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LA MECCANICA DELLE TERRE

Una costruzione, di qualunque tipo essa sia, trasferisce a terra dei carichi i quali generano delle sollecitazioni
che devono essere opportunamente assorbite dal terreno. Il terreno deve essere inteso come parte
integrante di una struttura o come materiale che costituisce la struttura stessa; esiste quindi un’INTERAZIONE
STRUTTURA-TERRENO che si verifica in particolare: in opere come ponti, fondazioni, opere di sostegno delle
terre, rilevati stradali, argini di fiumi e canali.

Una qualunque costruzione e in particolare le opere di ingegneria determinano, in alcuni casi, squilibri e danni
sotto l’aspetto ambientale, paesaggistico, idrogeologico e biologico e, quindi, devono essere studiati
attraverso un’approfondita valutazione dell’impatto ambientale (VIA), problema che viene affrontato nello
studio dell’urbanistica. La geologia ricerca le cause attraverso lo studio della STRUTTURA DEI MATERIALI che
compongono la terra. Le caratteristiche geologiche delle rocce, affioranti e situate sotto il suolo, vengono
rappresentate con delle carte geologiche e topografiche sulle quali le caratteristiche vengono indicate con
valori e simboli uniti a lettere e numeri.

La GEOTECNICA riguarda la meccanica del terreno e studia l’equilibrio delle terre sciolte e le loro
caratteristiche e proprietà tecniche; studio finalizzato all’utilizzo delle terre come materiale da costruzione.
Esse devono soddisfare, in genere, esigenze di resistenza in quanto sono soggette a particolari sollecitazioni,
essendo materiali sciolti costituiti da detriti rocciosi di varie dimensioni e con caratteristiche fisiche che
possono variare nel tempo.

Nelle terre si distinguono tre parti, o fasi:

1. FASE SOLIDA, costituita da granuli di frammenti di roccia disintegrata;


2. FASE LIQUIDA, costituita dall’acqua contenuta nei pori della terra;
3. FASE GASSOSA, costituita dall’aria con gas disciolti contenuti nei pori.

Le terre vengono suddivise in due gruppi in base alle loro caratteristiche meccaniche:

1. TERRE COERENTI
Le terre coerenti come l’argilla, hanno un comportamento simile a quello dei materiali elastici: se il carico è
limitato e di breve durata la deformazione, prodotta dai carichi stessi, al cessare della loro azione scompare;
mentre se il carico è elevato la deformazione permane. Tale comportamento è dovuto al fatto che questi
terreni sono in grado di trattenere il contenuto di acqua.

2. TERRE INCOERENTI
Diverso è il comportamento delle terre incoerenti, quali la sabbia, che non sono in grado di trattenere aria e
acqua presenti nei pori, per cui i carichi applicati determinano deformazioni irreversibili.

CARATTERISCHE FISICHE DELLE TERRE

VALORI INDICATIVI DEL PESO γ PER UNITA’ DI


 PESO VOLUMICO REALE: è dato dal rapporto VOLUME DELLE TERRE IN SITO
tra il peso dei granuli di terra e il peso di un TIPO DI TERRENO 𝛾 (𝐾𝑁/𝑚 ³)
uguale volume di acqua a 4°C di temperatura. Argilla compatta 18.00 – 21.00
Il volume delle terra, che è la terra rimossa Argilla mista a sabbia 17.00 – 22.00
dallo stato naturale, subisce un aumento Argilla umida 20.00
Ghiaia 18.00 – 20.00
variabile di volume che va dal 10% al 40%. Il
Marna compatta 21.00
contenuto in acqua è dato dal rapporto Sabbia 14.00 – 17.00
percentuale fra il peso dell’acqua contenuta Terra sabbiosa compatta 18.00 – 22.00
nel campione di terra e il suo peso a secco. Terra vegetale 15.00 – 18.00
Torba 10.00 – 11.00
 PERMEABILITA’: rappresentata dal coefficiente K
 CAPILLARITA’: si verifica nei terreni a grana fine, specie nei terreni argillosi, per il quale i pori fra le
particelle di terra formano dei tubicini capillari attraverso i quali l’acqua risale a causa della differenza
fra la pressione atmosferica e quella dell’acqua sottostante.

LIMITE DI CONSISTENZA (O DI ATTERBERG)

Gli stati fisici delle terre coerenti dipendono dal contenuto di acqua che definisce i loro limiti di
consistenza per il passaggio da uno stato all’altro; in base alla quantità di acqua nel terreno si hanno:

1. LIMITE DI FLUIDITA’ (LF) che rappresenta la situazione di passaggio dallo stato fluido a quello plastico;
2. LIMITE DI PLASTICITA’ (LP) che rappresenta la situazione di passaggio dallo stato plastico a quello
semisolido;
3. LIMITE DI RITIRO (LR) dove la terra raggiunge lo stato solido con perdita quasi totale dell’acqua.

