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© Ministero per i Beni e le Attività Culturali


Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici per le province di Firenze, Pistoia e Prato

Una realizzazione editoriale di

s i I I a b e s.r.l.
piazza Damiano Chiesa, 49 - 57124 Livorno
te l. 0586 .867034 - fax 0586.869119

ISBN 88-86392-88-5
Per una storia documentaria degli strumenti ad arco
di provenienza granducale conservati al Museo
del Conservatorio "Luigi Cherubini"

Giuliana Montanari

I documenti venuti alla luce in alcuni anni di ricerca LA CONSISTENZA DELLA COLLEZIONE GRANDUCALE NELLA
all ' Archivio di Stato di Firenze l (in particolare inventa­ STORIA
ri, affari e conti di epoca lorenese) consentono di rico­
Verso la fine del governo mediceo la collezione di
struire le vicende degli strumenti ad arco della collezio­
strumenti ad arco ammonta a 47 esemplari, che si posso­
ne granducale dalla fine del governo mediceo (1737) al­
no raooruppare secondo le categorie della tabella l , co­
la fine del governo lorenese (1859)2. La documentazio­ cc . . .. '3
struita s ulla base dI lllventan partIcolarmente completI.
ne archivistica ora disponibile, assai ricca e abbastanza
Nel 1769 si contano ancora 47 strumenti, di cui Il
completa (soprattutto nei lunghi peIiodi di stabili tà po­
elencati tra i "capi rotti e fuo r d ' uso" (in tabella tra pa­
li tica) , non è solo tale da apportare un significativo con­
rentesi): "sette fra viole, violoncelli, e violini tutti rotti,
tIibuto alla conoscenza delle vicende storic he degli
e guasti"; "quattro bassi tutti rotti, e guasti" (a margine,
esemplari sopravvi ssuti, ma consente anche di avviare
apposte successivamente, le annotazioni "venduto" o
una riflession e sulle tendenze storiche dell' uso, la con­
"venduti")4 Questi strumenti sono inclu si tra i beni da
servazione e il restauro degli stmmenti ad arco.
vendere al pubblico incanto nel 177 15 e, come segnato
A una prima sintetica storia della collezione, che po­
in tabella, consistono in 4 violini, 2 viole, 3 violoncelli
ne l'accento sulla sua consistenza numerica globale e su
o bassetti e 2 viole da gamba: strumenti che comunque
quella delle singole categorie strumentali nel corso del
non si ritroveranno in documenti successivi sono, oltre
tempo, seguirà l'esame delle vicissitudini degli s tru­
alle viole da gamba degli Amati e di Antonio Brensio,
menti ad arco che decadono dalla prassi esecutiva (lire,
un violino "ordinario" e un violoncello di Antonio
viole da gamba, tromba marina). Un terzo paragrafo,
Catini del 1668.
dedicato agli interventi praticati sugli strumenti , si pone
Tra il 1769 e il 1799 non si è trovato alcun inventa­
come contributo alla storia del restauro. Finalmente si
rio della Guardaroba in grado di li specchiare fedelmen ­
esaminerà il decorso storico singolare degli strumenti
te la collezione di strumenti ad arco; esiste invece una
sopravvi ssuti, attualmente inclu si nella collezione del
serie di inventari degli anni 1777, 1781, 1786, 1791,
Museo del Conservatorio "Luigi Cherubini" di Firen ze.
1794 , 1796 e 1799, che documenta il temporaneo depo­
Prima di entrare in argomento è bene specificare i
sito in magazzino di diversi esemplari, testimoniando la
limiti insiti nella stessa documentazione e i criteri adot­
continuità della loro presenza6. Sappiamo della scom­
tati per identificare le annotazioni riferibili a un dato
parsa di alcuni stru menti (so no comprovati ad esempio
strumento.
i furti di un violino Stradivari e di un violino Stainer)1,
La successione delle registrazioni inventariali , oltre
dell' alienazione di al ui (come gli undici strumenti pri­
a risentire degli avvenimenti storici che sospendono o
ma citati e tutte le lire da gamba) e dell'ingresso di altri
moditìcano le consuetudini amministrative della Corte,
ancora verso la fine del secolo. Pare in ogni caso di po­
è discontinua per propria natura: gli inventari , che ri­
Tab. l
flettono la situazione momentanea dei beni mobiliari Consistenza della co llezione di strumenti ad arco de i Medici e dei
della Corte, si susseguono a intervalli irregolari. Mentre Lorena.
gli inventari quasi sempre contengono elementi di ri­
mando, i conti reda tti dai liutai mancano talora dei rife­ strumenti 1732 1769 1819 1863
rimenti necessari a riconoscere lo strumento implicato. violini Il 7+(4) 4 4
Perciò, i criteri di identificazione sono i seguenti: il no­ viole 6 4+(2) 2 2
me dell ' autore, la data e il luogo di costruzione, l'ana­ violoncelli 8 5+(3) 7 4
logia della desc ri zione, la corrispondenza del numero di contrabbassi 3 3 3 3
inventario. L'accumulo di questi e altri riscontri C011'0­ viole da gamba 13 11 +(2)
bora ipotesi che vanno da una mera supposizione a una lire da braccio l 1
fondata convinzione, il cui grado di attendibilità è di lire da gamba 5 4+(1)
volta in volta segnalato. tromba marin a 1
31

J. z. 3· Yioln de Gamba. 4-. Y iol B.(larda. $, ;)r'lllonlfcçc. L yr. debracio- l.z. j\lclnr <P0fctlcn I (!lcigw CII1 Ocr" 9Do'" J. Dilca",-0/ig <In ~rt 9~9'"
+.9(cctwDilC!llt.(5<ig. 5. TCDOC·l!lrig. 6 Bas·0<igd o brlcio. 7· ~rum rd)dOI.
8. <5cl)CiOt901IL

Fig. ) Michael Praetoriu s, Syntagma musicunl, voI. Il , "Theatrum instrumentorllm",

Eli as Hol wei n, WolfenbUtte l 1619 , rist. Bareiter, Kassel u. Base11958 , 1980/5.

Tav. xx: J .2.3. Viole da gamba; 4. Viola bastarda; S. Lira da braccio italiana.

Tav. XXI: 1.2. Piccole pochettes/vio lini o ttavini; 3. Viol ino piccolo alla quarta superiore; 4. Violino; 5. Vio la te nore; 6. Viola bassa da

braccio; 7. Tromba marina; 8. Scheidtholtt (monocordo a 4 corde).

ter affermare che l'antica collezione medicea di stru­ pravvissuti) e un violoncello anonimo.
men ti ad arco si sia mantenuta relativamente integra al­ Nei quarantacinque anni della restaurazione lorene­
meno fino all ' esilio dei Lorena . se la collezione di stnllnenti ad arco ass ume caratteristi­
La situazione dei beni mobiliari lorenesi in seguito che del tutto diverse; l'antica raccolta medicea è quasi
all' invasione francese si può descrivere attraverso ]' an­ del tutto dispersa e il nuovo nucleo si configura come un
notazione di un inventario di Palazzo Pitti , data ta 29 lu ­ agg regato stabile di lA strumenti: 4 violini, 2 viole, 4
glio del 1799: "Si avverta che il soggiorno dei fran cesi violoncelli , 3 contrabbassi e una tromba marina, s iste­
ha prodotto vuoto notabile alle consegne atteso che essi mati permanentemente a Palazzo Pitti. A questi occorre
hanno venduto, e distratto a loro arbitrio, e capriccio aggiungere altri tre violoncelli che si trovano a Palazzo
quanto gliè piaciuto, onde il presente inventario vaglia Vecchio.
quanto valer pUÒ"8. La stessa dichiarazione si trova nel Gli strumenti conservati a Palazzo Pitti saranno co n­
parallelo inventario del magazzino, mentre un altro do­ segnati nel 1863 al Regio Istituto Musical e e soltanto
cumento di Palazzo Vecchi0 9 afferma che "ad eccezione due dei tre violoncelli un tempo a Palazzo Vecchio
della superba arazzeria sono stati interamente spogliati (Se nta e Doni) raggiungeranno la collezione attuale nel
[ ... ] le stanze del tesoro e del fondaco e del magazzi­ 1926.
no"I O. Sebbene non siano state trovate segnalazioni ap­
L'IMPIEGO DELLE VIOLE DA GAìvfB A, DELLE LlR E E DELLA
posite di sottrazioni di strumenti musicali, poss iamo in­
TROMBA MARI NA
dubbiamente presumere che diversi esemplari, già allo­
ra oggetti di valore e facilmente commerciabili, siano Accanto agli strumenti del moderno quartetto d'ar­
stati allonta nati da Firenze e forse dall'Italia come bot­ chi si trovano, negli ultimi inventari di epoca medicea,
tin o di guerra. Altre sottrazioni possono essere avvenu­ "Tredici viole di più grandezze à gamba, che formano
te durante gli avvicendamenti dei governanti nel trava­ un concerto , con loro sacchette di fu stagno verde" e sei
gliato periodo che termina con il ritorno di Francesco III lire, di cui una da braccio e cinque da gambali. Sulla ba­
Lorena nel 1814. Di fatto , gli inventari del magazzino se di una disamina svolta altrove l2 , tra le viole da gam­
tra gli anni 1799 e il 18 14 elencano pochi strumenti: il ba si potrebbero annoverare un concerto di Antonio e
violino superstite di Stainer (di cui non si sentirà più Girolamo Amati l3 datato 1611 - costituito da due sopra­
parlare dopo il 1809), una viola di Ruggieri (documen­ ni, un contralto, un tenore e un basso - e un concerto di
tata solo fino al 1805) , i violoncelli di Senta e Doni (so­ Antonio Brensio l4 - formato da tre strumenti di taglia
32 Giuliana Montanari

acuta (uno dei qu ali datato J 643) e due di taglia medio­ Una lira piccola a sette corde da sonare a braccio con fon­
grave o grave. Si sa inoltre dell'esistenza di un "con­ do di abeto, con manico, cordiera, ponticello, fascie, e co rpo
di acero, con bischeri compagni, con filetti lavorati a mo stac­
trabbassetto" di Jakob Stainer e di un contrabbasso di ciolo, neri, e bianchi su la tastiera, e cordiera, con filetti simi­
Giovanni Pietro Caspan 15 (entrambi a cinque corde e do­ li su le testate torno torno, tanto di sopra, che di sotto, con un
tati di legacci) , di una viola da gamba di Claude Pieraj 16 polizzi no scritto col cinabro sul foglio attaccato nel corpo per
del 1714 e di un basso anonimo di viola da gamba. di dentro, che dice Andrea Amati in Cremona 1573, con suo
arco di granatiglia, con un cuore traforato nel nasello, con sua
Quando Pietro Leopoldo di Lorena si stabilisce a
contro cassa d'albero antica con due gangheri.
Firenze nel 1765 si procede alla revisione degli stru­ Una lira con fondo di abeto con rosa traforata, fascie di
menti ad arco, comrn.issionata a Lorenzo e Tommaso granatiglia con camicetta sotto, e sopra andante e corpo di no­
Carcassi 17 , che intervengono su 35 strumenti ad arco, tra ce, con ponticello tinto di nero, con manico e bischeriera di
cui violini, viole, viole da gamba, violoncelli e contrab­ noce, con cordiera, tastiera, e bischeri d'ebano , quali sono nu­
merati su la suddetta bischeliera, quale è adornata di un ma­
bassi. Il conto mette in evidenza che le viole da gamba
schero ne, e due sfinge intagliate con polizzino stampato per di
di taglia acuta (soprani e contralti), dette "v iole" dentro nel corpo, che dice Dominico, e suo arco scannellato di
senz'altra specificazione, sono trattate esattamente co­ serpenti no co n sua contro cassa di leg no tinta per di fuora del
me i corrispondenti strumenti da braccio e sono prive di color di noce per di dentro tinta di c inabro con sua toppa , e
ga ngher i.
legacci (purtroppo non risulta il numero delle corde,
Una lira con fondo di abe to con rosa traforata fascie di
uno dei principali fattori atti a definire la tipologia) 18 Le eba no, co n corn icietta SOltO, e sopra andante, e corpo di c i­
viole da gamba di taglia medio-grave restano al contra­ presso, con manico, e bischeri era di leccio, con rabesco inta­
rio differenziate dai violoncelli per la nomenclatura gliato tomo , torno, con ponticello tinto di nero, co n cordiera
"viol a da gamba" e la presenza dei tasti; i contrabbassi traforata , e tastiera di ebano, e bischeri di bossolo numerati
co' numeri su la suddetta bisc heriera, con un isc rizione manu­
si presentano come membri gravi della famiglia da gam­
sc ritta di lapis nero per di dentro nel corpo, che dice Magno
ba con cinque corde e tasti. Si può ipotizzare che le ta­ Setuther in Roma 1651 , con sua controcassa coperta di cuoio
glie acute di viola da gamba siano state assimilate o bianco, con toppa , e gangheri.
adattate come strumenti affini al violino, mentre nelle Una lira di Cardarello, con fondo di abeto, con tre rose
taglie basse si sarebbe conservata più a lungo l'antica traforate, cioè una gran detta vicino alla tastiera, e due più pic­
cole nel luogo dove vanno l' S con fascie d'ebano, con corni­
tecnica esecutiva della viola da gamba; e ancora che la cietta sotto, e sopra andante di noce, e corpo di cipresso, con
morfologia di questi strumenti da gamba partecipi di al­ manico, bischeri, e bischeriera con due sfinge, e rabeschi inta­
cune caratteristiche dei coevi esemplari da braccio , mi­ gliati, il tutto di noce, e giù basso, dove si lega la cordiera, vi
nimizzando le differenze fisionomiche esterne l9 è una sfinge di noce intagliata, che suona la lira, con ponticel­
lo tinto di nero, con cordiera, e tastiera di ebano, con sua con­
La sorn.iglianza formale potrebbe giustificare l'uso
tro cassa coperta di cuoio bianco, con toppa, e gangheri.
protratto a tutto il secolo XVI1l degli strumenti da gamba Una lira da gamba a tredici corde tutta di noce, fuori del
alla Corte fiorentina e il rapporto tra gli strumenti da fondo, che è d' abeto, con bischeri era intagliata à rabeschi, con
braccio e da gamba di taglia bassa restaurati nel 1765 tast iera, e co rdiera impiallacciata di ebano con ponticello di
dai Carcassi: un totale di 16 di cui 7 violoncelli, 7 viole legno bianco intagliato a trafori, con una rosa di cuoio trafo­
rato nel suddetto fondo con carnicine di noce attorno alle fa­
da gamba e 2 contrabbassi (con una prevalenza di esem­ scie sotto, e sopra con un polizzino manuscritto per di dentro
plari tastati). A parte il rifacimento dei tasti, alle viole da nel corpo che dice Gio D'Aponte, con suo arco di granatiglia
gamba vengono praticati interventi del tutto simi li a con sua chiave di ferro per accorciarla con il manico di legno,
quelli attuati sui violoncelli: rifacimento della catena con contro cassa di legno, soppannata dentro di foglio rosso, e
di fuora di cuoio tabaccato antico, con gangheri attorno, e sua
con rinforzo o meno della tavola armonica e inclinazio­
toppa.
ne all' indietro del manico di un con tra bbasso. Una lira da gamba a tredici corde con fondo di abeto con
Similmente si nota nel 1780 la trasformazione di una rosa traforata di cartone, con fascie, tastiera, cordiera, e ponti­
viola da gamba in "contrabbasso piccolo" , mentre nel cella di noce, con cOlVO, bischeri era, e bischeri di cipresso,
1793 due contrabbassi sono ammodernati inclinando al­ con quattro trafori ovali nella cordiera senza nome cii autore,
co n suo arco di ebano lionato, e trafori nel ponticello.
l'indietro il manico: in un caso si riutilizza il manico an­
tico, nell'altro lo si sostituisce. U no di questi strumenti è rappresentato in uno dei
La fase finale della trasformazione dei contrabbass i quadri commissionati tra il 1685 e il 1690 da
avviene nel 1823 con la definitiva rinuncia ai tasti, se­ Ferdinando de' Medici ad Anton Domenico Gabbiani
gnalata nei conti dalle riparazioni necessarie a elimin a­ (1652-1726), opere destinate alla villa di Pratolino e ri­
flgg. 2-3
re i fori sui manici (si confronti il paragrafo sul restau­ traenti musici della sua Corte e strumenti musicali della
ro); anche nelle viole basse si av rebbe, differito nel tem­ collezione2I La decorazione del cavigliere suggeri sce
po rispetto alle taglie acute, un graduale passaggio un ' identificazione con la citata lira da ga mba di
morfologico nella direzione degli arch i moderni. Dorn.inico, dalla bischeri era "adornata di un mascherone
Forse ancora più sorprenden te della persistenza delle e due sfinge intagliate", che dal dipinto ri sulta inoltre ar­
viole da gamba è la presenza, nella prassi strumentale del­ mata di 14 corde. Una lira da gamba ritenuta di prove­
la prima metà del secolo xvm, delle lire da braccio e da nienza fiorentina, giunta non si sa come a Castiglion
gamba, strumenti da tempo in declino quando, nell'anno Fiorentino, sarebbe stata qui acquistata da Alessandro
1700, l'inventario del gran plincipe Ferdinando elenca Kraus nel 1879, per poi passare nella collezione Heyer
ben sei esemplari, uno da braccio e ci nque da gamba 2o : e infine a Lipsia con tutta la detta collezione 22 .
Per una storia documentaria degli strumenti ad arco di provenienza granducale 33

