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L’osteopatia veterinaria

“L’osteopatia è la regola del movimento, della materia e


dello spirito, dove la materia e lo spirito non possono
manifestarsi senza il movimento; pertanto noi osteopati
affermiamo che il movimento è l’espressione stessa della
vita.” (Still, A.T., 1892)

Giorgia Lafranchi

Lavoro di maturità 2012, Liceo cantonale Bellinzona


Docenti: Prof. Ottorino Pedrazzini, Prof. Davide Speziga
Indice

1 Introduzione pag. 1

1.1 Scopi del lavoro 1

1.2 Presentazione del tema scelto 1

1.3 Anatomia del cavallo 2-6

1.4 Anatomia del cane 7

2 Cos’è l’osteopatia 8

2.1 Definizione dell’osteopatia 8

2.1.1 La disfunzione somatica o blocco osteopatico 8

2.2 I Principi di base dell’osteopatia 9

3 Come nasce l’osteopatia 10

3.1 Le origini dell’osteopatia: Andrew Taylor Still 10

3.1.1 Aspetti storici legati all’osteopatia 10

3.1.2 La nascita dell’osteopatia veterinaria 10

4 Osteopatia veterinaria 11

4.1 Introduzione all’osteopatia veterinaria 11

4.1.1 Aspetti fondamentali per l’osteopatia veterinaria 12-13

4.2 Campi d’applicazione dell’osteopatia veterinaria 13

4.2.1 Le controindicazioni 14

4.3 Tecniche d’applicazione 14-15

4.3.1 La differenza fra mobilizzazione e manipolazione 16

4.4 Corrispondenze tra blocchi osteopatici e sintomatologie 17

4.5 Zoppia 18

4.5.1 Gradi di zoppia nel cavallo 18

4.5.2 Gradi di zoppia nei piccoli animali 19


5 Attività pratica 20

5.1 Procedimento 20

5.2 Esempio di scheda clinica di una visita osteopatica 20-23

5.3 Casi clinici di animali trattati con l’osteopatia veterinaria 24

5.3.1 Caso clinico 1 24-25

5.3.2 Caso clinico 2 25-27

5.3.3 Caso clinico 3 27-28

5.3.4 Caso clinico 4 28-29

5.3.5 Caso clinico 5 29-30

5.3.6 Caso clinico 6 30-31

6 Discussione 32

6.1 Discussione dei casi clinici 32

6.1.1 Discussione caso clinico 1 32

6.1.2 Discussione caso clinico 2 32

6.1.3 Discussione caso clinico 3 32

6.1.4 Discussione caso clinico 4 33

6.1.5 Discussione caso clinico 5 33

6.1.6 Discussione caso clinico 6 33

7 Conclusione 34

8 Bibliografia 35
Giorgia Lafranchi LAM Biologia

1 Introduzione

1.1 Scopi del lavoro


Per il mio lavoro di maturità ho deciso di trattare il tema dell’osteopatia veterinaria in quanto è
una medicina olistica¹, che mi ha sempre affascinato. Inoltre, dal momento che spesso seguo
mio padre (veterinario e osteopata per animali) durante le consultazioni e i trattamenti
osteopatici, mi è sembrato interessante e utile poter svolgere un lavoro approfondito su
questo argomento.
Lo scopo del mio lavoro è quello di costruire un quadro completo non troppo tecnico
sull’osteopatia veterinaria, per permettere a chi ancora non la conosce di scoprirla e
apprezzarla.

1.2 Presentazione del tema scelto


Il tema che tratterò in questo mio lavoro di ricerca è l’osteopatia veterinaria.
Si tratta di una ricerca che mira a spiegare e chiarire che cos’è questa metodologia
medica.Partendo dalla definizione e dalla storia di questa medicina olistica, tratterò in modo
approfondito la tematica della sua applicazione sugli animali (specialmente cavalli e cani) e,
infine, porterò alcuni casi clinici interessanti per mostrare in cosa consiste un trattamento
osteopatico serio e corretto.
Mi sono inoltre sentita in dovere di aggiungere un capitolo sull’anatomia del cavallo e del
cane, per facilitare la comprensione di alcuni termini specifici e il funzionamento generale del
corpo di questi animali.
La mia attività pratica consiste quindi nel seguire alcuni casi trattati tramite l’osteopatia e
redigere delle schede. Tutto ciò è possibile grazie all’attività veterinaria svolta da mio padre
in quanto applica sui suoi pazienti animali l’osteopatia.

¹ Dal greco olos=tutto, la medicina olistica considera il corpo nella sua globalità, dove ogni parte del corpo è
collegata ad un'altra. Relazione tra mente-corpo-spirito. (Dr. Med. Vet. Davide Lafranchi)

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1.3 Anatomia del cavallo

Qui di seguito riporto alcune immagini (Fig. da 1 a 5) complete di nomi della parte del corpo
del cavallo. Questo permette di avere un punto di riferimento specifico ogni volta che ci si
riferirà all’anatomia di questo animale.

Fig. 1: Termini relativi alle parti del corpo del cavallo.


Tratto da: http://www.bemavet.com/vedit/pagina.asp?pagina=1330

Fig. 2: Particolare del capo del cavallo con relativi termini delle diverse parti anatomiche.
Tratto da: http://www.bemavet.com/vedit/pagina.asp?pagina=1330

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Fig. 3: Particolare dell’arto anteriore del cavallo con relativi termini delle diverse parti
anatomiche.
Tratto da: http://www.bemavet.com/vedit/pagina.asp?pagina=1330

Fig. 3.1: Base ossea dell’articolazione del carpo


Tratto da: http://www.bemavet.com/vedit/pagina.asp?pagina=1330

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Fig. 3.2: Base ossea dell’articolazione metacarpo-falangea o nodello


Tratto da: http://www.bemavet.com/vedit/pagina.asp?pagina=1330

Fig. 4: Particolare dell’arto posteriore del cavallo con relativi termini delle diverse parti
anatomiche.
Tratto da: http://www.bemavet.com/vedit/pagina.asp?pagina=1330

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Fig. 4.1: Base ossea del tarso o garretto


Tratto da: http://www.bemavet.com/vedit/pagina.asp?pagina=1330

Fig. 5: Particolare del piede del cavallo con relativi termini delle diverse parti anatomiche.
Tratto da: http://www.bemavet.com/vedit/pagina.asp?pagina=1330

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Fig. 5.1: Base ossea del piede


Tratto da: http://www.bemavet.com/vedit/pagina.asp?pagina=1330

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1.4 Anatomia del cane

Qui di seguito riporto un’ immagine (Fig. 6) completa dei nomi delle parti anatomiche del
cane. Questo permette di avere un punto di riferimento specifico ogni volta che ci si riferirà
all’anatomia di questo animale.

Fig. 6: Tavola anatomica dello scheletro del cane


Tratto da: http://caniegattionline.files.wordpress.com/2012/11/scheletro-del-cane141.jpg

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2 Cos’è l’osteopatia
2.1 Definizione dell’osteopatia
L’osteopatia è un sistema di diagnosi e trattamento che si basa da un lato sulle conoscenze
della medicina tradizionale (anatomia, fisiologia,…) dall’altro però non ricorre ai farmaci e alla
chirurgia. Si tratta di una medicina manuale complementare alla medicina classica, che
grazie all’uso di manipolazioni e manovre è efficace e utile per prevenire e trattare disturbi,
che riguardano non solo l’apparato muscolo-scheletrico, ma anche il sistema nervoso
centrale / periferico e i visceri ( organi contenuti nelle cavità toracica e addominale).
Non si concentra come la medicina classica solo sulla ricerca e l’eliminazione del sintomo,
bensì considera il sintomo un segnale d’allarme e cerca d’individuare la causa della
comparsa del sintomo stesso. Bisogna inoltre specificare che spesso la causa di ogni dolore
può essere localizzata anche in una zona diversa da quella dove si avverte il dolore.