GRANULOMETRIA

Per la classificazione delle terre e per il loro utilizzo nei manufatti è necessario conoscere la loro
composizione granulometrica rappresentata dalla curva granulometrica specifica. Il tracciamento della
curva per un dato terreno avviene separando i granuli che lo compongono mediante due procedimenti:

1. SISTEMA DELLA DECANTAZIONE: applicato quando la granulometria è fine (0.06 – 0.075 mm);
2. SISTEMA DELLA SETACCIATURA: applicata alla granulometria maggiore.

CARATTERISTICHE MECCANICHE DELLE TERRE

VALORI DI MASSIMA DELLA COESIONE c COESIONE: rappresenta la forza di adesione dei


TIPO DI TERRENO C (N/mm ²) granuli di terra uno con l’altro contrastando lo
Argilla grassa 0.050
scorrimento fra di loro. Le forze di coesione e di attrito
Argilla magra 0.010
Argilla sabbiosa 0.002 coesistono ma sono fra loro indipendenti (le sabbie
Argilla umida 0.030 hanno un attrito molto elevato ma una coesione quasi
Argilla secca 0.025 nulla, situazione opposta si ha per le argille).
Ghiaia umida 0.000
Limo compatto 0.010
Sabbia umida e compatta 0.001
Terra vegetale compatta 0.000
Terreni sciolti ⅔∙c

 ATTRITO INTERNO: rappresentato dalla resistenza allo scorrimento delle particelle di terra le une
sulle altre. Lungo i piani inclinati di scorrimento provocati da sollecitazioni esterne si sviluppano una
tensione normale di compressione σ, dovuta alla componente Pn e una tensione tangenziale τ dovuta
alla componente Pt. All’aumentare dell’angolo α si riduce Pn fino a vincere l’attrito e aumenta Pt; nel
momento in cui viene vinto l’attrito l’angolo α prende il nome di ANGOLO DI ATTRITO e si indica con
ϕ. Le due tensioni massime sono collegate fra loro dall’equazione di scorrimento di Coulomb:
1. Per terreni coerenti τ = c + σ ∙ tgφ
2. Per terreni incoerenti τ = σ ∙ tgφ
Un attimo prima che il granulo di terra inizi a scivolare verso il basso si ha la condizione di equilibrio limite
τ
che si verifica quando = tgφ = f
σ
VALORI DI MASSIMA DELL’ANGOLO DI ATTRITO INTERNO ϕ
TIPO DI TERRENO 𝜑 TIPO DI TERRENO 𝜑
Argilla bagnata 20° – 25° Limo compatto 25° - 30°
Argilla secca compatta 50° Limo sciolto 20° - 22°
Argilla secca sabbiosa 30° - 45° Marna grassa 16° - 22°
Argilla umida 15° - 25° Marna sabbiosa 22° - 29°
Ghiaia compatta 35° - 37° Pietrame 40° - 45°
Ghiaia media 48° - 55° Sabbia compatta 35° - 45°
Ghiaia sabbiosa 35° - 50° Sabbia sciolta 28° - 34°
Ghiaia sciolta 34° - 35° Sabbi umida 40°
Ghiaia umida 25° Terra vegetale compatta 35°

VALORI DI MASSIMA DEL COEFFICIENTE DI ATTRITO f DELLE TERRE


TIPO DI TERRENO 𝑓 TIPO DI TERRENO 𝑓
Argilla misto a sabbia asciutta 1.19 Sabbia argillosa bagnata 0.36
Argilla mista a sabbia bagnata 0.58 Sabbia argillosa umida 0.70
Argilla mista a sabbia umida 0.84 Sabbia asciutta 0.47
Detriti rocciosi 0.93 Sabbia bagnata 0.36
Ghiaia asciutta 0.84 Sabbia umida 0.58
Ghiaia bagnata 0.58 Terra vegetale asciutta 0.84
Ghiaia umida 0.70 Terra vegetale bagnata 0.47
Sabbia argillosa asciutta 0.70 Terra vegetale umida 0.70

 RESISTENZA A TAGLIO: determinata con la prova di compressione triassiale: viene preso un provino
cilindrico di terra e viene sottoposto a una compressione uniforme 𝜎1 sulle due basi e a una pressione
radiale σ2 diversa da 𝜎1.
 RESISTENZA A COMPRESSIONE: determinata con la prova a compressione laterale con la quale un
provino cilindrico di terra viene sottoposto in ambiente umido ad una pressione σ sulle due basi
gradualmente crescente fino a rottura con tensione 𝜎r.

