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La 

certificazione energetica 
degli edifici
Aumento della Crescita economica
popolazione Paesi in via di
sviluppo
notevole incremento della domanda e del
consumo di energia

aumento delle emissioni di CO2


e di altri gas serra
NECESSITÀ DI RIDURRE LE EMISSIONI DI GAS SERRA ED I COSTI ENERGETICI

SPINGONO I PAESI INDUSTRIALIZZATI VERSO IL RISPARMIO ENERGETICO


Distribuzione dei consumi

Gli edifici residenziali e


commerciali pesano per
il 35% dei consumi di
energia

Fonte: ENEA 2013

Il settore civile comporta attualmente in Italia, come in Europa ed USA, circa
il 30% dei consumi energetici globali e circa il 30‐40% delle emissioni di C02.

La quota predominante di questa percentuale è a sua volta da imputare
prevalentemente al settore residenziale, che determina da solo il 65% della 
domanda energetica, a fronte di un 35% correlato al comparto del terziario.

Nelle case italiane in particolare il consumo annuo di energia per usi termici
rappresenta circa il 23% dei consumi finali totali, con conseguente produzione
di circa 550.000 tonnellate di sostanze inquinanti volatili come ossidi di
azoto, zolfo, carbonio ecc.
L'analisi dei consumi energetici residenziali mettono in evidenza come la
quota maggioritaria della domanda sia imputabile al riscaldamento 
ambientale, seguita dai consumi correlati ai dispositivi elettrici minimi e 
quindi alla produzione di acqua calda ad uso sanitario. Recentemente è da 
far rilevare, pur non essendo ancora valutabile in statistiche di lungo 
periodo, I'incremento di sistemi di condizionamento estivo nel settore 
residenziale.

Consumi finali di energia nel settore residenziale per uso
Per I'ltalia I'indicazione contenuta nella Direttiva Europea era quella di passare 
da una percentuale di energia elettrica da fonti rinnovabili pari al 16% 
(soprattutto da idroelettrico e biomasse) a una percentuale del 25% nel 2010 
(passando a una copertura del fabbisogno energetico globale del 6%  aI 12% 
circa).

In riferimento invece agli obiettivi di riduzione delle emissioni I'ltalia inoltre si e 
schierata tra i Paesi sostenitori del protocollo di Kyoto ed ha assunto impegni 
per una riduzione delle emissioni nazionali di gas serra del 7% nel periodo 2008‐
2012, rispetto ai valori presi come riferimento del 1990.
Tra il 1990 e il 2012 le emissioni di tutti i gas serra considerati dal Protocollo di Kyoto sono passate da 519 a 
460 milioni di tonnellate di CO2 equivalente, variazione ottenuta principalmente grazie alla riduzione 
delle emissioni di CO2, che contribuiscono per l’84% del totale e risultano, nel periodo 2008‐2012, inferiori 
mediamente del 4,6% rispetto al 1990. Nel grafico qui sotto l'andamento di emissioni, del Pil, del rapporto 
Pil/emissioni e consumo energetici. 
Il calo delle emissioni è in gran parte legato alla crisi: nei processi industriali e nella manifattura calano 
rispettivamente del 26 e del 37%, nei trasporti crescono, mentre nell'energia, grazie a metano e rinnovabili 
calano dell'8% nonostante un aumento della produzione. E' questa la sintesi dei dati che emergono dal 
Registro nazionale delle emissioni in atmosfera dei gas serra per il 2012, presentato dall'ISPRA.
Evoluzione della produzione rinnovabile in Italia (fonte: 
GSE Rapporto statistico 2016 Impianti a fonti rinnovabili)
Nel 2016 la produzione da fonti rinnovabili si è attestata sul valore di 108.022 GWh, 
valore pressoché uguale rispetto alla produzione dell’anno precedente.
Mentre fino al 2008 l’andamento dell’elettricità generata da FER era legato 
principalmente alla fonte idraulica, negli ultimi anni è cresciuta progressivamente 
l’importanza delle “nuove rinnovabili” (solare, eolica e bioenergie).
La fonte idraulica, in particolare, ha raggiunto al 2016 un valore di produzione pari a 
42.432 GWh, ossia un valore di produzione molto più basso rispetto ai massimi 
osservati del 2014 ed inferiore al valore del 2015.
La fonte solare ha contribuito con un valore di produzione di 22.104 GWh, in calo per il 
primo anno in assoluto (‐ 3,7%); tale diminuzione è attribuibile principalmente a un 
irraggiamento sul territorio nazionale più basso rispetto all’anno precedente.
Notevole invece la performance della produzione eolica, pari ai 17.689 GWh, in crescita 
di quasi 3 TWh rispetto al dato del 2015 (+19,2%). La produzione da bioenergie nel 
2016 si è attestata invece sui 19.509 GWh, lo 0,7% in più rispetto al 2015.
Bilancio elettrico nazionale nel 2016 
(fonte: GSE Rapporto statistico 2014 Impianti a fonti rinnovabili)
QUADRO NORMATIVO EUROPEO

