides sufferret. Nel Lib. contra Mocianum:
MIGNE, P. L., vol. LXVII, col. 861.
2
Quoniam occulta eius ante judicium pollicitatione tenebatur, in
qua se spopondit eadem Capitula damnaturum. >^ Ib.
14 IL PAPA VIG1LIO
dal denaro. riferite quelle accuse cosl gravi, Facondo
Dopo
sentl 1'obbligo di addurne qualche prova, ma non ne trovo.
altra migliore che questa, assai misera se cosi non fosse stato,
:

non mai Vigilio avrebbe cambiato di condotta, condannando


cio che prima non voleva condannare e separandosi per tal

modo dalla Chiesa e scorn unicandola (qui per Chiesa il ve-


scovo scismatico intende coloro che dissentivano dal papa,
tra cui uno era egli stesso). Ecco le sue parole: Quod si
hoc non fnisset, neque ipse prius universam anathemati-
z asset Ecclesiam; servare nos in illo oportuit sententiam
suam, sequi quod nobis praebuit priscae integritatis exem-
plum. Con queste ultime parole di elogio alia condotta di
Vigilio prima della condanna dei tre Capitoli, sembrerebbe
persino escludere 1'accusa di illegittimita nella suaelezione
l
.

Ora essendo probabilissimo, per non dir certo, che se Vittore


e Facondo non conobbero il racconto scritto nel suo Breviario
dal diacono Liberate, lo conobbero almeno sommariamente
quale era sparso in mezzo al volgo, se essi non tennero conto
d'una particolarita cosl importante, qual era Tassassinio di
Silverio, men tre tanto loro importava di abbassare la fa ma
di Vigilio, che al trove lo stesso Facondo chiama prevarica-
2
tor e ,
e chiaro che essi non Del non crederla
la credettero.

poi, considerata la loro condizione di vescovi, e le buone infor-


mazioni che potevano avere (specialmente Facondo, che fu
personalmente a contatto con Vigilio e colla sua corte) non
si puo dare altra ragione probabile se non questa, che il fatto
della parte presa da Vigilio nella morte di Silverio, come
Liberate e il Liber Pontificalis la raccontarono, non e vero.
Quanto alle differenze che esistono tra questi due, Libe-
rate cioe ed il Liber Pontificalis, ne parliamo nel seguente
paragrafo, nel quale esamineremo minutamente le due nar-
razioni, climostrando quanto esse siano inverosimili.

op. cit. LXVII, pag. 861.


2
Nell'"Epistola fidei catholicae, MIGXE, pag. 369.
1L PAPA VIGILIO 15

. 2. Esame del racconto: sua inverosimiglianza.

Cominciamo dal riportare il racconto del Liber pontificalis.


L'imperatrice Teodora, dolente che il papa Agapito poco
prima della sua morte, accaduta a Costantinopoli il 22 aprile
del 536, avesse deposto il
patriarca Antimo, seguace degli
Eutichiani, e consecrate in sue luogo Menna, servo di Dio
(servum Dei), consigliatasi con Vigilio, apocrisario (o nunzio)
pontificio a Costantinopoli, scrisse al papa Silverio succeduto
ad Agapito, affinch6 o venisse egli a Costantinopoli, o almeno
riponesse Antimo nell'antico seggio
4
.

Qui ognun vede quanto sia inverosimile che Teodora spe-


rasse di ottenere siffatta concessione. Poiche, anzitutto Sil-
verio era stato eletto, se non, come vuolsi, sotto Tinfluenza
del re goto Teodato, che allora teneva il dominio di Roma,
certo almeno all'mfuori d'ogni influenza dei Greci. Inoltre,
com 'era possibile di credere che il nuovo papa, giunto appena
al soglio pontificio, avrebbe accettato di disfare un'opera, com-

piuta poco prima con tanta solennita dal suo predecessore, e,

quel che piu importa, compiuta col pieno accordo e gradi-


mento delFimperatore Giustiniano, a cui Menna, il patriarca
surrogate ad Antimo, era accettissimo ?
L'illustre mons. Duchesne, sebbene ammetta anch'egli,

quanto alia sostanza, il racconto del Liber pontificalis, non


ha potuto per 6 ritenersi daH'osservare che il biografo s'in-

1
Eodem tempore ambulavit patricius Vilisarius Neapolim, ordi-
navit earn, et postmodum venit Romam. Qui susceptus est a domno Sil-

verio benigue, et abiit Vilisarius patricius in palatio Pinciano V id.

Mail, indict. XV. Tune erat Vigilius diaconus apocrisarius in Constan-


tinopolim. Dolens autem Augusta pro Anthimo patriarcha, quod depo-
situs fuisset a sanctissimo Agapito papa, quod haereticum eum repe-

risset, et in locum eius constituisset Menam servum Dei, tune Augusta


cousilio uso cum Vigilium diaconum misit epistolas suas Romam Sil-
verio papae rogans et obsecrans ne pigriteris ad nos venire, aut certe
:

revoca Anthimum in locum suum; DUCHESNE, Lib. Pont if., pag. 291-
Avverto una volta per tutte che le sgrammaticature e gli errori di scrit-
tura si trovano cosi nel testo.
16 IL PAPA VIGILIO

ganna evidentemente facendo entrare in quelle trattative e


discorsi officiali (tra Teodora e Vigilio) I'd/fare personate
di Antimo. Dacche Antimo fu deposto dal papa Agapito, e

specialmente dopo die la deposizione fu confermata dal con-


cilio tenuto a Costantinopoli nel rnaggio del 536 e da una

legge di Giustiniano (Novella 42), non e piu possibile cre-


dere die si potesse trattare di restituirgli il suo vescovado,
specialmente che Menna, suo successore, era assai nelle buone
graziedella Corte Tutto cio ben era noto a Silverio; onde,
l
.

posto ch'egli veramente ricevesse da Teodora una doinanda


tanto assurda, gli sarebbe bastato, per cavarsi d' ogni im-

paccio, rispondere ch'egli non poteva deporre Menna e ri-


ehiamare Antimo senza ragioni molto gravi e senza che
T imperatore stesso gliene facesse domanda.
Al contrario il leggendista ci narra, che viste quelle let-

tere, Silverio sospir6 e disse Quest'affare porta con se la


:

fine della mia vita tuttavia,;


confidando in Dio ed in S. Pie-

tro, rispose all' imperatrice, che non mai farebbe una tale
2
azione Teodora, indegnata, mand6 in Italia il diacono Vigilio
.

con ordini a Belisario (che allora ivi stava alia testa dell'eser-
cito greco in guerra contro i Goti) cosl concepiti Cerca :

qualche pretesto contro il papa Silverio, deponilo dal ponti-


ficate e mandalo a Costantinopoli. Chi ti presenta queste let-

tere 6 Vigilio, arcidiacono e apocrisario nostro carissimo, il

quale mi ha promesso di deporre Antimo. Belisario rice-


vuto quell'ordine disse, ch'egli 1'eseguirebbe, ma chi dava
opera per procurar la morte di Silverio, ne dovrebbe rendere
3
gran conto a Dio .

1
Lib. pont., vol. I, pag. 300, nota 9.
*
Qni dum legisset beatus Sil verms
litteras ingemuit et dixit :

Modo hanc causam finem vitae meae adduxit. Sed beatissimus


scio quia
Silverius fiduciam habens in Deo, et beato Petro Apostolo rescripsit
Augustae: Domina Augusta, ego rem istam facturus nunquam ero, ut
revocem hominem haereticum in sua nequitia damnatnm. Ib. pag. 292.
3
Tune indignata Augusta misit iussiones ad Vilisarum Patricium
per Vigilium diaconum Vide aliquas occasiones in Silverium Papam,
:

et depone ilium ab episcopatu, aut certe festinus transmitte eum ad nos.


Ecce ibi habes Vigilium archidiaconum et apocrisarium nostrum karis-
IL PAPA. VIGILIO 17

Qui il biografo, informatissimo del piu segreti colloqui e


delle lettere piu confidenziali, anzi persino del soliloquii del
suoi personaggi, vorrebbe presentarci come autentica una
lettera di Teodora, in cui Vigilio e detto arcidiacono. Ma se

Vigilio prima papa stava a Costantinopoli, e di poi


di esser
fu veramente arcidiacono, non pot& essere nominate a tal
carica che dal papa Silverio dopo il viaggio, che, come sup-
pone il da Costantinopoli a Roma. Quindi
Liber, avrebbe fatto

Teodora, prima ch'ei partisse non poteva dargli quel titolo.


Intanto, urguente iussione, ossia premendo di dar ef-

fetto all'ordine di Teodora, uscirono alcuni falsi testimoni,

exierunt quidam falsi testes, assicurando d'aver trovato piii


d'una volta il papa, che scrivevaal re dei Goti di accostarsi
alia porta Asinaria presso il Laterano (dove il papa abitava),
e gli consegnerebbe la citta e la persona stessa del patrizio
Belisario '.

Avendo detto prima che Belisario accett6 di eseguire gli


ordini di Teodora, e che 1'esecuzione di essi premeva, il let-
tore crederebbe che Belisario stesso avesse eccitato quei falsi
testimonii. Eppure il leggendista non vi pensa, e solo mo-
strasi sollecito di adoperare le parole stesse del racconto evan-
gelico della Passione, con lo scopo evidente di far nascere
nelle menti dei suoi lettori un raffronto tra il suo protago-
nista e Gesu. Quindi afferma che Belisario non vi credeva,
poiche sapeva che per invidia si spacciavano contro Silverio
tali calunnie. Pero essendosi presentati molti testimonii, ne
2
ebbe paura ,
e procedendo innanzi fece venire a se, nel pa-

simum, qui nobis pollicitus cst revocare Anthimum patriarcham. Et tune


suscepit jussionem Vilisarius patricius, dixit Quidem ego jussionem
:

facio, sed ille, qui interest in nece Silverii papae, ipse reddet rationem
de Domino Nostro lesu Christo. Ib.
tactis sui
Et urguente jussione, exierunt quidam falsi testes, qui et dixe-
1

runt: Quia nos vicibus invenimus Silverium papam scripta mittentem


ad regem Gothorum: Veni ad portam, quae appellatur Asinaria, juxta
Lateranis, et civitatem tibi trado... et Vilisarium patricium. Ib. pag. 292.
2
Quod audiens Belisarius patricius non credebat, sciebat enim quod
per invidiam haec de eo dicebantur. Sed dum multi in eadem accusa-
tione persisterent, pertimuit. Ib.

Serie XVIII, vol. XII, fasc. 1279. 2 22 settembre 1903.


18 IL PAPA V1GILIO
lazzo di sua dimora sul Pincio, il papa. Venue Silverio, ac-
cornpagnato da Vigilio e da altri del clero, ma nelle stanze
interior! non entra.rono che Silverio e Vigilio soli. Rimasti soli
Silverio e Vigilio, dice il biografo, Antonina moglie di Belisario
che giaceva sul letto, mentre Belisario stava a' suoi piedi, rivolta
a Silverio, disse: Dinne, o papa Silverio, che facemino noi
a te o ai Romani, che tu ci voglia dare in mano ai Goti ?
Mentre Antonina ancora parlava, entro Giovanni suddiacono
della prim a regione, tolse dal collo del papa il pallio, e con-
dottolo in una stanza vicina, lo spoglio delle sue vesti e lo
rivesti d'un abito monacale. Indi Sisto suddiacono della re-
gione sesta, vedutolo vestito da monaco, usci fuori ed an-
nunzio al clero che il papa era stato deposto e fatto monaco.
II che udendo, tutti fuggirono. L'arcidiacono Vigilio poi, aven-
dolo preso quasi sotto la sua responsabilita, lo man do in esi-

glio nelle isole Ponzie, e lo sostento col pane della tribo-


lazione e coll' acqua dell' angustia .
Quivi Silverio, declinando
di forze, morl e divento confessore della fede, e fu sepolto
nello stesso luogo 20 giugno, e col& accorre una grande
il di
moltitudine di ammalati e ricevono la salute Fin qui il l
.

Liber pontificalis.

1
Tune fecit beatum Silverium papam venire ad se in palatium
Pincis, et ad primum et secundum velum retinuit omnem clerum. Quo
ingresso Silverius cum Vigilio soli in musileo, Antonina patricia iacebat
in lecto et Vilisarius patricius sedebat ad pedes eius. Et dum eum vi-
disset Antonina dixit ad eum : Die, Domne Silver! papa, quid fecimus
tibi et Romanis ut tu velis nos in manus Gothorum tradere? Adhuc
eo loquente, ingressus Johannis, subdiaconus regionarius primac re-
gionis, tulit pallium de collo eius et duxit in cubiculum expolians eum,;

induit eum vestem monachicam, et abscondit eum. Tune Xyxtus, subdia-


conus regionarius regionis sextae, videns eum jam monachum, egressus
foras, nunciavit ad clerum, dicens quia dominus papa depositus est et
:

factus est monachus. Qui audieutes, fugerunt omnes. Quern


suscepit Vi-
gilius archidiaconus in sua quasi fide, et misit eum in exilio in Pontias r
et sustentavit eum panem tribulationis et aqua angustiae. Qui deficient
mortuus est, et confessor factus est. Qui et sepultus in eodern loco XII
kalendas iul., ibique occurrit inultitudo male habentes et salvantur. >

Ibid. pag. 292-293.


IL PAPA VIGILIO 19

IIracconto di Liberate, sebbene, come dicemmo, quanto


alia sostanza, concord! col Liber pontificalis, contiene tut-
tavia alcune particolarita, che a quello mancano e sono assai
meritevoli di essere notate.
Secondo Liberato, Teodora e Vigilio non appariscono in-
formal;! che a successore del defunto Agapito fu eletto Sil-

verio, ma, morto appena Agapito, 1'imperatrice patteggia tosto


con Vigilio. Essa non si contenta piii del richiamo di An-

timo, ma vuole altresl il richiamo di due altri patriarch! ere-

tici, Severo patriarca di Antiochia, il capo stesso degli Ace-


fali, e Teodosio d'Alessandria. Inoltre essa non promette solo
a Vigilio il papato, ma promette (e per quanto pare dal rac-
conto seguente gli da) 7 centenari d'oro. Vigilio per desiderio
del papato accetta tutto, e con lettere dell' imperatrice viene
a Roma. Ma qui trova eletto Silverio. Si reca allora a Ra-
venna, dove risiedeva Belisario, e, consegnandogli 1'ordine
di Teodora, gli promette per proprio conto due centenari

d'oro, se, cacciando Silverio, .lo mettera in suo luogo


]
.