COMPRESSIBILITA’ E CEDIMENTI

Per fare la prova di compressibilità usiamo un VALORI DI MASSIMA DEL MODULO EDOMETRICO EC E
apparecchio detto edometro; un provino di terra DELLA COSTANTE DI SOTTOFONDO K
viene compresso senza che possa dilatarsi TIPO DI TERRENO 𝐸𝑐 (𝑁/𝑚𝑚2 ) 𝐸𝑐 (𝑁/𝑚𝑚3 )
lateralmente e vengono letti i suoi cedimenti. In Arenaria 5000 – 40000 0.6 – 0.8
funzione delle tensioni esercitate e dei Argilla plastica solida 8 – 15 0.08 – 0.12
corrispondenti cedimenti possiamo calcolare il Ghiaia compatta 100 – 200 0.2 – 0.3
modulo di compressibilità o edometrico (EC) Sabbia 70 - 80 0.10 – 0.15
relativo al comportamento del terreno in campo elastico, è la costante di sottofondo K corrispondente alle
pressioni esercitate per un cedimento unitario.

FONDAZIONI

Le fondazioni rappresentano gli elementi strutturali che hanno il compito di ricevere tutti i carichi trasmessi
dalla costruzione (pilastri e muri) e di trasferirli sul terreno, costituendo gli elementi di collegamento, cioè i
vincoli fra il terreno e la struttura. Le fondazioni, in quanto vincoli, producono sollecitazioni sul terreno e
questo deve essere in grado di contrastare con efficacia, cioè deve esistere, come per qualunque struttura,
una condizione di equilibrio, con un margine di sicurezza fra i carichi trasmessi dalle fondazioni e le reazioni
di sottofondo.
P
La tensione che si ricava da questo rapporto è σt =
A
CARICO LIMITE E CARICO AMMISSIBILE

Nel comportamento di un terreno sul quale viene


applicato un carico gradualmente crescente di
intensità si possono evidenziare due fasi: una
prima fase si può considerare elastica, nella quale
si hanno cedimenti che aumentano linearmente.

La seconda fase è la fase plastica, nella quale non si ha più


proporzionalità fra gli incrementi del carico e i cedimenti
che aumentano in modo considerevole fino alla rottura per
taglio del terreno, accompagnato dal rifluimento del
terreno stesso, ossia del suo scorrimento dal piano di posa
lateralmente all’opera fondale.

Il carico limite (qlim) di un terreno è quel carico applicato al terreno stesso, superato il quale si verifica la
rottura del complesso terreno, opera di fondazione, avendo raggiunto la tensione a limite di collasso. Il valore
del qlim può essere determinato elaborando i risultati ottenuti dalle prove del terreno; quelle più attendibili
sono quelle che prendono in considerazione diversi parametri, quali la coesione, le dimensioni della base
della fondazione, l’angolo di attrito interno 𝜑 e i pesi volumici del terreno (γ) sia sotto che sopra il piano di
posa, oltre ad altre condizioni specifiche particolari, quali ad esempio: eccentricità, inclinazione del carico. La
formula da applicare si chiama formula di Terzaghi o della pressione limite, usata per terreni consolidati.

𝑏
𝑞lim = 𝑐 ∙ 𝑁𝑐 + 𝛾𝑡1 ∙ 𝑡 ∙ 𝑁𝑞 + 𝛾𝑡2 ∙ ∙𝑁
2 𝛾
Dove:
 𝑡 rappresenta la profondità del piano di posa della fondazione rispetto al piano di campagna, 𝑐 la
coesione e 𝑏 la minore larghezza della fondazione;
 𝛾𝑡1 e 𝛾𝑡2 sono i pesi volumici del terreno situati rispettivamente a lato e sotto il piano di posa della
fondazione;
 𝑁𝑐 𝑁𝑞 𝑁𝛾 sono i coefficienti adimensionali di portanza in funzione dell’angolo di attrito interno 𝜑 per
terreni compatti

N.B. Nel caso di terreni sciolti i coefficienti si chiamano: 𝑁1𝑐 𝑁1𝑞 𝑁1𝛾

Nel caso di fondazione con base rettangolare o quadrata la formula diventa:

𝑏
𝑞lim = 𝑉𝑐 ∙ 𝑐 ∙ 𝑁𝑐 + 𝑉𝑞 ∙ 𝑁𝑞 ∙ 𝛾𝑡1 ∙ 𝑡 ∙ 𝑉𝛾 + 𝛾𝑡2 ∙ 𝑁𝛾 ∙
2
Dove:

 𝑉𝑐 𝑉𝑞 𝑒 𝑉𝛾 sono i coefficienti di forma.


I termini che costituiscono queste due formule esprimono le diverse resistenze del terreno e precisamente:
 𝑐 ∙ 𝑁𝑐 esprime la resistenza per coesione del terreno direttamente sottostante la fondazione;
 𝛾𝑡1 ∙ 𝑡 ∙ 𝑁𝑞 sono la resistenza per il sovraccarico dovuti al terreno situato sopra la fondazione;
𝑏
 𝛾𝑡2 ∙ 2 ∙ 𝑁𝛾 è uguale alla resistenza offerta per attrito dal peso del terreno sotto la fondazione.

