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Gli ENTI LOCALI

Diritto, Funzionamento, Organizzazione

1. IL COMUNE
1.2 - Gli organi del comune
2. LA PROVINCIA
2.1 - Gli organi della provincia
3. CITTA METROPOLITANE E ROMA CAPITALE
3.1 - Gli organi della città metropolitana
4. UNIONI DI COMUNI E COMUNITÀ MONTANE
5. Autonomia Statuaria e Regolamentare degli Enti Locali
6. Sistema Elettorale
7. Gli atti di comune e provincia
8. Il sistema di controlli negli Enti Locali e la Gestione dei servizi
pubblici
9. Il lavoro di dipendente dell’ente locale
10. Le entrate degli Enti Locali
11. L’ordinamento contabile

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1. IL COMUNE

Art. 114 Cost. – I comuni sono ENTI AUTONOMI DOTATI DI PROPRI STATUTI, POTERI E FUNZIONI.
Decreto Legislativo 2000, n.267 (T.U. ENTI LOCALI) all’Art. 3 – Il Comune è l’Ente locale che
rappresenta la propria comunità, ne cura gli interessi e ne promuove lo sviluppo.

Il COMUNE è:

 Ente locale: ha ambito territoriale di competenza


 Ente Territoriale: il Territorio ne è elemento costitutivo
 Ente Autarchico: Emana atti amministrativi
 Ente Necessario: art. 114 Cost.
 Ente ad Appartenenza Necessaria: appartenenza automatica ad esso tutti i cittadini
 Ente Esponenziale: rappresenta la propria comunità
 Ente Autonomo: Capacità istituzionale di perseguire fini generali della collettività ed
emanare a tale scopo disposizioni cogenti del suo territorio.

GLI ELEMENTI COSTITUTIVI del COMUNE sono:

 Il Territorio: elemento Materiale


 La Popolazione: elemento Personale (persone fisiche che dimorano con Residenza)
 Il Patrimonio: Beni e Diritti che possiede

Il Comune ha PERSONALITA’ GIURIDICA di Diritto Pubblico; i cui elementi sono: Nome – Stemma –
Gonfaolone. Il Territorio Comunale può avere al suo interno diverse articolazioni: Capoluogo,
Sobborgo, Quartiere, Casale, Borgata e Frazione.

FUNZIONI DEL COMUNE: Il Comune ha Funzioni Fondamentali e Conferite con Delega:

 Funzioni fondamentali – Art. 117 Comma 2, Cost. Sono quelle funzioni essenziali per il
funzionamento dell’Ente e il soddisfacimento dei bisogni primari della Comunità, l’Esercizio
di tali Funzioni è Obbligatorio per l’ente. Sono Funzioni Fondamentali:
o Organizzazione dell’amministrazione, gestione finanziaria e contabile e controllo.
o Organizzazione dei Servizi Pubblici
o Catasto, Pianificazione urbanistica ed Edilizia Comunale e Scolastica
o Protezione Civile e Servizi Sociali
o Raccolta, smaltimento rifiuti e riscossione relativi contributi
o Servizi Scolastici, Anagrafe e Servizi Statistici, Polizia Municipale e Amministrativa
Locale.

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Sono Obbligati a svolgere le Funzioni Fondamentali in forma associata tutti i Comun con
popolazione fino i 5.000 abitanti, fino a 3.000 abitanti se appartengono a Comunità Montane.
Tale Tavolo è da tenersi in Conferenza Stato-Città ed autonomie locali, tale tavolo è chiamato a
definire le linee guida per la revisione delle norme in materia di Province e Città Metropolitane

 Le funzioni Conferite sono servizi correlati agli interessi generali e non ad esigenze locali.
Sono Servizi per Delega e sono: Servizi Elettorali, servizi di Stato Civile, servizi Anagrafici e
Statistici e la Leva Militare. Ai Comuni spettano po le Competenze di: Attività produttive
(Concessioni e Autorizzazioni Edilizie), Fiere Locali, Catasto Edilizio, Opere Pubbliche, Protezione
Civile, Sanità, Servizi Sociali, Istruzione Scolastica, Beni Culturali, Polizia Amministrativa.

NUOVI COMUNI posso nascere attraverso:

 Istituzione: art.133 Comma 2 Cost. L’istituzione di nuovi Comuni e la modificazione delle


loro circoscrizioni e denominazioni sono riservate alla legge regionale, sentite le
popolazioni interessate e nel rispetto dei principi fondamentali dello Stato. Salvo in caso di
Fusione tra più Comuni, NON possono essere istituiti nuovi Comuni con popolazione
INFERIORE a 10.000 abitanti.
 Distacco: in caso di Distacco di un Comune dalla Regione di Appartenenza, c’è l’Art. 132,
Comma 2, Cost. Secondo cui tali Comuni devo ottenere l’approvazione della maggioranza
delle popolazioni interessate, con Referendum e Legge dello Stato, sentiti tutti i Consigli
Regionali.
 Fusione: Di Due o più Comuni Contigui già Esistenti, anche con popolazione Inferiore a
10.000 abitanti. I Comuni coinvolti possono definire lo Statuto del Comune Nascente con
approvazione di un Testo da parte di Tutti i Consiglieri Comunali. Il Nuovo Statuto deve
assicurare alle Comunità Originarie adeguate forme di partecipazione e di
decentramento dei servizi. Possono istituire Municipi all’interno dei Comuni sorti dalla
Fusione: il Municipio è una figura di Decentramento Comunale NON costituente un nuovo
Ente Locale e sprovvisto di Personalità Giuridica.
 Incorporazione: L.56/2014 prevede l’Incorporazione di Uno o Più Comuni con uno
Contiguo. Lo Statuto del Comune Incorporante, assicura alle Comunità del Comune
cessato adeguate forme di partecipazione e decentramento dei servizi. Lo Statuto deve
entrare in vigore entro 3 Mesi dall’Incorporazione. E’ prevista la possibilità di modificare la
denominazione del Comune.

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FORME DI DECENTRAMENTO

 Le Circoscrizioni Comunali: Sono ripartizioni del territorio Comunale aventi una propria
individualità, NON sono dotate di Personalità Giuridica, NON sono Enti Territoriali ne
Organi del Comune. Sono Organizzazioni Comunali Sui Generis. Possono essere soppresse
per contenimento della Spesa Pubblica, art. 17 T.U. Enti Locali.
 Altre Forme: Comuni con Popolazioni superiori i 300.000 abitanti possono prevedere
particolari e più accentuate forme di decentramento di funzioni e autonomia
organizzativa.

PRINCIPI DEL COMUNE - I Principi del Comune sono:

 Sussidiarietà, Adeguatezza e differenziazione : art. 118 cost. attribuisce la titolarità


Generale delle Funzioni Amministrative ai Comuni, e in via subordinata a Provincie, Città
Metropolitane, Regioni e Stato, in base al Principio di Sussidiarietà, per il quale le Funzioni
Amministrative devo essere svolte dall’Ente più vicino al Cittadino. Il Principio di
Adeguatezza, le Funzione vanno date ad Amministrazione idonee a garantirne l’esercizio. Il
Principio di Differenziazione, nell’allocazione delle funzione vanno considerate le
caratteristiche Associative, Demografiche, Territoriali e Strutturali dell’Ente. Devono essere
esercitate da Provincie, Città Metropolitane, Regioni e Stato soltanto le Funzioni per le
quali va assicurata l’Unitarietà di esercizio: buon andamento, efficienza o efficacia
dell’azione amministrativa; motivi funzionali o economici; esigenze di programmazione o di
omogeneità territoriale. Tutte le altre Funzioni Amministrative spettano ai Comuni in forma
singola o associata.

 La Sussidiarietà Orizzontale: art.118 Comma 4 Cost. Consente a tutti gli Enti Territoriali di
avvalersi della collaborazione di soggetti privati (singoli o associati). Enti Locali, Regioni e
Stato, devono usufruire dell’autonoma iniziativa dei cittadini.

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1.2 GLI ORGANI DEL COMUNE

Gli Organi del Comune sono:

 Il Consiglio; Organo di Indirizzo e controllo Politico-Amministrativo


 La Giunta; Organo Esecutivo dell’Ente
 Il Sindaco; Organo Monocratico; Capo dell’Amministrazione Comunale e Ufficiale di
Governo.