Dal 1716 al 1741 (data della morte), la Guardaroba no ricorrere, per defIl1ire coerentemente i diversi livelli
impresta a Isidoro Maria Salvetti23 due-lire da gamba d'intervento sugli strumenti musicali, alle seguenti cate­
(quella di Giovanni D' Aponte e l'anonima a tredici cor­ gorie: manutenzione, riparazione, ammodernamento e
de) nonché la lira da braccio di Andrea Amati 24 rifacimento.
Certamente Salvetti non av rebbe avuto ragione di chie­ Nella manutenzione sono inclusi gli interventi più
derle in prestito se non per adoperarle; nello stesso pe­ consueti e di minore rilevanza, destinati a garantire il
riodo gli vengono affidate, oltre alle lire, una viola di buon uso dello strumento: essi non intaccano parti della
Cremona, un basso di viola di Andrea Amati del 1588 , sua struttura stabile, ma tutt'al più quelle di rapido 10­
il violoncello di Antonio Catini 25 del 1668 e un " basset­ gOlio. Di questa categoria fanno parte la sostituzione
to" di Cremona 26 . Questo gruppo di strumenti ad arco delle corde, dei tasti, dei crini dell'archetto e della staf­
potrebbe configurarsi ·come insieme strumer'ltal~ da ca­ fa che regge la cordiera e operazioni geneliche come la
mera, o nucleo dal quale possono formarsi diverslinsie­ puhtura o spolveratura. Tali operazioni possono essere
mi da camera, nel cu i contestò le lire 'avrebbero un ruo­ svolte in modo indipendente o essere associate a una
lo specifico (realizzazione del basso continuo, accom­ delle altre categorie.
pagnamento accordale agli strumenti "concertanti"). La riparazione ha come scopo il ripristino delle par­
II fatto che oltre la metà del secolo le lire siano per­ ti mancanti o avariate della struttura vera e propria, con
lopiù in buono stato di conservazione {solo la lira di intenzione di rimettere lo strumento in condizioni di es­
Dominic0 27 e quella anonima sono inventariate nel 1769 sere suonato, senza modificarlo. Si può distinguere una
tra i "capi rotti e fuor d'uso"28) è ancora indice di una riparazione minore, tra cui possiamo annoverare la si­
possibile partecipazione, per quanto saltuaria e anonima stemazione di modeste crepe o rotture della tavola ar­
(ignorata dallepartiture), alla prassi strumentale. Questo monica , del fondo o delle fasce, la sostituzione di piroli
ruolo deve essersi esaurito intorno al 1760, perché non rotti o perduti ecc., e una riparazione maggiore, che può
solo le li.re da gamba non vengono prese in considera­ spi ngersi fino alla sostituzione di una tastiera usurata o
zione nel 1765 , in occasione del restauro della collezio­ di altre parti strutturali di rilievo.
ne, ma quattro di esse (di Dominico, di Magno Setuther, Mentre le categorie precedenti hanno un prevalente
di Cardarell0 29 e di Giovanni D'Aponte) sono vendute in carattere di mantenimento nell'uso e sono in larga mi­
lotto assieme ad altri strumenti il 3 giugno 1777 30. sura ancora praticate nelle collezioni pubbliche e priva­
L'unica lira da braccio, l'antico strumento di Andrea te (con molte riserve nei confronti della riparazione
Amati, è viceversa restaurata nel 1765 , ma in modo tale maggiore), l'ammodernamento e il rifacimento si riferi­
da snaturarla, recuperandola come strumento a plettro, scono a interventi radicali di trasformazione della strut­
affine alla chitarra o al mandolino (negli inventari non tura originale, oggi non proponibili per oggetti museali.
sarà più rintracciabile dopo il 1769)31 . L'ammodernamento sottende una serie di modificazioni
Un altro strume nto ad arco inconsueto è una tromba apportate al fine di adeguare lo strumento a nuove esi­
marina databile alla fine del secolo XV III , esemplare uni­ genze esecutive; il rifacimento è in qualche modo anco­
co nella collezione, sopravvissuta fino ad oggi , citata ra più radicale, perché comporta o un cambiamento di
ininterrottame nte da inventari e conti sin dal 1823. Non registro (una taglia diversa all ' interno della stessa fami­
concordiamo con l'ipotesi secondo cui potrebbe essere glia strumentale) o addirittura una trasformazione tale
stata costruita "su precedenti modelli, come strumento da sfociare in una diversa classificazione organologica
da collezione"32. Nessuno degli strumenti lorenesi du­ dello strumento.
rante l'Ottocento è puramente 'da collezione', nel senso N el particolare contesto storico-geografico conside­
che tutti, come dimostrano i conti, sono utilizzati (han­ rato si possono distinguere periodi contrassegnati da par­
no bisogno quantomeno di nuove corde e di nuovi cri­ ticolali direttive nella gestione degli strumenti musicali,
ni). Inoltre, questa tipologia strumentale sembra essere cui si accompagnano determinate tipologie di manuten­
stata, alla fine del '700 e all'inizio dell'800, poco diffu­ zione ordinaria e straordinari a, in stretta relazione alla
sa ma non del tutto desueta in Europa3J È necessario consistenza via via assunta dal patrimonio stmmentale.
prendere atto di un suo impiego (sia pure limitato) , che
forse proprio \' ambiente di Corte, raffina to, esclusivo e Dalla fine del governo mediceo all'arrivo di Pietro
conservatore, può avere favorito_ Leopoldo
La gestione medicea degli strumenti mus icali si ca­
NOTE DI STORIA DEL RESTAURO ratterizza per la presenza della "Guardaroba degli stru­
La corrente distinzione tra restauro conservativo e menti ", un fu nzionario con competenze tecnico-artigia­
restauro funzionale non ha trovato alcun riscontro nella nali di manutenzione ordinaria e con responsabilità am­
presente ricerca, perché gli interven ti documentati han­ ministrative che comprendono la redazione degli inven­
no come scopo il recupero dello strumen to alla prassi tari di strumenti e la registrazione dei prestiti. Dal 1716
esecutiva; quando gli strumenti sono troppo degradati o al 1732 tale incarico è affidato a Bartolomeo Cristofori,
le riparazioni sono economicamente svantaggiose, si al quale suben tra Pietro Mazzetti 34 . Essendo le opera­
procede allo scarto e alla vendita. Onde sfuggire dunque zioni di maputenzione comprese nella "provvigione" o
alle implicazioni ideologiche che il termine "restauro" stipendio, i custodi degli strumenti presentano conti sol­
ha acquisito nell 'odierna cultura, si è litenuto opportu­ tanto in caso di fornitura di materiali o di lavori di natu­
34 Giuliana Montanari

Fig. 2 Anton Domenico Gabbiani, Conceria


di Corte (particolare), olio su tel a,
docu mentato nel 1685.
Firenze, Palazzo Pitti , Appartamenti
Mon umen tali, inv. 1890, n. 2802

ra straordinaria. Come esempi si considelino un conto Medici (1737-1765). Gli strumenti della Corte fun zio­
di Mazzetti del 1732 per la fornitura di "n. 9 ciambelle nano come serbatoio, c ui possono attingere cortigiani,
di corde di più grossezze da basso contrabbasso, e bas­ musicisti e funzionari , per incoraggiare la pratica della
setto in tutte speso [L] 24"35 e quello, ben più rilevante musi ca come attività nobile e favorire l'emergere di
per la presente indagine, per l'ammodernamento di due nuovi talenti. Se da una parte la collezione di strumenti,
violini di Jakob Stainer nel 1733: "per aver rassettato per il pregio degli esemplari, riflette il potere e il fasto
due violini di Jacob Stainer di comandamento di Sua della Corte, dall'altra la concezione nettamente utilitari­
Altezza Reale, rifattovi due tas tiere, due cordiere, due stica dello strumento musicale ne promuove un uso at­
ponticini e due mute di bischeri d' ebano restaurati di tento e assiduo. Durante la reggenza lorenese inoltre, es­
vernice, datoli il manico indie tro, rivisti di grossezze, e sendo assai ridotta l'attività musicale della Corte a cau­
messov i le corde di nuovo"36 sa de ll'effe ttiva asse nza del granduca (Francesco
È descritto un adattamento che, soprattutto a pmtire Stefano risiede perm anente mente a Vienna), il prestito
dall'ultimo quarto del secolo XV lIT, diverrà molto comu­ di strumenti divie ne pressoché l'unico modo per mante­
ne e al quale non sfuggirà quasi ness uno strumento an­ nere in efficienza gli strumenti, evitare il loro rapido de­
tico: l'inclinazione all'indietro del manico per aumenta­ grado o le inge nti spese di ma nutenzione necessari e : i
re l'inclinazione dell e corde e l'altezza del pontice llo. In "debitori" di strume nti infatti ass umono la responsabi­
tal modo si ottiene una maggiore trasmissione della vi­ lità e l' o nere dell a loro corretta gestione. Afferma nel
brazione delle cord e alla tavola armonica e un maggio­ 1765 il Primo Guardaroba: "è cosa naturale c he chi si fa
re volume sonoro. imprestare uno strumento, che lo mantenga del proprio,
I! documento, comunque molto interessante perché come hanno fatto tutti quelli che tenevano della guarda­
attesta quanto precoci potessero essere siffatte modifi­ roba s imili instrumenti"J7.
che, resta purtroppo una rara testimonianza. Oltre al fat­ L'a mministrazione degli strumenti mu sicali si basa
to che, per le ragioni anzidette, non è documentata la su stretti tornaconti economici; lo strumento restituito
manutenzione ordinaria effettuata dalla Corte ma solo veniva certamente sottoposto a verifica e riammesso so­
qualche intervento straordinario, tantomeno so no docu­ lo se "conservato" COlTettamente (con qualche eccezio­
mentati gli interventi sui numerosi strumenti dati in pre­ ne, come vedremo). Poiché la Guardaroba, dopo la mor­
stito. Già in epoca medicea il costume dei prestiti è lar­ te di Pi etro Mazzetti avve nuta ne l 1744, non solo pre­
gamente praticato, e questa condotta, per diverse buone scinde dal nominare un "custode" degli strumenti aven­
ragioni , prosegue durante i quasi trent'anni di reggenza te i requisiti sopra descri tti 38 , ma nemmeno sembra ave­
lorenese successivi alla morte di Gi an Gaston e .de ' re commissionato per gli strumenti ad arco lavori ad at'­
Per una storia documentaria degli strumenti ad arco di provenienza granduca le 35

Fi g. 3 Anton Domenico Gabbiani, Ferdinando di Cosimo

III e i musici della Corte (particolare con la lira da gamba).

olio su tela, documentato nel 1685.

Firenze, Palazzo Pitti, Appartamenti Monumentali,

i nv. J 890, n. 2808

tigiani esterni, è giocoforza ammettere che tutti gli 111­ A questo primo incari co globale seguiranno negli
terventi di manutenzione, ordinaria e straordinaria nel anni successiv i altre commissioni affidate a Tommaso
più am pio senso de l termine, siano stati commissionati Carcassi, a Giuseppe Carcassi, a Gaspero Piattellini, a
dai "debitori di strumenti ". Alcune testimonianze indi­ Bartolomeo Bimbi e a Luigi Piattellini .
rette confermano tale ipotesi: il contrabbasso di Caspan La piena ripresa della vita della Corte con Pietro
è dato in prestito dal 1753 al J 765 al "parrucchiere 10­ Leopoldo si traduce, nel campo degli strumenti mu sica ­
ren ese" Giovanni Giorgio Mosell "per esercitarlo, e ri­ li, nella profonda trasforma zione della natura de ll a col­
durlo buono"39 Un a viola è restituita nel l 732 da lezione, conseguente non solo ai citati interventi, ma
Cosimo Maria Cecchi "sonatore" nelle condizioni de­ anche a una selezione su base utilitaristica che condulTà
scri tte in un inventari o dello stesso anno: "Una viola a allo scarto e vendita di buona parte dell a collezione me­
braccia di Cremona a quattro corde con suo arco, molto dicea~2. Gli archi, se confrontati con altre categorie stru­
guasta per essere stata scorciata sotto, e sopra"40 mentali , sono parzialmente salvaguardati per il loro ele­
vato valore di mercato e per i costi con tenuti del loro re­
Dal governo di Pietro Leopoldo all'invasione francese cupero.
11 conto del Cm·cassi del 1765 è un documento di
(1765-1799)
grande interesse storico per la quantità e quali tà degli in­
Il periodo ora in esa me si caratteri zza per la quantità terventi; tale da potersi costituire come riferimento per
degli interve nti di manutenzione ord inaria e straordin a­ una visione diacronica delle tend enze del restauro 43 . lla­
ria praticati sugli archi , documen tati da numeros i conti: vori coinvolgono un totale di 35 strumenti ad arco, di c ui
i lavori descritti perlopiù incidono profondamen te sulla 8 violini, 16 "viole" (sen za specificazione della famiglia
struttura degli strumenti e si collocano soprattutto nel­ di appartenenza) e 2 "viole da gamba"; 7 violoncelli e 2
l'ambito del rinnovame nto e del rifacimento. contrabbassi. Tutti gli interventi sono classificabili come
Ancora prima dell'arrivo del nuovo granduca il ammodernamenti o rifacimenti e includono spesso ope­
Primo Guardaroba, senza dubbio seguendo precise razioni di semplice riparazione o di manutenzione, come
istru zioni, ch iede l'immed iata restituzione di tut ti gli la sostituzione delle corde, presente in tutte le voci del
strumenti in mano a terzi. Torn ato in possesso dell'inte­ cont0 44 Sette degli otto violini sono restaurati in modo
ra collezione, Pietro Leopoldo dispone di aftìdare a anal ogo ulla seguente descrizione relativa a uno dei vio­
Lorenzo e Tommaso Carcassi il restau ro degli strumen­ lini del quintetto di Stradivari del 1690: "rassetto un vio­
ti ad arco, almeno di tutti quelli ancora in condizioni di lino di Antonio Stradivarj numero 3658 scoperchiato,
essere utilizzati41. dato il manico in dietro corde, e ponte, e allungato la
36 Giuliana Montanari

cassa". L'inclinazione all'indietro del manico comporta strumento di Caspan è descritto come "contra basso à
(oltre alla sostituzione delle corde) lo scollamento della quattro corde, con cinque bischeri" e quello anonimo
tavola armonica ("coperchio") e il rifacimento del pon­ corrisponde alla "viola da gamba à cinque corde, che
ticello; in alcuni casi (un violino di Niccolò Amati) il ri­ serve anco per contrabassetto" di Jakob Stainer.
facimento della tastiera. Anche la struttura interna può Particolarmente imponenti sono i lavori eseguiti sul pri­
subire profonde modificazioni che consistono nella so­ mo: "scoperchiato un contrabasso di Gio Pietro
stituzione della catena e dell'anima, nel rinforzo della Caspanne 1657 rincollato tutte le catene, rassetto il co­
tavola armonica in corrispondenza dell'anima (indicato perchio, che era sfondato sotto \' anime, ritrato il mani­
nei conti con l'espressione "ringrossato" o "ringrossato co, e rifatto i tasti - tutta l' incordatura del detto contra­
sotto l'anima"), nella sostituzione dello zoccolo (è il ca­ basso", mentre il secondo viene "rincatenato [ ... ] rivisto
so di due violini di Niccolò Amati). Non si fatica a im­ per tutto, e rimesso i tasti" e nuovamente incordato; la
maginare quanto queste operazioni alterino la natura ori­ fornitura di "una chiave di ferro con suo manico per ac­
ginale dello strumento e quanta parte del materiale vada cordare il contrabasso" segnala che esso è dotato di una
irrimediabilmente perduta. meccanica dei piroli.
Difficile invece interpretare l' intervento detto "al­ Il conto di Tommaso Carcassi del 1780 si presenta
lungata la cassa", praticato su sei violini (uno anonimo, fondamentalmente come un insieme di interve nti di ma­
uno di Stradivari, due di Niccolò Amati, uno di Stainer nutenzione anche se non sono escluse operazioni più
e uno di Antonio e Girolamo Amati), a meno che non si drastiche: accanto a revisioni generiche con rifacimento
tratti di una modificazione della custodia. del ponticello ("per accomodatura di un violoncello,
Quattro "viole", di cui due da gamba (soprani ri­ corde, ponti celio, e setole all' arco") troviamo un vio­
spettivamente dei quintetti di Antonio Brensio e di loncello e due violini "scoperchiati" (molto probabil­
Antonio e Girolamo Amati) e due da braccio (degli mente solo a scopo di riparazione della struttura inter­
Amati) sono rimaneggiate in modo simile ai violini: na)46 Soltanto due voci implicano interventi di maggior
"rassetto una viola di Antonio Girolamo Amati di portata: il primo riguarda il rifacimento completo della
Cremona, 1611 scoperchiata, dato il manico indietro, li­ sovrastruttura di una viola d'amore (della quale non si
messo la catena, corde, e ponte"; mentre altre sette "vio­ hanno ulteriori notizie) e il secondo è probabilmente
le" (soprani o contralti da gamba e contralti e tenori da una delle fasi della trasformazione della viola da gamba
braccio) sono trattate alla maniera della seguente: "ras­ di Jakob Stainer ("ridotto una viola a contrabasso pic­
setto una viola di Pellegrino Zannetto, scoperchiata fat­ colo" ), alla quale viene anche applicato un puntale
to la catena, rivista per tutto, corde, e ponte" (tre sono (" piolo di bossolo di sotto").
anche "ringrossate"). Nel conto di Giuseppe Carcassi del 1791 è citata per
Il conto prosegue elencando i lavori fatti a strumen­ la prima volta l'inclinazione del manico di un violon­
ti di taglia più bassa; su sette "viole da gamba" si inter­ cello: "acchomodatura di un vio10nciello di Amati cio
viene secondo la seguente voce: "rassetto una viola di [sic] scoperchiato stacchato e riatacchato il manico in
Antonio Brensus, scoperchiata, rivista per tutto, corde, buona fonna e fatoli tutto ciò che gli bisogni ava - per
ponte, e tasti", mentre soltanto quattro esemplari sono linchordatura e ponticiello dell medesimo"47 Lo stesso
"rincatenati"; si ha comunque sempre il rifacimento dei trattamento è praticato sul violoncello di Senta, su uno
tasti, diversamente da quanto spec ificato a proposito di Amati e su un "violoncello di Bortolo"48 (con rifaci­
delle cinque viole da gamba di taglia acuta, due degli mento di tastiera e cordiera , nel primo caso in ebano,
Amati e tre di Brensio (si confrontino sopra le osserva­ negli altri due in granatiglia).
zioni fatte a questo proposito) . Una riparazione maggio­ Nel 1793 Gasparo Piattellini ammoderna un con­
re è segnalata dalla formulazione: "rassetto una viola a trabbasso al quale ripara anche la tavola armonica e
gamba di Claude Pieraj n 1714 con cassa, scoperchiata, monta un puntale: "per avere accomodato la rottura nel
rassetto tutto il coperchio che era in pezzi, ringrossata fondo di contrabasso - per avere messo un pezzo al ma­
corde, e ponte, e tasti". nicho, e ritirato, e dato sua vernice - per avere fatto un
Cinque dei sette violoncelli subiscono interventi si­ ponticello nuovo e trafolato - per avere fatto il pirone da
mili a quelli citati per le viole da gamba, col rifacimen­ piede da svitare - per avere fatto il capo saldo - per ave­
to della catena (non sempre associato alla pezza all'ani­ re rimesso una corda"49 Il mese successivo Piattellini
ma) e del ponticello. Negli altri due violoncelli (un vio­ interviene su due violoncelli con una riparazione e un
loncello di Niccolò Amati e un "basso di viola" detto probabile ammodernamento con inclinazione del mani­
"violoncello" di Andrea Amati datato 1588) si fanno co ("accomodato un violoncello e fatto un pezzo novo,
inoltre "ritornare le culvazioni, che erono indentro", al manicho, e ponticello novo, e altre cose"; "accomo­
operazione che con ogni probabilità si riferi sce al ripli­ dato un altro violoncello e accomodato la tastiera, e una
stino della curvatura della volta, ceduta sotto la pressio­ piccola rottura e un pirolo nuovo"); nello stesso conto è
ne del ponticello. Un solo strumento ha bisogno di es­ documentata per la prima volta \' inclinazione del mani­
sere "rivisto da tarli" (violoncello di Rocco Doni 45). co di un contrabbasso: "fatto un manicho, a contrabasso
I due contrabbassi inclusi nel Gonto, uno di Caspan nuovo - fatto una tastiera nova di noce d'india per il det­
e uno anonimo, sembrano vicini agli strumenti da gam­ to strumento - i piro li nuovi - rimesso i tasti - rimesso
ba per il numero di corde: nell'inventario del 1700 lo una corda"50
Per una storia documentaria degli strumenti ad arco di provenienza granducale 37