Si noti qui 1 1'


inverisimiglianza che Teodora avesse pre-
tension! tanto smoderate, e 2 ch'essa, la quale nell'ipotesi
sarebbe gia stata generosissima con Vigilio procurandogii il
papato, ancora gli desse 7 centenari d'oro
2
E poi un aperto .

errore il credere che Belisario nel corso del 536 stesse a Ra-

Augusta vero vocans Vigilium Agapeti diaconum, rkofiteri sibi


secreto ab eo flagitavit, ut
si papa fieret tolleret synodum, et scriberet

Theodosio, Anthimo et Severo, et per epistolam suam eorum firmaret


fidem ; promittens dare ei praeceptum ad Belisarium ut papa ordinaretur,
et dari centenaria septem. Lubenter ergo suscepit Vigilius promissum
eius arnore episcopatus et auri, et facta promissione, Romam profectus
est, ubi invenit Silverium ordinatum. Quin et Ravennae reperit
Papam
Belisarium in eadem urbe sedentem, eamque obtinentem. Cui tradens
praeceptum Augustae, promisit ei duo auri centenaria, si, Silverio re-
m9to, ordinaretur ipse pro eo. MIGNE, P. Lat., LXVIIT, pag. 1039.
*
II Baronio credette che
Vigilio promettesse a Teodora di darle
del denaro; ma il testo di Liberate non ammette tale interpretazione.
Ivi e Teodora, che promette a Vigilio il papato e il denaro, e Vigilio ac-
cetta amore auri et episcopatus. Ibid. pag. 1039, e DUCHESNB, Liber pont.,
pag. 294 nota 13.
20 IL PAPA VIGILIO
venna. A Ravenna non entro Belisario che sulla fine del 539
o sul principio del 540 *, dopo sconfitto Vitige.
;

Seguiamo il racconto. Belisario accusa Silverio d aver


scritto ai Goti, ed aggiunge Liberate che autori di quelle false
lettere erano un certo Marco scolastico e Giuliano pretoriano.
Belisario tuttavia e sua moglie Antonina, volendo salvare
il papa, lo esortavano a condannare il concilio di Calcedonia,
2
e confermare la fede degli eretici .
Quest 'aggiunta fu eviden-
temente suggerita dal pensiero di scusare Belisario, al fine di
aggravare la memoria di Vigilio, che e lo stesso fine per
cui si trova nel Liber pontif. queU'esclamazionemessain bocca
a Belisario, allorche ricevette Tordine di deporre Silverio.
Ma non si capisce come possa stare col racconto principale
deH'ordine dato da Teodora a Belisario di elevare Vigilio al
trono pontificio. Segue Liberate Silverio dubbioso si reca :

presso S. Sabina, finch6 avendogli Belisario mandate il suo


figliastro Fozio (figlio di Antonina), per invitarlo nuovamente
a venire nel suo proprio palazzo, Silverio confortatosi con
la preghiera vi si reco, ma cola fu tenuto prigioniero e nes-
suno piu lo vide.
In uno dei seguenti giorni Belisario convoco il clero di
Roma e gli ordino di eleggere un altro papa. Mentre alcuni
titubavano ed altri si opponevano, col favore di Belisario fu

eletto Vigilio, e Silverio fu mandato in esiglio a Patara citt&


3
della Licia .

MURATORI, Ann. ad an.


1
d' Italia 540.
2
Belisarius vero, Romam
reversus, evocans Silverium ad Pala-
tium, inteiitabat ei calumniam, quasi Gothis scripsisset, ut Romam in-
troirent. Fertur enim Marcum quemdam scholasticum, et Julianum quem-
dam praetorianum fictas de nomine Silverii composuisse litteras Regi
Gothorum scriptas, quibus convinceretur Silverius Romanam velle pro-
dere civitatem. Secreto autem Belisarius et eius coniux persuadebant Sil-
verio implere praeceptum Augustae, ut tolleretur Chalcedonensis Svnodus
et per epistolam suam haereticorum nrmaret fidem MIGNE, LXV1II,
pag. 1040.
8
Qui mox
de Palatio egressus, quid de eo fieret consiliariis suis
locutus Et veniens contulit se in basilicam beatae martyris Sabinae,
est.

ibique manebat. Ubi directus esfc ad eum Photius filius Antoninae pa-
IL PAPA VIGILIO 21

Viene quindi un'altra aggiunta, non meno incredibile della


prima. Vigilio non solo si mostra riluttante a compiere la
promessa fatta a Teodora, ma anche quella fatta a Belisario

di dargli due centenari d'oro.


Vigilio, dice Llberato, timore
Romanorum avaritia patrocinante noluit sponsiones suas
et

implere, ossia per timore dei Roman! non voile tradire la fede
compiacendo a Teodora, e per avarizia rifiuto il compenso
1
promesso a Belisario Qui si suppone Vigilio tanto accecato
.

dairamore del denaro da volere il suo proprio danno, poiche,


nellMpotesi, Belisario avrebbe potato cacciarlo di seggio e
rimettere Silverio, come stando al racconto di Liberate, n'ebbe
ben tosto occasione.
Intanto, avendo il vescovo di Patara fatte delle rimostranze
a Giustiniano per Tesiglio a cui era stato condannato Sil-
verio, Giustiniano comando che Silverio venisse ricondotto a
Roma e fosse sottoposto a nuovo giudizio: se le sue lettere
ai Goti si provassero false, potesse egli riprendere la dignita
pontificia; se vere, rimanesse vescovo in qualsiasi altra
citt& che non fosse Roma 2
.

trieiae, et, praestito sacramento, invitavit eum


venire ad Palatium. Qui
autem Silverio astabant persuadebantne Graecorum crederet jura-
ei,
mentis. Ille autem exiit, et ad Palatium venit. At ilia quidem die pro
juramento Ecclesiam redire permissus est. Ad quern rursus mandavit
Belisarius. ut ad Palatium veniret. Qui de ecclesia exire nolebat, dolos
sibi pracparatos agnoscens sed postea orans et causam suam Domino
;

commendans exiit et ad Palatium venit. Qui solus ingressus a suis ul-


terius non est visus. Et alia die Belisarius, convocatis presbyteris et
di aeon i bus et clericis,
mandavit eis ut alium sibi Papam eligerent. Quibus
dubitantibus et nonnullis renitentibus, favore Belisarii ordinatus est VI-
i'ilius. Silverius autem in exilium missus est in civitatem
provinciae Ly-
ciae, quae Patara dicitur. MIGNB, LXVIII, pag-. 1040.
1
Post ordinationem ergo suam compellebatur Vigilius a Belisario
implere promissionem suam quam Augustae promiserat, (et) ut sibi red-
derot duo auri centenaria promissa. Vigilius autem timore Romanorum
et avaritia putrocinante, nolebat sponsiones suas implere. Pag. 1040.
2
Quern audiens imperator, revocari Komam Silverium iussit et de
litteris illius indicium fieri, ut si approbaretur ab
ipso fuisse scriptas in
quacumque civitate episcopus degeret, si autem falsae fuissent appro-
batae, restitueretur suae sedi. Pag. 1040.
22 IL PAPA VIGILIO

Ognun vede quanto siano inverosimili quest! particolari,

poiche, ove pure Giustiniano avesse voluto sottoporre Silverio


a nuovo giudizio, non mai questo doveva farsi a Roma sotto
lo stessogiudice Belisario, che gia aveva sentenziato la prima
volta. Ove poi si provasse Tesistenza delle lettere incriminate,
non e credibile che T imperatore, trovato Silverio reo di alto
tradimento, si contentasse d'una pena tan to mite (cioe d'es-
ser vescovo d'un'altra citta), la quale, a paragone della
prima
pena gia sofferta, non meritava il nome di pena.
Segue Liberate Pelagio ch'era allora apocrisario in Co-
:

stantinopoli, cerco, d'accordo con Teodora, d' impedire Tor-


dine di Giustiniano. Si noti che Pelagio fu poi successor e
di Vigilio, e come papa anch'egli condanno i tre Capitoli.
Onde spiega che anche contro di lui si spargessero delle
si

calunnie, una delle quali 6 certamente questa, in cui si sup-


pone Pelagio informato delle trattative corse tra Teodora
e Vigilio, trattative che essendo segrete di loro natura, non

potevano al certo conoscersi da Pelagio, se pur non vogliamo


dire che fossero note a tutti.
Intanto Vigilio, intimorito di dover lasciare il seggio male

acquistato, ricorre a- Belisario (a quel medesimo cio6 a cui


aveva poc'anzi mancato di fede), e gli dice dammi Silverio
:

in mano, altrimenti non posso adempiere a quanto tu esigi


da me. Belisario acconsente e lo consegna a due uomini
fidati di Vigilio, due difensori, che conducono Silverio nel-

T isola Palmaria, dove sotto la loro custodia muore d'inedia l .

Nel Lib. pontificalis Silverio 6 condotto nell'isola Ponza,


che 6 la maggiore di quel gruppo d'isole, che diconsi Pontine ;

qui al contrario si parla dell' isola Palmaria, che e un mi-

1
Pelagius vero currens cum voluntate Angiistae, volebat irritum
facere Imperatoris praeceptum ne Silverms Romam reverteretur sed, ;

praevalente Imperatoris jussione, Silverius ad Italiam reversus est. Cuius


'adventu territns Vigilius, ne sede pelleretur, Belisario mandavit: Trade
mihi Silverium, alioquin non possum facere quod a me exigis. Ita Sil-
verius traditus est duobus Vigilii defensoribus et servis eius. Qui in Pal-
mariam insnlam adductus, sub eorum custodia defecit media, MIGNE,
P. L., LXVIII, 1041.
IL PAPA VIGILIO 23

sero scoglio del tutto inabitato e deserto, dove percio non e

possibile credere che Silverio fosse seppellito, e che al suo


sepolcro accorressero malati di ogni maniera e vi ottenessero
la salute, come narra il Liber pont.
Segue poi a dire, che Vigilio divenuto papa adempi6 la
promessa fatta a Teodora e scrisse segretamente una lettera
per mezzo di Antonina ad alcuni vescovi, che da Vittore
Tunnunense, quale riporta questa rnedesima lettera con
il

Tindirizzo piu compiuto, vedonsi essere stati i tre patriarch!

Teodosio, Antimo e Severo *, In essa Vigilio protesta di aver


la stessa fede ch'essihanno, pero assai si raccomanda affin-
ed tengano nascosta quella lettera, e non ne lascino conoscere
il contenuto, anzi gli si mostrino nemici, affinche egii possa

operare e compiere cio che ha in mente


di poi piii facilmente :

Oportet ergOj ut haec, quae vobis scribo, nullus agnoscat, sed


magis tamquam suspectum hie me sapientia vestra ante alios
ej'ixtimet habere, ut possim haec, quae concept, facilius ope-
rari et perficere.

Questa lettera non fu la sola falsificazione, che a quei tempi


i nestoriani ed altri nemici di papa Vigilio divulgarono, per

rappresentarlo come seguace dell'eresia eutichiaua e nemico


a
del concilio di Calcedonia. Nella sessione 15 del concilio ge-
nerale II di Costantinopoli furono condannate parecchie altre
scritture di questo genere, cioe il libro di Henna a Vigi-
lio e coloro che lo composero e scrissero, ed i libelli, che si

dicono rwolti da Vigilio a Giustiniano e a Teodora di augu-


sta memoria 2
.

Fin da due anni prima (nel 551) il clero della diocesi di


Milano e di altre diocesi dell' Italia superiore, in un memo-
riale consegnato ai legati francesi che si recavano a Cos tan -

Vig-ilius autem per Antoninam Belisarii conjugem implens pro-


1

missionem suam, quam Augustae fecerat, tale scripsit epistolam.


Pag. 1041.
2
Anathema libro qui dicitur Mennae ad Vigiliuin, et qui eum fin-
xerunt. sive scripserunt. Anathema libellis, qui dicuntnr facti fuisse a
Vigilio ad Justinianum et Theodoram divae memoriae, et qui sunt de-
monstrati. BARONIO, ami. 538 n. 29.
24 IL PAPA VIGILIO

tinopoli non parlano di menzogne sparse contro il papa


solo
ed il vescovo Dazio di Milano (mentiendo aliqua de nomine
ipsorum, hoc est beatissirni Papae et sancti episcopi Datii) y
ma aggiungono che i nemici di Vigilio s' erano guadagnato
un notaio, figlio di un servo
quale sapeva imi-
del papa, il

tare perfettamente la scrittara del medesimo, e 1'avevano

obbligato a comporre sotto il falso nome del papa, alcune


carte, che poi un certo Stefano, ritornando da Costantinopoli
con gli ambasciatori dei Goti, aveva recato in Italia affin
di eccitare 1'odio contro il Sovrano Pontefice, per mezzo di
tali falsita ed inganni 1 .

Che poi la lettera sia una falsilicazione e reso evidente da


tutta la condotta di Vigilio, che mostrd pieghevole
11011 rnai si

verso gli eretici. Inoltre come maisipuo ammettere che Vigilio,


oltre all'essersi gia compromesso con trattati segreti e simo-
niaci con Teodora e con Belisario, ancora volesse confidarsi
senza motivo alcuno ragionevole e in quel modo con tre
arrabbiati nemici della Chiesa e della sede romana? Oltre
al supporre Vigilio eretico, qui bisognerebbe supporlo in
sommo grado insensato. Ci parrebbe una perdita di tempo
insistere di piu su questo argomento e portarne delle prove.
Tuttavia non voglio ometterne alcune, che tutti possono facil-
mente riscontrare. L'intitolazione della falsa lettera dice: Do-
minis Dei Salvatoris nostri charitate conjunctis
et in Christi

fratribus Theodosio, Anthimo et Severo episcopis Vigilius epi-


scopus. Tale intitolazione non si trova in nessun'altra let-
tera genuina di Vigilio, che sempre adoperala semplice formola:
2
Dilectissimo fratri Vigilius episcopus Lo stesso dicasi
.