IL CONSIGLIO COMUNALE – Organo indirizzo e controllo Politico-Amministrativo

E’ un Organo Collegiale composto da membri scelti dal corpo elettorale ed ha autonomia


Funzionale ed Organizzativa (art.38 del T.U.). Dura in carica 5 anni. Le sue Competenze sono:

 Statuti e regolamenti dell’Ente e delle aziende speciali;


 Piani finanziari, relazioni previsionali e programmatiche:
 Convenzioni tra Comuni e tra Comuni e Province;
 Stabilire compiti e norme degli organismi di decentramento;
 Organizzazione pubblici servizi e istituzione dei tributi;
 Contrazioni mutui e aperture al credito;
 Spese che impegnino i bilanci degli esercizi successivi;
 Acquisti e alienazioni immobiliari;
 Nomina dei rappresentanti del Comune presso altri Enti.

Il numero dei componenti del Consiglio Comunale è rapportato alla popolazione residente:

 Popolazione fino a 3.000 abitanti -> Sindaco + 10 Consiglieri


 Popolazione fino a 10.000 abitanti -> Sindaco + 12 Consiglieri
 Popolazione Superiore a 10.000 abitanti -> 16 - 20 Consiglieri
 Popolazione Superiore a 30.000 abitanti -> 24 - 30 Consiglieri
 Popolazione Superiore a 100.000 abitanti -> 32 - 40 Consiglieri
 Popolazione Superiore a 250.000 abitanti -> 36 - 46 Consiglieri
 Popolazione Superiore a 500.000 abitanti -> 40 - 50 Consiglieri
 Popolazione Superiore a 1.000.000 abitanti -> 48 – 60 Consiglieri

I Consiglieri Comunali hanno diritto a:

 Prendere iniziativa su ogni questione sottoposta alla deliberazione del Consiglio;


 Presentate interrogazioni e mozioni (Sindaco o Assessori devono rispondere entro 30
giorni);
 Chiedere la convocazione del Consiglio;
 Ottenere dagli uffici comunali le notizie e informazioni utili per l’espletamento del mandato

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I Consiglieri Comunali Cessano dalla carica in casi di:

 Decesso;
 Decadenza; Cause di Ineleggibilità, incompatibilità o mancato intervento ai lavori del
Consiglio;
 Rimozione; con Decreto del Ministro dell’Interno;
 Dimissioni; presentate personalmente che vengono assunte immediatamente o
autenticate e da persona delegata con Atto Autentico;

I Consigli sono dotati di un Regolamento Consiliare, approvato a maggioranza assoluta, con cui si
individuano: le modalità per la presentazione delle proposte e il numero di Consiglieri necessario
per la validità della seduta. Le sedute del Consiglio sono PUBBLICHE.

Art. 40 T.U. – la Prima Seduta del Consiglio Comunale e Provinciale deve essere convocata entro
10 giorni dalla proclamazione e deve tenersi entro 10 giorni dalla convocazione.
Nei Comuni con più di 15.000 la Prima Seduta del Consiglio Comunale è convocata dal Sindaco.
La Prima Seduta del Consiglio Provinciale è convocata dal Presidente della Provincia.
Art. 41 T.U – Durante la Prima Seduta si deve esaminare la condizione degli Eletti e dichiararne
l’ineleggibilità qualora sussista.

Il Presidente del Consiglio Comunale è eletto dai Consiglieri nella Prima Seduta del Consiglio nei
Comuni con popolazione superiore a 15.000, in cui presiede il Consiglio.
Fino a 15.000 abitanti invece il Consiglio è presieduto dal Sindaco.

Il Presidente:
 Convoca e dirige i lavori e attività dell’Organo consiliare;
 È tenuto a riunire il Consiglio entro 20 giorni quando lo richiedano un quinto dei
consiglieri, il Sindaco o il Presidente della Provincia;
 Rappresenta il Consiglio all’esterno;
 Assicura adeguata e preventiva informazione ai consiglieri sulle questioni d’assemblea;
 Ha poteri disciplinari e di Polizia interna.

LA GIUNTA – Organo Esecutivo dell’Ente

Adotta tutti gli Atti di Indirizzo, Programmazione e Controllo Politico-Amministrativo non riservati
al Consiglio. Ha carattere di Organo Fiduciario del Sindaco con cui ha un’intensa collaborazione
(art. 48 T.U.).
La Giunta opera attraverso Deliberazioni Collegiali e in Gestione Finanziaria:

 Predispone il Bilancio annuale e autorizza anticipazione di Tesoreria in caso di richiesta


enti;
 Presenta, allegata al rendiconto, una relazione con la Valutazione di Efficacia dell’azione
condotta;
 Determina le Aliquote dei tributi, stipula mutui e autorizza prelievi dal Fondi di Riserva;
 Gestisce il Bilancio durante la procedura di risanamento dei Enti dissestati;
 Approva il Progetto definitivo dei Lavori Pubblici e ha la gestione del Personale
(Regolamenti uffici, approvazione procedimento dei concorsi e atti di assunzione).

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Art. 47 del T.U – La Giunta comunale è composta dal Sindaco, che la presiede, e da un Numero di
Assessori stabilito dallo Statuto:

 Comuni fino a 3.000 Abitanti -> 2 Assessori


 Comuni da 3.000 a 10.000 Abitanti -> 4 Assessori
 Comuni da 10.001 a 100.000 Abitanti -> 6 Assessori
 Comuni da 100.001 a 250.000 Abitanti -> 10 Assessori
 Comuni da 250.001 a 500.000 Abitanti -> 12 Assessori
 Comuni da 500.001 a 1.000.000 Abitanti -> 14 Assessori
 Comuni con oltre 1.000.000 di Abitanti -> 16 Assessori
Art. 51 del T.U – La Giunta comunale dura in carica 5 anni. Allo scadere del mandato il Sindaco e la
Giunta resta in carica fino alla nomina del nuovo. La Giunta può Cessare per:

 Scadenza del Termine;


 Decadenza;
o Impedimento permanente, rimozione, decesso del sindaco;
o Scioglimento del Consiglio Comunale;
o Dimissioni di tutti gli assessori
o Approvazione della mozione di sfiducia nei confronti del Sindaco;

I componenti della Giunta Comunale vengono nominati dal Sindaco, nel rispetto del principio delle
pari opportunità tra donne e uomini, garantendo la presenza di entrambi i sessi. Il Sindaco
nomina un Vicesindaco. (Art. 46 comma 2 del T.U). Nei comuni con popolazione superiore a 15.000
gli assessori possono essere scelti dal Sindaco anche al di fuori dei componenti del Consiglio, fra i
cittadini.
I componenti della Giunta Comunale restano in carica 5 anni, e causa della cessazione della Carica
sono:

 Scadenza del Mandato;


 Morte;
 Dimissioni; il Sindaco provvede alla sostituzione previa comunicazione del Consiglio;
 Rimozione; disposta con Decreto del Ministro dell’Interno, per atti contrari alla
Costituzione, gravi e reiterati violazioni di legge;
 Revoca; disposta dal Sindaco previa comunicazione al Consiglio;
 Decadenza; perdita della qualità di consigliere, assenza ingiustificata da tre sedute,
verificarsi di una delle cause di inadempimento, incompatibilità o incapacità.

IL SINDACO - ricopre il ruolo di Capo dell’Amministrazione Comunale e Ufficiale di Governo.


Art. 51 comma 1 del T.U. – il suo mandato dura in carica 5 anni, non può essere immediatamente
rieletto se ha già ricoperto due mandati interi di 5 anni. In caso di un secondo mandato inferiore a
5 anni, può essere rieletto. Ma mai più di 3 elezioni consecutive.
Sindaco e Giunta possono Cessare la carica per:

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 Impedimento permanente;
 Rimozione;
 Decadenza;
 Dimissioni; divengono Efficaci ed Irrevocabili trascorsi 20 giorni dalla loro presentazione
 Decesso;
 Mozione di Sfiducia; che deve essere votata per appello nominale dalla maggioranza
assoluta dei componenti; deve essere motivata e scritta da almeno due quinti dei
Consiglieri; messa in discussione non prima di 10 giorni e non dopo 30 giorni dalla
presentazione.
Approvata la Mozione di Sfiducia di procede allo scioglimento del Consiglio e la nomina di un
Commissario. Un volta che il Sindaco decade, decade anche la Giunta e si scioglie il Consiglio
Comunale.

