Esplora E-book
Categorie
Esplora Audiolibri
Categorie
Esplora Riviste
Categorie
Esplora Documenti
Categorie
Il trattamento
della psoriasi
nell’adulto
LINEA GUIDA 25
Nota per gli utilizzatori
Le linee guida rappresentano uno strumento utile a garantire il rapido trasferimento
delle conoscenze elaborate dalla ricerca biomedica nella condotta clinica quotidiana.
Si tratta di raccomandazioni di buona pratica – formulate da panel multidisciplinari
di professionisti – in cui trovano opportuna sintesi le migliori prove disponibili
in letteratura e le opinioni degli esperti, a beneficio degli operatori sanitari
e degli amministratori, per una migliore qualità e appropriatezza dell'assistenza resa
al paziente.
Le linee guida non offrono degli standard di cura cui riferirsi acriticamente e in maniera
decontestualizzata. Al contrario, tali standard devono potersi esprimere, per ogni singolo
caso, sulla base delle informazioni cliniche disponibili, delle preferenze espresse
dai pazienti e delle altre circostanze di contesto, accuratamente vagliate alla luce
dell’expertise dei professionisti sanitari.
Per tale ragione, l’aderenza alle linee guida non rappresenta di per sé la garanzia
di un buon esito delle cure. In definitiva, spetta alla competenza e al discernimento
dei professionisti, in attento ascolto delle istanze particolari e in considerazione dei valori
espressi dai pazienti, stabilire quali procedure o trattamenti siano più appropriati
per la gestione dei singoli casi clinici.
Tuttavia, ogni significativa deviazione dalle raccomandazioni espresse nelle linee guida
– in quanto regole di condotta riconosciute, ben fondate e largamente condivise –
dovrebbe sempre poter trovare delle motivazioni basate su solide valutazioni di
opportunità, argomentate e chiaramente esplicitate nella documentazione clinica.
Lg
LINEE GUIDA
Redazione
Giulia Candiani, Lisa Trisciuoglio, Zadig, Milano
Impaginazione
Giovanna Smiriglia
Il presente documento è stato realizzato con il finanziamento della Direzione generale della programmazione
sanitaria, dei livelli di assistenza e dei principi etici di sistema del Ministero della salute, nell’ambito delle at-
tività del Sistema nazionale di verifica e controllo sull’assistenza sanitaria (SiVeAS)
2
Il trattamento della psoriasi nell’adulto
Presentazione
La presente linea guida Il trattamento della psoriasi nell’adulto affronta un ar-
gomento di grande interesse e di notevole impatto sociale. Come più diffusamente espli-
citato nell’introduzione, questa malattia interessa, con livelli diversi di gravità, una lar-
ga parte di popolazione italiana (circa 3%) e comporta in alcuni casi notevoli disagi in-
dividuali e oneri economici. Questo documento riferisce lo stato di avanzamento delle co-
noscenze sull’argomento attraverso l’analisi accurata e sistematica della letteratura
scientifica, condivisa da un ampio panel multidisciplinare di esperti e dall’associazione
dei pazienti. Il documento, prodotto secondo la metodologia del Sistema nazionale linee
guida (SNLG), ha visto la partecipazione attiva di tutte le società scientifiche interessa-
te all’argomento e di esperti indipendenti che si sono avvalsi di uno stile improntato al
rigore metodologico e alla trasparenza. Nel rispetto di quest’ultima, tutta la documenta-
zione utilizzata è disponibile su una piattaforma elettronica e il testo preliminare della
linea guida è stato reso pubblico per osservazioni e commenti prima della pubblicazione
definitiva.
Nella gestione di queste attività è stato fondamentale il ruolo di ente super partes
svolto dall’Istituto superiore di sanità (ISS) che ha messo a disposizione i suoi tecnici e la
loro competenza per coordinare i lavori. La produzione di linee guida dell’ISS, iniziata
nel 1999, si è consolidata negli anni e ha creato una rete di collaborazioni importanti con
società scientifiche, regioni, esperti indipendenti e rappresentanti di associazioni di familiari
e di pazienti, fornendo un contributo finalizzato all’appropriatezza delle prestazioni. In
un momento delicato per il Servizio sanitario nazionale a causa delle limitazioni delle
risorse disponibili è importante offrire alle regioni e alle Aziende sanitarie elementi di va-
lutazione per fornire le migliori cure eliminando gli sprechi.
Alfonso Mele
Epidemiologia clinica e linee guida
Istituto superiore di sanità
SNLG-ISS
Presentazione 3
Il trattamento della psoriasi nell’adulto
Gruppo di lavoro
4 Gruppo di lavoro
Il trattamento della psoriasi nell’adulto
Sabatino Pallotta, Istituto dermopatico Eleonora Lacorte, Istituto superiore di sanità, Roma
dell’Immacolata, Roma Claudio Lembo, Sezione di dermatologia, Università
ESPERTI DOCUMENTALISTI Federico II di Napoli, Napoli
Maurella Della Seta, Istituto superiore di sanità, Stefania Mantarro, Divisione di farmacologia,
Roma Dipartimento di medicina clinica e sperimentale,
Rosaria Rosanna Cammarano, Istituto superiore Università di Pisa, Pisa
di sanità, Roma Cataldo Patruno, Sezione di dermatologia,
Università Federico II di Napoli, Napoli
GRUPPO DI STESURA DEL DOCUMENTO Michele Pezza, dermatologo libero professionista,
Corrado Blandizzi, Divisione di farmacologia, Benevento
Dipartimento di medicina clinica e sperimentale, Rosa Valentina Puca, Unità operativa di clinica
Università di Pisa, Pisa dermatologica, Seconda università di Napoli, Napoli
Franca D’Angelo, Istituto superiore di sanità, Roma
Salvatore De Masi, Azienda Si ringraziano inoltre per la collaborazione:
ospedaliero-universitaria Meyer, Firenze Stefania Di Cicilia, Unità operativa complessa
Stefania Mantarro, Dipartimento di medicina clinica di dermatologia, Azienda ospedaliera G. Rummo,
e sperimentale, Università di Pisa, Pisa Benevento
Fabiana Gai, Unità operativa complessa
FORMATORI DEI VALUTATORI di dermatologia, Unità locale socio-sanitaria 12
DELLA LETTERATURA Venezia, Mestre
Franca D’Angelo, Istituto superiore di sanità, Roma Lucia Gallo, Sezione di dermatologia, Università
Salvatore De Masi, Azienda Federico II di Napoli, Napoli
ospedaliero-universitaria Meyer, Firenze Fabio Piccirillo, Unità operativa complessa
Eleonora Lacorte, Istituto superiore di sanità, Roma di dermatologia, Azienda ospedaliera G. Rummo,
Stefania Mantarro, Divisione di farmacologia, Benevento
Dipartimento di medicina clinica e sperimentale, Orlando Zagaria, Sezione di dermatologia,
Università di Pisa, Pisa Università Federico II di Napoli, Napoli
Cristina Morciano, Istituto superiore di sanità, Roma
Luciano Sagliocca, ARSan Campania ORGANIZZAZIONE TECNICA
Simonetta Crateri, Istituto superiore di sanità, Roma
VALUTATORI DELLA LETTERATURA Giuseppina Iantosca, Istituto superiore di sanità,
Marina Castriota, Istituto dermopatico Roma
dell’Immacolata, Roma Antonella Marzolini, Istituto superiore di sanità,
Franca D’Angelo, Istituto superiore di sanità, Roma Roma
Luisa Di Costanzo, Sezione di dermatologia, Fabrizio Marzolini, Istituto superiore di sanità,
Università Federico II di Napoli, Napoli Roma
Gruppo di lavoro 5
Il trattamento della psoriasi nell’adulto
Indice
Elenco delle raccomandazioni 9
Introduzione 13
– Obiettivi e destinatari della linea guida 14
– Indici di gravità 14
Metodi 16
– Percorso di elaborazione di una linea guida 16
– Chi ha elaborato la linea guida 17
– Fasi di sviluppo della linea guida 17
– Gruppo promotore 17
– Costituzione del panel multidisciplinare di esperti 17
– Adattamento/aggiornamento della linea guida SIGN 18
– Revisione sistematica della letteratura 19
– Sistema di grading 20
– Revisione esterna del documento finale 20
– Aggiornamento, diffusione, implementazione 20
– Disponibilita del testo integrale 21
Quesiti e raccomandazioni 22
– Quesito 1: Nei pazienti con psoriasi esistono evidenze che un trattamento 22
topico sia migliore rispetto a un altro in termini di efficacia, sicurezza,
accettabilita e compliance del paziente?
– Quesito 5: Nei pazienti con psoriasi esistono evidenze che una terapia 106
Indice 7
Il trattamento della psoriasi nell’adulto
8 Indice
Il trattamento della psoriasi nell’adulto
• Quesito 1 •
Nei pazienti con psoriasi esistono evidenze che un trattamento topico sia miglio-
re rispetto a un altro in termini di efficacia, sicurezza, accettabilità e compliance
del paziente?
Raccomandazioni
} la terapia topica è indicata nella psoriasi lieve.
} per ottenere un rapido miglioramento delle placche psoriasiche è raccomandato l’uso di cor-
ticosteroidi topici potenti/molto potenti o un’associazione di corticosteroidi potenti/molto po-
tenti e calcipotriolo con cicli a breve termine (4-8 settimane). tuttavia, in pazienti con rispo-
sta terapeutica sub-ottimale, il trattamento può essere ripetuto per periodi intermittenti.
} è sconsigliato l’uso regolare per periodi prolungati di corticosteroidi topici potenti/molto po-
tenti a causa del rischio di eventi avversi a lungo termine.
} nel trattamento topico di mantenimento a lungo termine è appropriato un analogo della vita-
mina d. inizialmente è consigliato il calcipotriolo. tuttavia, se questo dovesse causare irrita-
zioni locali, è consigliato l’impiego di un analogo della vitamina d alternativo.
} se un analogo della vitamina d risulta inefficace o non tollerato, può essere preso in conside-
razione l’uso di ditranolo con metodo terapeutico di breve contatto, soluzione in crema o lo-
zione di catrame minerale, o tazarotene gel.
non sono stati identificati studi sull’efficacia di preparazioni emollienti.
√ si può prendere in considerazione l’uso regolare di emollienti per ridurre la desquamazione e
il fastidio associato ad altri sintomi, compreso il prurito
√ per migliorare l’aderenza alla terapia, le applicazioni giornaliere dei trattamenti topici dovrebbero
essere ridotte a un’unica somministrazione giornaliera.
• Quesito 2 •
Nei pazienti con psoriasi, quali sono i rischi e i benefici (in termini di efficacia, si-
curezza, accettabilità e compliance del paziente) associati alla fototerapia/foto-
chemioterapia?
Raccomandazioni
} la fototerapia nb-UVb dovrebbe essere proposta ai pazienti con psoriasi per i quali non sia in-
dicata la terapia topica: pazienti che non rispondono alla terapia topica, pazienti con con-
troindicazione o eventi avversi al trattamento con farmaci topici e pazienti con psoriasi grado
severo (bsa>10%).
} il trattamento con pUVa dovrebbe essere preso in considerazione per i pazienti che non rispondono
alla fototerapia nb-UVb.
} tutti i pazienti che si sono sottoposti a più di 200 sedute di pUVa total-body e/o più di 500 se-
dute di bb/nb-UVb total-body dovrebbero essere invitati a sottoporsi a controlli annuali per lo
screening dei tumori della pelle. l’invito al controllo dovrebbe essere in relazione anche al fo-
totipo del paziente in trattamento.
} lo schema di fototerapia nb-UVb raccomandato è di 3 sedute alla settimana, ove possibile.
√ deve essere sconsigliato l’uso di lettini solari quali fonte di UV per il trattamento della
psoriasi.
• Quesito 3 •
Nei pazienti con psoriasi esistono evidenze che un trattamento sistemico tradizionale
sia migliore rispetto a un altro in termini di efficacia, sicurezza, accettabilità e com-
pliance del paziente?
Raccomandazioni
} nei pazienti con psoriasi grave o refrattaria ad altri trattamenti (terapia topica o fototerapia)
dovrebbe essere considerato il trattamento con ciclosporina, metotrexato o acitretina, dopo un’at-
tenta valutazione dei benefici e dei rischi.
} il metotrexato è raccomandato per la terapia a lungo termine e nei casi in cui è presente l’ar-
trite psoriasica.
} la ciclosporina è raccomandata per la terapia intermittente a breve termine.
} l’acitretina può essere considerata come alternativa terapeutica.
√ le donne in gravidanza non dovrebbero essere trattate con farmaci convenzionali sistemici. le
donne in età fertile dovrebbero adottare un’adeguata contraccezione per periodi variabili, an-
che dopo la sospensione, in funzione del farmaco impiegato.
√ Considerata l’associazione della psoriasi con la sindrome metabolica e un aumento del rischio
cardiovascolare, e tenuto conto della predittività del bMi sulla risposta terapeutica, occorre va-
lutare nel singolo paziente la presenza delle componenti della sindrome metabolica e dei fat-
tori di rischio cardiovascolari per mettere in atto misure di intervento mirato.
• Quesito 4 •
Nei pazienti con psoriasi esistono evidenze che un trattamento con farmaci bio-
tecnologici sia migliore rispetto a un altro in termini di efficacia, sicurezza, accet-
tabilità e compliance del paziente?
Raccomandazioni
} ai pazienti con psoriasi grave che non rispondono o hanno controindicazioni o sono intolleranti
alla fototerapia e a terapie sistemiche che comprendono ciclosporina e metotrexato dovrebbe
essere offerta la possibilità di iniziare il trattamento con farmaci biotecnologici, a meno che
non abbiano controindicazioni o presentino un aumentato rischio di tossicità derivante da que-
ste terapie.
le raccomandazioni formulate sono riportate in ordine alfabetico secondo il nome del farmaco.
} adalimumab è raccomandato per il trattamento della psoriasi moderata-grave alla dose iniziale
di induzione di 80 mg e successivamente 40 mg a settimane alterne.
} etanercept è raccomandato per il trattamento della psoriasi moderata-grave alla dose di 25 mg/2
volte alla settimana o 50 mg/settimana, oppure 50 mg/2 volte alla settimana per 12 settima-
ne, seguiti, se necessario, da una dose di 25 mg/2 volte alla settimana o di 50 mg/ settimana.
} infliximab è raccomandato per il trattamento della psoriasi moderata-grave soprattutto quan-
do è necessaria una remissione rapida della malattia alla dose di 5 mg/kg alle settimane 0, 2
e 6 e successivamente come terapia di mantenimento ogni 8 settimane.
} Ustekinumab è raccomandato per il trattamento della psoriasi moderata-grave alla dose di 45
mg per i pazienti di peso inferiore a 100 Kg e di 90 mg per i pazienti di peso superiore a 100
Kg alle settimane 0 e 4 e successivamente come terapia di mantenimento ogni 12 settimane.
√ le donne che sono o potrebbero essere in gravidanza non dovrebbero essere trattate con far-
maci biotecnologici.
• Quesito 5 •
Nei pazienti con psoriasi esistono evidenze che una terapia di associazione siste-
mica sia migliore rispetto a un’altra in termini di efficacia, sicurezza e complian-
ce del paziente?
- Farmaci tradizionali sistemici in associazione
- Uno/più farmaci tradizionali sistemici in associazione a un farmaco biotecno-
logico
Raccomandazioni
} i dati in letteratura sono di scarsa qualità e pertanto non è possibile formulare raccomanda-
zioni attendibili per questo quesito.
Introduzione
La psoriasi è tradizionalmente definita come una malattia infiammatoria della pel-
le ad andamento cronico-recidivante che, nella sua forma più comune, si manifesta con
placche eritemato-squamose localizzate sulle superfici estensorie del corpo. La pre-
valenza nella popolazione generale italiana è stimata pari al 2,8% con una maggiore
frequenza di casi nel sesso maschile1; si può dunque stimare che circa 1.500.000 ita-
liani siano affetti da questa malattia. Si osservano alterazioni distrofiche delle unghie
in oltre un terzo dei pazienti e una tipica artropatia (artropatia psoriasica) in una pro-
porzione variabile di soggetti. La psoriasi guttata, l’eritrodermia psoriasica e la pso-
riasi pustolosa (nella sua forma localizzata o generalizzata) costituiscono varianti di-
stinte per morfologia e andamento.
Recenti evidenze2 suggeriscono con crescente forza come, dal concetto di psoria-
si intesa come patologia a esclusivo interessamento cutaneo, si stia rapidamente pas-
sando a quello di psoriasi intesa come malattia sistemica. Un ampio ventaglio di co-
morbilità può infatti associarsi alla psoriasi, fra le quali, oltre alla ben nota artropatia,
sono comprese malattie infiammatorie croniche intestinali, patologie oculari, malattie
metaboliche, disturbi psicologici. Gisondi et al3 hanno in particolare rilevato che gli in-
dividui affetti da psoriasi mostrano un aumento del rischio di malattie cardiovascola-
ri. Tuttavia, non è ancora ben chiaro quanto questa associazione dipenda direttamen-
te dalla psoriasi o piuttosto da un aumento dell’incidenza nelle persone affette da pso-
riasi di tradizionali fattori di rischio cardiovascolare quali obesità, diabete, sindrome me-
tabolica, assunzione di alcol in eccesso, fumo, iperlipidemia. Alcune terapie, se protratte,
potrebbero inoltre aumentare tale rischio, o costituire esse stesse un rischio per infe-
zioni sistemiche e tumori cutanei non melanocitici (non melanoma skin cancer, NMSC).
Pertanto, sebbene la psoriasi sia solo eccezionalmente causa diretta di morte, gli
aspetti emergenti sopra indicati e la natura cronica e inguaribile della malattia fanno
sì che le sue conseguenze sociali siano estremamente rilevanti. Infatti, i pazienti affet-
ti da psoriasi, allo stesso modo di quelli affetti da altre malattie croniche invalidanti, ri-
feriscono una significativa riduzione della qualità della vita a causa dei sintomi speci-
ficamente cutanei (prurito cronico, sanguinamento, coinvolgimento delle unghie), dei
problemi legati ai trattamenti (cattivo odore, disagio fisico, perdita di tempo, effetti col-
laterali sistemici, costi elevati), dei risvolti psico-sociali secondari al dover convivere con
una malattia della pelle molto visibile e deturpante (difficoltà nei rapporti umani in-
terpersonali e sociali, riduzione delle possibilità di occupazione e guadagno, riduzione
dell’autostima complessiva). Inoltre, il protrarsi dei processi immunitari/infiammato-
ri coinvolti nella patogenesi della malattia può condurre allo sviluppo di comorbilità,
le quali, a loro volta, possono avere un impatto importante sulla riduzione della qua-
lità della vita del paziente.
Introduzione 13
Il trattamento della psoriasi nell’adulto
A causa dei costi combinati della terapia a lungo termine e dei costi sociali del-
la malattia la psoriasi ha quindi un forte impatto sui sistemi sanitari e sulla società
in generale.
Indici di gravità
Da quanto finora esposto, appare evidente come sia importante e contestualmen-
te difficile definire esattamente gli indici clinici di gravità nell’ambito della psoriasi. La
misura più frequentemente adottata per definire la gravità dell’interessamento cutaneo
è lo Psoriasis Area and Severity Index (PASI), un indice numerico che combina l’esten-
sione con altri segni clinici. Tuttavia questo parametro presenta numerosi limiti:
14 Introduzione
Il trattamento della psoriasi nell’adulto
Bibliografia
1. Naldi L, Colombo P et al. Study design and prelimi- associated with initiation of systemic treatment for pso-
nary results from the pilot phase of the PraKtis study: riasis: evidence from the Italian Psocare Registry. J Eur
self-reported diagnoses of selected skin diseases in a Acad Dermatol Venereol 2013;27:e30-41.
representative sample of the Italian population. Der- 4. Finlay AY. Current severe psoriasis and the rule of tens.
matology 2004;208:38-42. Br J Dermatol 2005;152:861-7.
2. Reich K. The concept of psoriasis as a systemic in- 5. Mrowietz U, Kragballe K et al. Definition of treatment
flammation: implications for disease management. J Eur goals for moderate to severe psoriasis: a European con-
Acad Dermatol Venereol 2012;26(Suppl 2):3-11. sensus. Arch Dermatol Res 2011;303(1):1-10.