Direttive Europee Efficienza energetica

2002/91/CE EPBD 2009/28/CE 2010/31/UE


Sul rendimento energetico in Sulla promozione dell’uso Sulla prestazione
edilizia dell’energia da fonti rinnovabili energetica in edilizia

2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012

2009/29/CE
2006/32/CE perfezionare ed
Sull’efficienza degli estendere il sistema 2012/27/UE
usi finali dell’energia comunitario per lo Sull’efficienza energetica
e dei servizi scambio di quote di
energetici emissione di gas a
effetto serra
PACCHETTO CLIMA-ENERGIA ‘‘Pacchetto 20-20-20’’

2020
- 20% kWh Energia consumata
- 20% CO2 Edifici residenziali e pubblici + 20% energia da fonti rinnovabili
QUADRO NORMATIVO ITALIANO

2002/91/CE 2009/28/CE 2010/31/UE


EPBD D.Lgs DL 63/2013
D.Lgs 192/2005 28/2011

2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015

2006/32/CE 2009/29/CE 2012/27/UE


D.Lgs 115/08 Recepita nel D.Lgs 102/14
2013 con 2
decreti
LEGGE N. 373/1976

in Europa crisi petrolifera, che fece balzare alle stelle il prezzo del petrolio.

cercare di contenere i consumi energetici degli edifici.

sia per gli edifici residenziali che per quelli industriali e terziari: limiti alla
dispersione termica verso l’esterno.
LEGGE N. 10/1991
“NORME PER L’ATTUAZIONE DEL PIANO ENERGETICO NAZIONALE IN MATERIA DI USO
RAZIONALE DELL’ENERGIA, DI RISPARMIO ENERGETICO E DI SVILUPPO DELLE FONTI
RINNOVABILI DI ENERGIA”.

Gli obiettivi principali:


 risparmio energetico e uso consapevole dell’energia;
 salvaguardia dell’ambiente;
 benessere degli individui all’interno dell’ambiente confinato.

per contenere la dispersione di calore verifica dell’isolamento


termico delle pareti e dei solai

proponeva un percorso per la valutazione del bilancio energetico


invernale dell’edificio fra gli apporti e le dispersioni di calore.
D.P.R. 412/1993
decreto di attuazione legge n.10: “REGOLAMENTO RECANTE NORME PER LA
PROGETTAZIONE, L’INSTALLAZIONE, L’ESERCIZIO E LA MANUTENZIONE DEGLI
IMPIANTI TERMICI DEGLI EDIFICI AI FINI DEL CONTENIMENTO DEI CONSUMI DI
ENERGIA”.

 Individuazione della ZONA CLIMATICA e dei GRADI GIORNO:


Territorio nazionale classificato in funzione del numero di gradi giorno (GG), intesi come la
somma (estesa su tutto il periodo annuale convenzionale di riscaldamento) delle differenze
positive giornaliere tra la temperatura ambiente (convenzionalmente fissata a 20°C) e la
temperatura media esterna giornaliera ricavata dalla UNI 10349.
D.P.R. 412/1993
decreto di attuazione legge n.10: “REGOLAMENTO RECANTE NORME PER LA
PROGETTAZIONE, L’INSTALLAZIONE, L’ESERCIZIO E LA MANUTENZIONE DEGLI
IMPIANTI TERMICI DEGLI EDIFICI AI FINI DEL CONTENIMENTO DEI CONSUMI DI
ENERGIA”.