LE FUNZIONI DEL SINDACO COME CAPO DELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE

 Rappresenta l’Ente;
 Convoca e presiede la Giunta e il Consiglio;
 Da esecuzione agli Atti;
 Espleta funzioni statali e regionali delegate o attribuite al Comune;
 Nomina, designa e revoca i rappresentanti del Comune;
 Nomina responsabili di servizi e uffici, da incarichi dirigenziali e di collaborazione esterna;
 Dirige e Coordina la Protezione Civile;
 Adotta ordinanze sia in via ordinaria e sia in via urgente;
 Coordina e Riorganizza, seguendo gli indirizzi del Consiglio, orari di esercizi commerciali,
servizi pubblici, e gli orari di apertura al pubblico degli uffici pubblici.

LE FUNZIONI DEL SINDACO QUALE UFFICIALE DI GOVERNO

 Emanazione di Atti di Ordine e Sicurezza Pubblica;


 Svolgimento delle funzioni di Pubblica Sicurezza e di polizia giudiziaria;
 Vigilanza sulla Sicurezza e l’Ordine Pubblico;
 Adottare, con atto motivato, provvedimenti contingibili e urgenti; comunicati
preventivamente al Prefetto.
 Prevenire e contrastare il sorgere di fenomeni criminosi e di illegalità, abusivismo e
violenza;
 Segnalare alle Autorità la condizione irregolare di uno straniero o cittadino dell’U.E.;
 Tenuta dei Registri di stato civile e di popolazione;
 Adempimenti in materia elettorale, di leva militare e di statistica.
 Può avvalersi, previa comunicazione al Prefetto, di Collaborazioni di associazioni di
cittadini non armati (cd. Ronde).

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 Per contrastare l’Abusivismo edilizio, può, per le strade urbane, ordinare l’immediato
ripristino dello stato e dei luoghi a spese degli occupanti.

IL VICESINDACO – Art. 46 del TU


Si sostituisce al Sindaco, per entrambi i ruoli istituzionali, nei seguenti casi:

 Impedimento permanente, rimozione, decadenza, decesso del Sindaco;


 Assenza o inadempimento temporaneo;
 Sospensione sull’incandidabilità;

2. LA PROVINCIA

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Art. 114 Cost. – le Province sono Enti autonomi dotati di propri Statuti, Poteri e Funzioni. La
Provincia è L’Ente Locale intermedio tra il Comune e la Regione e ha il compito di rappresentare
la propria comunità , di curarne gli interessi e coordinarne lo sviluppo.
La Provincia ha personalità giuridica pubblica, in quanto titolare di diritti e doveri.
Gli elementi costitutivi sono:

 Territorio: territori di comuni appartenenti alla Provincia.


 Popolazione: non inferiore a 200.000 abitanti
 Patrimonio: beni e diritti posseduti dalla Provincia.
Art. 133 Cost - La Provincia può scegliere di articolare il proprio territorio in circoscrizioni
provinciali. La modifica di queste o l’istituzione di nuove Provincie si realizza tramite Legge della
Repubblica, su iniziativa dei Comuni o sentita la Regione interessata. L’iniziativa dei Comuni deve
conseguire l’adesione della maggioranza dei Comuni dell’area interessata, con delibera a
maggioranza assoluta dei consiglieri assegnati.

FUNZIONI DELLA PROVINCIA

Art.118 Cost. – La Provincia è tenuta a svolgere tutte le Attività Amministrative che non possono
essere svolte dal Comune, nel rispetto dei principi di Sussidiarietà, Adeguatezza e Differenziazione.
Le Funzioni Proprie della Provincia sono quelle che interessano ampie aree intercomunali o intera
provincia in materie di:

 Pianificazione territoriale provinciale: difesa del suolo, tutela e valorizzazione


dell’ambiente e prevenzione delle calamità;
 Tutela e valorizzazione delle risorse idriche ed energetiche;
 Beni Culturali;
 Viabilità e Trasporto;
 Protezione Parchi e Riserve Naturali;
 Caccia e Pesca;
 Smaltimento rifiuti a livello provinciale;
 Servizi Sanitari;
 Istruzione Secondaria di II° Grado ed Edilizia Scolastica;
 Assistenza Tecnico-Amministrativa agli Enti;
 Controllo fenomeni discriminatori;

Sono altresì conferite alla Regione i seguenti Compiti di Programmazione:

 Raccogliere e coordinare le proposte avanzate dai Comuni;

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 Concorrere a determinare il Programma Regionale di Sviluppo e in base a questo adottare
programmi pluriennali generali e settoriali;
 Predispone e adotta il Piano Territoriale di Coordinamento (PTC) che determina gli indirizzi
generali di assetto del territorio.

Sono invece Funzioni Conferite alla Provincia:

 Industria: produzione mangimi e composti;


 Autoscuole e revisione di automezzi;
 Autotrasporto: autorizzazioni, controllo e tenuta degli albi provinciali;
 Viabilità e strade;
 Protezione Civile;
 Catasto edilizio urbano e Catasto Terreni;
 Formazione professionale;
 Polizia Amministrativa;

Le Provincie il cui territorio sia completamente montano oppure siano confinanti con paesi
stranieri hanno in aggiunta altre funzione fondamentali inerenti alla loro natura:

 Sviluppo strategico del territorio


 Cura delle relazioni istituzionali delle Provincie, Provincie Autonome, Regioni, Regioni a
Statuto Speciale, ed Enti territoriali di altri stati confinanti con essi.
Provincie e Città metropolitane hanno anche funzioni in materia specifica di minoranze
linguistiche.

2.1 GLI ORGANI DELLA PROVINCIA

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Art 36 comma 2 TU Enti Locali – prevede quali organi della provincia (tutti a titolo Gratuito):

 Il Consiglio; Organo di Indirizzo e controllo Politico-Amministrativo


 L’ Assemblea dei Sindaci (Ex Giunta); Organo Esecutivo dell’Ente
 Il Presidente; quale Responsabile dell’Amministrazione dell’Ente.

Riforma Delrio - Con la legge 7 aprile 2014 le province delle regioni ordinarie sono state
trasformate in enti amministrativi di secondo livello con elezione dei propri organi a suffragio
ristretto, ed è stata prevista la trasformazione di dieci province in città metropolitane. La legge in
oggetto ha abolito la Giunta provinciale e introducendo così un nuovo organo, l'Assemblea dei
sindaci, assume il compito di deliberare il bilancio ed eventuali modifiche statutarie.

IL CONSIGLIO PROVINCIALE – Organo di Indirizzo e controllo Politico-Amministrativo della


Provincia.
Dura in carica 2 anni, è eletto dai Sindaci e dai Consiglieri Comunali dei Comuni della Provincia.
Ha le stesse competenze del Consiglio Comunale ma in abito territoriale provinciale:

• Approva Statuti, regolamenti, piani e programmi;


• Approva in via definitiva i Bilanci dell’Ente;
• Adotta schemi di Bilancio da sottoporre all’Assemblea dei Sindaci;
• Propone all’Assemblea dei Sindaci lo Statuto;

E’ composto dal Presidente della Provincia e:

• Provincie fino a 300.000 Abitanti -> 10 Componenti


• Province fino da 300.000 a 700.000 Abitanti -> 12 Componenti
• Provincie oltre i 700.000 Abitanti -> 16 Componenti

L’ASSEMBLEA DEI SINDACI – Ha poteri propositivi, consultivi e di Controllo.

Essa adotta o respinge lo Statuto Provinciale, proposto dal Consiglio e le sue successive
modifiche con i voti di almeno 1/3 dei Comuni compresi nella Provincia e a maggioranza della
popolazione complessiva. L’Assemblea è costituita dai Sindaci dei Comuni appartenenti alla
Provincia.

IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA – Organo responsabile dell’Amministrazione dell’Ente.

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E’ eletto dai Sindaci e dai Consiglieri Comunali della Provincia, resta in carica per 4 anni. Sono
eleggibili a Presidente della Provincia i Sindaci dei comuni rientrati nella Provincia il cui mandato
non scada prima dei 18 mesi.