VALORI DEI COEFFICIENTI ADIMENSIONALI


DI PORTANZA 𝑵𝒄 𝑵𝒒 𝑵𝜸 RELATIVI A TERRENI
COMPATTI PER LA FORMULA DI TERZAGHI
𝝈 𝑁𝑐 𝑁𝑞 𝑁𝛾
0° 5.7 1 0
5° 7.3 1.6 0.5
10° 9.6 2.7 1.2
15° 13 4.4 2.2
20° 18 7.5 5.0
25° 25 13 10
30° 37 22 20
35° 53 41 42
40° 95 81 100

VALORI DEI COEFFICIENTI DI FORMA PER LA FORMULA DI TERZAGHI 𝑽𝒄 𝑽𝒒 𝒆 𝑽𝜸


(b = MINORE DIMENSIONE DELLA FONDAZIONE SUPERFICIALE)
FORMA DELLA COEFFICIENTI DI FORMA
DIMENSIONE
FONDAZIONE 𝑉𝑐 𝑉𝑞 𝑉𝛾
𝑏 𝑏 𝑏
Rettangolare 𝑏 1 + 0.3 ∙ 1 + 0.2 ∙ 1 − 0.4 ∙
𝑎 𝑎 𝑎
Quadrata 𝑎 = 𝑏 1.3 1.2 0.8
Quando la risultante dei carichi trasmessi è inclinata e presenta una eccentricità (e) si deve applicare
l’espressione di Brinch-Hansen:
𝐵
𝑞𝑙𝑖𝑚 = (𝑉𝑐 ∙ 𝑐 ∙ 𝑑𝑐 ∙ 𝑖𝑐 ) + (𝑉𝑞 ∙ 𝛾𝑡1 ∙ 𝐷 ∙ 𝑁𝑞 ∙ 𝑑𝑞 ∙ 𝑖) + (𝑉𝛾 ∙ 𝛾𝑡2 ∙ ∙ 𝑁𝛾 ∙ 𝑑𝛾 ∙ 𝑖𝛾 )
2

Dove:
 𝐷 è la profondità del piano di posa della fondazione rispetto alla superficie del terreno;
 𝑁𝑞 e 𝑁𝑐 sono fattori di capacità portante:
1+sin 𝜑
𝑁𝑞 = 1−sin 𝜑 ∙ 𝑒 𝜋 tan 𝜑 𝑁𝑐 = (𝑁𝑞 − 1) cot 𝜑 𝑁𝛾 = 1.5(𝑁𝑞 − 1) tan 𝜑 𝑒 = 2.718

Coefficienti di forma:
𝐵∗ 1+sin 𝜑 𝐵∗ 1+sin 𝜑
𝑉𝑞 = 𝑉𝛾 = 1 + 0.1 ∙ ∙
𝐿 1−sin 𝜑
𝑉𝑐 = 1 + 0.2 ∙ ∙
𝐿 1−sin 𝜑
𝐵∗ = 𝐵 − 2 ∙ 𝑒

Dove:
 𝐵∗ è la larghezza fittizia di calcolo;
 𝐵 è la larghezza effettiva della fondazione.

Coefficienti di inclinazione del carico:


𝑉𝑑 𝑚 𝑉𝑑 𝑚+1 1−𝑖𝑞 2+𝐵⁄𝐿
𝑖𝑞 = (1 − 𝑁 +𝐵𝐿 cot 𝜑
) 𝑖𝑐 = (1 − 𝑁 +𝐵𝐿 cot 𝜑
) 𝑖𝑐 = 𝑖𝑞 − 𝑁∙tan 𝜑
𝑚= 1+𝐵⁄𝐿
𝑑 𝑐 𝑑 𝑐

FATTORI DI CAPACITA’ PORTANTE PER LA FORMULA


DI BRINCH-HANSEN
ANGOLO DI ATTRITO DEL
𝑁𝑐 𝑁𝑞 𝑁𝛾
TERRENO 𝝋
25° 20.72 10.66 6.76
26° 22.25 11.85 7.94
27° 23.94 13.20 9.32
28° 25.80 14.72 10.94
29° 27.86 16.44 12.84
30° 30.14 18.40 15.07
31° 32.67 20.63 17.69
32° 35.49 23.19 20.79
33° 38.64 26.09 24.44
34° 42.16 29.44 28.77
35° 46.12 33.30 33.92
36° 50.59 37.75 40.05
37° 55.63 42.92 47.38
38° 61.35 48.93 56.17
39° 67.87 55.96 66.76
40° 75.31 64.20 79.54
METODO AGLI STATI LIMITI

Gli stati limiti ultimi (SLU) delle fondazioni superficiali sono relativi a fenomeni di collasso dovuti alla
mobilitazione della resistenza del terreno e al raggiungimento della resistenza degli elementi strutturali che
costituiscono la fondazione.

Le verifiche vengono effettuate relative ai seguenti stati limiti:


1. Stato limite ultimo di tipo geotecnico o geologico (GEO): collasso per carico limite dell’insieme
fondazione-terreno, collasso per scorrimento sul piano di posa, stabilità globale;
2. Stato limite ultimo di tipo strutturale (STR): raggiungimento della resistenza degli elementi
strutturali.
Le verifiche agli stati limiti ultimi vengono effettuate utilizzando i coefficienti delle seguenti tabelle.