 CLASSIFICAZIONE GENERALE degli edifici per CATEGORIE (valida ancora oggi):


D.P.R. 412/1993
decreto di attuazione legge n.10: “REGOLAMENTO RECANTE NORME PER LA
PROGETTAZIONE, L’INSTALLAZIONE, L’ESERCIZIO E LA MANUTENZIONE DEGLI
IMPIANTI TERMICI DEGLI EDIFICI AI FINI DEL CONTENIMENTO DEI CONSUMI DI
ENERGIA”.

 CLASSIFICAZIONE GENERALE degli edifici per CATEGORIE (valida ancora oggi):


D.P.R. 412/1993
decreto di attuazione legge n.10: “REGOLAMENTO RECANTE NORME PER LA
PROGETTAZIONE, L’INSTALLAZIONE, L’ESERCIZIO E LA MANUTENZIONE DEGLI
IMPIANTI TERMICI DEGLI EDIFICI AI FINI DEL CONTENIMENTO DEI CONSUMI DI
ENERGIA”.

determinazione del F.E.N. (Fabbisogno Energetico Normalizzato) :


FEN = FEC/(V x GG)

rendimento globale stagionale dell’impianto termico.


Direttiva 2002/91/CE – EPBD
(Energy Performance of Buildings Directive)

 orientare l’attività edilizia verso una concezione di efficienza energetica che consenta di
perseguire anche obiettivi rivolti alla riduzione dell’impatto ambientale ed al contenimento
dell’inquinamento.

 valutazione del rendimento energetico degli edifici, mediante indicatori


prestazionali

 riduzione degli inquinanti gassosi emessi


Direttiva 2002/91/CE – EPBD
(Energy Performance of Buildings Directive)

Le disposizioni in essa contenute riguardano:

• quadro generale di una metodologia per il calcolo del rendimento energetico integrato
degli edifici

• l’applicazione di requisiti minimi in materia di rendimento energetico degli edifici di nuova


costruzione ed edifici esistenti sottoposti a importanti ristrutturazioni

• la CERTIFICAZIONE ENERGETICA degli edifici (A.C.E.)

• l’ispezione periodica delle caldaie e dei sistemi di condizionamento d’aria negli edifici,
nonché una perizia del complesso degli impianti termici le cui caldaie abbiano più di
quindici anni
D.LGS 192/2005
Attuazione della direttiva 2002/91/CE

modificata con:
D.LGS 311/2006
“ Disposizioni correttive e integrative al decreto legislativo n. 192 del 2005”

 introduce in via transitoria, e sino alla data di entrata in vigore delle «linee guida nazionali
per la certificazione energetica degli edifici», l’Attestato di Qualificazione Energetica
(A.Q.E.)
D.LGS 192/2005
Attuazione della direttiva 2002/91/CE

modificata con:
D.LGS 311/2006
“ Disposizioni correttive e integrative al decreto legislativo n. 192 del 2005”

regolamento di attuazione:
D.M. 26 giugno 2009
“LINEE GUIDA NAZIONALI per la certificazione energetica degli edifici”
D.P.R. 59/2009
• ha la finalità di promuovere un’applicazione “omogenea, coordinata e immediatamente
operativa” delle norme per l’efficienza energetica sul territorio nazionale.

• Metodologie, criteri e i requisiti minimi di edifici e impianti relativamente alla:


 climatizzazione invernale (viene mantenuto l’assetto del D.Lgs. 192/05)
 preparazione di ACS
 climatizzazione estiva (la principale novità rispetto al D.Lgs. 192/05)
 illuminazione artificiale di edifici non residenziali

• Individua le Norme tecniche riconosciute a livello nazionale per il calcolo delle prestazioni
energetiche degli edifici:

UNI/TS 11300 – Parte 1: determinazione del fabbisogno di energia termica dell’edificio per la
climatizzazione estiva ed invernale
UNI/TS 11300 – Parte 2: determinazione del fabbisogno di energia primaria e dei rendimenti
per la climatizzazione invernale e per la produzione di acqua calda sanitaria
D.M. 26 giugno 2009
“LINEE GUIDA NAZIONALI per la certificazione energetica degli edifici”

definisce le procedure applicative della certificazione energetica degli edifici.