I suoi poteri e competenze sono nei seguenti ambiti:

• Rappresenta l’Ente;
• Convoca e presiede il Consiglio e l’Assemblea dei Sindaci;
• Sovrintende al funzionamento dei servizi e degli uffici;
• Sovrintende l’esecuzione degli Atti;
• Può nominare un Vicepresidente, scelto tra i Consiglieri Provinciali;
• Può assegnare deleghe ai Consiglieri Provinciali;

3. CITTA METROPOLITANE E ROMA CAPITALE


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Dall’Art. 23 del D.Lgs. 267/2000 si annuncia che all’interno delle Aree metropolitane possono
essere costituite le Città Metropolitane dal Comune Capoluogo e altri Comuni ad esso uniti in un
rapporto di contiguità territoriale.
Una volta istituita, la Città Metropolitana acquisisce le funzioni (e sostituisce) la Provincia e altre
funzioni conferite con legge dello Stato o altre Regioni.

Con l’ Art. 114 della Costituzione , si è costituzionalizzato lo status delle Città Metropolitane,
accanto a Comuni, Provincie e Regioni, quali enti autonomi. E rinvengono quindi nella Costituzione
il fondamento della loro potestà statuaria e regolamentare, e della loro autonomia finanziaria e
impositiva.

Legge 56/2014 – vengono concretamente istituite le Città Metropolitane, le cui finalità


Istituzionali sono:

 Sviluppo strategico del territorio metropolitano;


 Promozione e gestione dei servizi, infrastrutture e reti di comunicazione;
 Cura delle relazioni istituzionali;

Le Funzioni Fondamentali invece sono:

 Adozione e aggiornamento di un Piano Strategico triennale del territorio metropolitano;


 Pianificazione territoriale generale, con vincoli e obiettivi;
 Strutturazione di sistemi coordinati di gestione dei servizi pubblici;
 Mobilità e viabilità;
 Promozione e coordinamento dello sviluppo economico e sociale;
 Promozione e coordinamento dei sistemi di informazione e digitalizzazione;

Secondo la Legge Dlerio dal 1° gennaio del 2005 le città metropolitane sono subentrate alle
province e sono succedute ad esse in tutti i rapporti attivi e passivi e ne hanno assunto le funzioni.
Così come il Sindaco del Comune capoluogo ha assunto le funzioni di Sindaco metropolitano e la
città metropolitana ha iniziato ad operare con il proprio Statuto e i suoi Organi assumendo anche
funzioni che le sono proprie.

3.1 GLI ORGANI DELLA CITTA’ METROPOLITANA E ROMA CAPITALE

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Gli Organi della Città Metropolitana sono:

 Il Sindaco Metropolitano; responsabile dell’Amministrazione dell’Ente


 Il Consiglio Metropolitano; organo di Indirizzo e controllo
 La Conferenza Metropolitana; ha poteri propositivo e consultivi

Tutti gli incarichi svolti presso la Città metropolitana sono a titolo gratuito.

Il Sindaco ha le seguenti Funzioni:

 Rappresenta l’Ente;
 Convoca e presiede il Consiglio e la Conferenza;
 Sovrintende al funzionamento di servizi ed uffici;
 Sovrintende all’esecuzione degli Atti;
 Esercita tutte le funzioni attribuitegli dallo Statuto;
 Assegnare Deleghe a Consiglieri Metropolitani;

Il Sindaco Metropolitano è di diritto anche il Sindaco del Comune capoluogo.


Può nominare un Vicesindaco, scelto tra i Consiglieri metropolitani, che in caso di cessazione della
carica di sindaco, resta in carica fino all’inserimento del nuovo Sindaco metropolitano.

Il Consiglio Metropolitano ha le seguenti Funzioni di controllo e indirizzo:

 Propone alla Conferenza lo Statuto e le sue modifiche;


 Approva regolamenti, piani e programmi;
 Approva e adotta ogni altro atto ad esso sottoposto dal Sindaco metropolitano;
 Adozione di schemi di bilancio da sottoporre alla Conferenza metropolitana;
 Approvazione dei Bilanci dell’Ente;

Il Consiglio metropolitano, che dura in carica 5 anni, è composto dal Sindaco metropolitano e da
un numero di Consiglieri che varia in base alla popolazione, questi sono:

 In città metropolitane fino a 800.000 abitanti -> 14 Consiglieri;


 In città metropolitane fino a 3.000.000 abitanti -> 18 Consiglieri;
 In città metropolitane oltre i 3.000.000 abitanti -> 24 Consiglieri;

Il Consiglio metropolitano è eletto dai Sindaci e dai Consiglieri comunali dei Comuni della Città
metropolitana. Sono eleggibili a Consiglieri metropolitani i Sindaci e i Consiglieri comunali in
carica.
Lo Statuto può prevedere l’elezione diretta del Sindaco e del Consiglio metropolitano.

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La Conferenza Metropolitana adotta o respinge lo Statuto e le sue modifiche con i voti di almeno
1/3 dei Comuni compresi nella Città metropolitana e la maggioranza della popolazione residente.
E’ composta dal Sindaco metropolitano – che la presiede – e dai Sindaci dei comuni appartenenti
alla Città metropolitana.

LO STATUS DI ROMA CAPITALE

Art. 114 della Cost – Sancisce lo Status di Roma Capitale, e che la legge dello Stato disciplina il suo
ordinamento.
L. 42/2009 sul Federalismo Fiscale – il Comune di Roma ha una speciale autonomia statuaria,
amministrativa e finanziaria.

Art. 24 (L.42/2009) – Da al Comune di Roma delle funzioni Amministrative:

 Valorizzazione dei beni storici, artistici, ambientali e fluviali;


 Sviluppo economico e sociale del settore produttivo e turistico;
 Sviluppo urbano e pianificazione territoriale;
 Edilizia pubblica e privata;
 Servizi urbani, trasporto pubblico e mobilità;
 Protezione Civile;
 Altre Funzioni conferite dallo Stato e dalla Regione Lazio;

Inoltre lo Statuto della Città metropolitana di Roma Capitale, disciplina i rapporti tra la Città
metropolitana, il Comune di Roma e altri Comuni.

ORGANI DI ROMA CAPITALE

Gli organi sono:

 L’Assemblea Capitolina; che è l’organo di indirizzo e controllo politico-amministrativo ed


è composta dal Sindaco e 48 Consiglieri e presieduta da un Presidente eletto tra i
Consiglieri, nella Prima Seduta. Il 7 marzo 2013 ha approvato lo Statuto di Roma Capitale.
 Il Sindaco; è il responsabile dell’Amministrazione di Roma Capitale.
 La Giunta Capitolina; che collabora con il Sindaco nel governare Roma Capitale e compie
tutti gli atti rientranti le funzioni degli organi di governo dell’Assemblea o del Sindaco. E’
formata dal Sindaco e da 12 assessori, tra cui viene nominato il vicesindaco.

4. UNIONI DI COMUNI E COMUNITA’ MONTANE

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Gli Enti Locali possono ricorre a delle Forme Associative, grazie alle quali potenziano capacità
strutturali ed economiche. La principale forma associativa è l’Unione dei Comuni: cioè un Ente
Locale costituito da più comuni (con limite demografico di 10.000 abitanti, 3.000 per le Comunità
Montane. In tal caso le Unioni devono essere formate almeno da 3 Comuni).

D.L. 95/2012 -> Definisce l’Unione di Comuni come Ente costituito da più comuni, finalizzato
all’esercizio associato delle funzioni. Ove costituita da Comuni a prevalenza montana, l’Unione si
chiama Unione di Comuni Montani e può esercitare specifiche funzione di tutela e promozione
della montagna. Ogni Comune può far parte di una sola Unione. Le Unioni posso stipulare
convenzioni tra loro o con i singoli Comuni. Si estende alle Unioni l’applicazione dei Principi
previsti per l’ordinamento dei Comuni, Legge Delrio, con particolare riguardo allo status degli
amministratori, all’ordinamento finanziario e contabile, al personale e all’organizzazione.

Le Unioni di Comuni hanno potestà Statuaria e regolamentare. Lo Statuto è approvato dai


Consigli dei Comuni partecipanti e le successive modifiche approvate dal Consiglio dell’Unione.
Tutte le cariche esercitate presso l’Unione sono a Titolo Gratuito.