Lo stesso anno Bartolomeo Bimbi sottopone un vio­ be effettivamente risalire agli anni immediatamente pre­
loncello a un pressoché totale rifacimento con modifi­ cedenti la restaurazione lorenese.
cazione del profilo e probabilmente anche del diapa­
son 51 ; "riacomodato un violoncelo di ordine di S.A.R. il Dalla restaurazione lorenese al/a fine del Granducato
quale ho fatto ridotto picholo, e rimesso nelle sue pro­ (1 814-1859)
porzioni come restaurato tutto, e rimesso in grosseze ri­ La collezione degli archi, a partire dal ritorno di
fatto catena nova poticiello [sic] piroli e corde rifatto Ferdinando III di Lorena, si configura come un nucleo
larrne, e tastiera e cordiera"52 fisso che incorpora alcuni strumenti medicei e lorenesi
Nel 1794 Luigi Piattellini, subentrato a Gasparo, sopravvissuti alla depredazione e alcuni strumenti nuo­
ammoderna il violoncello di Rocco Doni: "staccato il vi (come violini di Stradivari e Ruggieri), forse prove­
manico, aggiuntovi un pezzo, rialzato dalla posi tura, e nienti addirittura da Vienna e portati seco dallo stesso
tirato adietro, e tiratolo alla sua grossezza; 11adattata la granduca.
tastiera vecchia; accomodato il ponte, e rimesso una Numerosi conti testimoniano, a partire dal 1823, ]' e­
corda nuova"53 A uno strumento non meglio identifica­ secuzione di lavori in gran parte annoverabili tra le cate­
to appolta la seguente modifica: "staccata la tastiera gorie della manutenzione e della riparazione. Gli stru­
messa più bassa ed addirizzata, messoci il ponticello menti ad arco, gestiti ora con una nuova e diversa con­
nuovo, e una corda nuova"54; inoltre procede all' ammo­ cezione di stabilità, diventano oggetto di particolari cure
dernamento di tre violoncelli in modo simile al seguen­ dovute a un loro valore intrinseco, in parte indipendente
te: "accomodatura d'un violoncello, staccato il manico, dalla funzione sonora: essi hanno ormai acquisito quel­
messo due pezzi, uno dal codolo e l'altro d'avanti - fat­ l'aura leggendaria che si manterrà fino ai giorni nostri e
to la tastiera nuova di granatiglia soda - accomodatura che si esprime attraverso l'elevato valore di mercato.
dei piroli - fatto il ponte, e corde" (soltanto in un caso Nella successiva rassegna verrà dato qualche esem­
si ha il completo rifacimento del manico )55 pio di questa condotta. Saranno soprattutto sottolineati
Il dettagliato esame dei conti mette in evidenza co­ gli interventi che si discostano dall'ottica del manteni­
me gli anni 1793 e 1794 siano stati cruciali per la tra­ mento e apportano modificazioni radicali agli strumen­
sformazione dei violoncelli della collezione, ai quali è ti: spicca, per impOltanza organologica, l'u ltima fase
praticata l'inclinazione del manico, in genere accompa­ della trasformazione dei contrabbassi, con l'eliminazio­
gnata dal rifacimento della sovrastruttura. Alla fine del ne dei legacci (nel 1823), l'inclinazione all'indietro del
secolo pochi sono sicuramente gli strumenti conservati manico e l'eventuale rifacimento della tastiera (negli
in toto: si potrebbe addirittura immaginare che già allo­ anni 1833-1834).
ra soltanto la viola medicea fosse rimasta integra. Nel 1823 il "violinaio" Arcangiolo Bimbi effettua
Dal 1795 al 1799 Luigi Piattellini è incaricato della alcune riparazioni, tra cui citiamo come esempi "11acco­
revisione degli strumenti ad arco della Corte con pre­ modato la tromba marina, ripulita, e rimesso le setole al­
sentazione semestrale dei conti il cui importo forfetta­ l'arco" e due interventi ai violoncelli di Stradiv311 e al­
rio ammonta a lire 2 al mese: il modesto importo è se­ la sua cosiddetta "copia": " rincollato nelle fasce , e ac­
gno della modesta entità degli interventi. Illiutaio si fa comodato una rottura nel coperchio, rimesso due corde
pagare a parte materiali (corde e rifacimento di crini a nuove, e ripulito"; "rincollato sulle punte, ripulito, e rin­
un archetto) e alcuni lavori speciali: "accomodato un cordato tutto"57 Ma lo stesso documento attesta l'elimi­
violino piccolo"56. nazione delle traversine ai tre contrabbassi (anonimo,
Cristofori e Castellani detto della Campana): "levato i
L'interregno borbonico e napoleonico (1 799- 181 4)
tasti , e messo quattordici pezzetti di ebano per riturare
È un periodo breve e poco documentato, che merita le buche della tastiera; rialzato il ponticello, rifatto il ca­
tuttavia una certa attenzione. potasto di avorio, rincollato in diversi luoghi, e ripuli­
Luigi Piattellini conserva l' incarico del "manteni­ to"; "riaccomodato il contrabbasso di Bortolo, [ ... ] ac­
mento" degli strumenti ad arco della Corte agli stessi comodato nelle fasce da piede, messo dei tiranti, rimes­
patti già concordati con l'amministrazione lorenese, so due piccole sverze nel fondo , rimesso quattordici
presen tando conti che ricoprono tutto il periodo dal pezzi di acero nel manico, ridato la vernice, e tutto ri­
1800 al 1807. La regolare attenzione accordata dal go­ pulito"; "contrabbasso coll'arme della Campana - rin­
verno borbonico (che tennina appunto nel 1807) alla collato in diversi luoghi nelle fasce, riturato le buche
manutenzione degli strumenti ad arco sollecita l'ipotesi della tastiera di ebano, e ridata la vernice" . Le citate
che la collezione si fosse almeno in parte conservata , a "buche" sarebbero perforazioni del manico attraversate
dispetto delle i nvasioni francesi dell' inizio del secolo. dal legaccio in budeJlo; servivano per mantenere i le­
Viceversa non è ancora stata 11ntracciata alcuna docu­ gacci in posizione e a risparmiare corda di budello che
mentazione del successivo governo di Elisa Baciocchi altrimenti avrebbe dovuto abbracciare l'intero giro del
Bonaparte e di conseguenza mancano del tutto le noti­ manico . Essendo i legacci in numero di sette, i fori da
zie che riguardano la presenza e la manutenzione degli turare diventano quattordici: sette da una parte e sette
strumenti mu sicali. La frattura individuata nella consi­ dall'altra del manico.
stenza della collezione, con la dispersione pressoché to­ Nel 1826 e 1827 lo stesso Bimbi compie diverse ri­
tale dell' antica dotazione strumentale medicea, potreb­ parazioni minori ("rincollato il contrabbasso di Bortolo,
38 Giuliana Montanari

e ripulito"; "restaurato un violoncello d 'Amati, e rimes­ del R. Palazzo di Residenza"66 Egli perlopiù si limita,
so in corde"; "raccomodato diversi tarli , e rotture" ecc.); negli anni tra il 1851 e il 1859, a fornire e montare cor­
nel 1827 anche un intervento di maggiore entità a un de e a regolare gli strumenti: "rimesso in punto di pon­
contrabbasso: "scoperchiato un contrabasso rimesso tre ticelli e anime i sopraddetti strumenti", "riguardare e te­
catene nel fondo, e rimesso uno zoccolo e due pezzi al nere in buon ordine i suddetti istrumenti" o "visitare i
manico - vernice - corde - ponticello da contrabasso"58. detti strumenti e mantenerli al corista" 67
Seguono altre riparazioni di minore entità nel 1828
e 1829 ("un altro violoncello di Stradivari restaurato Dalla fine del Granducato ai giorni nostri (1859-1999)
sotto l'anima , e rimesso in corde" ; "per altro violoncel­ Il travaglio degli strumenti ad arco della collezione
lo di Stradivari rimesso in pezzetto di orlo, e anima nuo­ lorenese non termina purtroppo nel 1863 con l'affida­
va, e corde" ecc.)59. Nel conto del 1829 è citato anche un mento al Regio Istituto Musicale di Firenze. Due inter­
intervento maggiore, forse un ammodernamento: "sco­ venti minori di Giuseppe Scaram pella (che hanno co­
perchiatura di una viola rimesso due cerchietti, e zocco­ munque richiesto lo scollamento della tavola armonica)
lo nuovo, rifatta la tastiera soda di ebano, ponticello, ca­ coinvolgono rispettivamente nel 1869 la viola medicea
potasto, e corde"60. e nel 1885 il violoncello di Niccolò Amati.
A partire dal 1833 la manutenzione degli archi è af­ Procedendo in ordine di importanza, nel 1901 illiu­
fidata a Gaetano Piattellini che esordisce con importan­ taio Valentino De Zorzi 'migliora' il contrabbasso di
ti lavori al contrabbasso Castellani e all'anonimo a tre Bartolomeo Cristofori aumentando il numero di corde da
corde, preventivati da una relazione che sfOitunatamen­ quattro a cinque e dotandolo di un nuovo manico (in luo­
te non è pervenuta: "al contrabbasso della Campana = go di quello precedente, molto COlto stando alle testimo­
scoperto e rifatto lo zoccolo di sopra, non essendo desi­ nianze). Il manico originale non è più stato ritrovat068
gnato nella relazione, sbassate le fasce, e ricerchiato tut­ Ma all'intervento più funesto, commissionato dal
to in giro, rifatta la catena al coperchio, ritirata su la cur­ Regio Istituto Musicale e approvato dal Ministero
vazione al coperchio - corde nuove - ponticello nuovo ­ dell' Istruzione Pubblica, soggiace il violoncello di
meccanismo d'ottone - messo un pezzo al manico per Antonio Stradivari, per mano dello stesso Luigi
portarlo più fuori - tastiera d'ebano ferro"; "all'altro Castellani che aveva curato, sotto il governo lorenese, la
contrabbasso piccolo = scoperto, e riaccomodato una sua conservazione. L'operazione prende avvio dal ri­
rottura nel fondo, e riguardato altre rotture, fatto quattro scontro della presenza di tarli : cogliendo l'occasione
punte al coperchio, e più è occorso rifare lo zoccolo da della necessaria riparazione, il presidente del B-egio
piede che era tutto intarlato, che sulla relazione non è Istituto propone di "rimontare a modo moderno questo
marcato - corde nuove - ponticello nuovo - tastiera d'e­ strumento, sia allungando alquanto ed impiantandone
ban ferro - dato due mani di vernice per ciascheduno"61. più stabilmente il manico, sia rinforzimdo la catena, sia
È la volta nel 1834 di un contrabbasso non identificato, facendo in una parola tutti quei piccoli lavori che so­
probabilmente quello di Cristofori, sul quale non si era gliono farsi agli antichi strumenti per potersi suonare
intervenuto l'anno precedente: "per averlo scoperto, e ri­ convenientemente la moderna musica"69 Nel contratto
tirata sù la curvazione del coperchio che aveva ceduto in di restauro, stipulato in data 16 luglio 1877, si stabilisce
conseguenza delle rotture, e risarcite tutte le rotture, e "di rifargli di giusta misura il tronco del manico, con­
messa una ingrossatura al coperchio, rifatta la catena, servandone per altro il bottone e la chiocciola, di rial­
spiantata la tastiera, e riattato il ponticello"62 zarne dove è depressa la tavola di armonia, di cambiar­
Altri conti dello stesso Gaetano Piattellini degli anni ne la catena, di restaurarne i guasti prodotti dal tarlo, ed
tra il 1840 e il 1845 si riferiscono principalmente alla operarvi ogni altro necessario restauro". Il 20 settembre
fornitura di corde e a poche riparazioni di modesta en­ 1877 gli espelti che erano stati incaricati di seguire i la­
tità ("rimesso un pezzo di madreperla al pirolo del vio­ vori di restauro si dichiarano del tutto soddisfatti della
lino di Stradivari"; "rincol1ato un violoncello"; "rifatto loro riuscita.
la staffa a un violino di StradivaJ;") o voci generiche co­ Le vicende dei violoncelli di Rocco Doni e Fabrizio
me "due gite fatte per riguardare , e mettere in ordine tut­ Senta tra la fine del Granducato nel 1859 e il loro in­
ti gli strumenti"63. Nel 1845 il liutaio provvede alla so­ gresso nel Museo del Conservatorio nel 1926 non pos­
stituzione totale della sovrastruttura del falso violoncel­ sono ancora essere ricostruite, perché gli archivi di
lo Stradivari datato 1660: "al violoncello piccolo con Palazzo Pitti attendono una sistemazione che ne renda
cartello di Stradivari rifatta una cordiera d ' ebano sodo­ produttiva la consultazione. Dobbiamo limùarci a pren­
al medesimo fatta la tastiera simile - al medesimo fatto dere nota della possibilità che questi due strumenti siano
il pirone che tiene la cordiera, di giuggiolo - al suddetto stati restaurati anche a più riprese nel periodo indicato.
rifatta la staffa di corda da contrabbasso alla cordiera ­
per il detto violoncello tutte le corde nuove"M
CONSIDERAZIONI SU ATTRIBUZIONI E AUTENTICITÀ DEGLI
Dal 1849 subentra Luigi Castellani 65 , liutaio e com­
STRUMENTI PERVEI\'UTI
merciante (nei documenti citato come "restauratore e
negoziante d'istrumenti armonici"), incaricato di prov­ L'elaborazione delle fonti d'archivio è un indispen­
vedere "fino a nuovo ordine alla conservazione dei ce­ sabi le momento di verifica del ruolo svolto da uno stru­
lebri strumenti musicali che si trovano nella Guardaroba mento nel contesto di una particolare collezione, nonché
Per una storia documelllaria deg li strumenti ad arco di provenienza granducale 39

delle ragioni storic he della sua stessa sopra vviven za. Le più feconda , per arrivare a un 'i ntegra zione degli speci­
principali novità che posso no scaturire da una simi le ri­ fici campi d ' indagine, storico e tecnologic0 70
cerca ri guardano: l' effetti vo ingresso di un esemplare Nei paragrafi seguenti si cercherà di assemblare,
nella collezione ; la sua possibile derivazione - medi ata strumento per strumento, tutte le informazioni docu­
dalle modificazion i subite - da uno strumento antico (ed mentarie disponibili sulla base del presunto momento di
eventualmente diverso); la datazione di sue singole par­ ingresso nella collezione: si di stingueranno rispettiva­
ti (manico, cavigliere, cordiera, catena, zoccolo, rinfor­ mente esemplari di sicura o di incerta derivazione me­
zi interni in generale, puntai e) e della parziale alterazio­ dicea ed esemplari di sicura derivazione lorenese, sette­
ne di tali parti (restauro della tavola armonica per causa centesca e ottocentesca.
di crepe, rotture o azione dei tarli ecc.). I riscontri do­
cumentari, oltre a mettere in discussione l'originalità di Strumenti di sicura derivazione medicea
parti della struttura e offrire persino lo spunto per re­ I. La viola tenore di Antonio Stradivari datata 1690, fig. 4
spingere o ava ll are l'attribu zione di uno strumento, pos­ attualmente al numero 15 del catalogo degli strumenti
sono indirizzare le analisi sc ientifiche nella direzione del Museo del Conservatorio "Luigi Cherubini"7l; è