L’osteopatia pone inoltre l’accento sulla relazione tra mente, corpo e spirito,
rispettando l’integrità strutturale e funzionale del corpo e la sua tendenza ad auto
curarsi. Il trattamento osteopatico facilita dunque questo processo di auto guarigione.2

2.1.1 La disfunzione somatica o blocco osteopatico

Una disfunzione somatica o blocco osteopatico è la diminuita o alterata funzione di parti del
corpo, che sono in relazione tra loro: colonna vertebrale, articolazioni periferiche, strutture
miofasciali, apparato cardiocircolatorio, sistema linfatico e sistema nervoso. Si tratta quindi di
una disfunzione di tutte le parti dell’apparato locomotorio ed è caratterizzata dal fatto di
essere reversibile con l’uso delle tecniche manuali e osteopatiche.
(Cfr Dr. Lafranchi, 2012)

2
http://www.isoi.it/losteopatia-mainmenu-32/cose-losteopatia,
11.08.2012

http://www.tuttosteopatia.it/cat/osteopatia/cose-l-osteopatia
11.08.2012

8
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2.2 I principi di base dell’osteopatia

Unità del corpo:


Trattandosi di un metodo olistico, l’osteopatia considera l’individuo nella sua globalità. Infatti
ogni parte che costituisce la persona/animale (scheletro, muscoli, organi interni, sistema
nervoso e psiche), dipende dalle altre in quanto tutto il sistema del corpo è collegato dai
centri nervosi della colonna vertebrale. Ciò significa che il corretto funzionamento di ogni
parte del corpo assicura quello dell’intera struttura e così anche l’equilibrio psicofisico e il
benessere generale.3

Relazione tra struttura e funzione:


Il benessere del nostro corpo è basato sul corretto equilibrio tra struttura e funzione. Infatti il
Dottor Andrew Taylor Still (6 Agosto 1828 – 12 Dicembre 1917) affermò che l’osteopatia
poteva riassumersi nella seguente frase “La struttura governa la funzione.” Ciò significa
essenzialmente che la perfezione di ogni funzione del corpo è legata alla funzione della
struttura portante, perciò quando questo equilibrio è alterato ci si trova davanti a una
disfunzione osteopatica. In altri termini si sostiene che se c’è una restrizione della mobilità e
quindi una perdita di movimento in una determinata zona corporea, l’organismo reagisce a
tale disequilibrio creando delle zone di compensazione e degli adattamenti corporei, che
vanno a scapito del benessere generale dell’organismo.3

Autoguarigione:
Nell’osteopatia il ruolo del terapeuta non è quello di guarire, bensì di favorire la capacità del
corpo di “ autocurarsi” . Questo avviene perché l’osteopata, grazie alle manipolazioni e alle
manovre riesce ad eliminare gli ostacoli che impediscono alle vie di comunicazione del corpo
di sfruttare i propri fenomeni di autoregolazione per raggiungere la guarigione. L’osteopatia
ha come scopo quello di ristabilire l’armonia della struttura scheletrica di sostegno, per
permettere così all’organismo di trovare un proprio equilibrio ed un proprio benessere.3

Regola dell’arteria:
Secondo Andrew Taylor Still, le cellule e i tessuti del corpo possono funzionare in modo
soddisfacente solo se il sangue arriva correttamente e la linfa è ben evacuata. Le ferite i
processi infiammatori e le cicatrici, costituiscono un ostacolo per la microcircolazione,
impediscono l’irrorazione sanguigna abituale delle cellule e dei tessuti ( deficit di apporto di
ossigeno e nutrimenti) provocando quindi dei problemi al metabolismo.3

3
http://www.isoi.it/losteopatia-mainmenu-32/cose-losteopatia,
11.08.2012

http://www.tuttosteopatia.it/cat/osteopatia/cose-l-osteopatia
11.08.2012

http://www.tuttosteopatia.it/conoscere-osteopatia/storia- dell’osteopatia/andrew-taylor- still-nascita-


dell’osteopatia/?pag=1
02.09.2012

B. Langen, B. Schulte Wien, OSTEOPATHIE DU CHEVAL, Editions Maloine, Paris 2005

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3 Come nasce l’osteopatia
3.1 Le origini dell’osteopatia:

Andrew Taylor Still (6 Agosto 1828-12 Dicembre 1917)


3.1.1 Aspetti storici legati all’osteopatia
Il fondatore di questa pratica medica è Andrew Taylor Still.Dr medico-chirurgo.
A.T. Still è nato in Virginia (USA) nel 1828; si è laureato in medicina nello stato del Missouri
(USA) e durante la guerra civile americana ha lavorato come chirurgo presso l’esercito
nordista.
Nel 1864, in seguito alla morte di tre suoi figli a causa di un’epidemia di meningite spinale,
Still decide di allontanarsi completamente dalla medicina “ortodossa” e dedica quindi i
successivi dieci anni della sua vita “alla ricerca di una nuova e migliore forma di medicina”.
Innanzitutto studia la struttura ossea del corpo umano e, a questo proposito, diseppelisce i
cadaveri dalle tombe degli indiani, giustificando queste sue azioni dicendo che esse servono
per scoprire una medicina naturale. In seguito a ciò Still inizia a sviluppare la teoria che il
corpo umano è dotato di poteri di auto guarigione e s’interessa soprattutto alla circolazione
sanguigna; partendo da queste basi riesce a giungere alla conclusione che un imperfetto
allineamento della struttura muscolo-scheletrica può impedire la libera circolazione del
sangue, ostacolando così il meccanismo di auto guarigione e agendo poi come causa prima
della malattia.

OSTEOPATIA → OSTEO = Osso PATHOS = Sofferenza

In questo nuovo tipo di medicina si va alla ricerca delle cause dei disturbi lamentati dal
paziente, in contrapposizione al tentativo di eliminarne i sintomi con i farmaci; a questo
proposito è utile aggiungere che A.T. Still concordava con la teoria ippocratica (Ippocrate:
Medico e filosofo greco), che ogni paziente deve essere trattato come
singolo individuo e che non si devono prendere in considerazione solo i sintomi della
malattia, ma anche la natura della persona che ne è colpita. 4

Dr med A Still

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3.1.2 La nascita dell’osteopatia veterinaria

L’osteopatia veterinaria è recente ed è nata in Francia attorno agli anni 1980.


In questo periodo Dominique Giniaux, Francis Lizon, Alain Bouchet e altri veterinari francesi
con uno spiccato interesse verso altre forme di terapia non convenzionali (agopuntura,
omeopatia, fitoterapia…) creano le basi per la pratica e la diffusione dell’osteopatia
veterinaria, tramite l’insegnamento.
All’inizio si concentrano sulla cura dei cavalli ed in seguito dei cani. Oggi si può affermare
che l’osteopatia può essere applicata anche sugli animali da reddito e su quelli esotici.
La differenza principale con l’osteopatia umana è che, in osteopatia veterinaria, si deve
creare un legame di fiducia con il paziente, tale da permettere di interagire e agire tramite le
manipolazioni in modo armonioso. (cfr Dr. Lafranchi, 2012)

“L’aspetto più importante in osteopatia veterinaria, a parte le conoscenze


anatomofisiologiche e le patologie da trattare, è la consapevolezza che il nostro lavoro avrà
successo solo se affrontato con umiltà e nel pieno rispetto del nostro paziente che ci da il
permesso di essere trattato.” (Cfr Dr. Lafranchi, 2012)

4
Paul Masters, L’OSTEOPATIA, Red Edizioni, Milano 2004

Dr med vet Dominique Giniaux

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4 Osteopatia veterinaria

4.1 Introduzione all’osteopatia veterinaria

L’osteopatia è una medicina che, grazie al suo approccio non invasivo 5, delicato e
gradevole, è ben accettata anche dagli animali.
L’osteopatia veterinaria è praticata soprattutto su cani e cavalli, ma può trattare anche altri
vertebrati. Per compiere correttamente delle terapie in questo ambito è molto importante
possedere delle buone basi di anatomia e clinica veterinaria.

Soprattutto, occorre essere capaci di entrare in contatto empatico profondo in tempi brevi
con l’animale, poiché il modo di comunicare uomo-uomo o uomo animale è ovviamente
differente.

Per l’animale è fondamentale il fatto di potersi fidare del terapeuta, perché solo così riesce ad
affidarsi all’osteopata e alle sue mani esperte. Bisogna inoltre fare attenzione quando si aiuta
un animale, questo perché (soprattutto gli animali domestici) sono fortemente condizionati
dal comportamento umano e quindi da ciò derivano molti disturbi associabili ad errate
abitudini comportamentali nella triade uomo, ambiente e animale; infatti se il disturbo
riscontrato nell’animale ha forti componenti relazionali, è necessario (e assai fondamentale)
informare il proprietario delle caratteristiche del malessere. Invece, se il fastidio è frutto di un
problema dell’animale, l’intervento dell’osteopata avrà un impatto terapeutico rilevante. 6

5
Che non comporta l’introduzione nel corpo (attraverso la cute o gli orifizi) di strumenti o elementi estranei.
http://www.dsa.unipr.it/giavelli/GBS/glossario.html#i

6
http://www.andreaghedina.com il 02.06.2012

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4.1.1 Aspetti fondamentali per l’osteopatia veterinaria

Gli animali, soprattutto quelli domestici, condividono l’ambiente e la vita sociale con l’uomo. È
dunque per questo motivo, che quando si parla di osteopatia veterinaria, bisogna tener conto
di alcuni aspetti, quali:

1. l’anatomia e fisiologia;
2. la psicologia;
3. la sociologia;

Questi tre aspetti sono importanti alla stessa maniera e sono da conoscere bene per poter
trattare e curare correttamente l’animale con l’osteopatia.

1. L’aspetto anatomico e fisiologico va considerato tenendo conto delle caratteristiche


fisiche dell’animale, che si desidera trattare. Ciò significa, per esempio, che bisogna
conoscere l’anatomia dell’animale, che si ha di fronte, proprio perché essa varia molto da
una specie all’altra e soprattutto presenta caratteristiche diverse rispetto all’anatomia
umana.

2. L’aspetto psicologico degli animali concerne il fatto di essere in grado di comprendere


il loro comportamento naturale. Infatti a dipendenza delle loro dimensioni e delle loro
abitudini, gli animali si relazionano in modo diverso con l’ambiente in cui vivono e con le
sue componenti biotiche. È pure importante considerare il vissuto dell’animale (fin dalla
nascita), che può aver condizionato sia lo sviluppo del corpo che della psiche.