*
In tantum ut unum i otarium ex servis beatissimi Papae pro-
geiiitum simul sollicitaverint, qai manu sancti Papae imitari dicitur, et,
quantum comperimus, chartas aliquas de nomine ipsius falsas conscribi
feceruiit, et cum ipsis chartis Stephanum quemdam, de iis quos solici-

taverunt, ad Italiam cum legatis Gothorum miserunt, ut per falsitates, et


dolos aliquorum animos contra beatissimum Papam, quod Deus fieri non
permittat, in illis partibus excitare videantur. LABBE, Collect. Concilio-
rum ediz. Coleti, tomo V, col. 1401; MIGNE, P. L., vol. LXIX, 116.
2
Ibid., VigUii Epist., passim.
IL PAPA VIGIL10 25

della finale della falsa lettera, in cui si fa dire a Vigilio : Orate


pro me, Domini mei, Domini nostri Ser-
fratres in Christi
vatoris charitate connexis. La voce Domini e aliena dallo

stile della Curia, anche in altri tempi. Quanto a Vigilio la

finale solita delle sue lettere e Deus te incolumem custodial


:

(o servet), frater charissime. Al contrario in una lettera del


patriarca Eutichio a Vigilio si legge Ora pro nobis, sanctis-
:

sime et beatissime frater, che pare fosse il formulario usato dai


prelati greci. Onde ne nasce un indizio (oltre agli altri di cui

parleremo) che la lettera sia stata composta da un greco.


Dei resto a Liberate (e cosi agli altri nemici di Vigilio) non
basto quella falsa lettera, concepita in termini troppo gene-

rici, ma una specie di poscritto contenente


vi aggiunsero
varie proposizioni eretiche, come per es.: noi non ammet-
tiatiio due nature in Cristo, ma il Figlio di Dio, un solo
Cristo, un solo Signore composto di due nature \ Indi fini-
sce: E cosl scrivendo Vigilio agli eretici, rimase nella sua
sede... Ma poi afflitto dagli eretici, ne coronato, qual fine
della sua vita incontrasse e noto a tutti.
parole Con le quali

allude probabilmente Liberate alle vessazioni, che dovette


sopportare Vigilio per parte di Giustiniano e dei nemici dei
tre Capitoli, ed alia sua morte avvenuta per malattia di
calcoli in Siracusa mentre era in viaggio per Roma, il 7 giu-

gno del 555.


Molto a ragione Duchesne intorno a queste
il lettere scrive:

Non i'i (> documento alcuno degno di fede, il quale per-

metta di pensare che Vigilio nutrisse i sentiment i attribui-


tigli in questa lettera (eioe apertamente eretici eutichiani)..,
II si'o Irioyrafo (nel Lib. pontiff non comprese bene lo stato
della questione, che s'agitd tra Vigilio e la corte di Costan-
tinopoli, ed il suo racconto su questo ed altri punti e in-

1
Sub hac epistola Vigilins fidem suam scripsit, et resolvens to-
mum papae Leonis (cioe le definizioni di S. Leone Magno), sic dixit:
Nos non duas naturas in Christo confitemur, sed ex duabus naturis-
conipositum Dei Filltim, nnum Christum, unum Dominum. MIGNE,
op. cit., 1041.
26 IL PAPA VIGILIO
l
taccqto Ossia la questions tra
d'inesattezze assai gravi .

Vigilio e Giustiniano non fu mai che Vigilio dovesse profes-


sare, come Eutiche, una sola natura in Cristo. Giustiniano
e Vigilio erano e furono sempre pienamente d'accordo nel
condannare Eutiche e la sua dottrina; solo non erano con-
cordi riguardo ai tre Capitoli. Giustiniano li voleva condan-
nati Vigilio sulle prime non li voleva condannare per ragioni
:

di opportunity ;
ma poi, cambiato consiglio, li condanno, sic-

come li condannarono il concilio generale di Costantinopoli


e tutti papi successori di Vigilio, perche,
i quanto al loro

contenuto erano meritevoli di condanna.


Non si vuol tralasciare per ultimo che Vittore Tunnunense
non riferisce il poscritto eretico della lettera di Liberate, ma
solamente la lettera e non parla di danaro promesso da Teo-
dora a Vigilio. Al contrario, egli a tanti altri errori ed in-
verosimigiianze riguardanti Vigilio, aggiunge il grossolano
errore di rappresentare Teodora che si fa promettere da Vi-
2
gilio, ch'egli condannera i tre Capitoli mentre e no to a ,

tuttiche nel 536 quando mori Agapito o anche nel 537 quando
Vigilio, come si pretende, avrebbe usurpato il trono ponti-
ficio, non poteva parlarsi della questione dei tre Capitoli,
sorta solo nel 543 in seguito ad un edit to di Giustiniano.

1
Lib. pontif., vol. I, pag. 300 nota 9.
2
Theodorae factione Augustae, quae occulta esse synodi Calche-
donensis nunquam destitit inimica, ex quo regnare caepit, proscriptionum
insidiae praeparantur, Silverius romanus episcopus exilic mittitur et pro
eo Vigilius ordinatur, a quo Theodora memorata Augusta, priusquam
ordinaretur, occulto chirographo elicuit, ut papa effectus, in proscriptione
synodi Calchedonensis tria Capitula condemnaret. In Hon. Germ. Hist.,
Auct. Antiquis. XI, parte 2*, pag. 200.
IL PA PA VIGILIO
(537-555)

. 3. Falsita del racconto.

Finora del racconto abbiam vedute molte inverosimiglianze;


addurremo ora alcune prove che lo dimostrano falso.
Presuppone il racconto che Vigilio, alia morte del papa
Agapito (22 aprile 536), stesse a Costantinopoli, ed il Liber
aggiunge nelle qualita di apocrisario. II Vincenzi osserva che
questa seconda circostanza e falsa. Agapito stesso poco prima
di morire costitul apocrisario della Chiesa romana il diacono

Pelagio, e Pelagio rimase in queH'ufficio durante i due ponti-


seguenti di Silverio e di Vigilio, siccome raccogliesi
ficati

e da altre fonti. V'e


*
apertamente dalla storia di Liberate
poi un solenne documento, il quale ci permette di dubitare
se Vigilio stesse a Costantinopoli, quando vi mori Agapito,
ossia quando egli, secoiido la favolosa narrazione dei suoi
nemici, avrebbe trattato segretamente'con Teodora. E questo
il concilio, aperto a Costantinopoli dal patriarca Menna il 2

maggio del 536. Al medesimo furono presenti, i vescovi latini


di Canosa, di Salerno, di Nola, di Ascoli e di Fiesole, ed i
diaconi romani Pelagio e Teofane 2 ossia, come ogni ragione
,

porta a credere, tutti gli ecclesiastici latini, che allora si


trovavano a Costantinopoli e che vi erano venuti o come

1
His peractis, constituens Papa apud imperatorem apocrisarium
ecclesiac saae Pelagium diaconum suum, dum in Italiam reverti di-
sponit, Constantinopoli obiit. Capo 22.
2
MANSI, ConciKa, VIII, p&gg. 873 e 1142.
552 IL PAPA YIGILIO

legati pontificii, oppure come compagni di viaggio del de-


funto pontefice \ II fatto che tutti essi sottoscrissero al con-

cilio, mentre vi manca il nome di Vigilio, d& fondamento a


credere che Vigilio non fosse presente a Costantinopoli.
IIDuchesne suppone che Vigilio fosse incaricato di ac-
compagnare a Roma la salma del defunto Agapito. Ma, ol-
trech6 tal ipotesi non ha per se prova alcuna, e certo che la
spoglia mortale di Agapito non arrivo a Roma che verso il
20 settembre, nel qual giorno essa fu deposta in S. Pietro
e se ne fece poi I'anniversaria commemorazione. Se arrivo
a Roma solo il 20 settembre, e segno certo che non parti da
Costantinopoli che verso la fine di luglio o sul principio di

agosto, o almeno non prima del maggio 53fi. Contro la stessa


ipotesi starebbe pure racconto del Liber pontificalis sulle
il

proposte fatte da Teodora a Silverio e del rifiuto di costui.


Siccome per il viaggio tra Roma e Costantinopoli vi voleva
un mese, se non piu, e il racconto del Liber suppone
in circa

quattro di tali viaggi, ne seguita che Vigilio non pote par tire
da Costantinopoli prima dell' agosto 536.
D'altronde e certo che Vigilio si trovo a Costantinopoli
insteme col papa Agapito nel marzo del 536. Egli stesso in
una lettera del 17 settembre 540 aH'imperatore Giustiniano
ricorda d'aver portato al papa la professione di fede del-
Timperatore, che da Agapito fu appro vata il 18 marzo del
536 2 II Constant di qui dedusse che Agapito avesse preso
.

con s6 Vigilio quale compagrio di viaggio e confidente mi-

BARONIO, Annales, ad an. 535, n. LIV, crede che tutti costoro


1
II

fossero quei legati, di cui parla il papa


Agapito in una lettera del 15 ot-
tobre 535, come da lui mandati a Costantinopoli. Ma non sembra ve-
risimile, ne conforme alle tradizioni della Corte romana, che fossero
mandati in una sola volta come legati cinque vescovi. E probabile che
legati fossero solo due o tre di essi, e gli altri accompagnassero il papa
n0i viaggio.
*
Amplectentesque et in omnibus comprobantes fidei vestrae li-

bellum, quern nostri obsequii famulatu tune Praedecessori nostro piae


recordationis Agapeto Pietas vestra, orthodoxa devotione, contradidit.
BARONIO, Annales, ad an. 536, n. XVII; MIGNE, Pat Lett, LX1X, 23..
1L PAPA VIGILIO 553

nistro de' suoi affari l


. Ma quanto all'essere stato Vigilio
compagno di viaggio del papa, se non v' e argomento sicuro
che contraddica, non ve ha neppure alcuno che confermi.
n'

Al contrario, se si supponga ch'egli fosse apocrisario della


Chiesa romana prima di Pelagio, si spiegherebbe assai bene
come egli si trovasse in Costantinopoli nel marzo del 536,
e come Giustiniano si servisse a preferenza di lui per com-
municare al papa un importante atto ufficiale.
Si spiegherebbepure come nel favoloso racconto sparso
da' suoi nemici sia detto apocrisario. Egli avrebbe soste-
nuto bensi questa carica, ma solo sino al terminare di

marzo o al principiare d'aprile del 536, quando, come afferma


Liberate, il papa Agapito poco prima morire nomino apo-
di

crisario il diacono Pelagio. La coincidenza poi di questi due


fattiche Vigilio sarebbe stato apocrisario in Costantinopoli
sino a pochi giorni prima del 22 aprile 536 e che dieci giorni

dopo questa data (cioe il 2 maggio) egli piii non dimorava


a Costantinopoli, rende probabile Tipotesi, che papa Agapito
poco prima del 22 aprile esonerasse dall'uffizio di apocri-
lo

sario e lo mandasse forse in Italia con 1'incarico di qualche


importante commissione.
Ad ogni modo e per lo meno assai dubbioso che Vigilio
fosse presente a Costantinopoli, quando mori il papa Aga-
pito, e quando si suppongono avvenuti i suoi accordi con
Teodora.
Ma cio che specialmente dimostra la falsita di tanti epi-
sodi relativi alia supposta parte presa da Vigilio nella de-
posizione e nella morte del suo antecessore Silverio, sono i

document! piii sicuri della cronologia.


II Jaffe ed altri moderni, per gli anni del pontificate di
Silverio e di Vigilio, preferirono attenersi ad una vita di

papa Simmaco, nota pure col nome di frammento lauren-


ziano, che si trova in un codice della biblioteca capitolare

Vigilium habuit itineris comitem et participem negotiorum suo-


1

rum. Presso PITRA, op. cit., pag. 372.


554 IL PAPA VIG1L1O
di Verona del secolo VI l
dopo la vita cli Simmaco, si
.
Ivi,

registrano nomi, gli anni,


i mesi e giorni di pontificato di
otto papi, successor! di Simmaco, che sono Ormisda, Gio- :

vanni I, Felice III, Bonifacio, Giovanni II, Agapito, Silyerio,.


e Vigilio. Per sei di essi, come eziandio per Simmaco, le cifre
sono identiche a quelle segnate nel Liber pontiftcalis ed in
varii catalog! antichi. Ma vi e una grande differenza per la
durata dei ppntificati di Silverio e di Vigilio.
Mentre Liber pontif. e varii catalog! portano per Sil-
il

.verio anno
1, mesi 5, giorni 11, e per Vigilio anni 17, mesi

6, giorni 26, il codice di Verona assegna solo 9 mesi a Sil-

verio, ed a Vigilio anni 18, mesi 2, giorni 9.


Partendo da questo ultimo computo e dalla notizia data
dal medesimo frammento, che Vigilio morl in Siracusa il lu-
nedi 7 giugno della terza indizione (555), il Jaff6 comincio
ilpontificato di Vigilio il 29 marzo del 537 e risalendo indietro
di 9 mesi riporto il principio di Silverio al dl 8 giugno del 536.
Siccome poi il Liber pont. assegna il 20 giugno come giorno
della morte di Silverio, quindi accettando il computo del co-
dice Veronese ne verrebbe che Vigilio sarebbe stato papa dal
29 marzo al 20 giugno del 537 mentre ancora viveva Silverio.
Cosi resterebbe confermata 1'accusa di usurpazione del trono

pontificio, data a Vigilio.