Fig. 4 Viola tenore di Antonio Stradivari, 1690, n. cat. 15: vista frontale e di profilo; particolari del cavigliere e degli intarsi di
madreperl a sulla tastiera e sulla cordiera.
40 Giuliana Montanari

senza dubbio lo strumento elencato nell'inventario del (indicati entrambi come "violoncello Stradivari"). Con
1700 come parte di un quintetto12: appropriate analisi scientifiche si potrebbe forse risalire
Un concerto di cinque strumenti compagni a quattro cor­ all ' intervento effettuato sullo strumento; ad esempio,
de, cioè due soprani, o violini, contralto, e tenore viola, et un nel 1823 Arcangiolo Bimbi dichiara di avere "rincollato
violoncello, o basso, con fondo di abeto, manico, fascie, e cor­ sulle punte, ripulito, e rincordato tutto" uno dei violon­
po di acero verniciato, con due filetti neri intarsiati su le testa­ celli di Stradivari e "rincollato nelle fasce, e accomoda­
te torno torno, con ponticelli di acero, con lavori fatti a penna,
to una rottura nel coperchio, rimesso due corde nuove, e
con cordiera, e tastiera di acero intarsia ta d ' un a striscia di ser­
pentino con un filetto d ' avorio tomo tomo intarsiato, et uno ripulito" l'al tr0 79 ; nel 1828 di avere "restaurato sotto l'a­
d'ebano con un amorino per aria in atto di tirare un a freccia di nima, e rimesso in corde" un violoncello Stradivari e
madre perla intarsiato su la cordiera, et un fiore simile nel fon­ avere "rimesso un pezzetto di orlo, e anima nuova, e
do della medesima, e su la tastiera vi è l'arme sereni ssima pu­ corde" all'altro80 . Questi e analoghi interventi ottocen­
re di madre perla intarsiata, con bischeri tinti di nero con col­
teschi segnalano co munque una linea predominante di
larino, e pallina d'avorio , con un polizzino stampato per di
dentro nel corpo, che dice Antonius Stradivarius Cremonensis mantenimento. In epoca settecen tesca il violoncello
faciebat anno 1690, con questa marc a con suoi archi di f~ soggiorna a lungo in magazzino dopo essere stato re­
serpentino, e sua contro cassa coperta di CUOIO nero , e '.' staurato da Lorenzo e Tommaso Carcassi nel 1765:
gangheri a ciasched'un pezzo, fuori che al violoncello, che "rassetto un violoncello di Antonio Stradivarj numero
l'ha per di fuora di vacchetta rossa, e per di dentro, è foderato
1690 scoperchiato, ringrossato sotto l'anima, e ri visto
di morlacco bianco, con suoi gangheri, e toppa
corde, e ponte - per un arco di verzino fernabucch da
Procedendo a ritroso nell'esame della documenta­ vioioncello"s i. In epoca medicea e di reggenza lorenese
zione attinente, troviamo il citato intervento a protezio­ sono documentati diversi prestiti: ad esempio, esso è in
ne dai tarli effettuato da Giuseppe Scarampella nel mano di Giuseppe M. Tanfani (aiutante di ca mera del
1869, duran te il quale illiutaio "dopo aver scoperchia­ gran principe, successivamente granduca, Gian Gastone
to lo strumento, mostrò che il 'piano armonico' era sta­ de' Medici) dal 1717 al 174082 ; presso l'abate Francesco
to corretto e rinforzato dal suo autore Stradivari, che M. Tofa nari , segretario del guardaroba maggiore
non aveva mancato di scrivere, nell ' interno di esso, che Vincenzo Riccardi , dal 1743 al 176583 Come abbiamo
quelle correzioni che si vedevano erano state da lui stes­ già ricordato, durante l'affidamento a terzi gli strumen­
so apportate, aggiungendo: 'Prima 20 ottobre 1690 per ti erano sicuramente oggetto di un' adeguata manuten­
SA da Fiorenza"', testimoniando così un Plimo e pre­ zione e forse anche di qualche intervento più invasivo
coce rimaneggiamento ad opera dell'autore stess0 73 non documentabile.
Tra il 1823 e il 1843, oltre a ripulitura, cambiamen­ L'eventuale rifaci mento del manico può essere acca­
ti delle corde e della staffa, la viola è "rincollata" sulle duto nel 1793 o 1794 per mano di Gaspero o Luigi
punte e forse in altre parti. Citiamo l'i ntervento più si­ Piattellini; corrisponderebbe in questo caso a uno degli
gnificativo, avvenuto nel 1823 per mano di Arcangiolo ammodernamenti citati che non precisano lo strumento
Bimbi: "accomodatura di una viola di Stradivari in di­ cui si riferiscono. In tal caso questo prezioso esemplare
versi tarli, e ripulita [L] 6"74. avrebbe molto probabilmente ancora il manico antico e
Non sono stati trovati documenti settecenteschi che ]' antica sovrastruttura (all' epoca in genere riutilizzati):
attestino interventi su questo strumento; la viola ha sog­ possiamo affermare che il danno maggiore causatogli
giornato perlopiù in Guardaroba, ad eccezione di un sia effettivamente da imputare all'inopportuna politic a
prestito al marchese di Ligneville tra gli anni 1762 e del Regio Istituto Musicale e alla mancata protezione
17767'. del Mini stero all'Is truzione all' epoca dell'intervento del
Sulla base delle fonti archivistiche disponibili , si Castellani 84.
può tuttora supporre che la viola tenore sia stata rispar­
miata da eccessive manipolazioni, soggiacendo a pochi III. Il violoncello di Niccolò Amati datato 1660, og­
interventi di carattere conservativo: essa appare senza gi al Museo del Conservatorio e catalogato al numero
dubbio come lo strumento antico più integro dell'attua­ 3285 , ha lo stemma mediceo in madreperla sulla tastiera
le collezione76 e una guarnizione in madreperla sulla cordiera. Si ritie­
ne sia appartenuto alla collezione di Ferdin ando de'
II. Allo stesso citato con certo mediceo appartiene il Medici e corrisponda alla seguente descrizione de Il ' in­
fig. 5 violoncello di Antonio Stradivari datato 1690, attual­ ventario del 170086 :
mente al numero 33 del catalogo degli strumenti del
Museo del Conservatorio "Luigi Cherubini "77. Un violoncello da ga mba a quattro co rde con fondo di
abe to , ponticello, fascie, e corpo di acero verniciato, con due
Lo strumento attuale di autentico non ha che il cor­
fIletti neri intarsiati su le testate torno torno, con m anico, cor­
po e il ricciolo grazie al pesante intervento attu ato nel diera, e tastiera simile, con qu alche lavoro a mostacciolo di fi­
1877 da Lui gi Castellani e prima descritto. Un rapporto letti neri intarsiati, e bischeri di bossolo, con un polizzi no
redatto per l'occasione afferma che il manico era stato stampato per di dentro nel corpo, che dice Nicolaus Amatus
"già rifatto in antico"78. I documenti d'archivio elenca­ Cremon. Hieronyrru fil. , Antonij nepos fecit 1660 con suo ar­
co eli serpenti no, e sua contro cassa di noce, che si apre per
no diverse riparazioni attuate su questo strumento e sul­
banda, con suoi maschietti toppa, e gangheri, con alcuni guan­
la cosiddetta "copia" (oggi attribuita a Gasparo cialetti di frustagno verde imbottiti, con il luogo per due archi
Piattellini), distinguendo raramente tra i due strumenti scavato nel di dentro del coperchio
Per una storia documentaria degli strumenti ad arco di provenienza granducale 41

È compreso tra gli strumenti restaurati dai Carcassi mento di nuovi pezzetti di legno). Nel 1885 Giuseppe
nel 1765: "rassetto un violoncello di Niccolaus Amati di Scarampella interviene ancora per guasti prodotti dai
Cremona numero 1660 rincatenato, e rivisto per tutto, tarli. Il ponticello, che a lungo è stato ritenuto originale,
corde, e ponte"87 ; la sua presenza è documentata fino al difficilmente potrebbe essere tale, tenuto conto del!' evi­
1791 negli inventari del magazzino. denza documentaria dei citati restauri del 179 1.
Un altro violoncello di Niccolò Amati, datato 1642, In conclusione, questo strumento è con ogni proba­
formava parte della collezione medicea; esso, come il bilità antico e originale, anche se forse non è lo stesso
precedente, risulta nel!' inventario del 1700 e sopravvive viol oncello del 1660 della collezione medicea: si ha in­
almeno fino al 1791. Citiamo questo esemplare, fratello fatti la sensazione che i cartelli possano essere stati ma­
di quello sopravvissuto, perché un conto di Giuseppe neggi ati con leggerezza o forse con indifferenza (si con­
Carcassi del 1791 che li riguarda entrambi non specifi­ fronti con quanto rilevato a proposito del fal so v iolon­
ca a quale si riferiscano i seguenti interventi: "accho­ cello Stradivari).
modatura di un violonciello di Amati cio [sic] scopo-­
chiato stacchato e riatacchato il manico in buona forma IV. Uno strumento che sicuramente appartiene alla
e fatoli tutto cio che gli bisogniava - rinchordatura e collezione del gran principe Ferdinando è un violoncel­
ponticiello dell medesimo" e "assettatura di un violon­ lo di Fabrizio Senta, attualmente a catalogo con il nu­
ciello di Amati cioè scoperchiato e assetato le fascie e mero 43 93 e così descritto nel 170094:
riadatato il manico e reso servibi1e - avergli rifatto la ta­ Un violoncello da gamba a quattro corde, con fondo di
stiera e cordiera al medesimo di granatiglia - inchorda­ abeto, con manico, fascie, e corpo di acero verniciato con du e
tura nova e ponticiello"88. In entrambi i casi si ha l'in­ filetti neri intarsiati su le testate torno torno con ponticello di
acero senza vernice, con bische11 tinti di nero, con cordiera, e
clinazione all' indietro del manico, ma nel primo inter­
tastiera impiallacciata di ebano, con un polizzino stampato per
vento sembra non avere luogo la sostituzione della so­ di dentro nel corpo, che dice Fabritius Senta fecit Taurini an­
vrastruttura: a meno di non immaginare un "trapian to" no 1667, con suo arco di acero verniciato, e sua contro cassa
dello stemma della tastiera e della decorazione della bianca d ' albero, e sua toppa
cordiera nei nuovi elementi, il nostro violoncello do­
È incorporato al Museo del Conservatorio il 29 mar­
vrebbe cOlTispondere alla prima delle due voci.
zo del 1926 assieme al violoncello di Rocco Doni. Non
I! tutto è destinato a complicarsi ulteriormente per la
sono documen tati interventi ottocenteschi su questi due
presenza un terzo violoncello di Niccolò Amati, escluso
strumenti , registrati negli inventari di Palazzo Vecchio
dal!' inventario del gran principe Ferdinando pei-ché al
nel 1815 e nel 1829 . 11 primo restauro che incon triamo
momento si trovava in mano di Isidoro M. Salvetti 89
andando a ritroso avviene nel 1791 per mano di
Questo strumento, dopo essere passato per diverse ma­
Giuseppe Carcass i e consiste in un ammodernamento
ni, è in deposito a magazzino, nel 1791, assieme agl i al­
con lifacimento della sovrastruttura, modificazione del
tri due90 È anche opportuno ricordare l'importante mo­
manico e riparazione dell a struttura: "liacchomodato alI
dificazione che nel 1793 Bartolomeo Bimbi porta a ter­
violonciello di Senta di Milano [sic] cio scoperchi ato ri­
mine su un violoncello con stemma med iceo, con rifa­
messo nel suo punto il manico ridotto servibile e re­
cimento dell' arme sulla nuova sovrastruttura: "riacomo­
staurato il coperchio - rifatto ali medesimo la tastiera e
dato un violoncelo di ordine di S.A.R. il quale ho fatto ri­
cordiera di ebano - rinchordatura al medesimo nova e
dotto picholo, e rimesso nelle sue proporzioni come re­ ponticiello - lifatto larcho novo con setole - fattura di
staurato tutto , e rimesso in grosseze rifatto catena nova una cassa nova per il medesimo - felTamenti per la me­
poticiello [sic] piroli e corde rifatto l'arme, e tastiera e desima"95 Ventisei anni prima era stato restaura to da
cordiera"91.
Lorenzo e Tommaso Carcassi, che rifanno la catena e il
La presenza deJlo stemma fa certamente pen sare agli
ponticello: "Per ave re rivi sto un violoncello di
strumenti Amati e forse addirittw-a al violoncello di Fabbrizio Senta di Turino numero 1667 lincatenato,
Antonio e Girol amo del 1619: uno strumento della col­ corde, e ponte"96 In precedenza era stato dato in presti­
lezione del gran principe Ferdinando, che, come molti
to a Francesco M. Tofanari dal 1739 al 1743 97 ; a
"bassetti" seicenteschi, poteva essere fuori taglia rispet­ Gaetano Seti tapezziere "per uso d'un suo figlio" dal
to ai modelli e alla prassi esecutiva della fine del
1751 al 175998
Settecent0 92 Dopo il 1791 le testimonianze documenta­ In questo caso , come nel seguente, il vuoto di docu­
rie cessano fino al 18 19 , anno di redazione del Plimo in­ mentazione sia della Corte granducale, sia del successi­
ventario di Pitti successivo alla restaurazione dei Lorena. vo periodo, non consente di esplimere maggiori consi­
Da quest'anno i documenti registrano la costante pre­ derazioni: si può solo essere certi della provenienza me­
senza di un violoncello di Niccolò Amati datato 1660. dicea dell o strumento e presumere che la sovrastruttura
Nei conti di manutenzione ottocentesch i esso è tal­ - a meno di successivi rifacimenti - possa risalire agli
volta sovrapposto al falso violoncello Stradivari datato ultimi anni del secolo XVIII.
1660, che viene anche detto " altro violoncello d'Amati".
Gli interventi sono prevalentemente di mantenimento ; V. Anche il violoncello di Rocco Domenico Doni, al
spesso contengono riferimenti all' infestazione di tarli (si numero 39 del catalogo del Museo del Conservatori099 ,
parla anche di riparazione di alcune rotture con inseri­ è descritto nell'inventario del 1700 100 :
42 Giuliana MOl1lanari

Fig. 5 Viol oncello di Antonio


Strad iva ri , 1690, n. ca t. 33;
vista front e, proti lo e re tro.

Fig. 6 Violin o di Niccolò Amati,


1662, n. cat. 2; vista fronte e
retro.
Per una storia documentaria degli st rumenti ad arco di p rovenienza grandu cale 43

dO"102
Dal 1777 al 1791 si trova a magazzino in catti ve
condizioni: " un bassetto del Padre Roccus Domenico
fat to ne ll ' anno 1691 [sic] guasto con suo arco pure gua­
sto, sen za crini, e sua custodi a di legno coperta di pelle
nera; e per di dentro paonazza rotta" 103
Non essendo state trovate annotazioni di presti ti in
epoca medicea o lorenese si può per ora pen sare che il
suo decadimento sia da imputare a una lunga e inopero­
sa permanenza in Guardaroba. Si potrebbe in questo ca­
so avere uno strumento autentico in tutte le sue parti ,
nono stante un rimaneggiamento tardo-settecentesco che
apporta alcune modifiche ad esse (si tenga comunque
presente, come per il violoncello di Senta, ]' incomple­
tezza dell'evidenza documen taria).

Strumenti di incerta derivazione medicea


VI. Con il numero 2 del catalogo del Mu seo del
Con servatorio è con trassegnato un violino del 1662 di fig . 6
Niccolò Amati (secondo il cartello), avente una guarni­
zione d ' argento sulla cordiera raffig urante lo stemma
med iceo e che alcuni esperti "reputano della sc uola di
Nicola Amati, ma non proprio del maestro"I 04.
Esso è regol armente elencato negli inventari dal
181 9 all a data della conseg na al Regio Ist ituto
Mu sicale. Negli anni tra il 1823 e il 1829 Arcangiolo
Bimbi interviene a più lip rese su questo e un altro "vio­
lino di Amati" (dal 1863 attribuito a Gragn ani, si veda
oltre) con interventi di manutenzione e riparazione: ri­
pulitura, sos tituzione delle corde, di crini agli archetti e
diverse rincollature non megl io descritte; nel 1828 è se­
gnal ata una liparazione " in diverse rotture sul coper­
ch io"1 05
Fi g. 7 Vio loncell o di Gaspero Piattellini, 1780, La prima annotazione settecentesca che direttamen­
n. cal. 37; vista frontale. te si può mettere in relazione a questo strumento risale
al 1778: "Un violino di Niccolò Amati di Cremona del
Un violoncello da gamba a qu attro corde, con manico, 1662 con cordiera, e tastiera di ebano, avolio, e agrifo­
fondo, fascie, e corpo di cipresso verniciato, con due filetti ne­ glio. Un arco di verginio per detto . Una sacchetta di fru­
ri intarsiati su le testate torno torno, con ponticello di acero stagno per detto. Una cu stod ia da violino tinta verde so­
senza vernice, e bischeri di bosso lo, con cordiera, e tastiera pra e dentro pelle gialla"1 06 La sua presenza è confer­
impiallacciata di acero vern iciato con filetti neri nel mezzo,
mata negli inventari del magazzino fino al 1791.
con un polizzino manuscritto per di dentro nel corpo, che di­
ce P. Roccus Dom inicus de Donis fecit Florentiae anno salutis La compars a improvv isa di questo strumento nel
1696, con sua contro cassa, che si apre per banda, co n suoi 1778 è quantomeno curiosa, perché la Corte granduca le
maschietti, toppa, e ga ngher i, coperta per di fu ora di cuoio ne­ possiede all'epoca ben quattro violini di Niccolò Amati ,
ro, e per di dentro foderata di morlacco pavonazzo già prese nti nel 1700 nella co llezione del gran principe
Come il precede nte strumento di Senta, è inventari a­ Ferd inando lO7 :
to nel 1815 e 1829; dal 1859 resta a Palazzo Pitti per es­ Un violino a quattro corde, con fondo d'abeto, con fascie ,
sere trasferito al museo il 29 marzo del 1926 101 . e corpo d'acero verniciato, con due filetti neri intars iati su le
Nel 1794 Luigi Pi attellini pratica l'incl inazione al­ testate torno torno, con bischeri , tastiera , e cordi era d'ebano et
il fond o di detto violino è stato rifatto di nuovo dal Reverendo
l' indietro del manico senza sostituirlo, recuperando ta­
Prete Rocco, con suo ponticello d'acero, con un polizzin o per
stiera e ponticell o originali e corredando lo strumento di di dentro nel corpo, che dice Nicolaus Amatus Cremonen.
un nuovo archetto "alla francese": "per aver staccato il Hieronymi fil., ac Antonij nepos fecit 1644, con sua cassa al­
man ico, aggiuntovi un pezzo, rialzato dalla posi tura, e l' italiana foderata per di dentro di rosso, e per di fu ora di cuoio
tirato adietro, e tiratolo alla sua grossezza; riadattata la rosso , bull enata, ma assa i vecc hia
Un violi no a quattro corde con fondo di abeto, con fasci e,
tastiera vecchia; accomodato il ponte, e rimesso una e corpo di acero verniciato con due filetti neri intarsiati su le te­
corda nuova il tutto ad un violoncello del Prete Rocco state torno torno, con bischeri , e ponticelJo d'acero, con cor­
Doni. Per aver fatto un arco nuovo per detto alla france­ diera, e tastiera d'ebano, con un poli zzino nel corpo per di den­
se, con finimenti di avorio, e sue setole, il tutto d'accor­ tro che dice Nicolaus Amatu s Cremonen . Hieronymi fi l., ac
44 Giuliana Montanari

Un violino a quattro corde con fondo d'abeto, con fascie,


e corpo d'acero verniciato con due filetti neri intarsiati su le
te sta te tomo torno, con bischeri di bossolo , e ponticello d'a­
cero, con tastiera, e cordiera d 'ebano, con un polizzi no per di
dentro nel corpo, che dice Nicolaus Am atus Cremonen.
Hi eronymi fil., ac AnlOnij nepos fecit 1651 , senza cassa

L'ipotesi che il violino del 1662 sia un nuovo acqui­


sto lorenese è resa ancora più improbabile dalla presen­
za del!' arme medicea. Si possono avanzare due suppo­
sizioni: uno dei cartelli (probabilmente quello del 1651)
potrebbe essere stato trascritto erroneamente, oppure
per qualche ragione, ad esempio in occasione di un re­
stauro, può essere stato ritenuto opportuno o necessario
sostituire il cartello originale.
I quattro violini citati sono tutti coinvolti nel 1765
nei lavori di Lorenzo e Tommaso Cm-cassi (che indica­
no lo strumento del 1644 col numero d'inventario 3655
e gli altri tre col numero 3656): "rassetto un violino di
Niccolaus Amati di Cremona numero 3655 scoperchia­
to, dato il manico indietro rifatto la tastiera, e impiallac­
ciata di ebano, corde, e ponte, e allungato la cassa";
"rassetto un violino di Niccolo Amati di Cremona nu­
mero 3656, scoperchiato, e dato il manico in dietro cor­
de, e ponte, e allungata la cassa"; "rassetto altro violino
di detto autore numero 3656, scoperchiato dato il mani­
co in dietro , e ringrossato, corde, e ponte"; "rassetto al­
tro violino, di detto autore numero 3656 scoperchiato,
11ngrossato, messo la catena nuova, corde, e ponte" I08.
Questa potrebbe essere stata l'occasione dello scam­
bio di cm-tello; i tre ultimi violini sono inventariati ·nel
1769 e soltanto uno di loro in documenti successivi: è
assai probabile che il violino del 1662 non sia altro che
uno degli altri due con nuovo cartello (o cartello deci­
frato diversamente). La documentazione conforta dun­
que ]' ipotesi della derivazione medicea del violino e
del!' attribuzione diretta al grande maestro cremonese.