3. Gisondi P, Cazzaniga S et al. Metabolic abnormalities
Introduzione 15
Il trattamento della psoriasi nell’adulto
Metodi
Percorso di elaborazione di una linea guida
SÌ no
16 Metodi
Il trattamento della psoriasi nell’adulto
Gruppo promotore
Il gruppo promotore, costituito da due dermatologi dell’ADOI, ha inoltrato espli-
cita richiesta per la produzione di una linea guida sul trattamento della psoriasi all’-
SNLG-ISS. Successivamente il gruppo ha incontrato, il 29 aprile 2010 presso l’ISS,
il responsabile del progetto e i coordinatori per decidere se procedere all’elaborazio-
ne di una nuova linea guida o adottare e aggiornare un documento già esistente. In
quella sede è stato concordato di adattare/aggiornare la linea guida 121 dello Scot-
tish Intercollegiate Guidelines Network (SIGN) (Diagnosis and management of pso-
riasis and psoriatic arthritis in adults. October 2010)1, il più recente documento di qua-
lità, fino a quel momento pubblicato, che affronta i temi della diagnosi e del tratta-
mento della psoriasi e dell’artrite psoriasica.
Il gruppo ha inoltre identificato le società scientifiche maggiormente coinvol-
te nella gestione della psoriasi e ha segnalato alcuni nomi di esperti indipendenti di
comprovata professionalità ed esperienza. Sulla base di tale elenco è stata definita
la composizione del panel multidisciplinare al quale è stata affidata l’elaborazione del-
la linea guida.
Metodi 17
Il trattamento della psoriasi nell’adulto
18 Metodi
Il trattamento della psoriasi nell’adulto
Per l’aggiornamento sono state replicate le strategie di ricerca adottate nella li-
nea guida originaria, utilizzando come intervallo temporale il periodo gennaio 2009-
maggio 2011. Sono stati inclusi studi controllati randomizzati (randomized control-
led trial, RCT), revisioni sistematiche e studi osservazionali. L’inclusione è stata de-
cisa in base ai seguenti criteri:
• revisioni sistematiche nelle quali sono esplicitati i criteri di inclusione ed esclu-
sione degli studi valutati (flow-chart nella quale è indicato il numero iniziale del-
le pubblicazioni, il numero di quelle escluse e infine il numero di quelle selezio-
nate per la stesura della revisione), dell’intervallo temporale di selezione e delle
banche dati e dei motori di ricerca utilizzati;
• RCT con numerosità campionaria ≥30 pazienti, nei quali è valutata l’efficacia del
trattamento;
• studi osservazionali nei quali è valutata efficacia e sicurezza del trattamento a lun-
go termine.
Per quanto riguarda le revisioni non sistematiche, è stato concordato di inclu-
dere eventualmente solo quelle condotte in modo particolarmente accurato, che po-
tessero essere utili nella sintesi finale.
A dicembre 2012, al termine del lavoro di valutazione, è stato concordato di inte-
grare la revisione sistematica con gli studi pubblicati successivamente all’intervallo tem-
porale inizialmente stabilito; è stata pertanto eseguita una nuova ricerca bibliografica per
esplorare il periodo maggio 2011-dicembre 2012, includendo esclusivamente revisio-
ni sistematiche e RCT. Al momento della presentazione degli studi valutati è stato con-
cordato in assemblea plenaria di integrare la revisione con due studi2,3 che non rientravano
nei criteri di inclusione (il primo in quanto studio osservazionale, il secondo in quan-
to pubblicato nel 2013), recependo il suggerimento di alcuni membri del panel.
Metodi 19
Il trattamento della psoriasi nell’adulto
Quesito 4: Nei pazienti con psoriasi esistono evidenze che un trattamento con far-
maci biotecnologici sia migliore rispetto a un altro in termini di efficacia,
sicurezza, accettabilità e compliance del paziente?
Quesito 5: Nei pazienti con psoriasi esistono evidenze che una terapia di associazio-
ne sistemica sia migliore rispetto a un’altra in termini di efficacia, sicurezza,
accettabilità e compliance del paziente?
- Farmaci tradizionali sistemici in associazione
- Uno/più farmaci tradizionali sistemici in associazione a un farmaco bio-
tecnologico.
Dall’interrogazione delle banche dati sono stati generati per ciascun quesito elen-
chi di titoli e abstract, sottoposti sucessivamente a screening per la valutazione del-
la pertinenza. L’analisi dei full-text degli studi selezionati ha permesso di operare un’ul-
teriore selezione. Gli studi inclusi sono stati sottoposti a una valutazione qualitativa
e a estrazione dei dati da parte di professionisti appositamente formati mediante cor-
si dedicati. La valutazione qualitativa è stata eseguita con il supporto delle check-list
metodologiche del National Institute of Clinical Excellence (NICE) e le informa-
zioni estratte sono state sintetizzate in tabelle, specifiche per quesito e per disegno
di studio.
Tutti i documenti intermedi sono consultabili sul sito del SNLG-ISS, previa ri-
chiesta alla segreteria scientifica (e-mail: snlg.lineeguida@iss.it).
Sistema di grading
Aderendo alla metodologia dell’SNLG, il panel degli esperti ha concordato di
non adottare alcuno schema di grading per esprimere la forza delle raccomandazio-
ni, ma di esplicitare in forma narrativa l’intensità con la quale si raccomanda una de-
terminata pratica clinica. Sono comunque state indicate con il simbolo “}” le racco-
mandazioni basate sulle evidenze provenienti dalla letteratura inclusa, mentre i sug-
gerimenti del panel sono stati indicati con il simbolo “√ ”
20 Metodi
Il trattamento della psoriasi nell’adulto
Bibliografia
1. Scottish Intercollegiate Guidelines Network (SIGN). Di- ralen and ultraviolet A therapy: a 30-year prospective
agnosis and management of psoriasis and psoriatic study. J Am Acad Dermatol 2012;66(4):553-62.
arthritis in adults. Edinburgh: SIGN, 2010 (SIGN publi- 3. Gisondi P, Cazzaniga S et al. Metabolic abnormalities
cation no. 121). associated with initiation of systemic treatment for pso-
2. Stern RS, PUVA Follow-Up Study. The risk of squa- riasis: evidence from the Italian Psocare Registry. J Eur
mous cell and basal cell cancer associated with pso- Acad Dermatol Venereol 2013;27(1):e30-41.
Metodi 21
Il trattamento della psoriasi nell’adulto
Quesiti e raccomandazioni
• Quesito 1 • Nei pazienti con psoriasi esistono evidenze che un trattamento topico
sia migliore rispetto a un altro in termini di efficacia, sicurezza, accettabilità e com-
pliance del paziente?
Gli studi selezionati per questo quesito offrono un’ampia panoramica di trattamenti
topici, che, oltre a quelli illustrati nella linea guida SIGN 121, comprendono anche nuo-
ve formulazioni (gel, cerotto, spray) che sembrano garantire prestazioni simili, se non
migliori, rispetto ai prodotti topici tradizionali in termini di efficacia. Tuttavia, le evi-
denze descritte in questo capitolo non modificano in maniera sostanziale le conclusioni
della linea guida SIGN 121 sull’efficacia e sulla tollerabilità dei trattamenti topici per
la psoriasi a placche, con particolare attenzione ai derivati della vitamina D e i corti-
costeroidi. La ricerca bibliografica strutturata ha inizialmente consentito la selezione
di 14 studi, che sono stati successivamente integrati con altri 7 a seguito dell’aggior-
namento concordato dal comitato di coordinamento. Gli studi comprendono: 7 revi-
sioni sistematiche, 12 RCT e 2 studi osservazionali.
Nei paragrafi successivi è descritta la sintesi dei risultati degli studi inclusi per cia-
scuna delle categorie dei farmaci topici, per le associazioni di queste o per le associa-
zioni con altri trattamenti per la psoriasi a placche.
22 Quesiti e raccomandazioni
Il trattamento della psoriasi nell’adulto
che alla settimana 52 ha mostrato un’attività di malattia residua nulla o minima (va-
lutata con la scala global severity score, GSS) è stata del 47,1% (66/140 pazienti; ana-
lisi per protocollo). Il punteggio BSA è diminuito dal 16,1%, registrato al basale, a 10,75%
al termine dello studio. Sono stati osservati 130 eventi avversi (incluse le alterazioni
degli esami di laboratorio). Gli eventi avversi più frequentemente osservati sono sta-
ti di natura dermatologica (prurito 3,1%; follicolite 3,1%; dermatite da contatto irri-
tativa 1,5%; reazione allergica 1,2%).
Prignano et al2 in uno studio retrospettivo ha valutato i trattamenti topici di 90
pazienti affetti da psoriasi con un coinvolgimento della superficie corporea >20%, sot-
toposti a cicli di fototerapia con UVB a banda stretta (NB-UVB) fino a remissione.
Nel periodo di sospensione, appena le placche ricomparivano i pazienti sono stati trat-
tati con tre differenti prodotti topici:
• tacalcitolo unguento o emulsione (n=30);
• calcipotriolo crema o soluzione (n=30);
• formulazione emolliente galenica composta da 30% olio di mandorle dolci e 70%
di vaselina (n=30).
ll tempo medio tra la comparsa della prima ricaduta e la necessità di un ulteriore
trattamento NB-UVB è risultato: 25 giorni per il primo gruppo, 16 giorni per il se-
condo e 11 giorni per il terzo, con una differenza significativa a favore del tacalci-
tolo (p <0,0001). Nessuno dei pazienti ha riportato intolleranze locali o eventi av-
versi sistemici.
Corticosteroidi
Sono stati inclusi 2 revisioni sistematiche e 2 RCT.
Quesiti e raccomandazioni 23
Il trattamento della psoriasi nell’adulto
di pazienti che varia dal 7% all’85%, mentre la risposta PASI 90 in percentuali variabili
dal 5% all’85%. Nei confronti intra-paziente il tasso di risposta è risultato estremamente
variabile tra gli studi, anche là dove è stata analizzata la stessa molecola per un iden-
tico periodo di trattamento. Solo 5 dei 10 studi intra-paziente sono stati inclusi: in que-
sti la risposta PASI 75 è stata osservata in una proporzione di pazienti che varia dal
10% al 70%. Dagli studi inclusi non emergono dati significativi sul ruolo delle diffe-
renti formulazioni degli steroidi topici, né sul numero di applicazioni giornaliere ne-
cessarie per ottenere il maggior tasso di risposta. Appare invece evidente una maggiore
efficacia nell’impiego dei bendaggi occlusivi. I dati di 2 studi, inoltre, hanno mostra-
to che la terapia di mantenimento ha prolungato il periodo di remissione.
La revisione di Feldman et al4, che ha incluso 15 RCT, è stata condotta per va-
lutare l’efficacia e la sicurezza delle nuove formulazioni di clobetasolo bipropionato (spray,
schiuma, lozione e shampoo) rispetto a formulazioni tradizionali (unguento o crema)
nel trattamento della psoriasi. Non vengono qui descritti i dati sui trattamenti topici
della psoriasi dello scalpo, in quanto questa forma di psoriasi non è stata inclusa nel-
la presente linea guida. Inoltre, non sono qui illustrati i dati relativi allo zinco piritio-
ne spray, poiché questa formulazione è stata ritirata dal commercio.
In uno studio5 27 pazienti sono stati trattati con clobetasolo propionato spray su una
lesione psoriasica e con veicolo su un’altra lesione. Dopo 4 settimane di trattamento,
la gravità del 100% delle lesioni trattate con clobetasolo è stata valutata come “none”
o “mild” rispetto al 28% delle lesioni trattate con veicolo (p <0,001).
In un altro studio6 (n=120) dopo 4 settimane di trattamento il 78% dei pazienti nel
gruppo clobetasolo propionato spray è stato valutato come “clear” o “almost clear” ri-
spetto al 3% dei pazienti del gruppo veicolo (p <0,001).
In un altro RCT7, condotto su 81 soggetti con psoriasi lieve-moderata, il trattamen-
to con clobetasolo schiuma applicato 2 volte al giorno è stato confrontato con il vei-
colo: dopo 2 settimane di trattamento il 17% dei pazienti nel gruppo clobetasolo è sta-
to valutato come “clear” o “almost clear” rispetto al 5% del gruppo veicolo.
Nell’RCT condotto da Gottlieb et al8 279 pazienti con psoriasi lieve-moderata sono
stati randomizzati al trattamento con clobetasolo schiuma o con veicolo schiuma: dopo
due settimane di trattamento il 68% dei pazienti nel gruppo clobetasolo è stato valu-
tato come “clear” o con “minima attività di malattia residua” rispetto al 21% del grup-
po veicolo (p <0,0001).
Due RCT9,10 hanno valutato l’efficacia dei trattamenti con clobetasolo propionato
lozione e clobetasolo propionato crema rispetto al veicolo lozione. I risultati del pri-
mo RCT9, condotto su 222 pazienti con psoriasi a placche moderata-grave, hanno
evidenziato che dopo 4 settimane di trattamento il 75% dei pazienti dei gruppi clo-
betasolo lozione e crema sono stati valutati come “clear” o “almost clear” rispetto al 15%
circa dei pazienti trattati con veicolo (p <0,001). Il secondo RCT 10, condotto su 192
pazienti con psoriasi moderata-grave per un periodo di trattamento di quattro set-
24 Quesiti e raccomandazioni
Il trattamento della psoriasi nell’adulto
timane, ha evidenziato che il 54,9% dei soggetti nel gruppo clobetasolo lozione, il
48,8% di quelli nel gruppo clobetasolo crema e nessuno nel gruppo veicolo sono sta-
ti valutati come “clear” o “almost clear” (non è riportato il dato relativo alla significa-
tività statistica).
Negli altri studi analizzati dalla revisione sistematica non è stato riportato il numero
dei pazienti che hanno raggiunto il grado di “clear” o “almost clear”.
In uno studio11 in cui sono stati arruolati 86 pazienti con psoriasi lieve-moderata sono
stati confrontati tre trattamenti: clobetasolo propionato schiuma, calcipotriene unguento
e l’associazione dei due prodotti. Il trattamento con clobetasolo schiuma ha mostrato se-
condo la scala severity rating (0: nessuna evidenza; 4: grave) una riduzione della gravità
della lesione rispetto al basale del 48,1% per il tronco e del 40,5% per le estremità; il cal-
cipotriene ha mostrato una riduzione media della gravità rispetto al basale del 36,6% al
tronco e del 31,1% alle estremità; infine, la terapia associativa ha mostrato una riduzio-
ne delle lesioni del 69,3% nel tronco e del 70,1% nelle estremità.
Tutti gli studi inclusi che hanno descritto i dati sulla sicurezza e/o tollerabilità han-
no mostrato profili simili di buona sicurezza per spray, schiuma, shampoo e lozione.
L’evento avverso più comunemente osservato è stato un lieve e transitorio brucio-
re/pizzicore nel sito della lesione. Questo effetto avverso è stato riportato anche nel
gruppo veicolo con simile frequenza, pertanto gli autori hanno ipotizzato che potrebbe
essere stato causato dall’alcool presente nelle formulazioni.
L’RCT multicentrico di Naldi et al12 ha confrontato l’efficacia di due differen-
ti formulazioni di betametasone valerato: crema e cerotto. Nello studio sono stati ar-
ruolati 231 pazienti affetti da psoriasi con interessamento <10% della superficie cor-
porea, i quali sono stati randomizzati al trattamento con betametasone valerato 0,1%
cerotto (n=116) o betametasone valerato 0,1% crema (n=115). La terapia è stata som-
ministrata per 3 settimane. I pazienti che non hanno ottenuto la remissione hanno
continuato il trattamento per altre 2 settimane. Il periodo di osservazione è stato di
3 mesi successivi al raggiungimento della remissione. Solo 58 soggetti nel gruppo di
trattamento con il cerotto e 39 del gruppo trattato con la formulazione in crema han-
no concluso sia il trattamento sia il periodo di follow-up. Dopo 3 settimane di tera-
pia è stata osservata da valutatori in cieco, sia con analisi intention-to-treat (ITT), sia
con analisi per protocol (PP) una percentuale di remissione significativamente mag-
giore nel gruppo trattato con il cerotto rispetto al gruppo trattato con la crema (p<0,001).
Differenze staticamente significative sono state ottenute anche con la valutazione del
primo ricercatore e con l’autovalutazione dei pazienti. Alla terza e quinta settimana
la dimensione delle placche è diminuita rispetto al basale rispettivamente del 29,2%
e 39,7% nel gruppo trattato con il cerotto e del 23,5% e 26,5% nel gruppo trattato
con la crema. La riduzione del punteggio Phisician Global Assessment (PGA) è risul-
tata significativamente maggiore nel gruppo cerotto rispetto al gruppo crema, alla va-
lutazione sia dopo tre sia dopo cinque settimane di trattamento (tabella 1). Non sono
Quesiti e raccomandazioni 25
Il trattamento della psoriasi nell’adulto
Settimana 3 Settimana 5
Diff riduzione* IC 95% Diff riduzione* IC 95%
Valutazione in cieco -0,36 -0,63 -0,10 (p =0,007) -0,33 -0,59 -0,06 (p =0,016)
Valutazione primo -0,57 -0,82 -0,33 (p <0,001) -0,64 -0,91 -0,38 (p <0,001)
ricercatore
Valutazione paziente -0,62 -0,89 -0,35 (p <0,001) -0,67 -0,96 -0,38 (p <0,001)
Tabella 1. Differenza di riduzione del punteggio PGA nei pazienti nel gruppo cerotto rispetto al gruppo crema12
state osservate differenze nella riduzione di prurito e dolore. Nel periodo di follow-
up sono state riportate 11 remissioni (13,6%) nel gruppo cerotto e cinque (10,4%)
nel gruppo crema. Non sono state riscontrate differenze significative tra i due grup-
pi nell’incidenza di eventi avversi.
Emer et al13 hanno arruolato 55 pazienti, i quali sono stati trattati con alobeta-
solo e ammonio lattato 2 volte al giorno per 2 settimane, al termine delle quali i 41
pazienti che hanno raggiunto l’esito primario (lesioni valutate come “clear” o “almo-
st clear” con la scala PGA) sono stati randomizzati 1:1 per la successiva fase di man-
tenimento in doppio cieco della durata di 24 settimane. Un gruppo (n=21) è stato trat-
tato con ammonio lattato 2 volte al giorno associato a placebo 2 volte al giorno solo
nei fine settimana; l’altro gruppo (n=20) è stato trattato con ammonio lattato 2 vol-
te al giorno associato ad alobetasolo unguento 2 volte al giorno solo nei fine setti-
mana. Due pazienti nel gruppo dell’alobetasolo non hanno completato il periodo di
trattamento, ma sono stati inclusi nell’analisi ITT. In questa fase entrambi i gruppi
hanno mostrato un peggioramento, che tuttavia è risultato molto più accentuato nel
gruppo placebo. Alla quarta settimana la probabilità di peggioramento del punteg-
gio PGA nel gruppo placebo è risultata del 75%, mentre nel gruppo alobetasolo è sta-
ta del 10% (p <0,0001). Alla dodicesima settimana la probabilità di peggioramento
è stata del 100% nel gruppo del placebo e del 29% nel gruppo alobetasolo ed è rimasta
al 35% alla ventesima settimana. Dodici pazienti (57,1%) del gruppo alobetasolo non
hanno mostrato peggioramenti fino alla settimana 24. L’indice di peggioramento del
punteggio PGA è risultato 7,8 volte maggiore nel gruppo placebo (p <0,0001). An-
che l’autovalutazione e la valutazione dalla lesione di riferimento sono risultate si-
gnificativamente migliori per il gruppo trattato con alobetasolo rispetto al placebo.
Non sono stati osservati effetti avversi cutanei.
26 Quesiti e raccomandazioni
Il trattamento della psoriasi nell’adulto
Quesiti e raccomandazioni 27
Il trattamento della psoriasi nell’adulto
e prurito alle lesioni, prevalentemente nella prima settimana di trattamento. Tutti gli
eventi avversi riportati si sono risolti dopo trattamento con antistaminici. Non sono
stati riportati eventi avversi significativi nel gruppo triamcinolone acetonide.
In un RCT multicentrico, Menter et al16 hanno randomizzato 122 pazienti con
psoriasi a placche al trattamento con clobetasolo propionato spray (n=44) o calcipo-
triene 0,005% - betametasone dipropionato 0,064% unguento (n=49). Dopo 8 setti-
mane di trattamento, la valutazione di efficacia, secondo la scala Overall Disease Se-
verity (ODS), ha mostrato che in una percentuale significativamente maggiore di pa-
zienti (75%) nel gruppo clobetasolo propionato spray il trattamento è risultato effi-
cace (valutazione “clear” o “almost clear”) rispetto al gruppo calcipotriene-betametasone
dipropionato (45%, p=0,003). Anche in base alla valutazione Investigator Global As-
sessment (IGA) la percentuale dei successi terapeutici è risultata maggiore (valutazio-
ne “clear” o “almost clear”) nel gruppo clobetasolo propionato spray rispetto al gruppo
calcipotriene-betametasone dipropionato unguento (73% vs 65%), ma la differenza non
è risultata significativa. La valutazione del punteggio Psoriasis Quality Of Life questionnaire
(PQOL-12) ha evidenziato una diminuzione media dai valori iniziali di 36,1 punti
nel gruppo clobetasolo propionato spray e di 30,8 punti nel gruppo calcipotriene-be-
tametasone dipropionato unguento. Eventi avversi moderati sono stati riportati in una
percentuale maggiore di pazienti nel gruppo clobetasolo propionato (53%) rispetto al
gruppo calcipotriene-betametasone dipropionato (41%).