COEFFICIENTI PARZIALI 𝜸𝑭 PER LE AZIONI E I LORO EFFETTI


COEFFICIENTE
CARICHI EQU A1 - STR A2 - GEO
PARZIALE 𝛾𝐹
STRUTTURALI
Permanenti favorevoli 𝛾𝐺1 0.9 1.0 1.0
Permanenti sfavorevoli 1.1 1.3 1.0
NON STRUTTURALI
Permanenti favorevoli 𝛾𝐺2 0.0 0.0 0.0
Permanenti sfavorevoli 1.5 1.5 1.3
Variabili favorevoli 0.0 0.0 0.0
𝛾𝑄
Variabili sfavorevoli 1.5 1.5 1.3

COEFFICIENTI PARZIALI 𝜸𝑴 PER I PARAMETRI GEOTECNICI DEL TERRENO


PROPRIETA’ GRANDEZZA ALLA QUALE COEFFICIENTI 𝜸𝑀
APPLICARE IL PARAMETRO 𝑀1 𝑀2
Tangente dell’angolo di attrito tan 𝜑𝐾 𝛾𝜑1 = 1.00 𝛾𝜑1 = 1.25
Coesione drenata 𝑐1 𝑘 𝛾𝑐1 = 1.00 𝛾𝑐1 = 1.25
Coesione non drenata 𝑐𝑢𝑘 𝛾𝑐𝑢 = 1.00 𝛾𝑐𝑢 = 1.40
Peso unitario del terreno 𝛾 𝛾𝛾 = 1.00 𝛾𝛾 = 1.00

COEFFICIENTI PARZIALI 𝜸𝑹 PER LE VERIFICHE AGLI SLU DI FONDAZIONI SUPERFICIALI


VERIFICA 𝑅1 𝑅2 𝑅3
Capacità portante del terreno 𝛾𝑅 = 1.0 𝛾𝑅 = 1.8 𝛾𝑅 = 2.3
Scorrimento 𝛾𝑅 = 1.0 𝛾𝑅 = 1.1 𝛾𝑅 = 1.1

Le verifiche possono essere effettuate prevedendo differenti combinazioni dei coefficienti parziali da
applicare.

1. APPROCCIO 1 prevede due combinazioni:


 COMBINAZIONE 1 (𝐴1 + 𝑀1 + 𝑅1 )
 COMBINAZIONE 2 (𝐴2 + 𝑀2 + 𝑅2 )
2. APPROCCIO 2:
 COMBINAZIONE (𝐴1 + 𝑀1 + 𝑅3 )
TIPO DI FONDAZIONI E CALCOLO

Il calcolo degli elementi di fondazione è complesso per le difficoltà nel valutare i carichi trasmessi dalla
struttura, in relazione alle sue caratteristiche di rigidità e nel determinare l’andamento delle pressioni sul
terreno, per questo vengono adottate ipotesi semplificative:

1. Il terreno di fondazione si considera omogeneo ed elastico;


2. La fondazione viene considerata infinitamente rigida per cui i diagrammi delle pressioni si assumono
con andamento lineare.
In relazione alla posizione della risultante 𝑁 dei carichi si possono avere situazioni differenti:

1. La risultante dei carichi 𝑁 è verticale e perpendicolare alla superficie di carico del terreno e passa per
il suo baricentro. È possibile ammettere che la risultante 𝑁 si ripartisca in modo uniforme nel terreno,
che risulta soggetto a sforzo normale di compressione con una tensione media effettiva.

2. La risultante 𝑁 dei carichi trasmessi è lo stesso verticale, perpendicolare alla superficie di appoggio
del terreno ma non passa per il suo baricentro. A causa della eccentricità del carico 𝑁 la superficie
del terreno è sollecitata a pressoflessione, quindi è sempre nell’ipotesi di fondazione rigida, le
tensioni del terreno presentano una variazione lineare. Quando il centro di pressione 𝑐 è interno o
sul perimetro del III medio della sezione di base le tensioni normali sono esclusivamente di
compressione.
3. Nel caso in cui non è possibile evitarlo si deve cercare di non avere forti eccentricità, facendo in modo

che si abbia un valore di eccentricità poco superiore ad 6. La risultante 𝑅 dei carichi ha la sua linea
d’azione inclinata rispetto alla verticale. Il carico 𝑅 viene scomposto nelle due componenti
perpendicolari 𝑁 e parallele 𝑉 al piano di appoggio della fondazione. La componente 𝑁 produce una
sollecitazione di sforzo normale di compressione se è baricentrica oppure di pressoflessione se
presenta un’eccentricità. La componente tangenziale 𝑉 provoca una sollecitazione di taglio che tende
a far scorrere il piano della fondazione sopra quello del terreno sul quale appoggia. Questa
sollecitazione deve essere contrastata ed equilibrata dalla forza di attrito (𝐹𝑎) che si sviluppa fra le
due superfici a contatto, con intensità:
𝐹𝑎 = 𝑓 ∙ 𝑁𝑒𝑑
Dove:
 𝑁𝑒𝑑 è il carico trasmesso dalla fondazione del terreno e si calcola:

𝑁𝑒𝑑 = 𝛾𝐺1 (𝐺1 + 𝐺2 ) + 𝛾𝐺2 ∙ 𝐺2 + 𝛾𝑄 ∙ 𝑄1

Dove:
 𝛾𝐺1 è il carico permanente strutturale;
 𝐺1 e 𝐺2 sono i pesi propri;
 𝛾𝐺2 è i carico permanente non strutturale ;
 𝛾𝑄 è il peso del carico variabile;
 𝑄1 è il carico variabile.

Se risultasse 𝑉 > 𝐹𝑎 si verificherebbe lo scorrimento della fondazione sul terreno. Affinché la verifica a
𝑓∙𝑁𝑒𝑑
scorrimento sia positiva deve risultare ≥ 𝑉 con 𝛾𝑅 = 1,1
𝛾𝑅(𝑅3 )
CEDIMENTI DELLE FONDAZIONI

Il carico trasmesso dalla fondazione sul terreno produce su quest’ultimo deformazioni le cui componenti
verticali prendono il nome di cedimenti. Per cedimento differenziale 𝛿 si intende la differenza dei cedimenti
che si verificano per il medesimo elemento di fondazione per elementi diversi tutti appartenenti alla stessa
struttura mentre, si definisce cedimento assoluto 𝛥 l’abbassamento verticale totale che si ha per ogni
elemento. I cedimenti delle fondazioni avvengono man mano che prosegue la costruzione con l’aumentare
dei carichi trasmessi e si annullano dopo qualche tempo che l’opera è ultimata. L’entità dei cedimenti assoluti
e differenziali dipende dalla natura dei terreni, che presentano compressibilità diversa; deve essere
contenuta entro limiti molto ristretti in funzione della tipologia strutturale: estremamente contenuti per
strutture in muratura portante (poco elastica) e, più elevati per strutture in cemento armato o acciaio. È
necessario contenere al massimo i cedimenti differenziali negli edifici in quanto possono determinare nella
struttura fenomeni fessurativi diffusi che se non intaccano in modo grave le caratteristiche statiche dell’intera
struttura, influiscono negativamente sulla sua resistenza globale con riflessi anche a livello architettonico in
quanto possono trasmettere fessurazioni non eliminabili a murature non portanti e pavimentazioni.

TIPOLOGIA E SCELTA DELLE FONDAZIONI

Le fondazioni possono essere classificate in:

1. FONDAZIONI DIRETTE: dette così perché al livello del loro piano di appoggio i carichi della struttura
vengono trasmessi direttamente al terreno. Tali fondazioni possono essere discontinue: plinto
massiccio, plinto elastico in cemento armato, plinto per pilastro in acciaio, plinto a bicchiere; invece
tra le fondazione dirette continue ci sono platea massiccia, cordolo massiccio in muratura o
calcestruzzo, cordolo in calcestruzzo armato, plinti su muro in calcestruzzo, travi rovesce, travi
rovesce incrociate, solettone nervato.
2. FONDAZIONI INDIRETTE (o PROFONDE): dette così in quanto gli strati superficiali del terreno non
sono in grado di sopportare i carichi che vengono trasmessi agli strati profondi mediante speciali
strutture; che possono essere pali battuti o trivellati, oppure diaframmi. La scelta del tipo di
fondazione da adottare deve essere effettuata tenendo presenti le caratteristiche meccaniche e
fisiche del terreno, le entità e la natura dei carichi trasmessi. Il carico trasmesso dalla struttura
portante verticale si diffonde nella fondazione secondo una piramide di scarico con facce inclinate
rispetto all’orizzontale di un angolo non inferiore ad 𝛼 = 60° se la fondazione è in muratura o in
calcestruzzo semplice oppure 𝛼 = 35° - 45° come massimo nel caso di fondazione in cemento
armato.
3. FONDAZIONE A PLINTO: le fondazioni a plinto isolato vengono adottate quando il terreno sul quale
appoggia presenta una resistenza non inferiore a 0.15 – 0.20 𝑀𝑃𝑎 e i carichi tramessi dai pilastri
non sono molto elevati. Il plinto consiste in un allargamento alla base del pilastro stesso; al plinto
viene assegnata raramente una forma a tronco di piramide, in genere viene assegnata la forma
parallelepipeda o a gradoni,