Spiegheremo piu avanti come sia potuta sorgere questa
cronologia, e come in un certo senso essa si possa accettare.
Ma sarebbe, a nostro avviso, un errore grave abbandonare
il Liber ed
i
catalog! antichi ad esso conformi, stando ai quali
e presupposta come vera la data della morte di Vigilio il
di 7 giugno del 555, egli sarebbe stato consecrate nel no-
vembre del 537. Le ragioni della preferenza che crediamo
dovuta alle cifre del Liber e dei catalog! sono le seguenti:

1
E il codice XXII (20). II frammento fu edito dal BIANCHINI nella
sua ediz. di Anastasio, libro IV, capo LXIX, dal MURATORJ, Her. Ital.
a
Script. Ill, parte 2 pag. 47, dal
, DUCHESNE, Lib. pont. vol. I, pag. 44;
dal MOMMSEN, pag. IX.
1L PAPA V1G1LIO 555

Primieramente nel Liber si dice in espressi termini, che

Vigilio fu consecrate giorno 22 novembre, aggiungendosi,


il

quasi ad impedire altre interpretazioni, che quel di era sacro


alia festa di S. Cecilia.
II DeRossi, che, per occasione d'una lapide di cui parle-
remo, accetto egli pure le cifre del codice Veronese, riferito
il testo del Liber pontif. dove si narra che un legato impe-

riale trovo Vigilio in ecclesia sanctae Caeciliae X Kal. De-


cembris (erat enim dies natalis eius) munera erogantem ad
populum, riferisce 1' eius della parentesi : erat enim dies
natalis eius, non gi a Vigilio, ma a S. Cecilia.
Confesso che quest' interpretazione mi ha Taria d una
;

scappatoia, poiche chi conosce la religiosity di quei tempi


e Timportanza che dava alle feste religiose, difflcilmente
si

potr& supporre che uno scrittore romano, o scrivente in


Roma, sentisse il bisogno di avvertire i suoi lettori, che
il 22 novembre era la festa di S. Cecilia. Al contrario &
molito naturale ch'egli, valendosi deH'opportunita, presenta^

tagli quivi dalla serie del racconto, desse la notizia, non rife-

rita prima, che quel giorno eral'anniversario della consecra-


zione (che dicevasi appunto natalis) di Vigilio.
In secondo luogo il catalogo di Verona e il solo che dia
le cifre suddette, poich6 se ne trovano bensi altri, che danno
a Vigilio 18 anni e sono il Cronografo del 853, Niceforo,
4
Sincello, Teofane, ed Eutichio Ma, oltrechk sono tutti po-
.

steriori air 800, e probabilmente uno prese dall'altro, essi sono


unanirni nel dare a Silverio non gia. solo 9 mesi, come il

catalogo di Verona, ma un anno intero di pontificato.

Quindi il codice di Verona resta Tunico fondamento del


compute seguito dal Jaffe e da altri moderni. Al contrario
le cifre date dal Liber pontificalis sono date altresi da varii
antichi catalog!, tutti come prova il Mommsen 2
, indipendenti

1
Di tutti questi varii cataloghi e della loro eta parla il Duchesne
a pag. XIV e seg. e li riporta a pag. 13 e seg.
*
Nei Gestorum Pontif. Roman. Pars prior (Liber Pontif.) in Mon.
Germ. Hist.
556 IL PAPA YIGILIO
dal Liber, e di cui uno e anteriore al catalogo di Verona,
im altro e del tempo stesso a cui questo risale, poiche appar-
tiene alia fine del VI secolo o al principio del VII. Essi sono:
1. II Corbia scritto nel secolo VI, anzi, come
catalogo 1 di
dice il Duchesne, sotto il papa Vigilio, poiche sarebbe stato
scritto 1'anno 14 del pontificate di lui. Esso assegna un anno
a Silverio.
2. catalogo di Colonia scritto (nella parte riguardante
II

Silverio e Vigilio) al tempo di S. Gregorio Magno, poic'h6 no


dk bensi il nome, ma mm le cifre. Concorda col Liber pon-
tificalis.
3. Un catalogo, che si estrae da una continuazione della
cronaca di S. Prospero, pubblicata dall' Hille a Copenaghen
nel 1866. La continuazione fu composta nel 641 ed il cata-

logo va sino al 610. Esso pure concorda col Liber.


4. Catalogo detto di Fredegario, che trovasi in un codice
del secolo VIII. Concorda col Liber.
5. Catalogo 2 di Corbia da un codice anch'esso del se-
colo VIII. Questo da a Silverio anni 2, mesi 5, giorni 26
ed a Vigilio anni 17, mesi 7.

Quindi il Mommsen
nel pubblicare VIndice dei Papi con
le cifre del pontificate, quale risulta dal confronto di questi

e di altri codici (12 in tutti), e ch'egli crede unico ed au-

tentico, si attiene alle cifre del Liber pontificalis, dando a


Silverio 1 anno, 5 mesi e giorni 11 ed a Vigilio anni 17, mesi 6
e giorni 26 *.

Queste cifre sono tanto piu meritevoli d'essere ricevute,


in quanto concordano (ad eccezione di una lieve differenza
nei giorni, la quale pure si pu6 spiegare) con esattezza, si
direbbe matematica, tra loro e con altre date che si trovana
nel Liber pontif., ed hanno tutta 1'apparenza d'esser vere.
La prima di esse e la data della Sede vacante in 1 inese
2
e 28 giorni ,
che dal 22 aprile ci porter ebbe esattamente al

Op. cit., pag. XXXVIII. Si veda per


1
la descrizione dei codici

pag. XXVIII.
2
Secondo le ediz. del Lib. Pontif. del Duchesne e del Mommsen T
IL PAPA VIG1LIO 557

20 giugno. Per quanto il viaggio di chi da Costantinopoli


porto a Roma la notizia della morte del papa Agapito, e poi
1'elezione di Silverio a Roma, e un altro viaggio da Roma a Ra-
venna per dare al re Teodato notizia dell'elezione e riceverne
la sua conferma, si potessero corapiere in uno spazio di tempo
assai minore del suddetto, il fatto che esso coincide con
tanta esattezza col 20 giugno, nel quale tuttora si fa la fe-

sta di S. Silverio, mi pare debba render propensi ad accet-


ci

tarlo. E vero che il 20 giugno, secondo il Liber pontif., sa-


rebbe il giorno della morte di Silverio; ma tale designazione
non puo accettare, poich& stando alle cifre del Liber e del
si

catalog), la morte di Silverio avvenne o nel novembre o, ai


piii tardi, il 1 dicembre (537). Perci6 bisogna pensare a qualche
altro avvenimento relative alia persona dei papi, che si veda
festeggiato con anniversaria solennita. Questo potrebbe essere
o la loro consecrazione, oppure anche la loro deposizione o

sepoltura. Essendo certo che Silverio morl fuori di Roma,


non sarebbe impossibile che, come s'era fatto pel suo ante-
cessore Agapito, trasferito da Costantinopoli a Roma, cosl si
facesse per lui, trasportando il suo corpo dall' isola Ponza
a Roma. In tal caso il 20 giugno sarebbe il giorno della sua
sepoltura. Tuttavia, mancando prove per credere siffatta tras-

lazione, preferiamo attenerci all'ipotesi, che il dl 20 giugno


sia il giorno della sua consecrazione.
Una seconda concordanza e quella delle cifre di Silverio

(1 anno, 5 mesi e giorni 11) col giorno della consecrazione


di Vigilio, datoci dal Liber Pontif. Qui, come dicemmo, vi

sarebbe una leggera differenza nei giorni, poich6 se si parte


dal 20 giugno (536) e si procede per 1 anno, 5 mesi e 11
giorni si giunge fino al 1 dicembre (537). Pero tale diffe-

renza potrebbe essere solo apparente. Gli anni dei papi ta-
lorasi contano dal giorno della loro
elezione, talora dal giorno

condotte sui codici piu autorevoli. Nell'edizione del Muratori leggesi : Et


cessavit episcopatus dies viginti quatuor ; R. It.
Script., Ill, parte I, pa-
gina 129. In nota pero si osserva che altri codici portano 1 mese, 23
giorni, e alcuni solo 28 giorni.
558 IL PAPA A
r
IGILlO

della consecrazione. In tempi normal! la consecrazione fa-


cevasi subito dopo Telezione; ma questo non pote essere il
'

caso di Silverio, poich6 per legge, stabilita da Odoaere e


mantenuta dai re Goti, Pelezione del pontefice doveva essere
eonfermata dal re. Laonde, se si pone la consecrazione di
Silverio 20 giugno, bisogna inettere la sua elezione alcum
il

giorni prima, tanti cioe quanti erano aecessarii per notificarla


al re Teodato, che risedeva in Ravenna e riceverne il suo

eonsenso. Concedendo per il viaggio degli ambasciator'i da


Roma a Ravenna e da Ravenna a Roma un 9 o 10 giorni,
ne verrebbe che Silverio fosse eletto il di 10 giugno.
In tale presupposto se si parte dal 10 giugno 536 e si

va per un anno, 5 mesi, 11 giorni, si arriva al 21 novembre


come giorno della morte di Silverio. Quindi ecco in qual
modo potrebbero conciliare tra loro e mantenere le cifre
si

della sede vacante e del pontificate di Silverio. II biografo


di Agapito cont6 la vacanza della sede dalla morte di Aga-
pito sino alia consecrazione di Silverio, mentre il biografo di
Silverio conto il suo pontificate) dair elezione sino alia morte.
Del res to alia stessa conclusione, cio6 che Silverio mo-
risse il 21 novembre, si puo giungere in un modo ancor piu

semplice, supponendo cioe un errore nella cifra dei giorni di

Silverio, che in luogo di XI sarebbero I.


Anche le cifre del pontificato di Vigilio coincidono con le
date precedent! e quindi le confermano", purch6 si ainmetta
un leggero errore nei giorni, che in luogo d'essere XXVI
sarebbero solamente XVI, errore facilmente spiegabile in tante
da un catalogo all'altro, e percio del tutto
trascrizioni di cifre

trascurabile, mentre tanta armonia si trova tra tutte le altre


eifre di cui abbiamo discorso.

Quindi conchiudendo diciamo che le cifre del Liber pontif.


e dei catalog! stanno la a prova contro 1'asserzione, che Vi-

gilio usurpasse il trono pontificio a danno del suo predecessore


Silverio, e che questi mandato in esiglio in Oriente e di qui
rimandato in Italia, morisse per opera di Vigilio.
Secondo la cronologia trasmessaci da document! degni di
IL PAPA VIG1LIO 559

rispetto, papa Agapito morl a Costantinopoli il 22 aprile


il

1
536 10 ;giugno seguente fu eletto Silverio, che ricevuta
il

la confer ma di sua elezione dal re Teodato, si fece consecrare


il 20 giugno. Egli vissc nel pontificato (computandolo dalla
sua elezione) 1 anno, 5 mesi e 11 giorni, oppure computan-
dolo dalla sua consecrazione, 1 anno, mesi 5 e 1 giorno,
ossia, nell'un compute e neH'altro, fino ai 20 o 21 novern-
bre 537. Saputasi quello stesso giorno a Roma la notizia
della sua morte, si procedette ali'elezione del successore, che
fu Vigilio, il quale (non essendovi bisogno di aspettare per
la conferma, poich6 in Roma era presente Belisario luogote-
nente deirimperatore) il giorno dopo, domenica 22 novembre,
ricevette la consecrazione episcopale, e definitivamente e le-

gittimamente divenne papa, rimanendo poscia al governo


della chiesa fino al 7 giugno 555, ossia per anni 17, mesi 6
e giorni 16.
Contro queste conclusion! sta una difficolta a primo aspetto
assai grave. Essa e tolta da un'iscrizione che, se fosse esatta,
indicherebbe Vigilio gia investito della dignita pontificia nei
giug-no o luglio del 537, e confermerebbe le date del codice
Veronese ed i
computi del Jaffe. Occorre quindi che ne di-
scorrianio minutamente.
II De Rossi, Inscript. Christ. Urbis Romae, vol. I, nu-
mero 1057, pag. 481, diede 1'iscrizione funeraria di un certo
Severo tinctor, quale in parte egli stesso copio nella chiesa di

S. Pancrazio, dov'essa stava, in parte la prese da una copia


fattane dal Marini (man. vaticano pag. 501, 10) e in parte
la suppli con parole da lui congetturate.

Stando agli aggiustamenti ed ai supplement! del De Rossi,


la lapide direbbe che la stava un certo Severo tintore, vis-

Negli Addenda
1
et Corrigenda del Jaffe, vol. II, pag. 694, sotto i*

papa Agapito, il Loewenfeld osserva che la data X Kal. maias del Liber
pontif. e intorpolata, test ante Duchesnio, pag. 288, n. 5. II Duchesne
non dice che sia interpolate il 22 aprile, dove lo si da corne giorno della
morte di Agapito, ma bensi dove lo si da come giorno del suo arrivo
a Costantinopoli: Qui vero Agapitus ambulavit Constantinopolim X
Kal. Maias pag. ,
287.
560 1L PAPA V1GILIO
sut 62 anni, del quali 17 in quieta pace con sua moglie, e
)

ehe per decreto di Vigilio beatissimo papa, era proibito di


mettore un altro corpo in quel medesimo loculo, in cui era
stiito sepolto Severe. In fine viene la data Depositus (est)... :

iduum iuliarum P. C. V Vilisarii viri excellentissimi Con-


sults atque Patricii.
II Marini interpreto queste note cronologiche, quasi vo-
lesscro dire post consulatum quinquies Vilisarii ; e poi-
eh6 Belisario fa console nel 535 egli credette qui indicate
1'anno 539.
II De Rossi vuole assolutamente esclusa questa data del
539 per le seguenti ragioni :

1. Non mai si trova indicate il 4 o 5 anno post consu-


latum di Belisario ;

Nell'anno 539 fu console Flavio Apione, che (sebbene


2.

proclamato in Oriente) fu notissimo in Roma, e quindi non


v'6 ragione che a Roma si adoperasse T indicazione presa
dal consolato di Belisario ;

3. Ove anche i Romani non avessero conosciuto Apione,


dovevano piuttosto adoperare il post consulatum del console
precedente, che era Giovanni, console del 538 ;

4. In fine 1'uso portava di non porre il numerale dopo

le parole post consulatum ma prirna onde la lapide avrebbe


;

dovuto dire V P. C. Vilisarii, ossia quinquies post consu-


lai- !.n Vilisarii.

Queste ragioni non sono tutte apodittiche. Per es. quanto


air uso di mettere il numerale prima della sigla P. C., 6
vero se si parla dell'uso generale; ma vi sono degli esempi
in contrario, tra cui mi basti citare una lapide che sta a
St. Julien-en-Quint in Provenza, la quale e del 537, e porta:
post consulatum tertio Paulini \
Tuttavia un tal esempio non basta ad invalidare Targo-
mento del Da Rossi, che unito agli altri assai piii forti si

puo dire che decide la questione. Quindi assai probabile, per

Corp. Inscript. Lat. vol. XII, Gallia Narbon., n. 1693.