Tabolli et al17 hanno condotto un RCT su 43 pazienti con psoriasi cronica a plac-
che moderata-grave per confrontare il trattamento a breve termine con la soluzione al-
colica di eosina 2% rispetto a betametasone valerato 0,05%. I pazienti randomizzati nei
due gruppi di trattamento (eosina, n=22; betamesone valerato, n=21) sono stati tratta-
ti 1 volta al giorno per 5 giorni. Al termine di questo periodo entrambi i trattamenti
sono risultati efficaci: i pazienti trattati con eosina hanno avuto una riduzione media
del punteggio PASI del 57% (6,8 punti; IC 95%: 5,5-8; p <0,001) e quelli con beta-
mesone valerato del 47% (5,2 punti; IC 95%: 3,2-7,1; p <0,001), ma la differenza di ri-
duzione tra i due gruppi non è risultata significativa (p=0,161). Il trattamento con eo-
sina è risultato accettabile da quasi tutti i pazienti e il 60% ha dichiarato di volerlo usa-
re a casa. L’eosina ha causato bruciore in una bassa proporzione di pazienti.
In un RCT multicentrico, condotto su 359 pazienti con psoriasi a placche mo-
derata-severa, Tiplica et al18 hanno confrontato la terapia sequenziale con mometa-
sone furoato 0,1% e acido salicilico 5% unguento 2 volte al giorno per i primi 7 gior-
ni seguita dal trattamento mometasone furoato 0,1% unguento 1 volta al giorno per
14 giorni (n=183) rispetto al trattamento in monoterapia con mometasone furoato 0,1%
unguento 1 volta al giorno per 21 giorni (n=176). La riduzione del punteggio PASI
è risultata maggiore nel gruppo trattato con terapia sequenziale rispetto al gruppo in
trattamento con mometasone furoato in monoterapia, ma la significatività statistica
è stata ottenuta solo nel confronto dopo 7 giorni di trattamento (p=0,0017), mentre
28 Quesiti e raccomandazioni
Il trattamento della psoriasi nell’adulto
Quesiti e raccomandazioni 29
Il trattamento della psoriasi nell’adulto
30 Quesiti e raccomandazioni
Il trattamento della psoriasi nell’adulto
Quesiti e raccomandazioni 31
Il trattamento della psoriasi nell’adulto
32 Quesiti e raccomandazioni
Il trattamento della psoriasi nell’adulto
sono stati trattati per 3-12 settimane: il punteggio PASI medio iniziale era 11,6; il
tasso di «risposta soddisfacente» è risultato tra 22,3-96% per un periodo di trattamento
di 4-12 settimane, mentre il tasso di «successo del trattamento» tra 4-40,7% per un
trattamento di 6-12 settimane.
Nei 19 studi di confronto della terapia di associazione vs monoterapia il periodo di
trattamento è stato di 4-52 settimane: il PASI medio iniziale era 9,4 (per gli 11 stu-
di che hanno riportato questo valore). Il tasso di «risposta soddisfacente» variava dal
35,8% all’86% per un periodo di trattamento di 4-8 settimane, mentre il tasso di «suc-
cesso del trattamento» è risultato compreso tra il 4% e il 40,7%, per una durata di trat-
tamento di 4-8 settimane. In molti studi la terapia di associazione ha mostrato una
maggiore efficacia rispetto alla monoterapia. I risultati della metanalisi condotta sui
dati di efficacia ha mostrato una probabilità di successo terapeutico doppia della te-
rapia di associazione rispetto alla monoterapia con analoghi della vitamina D (odds ra-
tio, OR: 2,09; IC 95%: 1,47-2,96). Gli eventi avversi più frequenti con entrambi i trat-
tamenti sono stati l’atrofia della pelle e l’iperkaliemia.
Ortonne et al26 hanno arruolato 409 pazienti con psoriasi volgare in un RCT mul-
ticentrico in doppio cieco. I soggetti sono stati randomizzati in quattro gruppi di trat-
tamento con unguenti contenenti:
• calcipotriolo 25 μg/g applicato 1 volta al giorno (gruppo 1; n=98);
• calcipotriolo 25 μg/g e idrocortisone 10 mg/g applicato 1 volta al giorno (gruppo
2; n=104);
• calcipotriolo 50 μg/g applicato 1 volta al giorno (gruppo 3; n=104);
• calcipotriolo 50 μg/g e idrocortisone 10 mg/g applicato 1 volta al giorno (gruppo
4; n=102).
Dopo 8 settimane di trattamento, la riduzione del punteggio PASI nel viso e corpo è
stata del 63,8% nel gruppo 1, 65,4% nel gruppo 2, 59,2% nel gruppo 3 e 69,9% nel grup-
po 4. Non sono state osservate differenze significative di efficacia tra le formulazioni
con o senza idrocortisone (p=0,21), né tra le due concentrazioni di calcipotriolo (p =0,77).
Solo sul viso gli unguenti contenenti idrocortisone 10 mg/g sono risultati significati-
vamente più efficaci delle formulazioni senza idrocortisone (p <0,001), ma non sono
state osservate differenze significative tra le 2 concentrazioni di calcipotriolo (p =0,58).
Anche la valutazione con la scala Investigator’s Global Assessment (IGA) non ha evidenziato
nessuna differenza significativa tra le formulazioni con o senza idrocortisone (OR: 1,29;
IC 95%: 0,86-1,93; p=0,23) nelle percentuali di pazienti con buon controllo della ma-
lattia su viso e sul corpo a fine trattamento, né è emersa nessuna differenza significa-
tiva tra le due concentrazioni di calcipotriolo (OR:1,18; IC 95%: 0,79-1,78; p=0,42).
Solo sul viso è stata osservata una maggiore efficacia sia delle formulazioni contenen-
ti idrocortisone rispetto a quelle senza (OR: 2,01; IC 95%: 1,33-3,5; p=0,001), sia del-
la formulazione di calcipotriolo a maggiore concentrazione rispetto all’altra (OR: 1,56;
IC 95%: 1,03-2,36; p=0,036). Sono state registrate percentuali piuttosto alte di sospensione
Quesiti e raccomandazioni 33
Il trattamento della psoriasi nell’adulto
del trattamento a causa di eventi avversi (gruppo 1: 17,3%; gruppo 2: 10,6%; gruppo
3: 16,3%; gruppo 4: 15,7%). Non sono state osservate differenze nell’incidenza di even-
ti avversi tra le formulazioni con e senza idrocortisone.
In un RCT multicentrico in doppio cieco Fleming et al27 hanno arruolato 364
pazienti con psoriasi volgare e li hanno randomizzati in quattrp gruppi di trattamen-
to con gel contenenti:
• l’associazione precostituita di calcipotriolo 50 μg/g e betametasone dipropionato
0,5 mg/g (n=162);
• betametasone dipropionato 0,5 mg/g (n=83);
• calcipotriolo 50 μg/g (n=79);
• veicolo (n=40).
La percentuale di pazienti che ha interrotto lo studio è stata dell’8% (gruppo 1: 8%; grup-
po 2: 6,9%; gruppo 3: 7,6%; gruppo 4: 30,0%), ma tutti i pazienti randomizzati sono
stati inclusi nell’analisi (analisi ITT). Dopo 8 settimane di trattamento la percentuale
di responder, secondo la valutazione del punteggio IGA, è stata del 27,2% nel gruppo
della terapia di associazione, del 16,9% nel gruppo betametasone (OR: 2,40; IC 95%:
1,11-5,20; p=0,027), dell’11,4% nel gruppo calcipotriolo (OR: 2,89; IC 95%: 1,31-6,38;
p=0,006) e dello 0% nel gruppo del veicolo (p <0,001). La riduzione del punteggio PASI
è stata del 55,3% nel primo gruppo, 49,8% nel secondo (differenza: -6,16; IC 95% da
-14,2 a 1,9; p=0,13), 41,2% nel terzo gruppo (differenza: -13,9; IC 95% da -22,0 a 5,7;
p< 0,001) e del 11,9% nel quarto gruppo (differenza: -43,1; IC 95% da -53,6 a 32,6;
p< 0,001). Un’analisi post-hoc, eseguita escludendo tutti i pazienti con malattia grave o
molto grave al basale, ha prodotto risultati simili. L’incidenza di eventi avversi non ha
mostrato differenze significative tra i gruppi in studio e non sono stati comunque ri-
portati eventi avversi gravi correlati ai farmaci in studio. È stata infine osservata una buo-
na compliance dei pazienti dei quattro gruppi (tra il 73,5% e l’80%).
L’RCT multicentrico randomizzato controllato in cieco, condotto da Langley et al28
in 18 centri canadesi su 458 pazienti affetti da psoriasi degli arti e del tronco, ha valu-
tato efficacia e sicurezza del gel topico contenente l’associazione precostituita di calci-
potriolo 50 mg/g e betametasone dipropionato 0,5 mg/g. I soggetti sono stati randomizzati
e assegnati a tre differenti trattamenti: calcipotriolo e betametasone dipropionato gel in
associazione precostituita (n=183), tacalcitolo unguento (n=184) e veicolo gel (n=91). Dopo
otto settimane di trattamento, la remissione totale (“clear disease”) o parziale (“almost clear
disease”), in base alla valutazione con la scala IGA, è stata ottenuta nel 39,9% dei sog-
getti trattati con calcipotriolo e betametasone dipropionato gel, 17,9% di quelli trattati
con tacalcitolo unguento e 5,5% di quelli trattati con veicolo gel (p< 0,001 per entram-
bi i confronti). La stessa superiorità del composto gel è stata osservata alla quarta setti-
mana di trattamento. Anche la riduzione media del punteggio PASI è risultata signifi-
cativamente maggiore nei pazienti assegnati al gruppo calcipotriolo e betametasone di-
propionato gel (-57,0) rispetto al gruppo tacalcitolo (-41,9) e al veicolo gel (-17,9). La
34 Quesiti e raccomandazioni
Il trattamento della psoriasi nell’adulto
risposta PASI 75 è stata raggiunta nel 32,2%, 23,4% e 5,5% dei soggetti trattati rispet-
tivamente con calcipotriolo e betametasone dipropionato gel, tacalcitolo e veicolo gel
(p=0,057). Analogamente, una percentuale superiore di soggetti del gruppo calcipotriolo
e betametasone dipropionato gel hanno raggiunto la risposta PASI 50 rispetto agli al-
tri due gruppi. Non sono state riscontrate differenze nell’incidenza di eventi avversi.
Queille-Roussel et al29 hanno arruolato 24 soggetti affetti da psoriasi per uno stu-
dio clinico in cieco per lo sperimentatore con randomizzazione intra-paziente. I pa-
zienti sono stati esposti a sei differenti trattamenti:
• calcipotriolo unguento (50 μg/g);
• calcipotriolo crema (50 μg/g);
• associazione di calcipotriolo (50 μg/g) e betametasone dipropionato (0,5 mg/g)
unguento;
• associazione di calcipotriolo (50 μg/g) e betametasone dipropionato (0,5 mg/g) gel;
• unguento sperimentale contenente calcipotriolo (25 μg/g) e idrocortisone (10 mg/g);
• unguento veicolo di controllo.
I soggetti sono stati trattati contemporaneamente con i sei prodotti topici randomizzati
per differenti placche localizzate sul tronco, sulle braccia e sulle gambe. I prodotti sono
stati applicati una volta al giorno per sei giorni alla settimana per un periodo di 21
giorni. La valutazione degli esiti è stata eseguita mediante la scale Total Clinical Sco-
re (TCS), che tiene conto contemporaneamente dell’eritema, della desquamazione e
delle infiltrazioni. È stata osservata una riduzione del punteggio TCS con tutti i trat-
tamenti (unguento contenente calcipotriolo e betametasone dipropionato: -6,19; gel
contenente calcipotriolo e betametasone dipropionato: -5,73; calcipotriolo unguen-
to: -4,48; calcipotriolo crema: -3,38; unguento sperimentale: -4,25; unguento veico-
lo: -2,27), ma i due trattamenti di associazione calcipotriolo e betametasone dipro-
pionato gel e unguento hanno mostrato una maggiore efficacia. La differenza tra i
due prodotti non è risultata significativa (p ≥0,12), mentre è risultata significativa nel
confronto con gli altri topici in studio.
Conclusioni
• I derivati della vitamina D e i corticosteroidi sono risultati i trattamenti topici più
efficaci per la psoriasi a placche. Non si registrano differenze significative tra i due
trattamenti, ma la loro associazione è superiore al trattamento singolo in termini
di efficacia.
• La formulazione betametasone valerato cerotto ha mostrato un’efficacia maggio-
re rispetto al trattamento con betametasone valerato crema.
• L’impiego dei bendaggi occlusivi aumenta l’efficacia dei trattamenti topici.
• Le nuove fomulazioni di clobetasolo bipropionato (spray, lozione, schiuma) han-
no mostrato risultati simili o migliori rispetto alle formulazioni tradizionali (cre-
ma e unguento).
Quesiti e raccomandazioni 35
Il trattamento della psoriasi nell’adulto
Discussione
• Il panel degli esperti ha osservato che la terapia topica è indicata come trattamen-
to di prima scelta nella psoriasi lieve. Inoltre, il trattamento topico potrebbe esse-
re preso in considerazione anche nei pazienti con psoriasi severa (moderata-gra-
ve) con coinvolgimento della superficie corporea <20%.
• Il panel ha concordato sull’utilità di distinguere tra associazione (applicazione to-
pica di due principi attivi contenuti in due preparazioni farmaceutiche distinte) e
associazione precostituita (applicazione topica di due principi attivi contenuti nel-
la stessa preparazione farmaceutica).
• Il panel ha osservato che nei pazienti con psoriasi severa (moderata-grave) il trat-
tamento topico può essere associato al trattamento con farmaci sistemici al fine di
potenziarne l’efficacia.
• Il panel ha precisato che in Italia è pratica clinica proporre il trattamento topico con
l’associazione di un analogo della vitamina D e un corticosteroide anche per pe-
riodi di trattamento più lunghi (al massimo di 6 mesi).
• Durante la fase di revisione in aperto della linea guida è stato specificato che i trat-
tamenti topici a base di emollienti o di corticosteroidi a bassa/media potenza rap-
presentano terapie di prima scelta nelle pazienti in gravidanza. L’impiego di cor-
ticosteroidi topici potenti/molto potenti è stato associato a ritardo dell’accrescimento
fetale e a basso peso alla nascita. I trattamenti topici con analoghi della vitamina
D e tazarotene a causa dei potenziali effetti teratogeni sono controindicati (ana-
loghi della vitamina D: anomalie scheletriche, ossificazione incompleta delle ossa
del pube e delle falangi degli arti anteriori dei feti; tazarotene: effetti teratogeni)30.
• Nel corso della revisione aperta sono pervenuti commenti concordanti sull’aderenza
alla terapia. In particolare, è stato osservato che l’aderenza alla terapia è stata ri-
conosciuta come un’importante problematica nella gestione di patologie croniche
come la psoriasi. Le proprietà fisiche dei principi attivi, il veicolo in cui essi sono
dissolti e la facilità di utilizzazione possono svolgere un ruolo significativo nell’a-
derenza al trattamento. Prescrivere un trattamento topico in linea con le preferenze
del paziente potrebbe facilitarne la corretta utilizzazione e conseguentemente di-
minuire rischi e costi, massimizzando i benefici31,32.
• Nel corso della revisione aperta è stato osservato che l’aderenza ai trattamenti to-
36 Quesiti e raccomandazioni
Il trattamento della psoriasi nell’adulto
Raccomandazioni
Quesiti e raccomandazioni 37
Il trattamento della psoriasi nell’adulto
Bibliografia
1. Lebwohl M, Ortonne JP et al. Calcitriol ointment 3 g/g and safety of clobetasol propionate spray in the treat-
is safe and effective over 52 weeks for the treatment ment of plaque-type psoriasis. Cutis 2006;78:348-54.
of mild to moderate plaque psoriasis. Cutis 2009;83:205- 7. Lebwohl M, Sherer D et al. A randomized, double-blind,
212. placebo-controlled study of clobetasol propionate
2. Prignano F, Buggiani G, Lotti T. Clinical evaluation of 0.05% foam in the treatment of nonscalp psoriasis. Int
topical tacalcitol efficacy in extending the remission pe- J Dermatol 2002;41:269-74.
riod between nb-UVB phototherapy cycles in psoriatic 8. Gottlieb AB, Ford RO, Spellman MC. The efficacy and
patients. Acta Biomedica 2009;80:51-56. tolerability of clobetasol propionate foam 0.05%in the
3. Castela E, Archier E et al. Topical corticosteroids in treatment ofmild to moderate plaque-type psoriasis of
plaque psoriasis: a systematic review of efficacy and nonscalp regions. J Cutan Med Surg 2003;7:185-92.
treatment modalities. J Eur Acad Dermatol Venereol 9. Decroix J. Pres H et al. Clobetasol propionate lotion
2012;26(Suppl. 3):36-46. in the treatment of moderate to severe plaque-type pso-
4. Feldman SR, Yentzer BA. Topical clobetasol propionate riasis. Cutis 2004;74:201.
in the treatment of psoriasis. A review of newer for- 10. Lowe N, Feldman SR et al. Clobetasol propionate lo-
mulations. Am Journal Clin Dermatol 2009;10(6):397- tion, an efficient and safe alternative to clobetasol pro-
406. pionate emollient cream in subjects with moderate to
5. Beutner K, Chakrabarty A et al. An intra-individual ran- severe plaque-type psoriasis. J Dermatolog Treat
domized safety and efficacy comparison of clobetasol 2005;16:158-64.
propionate 0.05% spray and its vehicle in the treatment 11. Koo J, Blum RR, Lebwohl M. A randomized, multi-
of plaque psoriasis. J Drugs Dermatol 2006;5:357-60. center study of calcipotriene ointment and clobetasol
6. Jarratt MT, Clark SD et al. Evaluation of the efficacy propionate foam in the sequential treatment of local-
38 Quesiti e raccomandazioni
Il trattamento della psoriasi nell’adulto
ized plaque-type psoriasis: short- and long-term out- vulgaris. Curr Med Res Opin 2011;27(1):225-38.
comes. J Am Acad Dermatol 2006;55: 637-41. 23. Hendricks AG, Keijsers RR et al. Combination of clas-
12. Naldi L, Yawalkar N et al. Efficacy and safety of be- sical time-honoured topicals in plaque psoriasis: a sys-
tamethasone valerate 0.1% plaster in mild-to-moder- tematic review. J Eur Acad Dermatol Venereol.
ate chronic plaque psoriasis. Am J Clin Dermatol 2013;27(4):399-410.
2011;12(3):191-201. 24. Bailey E, Ference EH et al. Combination treatments
13. Emer JJ, Frankel A et al. A randomized, double-blind, for psoriasis. A systematic review and meta-analysis.
placebo-controlled study to evaluate the safety and ef- Arch Dermatol 2012;148(4):511-22.
ficacy of ammonium lactate lotion 12% and halobeta- 25. Devaux S, Castela A et al. Topical vitamin D analogues
sol propionate ointment 0.05% in the treatment and alone or in association with topical steroids for psori-
maintenance of psoriasis. J Clin Aesthet Dermatol asis: a systematic review. J Eur Acad Dermatol Venere-
2011;(2):28-39. ol 2012;26(suppl. 3):52-6.
14. Mason AR, Mason J et al. Topical treatments for 26. Ortonne JP, Noerrelund KL et al. Comparison of two
chronic claque psoriaisis. Cochrane Database Syst Rev different dose combinations of calcipotriol/hydrocorti-
2013;3:CD005028. sone ointment used once daily for the treatment of pso-
15. Choonhakarn C, Busaracome P et al. A prospective, riasis vulgaris on the face and body. Eur J Dermatol
randomized clinical trial comparing topical aloe vera with 2010;20(5):585-9.
0.1% triamcinolone acetonide in mild to moderate plaque 27. Fleming C, Ganslandt C et al. Calcipotriol plus be-
psoriasis. JEADV 2010;24:168-172. tamethasone dipropionate gel compared with its active
16. Menter A, Abramovits W et al. Comparing clobeta- components in the same vehicle and the vehicle alone
sol propionate 0.05% spray to calcipotriene 0.005% be- in the treatment of psoriasis vulgaris: a randomized, par-
tamethasone dipropionate 0.064% ointment for the treat- allel group, double-blind, exploratory study. Eur J Der-
ment of moderate to severe plaque psoriasis. J Drugs matol 2010:20(4):465-71.
