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l’apprendimento della lingua francese

appropriata valutazione e pianificazione o inserito non coerentemente


nel contesto degli obiettivi della lezione risulterebbe improduttivo, e con
una eccessiva semplificazione o con un taglio brutale del documento si
distruggerebbe l’autenticità del materiale proposto. Tenere ben presente
la funzione originaria del contenuto significa sfruttarne le potenzialità e
risolverne le criticità, poiché, non scollegandolo dal senso del contesto
in cui era inserito e non violando i propositi dell’autore, si avrà un senso
di continuità e di autenticità, sottraendo al compito che il discente deve
svolgere il marchio scolastico dell’artificiosità. Al docente l’arduo, ma
anche stimolante, compito della didattizzazione.

3.2.4. la didattizzazione

Yves Chevallard, nel suo La transposition didactique. Du savoir savant au


savoir enseigné 32, ha esplicitato il procedimento che trasforma il sapere
in oggetto d’insegnamento, adattandolo alle finalità didattiche e agli
apprendenti. È un insieme di processi che coinvolgono più attori sociali
a livelli differenti.
Per prima cosa bisogna identificare e delimitare gli oggetti della
conoscenza, del sapere, ed è un lavoro svolto a monte dalle discipline
scientifiche stesse.
Da questo insieme di conoscenze bisogna scegliere cosa insegnare,
definire i saperi e il savoir-faire che ogni settore scientifico deve trasmet-
tere. Questo costituisce la struttura dei programmi scolastici ufficiali e le
differenti concezioni presenti nei materiali e nei documenti pedagogici,
compito svolto dalla didattica della disciplina interessata.
Infine la trasformazione degli oggetti da insegnare in oggetti d’inse-
gnamento; gli autori dei libri di testo in prima istanza, e gli insegnanti
poi, elaborano delle unità di apprendimento composte da documenti
autentici affiancati a un manuale. Stabiliscono gli aspetti linguistici e
cognitivi per garantire il processo di apprendimento, e questi atti peda-
gogici confluiscono nella lezione.
Michel Develay33, riprendendo la definizione di Chevallard, identifica
la sua personale concezione di trasposizione didattica in quell’attività che

32. Y. Chevallard, La transposition didactique. Du savoir savant au savoir enseigné,


La Pensée Sauvage, Grenoble 1985.
33. M. Develay, Savoirs scolaires et didactique des disciplines, esf Éditeur, Montrouge
1995, p. 27.

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3 . l’autenticità nelle attività didattiche

figura 1
Transposition didactique

Pratiques sociales
Savoirs savants
de référence

Savoirs à enseigner

Savoirs enseignés

Savoirs assimilés
et évalués

Didactisation Axiologisation

consente il passaggio dal sapere dotto al sapere insegnato, coniando due


neologismi a sostegno del procedimento: didattizzazione e assiologizza-
zione. Si veda schema nella fig. 1.
L’assiologizzazione si riferisce all’influenza dei valori personali e
sociali sulla scelta di saperi da trasmettere e del come proporli. Il docente,
ad esempio, scegliendo il materiale a supporto della lezione potrebbe essere
guidato dalle proprie ideologie e dai propri pregiudizi, così come la pre-
sentazione dei contenuti potrebbe essere influenzata dalle idee personali.
La didattizzazione riguarda la scelta degli argomenti che devono
essere insegnati per l’acquisizione delle abilità e dei contenuti indicati
nei programmi scolastici, e il loro relativo adeguamento alla situazione,
al luogo e alle capacità degli apprendenti per assicurarne l’apprendimento
stesso.