Gli ORGANI Delle UNIONI DI COMUNI sono:

 Il Presidente; scelto tra i Sindaci dei Comuni associati;


 La Giunta; con membri scelti tra Assessori dei Comuni associati;
 Il Consiglio; con numero di Consiglieri stabilito dallo Statuto;

LE COMUNITA’ MONTANE

Sono Unioni di Comuni, costituite fra Comuni montani e parzialmente montani, anche
appartenenti a Province diverse con la finalità di Valorizzare le zone montane. L’istituzione della
Comunità montana è decretata con atto amministrativo del Presidente della Giunta regionale. La
Regione è competente anche allo Scioglimento della Comunità montana.
Le Comunità montane devono essere composte da: un organo rappresentativo, un organo
esecutivo, il presidente e i rappresentanti. E’ competente per tutte le funzioni attribuite dalla
Legge, dalle Regioni, dai Comuni. Adottano Piani Pluriennali di opere ed interventi e ne
individuano gli strumenti idonei.

LE COMUNITA’ ISOLANE O DI ARCIPELAGO

Ogni isola o arcipelago di isole ove esistano più Comuni, ad eccezione di Sicilia e Sardegna, può
essere istituita a Comunità Isolana o dell’Arcipelago, cui si estendono le norme sulle Comunità
montane, è finalizzata a valorizzare e tutelare i territori marini.
5. AUTONOMIA STATUARIA E REGOLAMENTARE DEGLI ENTI LOCALI

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Art. 114 Cost - > riconosce i Comuni, le Provincie e le Città metropolitane enti autonomi con propri
Statuti, poteri e funzioni. La Prima forma di Autonomia è quella Statuaria, cioè il potere dell’Ente
di dotatasi di un proprio Statuto, come strumento giuridico. Tale articolo ribadisce anche il
concetto di potestà normativa, quale capacità dell’Ente di attivare norme che innovino
l’Ordinamento Giuridico e capacità di imporsi ai cittadini.

Lo statuto

Gli Statuti degli Enti Locali stabiliscono i Principi di organizzazione e funzionamento, le forme di
controllo, le garanzie delle minoranze e le forme di partecipazione popolare.

Nel Contenuto Obbligatorio rientrano:

 Le attribuzioni degli organi e articolazioni delle competenze


 Le forme di garanzia e di partecipazione delle minoranze
 L’Organizzazione stessa dell’Ente
 I modi di esercizio della rappresentanza legale dell’Ente
 Le forme di collaborazione tra comuni e province
 Gli istituti di partecipazione popolare
 Le forme di decentramento
 Le modalità di accesso cittadino alle informazioni e procedimenti amministrativi
 I segni distintivi: lo stemma e il gonfalone
 Norme per le condizioni di pari opportunità

Nel Contenuto Facoltativo troviamo:

 Eventuale applicabilità delle norme a Consorzi per la gestione di servizi sociali


 Previsione di Consultazioni referendarie
 Previsione della figura del Presidente del Consiglio comunale, SOLO nei comuni fino a
15.000 abitanti
 Istituzione del Difensore Civico
 La costituzione di commissioni Consiliari

Procedimento di Formazione degli Statuti

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Il TUEL (Testo Unico degli Enti Locali) prevede la disciplina per l’approvazione degli statui
comunali e provinciali.

L’Art.6, comma 4 -> richiede che la delibera dello Statuto ottenga il voto favorevole dei 2/3 dei
consiglieri assegnati all’Organo Consiliare comunale o provinciale, altrimenti si proceda con
seconda votazione entro 30 giorni dalla prima votazione: in cui lo Statuto viene approvato se per
due volte ottiene il voto di maggioranza assoluta (50%+1). Stesso identico procedimento si
esegue per le modifiche statuarie.

Lo Statuto Provinciale ed eventuali modifiche vanno poi presentate all’Assemblea dei Sindaci che
vota rappresentando almeno 1/3 dei Comuni della provincia e la metà dei cittadini residenti.

Lo Statuto delle Città Metropolitane viene formulato e modificato dal Consiglio Metropolitano, che
una volta accettato lo Statuto lo deve presentare alla Conferenza Metropolitana, che lo adotta o
respinge con voti che rappresentano almeno 1/3 dei Comuni compresi nella Città metropolitana e
la maggioranza dei residenti.

Dopo questo passaggio lo Statuto deve essere: pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione,
affisso all’Albo Pretorio per 30 giorni consecutivi, è inviato al Ministero dell’Interno che lo inserisce
nella Raccolta Ufficiale degli Statuti ed entra in vigore trascorsi i 30 giorni dell’affissione all’Albo
Pretorio.

Lo Statuto essendo un atto generale e astratto non incide direttamente sui destinatari in
situazioni soggettive quindi di difficile Impugnazione.

6. IL SISTEMA ELETTORALE
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ELEZIONE ORGANI COMUNALI, SINDACO E CONSIGLIO FINO A 15.000 ABITANTI

Il Sistema elettorale per Comuni con popolazione fino a 15.000 abitanti è Maggioritario.
Consiglieri e Sindaco vengono eletti contestualmente insieme: candidati al Consiglio e nome e
cognome del candidato Sindaco vanno esposti all’Albo Pretorio. Il sistema maggioritario puro
implica che non si possa votare con Voto Disgiunto il candidato dalla sua lista d’appartenenza.
Vince il candidato con la maggioranza relativa dei voti, cioè il maggior numero di voti. La lista che
vince guadagna 2/3 dei seggi del Consiglio.

ELEZIONE DEL SINDACO E DEL CONSIGLIO OLTRE I 15.000 ABITANTI

Il Sistema elettorale per Comuni con popolazione oltre i 15.000 abitanti è Maggioritario a
Doppio Turno.
Consiglieri e Sindaco vengono eletti contestualmente insieme. Cioè implica anche la possibilità di
Voto Disgiunto: si può votare una lista e un candidato Sindaco. Vince il candidato con la
maggioranza assoluta dei voti, se nessuno l’ottiene al Primo Turno, si procede ad un Secondo
Turno (seconda domenica successiva al 1°Turno), a questo turno vengono ammessi i due candidati
con maggiori consensi. Vince chi ottiene la maggioranza dei voti validi

Il Sistema elettorale per il Consiglio Comunale nei Comuni con popolazione oltre i 15.000 abitati
è Proporzionale con Correzione a Due Turni.
Nelle liste dei candidati nessuno dei due sessi può essere rappresentato in forma maggiore
rispetto all’altro. Ogni elettore può esprimere uno o due voti di preferenza, ma devono essere di
sesso diverso. L’attribuzione dei Seggi del Consiglio avviene in base a due parametri: Elezione del
Sindaco al Primo Turno (alla lista congiunta viene dato il 60% dei Seggi) o Elezione del Sindaco al
Secondo Turno (viene comunque riconosciuto il 60% dei Seggi). La chiave di volta è il Premio di
Maggioranza, collegato all’elezione del Sindaco: i restanti seggi vengono attribuiti alle liste o
coalizioni di liste collegate al candidato sindaco.

L’elezione degli Organi provinciali è Indiretta, con sistema elettorale proporzionale con Premio
di Maggioranza. L’elezione degli Organi della Città Metropolitana è Indiretta (Legge Delrio).

LEGGE DELRIO

La legge 7 aprile 2014, n. 56 -> Le città metropolitane sostituiscono le province in dieci aree
urbane, i cui territori coincidono con quelli delle preesistenti province, nelle regioni a statuto
ordinario: Roma Capitale, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio
Calabria. Sono organi della città metropolitana: il sindaco metropolitano, il consiglio
metropolitano e la conferenza metropolitana (composta da tutti i sindaci dei comuni della città
metropolitana).

7. GLI ATTI DI COMUNE E PROVINCIA

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L’attività dell’Ente riguarda principalmente gli Atti Amministrativi: deliberazioni, decreti,
ordinanze, determinazioni etc.

Il Procedimento Amministrativo si articola in : fase preparatoria (iniziativa e istruttoria), fase


decisionale o costitutiva (delibera) e integrativa dell’Efficacia (Controllo, comunicazione,
pubblicazione) per la perfezione dell’Atto.
La proposta di deliberazione è un atto che mira a promuovere o stimolare l’attività di un altro
organo amministrativo, E’ il Regolamento Consiliare che stabilisce i modi di presentazioni delle
proposte: che devono essere formulate e depositate. Su ogni proposta deve essere richiesto il
Parere del Responsabile del servizio interessato e del Responsabile di ragioneria: sono atti di tipo
Consultivo. Non sono vincolanti, ma sono obbligatori. E devono verificare la compatibilità del
provvedimento con le risorse di Bilancio.
Il Visto di Regolarità Contabile è un atto Obbligatorio, tipico dell’Attività di Controllo, ed è
condizione di efficacia del provvedimento (lo si fa dopo che l’atto è stato formato).