Dermatol 2009;8(1):52-7. 28. Langley R, Gupta A et al. Calcipotriol plus be-
17. Tabolli S, Alessandroni L et al. A randomized con- tamethasone dipropionate gel compared with tacalci-
trolled trial to evaluate short-term treatment with tol ointment and the gel vehicle alone in patients in pa-
eosin vs. topical steroids in psoriasis.Clin Exp Derma- tients with psoriasis vulgaris. A randomized controlled
tol 2008;34:304-8. clinical trial. Dermatology 2011;222:148-56.
18. Tiplica GS, Salavastru CM. Mometasone furoate 0.1% 29. Queille-Roussel C, Hoffmann V et al. Comparison of
and salicylic acid 5% vs. mometasone furoate 0.1% as the antipsoriatic effect and tolerability of calcipotriol-
sequential local therapy in psoriasis vulgaris. JEADV containig product in the treatment of psoriasis vulgaris
2009;23:905-12. using a modified psoriasis plaque test. Clin Drud Investig
19. Slutsky JB, Clark RA et al. An evidence-based re- 2012;32(9):613-9.
view of the efficacy of coal tar preparations in the treat- 30. Bae YS, Van Voorhees AS et al. Review of treatment
ment of psoriasis and atopic dermatitis. J Drugs Der- options for psoriasis in pregnant or lactating women:
matol 2010;9(10):1258-64. from the Medical Board of the National Psoriasis Foun-
20. Kanzler MH, Gorsulowsky DC. Efficacy of topical 5% dation. J Am Acad Dermatol 2012;67(3):459-77.
liquor carbonis detergens vs. itsemollient base in the 31. Bewley A, Page B. Maximizing patient adherence for
treatment of psoriasis. Br J Dermatol 1993;129:3. optimal outcomes in psoriasis. J Eur Acad Dermatol
21. Alora-Palli MB, Perkins AC et al. Efficacy and toler- Venereol 2011;25(Suppl.4):9-14.
ability of a cosmetically acceptable coal tar solution in 32. Devaux S, Castela A et al. Adherence to topical treat-
the treatment of moderate plaque psoriasis. Am J Clin ment in psoriasis: a systematic literature review. J Eur
Dermatol 2010; 11:275-83. Acad Dermatol Venereol 2012;26(Suppl.3):61-7.
22. van de Kerkhof P, de Peuter R et al. Mixed treatment 33. Samarasekera EJ, Sawyer L et al. Topical therapies
comparison of a two-compound formulation (TCF) for the treatment of plaque psoriasis: systematic review
product containing calcipotriol and betamethasone and network metanalyses. Br J Dermatol 2013;168:
dipropionate with other topical treatments in psoriasis 954-67.
Quesiti e raccomandazioni 39
Il trattamento della psoriasi nell’adulto
• Quesito 2 • Nei pazienti con psoriasi, quali sono i rischi e i benefici (in termini di
efficacia, sicurezza, accettabilità e compliance del paziente) associati alla fototera-
pia/fotochemioterapia?
Terapia PUVA
Sono stati inclusi 1 revisione sistematica, 1 RCT, 2 studi clinici controllati e 1 stu-
dio osservazionale.
40 Quesiti e raccomandazioni
Il trattamento della psoriasi nell’adulto
Tabella 2. Proporzione di pazienti che ha ottenuto la risposta PASI 75 e 50 e miglioramento (%) del punteggio PASI dopo
12 settimane di trattamento1
Lo studio clinico di Amirnia et al2 è stato condotto per confrontare steroidi topici
con la terapia PUVA nel trattamento della psoriasi, in termini di efficacia e di costi. Gli
88 soggetti reclutati con psoriasi a placche moderata sono stati assegnati al gruppo trat-
tato con steroidi topici ed emolliente (n=44) o a quello trattato con terapia PUVA (n=44).
La durata massima dei trattamenti è stata di 4 mesi o fino alla clearance (definita come
riduzione di almeno il 90% delle lesioni al baseline). Successivamente i pazienti sono sta-
ti sottoposti a un protocollo di mantenimento per 3 mesi, a meno che non si verificasse-
ro episodi di recidiva (definita come comparsa di almeno il 50% delle lesioni al baseline).
Nel gruppo trattato con terapia PUVA è stato riscontrato un numero di casi di remissione
totale significativamente più alto rispetto al gruppo trattato con steroidi topici e un nu-
mero inferiore di recidive, ma i costi indiretti sono risultati maggiori. I costi diretti e i co-
sti totali non hanno tuttavia avuto differenze significative nei due gruppi.
Radakovic et al3 hanno condotto uno studio non randomizzato per verificare l’ef-
ficacia della PUVA-terapia, quale terapia di mantenimento, in 34 soggetti affetti da pso-
riasi a placche generalizzata. I pazienti sono stati sottoposti a trattamento PUVA 40 vol-
te alla settimana fino a remissione completa o quasi completa. Nella fase successiva di man-
tenimento solo un emisoma è stato esposto al trattamento 2 volte alla settimana per 4
settimane e successivamente 1 volta alla settimana per altre 4 settimane. Gli autori han-
no concluso che la terapia di mantenimento è risultata inefficace, in quanto non sono sta-
te riscontrate differenze significative nell’incidenza di recidive tra l’emisoma trattato e quel-
lo non trattato. Solo in tre pazienti la comparsa della recidiva nel lato non trattato si è
verificata con un ritardo di 1,5-2 mesi rispetto al lato trattato.
Quesiti e raccomandazioni 41
Il trattamento della psoriasi nell’adulto
Nel PUVA Follow-up Study, uno studio di coorte prospettico a lungo termine,
Stern et al4 hanno valutato la sicurezza della terapia PUVA e, in particolare, hanno
studiato l’associazione tra esposizione a trattamenti PUVA e lo sviluppo di carcino-
mi squamocellulari (squamous cell carcinoma, SCC) e basocellulari (basal cell carcino-
ma, BCC) in 1.380 pazienti affetti da psoriasi grave, arruolati tra il 1975 e il 1976,
che erano stati precedentemente trattati con terapia PUVA. Lo studio, terminato nel
2005, ha avuto una durata massima di follow-up di 30 anni, mentre la durata media
è stata di 27 e 25 anni rispettivamente per i pazienti che hanno sviluppato o meno
NMSC. Dall’arruolamento al 2005 in 351 soggetti (25%) è stato rilevato un totale
di 2.973 SCC, mentre 330 pazienti (24%) hanno sviluppato 1.7 29 BCC. In 483 pa-
zienti (35%) è stato accertato almeno un SCC o BCC. Complessivamente l’inciden-
za di SCC è stata di 30 volte superiore a quella attesa nella popolazione statuniten-
se di razza bianca, mentre l’incidenza di BCC ha superato di 5 volte quella attesa nel-
la popolazione generale, con un rapporto di 1,7:1. È stato inoltre osservato che il ri-
schio di sviluppare uno o più SCC in un anno è fortemente associato al numero di
trattamenti PUVA. In particolare, è emerso, per mezzo di un’analisi multivariata, che
i pazienti sottoposti a 351-450 trattamenti hanno un rischio di 6 volte superiore a sog-
getti con meno di 50 trattamenti (incidence rate ratio, IRR: 6,01; IC 95%: 4,41-8,20).
Quando le esposizioni sono state superiori a 450 il rischio è risultato 10 volte supe-
riore a quello dei pazienti sottoposti a meno di 50 trattamenti PUVA. È stato inve-
ce osservato che l’aumento del rischio di sviluppare BCC in soggetti trattati con te-
rapia PUVA è molto più basso: con meno di 450 trattamenti il rischio è di 3-4 volte
superiore a quello della popolazione generale (IRR: 3,09; IC 95%: 2,36-4,06). L’e-
sposizione ad altre terapie, come UVB, radiazioni ionizzanti e metotrexato è risulta-
ta associata a un modesto e non significativo aumento del rischio.
Fototerapia NB-UVB
Sono stati inclusi 3 RCT, 2 studi clinici controllati, 5 studi osservazionali, di cui
3 senza gruppo di controllo.
42 Quesiti e raccomandazioni
Il trattamento della psoriasi nell’adulto
Tabella 3 Numero di sedute necessarie per ottenere la clearance, percentuale di pazienti che hanno raggiunto la clearan-
ce e/o l'attività minima residua e percentuale di pazienti che hanno ottenuto la risposta PASI 75 o 905
HR IC 95% p
Dosi iniziali 70% della MED vs dosi iniziali 140 mJ/cm2 0,96 0,67-1,38 0,83
Dosi iniziali 70% della MED vs 50% della MED 1,0 0,83-1,23 0,94
Tabella 4 Hazard ratio tra i pazienti che hanno iniziato con una dose pari al 70% della MED e quelli trattati con una dose di
140 mJ/cm2 o con una dose iniziale pari al 50% della MED5
mero di sedute necessarie per ottenere la clearance e/o l’attività minima residua (mini-
mal residual activity, MRA) su gomiti, ginocchia e regione sacrale e il calcolo dell’ha-
zard ratio (HR) per verificare quale tra i due trattamenti avesse maggiore probabilità di
clearance. Con entrambi gli indicatori non sono state riscontrate differenze significati-
ve tra i tre gruppi (tabelle 3 e 4). Episodi di eritema fastidioso si sono verificati nel 24%
dei soggetti del gruppo 70% della MED, nel 39% del gruppo 50% della MED e nel 24%
del gruppo 140 mJ/cm2 (p= 0,29). Non sono state osservate differenze significative nei
cambiamenti della qualità della vita, misurati con scala Psoriasis Disability Index (PDI).
Nell’RCT condotto da Kleinpenning et al6 109 pazienti affetti da psoriasi a plac-
che sono stati randomizzati in due gruppi: un gruppo (n=55) è stato trattato con foto-
terapia UVB ad alta dose (70% della MED) e l’altro (n=54) con bassa dose (35% del-
la MED). Le dosi iniziali potevano essere incrementate o momentaneamente sospese
in base al grado di eritema riscontrato nelle 48 ore successive all’ultimo trattamento. La
terapia era sospesa al momento della constatazione della clearance o dopo 4 settimane.
I partecipanti venivano seguiti successivamente per altri 3 mesi dall’interruzione del trat-
tamento. In totale 77 pazienti hanno raggiunto la clearance senza differenze significa-
tive tra i due gruppi: 41 (75%) nel gruppo trattato con alta dose di UVB e 36 (67%) in
Quesiti e raccomandazioni 43
Il trattamento della psoriasi nell’adulto
quello trattato con bassa dose. Analogamente non sono state osservate differenze si-
gnificative né riguardo alla dose cumulativa (alto dosaggio: 42,5 J/cm2; basso dosaggio:
36,7 J/cm2; p= 0,38) né al PASI (alto dosaggio: 2,9; basso dosaggio: 2,8; p= 0,30). Il grup-
po trattato con alto dosaggio di UVB ha richiesto un numero significativamente mi-
nore di irradiazioni (p <0,05). Nel gruppo con regime ad alto dosaggio sono stati ne-
cessari 4,9 aggiustamenti di protocollo a causa di eritema, mentre quello a basso dosaggio
ne ha richiesti 3,4 (p <0,01). Il numero di sedute è risultato significativamente superiore
nel gruppo irradiato con UVB a basso dosaggio (24,1) rispetto a quello trattato con UVB
ad alto dosaggio (20,6; p <0,02). Si sono verificati 3 casi di recidiva in ciascun gruppo.
Otto soggetti trattati con regime ad alto dosaggio e 9 di quelli a basso dosaggio, dopo
30 o più trattamenti, non hanno ottenuto il 90% di riduzione del PASI (fallimento del
trattamento). Dopo 3 mesi di osservazione successiva alla sospensione dei trattamenti
è stata riscontrata una riduzione del PASI di 5,93 nel gruppo irradiato con alta dose e
di di 4,14 in quello irradiato con bassa dose (p <0,05).
Koek et al 7 hanno condotto uno studio pragmatico di non inferiorità randomiz-
zato controllato in cui si confrontano l’efficacia e la sicurezza della fototerapia UVB
somministrata a casa o in ambulatorio in 196 pazienti con psoriasi. Gli autori hanno
concluso che entrambe le modalità di trattamento risultano efficaci e sicure nella cura
della psoriasi.
Ryan et al8 hanno esaminato, in uno studio clinico controllato, le variazioni dei li-
velli sierici di idrossivitamina D (25-OH-Vit D) nei pazienti con psoriasi a placche espo-
sti a fototerapia NB-UVB. Sono stati arruolati 60 pazienti, di cui solo 30 sono stati trat-
tati con fototerapia NB-UVB 3 volte alla settimana fino a remissione. Alla prima espo-
sizione è stata utilizzata una dose pari al 70% della MED, poi incrementata del 20% fino
a un massimo di 3.833 mJ/cm2. Nel gruppo di controllo 11 pazienti sono stati sottoposti
a trattamenti topici (non analoghi della vitamina D), 2 non hanno ricevuto alcun trat-
tamento e i restanti 16 sono stati trattati con farmaci sistemici: 11 con gli esteri dell’a-
cido fumarico (FAES), 2 con metotressato, 1 con un’associazione di FAES e metotres-
sato, 1 con FAES e acitretina e un altro con FAES e ciclosporina. Nessuno di questi far-
maci sistemici ha alterato i livelli sierici di 25(OH)-Vit D. A fine trattamento sia il PASI
sia il DLQI hanno avuto una riduzione significativa nei soggetti esposti a fototerapia,
mentre nel gruppo di controllo non sono state osservate variazioni. I livelli sierici di 25(OH)-
Vit D sono aumentati significativamente nel gruppo trattato (p <0,001), da una mediana
di 23 ng/mL (9-46) del valore basale a 51 ng/mL (32-112) al termine del trattamento;
nessun cambiamento è stato invece notato nel gruppo di controllo. La variazione sieri-
ca è correlata con il numero di esposizioni a NB-UVB (r: 0,61; p <0,001) e alla dose cu-
mulativa (r: 0,47; p=0,01). Non è stata evidenziata invece una correlazione tra l’incre-
mento dei livelli di vitamina D e la risposta al trattamento. Alla fine dello studio tutti i
pazienti nel gruppo dei trattati avevano un livello di vitamina D sufficiente, ma il 75%
di quelli del gruppo di controllo era in deficit di vitamina D.
44 Quesiti e raccomandazioni
Il trattamento della psoriasi nell’adulto
Nello studio clinico controllato di Jain et al9 è stata esaminata una coorte di 30 sog-
getti affetti da psoriasi a placche con interessamento inferiore al 50% della superficie
corporea. In ciascun paziente sono state selezionate due placche della stessa misura e
con le stesse caratteristiche, situate una nell’emisoma destro, l’altra in quello sinistro di
ciascun paziente. Le placche sono state trattate con fototerapia NB-UVB due volte alla
settimana per tre mesi o fino alla riduzione del 95% del punteggio al baseline; la dose
iniziale (280 mJ/cm2) è stata aumentata del 20% nelle sedute successive, se non si era-
no verificati eritemi dopo le esposizioni precedenti. Quindici minuti prima del tratta-
mento solo sulla placca del lato destro era stato applicato 8-metossipsoralene topico.
Quando una delle due placche raggiungeva il 95% di riduzione veniva coperta e si con-
tinuava a somministrare il trattamento solo sull’altra placca. Un limite di questo stu-
dio è stato quello di misurare l’efficacia del trattamento con una scala non universale.
La differenza nella riduzione delle 2 placche target è risultata significativa solo all’ot-
tava settimana (p=0,034), ma non a fine trattamento (p=0,315). Il numero di sedute e
la quantità cumulativa della dose necessaria per la riduzione dello score iniziale del 95%
sono risultati leggermente inferiori per le placche trattate con NB-UVB e 8-metossi-
psoralene topico, con differenze non significative. È stato osservato un maggior numero
di eventi avversi nelle zone con trattamento combinato, anche se questi sono risultati
di minore entità. Gli autori tuttavia hanno concluso che questi eventi dovrebbero es-
sere analizzati in studi prospettici a lungo termine su campioni di grandi dimensioni.
Tra gli studi osservazionali inclusi, 3 studi di coorte10-12 senza gruppo di controllo
hanno valutato l’efficacia e la sicurezza della fototerapia NB-UVB.
Nello studio di Al Robaee10, 63 pazienti con psoriasi a placche sono stati trattati
con fototerapia NB-UVB 3 volte alla settimana per 24 settimane. A fine trattamento
41 pazienti (78,8%) hanno raggiunto il 90% di riduzione del PASI, che ha subito una
diminuzione statisticamente significativa dal baseline (94,61%; p <0,001). La riduzio-
ne è stata maggiore nelle donne rispetto agli uomini. Gli eventi avversi osservati sono
stati di lieve entità e non hanno interferito con la prosecuzione del trattamento.
Nello studio di Lotti et al11 sono stati osservati 60 pazienti affetti da psoriasi a plac-
che che in precedenza erano stati sottoposti a trattamenti topici risultati, tuttavia, ineffi-
caci o inadeguati. I soggetti sono stati trattati con microfototerapia NB-UVB 311 nm 1
volta alla settimana per 12 settimane. Hanno interrotto prima la terapia 17 pazienti, 5 per
motivi personali e 12 perché avevano raggiunto precocemente un miglioramento clini-
co soddisfacente. A fine trattamento la diminuzione media del PASI è stata dell’88% e
il PGA è stato valutato minimo/assente. Non sono stati osservati eventi avversi.
Lo studio di coorte prospettico di Nisticò et al12 è stato condotto su 279 sogget-
ti affetti da differenti patologie dermatologiche, di cui 152 con psoriasi a placche lo-
calizzata e stabile, per verificare l’efficacia di una luce monocromatica a eccimeri (me-
ditec excimer laser, MEL) con una densità di potenza di 48 mW/cm2 e con un’area di
irradiazione massima di 512 cm2. La luce è stata utilizzata a 15 cm di distanza dalla
Quesiti e raccomandazioni 45
Il trattamento della psoriasi nell’adulto
pelle e sono state irradiate solo le aree interessate. Su 152 pazienti, 149 hanno com-
pletato il trattamento, 57 hanno avuto un follow-up di un anno, 92 di 6 mesi. Dopo
quattro mesi di trattamento, 85 pazienti (57%) hanno mostrato una remissione com-
pleta (riduzione del PASI del 75-100%), 40 (27%) una remissione parziale (riduzio-
ne del PASI del 50-75%) e 24 (16%) un leggero miglioramento (riduzione del PASI
del 25-20%). I soggetti che hanno raggiunto la remissione completa sono stati sotto-
posti a sedute di mantenimento di 2 J/cm2 ogni 14 giorni per 120 giorni. I più comuni
eventi avversi comprendevano eritema lieve (almeno 50% dei pazienti) dopo la pri-
ma e la seconda applicazione, lieve sensazione di prurito, iperpigmentazione transi-
toria (raramente permanente) nelle aree trattate, risolta spontaneamente due settimane
dopo il trattamento. Tre pazienti con psoriasi hanno mostrato vesciche ed edema, ri-
solti dopo applicazione topica di idrocortisone 1% unguento per tre giorni.
Anche lo studio di coorte prospettico di Akaraphanth et al13 è stato condotto per
valutare l’efficacia e la sicurezza di un particolare dispositivo per fototerapia NB-UVB
(Cabina Spectra 311 con lampada fluorescente 24 TL-01/100-W). In questo caso, però,
l’obiettivo principale degli autori è stato quello di esaminare il dosaggio delle sommi-
nistrazioni: 50 pazienti con psoriasi a placche, precedentemente trattati con farmaci to-
pici senza risultati, sono stati sottoposti a irraggiamento 3 volte alla settimana con una
dose iniziale del 35% della MED, incrementata del 20% o ridotta del 10% a ogni visi-
ta in base agli eritemi riscontrati. I trattamenti venivano continuati fino a un migliora-
mento del PASI 75 rispetto al valore iniziale o fino a un miglioramento massimo, con
un follow-up di 30 settimane. La riduzione del PASI medio alla dodicesima settimana
è stato del 38% (p <0,001) e alla trentesima del 68,99% (p <0,001). Il DLQI ha avuto
un miglioramento del 51,43% (p< 0,001) alla dodicesima settimana e del 79,67% (p <0,001)
alla trentesima. Alla 12a settimana hanno ottenuto la risposta PASI 75 e 50 rispettiva-
mente 2 (4%) e 18 (36%) pazienti. Alla 30a hanno ottenuto la risposta PASI 75 e 50 ri-
spettivamente 21 (42%) e 18 (36%) pazienti. Tra gli eventi avversi sono stati riscontra-
ti 4 casi (8%) di eritema di 2° grado e 4 casi (8%) di eritema doloroso di 3°grado.