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Per gli insegnanti il procedimento di didattizzazione è legato a filo


doppio al materiale autentico, infatti non è più una semplice indicazione
teorica che in classe il docente potrebbe scegliere di applicare oppure
ignorare: il libro di testo ritrae il preconfezionato scolastico perfetto per
la stanca e veloce consumazione ed è quindi una facile scelta. Il materiale
autentico impone un lavoro aggiuntivo al docente poiché la didattizza-
zione è un imperativo glottodidattico.
Per il Dictionnaire de didactique du français: «la didactisation est
l’opération consistant à transformer ou à exploiter un document brut
pour en faire un objet d’enseignement. Ce processus implique générale-
ment une analyse prédidactique d’essence linguistique, pour identifier ce
qui peut être utile d’enseigner»34.
La didattizzazione non riscrive i programmi scolastici, non permette
a ogni singolo insegnante di diventare, tout court, autore di inediti libri
di testo. Occorre ben delineare il campo e il senso di azione:

Molte tradizioni scolastiche (ed è una tentazione cui talvolta sembra cedere
anche il Ministero italiano) affidano agli insegnanti il compito di predisporre
i materiali didattici. Crediamo che sia una scelta che premia il dilettantismo,
che va confutata proprio in ragione dell’immane complessità progettuale, tec-
nica, realizzativa di una costellazione di materiali didattici […] (audio, video,
Internet…). Quello che invece è delegato al singolo insegnante è l’integrazione
del materiale didattico con materiale originariamente non pensato per la didat-
tica: questo tipo di materiale è essenziale per offrire esempi autentici della lingua,
per motivare e per coltivare l’eccellenza di alcuni studenti, i quali possono essere
chiamati a scegliere e predisporre per la classe giornali scaricati dalla rete, can-
zoni, sequenze di film, pubblicità e così via35.

Le sfumature del materiale didattico variano dal documento creato da


un non madrelingua per un non madrelingua, al fine di ottemperare
agli obiettivi curricolari, fino al documento autentico prodotto da un
madrelingua per un madrelingua per un fine non linguistico in ambiente
nativo. La linea che divide queste due tipologie di materiale didattico non
è un materiale didattizzato ma semi-autentico, cioè un copione costruito
ad hoc e interpretato da attori madrelingua.
L’introduzione in classe di un documento autentico non è sinonimo

34. Cuq (dir.), asdifle. Dictionnaire de didactique du français, cit., p. 71.


35. Balboni, Le sfide di Babele, cit., p. 117.

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3 . l’autenticità nelle attività didattiche

di un sicuro apprendimento; senza una pianificazione risulterebbe infatti


inservibile, nonostante il potenziale didattico che esso rappresenta.
L’insegnante dovrà compensare le carenze linguistiche e culturali
degli allievi che si confrontano con testi, video, siti Internet o altro, non
concepiti per loro.
Il docente opererà una didattizzazione, non diciamo buona, ma per-
lomeno efficace del documento, preservando l’autenticità del materiale,
della lingua e della cultura; conservando l’aspetto coinvolgente e adat-
tandolo alle esigenze e ai bisogni della classe:

L’attention à la cohérence de la méthode didactique doit cependant rester


élevée parce que l’utilisation d’un document authentique uniquement pour des
objectifs linguistiques et de communication conduit au démembrement du texte
en des exercices qui ne tiennent compte ni de sa spécificité ni de son essence36.

Questi testi, didattizzati, vengono effettivamente definiti autentici, seb-


bene ci sia il rischio che di autentico sia rimasto molto poco, in quanto
nel processo di didattizzazione o nell’inserimento nei testi didattici per-
dono quasi del tutto la loro freschezza originaria e il loro realismo. Ogni
minimo dettaglio è importante:

A newspaper article, for instance, should be presented as it first appeared in


the paper; with the same typeface, the same space devoted to the headlines,
the same accompanying picture […]. The picture, the size of the headline, the
use of bold-face type, all contribute to conveying the message to the reader37.