Le Deliberazioni sono Atti Amministrativiu adottati dagli organi collegiali con unSub-Procedimento
così articolato: Ordine del Giorno, convocazione, seduta, discussione e votazione (in forma palese
o segreta), verbalizzazione e pubblicazione. Infine diviene Esecutiva dopo il 10° giorno dalla sua
pubblicazione (in caso di urgenza diventa immediatamente eseguibile.

ATTI DEL SINDACO, DELLA PROVINCIA E DEI DIRIGENTI

Gli atti posti in essere dal Sindaco e dal Presidente della Provincia, sono principalmente Ordinanze
e Decreti. La loro eseguibilità ed efficacia sono sempre immediate, appena portati a conoscenza
gli interessati non sono soggetti a controlli o termini di pubblicazione (Pubblicità è assicurata dalla
pubblicazione all’Albo Pretorio).

Le Ordinanze
Possono essere ordinarie o contingibili e urgenti. In entrambi i casi sono: redatte per iscritto,
notificate ai destinatari, immediatamente eseguibili. Se sono contingibili e urgenti devono anche
essere motivate con un termine finale.

 Le O. Ordinarie: possono riguardare tutte le materie di competenza comunale, non hanno


limitazioni temporali.

 Le O. Contingibili e Urgenti: possono essere emesse dal Sindaco come Rappresentante


della Comunità Locale o come Ufficiale di Governo, è un potere a lui conferito come
Eccezione, in casi di necessità ed urgenza. Hanno un termine finale. Sono altamente
discrezionali. Per Contingibile si intende un evento accidentale ed eccezionale, per Urgente
si intende una situazione di possibile pericolo.

28
I Decreti
E’ lo strumento attraverso cui il Sindaco e il Presidente della Provincia svolgono le proprie attività:
è per esempio col Decreto che nominano i responsabili di uffici e servizi, definiscono gli incarichi
dirigenziali e di collaborazione esterna.

Gli Atti dei Dirigenti


Tipico atto del Dirigente è la Determinazione, che può essere assunta, negli enti privi di personale
con qualificazione dirigenziale, dai responsabili degli Uffici e dei Servizi che hanno funzioni
dirigenziali. Sono Provvedimenti Amministrativi che incidono nella sfera giuridica dei destinatari
e sono anche Atti Gestionali, con cui i dirigenti danno attuazione agli indirizzi espressi dall’organo
politico.

Le Determinazioni posso essere di due tipi:

 Con Implicazioni Contabili: Determinazioni per gli Impegni di Spesa, per l’accertamento
dell’Entrata, di liquidazione, determinazioni a contrarre.

 Prive di Implicazioni Contabili: aventi Rilevanza Interna (atti di organizzazione, gestione


personale) e Rilevanza Esterna (Concessioni o Autorizzazioni).

SISTEMA DEI CONTROLLI NEGLI ENTI LOCALI


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Esistono Tre tipi di Controllo negli Enti Locali: Controllo sugli Atti, Controllo sugli Organi e
Controllo della Gestione.

Controllo Sugli Atti

Il Controllo di Legittimità sugli Atti, è volto a garantire la conformità dell’atto alle Norme vigenti e
a quelle statuarie riguardanti la competenza, la forma e la procedura.

 Art. 135 del D.lgs. 267/2000 ->


o Comma 1 attribuisce al Prefetto la facoltà di richiedere ai competenti organi statali
e regionali gli interventi di controllo e sostitutivi previsti dalla legge, qualora ritenga
che esistano tentativi di infiltrazioni di tipo mafioso su attività di appalti,
concessioni, subappalti, cottimi, noli a caldo o contratti simili per opere pubbliche.

o Comma 2 prevede che il Prefetto possa chiedere che siano sottoposte a controllo
preventivo le deliberazioni degli Enti Locali relative ad acquisti, alienazioni, appalti e
a tutti i contratti.

 Art. 136 del T.U. -> Qualora gli Enti Locali ritardino od omettano di compiere atti
obbligatori per legge, si provvede con un Controllo Sostituivo per mezzo di un
Commissario Ad Acta nominato dal Difensore Civico regionale: che provvede entro 60
giorni al conferimento dell’incarico.

 Art. 137 del T.U -> Il Controllo Sostitutivo può essere anche messo in atto dal Governo,
sostituendosi agli organi degli Enti Locali in caso di “accertata inattività” che comporti:
impedimento degli obblighi derivanti dall’appartenenza all’U.E. oppure per preicolo di
grave pregiudizio agli interessi nazionali, o in casi di Urgenza.

 Art. 138 del T.U -> Autorizza il Governo ad annullare per motivi di interesse pubblico gli
atti degli Enti Locali viziati di Illegittimità. E’ una forma di controllo repressivo, proposta dal
Ministro dell’Interno e che si conclude con Decreto del Presidente della Repubblica.

Controllo sugli Organi

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Art. 141 del T.U -> Comma 1 dispone che i Consigli Comunali e provinciali vengano sciolti nei
seguenti casi:

 Compimento atti contrari alla Costituzione, gravi e persistenti violazioni di legge o gravi
motivi di ordine pubblico.
 Impossibilità di normale funzionamento di organi e servizi pubblici.
 Mancata approvazione nei termini di Bilancio (Rendiconto di Gestione entro il 30 aprile
dell’anno successivo).
 Mancata approvazione degli strumenti urbanistici generali.
Art. 244 del T.U. -> prevede lo Scioglimento del Consiglio collegiale per Dissesto Finanziario,
quando cioè non riesce a garantire funzioni e servizi indispensabili. Lo Scioglimento del Consiglio lo
si prevede anche per Comuni in condizioni strutturalmente deficitarie se:

 Non ripresentano il Piano di Riequilibrio finanziario pluriennale


 Se il Piano di Riequilibrio non viene approvato
 Il mancato rispetto degli obbiettivi intermedi fissati dal Piano, cioè mancato
raggiungimento del Riequilibrio.
Al Decreto di Scioglimento è allegato una relazione del Ministro con i Motivi del provvedimento.
Si provvede quindi alla nomina di un Commissario. Questo però non avviene nei casi in cui lo
Scioglimento è dovuto a: impedimento permanente, rimozione, decadenza o decesso del Sindaco o
del Presidente della Provincia. In questi casi infatti (Art. 53 T.U. comma 1) il Consiglio e la Giunta
rimangono in carica fino all’elezione del nuovo Consiglio, Sindaco o Presidente della Provincia.
Art.141 del T.U. comma 7 -> Dà la facoltà al Prefetto di procedere alla Sospensione del Consiglio
Comunale o Provinciale per motivi di Grave ed Urgente necessità, per un periodo non superiore a
90 giorni, e sempre il Prefetto nomina un commissario per l’amministrazione provvisoria
dell’Ente.
In particolare i Consigli Comunali vengono sciolti quando emergano concreti elementi di
collegamento diretto o indiretto con la Criminalità Organizzata degli amministratori. Nell’attività
di accertamento il Prefetto è coadiuvato da una Commissione d’Indagine. Il provvedimenti si
conclude sempre (in senso positivo o negativo) con una Relazione Prefettizia inviata al Ministro
dell’Interno. Da tale Relazione, entro tre mesi, si provvede allo Scioglimento. Questi provvedimenti
possono essere diretti anche a: Segretario, Direttore Generale, Dirigenti e tutti i dipendenti. Anche
quando non si arriva allo scioglimento il Prefetto deve individuare i prioritari interventi di
risanamento.
Art.143 T.U -> Quando vi è Scioglimento viene nominata una Commissione Straordinaria per la
Gestione dell’Ente che esercita le attribuzioni conferite dal Decreto stesso. E resta in carica fino al
Primo Turno elettorale.

Controllo della Gestione

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Il Controllo delle Attività si attua per verificare i risultati dell’attività amministrativa in termini di
Efficacia, Efficienza ed Economicità.
Tali controlli sono sia Di Gestione (Interno) che Sulla Gestione (Esterno).