3. L’aspetto sociologico dell’animale deve tenere conto del fatto che la società in cui
viviamo influenza in buona parte l’ambiente, il fisico e la psiche dell’animale. Ciò significa,
che bisogna essere in grado di riconoscere i limiti che determinano un dato
comportamento animale rispetto alla comunità alla quale appartiene, sia essa umana che
dei suoi simili.7

Il compito primario dell’osteopata è quello di modificare alcuni parametri fisiologici


dell’animale, grazie a tecniche manuali specifiche.7
Ed è proprio per questo motivo che l’esperienza psicologica e sociologica dell’animale
rappresentano elementi fondamentali per il terapeuta. Conoscere questi elementi significa
per il terapeuta poter entrare in un buon rapporto di fiducia con l’animale, al fine di applicare
le giuste tecniche, che non provochino dolore o che siano addirittura piacevoli.
Una volta che l’animale supera il timore del contatto con l’osteopata, comincia a capire che il
lavoro e le manipolazioni, alle quali è sottoposto, sono importanti per il suo benessere,
permettendo così al terapeuta di lavorare su di lui.
L’osteopata che lavora con gli animali deve cercare di avere un atteggiamento diretto e
consapevole con quest’ultimi. Infatti se il terapeuta esita nelle manipolazioni o ha paura che
l’animale abbia una reazione di difesa, allora l’animale diffiderà del terapeuta.
Occorre inoltre ricordare che, essendo gli animali molto sensibili, il rapporto tra uomo e
animale può diventare pericoloso, soprattutto a causa di una diffidenza innata nei confronti
del dolore fisico e/o psichico. Importante è anche riconoscere il fatto che l’animale è
consapevole (più dell’uomo) della difficoltà del rapporto uomo-animale, in quanto troppo
spesso è lui che deve accettare comportamenti contrari alla sua natura. A questo proposito si
può dire che i trattamenti, che si applicano sull’animale per aiutarlo a stare meglio, servono
veramente a poco se l’ambiente nel quale egli vive gli è ostile. Diventa pertanto
fondamentale far capire alle persone, che sono in relazione con l’animale malato

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l’importanza di modificare il proprio comportamento e le proprie abitudini nei confronti del loro
amico a quattro zampe. Quando questo non avviene, spesso la terapia risulta poco utile o
addirittura inefficace. 7

4.2 Campi d’applicazione dell’osteopatia veterinaria

Il proprietario di un animale può rivolgersi all’osteopata veterinario per varie problematiche.


Qui di seguito vengono riportati i sette disturbi principali:

1. Disturbi dell’apparato muscolo scheletrico. In questa categoria rientrano i dolori vertebrali


quali lombalgie, dorsalgie e cervicalgie, i problemi al bacino e alle articolazioni periferiche
e le zoppie.

2. Disturbi funzionali cronici di tipo viscerale. I problemi possono essere ad esempio: vomito
cronico, digestione, tosse cronica, problemi al parto e/o ginecologici.

3. Disturbi dermatologici o ORL (otorinolaringoiatrici). Dermatiti acute o croniche, piodermiti


ricorrenti (infezioni batteriche della pelle), otiti, riniti (raffreddori) e gengiviti croniche.

4. Disturbi comportamentali. Questi disturbi compaiono generalmente accompagnati a dolori


cronici difficilmente diagnosticabili (per esempio blocchi cervicali atlanto-occipitali).

5. Disturbi legati al periodo di crescita. I cuccioli dovrebbero essere controllati regolarmente,


soprattutto quelli di razze giganti o di razze predisposte a patologie quali,ad esempio,
displasia8 del gomito o delle anche.

L’osteopatia può essere impiegata non solo per curare disturbi e problematiche, ma anche
per altre ragioni. Tra queste vi sono interventi di prevenzione e riabilitativi.

6. Prevenzione: L’osteopatia è molto utile per prevenire disturbi di vario tipo, per questo
motivo viene applicata come metodo preventivo con controlli regolari ogni 3-4 mesi su:
cani da lavoro (unità cinofile corpi di polizia, militari, protezione civile, ricerca su valanga) ,
cani da sport e da caccia.
Lo scopo di questi trattamenti è conservare la forma ottimale dell’animale e trattare in
modo adeguato patologie funzionali ancora allo stato subclinico.

7. Riabilitazione postchirurgica: L’osteopatia può essere applicata in seguito a degli


interventi chirurgici, con l’accompagnamento di altre misure terapeutiche quali fisioterapia
e idroterapia, per aiutare a recuperare il corretto assetto posturale, per correggere
eventuali posture compensatorie e per trattare problemi muscolari.
(Cfr Dr. Lafranchi, 2012)

7
http://www.andreaghedina.com il 02.06.2012
8
“Anomalia nella formazione di cellule, tessuti oppure organi, che comporta malformazioni.”
http://dizionari.corriere.it/dizionario_italiano/D/displasia.shtml il 18.9.2012

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4.2.1 Le controindicazioni
L’osteopatia è assolutamente controindicata in caso di fratture, lussazioni sia vertebrali che
periferiche e ernie discali acute. Poco indicata (nel senso che il trattamento non può portare
grandi miglioramenti) è anche in caso di lesioni ligamentari quali ad es la rottura del
ligamento crociato del ginocchio per i quali è preferiile la via chirurgica, e anche in caso di
malattie tumorali, infettive, genetiche e neurologiche strutturali. (Cfr Dr. Lafranchi, 2012)

4.3 Tecniche d’applicazione


Esistono diverse tecniche d’applicazione nell’osteopatia: strutturale, viscerale, miofasciale e
cranio-sacrale.
Queste tecniche non sono in contrapposizione fra loro ed una non esclude l’altra. Infatti può
capitare che durante la stessa seduta, l’osteopata passi da una tecnica all’altra per capire e
trattare nel migliore dei modi la patologia del paziente. (Cfr Dr. Lafranchi, 2012)

Qui di seguito vengono approfondite le varie tecniche in uso veterinario. Nei punti da 1 a 4
sono elencate le tecniche che vengono applicate con più frequenza dall’osteopata
veterinario.

1. Tecnica strutturale
Questa tecnica si occupa in particolare delle disfunzioni o restrizioni dell’apparato
muscolo-scheletrico e viene usata soprattutto per trattare dolori muscolari, alla colonna
vertebrale con o meno componente neurologica ( es sciatalgia9).
Il terapeuta ricerca, con l’aiuto delle conoscenze anatomiche, la biomeccanica10 e la
palpazione accurata, le articolazioni che hanno una restrizione anomala del movimento.
In questo caso la tecnica strutturale (o trust) viene eseguita con un movimento veloce,
deciso e ad amplitudine limitata ed è spesso accompagnata da un rumore simile a “clac”.
Questa tecnica è controindicata in caso di ernie discali, osteoporosi grave con pericolo di
fratture, tumori ossei e lesioni gravi; è sconsigliata anche nel caso in cui l’animale è molto
contratto, pauroso e restio ad accettare manipolazioni o pressioni profonde.

2. Tecnica cranio-sacrale
Questa tecnica si basa sulla percezione e sull’analisi del movimento respiratorio primario
(denominato MRP) e corrisponde ad un movimento a onda dei liquidi tissutali e può
essere percepita dall’osteopata in ogni parte dell’organismo.
Per poter capire in cosa consiste questa tecnica, occorre considerare il corpo nel suo
insieme e comprendere quindi che ogni blocco o disfunzione che presenta, corrisponde
ad una restrizione della mobilità del tessuto connettivo che va ad influenzare il movimento
respiratorio primario.
Si tratta di una tecnica precisa e delicata che ben si adatta ai pazienti poco operativi, in
quanto il terapeuta non esegue movimenti veloci ma resta piuttosto in “ascolto” di ciò che
si percepisce con le mani. Sull’uomo questa tecnica può inoltre venire applicata su
pazienti anziani con problemi cronici all’apparato osteoarticolare, su pazienti con lesioni
gravi, cardiopatie e problemi respiratori correlati.
9
La sciatalgia si riferisce al dolore o afflizione associati al nervo sciatico. Si tratta di un dolore lancinante e
bruciante, che s’irradia dalla bassa schiena o anca, seguendo il percorso del nervo sciatico fino ad arrivare
al piede. http://www.sciatalgia.eu/ il 18.9.12
10
Scienza che studia le leggi meccaniche che governano gli organismi viventi e le applicazioni della
meccanica in campo biologico e medico.
http://dizionari.hoepli.it/Dizionario_Italiano/parola/biomeccanica.aspx?idD=1&Query=biomeccanica 18.9.12

3. Tecnica fasciale o/e miofasciale 11:


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La tecnica in questione è basata sulla percezione del tessuto connettivo nel suo insieme,
per poter effettuare una diagnosi e applicare quindi il trattamento più adatto.
Con questa tecnica si analizzano i vari movimenti tessutali dell’intero organismo ed è
come un massaggio superficiale e/o profondo limitato ad alcune zone. Il principio è infatti
che le fasce o membrane (costituite da tessuto connettivo) ricoprono ogni parte della
struttura anatomica (muscoli, tendini, visceri,…). Questa relazione di continuità anatomica
permette quindi la trasmissione di tutte le informazioni utili all’osteopata per localizzare e
capire il problema.
Questa tecnica viene spesso applicata dopo il “trust”, specialmente in caso di patologie
croniche, in quanto ogni tipo di lesione possiede una “memoria cellulare” che porta i
tessuti connettivi che hanno avuto una lesione o un problema a bloccarsi di nuovo.