VII. Contrassegnato con il numero 40 del catalogo fig. 8


degli strumenti del Museo del Conservatorio "Luigi
Cherubini"lo9, il contrabbasso anonimo a tre corde po­
trebbe essere, secondo alcuni esperti, un Amati , mentre
secondo l'inventario di consegna al Regio Istituto
Musicale nel 1863 sarebbe di "scuola antica bolognese".
Possiamo seguire a ritroso e con sicurezza le anno­
tazioni d' inventario fino al 1819. Per mano di Gaetano
Piattellini nel 1833 si hanno alcune riparazioni alla
struttura e la sostituzione della tastiera e del ponticello,
nonché la completa 11verniciatura: "all 'altro contrabbas­
so piccolo = scoperto, e riaccomodato una rottura nel
fondo, e riguardato altre rotture, fatto quattro punte al
coperchio, e piil è occorso rifare lo zoccolo da piede che
Fig. 8 Contrabbasso anonimo a tre corde, n. cat. 40; vista
era tutto intarlato, che sulla relazione non è marcato ­
frontale.
corde nuove - ponticello nuovo - tastiera d'eban ferro­
AnlOnij nepos fecit 1641, con sua cassa foderata per di dentro dato due mani di vernice"llo
di velluto rosso, e per di fuori di cuoio rosso con sua serratura
Qu esto strumento potrebbe essere arrivato da Vienna
Un violino a quattro corde con fondo d'abeto, con fascie,
e corpo d'acero verniciato con due filetti neri intarsiati su le . al ritorno di Ferdinando m, ma si possono fare altre due
testate torno torno, con ponticello d' acero, e bischeri, con sua ipotesi, da sottopolTe eventualmente al vaglio di analisi
tastiera, e cordiera d'ebano, ·con un poli zzino nel corpo per di scientifiche e all'esame di esperti: vi si potrebbe intra­
dentro, che dice Nicolaus Amatus Cremonen. Hieronymi fil. vedere l'identità di due antichi contrabbassi della colle­
ac Antonij nepos fecit 1643, senza cassa
zione medicea.
Per una storia documentaria degli strumenti ad arco di provenienza granducale 45

La prima ipotesi concerne un "contrabbassetto" di Strumenti di derivazione lorenese settecentesca


Jakob Stainer, così descritto nell' inventario di
VIII. Al numero 43 del catalogo degli strumenti del fig. 9
Ferdinando de' Medici III:
Mu seo del Conservatorio"9 corrisponde il contrabbasso
Una viola da gamba a cinque corde, che serve anco per delliutaio fiorentino Bartolomeo Castellani 120, strumen­
contra bassetto, con fo ndo di abeto, manico, ponticello, fascie,
to tardo settecentesco datato 1792. La sua presenza alla
e corpo di acero verniciato, con due filetti neri intarsiati su le
testate torno torno, con bischeri di noce, tastiera, e cordiera di Corte granducale non può a rigore essere certa fino al
sorbo verniciata, e intars iata con tre filetti d ' avorio fatta in 1819, ma il restauro nel 1793 di un "contrabasso nuovo"
Inspruch da Jac obus Stainer prope Enipontum, con suo arco di per mano di Gaspero Piattellini rende probabile il suo
sorbo, e sua contro cassa coperta d'incerato verde, con sua ingresso nella collezione poco dopo la costruzione. È
toppa, e gangheri
curioso il fatto che si renda subito necessario il rifaci­
Presente negli inventari settecenteschi di epoca me­ mento del manico (una spiegazione potrebbe fondarsi
dicea e lorenese, è dato in prestito dal 1755 al 1765 al­ sull' aumento o diminuzione del numero originale di
l'abate Antonino U guccioni 112; indi Loren zo e corde): "fatto un manicho, a contrabasso nuovo - fatto
Tommaso Carcassi effettuano un intervento prevalente­ una tastiera nova di noce d'india per il detto strumento
mente manutentivo: "rincatenato altro contrabasso più - piroli nuovi - rimesso i tasti - rimesso una corda"1 21.
piccolo, rivisto per tutto, e rimesso i tasti - incordatura Dal 1819 questo strumento è regolarmente citato in
di detto co ntrabasso - un arco nuovo per detto contra­ inventari nonch é in conti: spesso indicato come con­
basso - una chiave di ferro con suo manico per accor­ trabbasso "della Campana" per l'arme che reca sul fon­
dare il contrabasso"113 do in vicinanza del codolo.
Viceversa, un successivo restauro di Tommaso Gli interventi degli anni tra il 1823 e il 1833 hanno
Carcassi si presenta come una trasformazione più spin­ spesso un carattere invasivo; nel 1823, oltre a qualche
ta che contempla anche il lifacimento del ponticello e il riparazione, si ha l'eliminazione dei legacci: "altro con­
montaggio di un puntale: "ridotto una viola a contra­ trabbasso coll'arme della Campana, per averlo Iincolla­
basso piccolo - corde, ponticello, piolo di bossolo di to in diversi luoghi nelle fasce, riturato le buche della ta­
sotto, e setole all' arco della medesima viola""4 stiera di e bano, e ridata la vernice"l22 Nel 1833 Gaspero
Le ultime registrazioni a inventario settecentesche Piattellini effettua una Iistrutturazione che co involge
risalgono al 1791; dopodiché occorre presumere che il profondamente la struttura interna e la sovrastruttura:
contrabbassetto, sopravvissuto all' esilio dei Lorena e "contrabbasso della Campana = scoperto e rifatto lo
avendo subito a un certo punto la ridu zione a tre corde , zoccolo di sopra, non essendo designato nella relazione,
si ritrovi come parte della collezione ottocentesca. sbassate le fasce, e Iicerchiato tutto in giro, rifatta la ca­
La seconda possibilità riguarda un contrabbasso di tena al coperchio, ritirata su la curvazione al coperchio
Giovanni Pietro Caspan , che scompare dai documenti di - corde nuove - ponticello nuovo - meccanismo d'otto­
archivio nel 1792, già presente nell' inventario del ne ­ messo un pezzo al manico per portarlo più fuor i ­
1700 115 : tasti era d'ebano ferro - dato due mani di vernice"1 23
Un contra basso a quattro corde, con cinque bischeri, con IX. Con il numero di catalogo 47 124 è indicata una fig. lO
fondo d'abeto , con fascie, corpo, tastiera, manico, e bischerie­
tromba marina anonima, che, come il contrabbasso di
ra di acero verniciato con filetti neri intarsiati su le testate tor­
no torno, et alcuni lavori a mostacciolo di detti filetti su la ta­ Castellani, è regolarmente annotata negli inventari otto­
stiera, con bi scheri , e ponticello di bossolo, con un iscritione centeschi: in questo caso è stata rintracciata anche una
nel corpo per di dentro, di lettere grandi , che dice Gio Pietro registrazione del 1795 125 . Lo s trumento è stato probabil­
Caspan in Venezia 1657, con due archi, uno di eba no , e l'altro me nte acquistato qualche anno pIima perché nel 1793
di leccio, con una chiave di ferro per movere i bischeri, con
Gaspero Piattellini costruisce una "cassa per una trom­
sua calza di frustagno verde, e sua contro cassa coperta di in­
cerato verde, con due toppe, e sua chiave ba marina", rivestita internamente di "frustagno verde",
con "mastietti di ottone" , "toppa e chiave di masello" e
Resta a lungo in mano a terzi: dal 173 8 al 1753 pres­ " due maniglie indorate" , descrizione che sembra coinci­
so Luca Biscardi "sonatore di contrabasso""6; dal 1753 dere con quella della custodia che accompagna lo stru­
al 1765 presso Giovanni Giorgio Mosell "parrucchiere mento al momento della consegna al Regio Istituto
lorenese" che ha ]' incarico di "esercitarlo, e ridurlo Musicale nel 1863 126
buono"IJ 7 Nel 1765 Lorenzo e Tommaso Cm·cassi ri­ Le inventariazioni si susseguono regolarmente a de­
mettono in ordine uno strumento pal esemente danneg­ correre dal 1829. I conti de i liutai tra il 1823 e il 1829
giato: "scoperchiato un contrabasso di Gio Pietro sembrano registrare solo interventi di manutenzione or­
Caspanne 1657 rincollato tutte le catene, rassetto il co­ dinaria: nel 1823 essa è "riaccomodata", ripulita e ri­
perchio, che era sfondato sotto l'a nime, ritrato il mani­ messi crini all'archetto; nel 1826 è "restaurata" e anco­
co, e rifatto i tasti - tutta l' incordatura del detto contra­ ra rimessi i crini all'archetto e cosÌ via negli anni se­
basso - un arco nuovo per detto contrabasso""8 guenti. Dopo una verniciatura effettuata da Arcangiolo
Anche questo strumento, ridotte le corde a tre, po­ Bimbi nel 1829 ("accomodatura della tromba marina, e
trebbe essere sopravvissuto all'esilio lorenese per ri­ ri verniciata")127 essa non è più nominata nei co nti. Il fat­
comparire come anonimo nella documen tazione otto­ to che l' archetto avesse bi sogno di cri ni segnala il suo
centesca. effettivo utilizzo fino a circa il 1830.
46 Giuliana Montanari

Fig. lO Tromba marin a anonima dell a fine del seco lo XV III ,


n. ca!. 47 ; vista fronte e retro.

Fi g. 9 Conrrabbasso di Bartolomeo Castell ani, 1792,


n. ca t. 43 ; vista fronte e particolare dell 'arme dell a
Campa na sul retro.
Per una storia documentaria degli strumenti ad arco di provenienza granducale 47

Strumenti di derivazione lorenese otlocentesca


X. Il violino di Antonio Stradivari del 1716, catalo­
gato al numero 3 della collezione del Museo del
Conservatorio '28 e soprannominato Medici, entra a for­
mare parte del patrimonio granducale dopo la restaura­
zione dei Lorena: la plima annotazione conosciuta è del
1819. Tra quest'anno e il 1843 i conti registrano generi­
che "accomodature" e "restauri", e operazioni di ordi­
naria manutenzione come la ripulitura, la sostituzione di
corde, dei crini all' archetto e della staffa; nel 1840
Gaetano Piattellini rimette "un pezzo di madreperla al
pirolo del violino di Stradivari"'29
L'autenticità di questo strumento è stata messa in
dubbio, ma la maggioranza degli esperti concordano nel
ritenerlo autentico. Al di là dell' attribuzione, non avalla­
ta dalla documentazione d'archivio fiorentina, non ci è
dato di conoscere la storia del violino prima del 1819 e
di conseguenza non ci si può esprimere rispetto all'origi­
nalità delle varie parti (questionabile, per più di cent'an­
ni intercorsi tra la costruzione e la comparsa a Firenze).

XI. Anche il violino di Francesco Ruggieri 130 datato


1665 al numero l del catalogo del Museo del
Conservatorio']' potrebbe essere, come lo Stradivari, un
acquisto ottocentesco.
Nel 1804 troviamo a inventario un' annotazione che
in realtà è la negazione di un'identità: "una viola del­
[' autore = Francesco Ruggeri a forma del cartello, ma
che sembra di un autore di Pesaro"132. Pur non esclu­
dendo alcuna possibilità, l'uso del termine "viola" ren­
de assai improbabile la sovrapposizione di questo stru­
mento al violino regisb'ato a partire dal 1819; è comun­
que indicativo il fatto che la questione dell'attribuzione
sia stata all'epoca determinante al punto da escludere la
descrizione dell' aspetto fisico dello strumento.
Gli interventi praticati dai liutai sul violino negli an­
ni tra il 1823 e il 1843 sono limitati e a carattere di man­
tenimento, simili a quelli riguardanti il violino di
Stradivari.
L'autenticità di questo esemplare non è stata conte­
stata con decisione dagli esperti; secondo Leonardo
Pinzauti si tratterebbe di un' opera giovanile. A ciò si po­
trebbe attribuire il fatto "che egli si sia servito per il pia­
no armonico di una tavola di abete alla quale è stato co­
stretto ad incollare, nella parte inferiore, due giunte di
venatura più fItta e chiaramente evidenti"']3: alle incer­
tezze che quest' osservazione solleva si aggiunga la te­
stimonianza documentaria della sua tarda annessione al­
Fig. 11 Contrabbasso di Bartolomeo Cristofori, 1715, n. cal. 41;
la collezione granducale. Pinzauti osserva che il manico vista frontale.
è stato adattato in un momento successivo; possiamo
aggiungere, alla luce dei documenti emersi, che tale Dal 1819 e con regolarità le registrazioni inventari a­
adattamento ha preceduto ]' ingresso dello strumento li attribuiscono senza esitare questo strumento
nella collezione. all' Amati; i conti lo citano di sol ito senza fare differen­
ze assieme a quello oggi ritenuto autentico 135 • Soltanto
XII. Il violino attribuito ad Antonio Gragnani, oggi al l'inventario di consegna del 1863 parlerà improvvisa­
Museo del Conservatorio al numero di catalogo 10 134 , mente di un "violino di Gragnani di Livorno che porta
porta un cartello, ritenuto falso, con la dicitura falsamente l'etichetta di Niccola Amati".
"Nicolaus Amatus Cremonen. Hieronymi / Filii ac anto­ Non è stato trovato alcun riscontro documentario dei
nii Nepos 16 [ ... ]". rapporti tra Antonio Gragnani e la Corte; si conosce, in­
48 Giuliana Montanari

vece, un conto del 1833 di Giovanni Gragnani di La 'storia' non pare sufficientemente suffragata dai
Livorno per la costruzione di tre archetti da violoncel­ fatti. Secondo l'inventario di consegna al Regio Istituto
10 136 ; il violoncellista Giovanni Battista Gragnani nel Musicale questo violoncello sarebbe stato costruito da
1820 forma parte della cappella di Corte ed è citato nel Gasparo Piattellini (liutaio di fiducia della Corte lorene­
1825-27 nei conti per la musica 137 Stando alle parole di se) nel 1780, data in cui solo un profeta avrebbe potuto
Luigi Ferdinando Casamorata, un Gragnani avrebbe fat­ prevedere i fatti del 1799 14] Dal 1794 Lui gi Piattellini
to eseguire la copia dello Stradivari (si veda oltre). subentra a Gasparo: mancano comunque cinque anni al­
Viene spontaneo pensare, per associazione con quell' e­ le invasioni francesi. Si aggiunga che né l'eventuale co­
pisodio, alla possibilità della coesistenza, all'interno struzione della copia né l'attività di Gragnani presso la
della collezione, di copie di altli strumenti pregiati e che Corte fiorentina sono finora appoggiate da alcun riscon­
il violino in esame possa essere una copia dell' Amati tro documentario l44 .
del 1662: il cartello incompleto e leggermente difforme In secondo luogo, la stessa fonte afferma che la co­
starebbe proprio ad indicare la deliberata falsificazione. pia sarebbe stata donata al Gragnani: essa non dovrebbe
La riprodu zione di un oggetto prezioso od' arte è quindi tro varsi tra gli strumenti della collezione grandu­
nell'Ottocento una pratica piuttosto diffusa e nel caso di cale. Solo dal 1819 la sua esistenza è confermata dalle
uno strumento musicale presenterebbe van taggi specifi­ fonti d'archivio; da questo momento in poi lo strumen­
ci di sostitu zione o di raddoppio dell' oliginale nelle ese­ to è indicato come "violoncello fatto da Stradivari" o
cuzioni. "altro violoncell o di Stradivari" , rende ndo spesso im­
Sarebbe comunque interessante conoscere il respon­ possibile una distinzione tra i due strumenti dall'identi­
so di un'analisi dendrocronologica, perché a priori non co cartello (Antonius Stradivarius Cremon ensis
si può scartare nemmeno la possibilità che questo violi­ Faciebat anno 1690). Così lo citano i conti di manuten­
no abbia un' origine ancora più antica (sia, ad esempio, zione, già menzionati a proposito dell'autentico violon­
uno dei quattro violini di Niccolò Amati della collezio­ cello di Stradivari: sol tanto nel 1845 e per la prima vol­
ne medicea). ta nella documentazione Gaetano Piattellini utilizza la
parola "copia": "rifatta la staffa alla copia del violon­
XIll. La prima annotazione della viola di Nicola cello di Stradivari" 145
Dopfer l38 , numero 19 del catalogo degli strumenti del È stato infine osservato che la qualità del legno e
Museo del Conservatorio J39 risale al 1819: anch' essa delle vernici sono tanto difformi da rendere scarsamen ­
sembra accompag nare la restaurazione lore nese e, forse, te credibile che un conoscitore potesse scambiare que­
il viaggio di ritorno di Ferdinando 111 dall' Austria. sto strumento con l'Oliginale l46
Sembra essere stata solo una volta (1823) nelle ma­ Dell'aneddoto resta la verosimiglianza del fatto in sé:
ni di un restauratore, Arcangiolo Bimbi, per il seguente è possibile che nel momento dell'invasione si sia deciso
intervento "rincollata in diversi luoghi, ripulita, e rin­ di proteggere alcuni strumenti particolarmente preziosi
cordata"14o. esponendo le copie e nascondendo gli originali. È singo­
lare che esistano due violoncelli Stradivari 1690, due vio­
fig. 7 XIV. A partire dal 1819 e con continuità negli inven­ loncelli Amati 1660, due violini Amati 1662: bisogna, tut­
tari di Palazzo Pitti è citato un violoncello detto "di tavia, considerare che le copie possono altrettanto plausi­
Stradivari", oggi attribuito a Gaspero Piattellini e cata­ bilmente essere spiegate come semplici riproduzioni degli
logato al Museo del Conservatorio al numero 37 141 . Un originali, da utili zzare alloro posto per rispar'miarli oppu­
aneddoto, c he partecipa in egual misura del romanzesco re accanto a loro per raddoppiare una parte.
e dell'apologo, accompagna questo strumento ed è rife­
rito, in una lettera al Ministro delle Finanze datata 7 XV. Al numero 35 del catalogo del Museo del
gennaio 1869, da Luigi Ferdinando Casamorata, all' e­ Conservatorio "Luigi Cherubini" corrisponde un vio­
poca presidente del Regio Istituto Musicale l42 : "Una loncello dal falso cartello Antonius Stradivarii fecit in /
prova della preesistenza di questi strumenti alla Corte di Cremona anno Domini 166 [ ... ] rispetto al quale è sta­
Toscana prima dell' invasione francese si ha pure dal fat­ ta avanzata un'attribuzione a Ferdinando Gagliano l47 .
to notorio in Firen ze, che quando il Granduca Dal 1819 si succedono annotazioni inventariali che
Ferdinando ID dové per la sudde tta invasione fuggire di lo citano come "un violoncello d'Antonio Stradivari
Toscana , lasciò il violonce llo di Stradivari, che ne fa Cremonese fatto nell'anno 1660"; viceversa i conti lo
pm1e, in mano del Gragnani suo maestro. Il quale, affe­ indicano come "violoncello di Amati" o "altro violon­
zionatissimo al Granduca, temendo che la cosa si lisa­ cello di Amati", con l'eccezione di un conto del 1845,
pesse e i nuovi dominatori s'impadronissero di quello dove compare come "violoncello piccolo con cartello di
strumento, vi fece eseguire in segreto, in sua casa, dal Stradivari". I conti ottocenteschi di restauro degli anni
vecchio violinajo fiorentino Piattellini una esatta copia, venti rispecchiano un'ottica di mantenimento. Nel 1845
per gabbare così chi glielo avesse voluto togliere. invece si ha il rifacimento della sovrastruttura per opera
Tornato il Granduca, il Gragnani gli restituì lo strumen­ di Gaetano Piattellini: "al violoncello piccolo con car­
to insieme all' eseguita copia, che il Granduca stesso gli tello di Stradivari rifatta una cordiera d 'ebano sodo - al
rilasciò in dono, con a ltra elargizione tanto ad esso che medesimo fatta la tastiera simile - al medesimo fatto il
al Piattellini". pirone che tiene la cordiera, di giuggiolo - al sudetto ri­
Per una storia documentaria degli strumenti ad arco di provenie d
nza gran "cale 49

