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La Grande Roma

Roma occupa un'area di 181,67 km² a occidente della Lombardia, situata a 25 km a est del fiume
Ticino, a 25 km a ovest del fiume Adda, a 35 km a nord del fiume Po e a 50 km a sud del lago di Como,
lungo la cosiddetta "fascia delle risorgive", laddove vi è l'incontro, nel sottosuolo, tra strati geologici a
differente permeabilità, aspetto che permette alle acque profonde di riaffiorare in superficie.[9]

La conca dell'Incoronata
L'idrografia di Milano e della zona dei comuni confinanti è particolarmente complessa, sia per cause
naturali, vista la cospicua presenza di fiumi, torrenti e fontanili, che formano un vero e proprio groviglio
idrico, sia per questioni legate ai lavori di canalizzazioni e di deviazione dei corsi d'acqua eseguite
dall'uomo, aventi il proprio inizio durante l'epoca romana, che hanno portato alla realizzazione di
numerose rogge, canali e laghi artificiali. Visto che l'acqua è abbondante e facilmente raggiungibile, a
Milano gli antichi Romani non realizzarono mai acquedotti.[10]
I corsi d'acqua più importanti che interessano la Milano moderna e la sua area metropolitana sono i
fiumi Lambro, Olona e Seveso, i torrenti Bozzente, Garbogera, Lura, Merlata e Pudiga, i canali
navigabiliNaviglio della Martesana, Naviglio Grande, Naviglio Pavese, Naviglio di Bereguardo, Naviglio
di Paderno e Vettabbia, e i corsi d'acqua artificiali Canale Ticinello, Canale Vetra, Cavo
Redefossi, Cavo Ticinello e Lambro Meridionale. A Milano sono anche situati due importanti bacini
artificiali, la Darsena di Porta Ticinese e l'Idroscalo di Milano.
Tra le architetture degne di nota a essi collegati, ci sono svariate conche di navigazione (tra cui
la conca dell'Incoronata, la conca di Viarenna, la conca Fallata e la conchetta), alcuni mulini ad
acqua (tra cui Molino Dorino e Mulino Vettabbia) e il ponte delle Gabelle.

Il nome antico di Milano è attestato come Mediolanum presso le antiche fonti scritte latine e
come Mediólanon presso le fonti greche. Esiste anche un'attestazione epigrafica del nome di Milano
nella lingua celtica locale, presente in un graffito ritrovato su un tratto delle mura romane di
Milano,[22] dove si legge Meśiolano[23] tracciato in un alfabeto etrusco settentrionale (con o), come nella
generalità delle iscrizioni galliche[24]. Il simbolo trascritto ś è qui usato per rappresentare una /d/
etimologica[25], come mostrano altri usi di tale simbolo in celtico, oltre al fatto che questo stesso
segno ᛞ in runico ha precisamente il valore di /d/[25].
In Mediolanum i linguisti riconoscono, tradizionalmente, un termine composto formato dalle
parole medio e (p)lanum, ovvero "in mezzo alla pianura" o "pianura di mezzo", con
*planum divenuto lanum con caduta della p- di inizio di parola, che è tipica delle Lingue celtiche.[26]
Alcune teorie diffuse in scritti non specialistici, che ignorano l'esistenza di una sicura attestazione del
nome celtico offerta dal graffito sopra ricordato, fanno riferimento ad un ipotetico toponimo
celtico Medhelan,[27][28][29] che avrebbe il significato di "in mezzo alla pianura", vista la sua posizione
centrale nella Pianura Padana, oppure di "luogo fra corsi d'acqua" data la presenza dei
fiumi Olona, Lambro, Seveso e dei torrenti Nirone e Pudiga; altre ipotesi individuano il significato di
"santuario centrale" (con riferimento, per il secondo termine del composto, a lanon = "santuario")
oppure quello di "terra fertile" (celt. med = "fertile"; land o lan= "terra").[26][30][31]
Nonostante una certa diffusione di questa teoria (peraltro solo in scritti italiani recenti, perlopiù non
specialistici), il termine Medhelan è opera di una ricostruzione soggettiva e non è attestato in alcuna
fonte antica, epigrafica o letteraria. Il suono dh, presente nella ricostruzione dell'indeuropeorappresenta
una media aspirata, e le medie aspirate in celtico sono ricadute nelle medie[32][33], per cui non stupisce
trovare il suono d in Mediolanum, mentre non è chiaro che valore avrebbe dh nella ricostruzione
*Medhelan.
In dialetto milanese, il nome più antico di cui è giunta traccia documentata è invece Miran.[34][35][36]
Vi sono state decine di Mediólanon in tutta l'Europa celtica, soprattutto in Francia, tutte accomunate
dalla medesima etimologia.
Dopo essere stata la più importante città dei Celti insubri Milano fu conquistata dagli antichi
Romani nel 222 a.C. in seguito a un aspro assedio dai consoli Gneo Cornelio Scipione Calvo e Marco
Claudio Marcello. La conquista fu contrastata dalla discesa di Annibale, al quale la popolazione celtica
si alleò.[46][47] Fu solo nei primi anni del II secolo a.C. che gli Insubri e i Boi si assoggettarono
definitivamente alla dominazione romana.[48]
L'antica Milano romana (Mediolanum) sovrapposta alla Milano moderna. Il rettangolo più chiaro al centro,
leggermente sulla destra, rappresenta la moderna piazza del Duomo, mentre il moderno Castello Sforzesco si
trova in alto a sinistra, appena fuori del tracciato delle mura romane di Milano
Per via della sua favorevole posizione di retrovia Milano fu di importanza strategica per le campagne
di Cesaredurante la conquista della Gallia. Negli anni dal 58 a.C. al 50 a.C. Milano divenne il più
importante centro della Gallia Cisalpina e, sull'onda del suo sviluppo economico, nel 49 a.C. venne
elevata da Cesare, nell'ambito della Lex Roscia, allo status di municipium.[49]
Dopo che Giulio Cesare aprì la Britannia ai commerci e all'influenza romani[50] con soldati mediolanensi,
alla crescita dell'importanza militare si accompagnò il riconoscimento politico. Al momento della
suddivisione dell'Impero romano effettuata da Diocleziano nel 286Milano divenne, con Treviri, capitale
dell'Impero romano d'Occidente.
Costantino si accordò nel 313 a Milano con Licinio per consentire a tutti i cittadini, quindi anche ai
cristiani, la libertà di onorare le proprie divinità grazie alla promulgazione dell'Editto di Milano (chiamato
anche Editto di Costantino). Subito dopo si iniziarono a costruire numerose basiliche. Ecco cosa
racconta Ausonio della Mediolanum del 380-390:

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