Nello studio di coorte prospettico senza gruppo di controllo14 è stata studiata l’as-
sociazione dell’esposizione alla fototerapia con la riduzione dei livelli di folati nel san-
gue. Livelli bassi di folati predispongono a difetti del tubo neurale in gravidanza e pos-
sono aumentare il rischio di carcinoma colorettale e influenzare i livelli sierici di omo-
cisteina che, si ritiene, possano essere un fattore di rischio di malattie cardiovascolari. Sono
stati inclusi nello studio 60 soggetti affetti da psoriasi trattati con fototerapia NB-UVB
3 volte alla settimana. Solo 35 hanno completato lo studio: 20 hanno interrotto il trat-
tamento prima delle 18 sedute minime previste o non si sono sottoposti al secondo pre-
lievo ematico, 5 sono stati esclusi perché al prelievo iniziale presentavano livelli sierici
ridotti di folati e di folati eritrocitari. I livelli sierici di folati erano 6,34 ng/ml al basale
(deviazione standard, SD: 3,60) e 6,35 ng/ml (SD: 3,26) a fine trattamento. I livelli di
folati eritrocitari erano 410 ng/ml (SD: 175,36) al basale e 423 ng/ml (SD: 170) a fine
46 Quesiti e raccomandazioni
Il trattamento della psoriasi nell’adulto
trattamento. La principale differenza dei livelli sierici di folati prima e dopo la terapia
era 0,006 ng/ml (IC 95%: 0,81-0,82; p=0,99) e dei livelli di folati eritrocitari era 13,2
ng/ml (IC 95%: 32,9-59,3; p=0,57).
Quesiti e raccomandazioni 47
Il trattamento della psoriasi nell’adulto
48 Quesiti e raccomandazioni
Il trattamento della psoriasi nell’adulto
ottenuto la remissione 4 pazienti trattati con NB-UVB e 6 trattati con PUVA. Sono
stati osservati due eventi avversi di lieve entità (prurito, eruzione polimorfa solare) e
la frequenza degli episodi è risultata simile nei due gruppi. Solo alcuni soggetti (27,3%)
del gruppo trattato con PUVA hanno riferito nausea.
Fotobalneoterapia
È stato incluso 1 RCT.
Associazioni di terapie
È stata inclusa 1 revisione sistematica.
Quesiti e raccomandazioni 49
Il trattamento della psoriasi nell’adulto
con derivati della vitamina D è emerso un aumento della probabilità di remissione del
34% in favore della terapia combinata (IC 95%: 22%-47%).
L’associazione di derivati della vitamina A (etretinato, acitretina e betacarotene) con
PUVA terapia ha mostrato un incremento del 22% (IC 95%: 7%-38%) della pro-
babilità di remissione rispetto alla monoterapia PUVA (7 studi) e del 47% (IC 95%:
25%-69%) rispetto alla monoterapia con derivati della vitamina A (2 studi).
L’analisi di 3 studi, nei quali era stata valutata l’efficacia dell’associazione di derivati
della vitamina A (etretinato, acitretina e tazarotene per uso topico) con PUVA- tera-
pia rispetto alla monoterapia con PUVA, ha evidenziato un incremento della proba-
bilità di remissione del 21% (IC 95%: 5%-36%). Tuttavia, questa stima è risultata in-
stabile, poiché la significatività statistica è venuta meno in seguito alla rimozione di
uno dei 3 studi.
La balneoterapia in associazione alla fototerapia UVB non ha mostrato un incremento
significativo della probabilità di remissione (5 studi), né una riduzione significativa del
punteggio di gravità (1 studio), anche se è opportuno sottolineare la presenza di im-
portanti differenze tra gli studi (durata, tipo di randomizzazione, stato di cecità, im-
piego dell’analisi ITT).
Anche le associazioni fototerapia UVB-psoraleni vs monoterapia UVB (due RCT) e
fototerapia UVB-catrame topico vs fototerapia UVB (2 studi) non hanno mostrato
un aumento significativo della probabilità di remissione.
Infine, dall’analisi dei dati relativi a 2 RCT, nei quali erano state confrontate terapie
corticosteroidee in associazione alla fototerapia UVB vs monoterapia UVB, non è emer-
so un aumento significativo della probabilità di remissione nei confronti della terapia
associativa. Le altre associazioni valutate nella revisione, relative a trattamenti topici,
sono affrontate nel quesito 1 (pagg. 31-32).
Conclusioni
• Negli studi esaminati la fototerapia ha mostrato di essere un trattamento efficace
per la cura della psoriasi, indipendentemente dall’apparecchiatura e dalla metodi-
ca utilizzate.
• La PUVA-terapia ha mostrato maggiore efficacia nei confronti della fototerapia
NB-UVB; tuttavia, essa rappresenta un fattore di rischio per lo sviluppo di NMSC,
mentre al momento gli studi inclusi non hanno evidenziato questo rischio nei pa-
zienti trattati con NB-UVB. Studi a lungo termine su campioni numerosi di pa-
zienti potrebbero fornire risultati più sicuri.
• Solo in due studi osservazionali è stato reso noto che i soggetti arruolati erano sta-
ti precedentemente trattati con terapie topiche, le quali, tuttavia, non erano risul-
tate efficaci. Gli altri autori si sono limitati a precisare che prima della fototerapia
i pazienti dovevano sospendere tutti i trattamenti topici o sistemici.
50 Quesiti e raccomandazioni
Il trattamento della psoriasi nell’adulto
Discussione
• Durante la discussione i membri del panel degli esperti hanno convenuto che la fo-
toterapia può risultare spesso molto dispendiosa per i pazienti in termini di ore di la-
voro perdute e di costi legati agli spostamenti. Inoltre, i centri fototerapici non sono
omogeneamente distribuiti sul territorio e la loro accessibilità può essere condizio-
nata dalla disponibilità di orari e personale dedicato. Infine, l’8-metossipsoralene non
è più commercializzato in Italia e pertanto non è sempre facilmente reperibile. È in-
dispensabile che tali aspetti siano attentamente considerati e discussi preliminarmente
con il paziente prima di intraprendere un trattamento fototerapico.
• Il panel ritiene che, laddove le condizioni logistiche lo consentano, la fototerapia
dovrebbe essere considerata terapia di prima scelta nei seguenti casi: pazienti che
non rispondono alla terapia topica, pazienti con controindicazione o eventi avver-
si al trattamento con farmaci topici, pazienti con psoriasi di grado severo (mode-
rato-grave) in alternativa alla terapia sistemica.
• Il panel ha ritenuto opportuno esplicitare che la fototerapia sia considerata terapia
di seconda scelta nei pazienti con psoriasi di grado lieve.
• I componenti del panel hanno preso atto dei dati della letteratura a sostegno del-
l’efficacia e della sicurezza della fototerapia a domicilio, ma hanno espresso opi-
nioni discordanti sull’opportunità di raccomandarla, in quanto sono emerse forti
perplessità circa la possibilità che essa possa essere attualmente praticata in Italia
assicurando ai pazienti adeguati standard di controllo medico e tecnico-sanitario.
Al termine della discussione, l’opinione prevalente è che non esistano al momen-
to i presupposti per raccomandare questa modalità di fototerapia in Italia.
• Il panel ha discusso sull’opportunità di mantenere o modificare la raccomandazione
sull’efficacia della fototerapia BB-UVB. È stato deciso di eliminare tale racco-
mandazione poiché la fototerapia BB-UVB non è più utilizzata in Italia e non sono
disponibili evidenze recenti su questa modalità terapeutica.
• Il panel ha deciso di estendere la raccomandazione sulla sicurezza della fototera-
pia anche ai pazienti che in precedenza sono stati trattati con BB-UVB.
• Durante la fase di revisione in aperto della linea guida è stato specificato che la fo-
toterapia NB-UVB è considerata terapia di seconda scelta nelle pazienti in gravi-
danza. La PUVA-terapia è controindicata a causa dei potenziali effetti mutageni
e teratogeni20.
Raccomandazioni
} La fototerapia NB-UVB dovrebbe essere proposta ai pazienti con psoriasi per i qua-
li non sia indicata la terapia topica: pazienti che non rispondono alla terapia topi-
ca, pazienti con controindicazione o eventi avversi al trattamento con farmaci topi-
ci e pazienti con psoriasi di grado severo (BSA>10%).
Quesiti e raccomandazioni 51
Il trattamento della psoriasi nell’adulto
} Il trattamento con PUVA dovrebbe essere preso in considerazione per i pazienti che
non rispondono alla fototerapia NB-UVB.
} Tutti i pazienti che si sono sottoposti a più di 200 sedute di PUVA total-body e/o
più di 500 sedute di BB/NB-UVB total-body dovrebbero essere invitati a sottoporsi
a controlli annuali per lo screening dei tumori della pelle. L'invito al controllo do-
vrebbe essere in relazione anche al fototipo del paziente in trattamento.
} Lo schema di fototerapia NB-UVB raccomandato è di 3 sedute alla settimana, ove
possibile.
√ Deve essere sconsigliato l’uso di lettini solari quali fonte di UV per il trattamento
della psoriasi.
Bibliografia
52 Quesiti e raccomandazioni
Il trattamento della psoriasi nell’adulto
crophototherapy (Biopsorin). A new treatment for J Eur Acad Dermatol Venereol 2012;26(Suppl 3):22-31.
plaque psoriasis. Dermatologic Ther 2009;22:383-5. 17. Chauhan PS, Kaur I et al. Narrowband ultraviolet B
12. Nisticò SP, Saraceno R et al. Different applications versus psoralen plus ultraviolet A therapy for severe
of monochromatic excimer light in skin diseases. Pho-
plaque psoriasis: an Indian perspective. Clin Exp Der-
tomed Laser Surg 2009;27:647-54.
matol 2011;36:169-73.
13. Akaraphanth R, Kittipavara Y et al. Efficacy of a far
erythemogenic dose of narrow-band ultraviolet B pho- 18. Salem SA, Barakat MA, Morcos CM. Bath psoralen
toterapy in chronic plaque-type psoriasis. J Dermatol + ultraviolet A photochemotherapy vs. narrow band-ul-
2010;37:140-5. traviolet B in psoriasis: a comparison of clinical outcome
14. Rose RF, Batchelor RJ et al. Narrowband ultravio- and effect on circulating T-helper and T-suppressor/cy-
let B phototherapy does not influence serum and red cell totoxic cells. Photodermatol Photoimmunol Photomed
folate levels in patients with psoriasis. J Am Acad Der- 2010;26:235-42.
matol 2009;61:259-62.
19. Bailey EE, Ference EH et al. Combination treatments
15. Archier E, Devaux S et al., Efficacy of psoralen UV- for psoriasis. A systematic review and meta-analysis.
A therapy vs. narrowband UV-B therapy in chronic plaque
Arch Dermatol 2012;148(4):511-22.
psoriasis. A systematic literature review. J Eur Acade-
my Dermatol Venerol 2012;26(Suppl 3):11-21 20. Bae YS, Van Voorhees AS et al. Review of treatment
16. Archier E, Devaux S et al. Carcinogenic risks of pso- options for psoriasis in pregnant or lactating women:
ralen UV-A therapy and narrowband UV-B therapy in from the Medical Board of the National Psoriasis Foun-
chronic plaque psoriasis: a systematic literature review. dation. J Am Acad Dermatol 2012;67(3):459-77.
Quesiti e raccomandazioni 53
Il trattamento della psoriasi nell’adulto
• Quesito 3 • Nei pazienti con psoriasi esistono evidenze che un trattamento siste-
mico tradizionale sia migliore rispetto a un altro in termini di efficacia, sicurezza, ac-
cettabilità e compliance del paziente?
Gli studi selezionati per questo quesito ampliano i dati sull’efficacia e la tollera-
bilità dei farmaci sistemici convenzionali impiegati per il trattamento della psoriasi cro-
nica a placche. Le informazioni provenienti da questi studi concordano con quelle de-
scritte nella linea guida SIGN 121. Il processo di screening della letteratura ha ini-
zialmente portato alla selezione di 17 studi, ai quali, in seguito all’aggiornamento del-
la ricerca bibliografica deciso dal comitato di coordinamento, sono stati aggiunti al-
tri 8 studi. Nonostante in letteratura siano presenti molti RCT che hanno valutato l’ef-
ficacia e la sicurezza del trattamento con farmaci convenzionali, la maggior parte sono
risultati di scarsa qualità e di breve durata (2-6 mesi). Gli studi inclusi comprendo-
no: 7 revisioni (di cui 5 sistematiche), 13 RCT, 2 studi clinici non randomizzati, 3 stu-
di osservazionali. Nei paragrafi successivi è descritta la sintesi dei risultati degli studi
inclusi per ciascuno dei farmaci tradizionali disponibili in Italia. Nell’ultimo paragrafo
sono riportati i risultati degli studi di confronto tra due o più farmaci convenzionali.
Metotrexato
Sono stati inclusi 1 revisione sistematica, 4 RCT e 1 studio osservazionale.
54 Quesiti e raccomandazioni
Il trattamento della psoriasi nell’adulto
Quesiti e raccomandazioni 55
Il trattamento della psoriasi nell’adulto
56 Quesiti e raccomandazioni
Il trattamento della psoriasi nell’adulto
75 è stata ottenuta dal 95% e dal 70% dei pazienti rispettivamente dei gruppi NB-UVB
più metotrexato e NB-UVB più placebo (p <0,04). Il numero medio di settimane di
trattamento (p=0,001), la dose cumulativa media di NB-UVB (p=0,001) e il numero
medio di sedute di fototerapia (p=0,0001) richieste per il raggiungimento della risposta
PASI 75 sono state significativamente inferiori nei pazienti trattati con la terapia di
associazione. Tuttavia, non sono state osservate differenze significative nel numero di
pazienti che hanno recidivato durante il periodo di follow-up (p=0,68). Gli eventi av-
versi sono stati più frequenti nel gruppo NB-UVB in monoterapia (60%) rispetto al
gruppo trattato con lo schema di associazione (35%). Aumento del prurito ed erite-
ma sono stati gli eventi avversi più comuni.
Saurat et al5 hanno condotto una sottoanalisi dell’RCT CHAMPION su 103 pa-
zienti in trattamento con metotrexato, per valutare la relazione tra la dose di metotrexato
somministrata e il miglioramento della malattia nei pazienti psoriasici arruolati in que-
sto studio. Lo studio CHAMPION6 ha confrontato nei pazienti psoriasici il tratta-
mento con adalimumab rispetto a metotrexato o placebo. A tutti i pazienti randomizzati
a metotrexato sono stati somministrati 7,5 mg di farmaco alle settimane 0 e 1, 10 mg
alle settimane 2 e 3 e 15 mg dalla settimana 4 fino alla 7. Successivamente, nei pazienti
che alla settimana 8 avevano ottenuto la risposta PASI 50 (early-responder), la dose di
metotrexato è stata mantenuta a 15 mg, altrimenti la dose è stata aumentata a 20 mg/set-
timana nelle successive 4 settimane. Durante le ultime quattro settimane (settimane
12-15), la dose è stata mantenuta a 20 mg/settimana oppure aumentata a 25 mg/set-
timana a seconda che i pazienti alla settimana 12 avessero raggiunto o meno la risposta
PASI 50 (late-responder, late-nonresponder). Tuttavia, la dose di metotrexato poteva es-
sere ridotta o aumentata in qualsiasi momento, secondo il giudizio dei medici speri-
mentatori. Inoltre, durante lo studio, tutti i pazienti, entro 48 ore dalla somministra-
zione di metotrexato, sono stati trattati con acido folico 5 mg/settimana. Su 103 pa-
zienti analizzati, 40 sono risultati early-responder, 22 late-responder e 41 late-nonresponder.
Alla settimana 16 il miglioramento medio percentuale del punteggio PASI è stato buo-
no nel gruppo degli early-responder, intermedio nei late-responder, e scarso nei late-non-
responder (PASI 75 rispettivamente nel 70%, 41% e 5%). Tra i pazienti che alla setti-
mana 16 hanno ottenuto la risposta PASI 75, il 72% erano early-responder e il 23% late-
responder. Gli eventi avversi maggiormente osservati (≥5% dei pazienti) sono stati: na-
sofaringite, cefalea, bronchite, nausea, infezione virale, dolore addominale, aumento
degli enzimi epatici, vertigini. Gli autori hanno concluso che i pazienti che, alla set-
timana 16, hanno raggiunto la risposta PASI 75 erano quelli che alla settimana 8 e 12
avevano ottenuto la risposta PASI 50 alla dose rispettivamente di 15 o 20 mg/setti-
mana. Pertanto, la settimana 12 potrebbe essere il momento opportuno per interrompere
il trattamento con metotrexato nei pazienti che non hanno ottenuto una buona risposta
terapeutica.
Lo studio osservazionale prospettico di Lindsay et al7 ha valutato la prevalenza
Quesiti e raccomandazioni 57
Il trattamento della psoriasi nell’adulto
della fibrosi epatica e l’efficacia della biopsia e dei test di funzionalità epatica per il
monitoraggio del rischio di fibrosi epatica nei pazienti con psoriasi (n=7) e con ar-
trite psoriasica (n=47) sottoposti a terapia con metotrexato a lungo termine. Se la dose
cumulativa di metotrexato era maggiore di 1 g i pazienti sono stati sottoposti a una
biopsia epatica e a una valutazione completa dei fattori di rischio (diabete, consumo
di alcool e obesità). Prima dell’ingresso nello studio il monitoraggio di questi pazienti
era stato eseguito secondo le linee guida dell’American College of Rheumatology
(ACR), che prevedono la valutazione dei test della funzionalità epatica ogni 3 mesi
e la biopsia epatica se tali test risultano alterati per 5 volte consecutive. Nello studio
non sono chiaramente descritti quali test siano stati effettuati per il monitoraggio del-
la funzionalità epatica. In media la durata del trattamento con metotrexato è stata di
6,9 anni, con una dose cumulativa media di 4.396 mg. Non sono stati osservati casi
di fibrosi in fase avanzata o di cirrosi. Tuttavia, 11 pazienti (22%) hanno mostrato i
segni di una fibrosi iniziale di grado lieve. Nessuno dei fattori di rischio da solo è ri-
sultato predittivo della presenza di fibrosi, ma la formazione di iniziali alterazioni epa-
tiche è risultata correlata al numero dei fattori di rischio per la fibrosi epatica. Inol-
tre, non è stata trovata alcuna correlazione fra la dose settimanale, la durata del trat-
tamento e la dose cumulativa di metotrexato con l’insorgenza dei primi segni di fi-
brosi epatica. Il peptide N-terminale del procollagene III (PIIINP) non è stato uti-
le nell’artrite psoriasica e spesso è risultato elevato (soprattutto nei pazienti con ar-
trite psoriasica in fase artritica attiva), nonostante la biopsia epatica fosse normale.
Gli autori hanno concluso che, malgrado la presenza di altri fattori di rischio per la
fibrosi epatica, il monitoraggio degli effetti epatici a lungo termine della terapia con
metotrexato secondo le linee guida ACR, attraverso i test della funzionalità epatica,
appare sicuro sia nella psoriasi sia nell’artrite psoriasica. La biopsia epatica dovreb-
be essere considerata per valutare il fegato qualora i test di funzionalità epatica fos-
sero persistentemente elevati. Inoltre, dai risultati è emerso che la supplementazio-
ne con acido folico può ridurre il rischio di insorgenza di tossicità gastrointestinale
e di alterazioni dei test della funzionalità epatica.
Ciclosporina
Sono stati inclusi 2 revisioni sistematiche, 3 RCT e 1 studio osservazionale.
58 Quesiti e raccomandazioni
Il trattamento della psoriasi nell’adulto
quelli osservati con la maggior parte dei farmaci biotecnologici e con il metotrexato.
Infatti, negli studi inclusi, la proporzione di pazienti in trattamento con 2,5 mg/kg/die
di ciclosporina che ha ottenuto la risposta PASI 75 è risultata compresa fra 28% e 85%,
mentre alle dosi di 3 mg/kg/die e 5 mg/kg/die i tassi osservati sono stati rispettiva-
mente compresi fra 28% e 71% e fra 505 e 97%. Inoltre, il trattamento con la dose ini-
ziale di 5 mg/kg/die è stato associato a una percentuale elevata di pazienti che otte-
neva la remissione della malattia. Per quanto riguarda la terapia di mantenimento con
ciclosporina, è stato evidenziato che la dose di 3-3,5 mg/kg/die è risultata efficace nel
prevenire la recidiva della malattia nel 68-77% dei pazienti in un intervallo di tempo
compreso fra 6 e 12 mesi. L’efficacia della somministrazione intermittente di ciclo-
sporina (brevi cicli di terapia) è risultata utile nel 60% dei pazienti che hanno ripor-
tato una bassa incidenza di recidiva. Nel restante 40% è stato necessario somministrare
da 3 a 4 cicli di ciclosporina della durata di 12 settimane per anno, indicando che per
questi pazienti potrebbe essere più adatto un trattamento continuo con ciclosporina.