Il processo di didattizzazione ha delle fasi ben determinate che devono


svolgersi sempre sotto la lente della riflessione didattica dell’insegnante,
riflessione che soggiace all’intero progetto. Gli insegnanti «cercheranno
di adattarlo in base alle esigenze dei loro studenti e al contenuto che
devono veicolare. Questo non è facile perché, prima di tutto, richiede
molto tempo, una scelta oculata dei contenuti e una stesura di varie
attività correlate pensate per determinati scopi»38.
Inizialmente vi è la fase dell’analisi della situazione di apprendimento

36. M.-D. Sclafani, Le roman graphique en méthodologie clil, in “Cahiers d’études


romanes”, 37, 2018, pp. 221-33, spec. p. 225.
37. F. Grellet, Developing Reading Skills, Cambridge University Press, Cambridge
1981, p. 8.
38. G. Serragiotto, L’organizzazione operativa di un modulo clil, in P. E. Balboni,
C. M. Coonan (a cura di), Fare clil. Strumenti per l’insegnamento integrato di lingua e

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nella visione d’insieme, come gli obiettivi dei programmi scolastici, il


monte ore a disposizione per il modulo, le tic disponibili. Successiva-
mente si affronta la vera e propria selezione del documento autentico,
seguendo delle precise linea guida.
Si deve prestare attenzione al grado di attrattività del materiale, per
poter dare la giusta motivazione agli studenti, scegliendo argomenti o
supporti che tengano conto delle passioni della classe: «Les compétences
diverses des apprenants sont en relation étroite avec leurs caractéristiques
individuelles de nature cognitive, affective et linguistique, ce dont on
doit tenir compte quand on analyse la difficulté potentielle d’une tâche
donnée pour un apprenant particulier»39.
Bisogna inoltre considerare quale effettivo potenziale di acquisizione
delle conoscenze bersaglio può esprimere il documento autentico, senza
mai prescindere dal livello linguistico del materiale, che rimane la più
evidente tra le criticità da contemplare. Infine devono essere vagliati
anche dei criteri etici del documento (razzismo, volgarità), per evitare di
offendere o scandalizzare gli apprendenti e le loro famiglie per credenze,
costumi o etnia.
Nella fase preparatoria è necessario prevedere quali strategie e quali
metodologie utilizzare in classe, o, nel caso specifico, tenere bene a
mente le indicazioni didattiche per i quali gli ambienti clil ed EsaBac
si caratterizzano.
Occorre anticipare le possibili criticità del documento, inserendo
degli elementi facilitatori. Agevolare la comprensione, prevedendo i
nodi di difficoltà, diminuisce sicuramente il livello di frustrazione degli
apprendenti durante la fruizione e lo studio di un testo. Anche generare
nella classe curiosità e bisogni, prima di “incontrare” il testo autentico,
può essere una buona strategia di presomministrazione.
A volte è indispensabile operare un lavoro preparatorio con la classe
stessa, prima dell’introduzione del materiale autentico, per migliorare le
strategie di lettura e colmare quelle lacune culturali che renderebbero di
difficile fruizione il documento. Ad esempio i telegiornali o le notizie in
genere poggiano su delle preconoscenze del contesto che a un nativo sono
note ma che per uno straniero necessitano di spiegazioni. La valutazione

disciplina nella scuola secondaria, “I Quaderni della Ricerca”, 14, Loescher, Torino 2014,
pp. 53-62, spec. p. 60.
39. Conseil de l’Europe, Cadre européen commun de référence pour les langues, cit.,
7.3.1. Compétences et caractéristiques de l’apprenant, pp. 123-4.

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3 . l’autenticità nelle attività didattiche