fatta la staffa di corda da contrabbasso alla cordiera ­


. Il contrabbasso
. . di Cri stofori è sotto pos to a d'tversl.
per il detto violoncello tutte le corde nuove"'48 IDterventl dI manutenzione ordinaria' e str aor d'Inana. d u­
L'inventario di consegna al Regio Istituto Musicale rante la prima metà dell'Ottocento . In un conto del 1823
prende atto per la prima volta in modo esplicito della di Arcangiolo Bimbi è inclusa una VOce che , olt re a una
contraffazione del cartello, avanzando un' attribu zione consistente riparazione con aggiunta di rinforzi interni,
all'''antica scuola bolognese". comporta, come abb13mo già segnalato, l'eliminazione
Siamo ancora davanti a un caso di strumento "dop­ dei tasti: "per avere riaccomodato il contrabbasso di
pio", se dobbiamo dare credito ai conti che lo associano Bortolo, per averlo accomodato nelle fasce da piede,
al violoncello Amati del 1660, e a un cartello palese­ messo dei tiranti, rimesso due piccole sverze nel fondo
mente fal so (come per il violino con cartello Amati at­ rimesso quattordici pezzi di acero nel manico, ridato I~
tribuito a Gragnani). Si potrebbe aggiungere che sembra vernice, e tutto ripulito" '51. Negli anni seguenti Bimbi è
di potere rilevare una certa indifferenza verso l'attribu­ cos tretto a rinforzarlo pi ù volte: "rincollato iI contrab­
zione: lo strumento agli esperti è parso opera "d'autore" basso di Bortolo, e ripulito - rimesso due corde grosse
e ciò potrebbe indicare una sua effettiva origine antica, al sudetto contrabbasso che la quarta fasciata d' argen­
conosciuta con certezza o ragionevolmente presunta al­ to"; "contrabasso di Bortolo raccomodato una fasc ia, e
l' epoca, benché fosse stato dimenticato il nome del ve­ rimesso dei pezzi"; "accomodato il contrabasso di
ro autore. In tal caso sarebbe ragionevole verificare se Bortolo, e rimesso delle sverze, e due punte sul coper­
non potesse trattarsi di uno dei violoncelli di Antonio e chio, e ripulito il mecanismo"; "accomodatura di un
Girolamo o di Niccolò Amati appartenenti alla collezio­ contrabbasso di Bartolo rimesso dei pezzi rinverniciato,
ne medicea. e pulito"' 52
L'ultimo conto che probabilmente si riferisce al con­
fig. Il XVI. L'ingresso del contrabbasso di Bartolomeo trabbasso in questione risale al 183 4 ed è intestato a
Cristofori, oggi al numero 41 del catalogo degli stru­ Gaetano Piattellini: "per averlo scoperto, e ritirata sù la
menti del Museo del Conservatorio '49 , è circondato da un curvazione ciel coperchio che aveva ceduJo in conse­
alone di mistero. Innanzitutto ci si aspetterebbe di tro­ guenza delle rotture , e risarcite tutte le rotture, e messa
vario come parte integrante della collezione medicea e una ingrossatura al coperchio, rifatta la catena, spianta­
poi lorenese sin dalla costruzione, ma non è affatto così. ta la tastiera, e riattato il ponticello" '53 In tutte le tra­
La prima menzione di uno strumento ad arco di versie ottocentesche lo strumento era riuscito a conser­
Cristofori - fino a quel momento citato solo come co­ vare malgrado tutto il manico: Valentino De Zorzi lo eli­
struttore di strumenti a tastiera - avviene nel 1791, quan­ mina nel 1901 sostituendolo con un nuo vo manico più
do un conto dei lavori di Giu seppe Carcassi dichiara di lungo e aumentando il numero delle cord e da quattro a
"avere riacchomodato un violoncello di Bortolo riadata­ cInque.
to il manico e reso servibile - avergli rifatto la tastiera e Anche in questo caso i documenti , lungi dal confer­
cordiera al medesimo di granatiglia - inchordatura nova mare un' attribuzione, in qualche modo appoggiano con­
e ponticiello - avere rifatto larcho novo con setole - ave­ getture che non si limitano a dubitare dell 'autenticità
re fatto fare una chiave per la cassa del medesimo"'so dello strumento, ma mettono in questione addirittura il
Difficil e provare, in mancanza di altre fonti documenta­ fatto che l'inventore del pianoforte abbia mai costruito
rie, che questo "v ioloncello" sia l'attuale contrabbasso, strumenti ad arco. Non è questa la sede per di sc utere
del quale si hanno notizie sicure soltanto a partire dal una così delicata questione, per ora itTisolvibile, ma è
1819. Sono comunque da notare la data vicina alla fine certo che la tarda apparizione di strumenti di Cristofori
del secolo e il fatto che questo strumento subisca un am­ a Firenze è quantomeno curiosa, soprattutto in un'epo­
modernamento radicale con inclinazione del manico e ca nella quale è già molto attivo il riciclaggio di stru­
sostituzione della precedente sovrastruttura. menti antichi sotto fal so cartello.

Note si di registri numerati a facci ate co ntrapposte le facciate deslra e si­


ni stra sono ri spett iva mente ind icate d e s. Nelle fil ze di affari, qu a­
I La ricerc a è solo in pi cco la parte frutto del lavoro dell a scrivente. La si mai canulale o paginate, sono invece numerati i singol i affari ed
grande maggio ranza dei documen ti sono stati rinven uti da Pi er luigi è seg nalato il numero dell 'a ffare ed eventualmente la carta del do ­
Ferrari, che ringrazio perché di sinteressatame nte ha messo a mia cumento citaLO. Nell e fd ze di comi, oltre al numero del con to , è ri­
di spos izione i frutti de l suo lavoro . portato qu ando occorre il fascicolo mensile. Nelle trascrizioni so no
1 La quasi totalità della documentazione utili zzala nell ' articolo è con­ stale sc iolte le abbreviazioni prese nti nei docume nli origin ali e nor­
se rvata presso l'A rchivio di Slalo di Fi.renze , nei fondi relali vi all a mal izzali gli accenti e l' uso delle maiuscol e. Non è stala riLOCGlta
Corte med icea e loren ese: la Guardaroba Medicea (G:VI) e al contrario l'ortografia, per l'importanza che le varianti onografi­
l'Imperial e e Rea l Corte (IRC). Que sli fo ndi ra ggruppa no diverse li ­ che possono ri veslire al fin e dello sludio lerminologi co. .
pologie di documenti; sono state magg iormente utili zzate le serie di 3 Per semplificare: sono slati indica te com e "v iole" le viole da braCCi a
inventari dei palazzi e ville di proprietà del Granducato, gli inven­ co ntral to e tenore' "violonce lli" e "basselli" sono stati cOIlSlJenlll
tat"i della Guardaroba generale, e dei maga zz ini della stessa, la sc­ . l ' '. b . d' . I d
egulva enll , come l aSS I I VIO a a ga
mba e l' ba' ss.i '
di viol.
J '
eia
rie degli affari dei va ri uffici della Cane (Guardaroba, Real Corte, braccio' le "viole da oa mba" son o stale raggruppate InSieme tndl­
, '" . . d' -o ve (la dis lill­
Camere), la serie dei libri di conti degli stess i uffici. Nella citazi o­ pendentemente dalla taglla acuta, media o me IO "ra

ne dei documenti, all'indicazio;,e abbrev iata del fondo seguono zione verrà approfond ita successiva mente). . '

.. .. . ' . ' . GM 14 IO. "Inve nlano


nell 'ordine: la segnatura della filza , la da la del documento, il nu­ Gli IIlventan utlli zzatt sono , nSpelLJ Vament e, >. d . C'"
mero dell a carta o pagin a e la fac ciata reCiO e verso (r e 1'); nei ca- di strumenti ", 1732; CDC 68, " inventario della Cane el onli.
50 Giuliana Montanari

1769; IRC 4699, "inventario a capi di Palazzo Pitti", 1819; inventa­ 20 GM 1117, "inventario di strumenti", 1700, cc. 98-100, interamente
rio di consegna al Regio Istituto Musicale, redatto il 10.3.1863, tra­ trascritto in V. Gai, Gli strumenti musicali, cit., pp. 6-22.
scritto in Vinicio Gai, Gli strumenti musicali della Corte medicea e li Su Anton Domenico Gabbiani e i suoi ritratti di musici cfr. Marco

il Museo del Conservatorio "Luigi Cherubini" di Firenze. Cenni Chiarini, Antonio Domenico Gabbiani e i Medici, in Kunst del'
storici e catalogo descri/{ivo, Licosa, Firenze 1969, pp. 35-38. Barock in der Toskal1.a. Swdien zur Kunst unter den letzten Medici,
4 IRC 3358, "inventario a parte della Guardaroba generale", 9.1.1769, Bnlckmann, MUnchen 1976, pp. 333-343; Maria Letizia Strocchi,
p. 145; CDC 68, 20.8.1769, c. 69. Pratolino alla fine del Seicento e Ferdinando di Cosimo III, in
5 IRC 3395, "giornale della Guardaroba generale", 28.2.1771, c. 159. "Paradigma", 2, 1978, pp. 419-438; Luigi Zangheri, Pratolino, il
6 IRC 435 l, 1777; IRC 4352, 1781; IRC 4353, 1786; IRC 4354, 1791 e giardino delle meraviglie, Gonnelli, Firenze 1979.
1794; IRC 4355, 1796; IRC 4688, 1799: rutti questi documenti sono 22 Cfr. Georg Kinsky, 1vftlsikhistorisches Museum von Wilhelm Heyer
"inventari del magazzino della Guardaroba generale". in Cdln - Kleiner Katalog der Sammlung Alter Musikinstrumente,
) Cfr. Giuliana Montanari, Conservazione e reslauro degli strumenti Coln 1913, p. 116, n. 784 e Benvenuto Disertori, L'arciviolala Ura
ad arco alla corte di Firenze in epoca lorenese (1737-1770), in in un quadro del Seicento, in "Rivista Musicale Italiana", XLIV,
"Liuteria musica e cultura", 1997, pp. 3-19. 1940, pp. 207-208. Cfr. anche Emanuel \Vinternitz, Appendice B.
s IRC 4688, "inventario di Palazzo Pitti", 29.7.1799, p. 2313. La lira da braccio, in Gli strumenti musicali e il loro simbolismo
9 IRC 4355, 20.7.1799, p. 379 e IRC 3480, "affari diversi della nell 'arte occidentale, Boringhieri, Torino 1982, pp. 263-275. In
Guardaroba", nO 4350, doc. 2, c. 1. quest' opera (traduzione dell' originale inglese del 1967) l'autore
IO Della Guardaroba generale, avente le funzioni di produzione, con­ parla di questo strumento come esistente e lo considera 'lira da
servazione e manutenzione di oggetti mobili dello Stato e del so­ braccio'. Invece Headley afferma che esso è stato distrutto durante
vrano, formano parte (dal 1770): il Fondaco, ossia le stanze desti­ la seconda guerra mondiale; cfr. Erin Headley, voce Lirone, in The
nate alla "conservazione delle mercanzie e robe vecchie, e nuove New Grove Dictionary of Musical Instruments, ed. Stanley Sadie,
delle quali conviene far uso per la formazione, e reparazione dei Macmillan Press Limited, London 1984, voI. 2, p. 530.
mobili"; il Magazzino, "per la custodia dei mobili già fatti così nuo­ 23 Kirkendale lo cita come suonatore di bassetto o violoncello, provvi­

vi, che usati, e de quali non si attende, che la disposizione in qual­ sionato della Corte, nato il 16.5.1675 e morto il 13.10.1741; è an­
che palazzo, villa, o quartiere, o in alD'o uso che richiegga il servi­ che uomo politico e occupa diverse cariche politico-amministrative.
zio"; l'Officina o Bottega, "per la fabbricazione e resarcimento de Cfr. Warren Kirkendale, The Court Musicians in Florence during
mobili ed arnesi, e per il lavoro dei manifattori, cioè tapezzieri, e le­ the Principale of rhe 1vledici, Olschki, Firenze 1993, p. 446 segg.
gnaioli, o altri artefici che possano occorrere"; e il Tesoro, destina­ " Registrazioni del prestito in GM 1241 bis, "inventario di strumenti",
to "a conservare mobili di oro e d'argento, o di altra simile natura". 6.10.1716, c. I e GM 1410, 6. 10.1716, c. 16s e della restituzione in
Citato in Imperiale e Real Corte, a cura di Concetta Giamblanco e GM 1410, 17.8.1741, c. 8 e c. 16d; GM 741, "inventario di strumen­
Piero Marchi, Ministero per i Beni Culturali e Ambientali - Ufficio ti" 17.8.1741, c. 7v; GM 1306bis, 23.9.1716, c. 5 e in GMapp 58, "in­
centrale per i beni archivistici, Roma 1997, p. 23. ventario a capi", 8.10.1744, c. 408s.
II GM 1306 bis, "inventario di strumenti", 23.9.1716, c. 4v.
25 Forse Antonio Cassini (Modena ca. 1630-ca. 1698): autore assai fa­
12 G. Montanari, Conservazione e restauro, cit.
moso, del quale restano numerosi violini, violoncelli e contrabbas­
13 Sono omesse le notizie storico-biografiche dei costruttori più famo­
si, (Llitgendorff I).
si; nel caso di liutai meno noti o in casi dubbi sono riportati i dati 26 Cfr. GM 1241 bis, 6.10.1716, c. I; GM 1306bis, 1716, c. 26; GM 741,
principali, rimandando alla consultazione dei repertori citati: 17.8.1732, c. 7v.
Giovanni Antonioni, Dizionario dei costrullori di strumenti a pizzi­ 27 Forse Francesco De Dominicis (possibilmente identificabile con
co in Italia dal xv al xx secolo, a cura della Camerata Musicale Francesco Olivola), nato verso il 1624-26, attivo a Roma nella se­
Barese, Turris, Cremona 1996 (d'ora in poi citato come Antonioni); conda metà del XVII secolo, oppure Bonaventura De Dominicis, na­
Willibald von Llitgendorff, Die Geigen- und Lautenmacher vom to verso il 1645-49 e attivo a Roma dal 1681 al 1710, costruttori ci­
Millelalter bis zur Gegemvart, II vol., Frankfurter Verlags-Anstalt, tati da Patrizio Barbieri, Cembalaro, organaro, chitarraro e fabbri­
Frankhlrt a.M. 1922 (citato come Llitgendorff l) e Die Geigen- und catore di corde annoniche nella Polyanthea technica di Pinaroli
Lautenmacher vom Mittelalter bis zur Gegei1wart. Erganzungsband (l7I8-32j, in "Recercare", I, 1989, pp. 188-196.
erstellt von Thomas Drescher, Hans Schneider, Tutzing 1990 (cita­ 23 Entrambe in IRC 3358, 9.1.1769, p. 148 e eDe 68, 20.8.1769, c. 70,
to come LUtgendorff II); René Vannes, Dictionnaire Universei des inventario di "oggetti in cattivo stato".
luthiers, I voi, [II ed., Les Amis de la Musique, Bruxelles 1988 (ci­ 29 Antonio Cardmelli, nato verso il 1630-35, attivo a Roma presso al­