 I Controlli di Gestione (Interni-Art.147 T.U.) hanno cinque macro aree: Regolarità


amministrativa e contabile, Controllo Strategico, Controllo sulle Società partecipate non
quotate, Controllo sugli Equilibri Finanziari, Controllo di Gestione. La finalità del controllo
di Gestione è nella verifica dello stato di attuazione degli obbiettivi programmati, delle
funzionalità dell’organizzazione, efficacia ed efficienza dell’attività.
Il Controllo di Gestione viene fatto da un Collegio di Revisori, composto da 3 Elementi (1 se
l’Ente ha meno di 15.000 abitanti): il Presidente del Collegio, un membro scelto tra i
Dottori Commercialisti, un membro scelto tra l’albo dei Ragionieri. Il Collegio dei Revisori
dura in carica 3 anni. Hanno competenze anche in: collaborazione con il Consiglio, dare
pareri in materia economico – finanziaria, di Bilancio e Transazioni. I Revisori sono
responsabili della veracità delle loro attestazioni e sono chiamati alla Segretezza.

 I Controlli sulla Gestione (esterni) -> vengono posti in essere dalla Corte dei Conti, che
esegue un controllo successivo sulla gestione del Bilancio e del Patrimonio delle P.A. e
deve verificarne la legittimità, regolarità della Gestione e il corretto funzionamento dei
controlli interni. E’ un controllo a cadenza annuale. Infatti il Sindaco o Presidente della
Provincia deve trasmettere annualmente alla Sezione Regionale di Controllo della Corte dei
Conti, un Referto sul sistema di controlli interni: questa Sezione esamina i Bilanci Preventivi
e i Rendiconti Consuntivi.

GESTIONE DEI SERVIZI PUBBLICI LOCALI


Art.112 D.Lgs. 267/2000 -> Articolo che apre il Titolo V, afferma che gli Enti Locali nell’ambito delle
proprie competenze, provvedono alla Gestione dei Servizi Pubblici che hanno ad oggetto la
Produzione di Beni e Attività rivolte alla realizzazioni di fini fiscali, e promuovere lo sviluppo
economico e civile.
L’ente può affidare un Servizio Pubblico in via diretta ad una Società a capitale interamente
pubblico: a patto che l’Ente eserciti su tale società lo stesso controllo che sui propri servizi e che la
società realizzi la parte più importante della propria attività con l’Ente.
Tutto il Sistema di Servizi Pubblici è incentrato sul Criterio di Economicità: realizzazione del
massimo risultato in relazione ai mezzi a disposizione, ossia il conseguimento degli obiettivi
legislativamente statuiti con il minor dispendio di mezzi e di strumenti.

9. IL LAVORO DIPENDENTE DELL’ENTE LOCALE


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Art. 89 del T.U.E.L. gli Enti Locali disciplinano, con un propri Regolamenti, l’ordinamento di Uffici e
Servizi, in base a criteri di: Autonomia, Funzionalità, Economicità e secondo principi di
Professionalità e Responsabilità.
Art. 89, comma 2, del T.U. indica le materie oggetto su cui gli Enti hanno potestà regolamentare:

 Responsabilità sulle procedure amministrative


 Principi fondamentali di organizzazione degli uffici e conferimenti della loro titolarità
 Procedimenti di selezione per l’accesso al lavoro
 Garanzie delle libertà d’insegnamento, di autonomia scientifica e della ricerca
 Incompatibilità tra pubblico impiego e altre attività
La violazione costituisce un Illecito Disciplinare determina Responsabilità Erariale (obbligo della
P.A di recuperare le somme spese dal dirigente responsabile).
Art. 89, comma 5, del T.U. prevede che gli Enti debbano provvedere autonomamente alla
rideterminazione delle proprie dotazioni organiche e organizzazione e gestione del personale. Le
P.A. organizzano uffici e personale in conformità al Piano Triennale dei Fabbisogni delle stesse,
che indica le risorse finanziarie.

La Dirigenza
I Dirigenti sono i responsabili in via esclusiva dell’attività amministrativa e della gestione
dell’Ente, adottano atti e provvedimenti amministrativi e si occupano dell’Ente anche dal punto di
vista finanziario e tecnico.
Art. 107, comma 2, del T.U. -> Specifica il Principio di Separazione dei Poteri affermando che
spettano ai Dirigenti tutti i compiti che non riguardano le funzioni di indirizzo politico-
amministrativo: presidenza delle commissioni di gare e concorsi, procedure d’appalto e di
concorso, stipulazione dei contratti e atti di gestione finanziaria, amministrazione e gestione del
personale, concessioni e autorizzazioni, sospensione lavori, attestazioni e certificazioni , diffide e
verbali, tutti gli atti attribuiti dallo Statuto alla Dirigenza.
Art. 109, comma 1, del T.U. -> il Conferimento delle Funzioni Dirigenziali sono a Tempo
Determinato, deve essere Motivato e Adottato nei modi fissati dal regolamento e secondo criteri
di Competenza Professionale. L’incarico può essere revocato, se viola la Responsabilità
Dirigenziale: inosservanza delle direttive del Sindaco o del Presidente della Provincia, o della
Giunta/Assessore di riferimento, mancato raggiungimento degli obbiettivi del Piano Esecutivo di
Gestione, responsabilità grave o reiterata. Per particolari motivi le competenze dirigenziali
possono essere delegate per un periodo, con atto scritto e motivato.

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Il Direttore Generale
Il Sindaco e il Presidente della Provincia, nei comuni oltre i 15.000 abitanti, possono nominare con
la delibera della Giunta un Direttore Generale che provvede ad attuare gli indirizzi e gli obbiettivi
stabiliti dagli Organi di Governo dell’Ente. E’ contratto a tempo Determinato e può essere
revocato dal Sindaco o dal P. Della Provincia, previa delibera della Giunta.

Il Segretario comunale e provinciale


Art. 97 del T.U -> E’ un Funzionario Pubblico alle dipendenze dell’Agenzia Autonoma per la
Gestione dell’Albo dei Segretari comunali e provinciali (AGES) ed iscritto all’Albo Nazionale.
Figura sui generis, che viene reclutata attraverso Concorso Pubblico per esami, su base Nazionale.
E’ il Sindaco che nomina il Segretario comunale e il P. della Provincia quello provinciale. Il
Segretario resta in carica 5 anni, può essere revocato con provvedimento motivato del Sindaco o
del P. della Provincia. Ha funzioni: Giuridico – formali, funzioni gestionali e altre funzioni
attribuite dallo Statuto e Regolamenti o con deliberazione del Sindaco o del Presidente.
Il Segretario (o il Dirigente Apicale) è anche Responsabile della prevenzione della corruzione e
della trasparenza e ha l’obbligo di segnalare alle Autorità nazionale anticorruzione misure
discriminatorie nei suoi confronti per lo svolgimento delle sue funzioni. A lui compete inoltre:
verifica dell’efficace attuazione del Piano di Prevenzione della Corruzione, verifica dell’effettiva
Rotazione degli Incarichi , Definizione (entro 31 gennaio di ogni anno) delle procedure
appropriate per selezionare e formare dipendenti.
E’ inoltre il Responsabile della Trasparenza, e il suo nominativo è indicato nel Piano Triennale per
la Prevenzione della Corruzione, controlla sull’adempimento degli obblighi di trasparenza e di
Pubblicazione. Sempre ad esso aspetta anche il controllo e l’assicurazione della regolare
attuazione all’Accesso Civico.

10. LE ENTRARE DEGLI ENTI LOCALI

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Art. 119 Cost. -> Riconosce ai Comuni, Provincie, città metropolitane e Regioni autonomia
finanziaria di Entrata e di Spesa. Hanno risorse autonome e possono stabilire ed applicare tributi
ed entrate proprie.
E’ il Principio del Parallelismo tra le funzioni esercitate dall’Ente e le risorse di cui dispone per tali
funzioni: il presupposto è che ogni livello di Governo possa disporre di risorse finanziarie. Avendo
comunque l’obbligo del Pareggio di Bilancio. Tale finanziamento delle proprie spese deve
provenire da: tributi propri, compartecipazione a gettito dei tributi erariali e regionali, tasse per i
servizi pubblici, entrate patrimoniali, investimenti e dal Fondo Perequativo. Inoltre gli Enti Locali
possono modificare le aliquote dei tributi, introdurre agevolazione o variazioni. I fondi Perequativi
sono due: uno a favore dei Comuni e uno a favore delle Provincie e Città Metropolitane.
Gli Enti Locali si considerano in Equilibrio in presenza di un Saldo entrate e spese non negativo.