Le Linee guida sono finalizzate a garantire:

• la promozione di adeguati livelli di qualità dei servizi di certificazione;

• assicurare la fruibilità, la diffusione e una crescente comparabilità delle certificazioni


energetiche sull'intero territorio nazionale in conformità alla direttiva 2002/91/CE.

Il decreto prevede che l’Attestato di Certificazione Energetica contenga indicazioni


sull’efficienza energetica dell’edificio, i valori di riferimento a norma di legge e le classi
prestazionali, oltre ad indicazioni economicamente sostenibili per interventi di
riqualificazione energetica.
Direttiva 2010/31/UE
(nota anche come EPBD 2)

Miglioramento della prestazione energetica degli edifici all’interno dell’Unione, tenendo conto
delle condizioni locali e climatiche esterne, nonché delle prescrizioni relative al clima degli
ambienti interni e all’efficacia sotto il profilo dei costi.

Essa fornisce indicazioni su:

• metodologia per il calcolo della prestazione energetica integrata degli edifici e delle unità
immobiliari;

• applicazione di requisiti minimi alla prestazione energetica di edifici e unità immobiliari;

• certificazione energetica degli edifici o delle unità immobiliari;

• piani nazionali destinati ad aumentare il numero di “edifici a energia quasi zero”


Convertita in:
D.L. 63/2013 Legge 90/2013
“decreto eco-bonus/energia”

Ha recepito la Direttiva 2010/31/UE

abroga e sostituisce la Direttiva 2002/91/CE.

Come disposto dalla nuova direttiva, per conoscere le performance energetiche degli edifici
non bisognerà più fare riferimento al rendimento energetico ma alla loro
PRESTAZIONE energetica.

Passaggio dall’Attestato di Certificazione Energetica


(A.C.E.)
all’ ATTESTATO DI PRESTAZIONE ENERGETICA
(A.P.E.)
D.I. 26/06/2015
sostituisce il D.P.R. 59/2009

I 3 Decreti Interministeriali del 26 giugno 2015, che completano il quadro normativo in


materia di efficienza energetica negli edifici, sono:

• decreto requisiti minimi: definizione delle prescrizioni e dei requisiti minimi degli edifici,
applicazione delle metodologie di calcolo delle prestazioni energetiche;

• linee guida nuovo APE 2015, adeguamento del decreto del Ministro dello sviluppo
economico, 26 giugno 2009 – linee guida nazionali per la certificazione energetica degli
edifici;

• decreto relazione tecnica di progetto, schemi e modalità di riferimento per la


compilazione della relazione tecnica di progetto ai fini dell’applicazione delle prescrizioni e
dei requisiti minimi di prestazione energetica.
NOVITÀ IMPORTANTI

 EDIFICIO DI RIFERIMENTO

edificio identico a quello di progetto o reale in termini di geometria, orientamento, ubicazione


territoriale, destinazione d’uso e situazione al contorno e avente caratteristiche termiche e
parametri energetici predeterminati.

occorrerà effettuare 2 calcoli:


1. calcolo della prestazione energetica dell’edificio di riferimento
2. calcolo della prestazione energetica dell’edificio reale, che sarà confrontato con il relativo
edificio di riferimento

Lo scopo è quello di avere un riferimento per calcolare una serie di limiti che gli edifici dovranno
rispettare, a seconda che si tratti di edifici sottoposti a ristrutturazione o a riqualificazione
energetica.
NOVITÀ IMPORTANTI

 EDIFICIO AD ENERGIA QUASI ZERO

Un edificio a energia quasi zero è un edificio ad altissima prestazione energetica.

Il fabbisogno energetico molto basso o quasi nullo dovrebbe essere coperto in misura molto
significativa da energia da fonti rinnovabili, compresa l’energia da fonti rinnovabili prodotta in
loco o nelle vicinanze.
I REQUISITI DA RISPETTARE
Obiettivi della Certificazione Energetica

 Migliorare la trasparenza del mercato immobiliare fornendo agli acquirenti ed 

ai locatari di immobili un'informazione oggettiva e trasparente delle 

caratteristiche (e delle spese) energetiche dell'immobile. 

 Informare e rendere coscienti i proprietari degli immobili del costo energetico 

legato alla conduzione del proprio "sistema edilizio" in modo da incoraggiare 

interventi migliorativi dell'efficienza energetica della propria abitazione.
 La certificazione consente agli interessati di pretendere dal fornitore 

(venditore) di un immobile informazioni affidabili sui costi di conduzione.