iniziale e finale delle competenze degli apprendenti è una pratica molto


utile, ma purtroppo poco sperimentata.
La pianificazione delle attività e dei compiti legati al materiale auten-
tico deve essere anch’essa dettagliata. L’autenticità, come vedremo più
avanti, non risiede unicamente nel documento ma anche su cosa si fa con
il documento. Bisognerà assicurare lo spazio per la creatività del singolo e
per il lavoro in équipe, creando il margine che consenta il proseguimento
individuale del compito oltre l’aula scolastica.
Il materiale autentico per essere appropriato non subisce soltanto
una selezione, perché una volta individuato, raramente, per così dire, sarà
adatto alla didattica, ma necessiterà degli interventi tra i più delicati della
didattizzazione.
L’optimum è indubbiamente non snaturare l’autenticità del materiale
con trasformazioni e semplificazioni, tagli e censure. Se la lunghezza del
documento non è gestibile all’interno del monte ore del modulo, sarà
un tacito suggerimento al proseguimento a casa della lettura o della
fruizione. La ridondanza semantica andrà mantenuta il più possibile, il
taglio non dovrebbe mai intaccare la coerenza del messaggio. Per quanto
riguarda il livello linguistico, sarà preferibile accompagnare al documento
autentico un glossario laddove la ricchezza del lessico sia connotativa
del materiale. Per non cedere invece alla trasformazione, o addirittura
alla vera e propria traduzione del testo, bisognerà considerare l’uso di
parafrasi e sinonimi.
Nonostante il livello linguistico al quale sono esposti gli apprendenti
con il materiale autentico scelto sia comunque programmato, la ricchezza
e la varietà linguistica presente dovrà essere gestita; risulterà più efficace
condurre la lezione con una modalità a spirale, ritornando sullo stesso
documento più volte per riprendere e focalizzare funzioni, strutture e
lessico.
L’impalcatura della didattizzazione è costituita dagli elementi disci-
plinari e linguistici, le competenze individuali e collettive degli appren-
denti che si rapportano con il documento autentico saranno una risorsa
complementare.
Questo lavoro preparatorio si avvale delle capacità previsionali e
conoscitive della classe da parte dell’insegnante, ma la didattizzazione
del materiale autentico, proprio perché rappresenta un adattamento, non
può che essere elastico e pronto ad adeguarsi alla risposta della classe. È
doveroso calibrare il materiale attraverso un feedback continuo con gli
apprendenti, modificandolo e integrandolo per irrobustirne gli eventuali
punti deboli.

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La prima verifica dev’essere operata dal docente sul proprio lavoro


di didattizzazione del documento, esaminando ogni corrispondenza tra
intenti ed efficacia. L’adeguatezza dei prerequisiti culturali e linguistici
deve essere confermata e la comprensione globale deve essere raggiunta,
così come gli obiettivi non linguistici.

3.3
L’autenticità oltre il materiale autentico

Il Cadre de Référence descrive molto dettagliatamente la pluralità dei


“testi” che un apprendente può ricevere, elaborare o scambiare in un atto
comunicativo. L’accento viene posto sulla differenza delle funzioni, dei
supporti e dei generi40. Si nota l’assenza di ogni riferimento all’autenticità
del testo e quando viene menzionato è proprio per esplicitarne la non
singolarità: «De même, textes “authentiques” ou textes fabriqués à des
fins pédagogiques, textes de manuels ou textes produits par les apprenants
ne sont que des textes parmi d’autres»41.
In molti hanno voluto leggere proprio in questa affermazione, nel
Cadre de Référence, l’epitaffio del materiale autentico, la definitiva sen-
tenza che il tempo dell’abusato termine sia finito e che infine la glotto-
didattica sia libera da questo vessillo ideologico. Probabilmente averlo
chiamato “testo tra testi” cancella l’aura che dagli anni Settanta a oggi
circonda l’autenticità, ma è anche vero che un concetto ormai assodato
non ha più bisogno di distinzioni. Prima di determinare se il materiale
autentico sia in effetti scomparso dalle indicazioni del Cadre de Référence,
è necessario quindi considerare le critiche e le evoluzioni che il concetto
ha subito.
Come abbiamo visto, è piuttosto chiaro cosa si intenda per materiale
autentico, le definizioni sono concordi tra loro; tuttavia, un pensiero cri-
tico al riguardo si è presentato molto presto e lungamente si è adoperato
non solo per stabilire le problematicità ma anche per slegare il concetto
di autentico dai materiali. L’autenticità del testo ha una intrinseca fragi-
lità come si evince dal difficile equilibrio tra difficoltà didattica del testo
grezzo e inautenticità del testo mal didattizzato.
Al pari dell’entusiasmo dei promotori dell’introduzione in classe dei

40. Ivi, 4.6. Le texte, pp. 75-80.


41. Ivi, 2.1.5. Tâches, stratégies et textes, p. 19.

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