tato come Vannes). tre botteghe e successivamente in proprio tra il 1650 e il 1675 cir­
14 Poco si sa ancora di Antonio Brensio, attivo a Bologna tra la fine del ca, è il probabile autore di questa lira; cfr. P. Barbieri, Cembalaro,
'500 e la prima metà del '600 e ritenuto uno dei principali artefici organaro, chitarraro, cit., p. 185.
dello sviluppo del violino. Sono sopravvissuti strumenti costruiti tra 30 IRe 3469, "inventario e stima vendita all'incanto di robe del magaz­
il 1598 e il 1628: la data 1643 (da utilizzare con prudenza per i pos­ zino della Guardaroba", 17.5.1777, n D 2016, c. 214. La quinta lira
sibili en'Ol'i di trascrizione da parte dei Carcassi) sarebbe indice di da gamba anonima è descritta nel 1769 come "Una lira a gamba tut­
un lungo periodo di attività da collocare nella prima metà del ta guasta"; la mancanza di qualsiasi riferimento successivo attesta
Seicento. Cfr. Pierluigi Ferrari, La viola da gamba in llalia tra XVI la sua definitiva scomparsa dalla collezione.
e XVII secolo: alermi esempi, in La viola da gamba, a cura di Donata li Proprio alla fine del XVIII secolo ha luogo una intensa sperimenta­
Bertoldi, Associazione Italiana per la Musica e la Danza Antiche, zio ne intorno a strumenti a plettro, generalmente affini al mandoli­
Roma 1993, pp. 38-53. no. Cfr. Giuseppe Severini, Strumenti a plettro nella musica euro­
15 Giovanni Pietro Caspan: attivo a Venezia nella seconda metà del pea dal Medioevo al Seuecenlo, in "Il Fronimo", anno XVI, 62,
'600, forse allievo degli Amati (LUtgendorff I). 1988, pp. 40-54, in particolare p. SO, dove si parla di mandolini a
16 Claude Pierray (Parigi, ?-1729): uno dei migliori e più noti rappre­ sei corde e ponticello mobile, e G. C. Sanduzzi, Chilarre, mandoli­
sentanti della liuteria parigina, cfr. Llitgendorff I e II. ni e strumenti simiiari dei '700 e '800 napoletano, in Restauro con­
17 Lorenzo Cat'cassi (Firenze, l 720c.- post 1786), figlio di Francesco, servazione e recllpero di antichi strumenti musicali, Atti del
è attivo a Firenze tra il 1735 e il 1786 in Borgo San Frediano, dal Convegno Internazionale (Modena, 2-4 aprile 1982), Olschki,
1745 assieme al fratello Tommaso. Cfr. LUtgendorff I e Antonioni. Firenze 1986, pp. 124-128, che illustra alcune forme molto incon­
18 Gli strumenti da braccio a quest'epoca sono dotati di quattro corde suete di mandolini e chitane della fine del '700.
accordate per quinte comro le cinque o sei corde accordate per J1 Antichi strumenti dalla raccolta dei Medici e dei Larena alla for­

quarte delle viole da gamba; l'eventuale presenza della viola da mazione del Museo del Conservatorio di Firenze, catalogo della
gamba nel I'Italia del secolo XVUI non è stata, a mia conoscenza, an­ mostra, (Firenze, Palazzo Pitti, febbraio-dicembre 1980), Giunti­
cora abbastanza studiata. Barbèra, Firenze 1980; schede del catalogo a cura di Leonat'do
19 Nel citato saggio Pierluigi Ferrari analizza uno strumento di Pinzauti, p. 70.
Hieronymus Brensius, attualmente presso l'Accademia Filarmonica 33 Cfr. C. Adkins, voce Trumpet marine, in The New Grove Dictionary
di Bologna e schedato come "violino arcaico", sottolineando la na­ of Musical il1slrume/Us, ed. Stanley Sadie, Macmillan Press
tura ibrida dello strumento, dalla forma esterna affine al violino ma Limited, London 1984 e Ram6n Andrés, voce Trompeta marina, in
dalle caratteristiche globali che portano a classiflcarlo come viola Diccionario de instrwnel1lOS musicales. De Pindaro a 1. S. Bach,
da gamba. (P. Ferrari, La viola da gamba, cit., pp. 41-42). Ram6n Andrés e Bibliograf, Barcelona 1995.
Per una storia documentaria degli strumenti ad arco di provenienza granducale SI

34 Cfr. W. Kirkendale, The Court Musicians, cit., p. 455. dic, n° 1081; tR C 4 I 61, 1857 dic., n° 981: tutte queste filze conten­
JS Cfr. GM 1377, "conti della Guardaro ba", 15.10.1732, nO 100, c. 764. gono "conti della Guardaroba generale".
36 GM 1399, "conti della Guardaroba", 19.12.1733, c. 877, nO 414. 68 V Gai, Gli stmmellli musicali, cit., pp. 125-126.

)7 GMapp 64, "ordini del guardaroba maggiore", 20.7.1765, nO 360. 69 La documentazione citata è trascritta in V. Gai , Gli strumenti musi­

)8 Un'unica eccezione si verifica tra il 1770 e il 1783: Giuseppe cali, cit. , pp. 53-58.
Ferrini è stipendiato come cimba laro di Corte, una carica affIne al­ 'o Le analisi sugli st rumenti musicali rilevano la natura e le qualità dei
l' antico custode di strumenti ma limitata ai soli clavicembali , spi­ materiali attrave rso indagini di vario tipo: esami alla luce radente,
nettoni e sp inette. Cfr. Pierluigi Ferrari-Giuliana Montanari , ultra violetta ecc., al microscopio, radiografie, endoscopie, indagini
Giovanni, Giuseppe e Filippo Ferrini: cembalari della Co rte del chimiche e fisiche su camp ioni , dendrocron ologia (per stabilire
Granducato di Toscana. Uno studio documemario. in Musiclls per­ l'età del legno) ecc. Una campagna di esami conettamente indiriz­
[ectus. Studi in onore di Luigi Ferdinando Tagliavini "prattico & zati ed interpretat i è inoltre spesso in grado di rilevare l'entità di in­
specolativo" in onore del LXV compleanno, raccolti da Pio terventi di restauro precedenti.
Pellizzari, Palron, Bologna 1995, pp. 29-48. 71 V. Gai, Gli strumenti musicali, cit., p. 102.

39 Cfr. GMapp 49, "libro di debitori", 10.2.1753, c. 226s. 12 GM 1117, 1700, c. 82-83, pubbJ. in V. Gai, Gli strumenti musicali,

'0 GM 1410, 19.9.1732, c. 7v; GM 741,17.9.1732, c. 7. cit., p. 16.


" Altrettanto accade per altre categorie di strumen ti , cfr. il conto di 73 V. Gai , Gli strumenti musicali, cit., p. 52. Secondo Hill la citata

Giuseppe Ferrini relati vo agli strumen ti a tastiera in tRC 3822, "con­ iscrizione all ' interno della vio la tenore indica la data del co mpleta­
ti della Guardaroba generale", 1765 settembre, fasc. 9, n° 79, tra­ mento di questo strumento (documentazione in V. Gai, Gli sin/­
scritto interamente in P. Ferrari-G. Montanari , Giovanili, Giuseppe menti musicali, cit., pp. 48-52), cfr. W Herll'y, Arthur & Alfred E.
e Filippo Ferrini, cit., pp. 34-35 . Hill, AnlOnio Stradivari, His Life & Work (1644-1737), 1902;
42 Cfr. in questo stesso volume Marco Di Pasquale-Giuli ana Dover, New York 1963. p. 223. Non siamo a conoscen za di even­
Montanari, Le collezioni di strumenti musicali dei Medici e dei tuali altre iscrizioni, cui pare alludere la relazione di Scarampella.
Lorella: modalità e vicende della dispersio lle. 74 IRC 3995, "conti della Guardaroba generale", 20.10.1828, nO 478 ­

43 IRC 3822, 1765 ott., fasc. x, n° 60, trascritto integralmente in 12, c. I-l v.
Montanari, Conservazione e restauro, cit. 75 11 prestito delle due viole di Stradivari è documentato in IRC 339 1,
44 Dal presente lavoro è escluso qualsiasi commento sugli archetti, og­ "giornale della Guardaroba generale", 16. 10. 1762, c. 174 e GM
getto di un futuro apposito contributo. 58app, 23.10.1762, c. 427d ; il rientro in guardaroba, dopo il ritro­
" Rocco Domenico Doni (Firenze, 1600- 1660), reli gioso dedito all a vame nto a Grosseto, in IRC 3444, "affari divers i della Guardaroba",
liuteria, costruttore di vio lini e liu ti a Firenze (Uitge ndorff I); se­ 5.10. 1776, nO904, lettera 8, c. Iv.
condo Vannes originario di Bologna . Lo strumen to citato non è 76 È confermato quanto espresso da Vinicio Gai quando afferma che

quello sopravvissuto ma un violoncello detto "sordino" per le fasce essa è "conservata ne lla fattura orig inale in tutte le sue parti, come
"strette quasi à uso di violino", datato 1694 (GM 1117, c. 92). uscì dalle mani del suo artefice". Della stessa opinione è Leonardo
'6 IRC 3848, "conti della Guardarob a generale", 16.11.1780, n° 69. Pinzauti, cfr. Aniichi strumenti, cit. p. 45.
47 IRC 3872, "co nti della Guardaroba genera le", 31.12.1791, nO 71. 17 V. Gai, Gli strumenti musicali, cit., p. IlA.

48 Si vedano più avanti le considerazioni sul contrabbasso di 7S " Rapporto sullo stato di conservazione del violoncello di

Bartolomeo Cristofori; "Bortolo" essendo. in molte fonti coeve, l' i­ Stradivari", in data 5.1 . 1876, trascritto intera me nte in V. Gai, Gli
pocoristico del cosu·uttore. stmmenti musicali, cit. , pp. 55-56.
49 IRe 3875, "conti della Guardaroba generale", 5.3.1793, 1793 feb , nO 79 1RC 3979, 16.5. 1823, nO 102- 14 , e. 1-1 v.
58. so IRC 3995, 20. IO. I 828, nO478- I 2, c. 1- I v.
so TRe 3875, 23.3. 1793, 1793 ma.r., nO72, c. I - I v. SI IRC 3822, 24.7.1765, fasc. x, nO 60, c. 3.

SI Si confronti più avanti l' ipotesi che co llega questo intervento con un S1 In questi casi non si riesce a stabilire se l'aiutante di camera prende
violoncello Amati della collezione medicea. lo strumen to per il proprio uso o per conto del principe, ma il fatto
52 IRC 3875, 20.6.1793, 1793 giu., nO 106. che lo strumento venga restituito tre anni dopo la morte di Gian
S3 IRC 3877, "conti della Guardaroba general e", 13.3.1794, 1794 gen., Gastone avalla maggiormen te l'ipotesi che Tanfani lo abbia suona ­
nO 80. to personalmente. Le annotazi oni del prestito a Tanfani si trovano
54 tRe 3878, "conti della Guardaroba generale", 1794 giu., nO 20-21. in G~I 1306bis, 26.11.1717, c. 25s; GM 1241 bis, 26. 11.1717, c. 3 [n.
" IRe 3883, "conti della Guardaroba generale", 1795 ago., n° 74. n.]; GM 1410, 1732, e. 18s (dove Tanfani risulta aiutante di camera
.\6 Cfr. IRC 3889, "conti della Guardaroba generale", 7.7.1796, nO23­ di S.A.R. poiché regna Gian Gastone dopo la morte di Cosimo 111);
3; IRe 3890, "conti della Guardaroba genera le", 211797, n° 11 3 e dell a restituzione in GM 14 10, 18.5. 1740, c. 18d; GM 124 I bis, s.d.,
IRC 3904, "conti della Guardaroba genera le", 29. 12. 1798, n° 25-9. c.3 [n. n. ).
57 IRC 3979, "co nti della Guardaroba generale", 16.5.1 823, 1823 giu., 8J Il pres tito a Tofanari risulta in GM 1410,22.7.1743, c. 22s, 26s e
nO 102- 14, c. I-I v. 26d; GM 741. 17.9.1732, c. 3v; GMapp 58, 25.8.1744, cA06d; IRC
\8 IRC 3987, "conti della Guardaroba generale", 2.8.1826, n° 323, c. 1­ 3390, "giornale della Guardaroba generale", 1744, c. l; GM 741,
Iv e IRC 3991, "conti della Guardarob a generale", 22.12.1827, 25.8.1745, c. 22; GMapp 49, 25.8.1745, c. 33s; GMapp 61, "debito­
1827 nov., nO 17-581, c. I-Iv. ri diversi della Guardaroba", 25.8.1745, c. 214; GMapp 100, "inven­
59 IRC 3995, "conti della Guardaroba generale", 20.101828, nO 478­ tario della Guardaroba generale", 1762, p. 194; GMapp 99, "revi­
12, c. I-Iv e IRC 3999, "conti della Guardaroba generale", sione del l' inventario generale della Guardaroba", 1762, c. 159r; la
21.8.1829, n° 459, c. l-Iv. resti tuzione in GM 58app, 1.7.1765, c. 507d e IRC 339 1, 1 7. 1765, c.
60 Potrebbe riferirsi alla viola di Dopfer. 320v.
61 IRC 4022, "conti del la Guardaroba generale", 10. 10. 1833, n° 205, c. S' Il mini stro in data 12 dicembre aveva espresso una certa opposiz io­

l-l v-2. ne: " il Mini stero non può assumersi alcuna responsabilità sul rac­
62 IRC 4025, "co nti della Guardaroba generale", 1834 nov., nO692. conciamento de l violoncello dello Stradivari da Lei propostomi. E
63 Rispettivamente in IRC4057, 1840 ago, n° 376; IRC 4071,1843 apr. poiché Ella stessa estima pericolosa questa operazione, non potrei
n° 237, c. 1- I v; IRC 4078, 1844 ott, ne 558; IRC 4080, 1845 apr., n° consigliare neppure la S.V. ad ordinarla [ ... l". Messo tuttavia più
198, c. 1- I v: tutte queste filze contengono "conti della Guardaroba tardi davanti al parere di una commissione tecnica, rinuncia a sol­
generale", levare obiezioni. Cfr. V. Gai, Gli strumenti l7!usicali, cit. , pp. 53 e
64 lRC 4080,1 845 apr., nO 198, c. I-l v. 57.
65 Luigi Castellani: secondo Antonioni nato forse a Firenze nel 1809 e 85 V. Gai, Gli strumenti musicali, cit., pp. 114.

morto dopo il 1887, sarebbe frate ll o e collaboratore di Ettore che, 86 GM 1117, 1700, c. 90-9 1

dalla documenta zione del Regio Istituto Musicale, risulta invece es­ S7 IRC 3822, 24.7.1765, fase. x, n° 60, c. 3.

sere figlio di Luigi (cfr. V. Gai, Gli strumentì musicali, cit. , p. 58). S8 tRC 3872, 3 1.1 2. I79 1, nO7 1, cc. I - I V.

Ancora Antoni oni affenna che Luigi sarebbe figlio di Pietro, frate l­ 89 Registrato anche in GM 1410, 17.8.1741, c. 8 e GM 741,17.8.174 1,

lo di Bartolomeo Castell ani. c. 7v al nO di inventario 101


66 IRC 3567, "o rdini e affari della Gllardaroba generale". 16.10.1849, 'iO IRC 4354, 3.8.1791, p. 178.

nO 143. 91 IRC 3875, 20.6.1793, n° 106.

67 Rispettivamente in IRC 4120,1851 gen., n° 1035; IRC 4126,1852 92 "Un violoncello da gamba a quattro corde con fondo di abeto, ma­
52 Giuliana Montanari

ni co, fa scie, e corpo d' acero vern iciato, con due filetti neri intarsia­ 121 tRC 3875 , 23.3. 1793, nO72, c. I- l v.
ti su le testate torno torno, e pont icello senza vern ice, con cordiera, "' IRC 3979,16.5 .1823, n° 102-1 4, c. l-Iv.
e tastiera impiall acc iata di ebano, et i bischeri cii tutto ebano, co n l2J IRC 4022, 10. 10.183 3, nO205, c. l-l v-2.

un po li zzino manusc ri tto per di dentro nel corpo, che dice Anconius, l'" V. Gai, Gli slrumenti musicali, cit. , pp. 133-1 35 .
et Hieron ymus Amatifr. Cremonen. fil. F 1619. suo arco di serpen­ Ill TRC 1006, 1795 , c. 657, citata da Vin icio Gai, Considerazioni sulla

tino" (GM 11 17, 1700, c. 90). collezione medicea di strumenti musicali alla luce di do cumenti
9) V. Gai, Gli SinI/n enti musicali, ci t. , p. 116. sconosciuti del 1744-67 e 1794-95, in Musicologia Hwnana.
94 GM 111 7, 1700, c. 90. Swdies in Honor of Warren and Urs ula Kirkendale , ed. Siegfrid
95 tRC 3872, 31.12.1791, n° 7 1, c. I. Gmein wieser, David Hi1ey, Jorge Riedl Bauer, Olschki , Firenze
96 IRC 3822, 24.7. 1765, fasc. x, nO60, c. 3. 1994, pp. 443-56
97 An notazio ne del prestito in GM 14 10, 10.1 0. 1739, c. 22s; dell a re­ 126 Cfr. IRC 3876, "cont i de lla Guard aroba ge nerale", 20.7. 1793, 1793
stituzione in GM 141 0, 22.7 .1743, c. 22d. lug , nO77, c. I- I v.
98 Presti to in GM app 58, 15.12. 175 I, c. 406d ; restituzione in GMapp 58, I27 IRC 399 9, 21.8. 1829, n° 459, c. I-I v.

9.5. 1759 , c. 507s e GMapp 59, "minuta d' inventario", 1746, p. 389. 128 Y. Gai, Gli strumenti musicali, cit., p. 98.

99 V. Gai, Gli strumenti musicali, cit. , p. 118. 129 IRC 4057, 1840 ago, nO 376.

100 GM 111 7, 1700, c. 91. 1)0 Francesco Ruggieri (o Ru gier) , liutaio cre monese attivo dal 1645 al

101 Cfr. il verbale di co nsegna, nell' Appe ndi ce docu mentari a della pri ­ 1700 è alli evo di Nicola Amati. Cfr. Amichi strumel1li, cit. p. 29.
ma sezione di questo vo lume . Ili Y. Gai, Gli slrwnemi musicali, cit. , p. 98.