4. Tecnica viscerale
Con questa tecnica si possono curare i disturbi a livello viscerale, cioè che interessano gli
organi contenuti nella cavità addominale e toracica. L’approccio è basato sulle relazioni
neuro anatomiche e neurofisiologiche del sistema nervoso autonomo (il quale si occupa
del funzionamento dei visceri), in relazione al sistema nervoso volontario (responsabile
dei muscoli degli arti e delle articolazioni).
La tecnica viscerale si occupa dell’equilibrio che intercorre tra la biomeccanica vertebrale
e il corretto funzionamento viscerale, in quanto queste due strutture si influenzano a
vicenda per ricercare un equilibrio dinamico. Questa tecnica consiste in un massaggio a
livello dell’addome o del torace e, come accade con la percezione del movimento
respiratorio primario, l’osteopata può percepire e influenzare il movimento dei singoli
organi. (Cfr Dr. Lafranchi, 2012)

11
Tutto ciò che riguarda i muscoli e i tendini

16
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4.3.1 La differenza fra mobilizzazione e manipolazione

In questo capitolo vengono evidenziate le differenze che ci sono fra una mobilizzazione e
una manipolazione. Entrambe sono tecniche osteopatiche, ma esse sono diverse fra loro in
quanto soggiacciono a un metodo d’applicazione, delle controindicazioni e degli effetti
benefici differenti.

La mobilizzazione consiste nel fare piccoli movimenti all’interno dei limiti imposti dal blocco
osteopatico. Questa viene utilizzata sia durante il trattamento dall’osteopata, che come
terapia post trattamento a casa. In quest’ultimo caso è il padrone dell’animale che se ne
occupa. Questa tecnica non è rischiosa e non provoca dolore.

La manipolazione (HVLA) corrisponde a un movimento veloce, deciso e ad amplitudine


limitata della mano sulla parte del corpo lesa, e in una zona circoscritta (come riportato al
punto 4.3).
La manipolazione provoca un rilassamento muscolare in tempi rapidi ed un conseguente
miglioramento dei sintomi clinici associati. Questa tecnica richiede buone conoscenze
dell’apparato osteoarticolare e della situazione clinica del paziente. Solo chiropratici e
osteopati esperti possono eseguire le manipolazioni, mentre i massaggiatori e i fisioterapisti
possono applicare solo il metodo delle mobilizzazioni.
Le controindicazioni assolute per la manipolazione sono legate essenzialmente a disturbi
quali, i tumori, l’osteoporosi, le malformazioni congenite, i traumi gravi (distorsioni, fratture,
lussazioni), le compressioni del midollo spinale, la sindrome della cauda equina, l’emofilia (il
sangue non coagula, perciò esiste la possibilità che il paziente cominci a sanguinare in modo
più o meno grave). Inoltre nel caso di una gravidanza (soprattutto nelle ultime settimane) si
sconsiglia di sottoporsi a questa tecnica.
Altre controindicazioni minori sono riconducibili a disturbi e malattie quali, le spondilosi
attive, le artriti auotoimmuni o infettive , le gravi forme artrosiche con rimodellamento
articolare, il prolasso o la protusione discale (ernia del disco), i problemi neurologici con
componente vestibolare periferica o centrale ( disturbi dell’equilibrio) e le malattie
sistematiche o infettive gravi. (Cfr Dr. Lafranchi, 2012)

17
Giorgia Lafranchi LAM Biologia

4.4 Corrispondenze tra blocchi osteopatici e sintomatologie nel cavallo

Nella tabella 1 vengono mostrate le corrispondenze che esistono fra i blocchi osteopatici e le varie
sintomatologie ( la ricerca in questo settore è ancora aperta, e la tabella è basata su osservazioni
cliniche dei proprietari e degli osteopati)

Tabella 1: Corrispondenze fra blocchi osteopatici e sintomatologie

Blocco vertebrale Disturbi all'apparato locomotore Disturbi funzionali

Osso occipitale Rigidità al collo, rigidità/scuotere la testa Disturbi del comportamento e organi di senso
1 cervicale Rifiuta il morso, problemi a masticare, Problemi denti, gola, canali lacrimali e mucosa orale
scuotere la testa
2 cervicale Testa storta/ movimento, disturbi al galoppo Denti e esofago, "barcollare"
3 cervicale Testa storta/ movimento, disturbi al galoppo Denti e esofago, "barcollare"
4 cervicale Posizione storta spalla, nevralgie collo e ---
torace
5 cervicale Posizione storta spalla, nevralgie collo e ---
torace
6 cervicale Posizione storta spalla, forti dolori collo e Gonfiore gamba anteriore, tendiniti
torace
1 dorsale Posizione storta spalla, forti dolori collo e Gonfiore gamba anteriore, problemi diaframma
torace
2 dorsale Posizione storta spalla, forti dolori collo e Gonfiore gamba anteriore, problemi diaframma
torace
3-10 dorsale/garrese Inciampare, andatura rigida, rifiuta la briglia Disturbi apparato respiratorio, cuore, fegato
11 dorsale Rigidità sotto la sella, schiena gobba Disturbi diaframma, stomaco e fegato, pancia gonfia
tremore muscolare
12 dorsale Rigidità sotto la sella, schiena gobba Disturbi diaframma, stomaco e fegato, pancia gonfia
tremore muscolare
13 dorsale Rigidità sotto la sella, schiena gobba Disturbi stomaco (gastrite), fegato (bile), sbadigliare
14 dorsale Rigidità sotto la sella, schiena gobba Problemi intestino crasso, rigidità infiammazione
muscolare
15 dorsale Rigidità sotto la sella, schiena gobba Sudorazione eccessiva anche notturna, disturbi
intestino crasso
16 dorsale Andatura leggermente storta Problemi intestino crasso
17 dorsale Andatura leggermente storta Problemi ghiandole surrenali
18 dorsale Andatura leggermente storta Coliche da costipazione, problemi renali
1 lombare Andatura leggermente storta Disturbi ovaie/testicoli, e reni
2 lombare Nevralgie groppa e coscia, colpo della strega Infiammazione vie urinare, insufficienza renale,
problemi di sterilità
3 lombare Nevralgie groppa e coscia, problemi patella Disturbi flora intestinale (diarrea cronica), disturbi
(ginocchio)
organi riproduttori
4-5 lombare Nevralgie groppa e coscia, problemi patella Disturbi organi riproduttori
(ginocchio)
Osso sacro (5 vertebre) Nevralgie groppa e coscia Pneumovagina, rilassamento retto, vulva, pene

(Archivio Dr. Lafranchi, 2012)

18
Giorgia Lafranchi LAM Biologia

4.5 Zoppia

Per zoppie s’intende un disturbo della deambulazione, che consiste nell’appoggiare uno o più
arti in modo asimmetrico durante la marcia, conferendole un carattere discontinuo, ondulante
o saltellante. Le cause della zoppia sono nella maggioranza dei casi di natura ortopedica, (
origine congenita , traumatica-degenerativa, infettiva , tumorale) o neurologica ( lesioni o
deficit funzionali del sistema nervoso centrale o periferico).12

In questo capitolo vengono presentati i vari gradi di zoppia negli animali. In osteopatia i
problemi dell’apparato osteoarticolare (ossa e articolazioni) si manifestano quasi sempre con
zoppie di diverso grado, a seconda della gravità e del tipo di disfunzione somatica o blocco
osteopatico (Cap 2.1.1).

4.5.1 Gradi di zoppia nel cavallo


Le zoppie vengono classificate in base alla loro gravità. Tale classifica è composta da quattro
livelli:

• Il primo grado di zoppia è osservabile al trotto ma non al passo e si può notare un


accorciamento dei tempi di appoggio e/o sostegno dell’arto colpito (l’animale fa passi
più corti con l’arto che gli fa male).

• Il secondo grado di zoppia è già osservabile al passo e più marcatamente al trotto,


inoltre si nota un accorciamento dei tempi di appoggio e un sostegno dell’arto colpito
(l’animale fa passi corti con l’arto che gli fa male).

• Il terzo grado di zoppia viene osservata sia al passo che al trotto. Si può inoltre il
colpo di testa e d’anca (il cavallo sposta la testa/anca per non caricare il peso sull’
arto dolorante. Sono limitati sia il carico che la propulsione, ovvero il cavallo si
appoggia meno sull’arto/ o arti lesi.