Inoltre, la sospensione del trattamento in maniera netta o graduale non ha determi-
nato alcuna differenza nel rischio di ricadute. Un altro dato evidenziato dagli autori
riguarda il miglioramento significativo del punteggio PASI, probabilmente per un ef-
fetto sinergico, nei pazienti con indice di massa corporea (BMI) elevato sottoposti a
dieta ipocalorica. Il rapporto rischio/beneficio sembra essere migliore per i pazienti sen-
za fattori di rischio per la nefrotossicità (pazienti con età minore di 60 anni con BMI
normale e normotesi). Sebbene la ciclosporina dovrebbe essere usata per il trattamento
in acuto, in alcuni pazienti non responsivi il trattamento può essere prolungato limi-
tando la durata massima a 2 anni ed eseguendo il monitoraggio della creatininemia.
Per quanto riguarda la sicurezza, la revisione ha incluso 25 studi. L’insufficienza re-
nale rappresenta il limite principale della terapia a lungo termine con ciclosporina nel-
la psoriasi. Il rischio di nefrotossicità è risultato correlato con il tempo di esposizio-
ne e con la somministrazione di una dose cumulativa e/o giornaliera elevata di ciclo-
sporina. Nei pazienti psoriasici trattati con ciclosporina per 1-2 anni sono stati osservati
cambiamenti strutturali renali, tra cui una fibrosi interstiziale da lieve a moderata, ac-
compagnati da un aumento superiore al 30% della creatininemia in più del 50% dei
pazienti. Inoltre, nei pazienti con periodi di trattamento ≥3 anni sono state osserva-
te lesioni più gravi come la sclerosi glomerulare o la fibrosi interstiziale grave. Secondo
gli autori, il monitoraggio della creatininemia durante il trattamento con ciclospori-
na potrebbe essere sufficiente per controllare la funzionalità renale e per rilevare i pri-
mi segni di insufficienza renale. Anche se, intuitivamente, la terapia intermittente può
offrire una buona strategia terapeutica per limitare il rischio di insorgenza di insuffi-
cienza renale a lungo termine, non sono stati trovati dati in letteratura a sostegno di
questa ipotesi. Infatti, nei due studi di confronto tra la somministrazione di ciclospo-
rina intermittente o continua, la differenza nell’incidenza di aumento della creatini-
na oltre il 30% dal valore basale tra i due gruppi di trattamento non è risultata signi-
Quesiti e raccomandazioni 59
Il trattamento della psoriasi nell’adulto
ficativa (OR: 1,35; IC 95%: 0,35-5,25). Gli autori hanno quindi concluso che il trat-
tamento con ciclosporina dovrebbe essere impiegato solo in acuto per favorire una ra-
pida remissione nei pazienti con psoriasi grave. Tuttavia, in alcuni pazienti non responsivi
il trattamento può essere prolungato limitando la durata massima a 2 anni ed eseguendo
il monitoraggio della creatininemia. L’inizio della terapia con ciclosporina (dose ini-
ziale 5 mg/kg/die) dovrebbe essere accompagnato da una valutazione medica di base
che comprende l’esecuzione di test di laboratorio quali:
• emocromo completo;
• elettroliti;
• creatinina sierica;
• urea;
• enzimi epatici;
• trigliceridi e colesterolo.
Inoltre, i pazienti dovrebbero essere valutati anche per i fattori che possono aumenta-
re il rischio di nefrotossicità, fra cui l’obesità, l’età avanzata, l’ipertensione e l’uso con-
comitante di farmaci nefrotossici. Infatti, il rapporto rischio/beneficio sembra essere mi-
gliore per i pazienti senza fattori di rischio per la nefrotossicità (pazienti con età <60
anni, con BMI normale e normotesi). Infine, per limitare la nefrotossicità nei pazien-
ti obesi, la dose di ciclosporina dovrebbe essere calcolata secondo il peso ideale.
L’RCT condotto da Shintani et al9 ha valutato se la somministrazione di una dose
fissa di 100 mg/die di ciclosporina in microemulsione fosse efficace e sicura per il trat-
tamento della psoriasi. I pazienti, indipendentemente dal peso e dalla gravità della ma-
lattia psoriasica di base, sono stati trattati con 100 mg al giorno (n=20) oppure 50 mg
per due volte al giorno (n=20) di ciclosporina (microemulsione) per 12 settimane, as-
sunti prima dei pasti. Alla settimana 6, la risposta PASI 50 è stata raggiunta in una
proporzione significativamente superiore di pazienti del gruppo 100 mg/die rispetto
al gruppo 50 mg/2 volte al giorno. Al contrario, alla settimana 12, i tassi di raggiun-
gimento della risposta PASI 50 e 75 sono risultati simili in entrambi i gruppi (PASI
50: 82% vs 84%; PASI 75: 40% vs 51%). Durante lo studio i livelli di azotemia e bi-
lirubina totale sono risultati significativamente aumentati, ma nei limiti della norma.
Non sono stati osservati casi di ipertensione e di insufficienza epatica e renale. Gli au-
tori hanno concluso che entrambi gli schemi posologici sono risultati efficaci e pos-
sono essere impiegati come trattamento di seconda linea per la psoriasi.
L’RCT in aperto di Vena et al10 su 60 soggetti affetti da psoriasi cronica mode-
rata-grave (PASI ≥10) ha valutato l’efficacia e la sicurezza della terapia di associazio-
ne con ciclosporina a basso dosaggio (1 mg/kg/2 volte al giorno) più calcipotriolo/be-
tametasone dipropionato per uso topico rispetto al trattamento di associazione con ci-
closporina e crema emolliente inerte (n=30; stessi dosaggi del gruppo precedente). Il
trattamento topico doveva essere applicato 1 volta al giorno per 4 settimane oppure
fino alla scomparsa delle lesioni cutanee e poteva essere protratto o reintrodotto se-
60 Quesiti e raccomandazioni
Il trattamento della psoriasi nell’adulto
condo necessità. Come endpoint primario è stata scelta la risposta PASI 75 alla setti-
mana 8. La proporzione di pazienti che ha ottenuto la risposta PASI 75 è stata del l’87%
nel gruppo ciclosporina più calcipotriolo/betametasone dipropionato rispetto al 37%
nel gruppo ciclosporina più trattamento emolliente (p=0,0001). I trattamenti sono sta-
ti ben tollerati. Non sono stati osservati casi di ipertensione insorti dopo trattamen-
to con ciclosporina.
Nell’RCT in doppio cieco controllato con placebo PREVENT, condotto da Co-
lombo et al11, è stata valutata l’efficacia e la tollerabilità del trattamento di manteni-
mento con ciclosporina in microemulsione (5 mg/kg/die) per la prevenzione della re-
cidiva, somministrata per 2 giorni consecutivi alla settimana (weekend). I pazienti ar-
ruolati avevano raggiunto la risposta PASI 75 dopo un trattamento precedente con ci-
closporina (fase di induzione: 8-16 settimane con qualsiasi schema posologico), e dopo
8 giorni dall’interruzione del trattamento sono stati randomizzati a ciclosporina (n=162)
o placebo (n=81) per 2 giorni consecutivi alla settimana. Il principale limite di que-
sto studio è il tasso elevato di perdite al follow-up (22,2%), che potrebbe aver deter-
minato la sovrastima degli effetti del trattamento con ciclosporina. Dopo 24 settimane
di trattamento, il tasso di ricadute, definito come un aumento del 75% del PASI ri-
spetto al valore registrato nella fase di pre-induzione, è stato di 33,1% e 46,8% ri-
spettivamente nel gruppo ciclosporina e nel gruppo placebo (p=0,0724; analisi per pro-
tocollo). L’intervallo di tempo fino alla ricaduta è risultato significativamente più lun-
go nel gruppo ciclosporina rispetto al gruppo placebo (p=0,023). Anche il punteggio
PASI medio registrato dalla settimana 4 alla 6 si è mantenuto significativamente più
basso nel gruppo ciclosporina rispetto al placebo. I pazienti con psoriasi moderata-gra-
ve (PASI >12,5) hanno mostrato un maggiore beneficio della terapia con ciclospori-
na. Infatti, la differenza tra il tasso di ricadute stimato in questi pazienti e quello del
gruppo placebo è risultata significativa (30,1% vs 53,7%; p=0,011). Il trattamento con
ciclosporina è stato ben tollerato. Non sono state osservate differenze significative dei
livelli medi di creatininemia o dei valori medi di pressione arteriosa fra i gruppi ci-
closporina e placebo. Gli autori hanno concluso che i pazienti con psoriasi di grado
moderato (PASI=12,5-20) sono quelli che potrebbero beneficiare maggiormente del
trattamento per 2 giorni consecutivi a settimana con ciclosporina. I pazienti con pso-
riasi di grado lieve (PASI <12,5) dovrebbero invece rimanere sotto controllo medico
senza alcuna terapia di mantenimento. I pazienti con psoriasi grave (PASI >20), pro-
babilmente, dovrebbero essere sottoposti a un trattamento con ciclosporina di man-
tenimento a dosi maggiori rispetto a quelle impiegate nello studio.
Lo studio osservazionale retrospettivo di Colombo et al12 ha valutato l’efficacia
e la sicurezza della terapia con ciclosporina in microemulsione nei pazienti psoriasi-
ci (n=193), nel contesto della normale pratica clinica. La durata media del trattamento
è stata di 14 mesi e il dosaggio medio impiegato è stato 1,5-3,1 mg/kg/die. Il 90% dei
pazienti ha ottenuto la remissione clinica (definita come clearance completa delle le-
Quesiti e raccomandazioni 61
Il trattamento della psoriasi nell’adulto
sioni o clearance delle lesioni con pigmentazioni residue minori). Alla fine del tratta-
mento, il punteggio medio PASI è diminuito da 23,3 (basale) a 5,64. Nel 36% dei pa-
zienti si è verificata l’insorgenza di eventi avversi; i più frequenti sono stati iperten-
sione (17,6%), ipercolesterolemia (14,0%), aumento del 30% della creatininemia (6,7%),
sintomi gastrointestinali (6,2%), irsutismo (3,1%), anemia (2,1%), iperplasia gengivale
(2,1%), aumento dei livelli ematici di acido urico (2,1%), alterazioni degli elettroliti
plasmatici (1,6%), trombocitopenia (1,0%).
Robert et al13 hanno condotto una revisione sistematica, che ha incluso 17 RCT,
per valutare l’effetto di ciclosporina sulla pressione arteriosa rispetto al placebo (in
tutte le indicazioni per le quali viene impiegata). I risultati della revisione hanno evi-
denziato che il trattamento con ciclosporina ha causato un incremento significativo
della pressione arteriosa. La stima dell’entità complessiva dell’aumento pressorio è ri-
sultata 7,4 mmHg, con un range di 2,5-16,4 mmHg. Questo effetto è risultato dose-
correlato: con dosi inferiori (1-4 mg/kg/die) la pressione arteriosa è aumentata di 5
mmHg (IC 95%: 2,8-7,2), mentre a dosi superiori (>10 mg/kg/die) l’aumento me-
dio è stato di 11 mmHg (IC 95%: 7,2-15,6). Inoltre, i dati di 3 studi hanno mostra-
to che l’effetto di ciclosporina sulla pressione arteriosa dopo una singola dose è ri-
sultato simile a quello osservato con la terapia cronica. Nell’analisi in cui gli studi sono
stati stratificati secondo l’indicazione terapeutica di ciclosporina, l’incremento pres-
sorio per ciascun gruppo è risultato significativo. Per quanto riguarda i dati relativi
alla psoriasi, la variazione media della pressione arteriosa è stata stimata pari a 4,43
mmHg (IC 95%: 0,37-8,48; dose media 7,4 mg/kg/die; range: 3-14), con una dura-
ta media della terapia pari a 5,3 settimane (intervallo: 4-8).
Acitretina
Sono stati inclusi 2 revisioni sistematiche e 1 RCT.
62 Quesiti e raccomandazioni
Il trattamento della psoriasi nell’adulto
Quesiti e raccomandazioni 63
Il trattamento della psoriasi nell’adulto
desquamazione in tutto il corpo (in particolare nel palmo della mano e nella pianta dei
piedi), caduta di capelli (fino al 75% dei pazienti) e alopecia (<10% dei pazienti), fra-
gilità unguale e paronichia. Un altro effetto avverso è l’aggravamento iniziale della sin-
tomatologia psoriasica (25% dei pazienti). Tali effetti sono stati maggiormente osser-
vati nei pazienti in trattamento con dosaggi elevati di acitretina (50-75 mg/die), per-
tanto in questi casi gli autori hanno raccomandato una riduzione della dose prima di
interrompere il trattamento. Nei pazienti in trattamento con acitretina sono stati os-
servati effetti avversi a carico del fegato, che in genere si manifestavano con un aumento
transitorio degli enzimi epatici (15% dei pazienti). Gli eventi avversi epatici gravi (epa-
tite tossica, epatite colestatica e cirrosi) sono stati osservati con frequenza rara. Sono
stati descritti anche altri eventi avversi, tra cui:
• iperlipidemia dose-dipendente (incidenza 20-40%), caratterizzata da un aumen-
to della concentrazione sierica di trigligeridi e che in genere si normalizza entro
4-8 settimane dopo l’interruzione del trattamento;
• ipercolesterolemia (incidenza 10-30%), con un aumento delle VLDL (very low
density protein) e delle LDL (low density protein) e una riduzione delle HDL (high
density protein).
Il trattamento a lungo termine (2-4 anni) con retinoidi è stato associato a evidenze ra-
diografiche di calcificazione dei tendini e dei legamenti extraspinali (i siti più fre-
quentemente colpiti sono caviglie, bacino e ginocchia). Tuttavia, negli studi riportati
nella revisione (tre studi retrospettivi di lunga durata e uno studio prospettico di due
anni), non è stata trovata, se non in rari casi (due pazienti), alcuna associazione. Infi-
ne, il rischio di teratogenesi è risultato maggiore per l’esposizione durante il primo tri-
mestre di gravidanza.
Haushalter et al16 hanno analizzato i dati dei pazienti di 2 RCT (8 settimane di
trattamento) e delle loro relative estensioni in aperto (16 settimane) per valutare l’ef-
ficacia del trattamento con acitretina a basse dosi (fino a 25 mg/die) rispetto alla te-
rapia ad alte dosi (50-75 mg/die). In totale sono stati valutati 504 pazienti: i risultati
hanno evidenziato che il trattamento con acitretina a basse dosi mostra un miglior pro-
filo di tollerabilità e un’efficacia pari, se non addirittura superiore, rispetto alla tera-
pia a dosaggio elevato.
Acido fumarico
È stato incluso 1 studio clinico non randomizzato.
64 Quesiti e raccomandazioni
Il trattamento della psoriasi nell’adulto
vamente dal 20% e dall’8% dei pazienti, mentre dopo 6 mesi di trattamento rispet-
tivamente dal 36% e dal 16% dei pazienti. Gli eventi avversi più frequentemente os-
servati comprendono diarrea, dolore addominale, vampate di calore, linfopenia.
Secondo gli autori la comparsa di linfopenia potrebbe essere un effetto dipendente dal
meccanismo d’azione del farmaco, in quanto è stata osservata soprattutto nei pazien-
ti che hanno ottenuto la risposta PASI 50 (p=0,008).
Quesiti e raccomandazioni 65
Il trattamento della psoriasi nell’adulto
a 2,5 mg/kg/2 volte al giorno e 1,5 mg/kg/2 volte al giorno. La durata dello studio è
stata di 24 settimane: 12 settimane di trattamento più 12 settimane di follow-up. Alla
settimana 12, il gruppo ciclosporina ha ottenuto un tasso di risposta PASI 90 superiore
al gruppo micofenolato (31% vs 4%; p=0,024), mentre la proporzione di pazienti che
hanno raggiunto la risposta PASI 75 è risultata simile (31% vs 22%). La riduzione re-
lativa del punteggio PASI è stata del 79% nel gruppo ciclosporina e del 49% nel grup-
po micofenolato. Durante la fase di follow-up non sono state osservate differenze nel
tasso di recidiva (aumento ≥50% del punteggio PASI) fra tra i due gruppi. Gli eventi
avversi più frequenti per ciclosporina comprendevano aumento della bilirubina e del-
l’acido urico, ipertensione e ipokaliemia. Per micofenolato gli eventi avversi più fre-
quentemente osservati sono stati aumento dei livelli ematici di bilirubina, transaminasi,
lattato-deidrogenasi, g-glutamil-transferasi e acido urico.
L’RCT in aperto di Akyani et al20, condotto su 38 pazienti con psoriasi a placche
(PASI> 10), ha valutato l’efficacia e la sicurezza del trattamento con micofenolato rispetto
a metotrexato. Sono stati trattati 20 pazienti con micofenolato 2 g/die suddiviso in 2 dosi.
Gli altri 18 pazienti hanno ricevuto 7,5 mg/settimana di metotrexato, suddivisi in 3 dosi
somministrate a intervalli di 12 ore, in associazione a 1 mg/die di acido folico durante
gli altri giorni della settimana. Dopo 1 settimana di trattamento la dose di metotrexa-
to è stata aumentata a 15 mg/settimana e dopo 4 settimane a 20 mg/settimana. La du-
rata dello studio è stata di 24 settimane: 12 settimane di trattamento più 12 settimane
di follow-up. Dopo 12 settimane di terapia, il 58,8% e il 73,3% dei pazienti rispettiva-
mente dei gruppi micofenolato e metotrexato hanno ottenuto la risposta PASI 75 (p <0,05).
La riduzione media del punteggio PASI è stata del 65,9% nel gruppo micofenolato e
dell’80,7% nel gruppo metotrexato (p >0,05). Tre mesi dopo la sospensione del tratta-
mento la risposta PASI 75 è stata mantenuta nel 33,3% e nel 53,3% dei pazienti ri-
spettivamente dei gruppi micofenolato e metotrexato (p >0,05). Entrambi i farmaci sono
stati ben tollerati e gli effetti collaterali sono stati lievi e transitori. Tuttavia, nell’87% dei
pazienti del gruppo metotrexato la dose è stata ridotta o non è stata aumentata a 15 mg/set-
timana a causa dell’insorgenza di eventi avversi (nausea da lieve a moderata, 80%; au-
mento degli enzimi epatici, 33,3%; astenia; anemia). Secondo gli autori, il micofenola-
to, anche se ha mostrato di essere meno efficace rispetto al metotrexato, può rappresentare
una buona alternativa per il trattamento della psoriasi nei pazienti che sono intolleran-
ti o presentano controindicazioni al metotrexato o ad altri farmaci antipsoriasici.
Bhuiyan et al21 hanno condotto un RCT in aperto (n=60) per confrontare il trat-
tamento con metotrexato (n=30; 7,5 mg/settimana in associazione ad acido folico 5
mg/die per gli altri giorni della settimana) rispetto al trattamento con colchicina (n=30;
2,1 mg/die frazionati in 2 dosi) nei pazienti con psoriasi cronica a placche (PASI >8).
La durata del trattamento è stata 8 settimane, al termine delle quali la risposta PASI
50 è stata ottenuta nel 23,3% e 53,3% dei pazienti rispettivamente dei gruppi colchi-
cina e metotrexato (p <0,005). Tuttavia, la riduzione del punteggio PASI medio è ri-
66 Quesiti e raccomandazioni
Il trattamento della psoriasi nell’adulto
sultata significativa per entrambi i gruppi. Gli eventi avversi più frequenti nel grup-
po colchicina comprendevano dolore addominale (46,7%), dispepsia (43,3%), nau-
sea/vomito (36,7%) e diarrea (30%).
Nello studio di Malik et al22 50 pazienti affetti da psoriasi cronica a placche sono
stati randomizzati al trattamento, della durata di 8 settimane, con azatioprina (n=25;
1,5-3 mg/kg/die) o metotrexato (n=25; 10 mg/settimana). Alla fine del periodo di trat-
tamento, la proporzione di pazienti che ha ottenuto una riduzione del punteggio PASI
>80% è stata del 73% e 27% rispettivamente nei gruppi metotrexato e azatioprina (p
<0,5), mentre una riduzione del punteggio PASI compreso tra 70-79% è stata otte-
nuta rispettivamente nel 45% e 55% dei pazienti (p >0,5). Dai risultati emerge per-
tanto che azatioprina è meno efficace di metotrexato.
Lo studio clinico non randomizzato controllato condotto da Carlesimo et al23 ha
valutato l’efficacia e la sicurezza del trattamento con calcio folinato (n=30; 15 mg/die)
in confronto al trattamento con farmaci antipsoriasici tradizionali o biotecnologici (n=28;
ciclosporina, acitretina, etanercept, efalizumab, infliximab, adalimumab). I risultati han-
no mostrato che nel gruppo trattato con calcio folinato il punteggio PASI medio si è
ridotto da 22,78 a 7,92, mentre nel gruppo di controllo da 31,5 a 20,53. La riduzione
del punteggio PASI è risultata significativa per il trattamento con calcio folinato (p ≤0,01).