dove ℎ deve risultare sempre ≥ (1.5 − 2) ∙ 𝑠, con 𝑠 non superiore a 20 - 25 cm, in modo da rispettare
la linea di diffusione del carico. Se il plinto costituisce la fondazione di un pilastro in calcestruzzo
armato, devono essere disposti ferri di collegamento in numero e diametro uguale ai tondini di
armatura del pilastro, sporgenti dal plinto per una lunghezza di circa 80 - 100 cm per assicurare le
continuità fra i due elementi strutturali. Questo tipo di fondazione è di norma uno strato in
calcestruzzo magro (magrone) dosato a 1.5 - 2 KN/𝑚3 di cemento con spessore non inferiore a 5 –
10 cm detto sotto plinto per livellare il piano nel quale viene impostato il plinto, il quale rappresenta
l’elemento a cui è affidata la funzione di distribuzione del carico. I plinti possono essere di due tipo
differenti: plinto massiccio (o inerte), plinto elastico (o a piastra).
a. PLINTO MASSICCIO: viene utilizzato quando i carichi trasmessi sono abbastanza limitati ed è
generalmente realizzato in calcestruzzo cementizio non armato.
Le normative tecniche del 2008 (NTC 2008) prescrivono le seguenti combinazioni di tensioni:
1. VERIFICA A COMPRESSIONE
𝜎𝐶 < 0.30 𝑓𝑐𝑘 per il calcestruzzo debolmente armato
𝜎𝐶 < 0.25 𝑓𝑐𝑘 per il calcestruzzo non armato
2. VERIFICA A TAGLIO
𝜏𝑐 < 0.25𝑓𝑐𝑘 (𝑓𝑐𝑘 = 0.21 3√𝑓𝑐𝑘 2 ) per il calcestruzzo debolmente armato
𝜏𝑐 < 0.21𝑓𝑐𝑘 per il calcestruzzo non armato
PROGETTO DEL PLINTO

𝑁𝑒𝑑 = 𝛾𝐺1 (𝐺1 + 𝐺2 ) + 𝛾𝐺2 ∙ 𝐺2 + 𝛾𝑄 ∙ 𝑄1 = 𝑁 + 𝐺

Dove:

 𝑁 è il carico trasmesso dal pilastro;


 𝐺 è uguale a (10 – 15 %) ∙ 𝑁 che è il peso proprio presunto del plinto.

Con l’ipotesi che lo sforzo normale 𝑁 sia baricentrico rispetto alla base del plinto. Il piano di posa sarà
sollecitato a compressione semplice con diagramma rettangolare; l’area di base del plinto risulta:
𝑁𝑒𝑑
𝐴=
𝑞𝑟𝑑,𝑡

Dove:

 𝑞𝑟𝑑,𝑡 è la resistenza di progetto del terreno che è uguale a:


𝑞𝑙𝑖𝑚
𝑞𝑟𝑑,𝑡 =
𝛾𝑅 (𝑅3)

E quindi si ricavano le sue dimensioni in modo da avere una sporgenza 𝑐 del plinto rispetto al pilastro,
possibilmente uguale su tutti i lati.
L’altezza del plinto risulta: ℎ = 𝑐 ∙ tan 60°

Il pilastro tende a penetrare nel plinto che è soggetto a taglio e perciò deve essere verificato a
punzonamento e se la verifica non risulterà positiva si aumenterà l’ℎ del plinto.

Il plinto massiccio di norma non richiederebbe armature.


FONDAZIONI A TRAVI ROVESCE

Quando i carichi trasmessi alla fondazione hanno elevate intensità e il terreno presenta una limitata
resistenza (intorno 0.10 – 0.12 𝑀𝑃𝑎), la soluzione della fondazione isolata non risulta accettabile, in
quanto si avrebbero plinti con dimensioni eccessive, e quindi economicamente non convenienti, è
preferibile sia a livello economico sia a livello statico, adottare la soluzione della fondazione continua in
cemento armato, che consiste nell’unire le basi dei pilastri con una trave continua, che viene definita
trave rovescia, in quanto risulta gravata dal basso verso l’alto della reazione del terreno mentre, gli
appoggi superiori sono rappresentati dai pilastri.

Il calcolo di queste travi si riconduce a quello di una trave continua, tenendo presente che i diagrammi
del taglio e del momento risultano in questo caso rovesciati rispetto a quelli studiati per le travi continue.
La sezione delle travi rovesce è una “T” rovesciata in moda da ripartire il carico su un’elevata superficie
definita in funzione del terreno, è opportuno realizzare mensole all’estremità della trave per ottenere
1 1
una maggiore distribuzione dei momenti con luci ottimali che possono variare da 2 a 3 della luce della
campata adiacente. Il progetto di queste travi si basa sul concetto di realizzare una trave che presenta
valori piccolissimi di deformazione elastica e quindi trascurabile.
Se i pilastri presentano interassi pressoché costanti e trasmettono carichi uguali o quasi, la distribuzione
delle tensioni si può ritenere uniforme mentre, in caso contrario può esser considerata con una
variazione lineare.