• Il quarto grado di zoppia comporta il mancato appoggio dell’arto colpito (il cavallo
appoggia solo tre gambe) o, in casi eccezionali, tempi d’appoggio brevissimi 13

12
http://www.corriere.it/salute/dizionario/dizionarioSearch.jsp?textToSearch=CLAUDICAZIONE&fullText=
true &otherResults=true, 24.11.12

19
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13
Federica weblearning, università degli studi di Napoli Federico secondo

4.5.2 Gradi di zoppia nei piccoli animali

Le zoppie vengono suddivise in funzione del grado di gravità, da 1/4 a 4/4:

• Vengono definite di primo grado le zoppie leggere, cioè quando l’arto è sempre
appoggiato. Non è visibile al passo e si vede solo quando l’animale è sollecitato(
trotto, galoppo, superare ostacoli)

• Un secondo grado di zoppia corrisponde a una zoppia moderata, dove l’arto è quasi
sempre appoggiato , è già riscontrabile al passo.

• In un terzo grado, la zoppia è grave e l’arto viene appoggiato solo occasionalmente.


Anche nei piccoli animali, come nei cavalli, c’è il colpo di testa e d’anca, e l’animale
rifiuta o mostra evidente limiti nell’effettuare certi movimenti: salire , scendere le
scale….

• Una zoppia di quarto grado è gravissima perché l’arto è permanentemente sottratto


all’appoggio.14

14
Dr. Vet. Gerardo Fatone, università degli studi di Napoli Federico Secondo

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5 Attività pratica

5.1 Procedimento

In questo lavoro l’attività pratica ha consistito nel seguire mio padre durante le cure a cavalli
e cani, che necessitavano di un trattamento osteopatico, annotando tutto quanto veniva
eseguito per un’analisi sul metodo e sulle finalità. In queste sedute di terapia ho ripreso le
fasi più importanti messe in atto, raccogliendo così una serie di fotografie e filmati. Questo
materiale mi è stato utile in seguito, quale strumento di lavoro per capire quando si applica
l’osteopatia, come viene eseguita e quali obiettivi raggiunge.

5.2 Esempio di scheda clinica di una visita osteopatica

Qui di seguito riporto l’esempio di una scheda clinica di una visita osteopatica (presa dalla
documentazione personale del Dr. Med. Vet. Davide Lafranchi). La scheda segue uno
schema preciso e ordinato, grazie al quale si possono studiare le varie parti del corpo, che
interessano l’osteopatia per giungere infine a una diagnosi. Questo tipo di scheda viene
compilato dall’osteopata sia alla prima seduta, che in quelle seguenti (in quest’ultimo caso
per vedere se e dove ci sono stati dei miglioramenti in seguito alla terapia).

Scheda clinica di una visita osteopatica:

A) 1. Osservazioni proprie: “Anamnesi clinica”


1. La colonna vertebrale si muove in modo fisiologico (normale) nelle diverse andature
SI □ NO □
2. Sdraiarsi: L’animale mostra dei movimenti continui/fluidi SI □ NO □
Alzarsi: L’animale mostra dei movimenti continui/fluidi SI □ NO □
3. Trascinare le unghie SI □ NO □
Anteriore: sinistra □ destra □ Posteriore: sinistra □ destra □
4. Portamento della testa fisiologico/tipico della razza SI □ NO □
5. Scuotersi dopo provocazione, in modo fisiologico SI □ NO □
6. Nello scuotersi singoli segmenti della colonna vertebrale restano rigidi SI □ NO □
Quali?
7. Portamento della coda fisiologico SI □ NO □
Alterazioni nel portamento della coda: verso sinistra □ verso destra □ verso l’alto □
verso il basso □
8. Defecare in modo corretto SI □ NO □
9. Defecare in movimento SI □ NO □

2. Domande ai proprietari:
1. Cambiamento del peso negli ultimi tempi SI □ NO □
Quanto? + -
2. Può rotolarsi sulla schiena SI □ NO □

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3. (Per cani) Può grattarsi dietro le orecchie SI □ NO □
4. Può camminare in salita SI □ NO □
5. Può camminare in discesa SI □ NO □
6. È limitato nei salti SI □ NO □
Verso l’alto: Auto □ Ostacoli □ Scale □
Verso il basso: Auto □ Ostacoli □ Scale □
7. Muove la testa/ si gira in modo corretto SI □ NO □
8. Problemi di deglutizione SI □ NO □
9. Cambiamento del comportamento alimentare SI □ NO □
Assunzione di: liquidi □ solidi □
10. (Per cani da lavoro/sport): Mantiene il contatto visivo camminando SI □ NO □
Tocca gli ostacoli nel salto SI □ NO □
Rifiuta gli ostacoli/esercizi SI □ NO □
Quali?
Riesce a muovere la coda SI □ NO □
Stretching: riesce a stirarsi SI □ NO □
In avanti (posteriore alto) □ Indietro (testa in alto) □
11. Fare le scale: Problemi a salire/scendere le scale SI □ NO □
Salire □ Scendere □
12. Altri problemi non evidenziati dall’anamnesi SI □ NO □
Quali?

B) Svolgimento della visita clinica osteopatica:


1.
Temperatura corporea superficiale Quale segmento della colonna vertebrale
+
-

2. Test di tensione
Fig. 8

Fig. 8: Schema della colonna vertebrale di un cane


(Dr. Lafranchi, 30.9.12)
3.

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Struttura muscolare Quale segmento della colonna vertebrale
Atrofia (muscolo che diventa piccolo)
Ipertrofia (muscolo troppo grosso)
Ipotono (muscolo molle perché non lavora)
Ipertonico (muscolo rigido, ipersollecitato)
Contrattura
Edematoso (edema/acqua)

4. Massaggio del tessuto connettivo/ massaggio Kibler (terapia riflessa del tessuto sottocutaneo)
(Il massaggio Kibler consiste nel lavorare sul muscolo in maniera trasversale rispetto alla fibra muscolare o in
maniera contraria)
Quale segmento della colonna vertebrale
Contrattura/raccorciamento
Zone con ritenzione idrica/gonfie/edematose

5.
Dolore alla palpazione Quale segmento della colonna vertebrale

Verticale (vertebre)

Laterale destro (muscoli paravertebrali)

Laterale sinistro (muscoli paravertebrali)

6. Articolazione sacro iliaca


Dolore alla palpazione sinistra destra
Mobilizzazione (molleggiare)
Rigidità
Doloroso

7.
Mobilità del segmento Restrizione Dolorosità Limite/elasticità
cervicale (limitazione del
movimento A/B/C)
Flessione
Estensione
Latero flessione destra
Latero flessione sinistra
Rotazione destra
Rotazione sinistra

A= morbido B= rigido-elastico C= rigido-duro


8. Mobilità articolare: ROM “Range of Motion”

23
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Quale segmento della colonna vertebrale
Ipomobile
Ipermobile

Sintesi dei referti clinici:

1) 4)
2) 5)
3) 6)

Diagnosi:
• Localizzazione (dove si trova il problema principale):

• Disturbi funzionali (Qualcosa non funziona ma ciò non compromette la struttura; per esempio la
funzione del muscolo è limitata ma il muscolo non è lesionato):

• Disturbi strutturali (Problemi a livello di struttura che portano un disturbo alla funzione; per esempio
artropatie degenerative, lesioni a muscoli ,ligamenti ,tendinee…).

Osservazioni:

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5.3 Casi clinici di animali trattati con l’osteopatia veterinaria

In questo capitolo vengono presentati sei casi clinici di animali che sono stati curati con
l’osteopatia; tutti questi casi verranno poi discussi nel capitolo 6.

5.3.1 Caso clinico 1


Il primo caso clinico riguarda un cane di nome gioia, al quale vengono attribuiti i seguenti dati

• Nome: Gioia
• Specie: Canis lupus familiaris
• Razza: Cocker Spaniel
• Colore: Nero
• Sesso: Femmina
• Data di nascita: 15.05.10

Alla prima seduta l’animale presentava il seguente quadro clinico: zoppia cronica anteriore
destra con episodi già da cucciolo; le cure classiche prestate con antinfiammatori hanno dato
esiti solo a breve termine.
I procedimenti diagnostici non hanno rilevato anomalie a carico del sistema osteoarticolare,
inoltre il soggetto presenta una dermatite cronica con infezione superiore cutanea.

• Visita osteopatica: Si evidenzia un blocco cervicale dorsale (C7 D1) con un blocco
compensatorio al gomito destro e una tendinite da sovraccarico all’inserzione del
tricipite sinistro sull’ulna.
• Terapia: Sono stati utilizzati il metodo del trust e della terapia miofasciale, inoltre è
stato consigliato l’utilizzo di uno shampoo disinfettante per contenere il problema
cutaneo.

Nella seconda seduta di osteopatia è stato redatto il seguente rapporto: la zoppia è


migliorata, l’appoggio dell’arto anteriore destro va meglio anche senza l’utilizzo di FANS
(farmaci antinfiammatori non steroidei).
Il problema cutaneo è rimasto invariato e il prurito è moderato.

• Visita clinica: Viene confermato il problema al tricipite sinistro e la tendinite


all’inserzione sull’ulna; il gomito e le cervicali sono a posto. Viene tuttavia riscontrata
una nuova problematica, cioè una compensazione a livello lombo sacrale, confermata
dalla rigidità dell’animale nell’alzarsi da terra e nel fare i primi passi.
• Terapia: Viene applicato il metodo miofasciale e si consiglia il riposo assoluto per due
settimane. La terapia viene completata con un preparato di fitoterapia per la dermatite
e di un preparato omeopatico per la tendinite cronica.