1
IL PAPA VIGILIO 561

non dir certa, mi sembra 1' ipotesi dell' illtistre archeologo,


che il V precedente il V iniziale di Vilisarii sia stato posto
nella lapide per 1'uso barbaro, che gia cominciava a intro-

dursi, di scrivere con doppio V i nomi comincianti per V.


pu6 anche accettare la congettura del De Rossi, con-
Si
fermata da lui con alcuni esempi, che la nota del Post con-
sulatum Belisarii significasse a Roma non gia il 536, come
a rigore avrebbe dovuto significare, perch6 Belisario fu con-
sole nel 535, ma si piuttosto il 537.
Cio posto, sic^ome decreto in favore del sepolcro di
il

Severo tintore fu fatto dal papa Vigilio in un giorno ante-


riore alle idi (o anche alle calende) di luglio, ne risulte-
rebbe che Vigilio gia era riconosciuto come papa in uno dei
giorni anteriori (alle calende o) alle idi di luglio del 537,
vale a dire tra 14 giugno e il 15 luglio del 537.
il

Si propone quindi il De Rossi alcune difficolta che si pos-


sono fare contro questa data. Una si toglie dal Lib. pont.,
la dove dice che il 22 novembre era il giorno anniversario
della consecrazione di Vigilio, edabbiamo visto sopra, il modo
poco felice, con cuiRossi vi risponde.
il De
Un'altra difficolt^ e questa. Nel Lib. pontif. si dice che
quando Roma fu assediata dai Goti dal marzo 537 al marzo 538,
questi impedirono severamente ad ognuno di entrare nella
cittk o di uscirne, ed inoltre ch'essi fecero man bassa delle
chiese, che stavano fuor delle mura, e dei corpi dei Santi in
esse rinchiusi.Or come pot6 seppellirsi il corpo del tintore
Severo, e Vigilio papa far un decreto per la sepoltura di lui
nella chiesa extramurana di S. Pancrazio, nel bel mezzo

giugno o luglio del 537, tanto piu sa-


dell'assedio, ossia nel
pendosi espressamente da Procopio che i Goti avevano occu-
pata la regione posta tra la porta Aurelia e il Trastevere,
nella quale stava la basilica di S. Pancrazio? questa diffi-A
colt& risponde il De Rossi citando Procopio, secondo il quale
i Goti assediavano bensl la citta, ma non la potevano cingere
tutta per la sua ampiezza; onde i Romani piu d'una volta
trovarono modo di uscire e poi di rientrare nella citta, non-
S&rie XVIII, vol. XII, fasc. 1283. 36 21 novembre 1903.
562 IL PAPA VIGILIO
ostante che i Goti vigilassero per impedirneli. E questa una
risposta che non appaga del tutto, poich6 si puo aminettere
bensl che i Roman! potessero
uscire da certi punti della citta,
dove i Goti non facevano tanta guardia, per es. verso inezzo-

giorno, ma non e facile concepire come potessero inoltrarsi si


facilmente nella chiesa suddetta di S. Pancrazio, che si sa
positivamente essere stata occupata dai Goti.
Del resto non e punto necessario che ci fermiamo sulle sud-
dette question! secondarie, mentre per noi sommarnente im-
porta la questione principale, se veramente sia stato letto e
riferito con esattezza il testo dell' iscrizione. Siam noi sicuri

che ivi si parli di papa Vigilio, come credette il De Rossi?


Se si, dovremmo aminettere che leggenda del trono pon- la

tificio usurpato da Vigilio troverebbe neH'iscrizione un ap-

poggio assai grave. Se no, resterebbe, alrneno indirettamente r


confermata che propugniamo.
la tesi

Importa adunque esaminare piii da vicino 1' iscrizione.


II Marini, che per il primo vide e copio r iscrizione n^Ua

chiesa di S. Pancrazio, la trovo composta di due frammenti


1'imo posto assai lontano dall'altro. I due frammenti furona

pubblicati da lui nella sua opera intitolata I Papiri Diplo- :

matici raccolti ed illustrati (Roma, 1805) pag. 251, in questa


maniera :

hie quie . . SCIT SEBERUS TINCTOR


qm vix a . . .
NN PLVS MINVS EX QUIB LXli
cum ju GALE SVA QU1ETA PACE TRANS

. . AOTIIDLIVSDLAiiSsITDlAlVVI
. . NTE IN HOC LOCO SITUM EST DEPST
iduu MIVLIARVM PC VVILISARII VIRI EX
cellentissi . . MI CONS ADQUE PATRICI
IL PAPA VIGIL1O 563

II De Rossi suppll alle lacune del due frammenti in questa


maniera :

egit cuius (corpus ne aliud


unquam super
ponatur? ^ROHIBIBENS BEATISSIMO PAPA VI
gilio concedeNTE IN HOC LOCO ..... ecc. II resto come nel
Marini.

Come il De Rossi attesta, e come si vede dal disegno che


ne diede nella sua opera, egli lesse chiaramente nella lapide
la parte superiore delle lettere ROHIBENS BEATISSIMO
PAPA. Ma quanto al nome papa, che avrebbe dovuto
del

.seguire, egli non lo vide, per che trovo la lapide mancante


dopo la parola PAPA. Per leggere VI (donde poi. suppll il

nome di Vigilio) egli si riferl al Marini, che appunto al ter-


a
mine della l riga del 2 frammento lesse questa sillaba,
come sivede e dall'opera stampata, e dal codice rnanoscritto.
II De Rossi si attenne sovratutto a quest 'ultimo e per
assicurare maggiormente i suoi lettori, ne diede il facsimile,
che e il seguente:

v i

L'illustre archeologo pero nel suo ragionamento cadde,


senz'avvedersene, in un'aperta contraddizione, poiche da un
lato si persuase che le mezze lettere superior! delle parole
BEATISSIMO PAPA corrispondessero esattamente nel numero
alle mezze mariniano
lettere inferior! del facsimile
e dal- ;

1'altropenso che in questo facsimile, oltre le aste corrispon-


denti a BEATISSIMO PAPA, vi stesse la sillaba VI.
La corrispondenza tra le mezze lettere superior! del De
Rossi e le mezze lettere inferior! del Marini esiste veramente,
siccome vedesi dal disegno che qui ne diamo, dove le lettere,
viste dal De Rossi, sono avvicinate al facsimile del Marini
e rappresentate con punti. Osservisi come le aste tracciate
dal Marini sono uguali di nurnero alle mezze aste vedute dal
564 IL PAPA VIGILIO
De Rossi ; anzi, a dir vero, nel Marini avvene una di meno,
cioe la seconda asta dell' ultimo A :

.......
": -. """\ .N '": -\T ..-- /"; -r -V-. ..-( ..--., -?-.. -; "?-. TV-

r) LAii b b ii j j VIA v 1 *
i

Maappunto perche esiste si perfetta corrispondenza non


puo piu esser vera 1'altra ipotesi del De Rossi, che il Marini
leggesse nella prima riga del 2 frammento qualche lettera
di piu oltre a quelle che vi lesse il De Rossi. La lapide al

tempo del Marini nel 1805 per cio che riguarda (o circa) era,
la detta riga, nella stessa condizione in cui la trovo il De

Rossi (1857-1861) un mezzo secolo dopo. Se v'e qualche diffe-


renza e nel modo, con cui i due eruditi la lessero e la tra-
scrissero, il De Rossi con esattezza, il Marini tanto trascu-
ratamente che dalla lezione sua non si ricava senso alcuno,
ne quindi con la sola copia datacene da lui sarebbe stato
possibile supplire ragionevolmente la lacuna intermedia tra
i due frammenti, come al contrario pot6 fare il De Rossi.
La sillaba VI pertanto, che trovasi presso il Marini non e
altro che una cattiva trascrizione dell' ultima sillaba da lui

vista sulla lapide, (cioe o AP o PA).


La sillaba VI, trascritta malamente dal Marini in luogo
d'un'altra, e probabilmente quella che fece cadere in errore il

De Rossi, preoccupato dal pensiero di scorgervi il nome di

Vigilio, il papa che, secondo i computi del Jaffe e del Mansi,


da lui ivi citati e seguiti, teneva con usurpazione il seggio
pontificio nel giugno-luglio del 537.
Ma ora essendo dichiarato lo sbaglio, 1'autorita dell'iscri-

zione-cade; poiche essa non parla pun to di Vigilio, ne no-


mina alcun altro papa. Che se vogliasi supplire il nome del

papa, tenendo come certa la data 537, si dovrebbe supplirvi


il norne di Silverio, oppure anche di Agapito, poiche la li-
cenza, ricordata nell' iscrizione, pot6 essere accordata anche
assai tempo prima, che venisse scolpita la lapide e messa al

suo posto. (Continua)


IL PAPA VIGILIO
(537-555)

. 4. Origins probabile delle favolose narrazioni.

Resta ora che si spieghi come sia potato sorgere un rac-


conto cosl ingiurioso per la fama di un papa tanto zelante
e religioso, come a fatti si mostr6 Vigilio.
Esporremo 1'ipotesi, che ci sembra piu probabile.
Nel racconto notano alcuni personaggi, che spiccano in
si

modo particolare, perche sono rappresentati sotto un aspetto


ben diverse da quello, che ce li presenta la storia genuina. II
primo, che spicca sopra ogni altro e sopra lo stesso Vigilio,

e T imperatrice Teodora, moglie dell' imperatore Giustiniano I.

Essa e quella, che volendo il ritorno di Antimo al seggio pa-


triarcale di Costantinopoli, comincia la serie di intrighi e di

violenze, che devono condurre alia deposizione di Silverio ed


all'elevazione di Vigilio. Essa 6 qui rappresentata, coine se
da lei sola dipendessero affari tanto gravi, quali erano la de-
posizione di un patriarca legittimo, il richiamo di un pa-
triarca eretico (o anche di tre), la deposizione di un papa e
Telezione d'un altro.
Giustiniano imperatore, che pure tra i sovrani bizantini
fu uno tra i piu risoluti ed operosi, e lasciato interamente
neH'ombra. II Liber pontificalis neppure ne fa cenno Libe- ;

rato ne parla, ma
quasi per incidenza.
Belisario poi, che dalla storia sincera sappiamo essere stato
non men prode capitano che valente uomo di governo, non
riceve i suoi ordini dall' imperatore, ma da Teodora, e dietro
IL PAPA V1GILIO 661

ad ordini segretamente da lei trasmessi, pon mano ad azioni


gia per se stesse di molta gravita, ma che certo dovevano
essere ancora piii gravi per la circostanza della guerra aspra
e difficile, che egii doveva sostenere in quel medesimo tempo
contro i Goti agguerriti e ostinati nella resistenza e non panto
l
oliati dalle popolazioni italiane .

Ne solo Belisario figura qui come uno, che vien meno al

suo dovere di capitano e di luogotenente dell' imperatore, e


che non curandosi di interrogarlo e di eseguirne i voleri, si
mostra sollecito solo di eseguire gli ordini segreti dell' impe-
ratrice, eziandio con i mezzi piu indecorosi ed infami, ricor-
rendo cioe a falsi testimonii; ma di piii egli, che agisce quasi
da rozzo e ignorante schiavo rispetto all'imperatrice, fa pure
una figura assai indecorosa e da schiavo rispetto a sua moglie
Antonina.
La nella sua dimora sul Pincio, nella sala,
j
dov entra Sil-

verio, Antonina sta a giacere sul letto e Belisario trattiensi ai

suoi piedi, proprio come gli antichi schiavi sempre pronti ai


cenni ed ai capricci dei loro padroni. Antonina 6 pur quella
che parla e rimprovera il papa, come se Belisario fosse un
insensate, che non sapesse trattare gli affari di maggior ri-
lievo. Cos! ancora quando, in Liberate, Belisario per la seconda
volta manda invito a Silverio di recarsi al suo palazzo, chi
gli porta F invito e Fozio, figlio di Antonina. In ultimo, nella
stessa falsa lettera di Vigilio ai tre patriarch! Teodosio, An-
timo e Severe, Vigilio afferma che la comodita di mandare
quella lettera ai suoi destinatari gli vien porta dalla patrizia
Antonina, la quale si offre di farla giungere nelle loro mani.
Or bene un'eguale rappresentazione di quei quattro per-
sonaggi trova in un' opera, che fu scritta certamente in
si

quello stesso tempo, e nella quale sappiamo che era narrata


in tutti i suoi particolari la morte di Silverio.

