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LA MACCHINA FOTOCAMERA CANON AD OGGI

Nikon D850 fotocamera DSLR con obiettivo AF-S


24-120mm
Di sicuro non è un’esagerazione affermare che la Nikon
D850 sia una delle migliori macchine fotografiche
professionali del 2021; questa reflex digitale infatti,
introdotta sul mercato nel 2017, è uno dei modelli più
richiesti dai fotografi professionisti specializzati nei servizi
matrimoniali, eventi, cerimonie e scatti pubblicitari, grazie
alle insuperabili prestazioni offerte dalla Nikon in questi
generi di fotografia.

Canon EOS 5Ds R fotocamera reflex digitale


Anche la EOS 5Ds R è una macchina fotografica
professionale di tipo reflex; a differenza della Nikon D850,
però, la Canon è consigliata soprattutto ai fotografi
professionisti che non hanno una specializzazione ben
definita.

https://nafura.it/la-migliore-macchina-fotografica-professionale/
Le migliori reflex a colpo d'occhio:

1.Nikon D3500

2.Canon EOS 90D

3.Nikon D7500

4.Nikon D780

5.Canon EOS 250D

6.Canon EOS 6D Mark II

7.Canon EOS 5D Mark IV

8.Nikon D750

9.Canon EOS 850D

10.Nikon D5600

Nel nostro articolo, infatti, troverete reflex, mirrorless e compatte di varie


marche; tra queste, però, le più apprezzate sono la Fujifilm X-T4, una
mirrorless APS-C ad alte prestazioni, e la Sony Cyber Shot DSC-W830, una
fotocamera digitale compatta che alle prestazioni eccellenti unisce un prezzo
decisamente vantaggioso.

Fujifilm X-T4 Kit XF16-80mm.

Sony DSC-W830 Fotocamera Digitale Compatta.

Nikon D3500 kit con obiettivo Nikkor AF-S 18-140mm VR.

Fujifilm X-A7 fotocamera mirrorless con obiettivo XC15-45mm.

Canon IXUS 170 Fotocamera Compatta Digitale, 20 MP.


TECNOLOGIA
Una differenza sostanziale dei due incidenti è il tipo di costruzione dei
reattori. Il reattore di Chernobyl era costruito in modo tale che in determinate
circostanze si potesse verificare una reazione a catena incontrollata. Ed è
proprio quello che successe il 26 aprile 1986 nel corso di un test: nell’arco di
qualche secondo il reattore superò di diverse centinaia di volte la potenza
massima prevista. L’acqua del circuito di raffreddamento e altro materiale
evaporò di colpo provocando un’esplosione, che distrusse il reattore e
l’edificio del reattore. A questo si aggiunse il fatto che, a causa della
costruzione, il reattore conteneva grandi quantitativi di grafite che si
incendiarono. In questo tipo di reattore la grafite ha la funzione di
moderatore di neutroni necessario per mantenere la reazione a catena.
L’incendio della grafite durò diversi giorni, il calore sprigionatosi trasportò
nell’atmosfera notevoli quantità di radioattività fuoriuscita, provocando una
diffusione molto estesa delle sostanze radioattive.

A Fukushima-Daiichi, invece, con i 6 blocchi di reattori ad acqua leggera, al


momento del forte terremoto dell’11 marzo 2011 tutti e tre i reattori in
funzione (l’1, il 2 e il 3) vennero spenti inserendo le barre di controllo. I
noccioli dei reattori costituiti da elementi di combustibile nucleare all’uranio
continuarono tuttavia a sviluppare il cosiddetto calore di decadimento, che
diminuisce progressivamente, ma che all’inizio può raggiungere quasi il dieci
per cento della potenza massima del reattore. Il sistema d’alimentazione
esterna di corrente elettrica era stato distrutto dal sisma ed i generatori diesel
d’emergenza a disposizione per queste evenienze hanno funzionato soltanto
per un’ora, dopo di che lo tsunami li mise fuori servizio. Rimasero a
disposizione soltanto sistemi ausiliari a batteria, che erano però in grado di
assicurare alla meno peggio il raffreddamento dei reattori soltanto per
qualche ora o al massimo una giornata. Con pompe mobili si è cercato di
immettere acqua nei reattori, però con un successo solo tardivo o all’inizio
soltanto parziale.
Gradualmente i reattori da 1 a 3 continuarono a scaldarsi, l’acqua rimasta nei
reattori incominciò a evaporare e alla fine i noccioli dei reattori non erano più
coperti dall’acqua, per lo meno nella parte più alta. L’ulteriore
surriscaldamento provocò dei danni al nocciolo e probabilmente anche la
fusione parziale dei noccioli dei reattori. L’acqua evaporata, ma anche
l’idrogeno creatosi in seguito alle reazioni chimiche del nocciolo surriscaldato,
hanno fatto salire fortemente la pressione nei reattori. Per evitare che i
contenitori a pressione e quelli di sicurezza scoppiassero, attraverso delle
valvole si è lasciata fuoriuscire la pressione. Di conseguenza, gas contenente
idrogeno pervenne nelle zone esterne degli edifici del reattore. Le zone
superiori degli edifici del reattore dei blocchi 1 e 3 vennero distrutte da
esplosioni di idrogeno. Si deve poi presumere che siano danneggiati i
contenitori di sicurezza intorno al reattore del blocco 2 ed eventualmente
anche del blocco 3.

Nei bacini nella parte alta dalle sei costruzioni dei reattori erano stati stoccati
degli elementi di combustibili prelevati dai reattori. Anche i bacini di deposito
per elementi di combustibile si scaldano senza raffreddamento continuo
nell’arco di giorni o di settimane, a seconda del carico, a un livello tale che
l’acqua evapora e gli elementi di combustibile rimangono scoperti. Prima che
si potesse ottenere un raffreddamento sufficiente con l’apporto esterno di
acqua ricorrendo a pompe mobili, al bacino completamente carico del blocco
4 si ebbe un surriscaldamento, con la formazione di idrogeno seguita quindi
da un’esplosione che distrusse a sua volta la parte superiore dell’edificio del
reattore.

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