Alla terza seduta dal quadro clinico risulta che Il cane sta molto bene e non zoppica più.

• Visita clinica: Il controllo ortopedico e il controllo osteopatico non riscontrano


nessuna problematica nell’animale. La dermatite non è migliorata e si consiglia di
cambiare cibo perché potrebbe trattarsi di un’intolleranza alimentare.

25
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La cartella clinica alla quarta seduta evidenzia che la cute e il pelo sono migliorati e non c’è
più prurito; l’animale presenta una zoppia anteriore destra (recidiva) che peggiora su terreni
sconnessi.

• Visita clinica: Viene riscontrato un difetto di carico anteriore destro della spalla e del
gomito, causato da un blocco cervicale recidivo.
• Terapia: Utilizzo del trust e della tecnica miofasciale; non vengono dati farmaci
antinfiammatori e si consiglia di continuare la dieta con il nuovo mangime.

Nella quinta visita osteopatica il quadro clinico è positivo.

• Visita clinica: Il controllo a riposo (dopo due settimane di riposo) mostra che
sia l’andatura che la salita e la discesa di scale, così come il superamento di
piccoli ostacoli va bene.
• Terapia: Utilizzo del massaggio miofasciale; si consiglia di riprendere
progressivamente la normale attività e di controllare l’animale dopo lo sforzo o
in caso di recidive acute.

Nell’ultima seduta di osteopatia nel, rapporto si legge che il cane va molto bene e non
ha più avuto problemi di cedimento o di zoppia.

• Visita clinica: Come capita spesso dopo la ripresa del lavoro e della normale
attività viene riscontrato un blocco/irrigidimento posteriore lombare
• Terapia: Trattamento miofasciale e cranio-sacrale.

La cura è terminata con esito positivo.

5.3.2 Caso clinico 2:


Il secondo caso clinico riguarda un cane di nome Hada al quale vengono attribuiti i seguenti
dati
• Nome: Hada

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• Specie: Canis lupus familiaris
• Razza: Bulldogue francese
• Colore: Bianco-nero
• Sesso: Femmina
• Data di nascita: 05.07.09

Alla prima consultazione osteopatica il cane presentava la seguente cartella clinica: l’animale
presenta una zoppia cronica anteriore destra da sei mesi, e una marcata atrofia muscolare
alla spalla destra. Ci sono stati diversi episodi dove il cane non appoggia l’arto dal dolore e lo
tiene in sospensione.
Sono state effettuate visite approfondite con terapie antinfiammatorie, infiltrato alla spalla con
sonda e cortisone e risonanza magnetica, la quale ha evidenziato una possibile ernia alle
vertebre cervicali (discale a livello del collo). Il problema cervicale e la tendinite riscontrate
sono state trattate con FANS senza ottenere miglioramenti.

• Visita clinica: Viene riscontrato un blocco alla cintura cervico-dorsale e dorso-


lombare, cioè tra il torace e la zona lombare e tra il collo e il torace, una sindrome
brachiale (infatti in queste zone ci sono dei nervi) ed anche una tendinite al tricipite
sinistro.
• Terapia: Viene applicato il trust e il metodo mio fasciale. È stato inoltre consigliato il
riposo assoluto (uscire tre volte al giorno cinque minuti solo per fare bisogni, senza
alcuna attività di gioco) ed è stata sospesa la cura con gli antinfiammatori non
steroidei (FANS).

Nella seconda consultazione osteopatica il quadro clinico era il seguente: L’animale va


meglio e appoggia anche meglio. Ci sono però dei problemi cronici al pelo accompagnati da
prurito e la cute è mal odorante.

• Visita clinica: Viene eseguita una visita dermatologica per escludere la presenza di
parassiti o malassezia (lieviti della pelle).

Alla terza seduta viene redatto il seguente rapporto: l’apparato locomotorio va bene.
L’animale non tiene più la zampa anteriore destra alzata, carica meglio e si appoggia meglio
sulla destra. La dermatite è peggiorata, presenza di otite esterna bilaterale, dermatite
eritematosa (pelle arrossata) e di pustolette nella zona addominale e inguinale; questi sono
tutti segni di un infetto batterico di secondo grado.

• Terapia: Vista la gravità della dermatite vengono eseguite diverse analisi, prescritte
delle cure e si fissa un’appuntamento a dieci giorni di distanza.

Alla quarta consultazione il quadro clinico era il seguente: L’apparato osteoarticolare va


molto meglio, il cane non zoppica più e la spalla destra ricomincia a prendere muscolatura.

• Visita clinica: Dal punto di vista dermatologico la situazione è migliorata, la pelle è


tuttavia ancora leggermente eritematosa nella zona dell’addome e tra le zampe. Nella
zona delle orecchie non c’è più prurito o scuotamento, ma è ancora presente un
eritema nella zona del canale.
• Visita osteopatica: La muscolatura della spalla destra è tornata quasi normale ed è
più tonica, l’appoggio è normale (controllo delle andature).

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Nella quinta seduta viene redatto il seguente rapporto: La zoppia anteriore destra è
praticamente sparita. Viene riscontrata una zoppia recidiva solo quando esagera a giocare
con altri cani, ma poi si risolve.
La cute va molto meglio, nonostante ci sia ancora dermatite nelle zone dei cuscinetti delle
zampe (anteriore destro e posteriore sinistro).

• Terapia: Viene consigliato di continuare la cura dermatologica.

Alla sesta seduta di osteopatia il quadro clinico era il seguente: L’animale sta molto bene e
non zoppica, non c’è più atrofia muscolare e dal punto di vista dermatologico va bene (viene
evidenziata solo una dermatite tra i cuscinetti della zampa anteriore destra, ma questo
perché avevano sospeso la cura consigliata).

Nell’ultima seduta il quadro clinico è positivo: La zoppia è scomparsa e l’animale corre,


salta,…

• Terapia: Trattamento miofasciale (massaggio di controllo ad effetto preventivo).

La cura è terminata con esito positivo.

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5.3.3 Caso clinico 3:
Il terzo caso clinico riguarda un cane di nome Dancer, al quale vengono attribuiti i seguenti
dati
• Nome: Dancer
• Specie: Canis lupus familiaris
• Razza: Border Collie
• Colore: Bianco-Nero
• Sesso: Maschio
• Data di nascita: 04.06.08
• Informazioni supplementari: Cane da agility di alto livello, qualificato per i campionati
del mondo

Alla prima consultazione osteopatica il quadro clinico era il seguente: un mese fa il cane ha
avuto una crisi epilettica di cinquanta minuti, localizzata negli arti posteriori senza perdita di
conoscenza né scialorrea (eccessiva salivazione), e senza perdita di feci o urina. Tre giorni
dopo c’è stata una nuova crisi.
L’animale è quindi stato visitato al Tierspital di Zurigo dove gli è stata diagnosticata
un’epilessia idiopatica e dunque prescritta una terapia sintomatica a base di barbiturici

• Visita clinica: Visitando l’animale risulta che c’è un blocco lombare L3 L4, che la
muscolatura paravertebrale sinistra è molto contratta ed anche che c’è un blocco
cervicale C3 C4. Si nota inoltre che la muscolatura è ipotonica, probabilmente a causa
dei farmaci.
• Terapia: Viene eseguito un riequilibriamento strutturale con la manipolazione trust e
delle mobilizzazioni miofasciali.

Nella seconda visita viene redatto il seguente rapporto: A livello osteoarticolare l’animale sta
molto meglio, si stira bene con lo stretching ed è stato notato un episodio di diarrea dopo il
primo trattamento osteopatico.

• Visita clinica: Viene eseguito un prelievo di sangue per controllare la concentrazione


nel sangue dei farmaci barbiturici un mese dopo l’inizio della terapia. Vengono inoltre
controllate le vertebre cervicali C3 C4, e i muscoli del collo, mentre il resto va bene. La
padrona riferisce che due mesi prima il cane ha avuto un incidente al collo durante
una gara e quindi si ipotizza che il trauma abbia portato i blocchi vertebrali, la rigidità
delle andature e le crisi simili a epilessia . Si consiglia una ripresa degli allenamenti.

Alla terza seduta il quadro clinico era il seguente: Il cane sta molto meglio, non ci sono più
state crisi epilettiche e gli allenamenti vanno bene.

• Visita clinica: I risultati dell’analisi del pelo mostrano un’intossicazione da metalli


pesanti. Al Tierspital di Zurigo i veterinari insistono sulla diagnosi precedente
(epilessia) e non credono ai buoni risultati ottenuti finora con l’osteopatia e neanche
alle analisi del pelo. Nonostante ciò si consiglia una terapia con L-cystein (prodotto
disintossicante) e micronutrienti (per riequilibrare l’organismo). Si consiglia inoltre,
dopo i mondiali di agility, di ridurre progressivamente i farmaci barbiturici.

• Visita osteopatica : Va tutto bene e anche l’apparato osteoarticolare è a posto. Si


fissa un nuovo appuntamento a un a mese di distanza.