Procopio, nel lib. I, capo 20 De bello Gotico, racconta il malcon-


1

tonto dei Roman i contro i Greci, che con poche forze avevano iniziata
la a'uerra contro i Goti.
6(52 EL PA-PA V1GILIO

E ncto che Procopio dL Cesarear dopo aver seritto con


molta serieta, accuratezza e moderazionela*8Yoria delle guerre
de' suoi tempi, ossia delle tre guerre, persiana, vandalica e
gotica, alle quali egli prese parte attiva come segretario e
consigliere di Belisario, ed un' operetta sugli Edificii fatti

costruire da Giustiniano, scriase ancora un libra,, intitolato


Storia arcana. Esso 6 un vero libello infamante non so se
piu contro Teodora e Antonina, eke sono rap present ate come
due mostri di scelleratezza e di crudelta, ovvero contro i loro
mariti GLus-tiniano e Belisario, eke sono dipinti come due
insensati, eke subiscono senza contrasto alciuio il fascino ed
il dominio assoluto e
ignomiaoso delle niogli. Ben diversa-
mente i medesimi personaggi erano statirappresentati iielle
altre due opere delle Guerre e degli Edificii, die sono cer-
tamente di Procopio ;
onde non mancarono eruditi, e in tempi
J
relativaniente piu antiehi e in tempi recenti ,
i
quali, indotti
da siffatta diversity e da altre osservazioni, si persuasero o
almeno dubitarono che Procopio non fosse autore delLa Storia
twcana.
Pero Topiiiionc Loro ebbe poco seguito, e i piii dei dotti
-credonQ ch'essa sia veramente stata scritta da Procopio,. seb-
bene finora non abbiano potato, scoprire la cagione, per cui
uno scrittore, stato fin alloira cosi serio, s' inducesse a com-
porre un' opera tanto indegna di lui, poiche,. accanto ad al-

cune verita, vi si trovano accumulate tante e si obbrobriose


calunme a daiMio. di quei rnedesiimi personaggi, eh' egli aveva
preeedentemente- lodati, Chi voglia conyiiicersi dell' indegno
niodo, con cui vennero travisate nella Storia arcana il ca-
rattere e le azioni dell' imperatrice Teodora, potra leggere
utilmente r opera di Antonino Debidour. I/l/uperatrice Theo-
dora 2 cbe sebbene un po^' affrettata e incompiuta 3 fa vedere
, ,

1
Come Eichelnel 1654, Keinkens, professore nell'Universita di Bre-
slavia, nel 1858.
*
Pazrigi,. Dentil,. 18*f>.
3
Per esennpio,. il carattere relig'ioso di Teodoca; e tnatta-to assai leg-
^ermente. Diremo noi qni tosto quanto ne pensiaino.
II, PAPA VIGILIO (*>f):>

con document! alia ,mano qual conto -si debba fare delle 'bugie
e delle calurmie di Procopio.
Del resto, sia o non sia di Proeopio la -Storia arcana, que-
sto e certo che in essa il suo autore descrisse 'minutamente
la morte data a Silverio, e che egli ne fece autrice princi-
pale non Vigilio, ne Belisario, ma Antonina, che per -com-
piacere a Teodora 1'avrebbe fatfeo uccidere 'di spada da un
certo Eugenio, ministro delle sue scelleratezze La descri- 1
.

zione stava in quella par-te della Storia arcana, che non

giunse sino a noi quindi non possiamo a&sicurare -che fosse


;

ideiitica col nostro racconto. Ma siccome non si puo dubi-


.tare che in esso le par.ti principali della morte di Silv.erdo

fossero attribuite a Teodora e ad Antonina, e d'ailtronde nel


racconto di Liberate, e del Liber figurano altresi 'Teodora
ed .Antonina, si puo credere, .alnieno per quanto spetta agli
episodi relativi alle :due donne, che il raceonto volgato -sud-

Telezione di Vigilio e la morte di Silverio riproduca in parte


il
racconto, ora naancante, di Procopio,
Ho due domne, poiche quan.to-
detto gli episodi relativi alle
che riguarda 'Vigilio, esso proviene
al resto, ossia tutto quello

evidentemente da altra fonte. Esso proviene dai nemici di


questo papa, i quali come sparsero lettexe false di lui, cosi

sparsero pure calunnioso racconto, che abbiamo esaminato.


il

I nemici di papa Vigilio essendo stati varii, eutichiani, nesto-


riani e cattolici difensori dei tre Capitoli, non 6 facile .deter -
minare con esattezza a quale ;delle tre classi appartenes-se
1'autore del racconto. Severino Binio, pres.so il Vincenzi,

pag. 264, riporta una narrazione di Liberate,, provando ch'essa


e opera manifestamente di un eretico nestoriano 2 A oio si .

1
Nel capo I (ediz. di
Bonn, pag. 13), Procopio promette di par-
lare nel eeguito della morte di Sflverio, cosi dicendo di Antonma. ;Po-
nfcea vero quam Augitstam mitigavit oibseqttio, et opera illi iin -summi

momenti coeptis impensa, primum quidem -vita eo modo, de quo postea,


erepta Silverio Ma nel rresto dell'apera non ne fa piu che nna nien-
..

zione incidentale, dove parlando di Engemo dice ehe v.eommissi contra


Silverhtm piaculi satelles t'uerat; ibid. pag.. 16.
8
Historian! capitate X incaute nimis ab aliquo nestoriano
664 IL PAPA VIG1LIO

aggiunga che un eutichiano si sarebbe guardato dal mettere


in cattiva mostra Teodora, la quale, secondo certe fonti sto-

riche, sarebbe stata assai benevola verso di loro


l
.

Onde, secondo ogni probability chi compose il suddetto


racconto fu un nestoriano, sdegnato per la condanna dei tre
Capitoli. Egliprese bensl per fondamento una parte dellanar-
razione di Procopio, ma poi vi aggiimse tutti gli episodi di
Vigilio, al quale infine insinuo che si dovesse attribuire
la morte di Silverio, sebbene Procopio T avesse attribulta
direttamente ad Antonina, e solo indirettamente a Teodora.

quo magna ex parte mutuatus esse videtur, turn quod orthodoxos mo-
nachos Armeniae Theodori Mopsuesteni scripta inseetantes, pro more
nestorianorura apollinaristas nominet; turn etiam quod Theodorum Mop-
suestenum a S. Cyrillo laudatum, et a sacrosancto Chalcedonensi con-
cilio cum laude receptum esse scribat. Quae singula non modo non sunt

vera, sed etiam ipsis Cyrilli scriptis de expositione nicaeni symboli,


ipsique (quo se vertit Liberatus) relation! synodicae chalcedonensis con-
cilii ad Marcianum factae plane contraria.
1
Non appartiene ora a noi esaminare 1'accusa data a Teodora di
favorire gli eutichiani. Ma non sarebbe impossibile ch'essa derivi dalJa
stessa origine, donde scaturi 1' accusa di eutichianismo data a Vi-
gilio. Sapendosi che Teodora godeva d'una certa influenza presso Giu-
stiniano, potrebbe darsi che i nestoriani, ed i cattolici troppo ardenti
difensori dei tre Capitoli, supponessero suggerita da lei a Giustiniano
la condanna dei suddetti Capitoli. Un iudizio d'una partecipazione at-
tiva di Teodoraalia condanna dei tre Capitoli parmi di vederlo nel

seguente passo d'una lettera di Pelagio II a Childelberto nel 556, in cui


dice che, dopo la morte di Teodora (avvenuta nel giugno del 548) non
erano piu sorte in Oriente question! intorno alia fede, ma che s'erano
discussi solo certi Capitoli all' infuori della fede, di cui lungo ed inutile
sarebbe il discorrere A transitu divae memoriae Theodorae Augustae
:

nullas de fide quaestiones Ecclesia Dei in partibus Orientis, Deo mise-


rante, formidat, sed quaedam Capitula extra fidem fuerunt agitata, de
quibus longum est ut epistolari possint complecti sernione; BARONIO,
Annales, ad ann. 556, n. XXVI. In particolare meriterebbc d'essere esa-
minata una vita di S. Saba (531), che eredesi composta da un certo Ci-
rillo scolastico e trovasi presso il Surio (Historia seu Vitae Sanctorum,

ai 5 dicembre, ediz. di Torino, XII, pag. 160), dove si narra che il Santo
ricuso di dare la sua benedizione a Teodora, la quale sperava essere li-
berata dalla sterilita, e poscia, per giustificarc il suo rifiuto, disse che
un figlio di Teodora avrebbe potuto poi gustare anch'egli
le dottrine

eretiche di Severo ed eccitare torbidi nelia Chiesa. E forse il testo piu


esplicito che esista contro la fede religiosa di Teodora.
IL PAPA VIGILIO 665

E possibile tuttavia cbe il raccouto, composto originaria-


mente da un eretico nestoriano (di nazione) greco sia stato in

qualche punto modificato dai difensori del tre Capitoli, che,


come Liberate, lo portarono e lo sparsero in Occidente. Oosi
per es. mentre il prirao scrittore nei patti corsi tra Teodora
e Vigilio mise solo il richiamo dei patriarchi, qualche difen-
sore dei tre Capitoli vi pote aggiungere la condanna del con-
cilio di Calcedonia, ed un altro la condanna dei tre Capitoli

come, con manifesto anacronismo, leggesi presso Vittore


1
.

Anche il genere di morte dato a Silverio fu modificato.


Mentre Procopio morire di spada *, nominando persino
lo fa

il suo carneflce Eugenio, Tautore della calunniosa narra-


zione lo fa morire d' inedia, e neppur dice con espressi ter-
mini che Vigilio ordinasse tal morte.
Altre modiflcazioni poisi fecero al racconto, quando esso

fu portato a Roma. Ivi si tolse la promessa fatta da Teodora


di dare a Vigilio una forte somma di moneta. Essendo ben
nota a Roma la famiglia patrizia di Vigilio (poiche si sa che
suo padre Giovanni era stato console, e suo fratello Reparato
senatore) parve assurdo che Vigilio si lasciasse guadagnare
dall'oro.
Cosi pure 1'isola Palmaria, che leggesi presso Liberate,
sotto la penna dello scrittore romano piu pratico dei luoghi,
si trasform6 in isola Ponza, questa sola essendo abitabile,
non 1'altra, che e uno scoglio deserto.
Delia derivazione greca del racconto non mancano indizii.
Liberato fin Breviarium protesta d'aver
dal proemio del suo
derivate le sue notizie dalla Storia tripartita (che va fino
al 450 circa) e per i tempi piu recenti parte da relazioni

orali e parte da uno scritto greco da lui trovato in Ales-

1
I patti si sarcbbero stretti nel 536, mentre la questione dei tre Ca-
pitoli sorso solo nel 543.
2
Dove parla della morte di Silverio (ediz. di Bonn, pag. 16) Pro-
copio adopera 1'espressione spyd^soxai jjuaafia, che, come prova 1'Ale-
manni, ivi in nota, presso Procopio sig'nifica sempre morto di spada :

vol. Ill, pag. 350.


666 IL. PA-PA VIGILIO'

sandria i
. Siccome persone, che- potessero di propria scienza
attestare i
patti occorsi nella pretesa deposizione di Silverio e
nell'elezione di Vigilio, come
racconta Liberate, noil pote-
li

vano esistere, quindi ne segue cbe quei fatti Liberate li tro-


vasse nel maiioseritto greco di Alessandria. Che- ad Ales-
sandria si fabbrieasse la falsa lettera di Vigilio ai tre pa-
triarchi ne puo essere argomento la precedent r die ivi e -

data, a Teodosio patriarca d' Alessandria- anziche ad Antimo,


patriarca: di Costantinopoli. Un altro indizio e dove nel rac
conto. si nomina. Ravenna come la citt& in cui risiedeva. Be-
lisario, allorche Vigilio venne in Italia da Costantinopoli,
nel. 536. Nel 536 Kavenna apparteneva ai Goti ? ne-Belisario

vi pot6 penetrare che o s-ulla fine del 539 o sul principio


del 540. Un tal errore difficilmente si puo attribuire ad
uno scrittore africano, cui per la vicinanza i: fatti accaduti
non molto prima in Italia dove van o essere noti. AI contrario
esso spiega benissimo in un. greco il quale sapendo che,
si; >;

quando egli scriveva. (nel 553 o poco dopo), Ravenna era la


sede delUesarca, pote credere che tale gia fosse fin da quando
Belisario pose piede sul continente italiano nel. suddetto 536.
Un ultimo indizio lo trovo nel rimprovero che si mette
in bocca ad.Antonina, allorch6 dice a Silverio :: Che facemmo
noii ai: Romani perche tu congiurassi con i Goti? A
a te ed
me sembra che quell' aggiunta ai Romani indichi la mano
d'uno straniero, e piu probabilmente d'un greco. Un romano
non avrebbe for.se mai pensato di rappresentare i suoi con-
cittadini come nemici dei. Greci, o almeno come dubbiosi se
dovessero scegliere tea Greci e Goti. AI contrario un greco,
vedendo sempre i Romani uniti= e concord! col papa> poteva
facilmente immaginarsi, che se il. papa teadiva la^ causa dei
Greci, anche i Romani dovessero far lo stesso.

1
Ex ecclesiastica historia nuper de graeco' in latinum trauslata,
1

et ex g.estis s\ nodalibns
r
vel Sanctorum Patrum epistolis hoc Breviarium
collegi, nectens teniporum curriculo ilia qiiae in graeco Alexandriae
scripto accepi, vel gravissimorum hominum. narratione fideli. MIGXE,
op. cit. pag. 969.
IL PAPA VIGILIO 667

Ecco pertanto quali sarebbero la genesi e lo svolgirnento


del racconto. Prendendo per punti di part en za il racconto
di Procopio sopra la morte cli Silverio per opera di Anto-
nina e di Teodora, e 11 fatto vero deiresiglio di Silverio
per opera di Belisario, un nemico di Vigilio, probabilmente
un eretico nestoriano greco, forse di Alessandria, vi ricarno
sopra una narrazione, il cui fine era di rappresentare Vi-
gilio come segretamente partigiano dell'eresia eutichiana (e,

per conseguenza, nemico del eoncilio di Calcedonia), ambi-


zioso del trono pontificio, usurpatore del medesimo a danno
di Silverio, e autore delFesiglio e della morte di Silverio. La

narrazione fece fortuna anche in Occidente, specialmente tra


i cattolici difensori dei tre Capitoli, oride ne rimase poscia
ottenebrata per secoli la fama di quel papa.

.5. Cib die


:
,s/
pub <credere intorno a Silverio ed a Vigilio.

Rigettati i racconti favolosi del Liber pontificates e del


tre scismattci africani, Liberato, Vittore Tunnnnense e Fa-
condo (F Ermlana, viene da ultimo la questione : che co-sa si

possa credere intorno a Silverio ed a Vigilio.


Procopio nella Storia della guerra gotica :afferma, cbe e-
sendo sorto sospetto che Silverio volesse cedere la citta al
Goti (i quail fin dal 1 marzo del 537 strettamente Fassedia-

vano) Beli-sario mando tosto Silverio in Grecia, e dopo qual-


che tempo stabill un altro papa, di nome Vigilio
d
. A ri-

gore il testo greco cli


Procopio non dice, siccome tradusse il

Comparetti che Belisario sospettasss egli stesso, ma dice in


2
,

genere essendo sorto sospetto 8 Onde ehi volesse alquanto


: .

^WCS 02 ic, StXpipiov TOV T^$ udXstos dp^cspca ys


ic, T6-&ouc, Trpdaaot, auiov JJLEV e^-ryjv EXXdSx -eTcsfi'lsv aOxixa, te-

pov csdpxf.spa oXiya) ucispov, BcytXiov ovojia, xaxsar^aai; > in Fonti per
la Storia d' Italia, PROCOPIO, vol. I, pag. 182.
2
Venuto poi (Belisario) in eospetto ecc.-, Loco cit.