Inoltre, per entrambi i gruppi i livelli ematici di omocisteina sono diminuiti. Il profi-
lo di sicurezza è risultato migliore nel gruppo calcio folinato rispetto al gruppo di con-
trollo, in quanto nel primo gruppo non sono stati osservati eventi avversi.
Lo studio osservazionale prospettico di Gisondi et al24 ha analizzato, in una coor-
te di 10.539 pazienti psoriasici registrati nel database del registro italiano PsoCare, le
variazioni dei parametri di laboratorio e le nuove diagnosi di patologie metaboliche
fino a 16 settimane dopo l’inizio di un trattamento sistemico sia tradizionale sia bio-
tectologico. Di seguito sono riportati i risultati relativi ai farmaci tradizionali, men-
tre quelli relativi ai farmaci biotecnologici sono descritti nel quesito 4 (pag. 96). Il trat-
tamento con acitretina è risultato associato a un rischio significativo di sviluppare iper-
colesterolemia (OR: 1,51) e ipertrigliceridemia (OR: 1,43). Il metotrexato è stato as-
sociato a un rischio doppio di sviluppare un aumento significativo delle transamina-
si (aspartato aminotransferasi OR: 2,06; alanina aminotransferasi OR: 2,38), mentre
il trattamento con ciclosporina a un aumento significativo della creatininemia e a un
aumento del rischio di sviluppare ipertensione (OR: 3,31) e diabete (OR: 2,88).
La revisione non sistematica condotta da Jensen et al25 ha incluso 98 pubblica-
zioni che descrivono 116 studi (dei quali 23 RCT) riguardanti i trattamenti sistemi-
ci di associazione per la psoriasi. Lo studio randomizzato di Asawanonda e Natee-
tongrungsak26 ha mostrato una maggior efficacia del trattamento con metotrexato
(15 mg/settimana) più NB-UVB (3 volte alla settimana) rispetto al trattamento con
NB-UVB in monoterapia. Allo stesso modo, l’RCT di Shehzad et al27 ha mostrato
che i pazienti randomizzati al trattamento di associazione con metotrexato (10 mg/set-
Quesiti e raccomandazioni 67
Il trattamento della psoriasi nell’adulto
timana) più PUVA (4 volte alla settimana) hanno raggiunto la remissione della ma-
lattia prima rispetto ai pazienti trattati con PUVA (4 volte alla settimana) o metotrexato
in monoterapia (10 mg/settimana). In 6 studi randomizzati28-33 è stata valutata l’ef-
ficacia della terapia di associazione dei retinoidi (etretinato o acitretina) più PUVA ri-
spetto alla monoterapia con PUVA: i dati mostrano che l’associazione di PUVA e re-
tinoidi permette di raggiungere più velocemente la remissione della malattia e di ri-
durre l’esposizione agli UVA (minor numero di trattamenti e dosi più basse).
I risultati di altri 2 studi34,35, nei quali i pazienti sono stati randomizzati al trattamento
di associazione con retinoidi più UVB o al trattamento con UVB, hanno mostrato che
la terapia di associazione ha determinato un miglioramento significativo del punteg-
gio PASI. Per quanto riguarda il tipo di fototerapia, nello studio di Özdemir et al28 i
pazienti (n=60) sono stati randomizzati al trattamento con acitretina più PUVA op-
pure acitretina più NB-UVB. I risultati hanno evidenziato che entrambe le terapie di
associazione hanno la stessa efficacia.
La revisione di Krathen et al36 ha valutato il rischio di sviluppare neoplasie cu-
tanee in seguito a trattamento con farmaci antipsoriasici sia tradizionali sia biotecnologici.
Per quanto riguarda la metodologia sono stati riportati i termini usati per la ricerca,
l’intervallo temporale e la banca dati interrogata (Pubmed). Non sono stati descritti
in dettaglio i criteri d’inclusione e la flow-chart degli articoli inclusi/esclusi. A causa
dell’eterogeneità degli studi inclusi, i dati estratti non sono stati rielaborati in una me-
tanalisi, ma la sintesi finale e le relative raccomandazioni sono state riportate in ma-
niera descrittiva. Dai dati estrapolati risulta un aumento del rischio di neoplasie cu-
tanee soprattutto nei pazienti psoriasici trattati o in trattamento con PUVA e altri far-
maci immunomodulatori. Gli autori hanno pertanto raccomandato controlli regola-
ri della pelle nei pazienti in terapia con metotrexato, in monoterapia o in associazio-
ne con anti-TNF o che sono stati esposti o sono in trattamento con PUVA in asso-
ciazione a qualsiasi farmaco immunomodulatore, in particolare con ciclosporina.
Conclusioni
• Il trattamento con metotrexato, ciclosporina e acitretina è efficace nei pazienti con
psoriasi cronica a placche.
• La risposta terapeutica è inferiore nei pazienti con BMI elevato.
• Il metotrexato dovrebbe essere somministrato alla dose iniziale di 5-10 mg e, suc-
cessivamente, il dosaggio dovrebbe essere aumentato nell’arco di 4 settimane fino
alla dose di 15-25 mg/settimana, secondo la condizione di base del paziente. La
dose massima raccomandata è di 25 mg/settimana.
• La supplementazione con acido folico può ridurre il rischio di insorgenza di tos-
sicità e di alterazioni dei test della funzionalità epatica, ma può ridurre l’efficacia
di metotrexato. La posologia di acido folico raccomandata è di 5 mg/die per 1-3
giorni 48 ore dopo la somministrazione di metotrexato.
68 Quesiti e raccomandazioni
Il trattamento della psoriasi nell’adulto
Quesiti e raccomandazioni 69
Il trattamento della psoriasi nell’adulto
sere valutati per i fattori che possono aumentare il rischio di tossicità, fra cui in-
sufficienza epatica, consumo di alcool, insufficienza renale, obesità, diabete.
• Nei pazienti in trattamento con acitretina, al fine di evidenziare precocemente even-
tuali tossicità, è necessario effettuare periodicamente i test ematici della funzionalità
epatica e renale e il monitoraggio delle concentrazioni sieriche di trigliceridi, co-
lesterolo e glicemia.
• L’acitretina non deve essere impiegata durante la gravidanza in quanto è teratogena
(rischio maggiore per l’esposizione durante i primi 3 mesi di gestazione).
• Il trattamento a lungo termine (2-4 anni) con retinoidi è stato associato con evi-
denze radiografiche di calcificazione dei tendini e dei legamenti extraspinali.
• La terapia di associazione con acitretina e PUVA è risultata più efficace rispetto
al trattamento con PUVA in monoterapia. Tuttavia, per la terapia di associazione
è stato osservato un numero maggiore di eventi avversi.
• La terapia di associazione acitretina più UVB è risultata più efficace rispetto al trat-
tamento con UVB in monoterapia.
• Il trattamento con acitretina in associazione a calcipotriolo ha mostrato benefici ag-
giuntivi in termini di efficacia rispetto al trattamento con acitretina in monoterapia.
• Il trattamento con esteri dell’acido fumarico ha mostrato una scarsa efficacia.
• Tutti i trattamenti sistemici non devono essere impiegati in gravidanza. In lette-
ratura esistono evidenze del loro effetto teratogeno anche dopo alcuni mesi dal-
l’assunzione.
• In letteratura non sono disponibili chiare evidenze sul possibile aumento di rischio
di tumori cutanei nei pazienti psoriasici in trattamento con farmaci convenziona-
li. Tuttavia, è stato osservato un aumento del rischio nei pazienti che sono stati espo-
sti o che sono in trattamento con PUVA in associazione a qualsiasi farmaco im-
munomodulatore e, in particolare, con ciclosporina, metotrexato e farmaci anti-TNF.
Pertanto, considerato il loro rischio di base già elevato, è consigliato un attento mo-
nitoraggio.
Discussione
• Il panel multidisciplinare degli esperti ha osservato che, nel periodo di riferimen-
to per la ricerca bibliografica, non sono stati pubblicati i risultati di studi di con-
fronto diretto tra terapie sistemiche tradizionali.
• Il panel ha evidenziato la carenza di studi condotti su pazienti psoriasici che ab-
biano valutato la posologia ottimale della supplementazione con acido folico.
• Dalle discussioni è emerso che l’impiego di FibroTest e della misurazione sierica
del procollagene III, per il monitoraggio della tossicità epatica in corso di terapia
con metotrexato, non sono di facile applicazione e i risultati sono influenzati da in-
fiammazioni acute o emolisi.
70 Quesiti e raccomandazioni
Il trattamento della psoriasi nell’adulto
Raccomandazioni
} Nei pazienti con psoriasi grave o refrattaria ad altri trattamenti (terapia topica o fo-
toterapia) dovrebbe essere considerato il trattamento con ciclosporina, metotrexa-
to o acitretina, dopo un’attenta valutazione dei benefici e dei rischi.
} Il metotrexato è raccomandato per la terapia a lungo termine e nei casi in cui è pre-
sente l’artrite psoriasica.
} La ciclosporina è raccomandata per la terapia intermittente a breve termine.
} L’acitretina può essere considerata come alternativa terapeutica.
Quesiti e raccomandazioni 71
Il trattamento della psoriasi nell’adulto
Bibliografia
1. Montaudié H, Sbidian E et al. Methotrexate in psori- cumulative dose methotrexate therapy. Rheumatology
asis: a systematic review of treatment modalities, in- (Oxford) 2009;48(5):569-72.
cidence, risk factors and monitoring of liver toxicity. J 8. Maza A, Montaudié H et al. Oral cyclosporin in pso-
Eur Acad Dermatol Venereol 2011;25(Suppl 2):12-8. riasis: a systematic review on treatment modalities, risk
2. Dogra S, Krishna V, Kanwar AJ. Efficacy and safety of kidney toxicity and evidence for use in non-plaque
of systemic methotrexate in two fixed doses of 10 mg psoriasis. J Eur Acad Dermatol Venereol 2011;25(Sup-
or 25 mg orally once weekly in adult patients with se- pl 2):19-27.
vere plaque-type psoriasis: a prospective, randomized, 9. Shintani Y, Kaneko N et al. Safety and efficacy of a
double-blind, dose-ranging study. Clin Exp Dermatol fixed-dose cyclosporin microemulsion (100 mg) for the
2012;37(7):729-34. treatment of psoriasis. J Dermatol 2011;38(10):966-72.
3. Radmanesh M, Rafiei B et al. Weekly vs. daily ad- 10. Vena GA, Galluccio A et al. Combined treatment with
ministration of oral methotrexate (MTX) for generalized low-dose cyclosporine and calcipotriol/betamethasone
plaque psoriasis: a randomized controlled clinical tri- dipropionate ointment for moderate-to-severe plaque
al. Int J Dermatol 2011;50(10):1291-3. psoriasis: a randomized controlled open-label study. J
4. Mahajan R, Kaur I, Kanwar AJ. Methotrexate/nar- Dermatolog Treat 2012;23(4):255-60.
rowband UVB phototherapy combination vs. narrowband 11. Colombo D, Cassano N et al. Psoriasis relapse eval-
UVB phototherapy in the treatment of chronic plaque- uation with week-end cyclosporine A treatment: results
type psoriasis--a randomized single-blinded placebo- of a randomized, double-blind, multicenter study. Int J
controlled study. J Eur Acad Dermatol Venereol Immunopathol Pharmacol 2010;23(4):1143-52.
2010;24(5):595-600. 12. Colombo D, Flori L et al. Clinical outcome evalua-
5. Saurat JH, Langley RG et al. Relationship between tion following cyclosporine a treatment in moderate to
methotrexate dosing and clinical response in patients severe psoriasis: a retrospective study. Int J Im-
with moderate to severe psoriasis: subanalysis of the munopathol Pharmacol 2010;23(1):363-7.
CHAMPION study. Br J Dermatol 2011;165(2):399-406. 13. Robert N, Wong GW, Wright JM. Effect of cyclosporine
6. Saurat JH, Stingl G et al. Efficacy and safety results on blood pressure. Cochrane Database Syst Rev
from the randomized controlled comparative study of 2010;(1):CD007893.
adalimumab vs. methotrexate vs. placebo in patients with 14. Sbidian E, Maza A et al. Efficacy and safety of oral
psoriasis (CHAMPION). Br J Dermatol 2008;158(3): retinoids in different psoriasis subtypes: a systematic
558-66. literature review. J Eur Acad Dermatol Venereol
7. Lindsay K, Fraser AD et al. Liver fibrosis in patients 2011;25(Suppl 2):28-33.
with psoriasis and psoriatic arthritis on long-term, high 15. Ormerod AD, Campalani E et al. British Association
72 Quesiti e raccomandazioni
Il trattamento della psoriasi nell’adulto
of Dermatologists guidelines on the efficacy and use of 27. Shehzad T, Dar NR, Zakria M. Efficacy of concomi-
acitretin in dermatology. Br J Dermatol 2010;162(5):952- tant use of PUVA and methotrexate in disease clearance
63. time in plaque type psoriasis. J Pak Med Assoc
16. Haushalter K, Murad EJ et al. Efficacy of low-dose 2004;54(9):453-5.
acitretin in the treatment of psoriasis. J Dermatolog Treat 28. Ozdemir M, Engin B et al. A randomized compari-
2012;23(6):400-3. son of acitretin-narrow-band TL-01 phototherapy and
17. Wain EM, Darling MI et al. Treatment of severe, re- acitretin-psoralen plus ultraviolet A for psoriasis. Acta
calcitrant, chronic plaque psoriasis with fumaric acid es- Derm Venereol 2008;88(6):589-93.
ters: a prospective study. Br J Dermatol 2010;162(2): 29. Lauharanta J, Geiger JM. A double-blind compar-
427-34. ison of acitretin and etretinate in combination with bath
PUVA in the treatment of extensive psoriasis. Br J Der-
18. Fallah Arani S, Neumann H et al. Fumarates vs.
matol 1989;121(1):107-12.
methotrexate in moderate to severe chronic plaque pso-
riasis: a multicentre prospective randomized con- 30. Lauharanta J, Juvakoski T, Lassus A. A clinical eval-
trolled clinical trial. Br J Dermatol 2011;164(4):855-61. uation of the effects of an aromatic retinoid (Tigason),
combination of retinoid and PUVA, and PUVA alone
19. Beissert S, Pauser S et al. A comparison of my-
in severe psoriasis. Br J Dermatol 1981;104(3):325-
cophenolate mofetil with ciclosporine for the treatment
32.
of chronic plaque-type psoriasis. Dermatology
2009;219(2):126-32. 31. Parker S, Coburn P et al. A randomized double-blind
comparison of PUVA-etretinate and PUVA-placebo in the
20. Akhyani M, Chams-Davatchi C et al. Efficacy and
treatment of chronic plaque psoriasis. Br J Dermatol
safety of mycophenolate mofetil vs. methotrexate for the
1984;110(2):215-20.
treatment of chronic plaque psoriasis. J Eur Acad Der-
32. Tanew A, Guggenbichler A et al. Photochemother-
matol Venereol 2010;24(12):1447-51.
apy for severe psoriasis without or in combination with
21. Bhuiyan MSI, Sikder Md A et al. Role of oral colchicine acitretin: a randomized, double-blind comparison study.
in plaque type psoriasis. A randomized clinical trial com- J Am Acad Dermatol 1991;25(4):682-4.
paring with oral methotrexate. JPAD 2010; 20:146-51.
33. Saurat JH, Geiger JM et al. Randomized double-blind
22. Malik T, Ejaz A. Comparison of methotrexate and aza- multicenter study comparing acitretin-PUVA, etretinate-
thioprine in the treatment of psoriasis: a randomized con- PUVA and placebo-PUVA in the treatment of severe pso-
trolled trial. JPAD 2010;20:152-7. riasis. Dermatologica 1988;177(4):218-24.
23. Carlesimo M, Mari E et al. Safety and efficacy of cal- 34. Ruzicka T, Sommerburg C et al. Efficiency of acitretin
cium folinate in psoriasis: an observational study. Int J in combination with UV-B in the treatment of severe pso-
Immunopathol Pharmacol 2010;23(2):649-53. riasis. Arch Dermatol 1990;126(4):482-6.
24. Gisondi P, Cazzaniga S et al. Metabolic abnormal- 35. Lowe NJ, Prystowsky JH et al. Acitretin plus UVB ther-
ities associated with initiation of systemic treatment for apy for psoriasis. Comparisons with placebo plus UVB
psoriasis: evidence from the Italian Psocare Registry. J and acitretin alone. J Am Acad Dermatol 1991;24(4):
Eur Acad Dermatol Venereol 2013;27(1):e30-41. 591-4.
25. Jensen P, Skov L, Zachariae C. Systemic combina- 36. Krathen MS, Gottlieb AB, Mease PJ. Pharmacolog-
tion treatment for psoriasis: a review. Acta Derm ic immunomodulation and cutaneous malignancy in
Venereol 2010;90(4):341-9. rheumatoid arthritis, psoriasis, and psoriatic arthritis.
26. Asawanonda P, Nateetongrungsak Y. Methotrexate J Rheumatol 2010;37(11):220.
plus narrowband UVB phototherapy versus narrowband 37. Bae YS, Van Voorhees AS et al. Review of treatment
UVB phototherapy alone in the treatment of plaque-type options for psoriasis in pregnant or lactating women:
psoriasis: a randomized, placebo-controlled study. J Am from the Medical Board of the National Psoriasis Foun-
Acad Dermatol 2006;54(6):1013-8. dation. J Am Acad Dermatol 2012;67(3):459-77.
Quesiti e raccomandazioni 73
Il trattamento della psoriasi nell’adulto
• Quesito 4 • Nei pazienti con psoriasi esistono evidenze che un trattamento con far-
maci biotecnologici sia migliore rispetto a un altro in termini di efficacia, sicurezza,
accettabilità e compliance del paziente?
La linea guida SIGN 121 ha formulato le raccomandazioni per questo quesito ba-
sandosi sui risultati della linea guida della British Association of Dermatologists (BAD)1.
Pertanto, in questo quesito si farà riferimento a entrambe le linee guida. Gli studi indi-
viduati per questo quesito integrano e approfondiscono in maniera coerente i dati riportati
nella linee guida SIGN 121 e BAD sull’efficacia e la tollerabilità dei farmaci biotecno-
logici impiegati per il trattamento della psoriasi cronica a placche. Attraverso la ricerca
della letteratura, inizialmente sono stati selezionati 22 studi e successivamente, in seguito
all’aggiornamento della ricerca bibliografica deciso dal comitato di coordinamento, sono
stati aggiunti altri 24 studi. Gli studi inclusi comprendono:
• 9 revisioni (di cui 7 sistematiche);
• 12 RCT;
• 5 estensioni in aperto di RCT precedentemente inclusi nella linea guida SIGN;
• 3 pooled analysis di RCT;
• 4 studi clinici non randomizzati;
• 13 studi osservazionali.
Di seguito, per ciascuno dei farmaci biotecnologici disponibili in Italia con indi-
cazione al trattamento della psoriasi cronica a placche, è riportata la sintesi dei risul-
tati degli studi inclusi e nel paragrafo finale sono descritti i risultati degli studi di con-
fronto tra due o più farmaci biotecnologici.
Infliximab
Sono stati inclusi 3 RCT.
74 Quesiti e raccomandazioni
Il trattamento della psoriasi nell’adulto
placche n=37; artrite psoriasica n=17) e 129 pazienti (psoriasi cronica a placche), in
entrambi i casi di etnia asiatica, per valutare l’efficacia e la sicurezza del trattamen-
to con infliximab. Tutti e due gli studi prevedevano 2 fasi consecutive: la prima di in-
duzione con randomizzazione in doppio cieco fino alla settimana 14, e la seconda di
mantenimento in aperto fino alla settimana 78 nel primo studio 2 e fino alla setti-
mana 22 nel secondo studio3. Nella fase di induzione i pazienti arruolati sono stati
randomizzati a ricevere, con un rapporto 2:1, un’infusione endovenosa della durata
di 2 ore di infliximab (5 mg/kg) o placebo alla settimana 0 e alle settimane 2 e 6. Nel-
la fase di mantenimento, il gruppo di trattamento con infliximab ha continuato a ri-
cevere il farmaco ogni 8 settimane a partire dalla settimana 14 rispettivamente fino
alla settimana 62 nello studio di Torii et al2 e fino alla settimana 22 nello studio di
Yang et al3. In questa seconda fase il gruppo placebo in entrambi gli studi ha inizia-
to ad assumere infliximab dalla settimana 16: le prime due infusioni con un intervallo
di 2 settimane e la terza con un intervallo di 4 settimane (fase di induzione) e suc-
cessivamente, solo nello studio di Torii et al2, ogni 8 settimane fino alla settimana 62.