Nel primo caso la somma dei carichi trasferita sui pilastri può essere considerata uniformemente ripartita
per tutta la lunghezza della trave mentre, nel secondo si può ammettere che ogni pilastro ripartisca il
carico trasmesso per metà sulla campata di sinistra, per metà sulla campata di destra.
CRITERI DI CALCOLO

Una trave rovescia di fondazione si può considerare rigida quando è verificata la relazione:

𝐼 𝑙4

𝑏 𝐾
Dove:

 𝐼 è il momento di inerzia baricentrico della sezione della trave di fondazione;


 𝑏 è la larghezza della trave (espressa in metri) in corrispondenza del piano di appoggio del terreno;
 𝑙 è l’interasse maggiore (espresso in metri) dei pilastri;
 𝐾 è il coefficiente in funzione del tipo di terreno e precisamente:
𝐾 = 6500 per terreni incoerenti
𝐾 = 15500 per terreni coerenti

Si determina la posizione della risultante 𝑅 di tutti i carichi trasmessi dai pilastri; questa risulta generalmente
nel III medio di base della trave e in genere con un eccentricità e rispetto alla mezzeria. Se possibile è
consigliabile per una ripartizione uniforme delle tensioni sul terreno far coincidere il centro di pressione 𝑥
della risultante 𝑅 con la mezzeria della trave variando opportunamente la lunghezza dei due sbalzi di
estremità.
Il carico trasmesso da ogni pilastro va ripartito uniformemente sulla metà delle due campate adiacenti. La
media 𝑞 dei due carichi 𝑃 gravanti sulla metà di ogni campata si assume come carico gravante sula campata
stessa.

Per questo calcolo non si considera il peso proprio della trave in quanto agisce in direzione opposta a quella
del terreno.
Il valore 𝑁𝑑 dei carichi trasmessi dai pilastri vengono determinati applicando la combinazione fondamentale.
Il carico ripartito 𝑞𝑑 che grava su ogni campata dal basso verso l’alto come reazione del terreno è data da:

𝑁1𝑑 𝑁1𝑑 𝑁2𝑑 𝑁2𝑑 𝑁3𝑑 𝑁3𝑑 𝑁4𝑑 𝑁


𝑞1𝑑 = 𝑙 𝑞2𝑑 = 2𝑙 +𝑙 𝑞3𝑑 = 𝑙 +𝑙 𝑞4𝑑 = 𝑙 +𝑙 𝑞5𝑑 = 𝑙4 4𝑑
𝑙1 + 2 1 +𝑙2 2 +𝑙3 2 +𝑙3 3 +𝑙4 3 +𝑙4 4 +2𝑙5 + 𝑙5
2 2
Si ricava ora la trave continua rovescia di fondazione applicando l’equazione dei tre momenti per determinare
il valore dei momenti sugli appoggi e quindi, gli sforzi di taglio e i momenti possono essere calcolati
considerando ogni campata di trave come una trave semi-incastrata alle estremità con un momento pari a
questa formula:
1
𝑀= 𝑞 ∙ 𝑙2
12 𝑑
Il momento in campata può essere calcolato con maggiore aderenza a ciò che abbiamo studiato sulle travi
iperstatiche, sottraendo al momento della campata considerata semplicemente appoggiata la media fra i
valori minori dei due momenti di estremità applicati alla trave:
1 𝑀𝐴 + 𝑀𝐵
𝑀𝐴𝐵 = 𝑞 ∙ 𝑙 2 −
8 2

La larghezza 𝑏 dell’ala inferiore della trave viene determinata in funzione della resistenza del terreno
considerando il carico totale gravante sul terreno stesso costituito dalla ∑𝑁𝑑 trasmessi dai pilastri più il peso
proprio presunto della fondazione. Se il punto di applicazione della risultante 𝑅∑𝑁𝑑 dei carichi coincide con
la mezzeria della trave, però cade sempre entro il III medio della sua lunghezza 𝑙, il dimensionamento avviene
a pressoflessione o sforzo normale. Si dimensionano quindi in funzione del massimo carico 𝑞 agente, le ali
laterali della trave che costituiscono due solette a mensola rovescia, per le quali ai fini del calcolo si considera
una lunghezza 𝑏1 che è uguale a 1 𝑚 e la luce 𝑙0 . La pressione per metro dal basso verso l’alto risulta:
𝑞
𝑞1 = ∙𝑖 (𝐾𝑁⁄𝑚)
𝑏
Essendo 𝑖 l’interasse delle mensole sollecitate da un momento flettente:
1 1
𝑀= 𝑞 ∙ 𝑙0 2
2
In funzione del quale viene calcolata l’altezza 𝑠 che comunque non deve risultare inferiore a 30 – 40 cm.
L’altezza utile della trave è calcolata in valore assoluto con la formula delle sezioni inflesse in cemento armato;
𝑏0
in genere si può rispettare il rapporto ℎ
= 0.4 − 0.5 𝑐𝑚

Vengono calcolati gli sforzi di taglio all’inizio e al termine di ogni campata e si effettua la verifica a taglio in
funzione dello sforzo massimo e se necessario anche per altri valori. Si verifica la trave nelle sezioni più
sollecitate e si verifica che il peso proprio presunto della trave risulti uguale o maggiore di quello effettivo.

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