29
Giorgia Lafranchi LAM Biologia
Nella quarta seduta di osteopatia il quadro clinico era il seguente: l’animale ha partecipato ai
campionati del mondo con lo Swiss Agility Team e ha concluso al terzo posto nella gara a
squadre. Sono stati ridotti progressivamente i barbiturici e la cura è stata infine interrotta;
finora non ci sono state convulsioni.

• Visita clinica: Il cane è fisicamente a posto, è resistente allo sforzo e il controllo


osteoarticolare non ha riscontrato problemi. Si evidenziano tuttavia degli spasmi di
breve durata (tick nervosi) localizzati nella zona del muso e degli occhi, legati
probabilmente all’ansia. Si è quindi consigliato di provare con i fiori di Bach.

Durante un consulto telefonico si consiglia di fissare un controllo a un mese di distanza e, in


caso di recidive, di fare delle analisi approfondite: emocromo e magnesio, acidi biliari, test di
stimolazione Synachten, analisi dell’urina.

In un consulto telefonico viene comunicato che il cane è in perfetta forma, non ci sono state
recidive e non assume più farmaci.

La cura è terminata con esito positivo. Il cane non assume più farmaci e non ha più avuto
recidive.

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5.3.4 Caso clinico 4:
Il quarto caso clinico riguarda un cavallo di nome Hardy al quale vengono attribuiti i seguenti
dati
• Nome: Hardy
• Specie: Equus caballus
• Razza: -
• Colore: -
• Sesso: Maschio
• Data di nascita: 18.04.04
• Informazioni supplementari: Cavallo da trekking

Alla prima consultazione osteopatica il quadro clinico era il seguente: due mesi prima il
cavallo è caduto in discesa, con conseguente zoppia posteriore di grado tre su quattro e con
paresi (stadio prima della paralisi) al posteriore sinistro. Il veterinario dal quale l’animale era
in cura aveva consigliato una terapia a base di steroidi, complesso di vitamina B e FANS per
una settimana. Inoltre il cavallo è stato sottoposto a un ciclo di agopuntura.

• Visita clinica: Si evidenzia un blocco all’articolazione ileo sacrale alto destra, un


blocco lombare L4 L5, trigger lombare destro (si tratta di una contrattura muscolare
molto dolorosa, infatti l’animale non si lascia toccare) e muscolo brachicefalico destro
(muscolo del collo).
• Terapia: Sono state utilizzate la tecnica strutturale e la mobilizzazione miofasciale
profonda.

Nella seconda seduta di osteopatia viene redatto il seguente rapporto: Il cavallo sta bene,
non c’è più stata zoppia e non trascina più i posteriori.

• Visita clinica: L’articolazione ileo sacrale alto destra è a posto. Si consiglia di


riprendere progressivamente l’attività, eseguendo esercizi al suolo con stanghe e
cavalletti e facendo passeggiate su terreno non sconnesso, al passo ed evitando di far
galoppare troppo il cavallo per le seguenti due settimane.
• Terapia: Trattamento miofasciale

Alla terza seduta il quadro clinico era il seguente: Dal momento che l’animale si è ripreso
molto bene, la visita di controllo è stata effettuata solo due mesi dopo l’ultimo controllo
osteopatico. Non ci sono più stati problemi clinici legati al trauma avvenuto cinque mesi
prima

• Visita clinica: Sia a livello osteoarticolare che a livello delle andature va tutto bene.

La cura è terminata con esito positivo.

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5.3.5 Caso clinico 5:
Il quinto caso clinico riguarda un cavallo di nome Capo, al quale vengono attribuiti i seguenti
dati
• Nome: Capo
• Specie: Equus caballus
• Razza: Mezzosangue svizzero
• Colore: Baio scuro
• Sesso: Maschio
• Data di nascita: 02.05.92

Nella prima consultazione osteopatica il quadro clinico era il seguente: il soggetto è in terapia
presso il veterinario curante a causa di una tendinite ai flessori dell’arto posteriore destro.
Dall’anamnesi remota si evidenzia che circa un anno fa il cavallo è stato visitato alla clinica
veterinaria universitaria di Zurigo (Tierspital) a causa di una grave zoppia posteriore sinistra,
con lesione ai ligamenti del ginocchio.

• Visita clinica: Alla visita ortopedica risulta che l’animale possiede una zoppia di grado
uno su quattro. Al controllo osteopatico si evidenzia un blocco ai menischi del
ginocchio sinistro. Inoltre l’arto posteriore sinistro non appoggia in modo corretto (non
allineato). Si nota pure una compensazione posteriore destra con contrattura ai
muscoli del gluteo e vastus femoralis e anche una tendinite ai flessori posteriori destri
come conseguenza di un appoggio non corretto.
• Terapia: Manipolazione ai menischi sinistri e massaggio profondo nella zona dei glutei
e del bacino, per riequilibrare l’appoggio posteriore. Viene prescritto il riposo assoluto,
cioè uscite di due volte per dieci minuti al passo (con la corda e non in sella) e un
integratore naturale a base di glucosamine e acidi grassi omega 3 di origine ittica
(pesce).

Nella seconda seduta il quadro clinico era il seguente: A detta del proprietario va tutto bene e
il grado di zoppia è zero su quattro.

• Visita clinica: Al controllo delle andature il cavallo è irregolare al trotto e al galoppo,


non avanza il posteriore sinistro e “falso galoppo” (cioè non riesce a tenere l’andatura
e si interrompe). Al test di flessione del posteriore sinistro risulta positivo (vale a dire
che prova dolore al ginocchio sinistro) e compensa ancora con il posteriore destro. Il
tendine flessore posteriore destro è a posto.
• Terapia: Mobilizzazione del bacino per riequilibrare la postura e terapia miofasciale.

Nella terza seduta viene redatto il seguente rapporto: L’animale è migliorato ma al lavoro in
maneggio presenta ancora problemi.

• Visita clinica: Al passo e al trotto sul diritto il cavallo va bene; al longe, mano sinistra,
presenta tuttavia una zoppia di grado uno su quattro del posteriore destro mentre il
ginocchio sinistro è a posto.
• Terapia: Viene eseguita la terapia strutturale per riequilibrare il bacino e il trattamento
miofasciale per eliminare le residue contratture compensatorie. Vengono prescritti,
come lavoro specifico, esercizi di mobilità del bacino (stretching a caldo).

Nell’ultima consultazione osteopatica il quadro clinico è positivo (va tutto bene).

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• Visita clinica: La visita osteopatica e il controllo del movimento nel longe danno
risultati positivi e non evidenziano problemi. Si consiglia quindi una ripresa progressiva
del lavoro.
• Terapia: Viene applicata la terapia miofasciale.

La cura è terminata con esito positivo.

5.3.6 Caso clinico 6:


Il sesto caso clinico riguarda un cavallo di nome Cheyenne, al quale vengono attribuiti I
seguenti dati

• Nome: Cheyenne
• Specie: Equus caballus
• Razza: Argentino apalosa
• Colore: Bianco-grigio
• Sesso: Femmina
• Data di nascita: 00.00.96

Nella prima consultazione osteopatica viene redatto il seguente rapporto: Il cavallo è stato
trattato per desmite all’inserzione dell’apparato sospensore anteriore sinistro, con terapia
onde d’urto (3x); il problema si è risolto completamente ma ora mostra un’andatura irregolare
con il posteriore sinistro, cioè il passo è più corto rispetto al destro (non avanza la gamba).

• Visita clinica: Viene evidenziata una marcata atrofia muscolare del quadricipite
femorale e del gastrocnemio sinistro. Ci sono inoltre delle lesioni muscolari croniche a
carattere fibrotico, all’arto posteriore sinistro. Si nota pure un blocco lombare L3 L4 e
risulta che la cavalla è aciclica, cioè non va più in calore (normalmente le cavalle
femmine vanno in calore ogni tre settimane).
• Terapia: Trust per risolvere il blocco lombare e ileo sacrale, e terapia miofasciale
profonda.

Nella seconda seduta il quadro clinico era il seguente: l’apparato locomotorio va molto meglio
e anche l’andatura al passo e al galoppo va bene; al trotto carica sempre meno il posteriore
sinistro e la muscolatura sembra più rilassata. Al momento l’animale è ancora aciclico.

• Visita clinica: Il blocco lombare L3 L4 non è ancora risolto, e si nota pure la presenza
di raffreddore alla narice sinistra con secrezione catarrale.
• Terapia: Viene eseguito il trust e il trattamento miofasciale alla colonna vertebrale, e
anche una manipolazione alle sacche gutturali, le quali si occupano di scaldare l’aria
che il cavallo inspira ma se si bloccano si riempiono di muco e provocano
un’escrezione catarrale.

Nell’ultima consultazione osteoatica il quadro clinico era positivo: va tutto bene, non ci sono
più stati episodi di zoppia, la cavalla è andata in calore e non ci sono state altre secrezioni
nasali.

• Visita clinica: Il controllo osteopatico non riscontra problemi. Viene eseguita una
visita dermatologica per la presenza di un eritema al padiglione delle orecchie; si
sospetta un’allergia ai moscerini (Flybite allergie).