 L'acquirente deve poter valutare se gli conviene o no spendere di più per un 

prodotto migliore dal punto di vista della gestione e manutenzione.

 I proprietari che apportano miglioramenti energetici importanti ma poco 

visibili, come isolamenti di muri, tetti, caldaie ad alto rendimento, etc., possono 

veder riconosciuti i loro investimenti.
Chi può fare il certificatore senza frequentare il corso di
durata di 80 ore
In base alla normativa vigente, la certificazione è
competenza esclusiva di un tecnico abilitato che può
operare da solo (libero professionista o associato) o alle
dipendenze di:

- enti pubblici e gli organismi di diritto pubblico che operano


nel settore dell’energia e dell’edilizia;
- organismi pubblici e privati d’ispezione nel settore delle
costruzioni edili, delle opere di ingegneria civile e di
impiantistica, accreditati presso l’organismo nazionale o un
suo equivalente europeo;
- società di servizi energetici (Esco).
I tecnici devono essere iscritti ad un ordine o collegio
professionale e abilitati alla progettazione di edifici ed
impianti asserviti agli edifici stessi, nell’ambito delle
specifiche competenze a esso attribuite dalla legislazione
vigente.

Il ddl Destinazione Italia è intervenuto sul Dpr 75/2013


ampliando le categorie di laureati e diplomati che
accedono direttamente alla professione di certificatore
energetico senza seguire alcun percorso formativo
aggiuntivo.
Le lauree che danno accesso diretto alla professione di
certificatore sono:
- architettura, ingegneria edile ingegneria edile-architettura;
- ingegneria chimica;
- ingegneria civile;
- ingegneria dei sistemi edilizi
- ingegneria della sicurezza;
- ingegneria elettrica;
- ingegneria energetica e nucleare;
- ingegneria gestionale;
- ingegneria meccanica;
- ingegneria per l’ambiente e il territorio;
- scienza e ingegneria dei materiali;
- scienze e tecnologie agrarie;
- scienze e tecnologie forestali ed ambientali;
- scienze e gestione delle risorse rurali e forestali.
A queste il ddl Destinazione Italia ha aggiunto:
- ingegneria aerospaziale e astronautica;
- ingegneria biomedica;
- ingegneria dell’automazione;
- ingegneria delle telecomunicazioni;
- ingegneria elettronica;
- ingegneria informatica;
- ingegneria navale;
- pianificazione territoriale urbanistica e ambientale;
- scienze e tecnologie della chimica industriale.
 Il soggetto certificatore può essere o un singolo 
esperto o un ente di certificazione.

 l'esperto certificatore abilitato e accreditato svolge le


attività di certificazione energetica degli edifici nel pieno
rispetto delle norme tecniche cogenti emanate a livello
nazionale, e in particolare:
1) applica in modo corretto la procedura di certificazione;

2) certifica la qualità energetica dell'edificio in coerenza con lo schema adottato
localmente

3) valuta il rispetto di regolamenti espressi in termini di obiettivi energetici;

4) certifica la qualità energetica dell'edificio in coerenza con lo schema adottato
localmente.

5) confronta le prestazioni energetiche di varie alternative progettuali per un edificio
in progetto

6) indica un livello convenzionale di prestazione energetica degli edifici esistenti;

7) stima l'effetto di possibili misure di risparmio energetico su un edificio esistente,
calcolando il fabbisogno di energia con e senza ciascuna misura;

8) prevede le esigenze future di risorse energetiche su scala nazionale o internazionale, 
calcolando i fabbisogni di energia di tipici edifici rappresentativi del parco edilizio
La certificazione energetica degli edifici non si riferisce solo al calcolo prestazione, 
con la conseguente assegnazione delle categorie degli indicatori, ma comprende 
anche una serie di azioni il cui scopo è quello di garantire che le prestazioni 
riportate nel certificato siano effettivamente corrispondenti a ciò che viene 
progettato e, soprattutto, realizzato.
Attestato di qualificazione energetica 

 Deve essere predisposto da un professionista abilitato anche 

non estraneo alla proprietà, alla progettazione o realizzazione 

dell'edificio.