; Loc. cit.
668 IL PAPA VIGILIO
scusare Belisario potrebbe pensare che i sospetti sorgessero
in altri e dai sospetti si passasse alle ealunnie ed ai risenti-
menti ;
e Belisario, forse per provvedere allo stesso decoro del

pontefice, Pinvitasse ad uscir fuori della citta sotto qualche


onorevole pretesto, od anche, se vuolsi, lo facesse accompagnare
come dice Procopio, in Grecia. Chi cosi pcn-
in Oriente, ossia,
sasse potrebbe avere una qualche conferma nel iatto, che in

quel medesimo tempo furono, per la stessa causa di sospetti,


mandati fuori della citta parecchi senatori. Sebbene Silverio
avesse accolto benevolmente Belisario in Roma, quando vi
era entrato il 10 dicembre del 536, ed avesse esortato i Ro-
mani ad accettarlo, tuttavia gente malevola no a manca mai ;

ed il fatto che il re Teodato aveva mostrato assai favore a

Silverio, quando era stato eletto papa, e poi Vitige nel par-
da Roma, pochi mesi prima, a lui, come a prinio cittadino,
tirsi

aveva raccomandata la difesa della citta, pote dar ansa


a costoro di calunniare Silverio. Laonde Belisario, tutto in-
tento com'era a mettere la citta in assetto di far lunga di-
fesa contro i Goti che 1'assediavano, pote credere espediente
che (veri o no fossero i sospetti) se ne allontanasse Silverio.
Notisi che poco prima Belisario aveva mandato fuori di Roma
le donne, i fanciulli ed i non fossero strettamente
servi, che
necessarii, affinche- prolungandosi Passedio, non scarseggias-
l
sero i viveri per i soldati .

Lo stesso press'a poco ranonimo, che continu6 la


dice
cronaca di Marcellino Conte, dal 534 al 548, e che forse prese
da Procopio 2 .

Del resto facciasi pure 1'ipotesi che i sospetti piu che in


altri nascessero in Belisario, e che questi procedesse alquanto

alia leggera nel credervi e nelPallontanare il pontefice. In tale

ipotesi non sarebbe impossibile, che vi fosse un fondo di vero

1
PROCOPIO, De Bello Gothico, lib. I, capo 25
8
Egli dice cosi: Vitigis tyrannus, exercitu congregate,
Romam
obsidet, cui tune fa^^entenl papam Silverium Belisarius ab episcopatu
summovit, et loco eius Vigilium diaconum ordinaarit. MOMMSEN, op. cit.

pag. 105.
IL PAPA V1GILIO 660

la dove Liberate racconta che Giustiniano, volendo certo ri-


mediare allo sbaglio del suo luogotenente, comando che Sil-

verio fosse ricondotto in Italia. Una disapprovazione di Giu-


stiniano sarebbe tanto piu verisimile, se fosse vero quanto
credette il Baronio, che piii tardi lo stesso Belisario disap-
prove sua disapprovazione e ritrattazione
quell'atto, e della
voile lasciare im pubblico e solenne monumento, facendo

erigere in Roma una chiesa per chiedere a Dio venia del suo
mancamento. La chiesa fu distrutta, ma T iscrizione, che
sovr'essa leggevasi, esiste ancora nella chiesa di S. Maria
di Trevi, tra il Pincio ed il Quirinale, e dice cosi :

Hanc vir patricius Viiisarius urbis amicus


Ob culpae veniam condidit ecclesiam,
Hanc iccirco pedem sacram qul ponis in aedem
Ut miseretur eum saepe precare Deum.

Janua Jiaec est templi Domino defensa potenti *.

Sebbene la frase ob culpae veniam si possa intendere in


genere di tutti i psccati, quasi ob culparum veniam, nulla
vieta tuttavia di credere all'interpretazione del Baronio, che
1'intese della colpa particolare d'essere stato ingiustamente
molesto al sommo Pontefice.

Quanto al luogo di relegazione di Silverio, Procopio dice


in Grecia, e? if^v EXXiSa, Liberate dice a Patara nelia Licia.

Parmi anche qui preferibile Procopio, e forse in Liberato Pa-


tara & uno sbaglio in luogo di qualche citta greca, di nome
non disskmile, per esempio, Patrasso.
Che se realmente, come dioe il racconto, per ordine di
Giustiniano Silverio fu ricondotto in Italia, uon sarebbe im-
possibile che la sua morte avvenisse alle isole Ponzie in

1
Aunales ad an. 538, n. X. L'ab. TANCREDI, nell'opera I Sommi
Ponteftci Ormisda e Silverio e i loro tempi, 1867, pag. 601, dice che il
marmo dell' iscrizione si conserva nella parete esterna della ckiesa ogg-i
detta di S. Maria Twvio, a pie' del Quirinale, meglio S. Maria di Trcvi;
vedi GRISAR, I Papi nd Medio Evo, vol. II, pag. 23"2.
670 IL PAPA VIGIL IO

seguito a qualche naufragio, non pero, come dicemmo, il


20 giugno, ma verso la fine di novembre. I Bollandisti noa
conobbero memoria alcuna che confer masse la sepoltura di
II solo che finora ne abbia parlato
J
Silverio in quelle isole .

2
e Francesco Duchesne ,quale riferisce un distico allusive
il

alia sua sepoltura ;


ma siccome non dice donde T abbia preso,
e d'altronde quel distico ha piu Tapparenza d'essere stato
composto ne' secoli IX o X anziche nel VI, la notizia rimane
piu che dubbia.
Rtguardo al tempo in cui Silverio sarebbe stato costretto
ad abbandonar Roma, non abbiamo altra indicazione all' in-
fuori deH'ordine, con cui Procopio racconta i varii fatti della
3
Guerra Gotica . II bando dato da Belisario a Silverio e nar-

1
Ada tomo IV di giugiio, pag. 14. II piii antico autoro noto
SS.,
ai Bollandisti, che dia Silverio come santo sarebbe Pietro de Natal i,
nel secolo XIV. Di poi fu edito un calendario della chiesa di S. Maria
sull' Aventino, che lo inette tra i Santi ed e del seeolo XI; GRISAR, Geschichte

Roms und der Pcipste im Mittelalter, vol. I, pag. 507; idem, trad. ital.
vol. II, pag. 137.
2
FRANgois DUCHESNE, Hisloire des Papes et souverains chefs de I' Eglise
Paris, la Coste, 1653, vol. I, pag. 296, dice che si puo credere a Li-
berato, il quale mette la morte di Silverio in uua delle isole Ponzie, e
poi soggiunge: Aiissi se trouve, t'il deux vers, qui temoignent qu'il fat
enterre au meme lieu, de son exil ; car void ce qu'ils disent :

Romanae supremus apex Sylverius aedis


Ossa sub hoc retinet mortutis extranco :

e in inargiue aggiunge mar more, forse per spiegare la pacola, extranet).


II Tancredi dice che il
volgo chiama torre di S. Silverio i ruderi di
una casa, che i Farnesi vi edificarono (nell' isola Palmaria) nel secolo
decimosesto. Op. citata, pag. 598.
8
II Vineenzi (pag. 279) a coiifermare che Silverio mori verso la fine

del 537 cita un passo arcana dove Procopio, avendo inci-


della Storia
dentalmente ricordata la soggiunge che non multo
morte di Silverio,

post Belisario fece uccidere un suo generale di nome Costantino, del


quale si sa d'altronde che fu ucciso nel gennaio del 538. (Si veda PRO-
COPIO, ediu. Comparetti, vol. I, pag. 55 e vol. Ill, pag. 288). Ma nel
testo di Procopio la frase non multo post sembra riferirsi piuttosto alia
morte di una certa Macedonia ivi nominal a. Ecco il testo di Procopio,
Stor. arcana, capo I, pag. 16 Macedonian! vero famulam, ambosque
:

pueros uxori se deditururn (Belisarius) pollicetur quos Antonina linguis, ;


IL PAPA VIGILIO 671

rato da lai nel capo 25 del libra I, subito dopo avere enume-
rati certi provvedimenti presi da Belisario nci primi tempi del-
Fass^dto per la vigorosa difesa della citt&. Tali furono raver
mandate fuori tutte le persone non atte alle armi, donne,
faneiulli e servi, e 1'aver costretto; i cittadini rimasti a pren-
dere le armi e invigilare per turno a guardia delle mura.
Dopo cio scrive, eke Silverio, eaduto in sospetta di voler con-

segnare la citta ai Goti, fu mandate in Grecia, e die per lo

stesso motivo furono sbanditi parecchi senator!.

Quest! provvedimenti sono raccontati da Procapio do-po


la deserizione di un prima assalto dei Goii alLe rnura avve-
nuto 11 18 giorno dell'assedio
-
1
,
a cui subito tenne-ro dietra
due battaglie, una ad un luogo
Vivaio, Taltra a portadetto il

Salara, e prima deiroecupazione della citta di Porto, avve-


nuta per opera di Vitige il 3 giarno dopo la battaglia del
Vivaio Siccome Fassedio regx>lare di Roma comincid nel
2
.

3
principle di marzo 537 il bando di Silverio e dei senator!
,

sembra si debba collocare fra i suddetti due termini, ossia


verso i) 20 della stesao mese di marzo.
Ci6 posto la differenza di cui abbiamo parlato sopra, che
si trova nelle cifre dei pontificati di Silveria e di Vigilio tra
il coclice Veronese da uaa parte ed il Lib. pontif; con i cata-
logi antichi o se vualsi coll' Indice dei papi dall'altra, si

spiega facilmente.
II catalogo di Verona aceordando 9 mesi a Silverio com-
puto il tempo eorso dalla sua elezione (o consecrazione) circa
il 20 giugno 5E6 sino al sua bando da
Roma, che fu circa
il 20 marzo del
537, e cosl pure dal marzo del 537 fece
cominciare i 18 anni, mesi 2 e 9 giorni accordati a Vigilio.
lit fertur, pramim membratitn concisos, sacculis ad extremiini
rcsectis, et
inclusos in altum illico illi minister sceleris quidam ex
demergit. Fuit
famulis, Eugenius nomine, qui et commissi contra Silverium piaculi sa-
teries fiierat. Constantinum etiam non multo post etc NelFedizione del
Mjiltreto, pag;. 281, fu oinesso- il non multo post, che pero leggesi nelgreeo
oO uoXXw uoispov.
2
PROCOPIO, De bello gofhico, lib. I, capo 22.
1

Ib., capo 27.


Secondo una data del Lib. pont., Vitige sarebbe giuuto sotto lo
*

mura di Roma il 21 febbraio. Da Procopio pero sappiamo che 1'assedio


regolare comincio solo al p-rincipio di marzo.
672 IL PAPA VIGILIO
Al contrario il Liber e 1'
Indice, che diedero a Silverio 1
anno, 5 mesi e 11 giorni, dovettero coniputare per Silverio
tuttoil tempo corso dalla sua elezione
(o consecrazione) sino
alia sua morte. Questa poi, stando alle cifre predette sarebbe
accaduta nel novembre del 537, uno o pochi giorni prima
del 22 novembre, quando, secondo la data del Liber Ponti-
ficalis, sarebbe cominciato il governo di Vigilio.
Per chi, come noi, ammette quest' ultima data (22 nov. 537)
come inizio del pontificate di Vigilio, e non crede alle tante ca-
lunnie sparse contro Vigilio, tra cui quella ch' egli usurpasse il
trono pontificio mentre viveva ancora Silverio (calunnia che
Facondo d' Ermiana, sebbene ostilissimo a Vigilio, non ripete)
la spiegazione suddetta apparisce del tutto soddisfacente.
A togliere ogni resto possibile di dubbio potr giovare la
considerazione della provenienza del catalogo Veronese. Mentre
le cifre cosiconformi del Liber pout, e dell' Indice dei papi
sono certamente di provenienza romana, il catalogo Vero-
nese, conservato ab antico in un archivio di Verona, si pu6
credere con molta probabilita che sia Veronese. II che, am-
messo il tempo in cui si crede scritto il codice, cio6 nel

secolo VI *,
e dato il carattere scismatico del frammento
laurenziano in esso contenuto, vorrebbe dire di origine sci-
smatica. E noto che tra i piu ardenti difensori dei tre Capi-

toli, oltre a parecchi vescovi d'Africa, furonvi altresl alcuni


vescovi dell' Italia superiore, e tra essi i vescovi del Veneto
col loro arcivescovo (che in quella circostanza si chiamo
patriarca) d'Aquileia. Essi si separarono interamente dalla
S. Sede e diedero inizio ad uno scisma che duro per un se-
colo e mezzo. Oggetto delle ire di costoro, come di tutti i

difensori dei tre Capitoli, dovette essere piu che altro Vigilio,
il quale
per il primo li aveva condannati. Onde e naturale il
pensare che anche nel Veneto, e quindi a Verona, si acco-

gliessero prontamente le dicerie sul papa Vigilio, gi accolte


e scritte da vescovi ed ecclesiastic! africani 2 .

1
Al secolo VI lo riferiscono il De Rossi, il Duchesne, il Mommsen
(saeculi VI potius quam VII} ed il
Cipolla.
2 le dicerie
Quanto foissero sparse e acaettatc nell'Italia superiore
IL PAPA VIGILIO 673
Per essere piu sicuri riguardo all'eta del codice Veronese
ed alia suaprovenienza, ci siam rivolti al ch. mo professore conte
Carlo Cipolla, Veronese, notissimo agli studios! per la sua
vasta erudizione storica, non meno che per la perizia nella
scienza paleografica. E siam lieti ch'egli da se gia fosse venuto
a conclusion! quasi identiche alle nostre, siccoine scorgesi dai
brani seguenti delle lettere, ch'egli ebbe la gentilezza di scri-
verci e di cui vivamente lo ringraziamo: (26 agosto 1903)
Esaminai giorni sono Hss. in ques'tione per altre ricerche.
il

Le diro dunque 1'impressione, che allora n'ebbi. Quanto al


tempo, il carattere non puo essere, a miei occhi, del secolo VII.
Anzi a me pare ch'esso sia lontano dalla fine di quel secolo.