Le principali entrate tributarie dei Comuni:


1. IMU – Imposta Municipale Propria (Proprietà immobiliari)
2. TARI – Tassa sui Rifiuti
3. Imposta Comunale sulla Pubblicità e diritti di pubbliche affissioni
4. Imposta di Scopo opere Pubbliche (finanziamento delle opere pubbliche)
5. Imposta di Soggiorno e di Sbarco (località turistiche e città d’arte, riguarda Hotel)
6. L’addizionale IRPEF
7. Addizionale comunale sui Diritti d’Imbarco
8. TOSAP – Tassa Occupazione spazi ed aree pubbliche
9. Tassa Concorsi
10. Tributo Sociale per deposito in discarica di rifiuti solidi (Quota)
11. Imposta Immobiliare sulle Piattaforme Marine (Quota estrazione idrocarburi)

Le principale entrate tributarie di Provincie e Città Metropolitane:


1. Tributo per l’esercizio di tutela, protezione ed igiene ambientale
2. Tassa per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche
3. IPT – Tassa Provinciale di Trascrizione (veicoli)
4. IRPEF – Addizionale e Compartecipazione provinciale
5. RCA – Imposta Assicurazioni

Altre Entrate sono:

 Extra Ttributarie: vendita di beni e servizi derivanti dalla gestione dei beni, interessi attivi,
redditi da capitale, rimborsi ed entrare correnti.
 Accensione Prestiti: con emissioni di obbligazioni, prodotti derivati, leasing finanziario,
anticipazioni da Istituto tesorirere/cassiere.

11. L’ORDINAMENTO CONTABILE

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Il DECRETO LEGISLATIVO 10 agosto 2014, n. 126 definisce le modalità di realizzazione del
processo di Armonizzazione, la cui Regola Base è che gli enti locali affiancano alla contabilità
finanziaria una contabilità Economico-Patrimoniale, per garantire la rilevazione unitaria dei fatti
gestionali e prevede tre strumenti operativi:

 Regole Contabili Uniformi: Regioni ed Ente locali devono conformarsi ai Principi Contabili
Generali e Principi Contabili Applicati.

Principi Contabili Generali sono:


1. Principio di competenza finanziaria (le obbligazioni attive e passive perfezionate
devono essere registrate nelle scritture contabili nel momento in cui vengono
perfezionate, ma vanno imputate all’esercizio in cui scadranno. Questo per
conoscere con precisione i debiti effettivi contratti, per evitare l’accertamento di
entrate future e impegni inesistenti).
2. Principio della significatività e rilevanza (significativa cioè in grado di influenzare
decisioni, e rilevante, cioè la sua omissione o errata presentazione può influenzare
le decisioni da prendere).
3. Principio della congruità delle entrate e delle spese (verificare l’adeguatezza dei
mezzi disponibili rispetto ai fini stabiliti).
4. Principio della prudenza (nel Bilancio di Previsione vanno iscritte solo le
componenti positive che ragionevolmente saranno disponibili).
5. Principio della continuità e costanza.
6. Principio della comparabilità e verificabilità delle informazioni.
7. Principio della neutralità ed imparzialità (redigere documenti senza interessi di
gruppi particolari)
8. Principio della competenza economica.

Principi Contabili Applicati sono:


1. Principio della Programmazione i cui strumenti sono : il DUP (Documento Unico di
Programmazione), eventuale nota di aggiornamento del DUP, schema di Bilancio di
previsione finanziaria, Piano Esecutivo di gestione e performance, Piano degli
Indicatori di Bilancio, variazioni di Bilancio e Schema di Rendiconto sulla gestione.
2. Principio della contabilità Finanziaria costituisce il Sistema Contabile Principale.
Rileva obbligazioni attive o passive, gli incassi e i pagamenti riguardanti tutte le
transazioni, ma non determinano flussi di cassa effettivi.
3. Principio della contabilità economico-patrimoniale
4. Principio relativo al Bilancio Consolidato, che rappresenti in modo veritiero la
situazione finanziaria e patrimoniale e il risultato economico dell’attività dell’Ente.

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 Piano dei Conti Integrato è uno strumento che rende possibile il confronto tra i dati forniti
dall’Ente e il Conto Economico-Patrimoniale. E’ composto dall’elenco delle articolazioni
delle unità elementari del Bilancio finanziario gestione e dei conti economico-patrimoniali.

 Schemi di Bilancio Comuni sono Schemi comuni che vengono adottati dalle Regioni e dagli
Enti Locali riguardo: Bilanci Finanziari, Economici, Patrimoniali e comuni schemi di Bilancio
Consolidato. In particolare comprendono:
1. Lo schema del Bilancio di previsione finanziaria (che prevede entrate ed uscite del
primo esercizio ed esercizi successivi).
2. Schema del Rendiconto della Gestione (Bilancio, Stato Patrimoniale e Conto
Economico).
3. Schema Bilancio Consolidato.

I Principali Documenti di Programmazione

 Il DUP (Documento Unico di Programmazione) che la Giunta deve presentare entro il


31 Luglio al Consiglio. E’ il principale strumento per la guida strategica ed operativa
degli Enti Locali e rappresenta il presupposto necessario su cui diramano tutti gli altri
documenti. E’ composto da 2 sezioni: SeS (Sezione Strategica che dura quanto il
mandato amministrativo e contiene linee programmatiche) e SeO (durata uguale al
Bilancio di Previsione e definisce gli Strumenti Operativi).
 Il Bilancio di Previsione Finanziario è almeno triennale e comprende le previsioni di
competenza di cassa del primo esercizio e successivi. E’ lo strumento con cui si
definisce la distribuzione delle risorse finanziarie tra i programmi e le attività. Ha
carattere Autorizzatorio. Composto da 2 Parti: Le Entrate (Titoli e Tipologie) e le Spese
(Missioni e Programmi). Per essere approvato deve: approvato dalla Giunta entro il 15
novembre e approvato dal Consiglio entro il 31 Dicembre.

La gestione del Bilancio

Si divide in due momenti: la fase dell’Entrata e la fase della Spesa.

 La Fase dell’Entrata è composta da: Accertamento (verifica la ragione del credito.


L’accertamento delle Entrate avviene dividendo le entrate ricorrenti da quelle Non
ricorrenti. Viene fatta dal Responsabile del Procedimento che lo trasmette al Responsabile
del Servizio Finanziario. L’accertamento viene effettuato nell’Esercizio in cui sorge
l’obbligazione Attiva con imputazione contabile all’esercizio il cui credito scade),
Riscossione (è l’effettivo introito da parte del Tesoriere. Essa avviene sulla base di un
Ordinativo di Incasso che se manca va provveduto entro 60 giorni dalla riscossione) e
Versamento (trasferimento delle somme riscosse sul conto dell’Ente).

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 La Fase di Spesa è composta da: Impegno (tutte le obbligazioni passive perfezionate
devono essere registrate quando l’obbligazione è perfezionata con imputazione
all’Esercizio cui avviene la scadenza. Si distinguono spese ricorrente da quelle Non
ricorrenti. I provvedimenti di spesa sono trasmessi al Responsabile del Servizio Finanziario
che se valuta esserci la copertura finanziaria effettiva appone un Visto di Regolarità
Contabile che ha valore Esecutivo), Liquidazione (con essa viene determinato
l’ammontare della somma certa e liquida da pagare), ordinazione (è impartita dal
Tesoriere per provvedere al pagamento con un Mandato di Pagamento o Ordine di
Pagamento) e pagamento (accompagnato da un elenco in duplice copia e ricevuta).

Il Rendiconto della Gestione


Questo è composto da: il Conto di Bilancio (che dimostra i risultati finali della gestione), Conto
Economico (che riporta componenti positivi, ricavi/proventi, e negativi, costi/oneri. Rileva il
risultato Economico dell’Esercizio, reddito o perdita), lo Stato Patrimoniale (Risultati della
Gestione patrimoniale e consistenza del Patrimonio: che è costituito dal complesso di Beni e
rapporti giuridici di pertinenza dell’Ente).

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