 Deve essere asseverato dal direttore lavori, quindi allegato 

obbligatorio alla dichiarazione di fine lavori.
CALCOLI FONDAMENTALI PER RAGGIUNGERE L'OBIETTIVO

1) lo scambio termico per trasmissione e ventilazione dell'edificio 
quando esso è riscaldato o raffrescato ad una temperatura interna 
costante;

2) il contributo degli apporti termici interni e solari al bilancio termico 
dell'edificio;

3) i fabbisogni annuali di energia termica per riscaldamento e 
raffrescamento, al fine di mantenere le temperature prefissate di 
regolazione all'interno dell'edificio.
Interfaccia con il progettista e con il 
direttore dei lavori, responsabilità 
delle figure professionali
 Il progettista individua le esigenze e i requisiti del committente, elabora 
soluzione progettuali adeguate valutando aspetti tecnici ed economici 
garantisce comunque il rispetto dei requisiti minimi di legge e dei requisiti che 
emergono dai regolamenti edilizi locali;

 il direttore dei lavori segue la realizzazione dell'opera garantendo che ci sia 
coerenza tra il progetto e la realizzazione e gestisce le eventuali varianti nel 
corso della realizzazione, assicurandosi comunque che siano mantenuti i 
requisiti di prestazione energetica dichiarati oltre naturalmente a quelli minimi 
di legge;

 l'esperto certificatore applica in modo corretto la procedura di certificazione 
verificando la coerenza del progetto rispetto agli obiettivi di qualità energetica 
dichiarati e si assicura, attraverso visite di cantiere concordate con la direzione 
dei lavori, che il progetto energetico sia rispettato nella realizzazione; l'esperto 
certificatore, alla fine del processo realizzativi, certifica la qualità energetica 
dell'edificio stesso in coerenza con lo schema adottato localmente.
OMISSIONI E SANZIONI

Il sistema sanzionatorio fa riferimento all’articolo 15 del Dlgs


192/2005:
 sanzioni a carico del certificatore (multa da 700 a 4.200
euro per un APE non corretto)

 sanzioni a carico del direttore dei lavori (multa da 1.000


a 6.000 per la mancata presentazione dell’APE al Comune)

 sanzioni a carico del costruttore/proprietario (multa da


3.000 a 18.000 euro in caso di mancata redazione dell’APE
per edifici nuovi, ristrutturati, in affitto o messi in vendita).
La situazione in Italia
Dal CTI (Comitato Termotecnico Italiano Energia e Ambiente) è stato sviluppato in
collaborazione con il MISE (Ministero dello Sviluppo Economico) un rapporto di
attuazione della certificazione energetica degli edifici in Italia, relativo all’anno 2013

Recepimento della legislazione sulla


certificazione
energetica degli edifici e adozione di un
protocollo di
sostenibilità ambientale

Nota: la ”Directive on the energy performance of buildings (EPBD)” è la direttiva 2002/91/EC
Distribuzione di frequenza degli attestati di certificazione energetica depositati
al 1/03/2013 con ripartizione percentuale per Nord, Centro e Sud e Isole
I dati da reperire per la 
certificazione energetica per 
edifici nuovi ed esistente
I dati di ingresso relativi alle caratteristiche tipologiche dell'edificio 
comprendono:

‐ volume lordo dell'ambiente climatizzato;

‐ il volume interno (o netto) dell'ambiente climatizzato;

‐ le superfici di tutti i componenti dell'involucro e della struttura
edilizia;

‐ le tipologie e le dimensioni dei ponti termici;

‐ gli orientamenti di tutti i componenti dell'involucro edilizio;

‐ i fattori di ombreggiatura di tutti i componenti trasparenti
dell'involucro edilizio.
I dati relativi alle caratteristiche termiche e costruttive dell'edificio 
comprendono:

 le trasmittanze termiche dei componenti dell'involucro edilizio;

 le capacità termiche areiche dei componenti della struttura
dell'edificio;

 le trasmittanze di energia solare totale dei componenti trasparenti 
dell'involucro edilizio;

 i fattori di riduzione della trasmittanza di energia solare totale dei 
componenti trasparenti dell'involucro edilizio in presenza di schermature 
permanenti;

 i fattori di riduzione dovuti al telaio dei componenti trasparenti 
dell'involucro edilizio;

 i coefficienti di trasmissione lineare dei ponti termici.
DATI CLIMATICI

I dati climatici comprendono:

‐ le medie mensili delle temperature esterne;

‐ l'irraggiamento solare totale mensile sul piano orizzontale;

‐ l'irraggiamento solare totale mensile per ciascun 
orientamento;
Dati relativi alle modalità di occupazione e di utilizzo dell’edificio

I dati relativi all’utenza comprendono:
– la temperatura interna di regolazione per il riscaldamento;
– la temperatura interna di regolazione per il raffrescamento;
– il numero di ricambi d’aria;
– la durata del periodo di raffrescamento;
– la durata del periodo di riscaldamento;
– il regime di funzionamento dell’impianto di climatizzazione;
– le modalità di gestione degli schermi;
– gli apporti di calore interni.
– Nella valutazione di progetto o nella valutazioni standard, i dati relativi alle
modalità di occupazione e di utilizzo dell’edificio si riferiscono ad un’utenza
convenzionale, secondo quanto riportato nell’appendice D.
EN ISO 13790:2008

La norma EN ISO 13790:2008 presenta una serie di metodi di calcolo del fabbisogno 
di energia per il riscaldamento ed il raffrescamento ambiente di un edificio e 
dell'influenza delle perdite degli impianti di riscaldamento e raffrescamento, del 
recupero termico e dell'utilizzo delle fonti di energia rinnovabile. Tale norma può 
essere utilizzato per le seguenti applicazioni:

1) valutare il rispetto di regolamenti espressi in termini di obiettivi energetici;

2) confrontare le prestazioni energetiche di varie alternative progettuali per un
edificio in progetto;

3) indicare un livello convenzionale di prestazione energetica degli edifici
esistenti;

4) stimare l'effetto di possibili misure di risparmio energetico su un edificio 
esistente, calcolando il fabbisogno di energia con e senza ciascuna misura;

5) prevedere le esigenze future di risorse energetiche su scala nazionale o 
internazionale, calcolando i fabbisogni di energia di tipici edifici rappresentativi del 
parco edilizio.
Le suddette applicazioni trovano riscontro in diversi tipi di 
valutazione energetica di calcolo, come di seguito classificati.

Tipo di Dati di Ingresso

Scopo della valutazione


valutazione
Uso Clima Edificio

Permesso di costruire,

di Progetto Certificazione o
Standard Standard Progetto
(Design Rating) Qualificazione energetica

del progetto

Standard Certificazione o
Standard Standard Reale
(Asset Rating) Qualificazione energetica

Ottimizzazione,

Adattata all'utenza Validazione, Diagnosi e

In funzione dello scopo Reale programmazione di


(Tai/ored rating)
interventi di

riqualificazione
EN ISO 13790

I metodi forniti dalla EN ISO 13790 comprendono il calcolo dei seguenti termini:

1) lo scambio termico per trasmissione e ventilazione dell'edificio quando esso è 
riscaldato o raffrescato ad una temperatura interna costante; 
2) il contributo degli apporti termici interni e solari al bilancio termico
dell'edificio;
3) i fabbisogni annuali di energia termica per riscaldamento e
raffrescamento, al fine di mantenere le temperature prefissate di
regolazione all'interno dell'edificio.

La determinazione dei fabbisogni di energia latente non rientra nello scopo della EN 
ISO 13790, ma viene presa in considerazione dalle norme che forniscono metodi per 
determinare l'efficienza dei sistemi di climatizzazione
(EN 15316, EN 15243).

L'edificio può avere diverse zone termiche a differenti temperature di regolazione e 
può avere un riscaldamento intermittente.

I possibili intervalli di calcolo sono diversi: l'anno, il mese, l'ora.
La norma EN ISO 13790: 2008 prevede la possibilità di eseguire il calcolo 
dei fabbisogni netti di energia per il riscaldamento e il raffrescamento 
dell'edificio mediante metodi dettagliati di simulazione, che consentono 
di tenere adeguatamente conto dei fenomeni dinamici.

L'utilizzo nazionale di tali metodi, opportunamente validati in conformità 
alla norma EN 15265, è da ritenersi sempre possibile ed in alcuni casi 
preferibile, in alternativa al metodo mensile cui le linee guida si 
riferiscono, una volta che siano disponibili dati climatici orari
della località considerata.

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