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• Terapia: Viene eseguito il trattamento miofasciale.

La cura è terminata con esito positivo.

6 Discussione
6.1 Discussione dei casi clinici

In questo capitolo vengono discussi i singoli casi clinici relativi agli animali trattati con
l’osteopatia veterinaria presentati nel capitolo 5.

6.1.1 Discussione caso clinico 1

Si tratta di un caso cronico con episodi di zoppia remittenti con esacerbazioni presenti già da
cucciolo. Il veterinario curante ha escluso le classiche patologie da crescita, ma tuttavia non
si è potuto arrivare ad una diagnosi definitiva.
È un classico caso di disfunzione osteopatica primaria (blocco cervicale con componente
neurogena) complicata dalla presenza di infiammazione al gomito destro a causa di un carico
irregolare e di tendinite da sovraccarico dell’arto contro laterale al tricipite sinistro. La
disfunzione primaria è stata risolta tramite manipolazione e, di conseguenza, le varie lesioni
e sintomatologie sono progressivamente sparite. Se non si fosse intervenuti in modo
“causale” (cioè risolvendo la causa del problema) tramite l’osteopatia, il soggetto avrebbe
sviluppato condropatia e osteofitosi al gomito, nonché lesioni croniche al tendine del tricipite.
La terapia osteopatica ha permesso di trattare la causa primaria della patologia. La terapia
convenzionale con l’ausilio di farmaci antinfiammatori, è puramente sintomatica (cioè cura il
sintomo ma non elimina la causa all’origine della sintomatologia clinica).

6.1.2 Discussione caso clinico 2

Questo caso clinico riguarda un cane di razza bulldogue francese, una razza che, a causa
della sua struttura anatomica, è particolarmente soggetta a discopatie del segmento
cervicale e dorso lombare. Queste discopatie, se non trattate, possono sfociare in episodi
acuti con grave compromissione della capacità motoria del soggetto.
Rimossa la lesione osteopatica primaria i sintomi secondari (atrofia muscolare e tendinite)
sono progressivamente spariti. Nelle razze con predisposizione alle discopatie, si
raccomandano controlli osteopatici regolari (ogni 4-6 mesi) per intervenire precocemente in
caso di lesioni.

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6.1.3 Discussione caso clinico 3

Questo caso clinico molto complesso evidenzia l’importanza di un’anamnesi acuta e remota
molto precisa. Senza l’attenta osservazione da parte della proprietaria, non sarebbe stato
possibile integrare nelle cause eziologiche similepilettiche, il trauma e la sospetta
intossicazione.
La terapia osteopatica e disintossicante proposta hanno permesso di risolvere
completamente il caso senza nessuna conseguenza clinica. Se la diagnosi clinica di
epilessia idiopatica (classica) fosse stata confermata, il cane avrebbe dovuto assumere
farmaci anticonvulsivi (barbiturici) a vita e con evidenti effetti collaterali a medio-lungo
termine (epatopatia da farmaco (disturbi al fegato), miopatie (disturbi ai muscoli) ,…).

6.1.4 Discussione caso clinico 4

In questo caso clinico risulta determinante, dopo una prima terapia d’urgenza per il controllo
del dolore, un controllo osteopatico approfondito per poter risolvere in modo definitivo la
sintomatologia. In caso di traumi gravi (come nel caso esposto), oltre ai sintomi clinici
caratteristici dell’infiammazione (dolore, gonfiore, calore e functio lesa) abbiamo sempre dei
blocchi o delle disfunzioni osteopatiche, che vanno trattati in fase successiva. In caso di
fratture o lesioni complesse, che necessitano di interventi chirurgici, il trattamento
osteopatico viene effettuato nella fase di riabilitazione in affiancamento ad altre misure, come
ad esempio la fisioterapia. Senza un’ accurata terapia osteopatica, l’animale avrebbe dovuto
assumere farmaci antinfiammatori e antidolorifici, che avrebbero curato i sintomi ma non la
causa della sintomatologia.

6.1.5 Discussione caso clinico 5

La tendinite posteriore destra è stata causata da un sovraccarico di appoggio, in quanto la


patologia al ginocchio sinistro persisteva. Riequilibrando la postura, la tendinite è guarita ed è
stato risolto cosi il primo problema (lesione primaria osteopatica) al ginocchio sinistro.
Spesso, in caso di lesioni croniche, si osservano nel processo di guarigione vecchi sintomi
apparentemente scomparsi in precedenza. La guarigione completa è stata ottenuta dopo la
rimozione di tutte queste disfunzioni; non sempre ciò è possibile, in quanto le lesioni croniche
oltre ad una componente funzionale, spesso hanno anche una componente lesionale (ad
esempio artrosi, osteofitosi15 e condropatie16 gravi), che oltre alla terapia osteopatica
necessitano di cure farmacologiche.

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6.1.6 Discussione caso clinico 6:

In questo caso clinico, le lesioni croniche a carico dell’apparato osteoarticolare (ossa e


articolazioni) hanno mostrato, oltre a zoppia e problemi muscolari, anche sintomi viscerali
come aciclia (la cavalla non va in calore).
La relazione vertebra-organo con sintomi locomotori e funzionali, conferma i seguenti due
principi base osteopatici: il fatto che la struttura determina la funzione, e l’unità del corpo (si
veda il riferimento al capitolo 2.2: I principi di base dell’osteopatia; e il capitolo 4.4:
Corrispondenze tra blocchi osteopatici e sintomatologie). Se non si fosse intervenuti con
l’osteopatia la cavalla avrebbe continuato ad essere aciclica e ad avere problemi all’apparato
osteoarticolare, quali zoppia e problemi muscolari.

15
Malattia caratterizza dalla presenza di neoformazioni ossee, di solito superficiali, a forma di becco o artiglio.
Tratto da: http://www.ok-salute.it/dizionario/medico/osteofitosi.shtml il 25.11.12
16
Precede l’artrosi; le cartilagini delle articolazioni del ginocchio si consumano e, spesso, questo problema ha
un'origine degenerativa: nasce, cioè, da una serie di infiammazioni, dovute in molti casi a un asse anatomico
del ginocchio non perfetto, che portano progressivamente alla distruzione della cartilagine. Tratto da:
http://www.ok-salute.it/dizionario/medico/condropatia.shtml il 25.11.12

7 Conclusione
Questo lavoro mi è stato utile per capire meglio come funziona l’osteopatia e per avvicinarmi
a questo tipo di medicina olistica in maniera diversa. Il percorso effettuato sia per quanto
riguarda la teoria che per la parte pratica mi è piaciuto molto ed è stato molto interessante,
perché ho scoperto nuovi aspetti legati a questa modalità d’intervento. Ho quindi imparato a
considerare l’osteopatia in tutti i suoi vari aspetti, inoltre è stato veramente bello vedere come
lavora mio padre con l’osteopatia e capire che la teoria e la pratica sono molto ravvicinate
Infine un altro aspetto interessante che mi ha colpito è stato il fatto di capire come funziona
l’osteopatia, studiando la teoria che vale sia per l’essere umano che per gli animali e di
approfondire poi il discorso proprio sugli animali facendo quindi qualcosa di diverso dal solito.
I vantaggi di questa terapia sono il fatto che utilizza un approccio non invasivo e il fatto che
cura la causa della patologia per risolvere i sintomi, il tutto senza l’utilizzo di farmaci
antinfiammatori e antidolorifici.

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8 bibliografia e sitografia
http://www.bemavet.com/vedit/pagina.asp?pagina=1330
http://www.difossombrone.it/anatomiadelcane/main002tavole_muscoli_scheletro.htm
http://www.isoi.it/losteopatia-mainmenu-32/cose-losteopatia 11.08.12
http://www.tuttosteopatia.it/cat/osteopatia/cose-l-osteopatia 11.08.12
http://www.tuttosteopatia.it/conoscere-osteopatia/storia-dell’osteopatia/andrew-taylor-still-
nascita-dell’osteopatia/?pag=1 02.09.12
B. Langen, B. Schulte Wien, OSTEOPATHIE DU CHEVAL, Editions Maloine, Paris 2005
Paul Masters, L’OSTEOPATIA, Red Edizioni, Milano 2004
http://www.andreaghedina.com 02.06.12
http://www.dsa.unipr.it/giavelli/GBS/glossario.html#i 18.09.12
http://dizionari.corriere.it/dizionario_italiano/D/displasia.shtml 18.09.12
http://www.sciatalgia.eu/ 18.09.12
http://dizionari.hoepli.it/Dizionario_Italiano/parola/biomeccanica.aspx?idD=1&Query=biomecc
anica 18.09.12
http://www.corriere.it/salute/dizionario/dizionarioSearch.jsp?textToSearch=CLAUDICAZIONE
&fullText=true&otherResults=true 24.11.12
Federica weblearning, università degli studi di Napoli Federico secondo
Dr. Vet. Gerardo Fatone, università degli studi di Napoli Federico Secondo
http://www.ok-salute.it/dizionario/medico/osteofitosi.shtml 25.11.12
http://www.ok-salute.it/dizionario/medico/condropatia.shtml 25.11.12

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