Ricordo che dissi senz'altro : e del tempo di Vigilio, della


meta del secolo VI. La differenza da Lei notata l
mi pare di

penda da cio, che Tautore per i


papi precedent! si giova delle
medesime, che si riscontrano negli altri
fonti scritte, di quelle

catalogi e nel Liber. Per Vigilio invece Tautore, essendo


contemporaneo, parla di scienza propria. In lettera del
28 agosto : La
circostanza della presenza di un simile Liber
2
pant., poco ortodosso mi-fece sempre pensare che il codice
,

sia collegato collo scisma. II problema della composizione dei


Mss. veronesi sotto riapirazione scismatica mi si affaccio anni

sono, e allora percorsi tutti i


piu antichi coclici per iscoprirne
lo tracce. Ma non giunsi a conseguenze sicure, e nella dis-
sertazione sulla Giurisdizione della Sedc Milanese (in Am-
brosiana) usai parole, che non compromettessero la question e
(e cosi in quella sulle Fonti ecclesiastiche di Paolo Diacono).

contro Vigilio ne e prova S. Colombano abate di Bobbio che scrivcndo


nel 613 al papa Bonifacio IV lo esortava a respingere ]e accuse che al
cuni facevano ai Papi e cosi gli diccva Inde conventum coge, ut ea,
:

quae vobis obiiciuntur, purgetis... Haereticorum euim rcccptio, nt audio,


vobis reputatur, quod absit crecli vcrum fuisse, csse, vel fore. Dicunt eniiu
Eutychen, Nestorium, Dioscoram, antiques, ut scinius, haereticcs a Yi-
gilio in synodo nescio qua receptos i'uissc. Ecec causam totius, ut aiunt,
scandali. MIGNE, Pat. Lett., vol. LXXX, col. S.27
1
Tra le cifre dei
papi precedent! a Silverio identiche al Liter, e le
cifre di Silverio e Vigilio, che ne difforiscono.
2
Nel frammento laurenziano I'autore partegg-ia p-r Tantipapa Lo-
renzo contro Simmaco papa Ipgittimo.
Serie XVIII, vol. XII, fasc 1284. 43 10 dicembre 1903.
674 IL PAPA VIGILIO
10 tuttavia penso sempre, che la spiegazione sia da cercarsi
la . Finalmente il 3 settembre: Stamane riesaminai il noto
Mss. Veronese. E certo clella meta incirca del secolo VI. II

Liber pontif. vi sta scritto della slessa memo che il resto.


11contenuto del codice consiste sopra tutto in atti (molte
lettere di papa Gelasio) sulla questione Acaciana. Cio e 110-

tevolissimo '.

Colui pertanto che scrisse il catalogo di Verona, persuaso


forse per i racconti suddetti, che Vigilio avesse ottenuto il

papato appena Silverio parti da Roma, e sapendo d'altronde


che quest! era partito da Roma verso il 20 di marzo del 537,
colloco a questo tempo la fine del pontificato di Silverio (as-

segnandogli 9 mesi di governo) ed al 29 marzo (ch'era giorno


di domenica) il principio del pontificato di Vigilio.
In quest' ultimo computo egli sbaglio certamente, se cre-
dette che Vigilio prendesse allora il nome di papa e ne eser-
citasse le funzioni. Ma, a nostro avviso, non si sarebbe apposto
male, se egli avesse voluto indicare solamente che, partito Sil-
verio, Vigilio assunse il governo non gia della Chiesa cattolica
intera, ma della sola Chiesa romana. Questa interpretazione
ci vien fornita dal titolo di arcidiacono, che si trova dato
a Vigilio nel Liber pontificalis, e che in mezzo alle tante ine-

sattezze e verita insieme congiunte di cui quest 'opera e piena,


ha tutta Tapparenza di vero. Vigilio, come abbiam veduto,
alia morte di papa Agapito non era pun to a Costantinopoli
in qualita di apocrisario, come dissero i suoi nemici e in

particolare Liberate, che contraddicendo a se stesso, ci da


come apocrisario Pelagio. Ora aggiungiamo (sulla testimo-
nianza del Liber) che Vigilio era a Roma e dal nuovo papa
S. Silverio fu eletto (o confer mato) arcidiacono. Nella stessa

narrazione del Liber egli e rappresentato come ii principale


'
Crediamo che Professore voglia dire notevolissimo per
I'illnstre
fissare 1'eta del codice e forse le tenderize di
clii lo scrisse. Alcuni, par-

lando del Liber, o frammento laurenziano, lo dissero scritto nel 518 o 519
mentre durava lo scisma d'Acacio; ma 1'osservazione del ch. conte Ci-
polla che la stessa rnano scrisse il frammento lanrenziano e le cifre di
Vigilio con la sua morte il 7 giugno 555 lo dimostra inferiore, sebbene
forse di poco, a quest'anno 555.
IL PAPA VIGILIO 675

del clero dopo Silverio, e il solo, die 1'accompagna nelle


stanze interne di Belisario. Ed e indubitato che la dignitn
d'arcidiacono nella chiesa di Roma a quei tempi era la prim a

dopo la pontificia, e chi n'era investito esercitava la carica


di vicario generale del papa.
Che se gia Vigilio era vicario del papa mentre questi
stava a Roma, molto piii un tale ufficio gli competeva nel-
1'assenza del pontefice ;
ond'e del tutto naturale che, partito
da Roma Silverio, nel marzo del 537, Vigilio, come arcidia-

cono, esercitasse governo della chiesa romana. Sotto questo


il

riguardo si possono accettare le cifre forniteci dal contem-


poraneo scrittore del codice Veronese sui pontificati di Sil-

verio e di Vigilio anzi, come abbiamo veduto, esse sareb-


;

bero confermate dalla cronologia di Procopio ma e falso che ;

Vigilio fin dalla partenzadi Silverio si facesse consacrare ve-


scovo e si credesse investito della suprema autorita pontificia .

La sua consecrazione come apprendiamo dal Liber, a cui


sono conformi antichi autorevoli catalogi, avvenne in no-
vembre ed il 22 novembre del 537, dopo la morte di Silverio.
L'esercizio legittimo d'una parte dell' autorita pontificia
che Vigilio ebbe contemporaneamente alia partenza di Sil-
verio, pot6 dar ansa alle ciance sparse contro di lui da' suoi
nemici, e renderle piu credibili davanti al popolo. Esso ci
spiega pure come Procopio potesse dire che Belisario, sban-
dito Silverio, poco tempo dopo costitul papa Vigilio. Procopio
non era ecclesiastico, anzi piu volte nei suoi libri si professa
estraneo alle question! teologiche, e pud aggiungere che si

nella sua storia della guerra gotica, dove pure minutamente


narra i fatti militari e civili, non si cura di esporre gli av-
venimenti di indole ecclesiastica. Per citar solo un. esempio,
tace interamente del viaggio a Costantinopoli compiuto nel
536 dal papa Agapito, per commissione del re goto Teodato.
Egli, stando in Roma nel marzo del 537 e vedendo che Vi-
gilio, amico di Belisario e dei Greci *,appena partito Silverio
ne aveva assunte le veci, e dipoi, dopo la sua partenza da
1
Quando Vitige lascio Roma aH'avvicinarsi di Belisario, trasse con
se a Ravenna alcuni ostaggi romani, e tra essi il senatore Reparato,
T
fratello di V igilio.
676 IL PAPA VIGILIO
Roma avvenuta sulla fine di giugno di quell' anno stesso ]

sentendo che Vigilio era da tutti rieonosciuto e venerato qual


papa, pot6 credere che in tal dignita fosse stato costituito
fin dal momento che Silverio aveva abbandonata Roma..
Del resto non si potrebbe ammettere che nelPelezione di
Vigilio, Belisario si arrogasse un diritto maggiore di quello
che si erano arrogato precedenti sovrani d'ltalia, Odoacre
i

ed i re Goti, e quest'era che il papa non venisse eletto senza


ilk>ro consenso, o in altri termini, che il nuovo papa non si
credesse aver definitivamente accettata la sua dignita, se non
interveniva il regio beneplacito. La costituzione di Odoacre
del 489, che cosi ordinava, fu dichiarata lesiva del diritto della
Chiesa in un concilio del 501. Tuttavia sembra che i re Goti,
almeno in alcuni casi, la volessero mantenuta. Dico sembra
poich6 su questo punto vi sono nel Liber pontificalis dei
passi, che meriterebbero d'essere seriamente esaminati. Tal
e quello relativo a Silverio, la cui elezione dal suo 1 biografo,
a lui certamente ostile, 6 rappresentata come opera simoniaca
del re Teodato. Al qual proposito osserva giustamente il Du-
chesne biografo mostra tale ostilitd contro i Got', il
: II

loro re Teodato ed il papa scelto da costui, che non potreb-


besi accettare la sua testimonianza senza detrarne qualche
cosa. al patto simoniaco conchiuso con Teodato
Quanta poi
e dessa una
di quelle accuse, die lo spirito di parte sparge
tanto piu facilmente quanto e piu difficile e spesso an die
2
impossibile fame la verificazione Che 6 cio stesso, che .

noi abbiamo qui sostenuto riguardo a Vigilio, con questa


fin

differenza tuttavia che se per Silverio, per mancanza di do-

cumenti, non si puo fare alcuna verificazione, questa si pud


fare per Vigilio.
Lasciamo che i nostri eruditi lettori apprezzino, come cre-

dono, le ipotesi che venimmo esponendo in questo e nel pre-


cedente paragrafo, ma siam certi ch'essi si uniranno con noi
nel pensare che il racconto di Liberate, del Liber e di altri

1
Procopio fu mandato a Napoli da Belisario poco dopo il solstizio
estivo ;
De bello goihico, libuo II, capi 4 e 5 sul principio.
2
Lib. pontif. vol. I, pag. 293.
1L PAPA VIGILTO 677

intorno alia rnorte di Silverio e all'elezione di Vigilio e del


tutto favoloso.

Vigilio non fu simoniaco, ne eretico, ne usurpatore, ne


omlcida, ma fu un degnissimo papa, fermo nella fede, zelante
della sua purezza, sollecito del divin culto e della prosperita

spirituale e materiale del suo gregge. Nato di nobile famiglia

romana, papa legittimamente dopo la morte di


egli fu eletto

Silverio, di cui forse gia aveva tenute le veci, come arci-


diacono, nella sua assenza da Roma. Eletto papa mentre tut-
tavia durava 1'assedio di Roma, egli mostro tanta sollecitu-
dine per alleviare le miserie de' suoi concittadini e figli, e
salvarli dalle spade dei nemici e portarli, per cosl dire, sulle

proprie spalle, che il poeta Aratore, il quale, dopo sostenuti


onorevoli uffici presso i Goti, era entrato per esortazione di
Vigilio nella carriera ecclesiastica, nella dedica di un suo
poema, lo saluto col nome di IWerta pubblica, sinonimo, nel
suo linguaggio, di liberatore del popolo:

Moenibus undisonis bellorum incendia cernens


Pars ego tune pipuli, tela paventis, erain.

Publica libertas, Vigili, sanctissime papa,


Advents incluso solvere vincla gregi;
De gladiis rapiuntur oves, pastore ministro,
Inque humeris ftrimur, Te revoca&te, pits
l
.

Sciolto Tassedio, e partiti i Goti nel marzo 538, Vigilio


si occup6 con premura di restaurare le basiliche dei martin
e riparare i danni, che, a detta d'un'iscrizione, egli gemendo
aveva visto comnettersi dai barbari.

Diruta Vigilius nam mox haec papa gemiscens,


Hostibus expulsis, omne novavit opus 2 .

Nel novembre del 545, mentre Totila approssimava a


si

Roma per cingerla nuovamente d'assedio, Vigilio, o credendo


piu opportune per il bene della Chiesa che il papa stesse in
luogo di facile accesso per tutti i fedeli, o cedendo alle istanze
di Giustiniano imperatore, si reco in Sicilia e poi a Costan-

tinopoli. Dalla Sicilia, raccolte molte provvisioni di grano

1
MIGNE, Pat. Lat., vol. LXVIII, pag. 72.
2
GRISAR, I Papi del Medio Evo, vol. II, pag. 217.
678 IL PAPA VIGILIO
dai ricclii patrimonii che la Chiesa romana cola possedeva,
le invio ai Roman! assediati, ma di tal sua opera caritate-
vole non ne ebbe che il rnerito davanti a Dio, poiche le prov-

visioni furono intercettate dai Goti.


A Costantinopoli mautenne intatta non meno I'ortodossia
della fede, che la dignita ed indipendenza pontificia. Invano
contro di lui 1' imperatore adopero minacce e violenze. Egli
non voile accettare la condanna dei tre Capitoli, pronunziata
dall'autoritanon competente dell' imperatore e di un concilio
non legittimo, ma li condanno per autorita propria nel tempo
e nel modo, che gli parve migliore. Nel frattempo Giustiniano
aveva conquistata 1' Italia, e Vigilio, rappacificatosi con lui,
gli suggerl una serie di leggi intese a migliorare la sorte

degli Italiani. Con esse ritorno in Italia, ma nel ritorno morl


a Siracusa il 7 giugno del 555.
Alle persecuzioni da Vigilio, sofferte in vita per la fede, si

aggiunsero di poi le calunnie sparse contro di lui in vita e


dopo morte, e 1'infamia gettata sul suo norne. Noi ci sentiamo
felici d'averne vendicata la memoria con tanti argomenti, ai

quali vogiiamo che serva come di suggello la testimonianza


dello stesso Vigilio. In una lettera solenne, scritta il di 17
settembre 540 all'inaperatore Giustiniano, Vigilio attesta che
nessuno, per quanto astuto e sottile, potra mai trovare che
egli, Vigilio, abbia fatto o anche solamente tentato cosa
alcuna contro le prescrizioni dei concilii oppure dei papi suoi
predecessor! Nos nihil contra synodalia, vel praedeces-
:

sorum nostrorum praesulum Sedis Apostolicae constituta


aut commisisse aliquid aut tentasse, quisquam, licet astutus

et subtilis, inveniet.

Evidentemente Vigilio non penso che uomini astuti e sottili,


e nello stessotempo malvagi e accecati dall'odio, se non po-
tevano trovar colpe vere, potevano calunniando apporgliene
delle false. Ma, quest' imprevidenza appunto conferma tutti

gli altriargomenti, e quasi li supera in forza, perche e


prova della fiducia e rettitudine della sua coscienza.
Nota. Sopra, fasc. 3 ottobre 1903 del preseiite volume, pag. 16 r
lin. 25 in luogo di deporre Antimo, si legga :
riporre in seggio Antimo.

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