In entrambi gli studi, una proporzione elevata di pazienti trattati con infliximab han-
no raggiunto un miglioramento del 75% del punteggio PASI (PASI 75): alla setti-
mana 10, nel gruppo di trattamento con infliximab, il 68,6% dei pazienti nello stu-
dio di Torii et al2 e l’81,0% dei pazienti nello studio di Yang et al3 hanno raggiunto
la risposta PASI 75, mentre nel gruppo placebo la proporzione di pazienti è stata ri-
spettivamente 0% e 2,2% (p <0,001). Inoltre, è stato osservato un miglioramento si-
gnificativo nel punteggio PGA e DLQI nel gruppo infliximab rispetto al gruppo pla-
cebo (p <0,001). Tali risultati sono stati mantenuti fino a tutto il periodo di osser-
vazione (66 settimane nello studio di Torii et al2 e 26 settimane nello studio di Yang
et al3). A conferma della maggiore efficacia di infliximab, i pazienti del gruppo pla-
cebo dopo terapia con infliximab nella fase in aperto hanno riportato un tasso di ri-
sposta PASI 75 simile a quello osservato nel gruppo infliximab alla settimana 10. An-
che in questo caso, la risposta a infliximab è stata mantenuta fino alla fine del periodo
di osservazione. Per quanto riguarda la sicurezza di impiego di infliximab, riportata
nello studio di Torii et al2, l’incidenza di eventi avversi gravi che hanno causato l’in-
terruzione del trattamento è stata del 2% per le infezioni e del 6% per le reazioni da
infusione. Altri eventi avversi, riportati con maggiore frequenza, comprendono la com-
parsa di anticorpi anti-dsDNA (86%), non seguita tuttavia dall’insorgenza di sinto-
mi lupus-simili, di anticorpi anti-nucleo (ANA) (36%) e di nasofaringiti (50%). Inol-
tre, nel 20% dei pazienti è stata riscontrata la presenza di anticorpi anti-infliximab
che si è associata alla riduzione delle concentrazioni ematiche del farmaco e quindi
dell’efficacia terapeutica. Anche nel secondo studio3 l’incidenza di eventi avversi è sta-
ta maggiore nel gruppo infliximab rispetto al gruppo di controllo. Inoltre, sono sta-
ti osservati tre casi di tubercolosi e un caso di epatite e tumore del pancreas con me-
tastasi epatiche e spleniche che hanno causato il decesso del paziente.
Quesiti e raccomandazioni 75
Il trattamento della psoriasi nell’adulto
Etanercept
Sono stati inclusi 5 RCT, 2 estensioni in aperto di RCT, 1 pooled analysis di RCT,
2 revisioni di RCT e studi osservazionali e 1 studio osservazionale.
76 Quesiti e raccomandazioni
Il trattamento della psoriasi nell’adulto
etanercept per via sottocutanea (50 mg/2 volte la settimana o 50 mg/settimana per
12 settimane);
• la seconda in aperto, durante la quale entrambi i gruppi sono stati trattati con eta-
nercept 50 mg/settimana per altre 12 settimane.
Ai pazienti è stato consentito l’impiego di corticosteroidi topici a potenza medio-bas-
sa sul cuoio capelluto, ascelle e inguine; successivamente, solo nello studio PRISTI-
NE, a partire dalla settimana 12, potevano essere applicati anche trattamenti topici
a base di corticosteroidi di maggiore potenza e in associazione con analoghi della vi-
tamina D. I risultati di entrambi gli studi hanno mostrato una maggiore efficacia di
etanercept alla dose più alta (50 mg/2 volte settimana) sia a 12 sia a 24 settimane.
Nello studio PRESTA alla settimana 12 la risposta PASI 75 è stata ottenuta nel 54,9%
dei pazienti trattati con etanercept 50 mg/2 volte la settimana e nel 36,4% dei pa-
zienti trattati con 50 mg/settimana. Risultati simili sono stati ottenuti nello studio
PRISTINE (raggiungimento della risposta PASI 75 nel 62,4% e 37,2% rispettiva-
mente nei due gruppi di trattamento). La differenza di efficacia è rimasta statistica-
mente significativa anche alla settimana 24, quando entrambi i gruppi erano stati trat-
tati alla dose di 50 mg/settimana. Nello studio PRESTA la risposta PASI 75 è sta-
ta raggiunta, rispettivamente, nel 70,3% e 62,3% dei due gruppi di trattamento, men-
tre nello studio PRISTINE la risposta PASI 75 è stata ottenuta nel 78,9% e 59,9%
dei pazienti. Anche i punteggi delle scale di valutazione PGA e DLQI sono migliorati
e le differenze tra i due gruppi sono risultate significative. Per quanto concerne la si-
curezza di etanercept, i dati riportati dagli studi PRESTA e PRISTINE non hanno
mostrato differenze significative nell’incidenza di eventi avversi tra i due gruppi di
trattamento. Gli eventi più frequenti sono stati infezioni del tratto respiratorio su-
periore, reazioni nel sito di iniezione, cefalea, aumento delle concentrazioni sieriche
di insulina, diarrea, artralgia, astenia. In totale gli eventi avversi gravi osservati nei due
studi comprendevano infezioni gravi (0,7-4%), 1 caso di patologia demielinizzante
(studio PRISTINE), 4 casi di tumori cutanei (3 nello studio PRESTA e 1 nel PRI-
STINE), 1 caso di tumore mammario (studio PRESTA), 1 caso di tumore del cavo
orale (studio PRISTINE).
Lo studio CRYSTEL8 randomizzato in aperto, della durata di 54 settimane, ha
esaminato l’efficacia autovalutata dal paziente (Patient Reported Outcome, PRO) e la
sicurezza di due diversi schemi terapeutici con etanercept: il primo continuativo con
25 mg/2 volte alla settimana, il secondo intermittente con 50 mg/2 volte alla setti-
mana, per un periodo massimo di 12 settimane oppure fino al raggiungimento del
punteggio PGA ≤2. Successivamente, in seguito alla eventuale ricomparsa della ma-
lattia (PGA >2) nel gruppo con terapia intermittente, il trattamento è stato ripristi-
nato alla dose di 25 mg/2 volte alla settimana. Con entrambe le modalità di tratta-
mento è emerso che i pazienti, oltre a una riduzione della gravità delle lesioni, han-
no ottenuto anche un miglioramento significativo della qualità di vita, misurato con
Quesiti e raccomandazioni 77
Il trattamento della psoriasi nell’adulto
le scale DLQI e EuroQol-5D (EQ-5D), della depressione (Hospital Anxiety and De-
pression Scale, HADS) e dei dolori articolari (Short Form-36, SF-36). Le differenze
tra i due gruppi di trattamento sono risultate significative solo per i punteggi delle
scale di valutazione DLQI e EQ-5D, sia EQ-5D utility sia EQ-5D Visual Analogue
Scale (EQ-5D-VAS).
Un altro studio9 randomizzato in aperto (n=421) ha valutato l’accettabilità da par-
te dei pazienti di due diversi dispositivi per la somministrazione di etanercept: sirin-
ga pre-riempita o penna pre-riempita. I risultati hanno mostrato una migliore accet-
tabilità per la penna rispetto alla siringa.
L’ultimo RCT in singolo cieco (n=99)10 ha valutato l’efficacia dell’associazione
della fototerapia con NB-UVB con etanercept 50 mg/settimana in pazienti che non
avevano mostrato un miglioramento del 90% nel punteggio PASI (PASI 90) dopo 12
settimane di trattamento con etanercept (50 mg/2 volte alla settimana). Alla settimana
24 la risposta PASI 90 in entrambi i bracci di trattamento è risultata simile (16,2% nel
gruppo etanercept più NB-UVB rispetto al 15,8% nel gruppo etanercept in monote-
rapia; p=1,0). L’assenza di una differenza significativa potrebbe essere dovuta alla scar-
sa aderenza al trattamento con NB-UVB: solo il 21,6% dei pazienti ha mostrato un’a-
derenza ≥80%. Nei pazienti con alta aderenza al trattamento con NB-UVB, la rispo-
sta PASI-90 alla settimana 16 è stata del 42,9% per etanercept più NB-UVB rispet-
to al 3,4% per il trattamento con etanercept in monoterapia (p=0,018). Entrambi i trat-
tamenti sono stati ben tollerati.
I dati sull’efficacia e la sicurezza di etanercept a lungo termine provengono da 2
estensioni in aperto di RCT11,12. La prima è lo studio 2003011511, che ha arruolato
915 pazienti provenienti dagli studi 2002163913 e 2002164214, e prevedeva la som-
ministrazione di etanercept alla dose di 50 mg/settimana per 12 settimane; successi-
vamente i pazienti che non avevano ottenuto la risposta PASI 75 o che avevano un’at-
tività di malattia residua significativa nelle aree importanti dal punto di vista estetico
o funzionale (viso, superficie palmo-plantare, cuoio capelluto) potevano aumentare la
dose a 50 mg/2 volte alla settimana, mentre gli altri pazienti continuavano ad assu-
mere la stessa dose fino a 48 settimane, pur potendo continuare fino a 72 settimane.
I pazienti che hanno effettuato 48 settimane di trattamento erano 818 (89,7%), men-
tre quelli che hanno completato lo studio erano 485 (53,2%). Questo studio com-
plessivamente fornisce dati sull’impiego di etanercept fino a 2,5 anni. Alla settimana
48 i risultati hanno mostrato che la risposta PASI 75 è stata raggiunta dal 68% dei pa-
zienti che hanno mantenuto la dose a 50 mg/settimana, e dal 44% dei pazienti del grup-
po che ha aumentato la dose a 50 mg/2 volte alla settimana. L’efficacia terapeutica è
stata mantenuta fino alla settimana 72, anche se con una leggera diminuzione del tas-
so di risposta PASI 75 (rispettivamente 60% nel braccio trattato con 50 mg/settima-
na e 43% nel braccio trattato con il dosaggio più alto).
Il secondo studio 2004021612 riporta una valutazione degli effetti a lungo termine
78 Quesiti e raccomandazioni
Il trattamento della psoriasi nell’adulto
di etanercept fino a 4 anni ed è stato condotto su 506 pazienti provenienti in parte (n=180)
dallo studio randomizzato 2002164214 e dalla sua estensione in aperto 2003011511,
e in parte (n=297) dallo studio randomizzato 2003011715. I pazienti arruolati hanno
assunto etanercept alla dose di 50 mg/settimana o 50 mg/2 volte alla settimana, a se-
conda della risposta terapeutica mostrata nelle prime 12 settimane di trattamento, fino
a 48 settimane per i pazienti provenienti dallo studio 2003011511 e fino a 96 settimane
per quelli provenienti dallo studio 2003011715. L’efficacia è stata valutata in base alla
percentuale di pazienti che ottenevano un punteggio di 0 o 1 nella scala PGA. Dopo
3 mesi il 44,3% dei pazienti ha risposto al trattamento (PGA ≤1), ma questo risulta-
to non è stato mantenuto fino alla fine dello studio (a 48 mesi la proporzione di pa-
zienti in remissione era 19,4%). Tuttavia, i risultati di efficacia a 24 mesi (23,3%) sono
stati mantenuti fino a 48 mesi.
I dati riguardanti la sicurezza di impiego di etanercept negli studi di estensio-
ne sopra descritti sono stati analizzati complessivamente insieme ai dati provenienti
dagli RCT compresi nella pooled analysis condotta da Pariser et al16. L’analisi ha in-
cluso 7 studi:
• 1 studio randomizzato di fase II in doppio cieco controllato con placebo non in-
cluso nella linea guida BAD17;
• 3 studi randomizzati di fase III in doppio cieco controllati con placebo13-15, 18;
• 1 estensione in aperto di RCT inclusi nella linea guida BAD11;
• 2 studi di fase III in aperto, di cui solo 1 incluso nella linea guida BAD19,20.
L’obiettivo dell’analisi era quello di determinare se il trattamento a dosi più elevate o
l’esposizione prolungata a etanercept nei pazienti con psoriasi fosse associato a un ri-
schio maggiore di eventi avversi. Nell’analisi a breve termine (n=1.965, dati provenienti
da studi controllati fino a 12 settimane) la frequenza di infezioni e altri eventi avver-
si, sia gravi sia non gravi, era simile tra i gruppi di trattamento con etanercept a di-
versi dosaggi (25 mg/settimana, 25 mg/2 volte alla settimana o 50mg/settimana, 50
mg/2 volte alla settimana) e placebo. Inoltre, i dati dell’analisi a lungo termine (n=4.410,
fino a 144 settimane), nei quali manca il confronto con il placebo in quanto proven-
gono da estensioni in aperto di RCT, mostrano che la frequenza di eventi avversi non
è correlata alla dose e non aumenta con il tempo di esposizione. Il rischio relativo per
i tumori (esclusi NMSC) non è risultato significativo rispetto al placebo. Tuttavia, l’in-
cidenza di NMSC è risultata più alta rispetto al gruppo placebo e non correlata alla
dose, e anche in questo caso il rischio relativo non è risultato significativo. I dati a lun-
go termine hanno evidenziato 30 casi di tumori (esclusi NMSC), 25 casi di SCC in
22 pazienti, 30 casi di BCC in 28 pazienti. Altri eventi avversi gravi comprendevano
2 casi di linfoma, 2 casi di demielinizzazione, 7 casi di insufficienza cardiaca conge-
stizia. I tassi di incidenza standardizzati per NMSC, indipendentemente dalla dose
di etanercept somministrata, sono stati confrontati con quelli provenenti da studi con-
dotti sulle popolazioni del Minnesota e dell’Arizona, perché questi stati rappresenta-
Quesiti e raccomandazioni 79
Il trattamento della psoriasi nell’adulto
no due estremi di esposizione solare (bassa per il Minnesota, alta per l’Arizona). Il rap-
porto di incidenza standardizzato (standardized incidence ratio, SIR) per l’SCC ha mo-
strato un rischio di circa due e quattro volte superiore rispetto a quello stimato ri-
spettivamente nei pazienti del database dell’Arizona e del Minnesota. Queste diffe-
renze tra casi osservati rispetto a quelli previsti sono risultate significative per il con-
fronto con il database del Minnesota, ma non per quello con il database dell’Arizo-
na. Per quanto riguarda i BCC, il SIR è stato calcolato solo per il confronto con il da-
tabase dell’Arizona, e ha mostrato un rischio significativamente inferiore rispetto a quel-
lo previsto per questo stato.
La revisione di Vena et al21 ha valutato l’efficacia e la sicurezza di etanercept in
monoterapia e in associazione con altri trattamenti, includendo i dati di RCT e stu-
di osservazionali condotti in Italia. La revisione ha analizzato in totale 810 pazienti:
l’analisi sull’efficacia di etanercept in monoterapia ha mostrato risultati simili nono-
stante il diverso schema di dosaggio impiegato, con un tasso di raggiungimento del-
la risposta PASI 75 alla settimana 12 del 31,7-54% nei pazienti con 50 mg/2 volte alla
settimana, e del 36-45% nei pazienti trattati con il dosaggio più basso (50 mg/setti-
mana). Alla settimana 24, indipendentemente dal dosaggio utilizzato durante la fase
di induzione, la risposta PASI 75 è stata osservata nel 66-80% dei pazienti. Uno de-
gli studi inclusi ha mostrato che il tasso di risposta PASI 75 è stato mantenuto a lun-
go termine fino alla settimana 96 (77,7% dei pazienti). Inoltre, la risposta all’etaner-
cept non è stata influenzata dal precedente impiego di altri farmaci biotecnologici anti-
TNF22. Negli studi23,24 che hanno valutato l’uso intermittente di etanercept è stato
osservato che la recidiva si manifestava gradualmente, dopo un periodo di latenza me-
dio di 6-16 settimane dalla sospensione del farmaco. Dopo l’interruzione di etaner-
cept, i pazienti trattati in sequenza con altre terapie, per lo più topiche, hanno recidi-
vato più tardi rispetto a quelli che non avevano ricevuto alcun trattamento (tempo me-
dio alla recidiva rispettivamente di 174 e 117 giorni)23. I dati di sicurezza riportati nel-
lo studio di Mazzotta et al22, incluso nella revisione di Vena et al21, indicano che gli
eventi avversi più frequenti in corso di trattamento con etanercept sono stati reazio-
ni nel sito di iniezione, astenia, cistite, cefalea. In 4 pazienti il trattamento è stato so-
speso a causa dell’insorgenza di eventi avversi (trombocitopenia, vasculite degli arti in-
feriori, orticaria e ulcera gastrica). Nello studio di Arcese et al23 è stato riportato un
caso di BCC.
La revisione ha analizzato anche i dati di studi sull’efficacia di etanercept in asso-
ciazione con altri trattamenti. Secondo i dati ottenuti da De Simone et al25 l’aggiunta
della fototerapia con NB-UVB potenzia e accelera l’attività terapeutica di etaner-
cept. Infatti, dopo 12 settimane (n=33) la risposta PASI 75 è stata raggiunta nell’81,8%
dei pazienti. Anche l’associazione con trattamenti topici ha potenziato l’efficacia di
etanercept.
Uno studio in aperto, condotto su un sottogruppo di pazienti che non avevavo rag-
80 Quesiti e raccomandazioni
Il trattamento della psoriasi nell’adulto
Adalimumab
Sono stati inclusi 2 RCT, 2 estensioni in aperto di RCT, 1 pooled analysis di RCT,
4 studi clinici non randomizzati e 3 studi osservazionali.
Quesiti e raccomandazioni 81
Il trattamento della psoriasi nell’adulto
ruolato 169 pazienti con psoriasi di grado moderato-grave (PASI ≥12; BSA ≥10%)
di etnia asiatica e ha valutato l’efficacia e la sicurezza di tre diversi schemi terapeuti-
ci di adalimumab:
• 40 mg a settimane alterne;
• 80 mg come dose iniziale di induzione (settimana 0) e successivamente, dalla set-
timana 2, 40 mg a settimane alterne;
• 80 mg a settimane alterne.
I dati relativi alla proporzione di pazienti che alla settimana 4 hanno raggiunto la
risposta PASI 75 indicano che i gruppi di trattamento con la dose iniziale di indu-
zione o con 80 mg a settimane alterne hanno mostrato risultati simili (rispettiva-
mente 14,0% e 11,9%), e migliori rispetto al gruppo di trattamento con 40 mg a set-
timane alterne (5,3%) e al placebo (0%). Dalla settimana 8, nei gruppi trattati con
adalimumab, una percentuale significativamente superiore di pazienti ha ottenuto
un miglioramento del 75% rispetto al punteggio PASI iniziale. Alle settimane 8, 16
e 24 la proporzione di pazienti che ha raggiunto la risposta PASI 75 con la dose di
induzione di 80 mg (rispettivamente 41,9%, 65,8% e 69,8%) si è mantenuta nel-
l’intervallo compreso tra quella raggiunta dal gruppo trattato con 40 mg a settima-
ne alterne (rispettivamente 26,3%, 57,9% e 65,8%) e quella del gruppo in trattamento
con la dose di 80 mg a settimane alterne (rispettivamente 50,0%, 81,0% e 81,0%).
Secondo questi risultati, i pazienti trattati con una dose iniziale di induzione di 80
mg di adalimumab raggiungono prima la risposta PASI 75. Tuttavia, la differenza
di efficacia rispetto al gruppo trattato con 40 mg a settimane alterne si riduce a par-
tire dalla settimana 12. Per quanto riguarda la sicurezza, una differenza significati-
va è stata osservata solo per la frequenza degli eventi avversi epatici (per esempio l’al-
terazione degli enzimi epatici) nei gruppi trattati con adalimumab rispetto al pla-
cebo. Gli eventi avversi che hanno causato la sospensione del trattamento com-
prendevano anemia, reazioni cutanee, disordini epatici, edema, anoressia, nausea e vo-
mito. Non sono stati riportati casi di infezioni opportunistiche, tumori, malattie de-
mielinizzanti, insufficienza cardiaca e reazioni allergiche.
Lo studio randomizzato controllato in doppio cieco BELIEVE32, della durata
di 16 settimane, ha valutato l’efficacia e la sicurezza di adalimumab (40 mg a setti-
mane alterne con una dose iniziale di 80 mg) in associazione al trattamento topico
con calcipotriolo/betametasone. I pazienti arruolati (n=730) sono stati randomizza-
ti a ricevere adalimumab in associazione al trattamento con la crema a base di calci-
potriolo/betametasone (per le prime 4 settimane di studio applicata 1 volta al gior-
no e successivamente solo al bisogno), oppure adalimumab in associazione a una cre-
ma contenente solo veicolo. Inizialmente la risposta PASI 75 è risultata superiore con
la terapia di associazione (PASI 75 settimana 2: 14,8% vs 5,8%; p <0,001; PASI 75
settimana 4: 40,7% vs 32,4%; p=0,021). Dopo 4 settimane, la risposta al trattamen-
to è stata più alta nel gruppo adalimumab/placebo, senza tuttavia raggiungere la si-
82 Quesiti e raccomandazioni
Il trattamento della psoriasi nell’adulto