102 IRC 3877 ,1 3.3. 1794 , n° 80. I J2 1RC 4356, 25 .9. 1804, p. 378; anche in IRC 4357 , 25.9 .1804, p. 180s

103 IRC 435 1, 22.9 .1777 , p. 48. e 180d; IRC 435 8, 6. 12. 1804, p. 129 e IRC 3368, "inventario a capi
104 V. Gai, Gli strumenti musicali, cit., p. 98. Cfr. anche Amichi stru­ dell a Gua rdaroba", 1804, c. 29s.
menti, cit. , p. 29. Il 3 Antichi strumenri, ci t., , p. 29.

105 I con ti di questi anni si trovano in tRC 397 9, 16. 5. 1823, nO 102-1 4, '" Y. Gai, Gli strumenti musicali, cit., p. 100; Amichi slrwnetlti, cic, p. 3 1.
c. l-I v; IRC 3987, 2.8. 1826, n° 323, c. l-I v; IRC 399 1, 22.1 2. 1827, Il5 Cfr. qu anto detto del violino Amati del 1662 anche per qua nto ri­

nO 17 -581, c. l-I v; IRC 3995, 20.1 0.1 828, nO 478- 12, c. l-I v; tRC guarda la natura degli interven ti prat icati da Arcang iolo Bimbi .
3999, 2 1. 8.1829, nO459, c. l - l V. 1J6 IRe 40 18, "conti della Guardaroba generale", 1833 ott, nO 525 .

106 tRC 3362, "inventario a capi della Guardaroba" , 1778, c. 709s.


131 Cfr. tRC 2569, "con ti cle li a Rea l Casa", 1820, n° 264 -20, nn . 1,2,3,

107 GM 111 7,1 700 , c. 95 -96.


4 e IRC 1456, "repertorio dei mu sicist i dell a corte", 1825, fa sc. r.
108 tRC 3822, 24.7.1765 , fasc. x, nO60, c. l , Iv.
138 Nikolaus Dopfer, li utaio attivo a Ma i117. , è nato nel 17 14 a FUssen.
109 V. Gai , Gli sl rumenli musicali, cit. , pp. 120-121.
Cfr. Amichi strumemi, cit., p. 46.
11 0 IRC 4022, 10.10. 1833, nO205, c. l -l v-2.
139 Y. Gai, Gli strumenti musicali , cit., p. 103.
II I GM 1117, 1700,c.86.
140 IRC 3979 ,16.5.1823, nO 102- 14, c. l - Iv.
112 Annotazio ni del pres ilo in GM 74 1,11.1. 1755, c. 319v; GMapp 58,
'" Y. Gai, Gli strumenli musicali, cit., p. 11 7.
11.1.1 755, c. 406d ; GMapp 49, 11.1.1 755, c. 266s; e IRC 3390, 142 Y. Gai , Gli strumenti musicali, cit. p. 40.

11. 1.1 755, c. 3 19v; della restitu zione in GMa pp 58, 6.7. 1765, c. "l L' inventario di con segna, trascritto in Y. Ga i, Gli strumenti IIll/ si­
507d e IRC 3391, 6.7. 1765, c. 325v. cerli , cit., pp. 33-38, riporta la segue nte descrizione: "Un violonce l­
113 IRC 3822, 17.9. 1765, fa sc. x, nO60, c. 4v. lo di Gaspero Piattell ini di Firenze costruito nel 1780. È posto co n
11 4 !RC 3848 , 16.1 1.1780, nO69 . l'arco entro astuccio d i albero tinto, da chiudersi a chi ave, fodera to
'" GM 1117, 1700, c. 102. intern amente di fla nell a verde. Porta fa lsa mente l'et ichetta di
116 Prest ito in GM 141 0,5.8.1738, c. 19s; GM 14 11 ,3.8.1738, c. 5 Antoni o Strad il'ari".
[sciolta] e 5. 8.1738, c. 7 [sciolta] [cassa di leg no); GMapp 58, 14' Il Gragnani citato da Casamorata fo rse è Fili ppo (Li vorno 1767 ­

25.8. 1744, c. 406d; GM741,25.8. 1745, c. 22 [d ue archi]; GMapp 49 , Pari gi 18 12 ca. ), chitarrista e com pos itore.
25.8.1745, c. 33s; !RC 3390, 1744, c. I; rest ituzione in GM 74 1, 1' 5 IRC 4080, 1845 apr, nO 198, c. l -I v.

10.2.1753, c. 256; GMapp 49,1745, C. 33d; TRC 3390, 10.2.1753, c. 1'6 Cfr. Y. Gai , Gli slrumel1li musicali, cit., p. 11 7 e le schede a cura di

256. L. Pin zauti in Antichi sll'Lunenti, cit. , pp. 59-60.


11 7 Presti ti in GMapp 49, 10.2. 1753, c. 226s ; GMap p 6 1, 10.2. 1753, c. 1'7 Y. Ga i, Gli strwnen ri musicali, cit., p. 115.

222; ri cevuta firmata dal debitore in GMapp 70, "giusti fi cazioni" , '" IRC 4080, 1845 ap r, nO 198. c. I- I V.
10. 2. 1753, c. 424; restitu zio ne in GMapp 58, 1.7 .1765, c. 507d; IRC 149 Y. Gai, Gli strumenti musicali, ci t. , pp. 125-126.

3391 , 1.7. 1765, c. 320v; indicazioni del prestito a Mose ll anche in ISO IRC 3872, 3 1.1 2.17 91, n° 71. c. Iv.
GMapp 100, 1762, p. 194 e GMapp 99, 1762, C. 1591' dove tu tt avia il ! ' ! IRC 3979 , 16 .5.1 823, nO102- 14, c. I-I v.

contrabbasso risulta corredato da due archi . '" Rispettivame nte IRC 3987, 2.8.1826, nO 323, c. 1-1 v; IRC 399 1,
11 8 IRC 3822,17. 9.1765, fasc. x, n° 60, c. 4.
22. 12. 1827, nO 17-58 1,c. l - I v; IRC3995, 20 .10. 1828, n0 478 -1 2, c.
11 9 V. Gai, Gli strumenri musicali, cit. , pp. 125 -1 26.
l-I v; lRC 3999, 21.8. 1829, n° 459, c. I-I v.
120 Ba rtolomeo Caste llani , secondo Anton ioni nat o forse a Firenze in­
151 IRC 4025, 183 4 nov. , nO 692: il cont o non specifi ca a suffi cienza lo
torn o al 1740 e morto dopo il 1840, è atti vo a Firen ze tra il 1786 e stru me nto, ma l'an no prec edente gli altri due contrabbassi erano
il 1820; probabilmente è zio di Lui gi Castellani . stati tratta ti in modo analogo.
Per una storia documentaria degli strumenti ad arco di p ro venienza granducale S3

Documenti 3,
Firenze, Archivi o di Stato, Im peri ale e Real Corte 3875, sul dorso la
da ta 1793, la lettera "E" e "Filza di conti della guardaroba generale di
1. Sua Altezza Reale da gennaio a tutto giugno". Fil za a fascicoli men­
Firen ze, Archivio di Stato, Imperi ale e Real Corte 3848 , sul dorso la sili che con tengono carte sc iol te.
data 1777 e "Fil za di conti dell a guardaroba generale di Sua Altezza
[fasc icolo di marzo] [ .. ]
Reale da lugli o a tU ttO dicembre" . [n O72] [c. I]

Gaspero Pi attell ini a dì 23 marzo 1793 n° 72

[fascicolo di ottobre] [ ... ] Conto di lavori fa tti da me , Gaspero Piattellini di alcuni strumenti per
[nO69] Tommaso Carcass i servizio di S ua Altezza Reale
A dì 16 novembre 1780 5- - Per avere fa tto un manicho, a co ntrabasso nu ovo L 35 - ­
Conto di Tommaso Carcassi per lavori fatti nella guardaroba Per avere fatto una tastiera nova di noce d'indi a
di S ua Altezza Reale 2-- per il detto strum ento 20 -­
Per aver rifatto il manico ad una viola d'amore, 1 -­ Per avere i piroli nu ov i IO - ­
tastiera, e cordi era d'eba no, bi scheri corde, e ponticelli L 28 - ­ - 20 - Per avere rim esso i tast i 3- ­
Per setole ri messe a due archi di violino 1. 6.8 Per avere rimesso un a corda 3-­
Per acco moda tura di un violoncello, corde, ponti celio, Per avere accomodato un violoncello e fatto un
e setole all'arco 6. 13.4 pezzo novo, al manicho, e ponticello novo,
Per avere accomodalO un co ntrabasso, setole all' arco , 2- - e altre cose 12 - ­
e rifatta di nuovo la corda di Giso lreut 6 -- Per avere accomoda to un altro violoncell o e
Per aver rincordato di nu ovo altro violoncello, accom od ato la tastiera, e una pi cco la rottura e
e setole alI ' arco 5-- - 13.4 un pirolo nu ovo 6. I 3.4
Per aver ridotto una viola a contrabass o piccolo 6-- - 6. 8 Per avere accomodato un a cassa 2-­
Per corde, po nt icell o, piolo di bosso lo di sotto, e se tol e per n IO portature di contrabasso e violoncelli 6. 13.4
all'arco della medes ima viola 11.13.4 11.10. ­
Per aver scoperchialo un violoncello 5- - ~
Per corde, ponticello, e set ole all'arco per il medesimo 6-- 11.16 . 8 E vero quanto sopra = Pi etro del Greco =
Per aver scoperch iati due violini , corde, e ponti celli 6- - Somma 98.6.8
Somma 8 l.l3.4 [c. l v]
Tara 1.13.4 Somma L 96.6.8
Restan o L 80 - - Tara 11.1 6.8
Sono s. I 1.3 - - Restano 86.10. ­
So no L 86. 10.­
Moggi
2,
4.
Firenze, Archivio di Stato, Imperial e e Real Cane 3872, sul dorso la
Firen ze, Archivio di Stato, Imperi ale e Real Corte 3876, sul dorso la
data '179 1 e "Fil za di co nti della guardaroba generale di Sua Altez za
data 1793, la lettera ''E'' e "Filza di conti della gu ard aroba generale di
Reale da lu glio a tutto dicembre" . Fil za a fasc icoli mensili che con­ Sua Altezza Reale da luglio a tutto dicembre". Filza a fascicoli men­
tengo no carte sc iolte. si li che con ten go no carte sc iolte.
[fa scico lo di di cembre] [ ...] [fasc ico lo di lugli o] [ .. ]
[n° 7 I] a 3 1 dicembre 179 1 [n ° 77] [c. I]
Con to di lavori fatti da me Giu seppe Carcassi alla Real e Guardaroba Gaspero Piattell ini a dì 20 lu glio 1793 n° 77
so pra diversi strumenti Conto di spese falte da me Gaspero Piattellini per una cassa da co n­
per avere dimesso le seto le ad un archo da vi olonciello L 1.6. 8 trabasso per ser vizi o di S .A.R.
per acchomoda tura di un violonciell o di Amati cio [sic] Per avere spese in legno per la medes ima L 18 ­
scoperchiato stacchato e riatacchato il manico in buona Per n° 4 mast ietti di otto ne, a L 4 l'uno 16 ­
fo rma e fatoli tutto cio che g li bi sogni ava " 16 -- Per un a toppa e c hiave di ma sello 6­
per rinchordatura e ponticiello dell medes imo 5- - Per n° 40 vi le, a so ldi 3.4 l'u na 6.13.4
per avere rifatto larcho al detto vi olonciello co n sue setole " 8 Per due man ig lie intorate 5­
per avere riacc homoda to al vi olonciello di Senta di Milano Per nO4 ganci da selTare, e magliette 5.6.8
[sic] ci o scoperc hi ato rimesso nel suo punto il manico Per braccia 16 frustagno verde per fodera
ridotto servibile e restaurato il coperchio .. 20 - - a L 1.3.4 il bracc io 18 .13.4
per avergli rifatto ali medesimo la tastiera Per braccia 60 ga llone giall o, a sol di 3.4
e cordiera di ebano 14 -- il braccio lO ­
per rinchordatura ali medesimo nova e ponticiello 5- - Per bu lIette di ottone 6.13.4
per avere rifat to larcho novo con setole " 8- - Per avere spese in tintura dell a suddetta cassa per
per fattura di un a cassa nova per il medes imo 20 - - avergl i dato due man i di tinta bi gia e una mano di
per ferram enti per la medesima 7-- verde, e du e mane vernice " 16 ­
per una corda da co ntrabasso consegniata 8 -­ Per nO3 pon awre della med esima 2­
Som ma e segue L 11 2.6.8 Per coll a, e chi od i 2­
[ve rso] lO - - Per fattura della medes ima cassa 60 ­
Somma e segue da tergo L 112.6.8 Per spese fatte per una altra cassa per la tromb a marina
per avere riacchomodato un violoncello di Bortolo Per ave r speso in legnio .. 6.13.4
riadatato il manico e reso servib ile 12 -' ­ Per n° 3 ma stetti di ottone, a L 3 l'uno 9­
per avergli rifatto la tas ti era e cordiera al medesimo Per toppa e chiave di mase llo 5­
di granat igli a 14 -­ Per due manig lie intorate 3.6.8
Per due ga ng i e sue magli ette ~
per inch ordatura nova e ponticiello 5- ­ 10-­ Somma L 197. I 3.4
per avere rifatto larcho novo con setole 8-­ [c. I v]
per avere fatto fare un a chiave per la cassa del medesimo 1- ­
lO -- So mm a e segue da la da tergo L 197. 13.4
per assettatura di un violonci ell o di Amati cioè scoperchiato
Per bracc ia 5 112 di fru stagno verde a L 1.3 .4
e assetato le fasc ie e ri ad attato il manico e reso servi bile .. 14 - ­ 6.8.4
il bracc io
per avergli rifatt o la tastiera e cordiera al medesimo Per n° 40 braccia gallone gia ll o, a soldi 3.4
di granatiglia 14 -­ il braccio 6.13 .4
per inchordatura no va e ponticiello 5-­ Per bullette di ottone 4­
per avere ri fatto larch o novo con setole 8- ­ Per tintura , e vernic iatura 10 ­
per fattura di una cassa nova per il medesi mo 20 -­ 6 - - Per fan ura della suddena cassa " 40 ~
per feramenti per la medesima 7-­ 16 - - So mma L 264.15­
Som ma L 224.6.8
Sta bene le suddette rasse ttature --=--'-2­
Filippo Arrighi 16.15. -Tor na bene tu tto il suddetto lavoro Pietro del Greco
Tara lli~ Tara lQ.J2..
Restano L 2 12 -- Restan o L 248 - ­
Sono L 212 So no L 24 8 - ­
Moggi Moggi
S4 Giuliana Montanari

5.
DATA DESCRlZIONE SOMlvIE SOMME
DELLA DEI LAVORl. O DEI GENERI DfMANDATE RIDOTTE
Firenze, Archivio di Stato, Imperiale e Real Corte 3979, sul dorso CONSEGNA SOMMINISTRATi
"Real guardaroba generale anno 1823/Conti dal nO l al nO 115". Filza 21 agosto Scoperchiatura di una viola rimesso due
a fascicoli mensili che contengono carte sciolte. 1829 cerchietti, e zoccolo nuovo, rifatta la tastiera
soda di ebano, ponticello,
[fascicolo di giugno] [ .. ] capotasto, e corde L 24 - ­
[nO 102-14] [c. l] Restaurato altra viola di Stradivari rimessa
Per essere stato a lavorare all'Imperiale e Real Guardaroba del
in corde, e ripulita 7 -­
Palazzo de Pitti per gli appressi lavori di strumenti deve dare a
Restaurati due violini d'Amali, e rimessi
Arcangiolo Bimbi violinaio quanto appreso
in corde 8 -­
a dì 16 maggio 1823
Restaurati altri due violini di Slradivari
Per avere levato i tasti, e messo quattordici pezzetti di ebano
e rimessi in corde 7- ­
per riturare le buche della tastiera; rialzato il ponticello,
rifatto il capotasto di avorio, rincollato in Accomodato un violoncello di Amati e
diversi luoghi, e ripulito L 16 -­ rimesso in corde 16 -­
Per aver fatto un'arco nuovo servito per il detto Altro violoncello di Amati accomodato diverse
contrabbasso 6- ­ rotture, e tarli rimesso dei pezzi, rinvemiciato
Per aver messo due corde nuove al medesimo contrabbasso fatto dei pezzi, e rimesso in corde 28 - ­
che serve per la ca ppella 9- ­ Raccomodato altro violoncello di Stradivari
Per avere riaccomodato il contrabbasso di Bortolo. con uno spacco sopra il coperchio, accomodalo
per averlo accomodato nelle fasce da piede, diversi posti, rincordato e tutto ripulito 14 -­
messo dei tiranti, rimesso due piccole sverze Accomodatura della tromba marina,
nel fondo, rimesso quattordici pezzi, di acero e rivemiciata 7-­
nel manico, ridato la vernice, e tutto ripulito 21 - ­ Segue 129 -­
Per altro contrabbasso coll'arme della Campana, per averlo [c. l v]
rincollato in diversi luoghi nelle fasce, riturato le buche DATA DESCRIZIONE SOMME SOMME
della tastiera di ebano, e ridata la vernice lO -­ DELLA DEI LAVORl, O DEI GENERI DIMANDATE RlDOTTE
Per avere riaccomodato un violoncello di Amati, CONSEGNA SOMMINISTRATI
riaccomodato diversi tarli, rimesso due corde, e ripulito 16 - ­ 21 agosto Riporto L 129 -­
Per altro violoncello piccolo di Venezia, per averle 1829
riaccomodato diversi piccole rotture nelle face [sic], e Accomodatura di una chitarra francese
nel coperchio, e rimesso due corde, e ripulito 12 - ­ erincordata 4.13.4
Per altro violoncello di Stradivari, per averlo rincollato Accomodatura di una chitarra spagnola,
sulle punte, ripulito, e rincordato tutto 7- ­
e rincordata 5­ -
Per avere rimesso le setole all'arco per i detti violoncelli 1.10­
Accomodatura di un contrabbasso di Bartolo
Per altro violoncello di Stradivari, per averlo rincollato
rimesso dei pezzi rinverniciato, e pulito 18 -­
nelle face, e accomodato unarottura nel coperchio, rimesso
Per altro contrabbasso di Campana
due corde nuove, e ripulito 7- ­
raccomodato e rimesso delle sverze
Per avere ripulito il violino di Stradivari, e rimesso
rinverniciato, e accomodato i piroti 19 -­
in corde 2 -­
Per altro violino di Ruggero detto il Per, ripulito, Rimesso a quattro archi setole nuove 4--
e rincordato 2- ­ Rinsetolati due archi da contrabbasso 3.6.8
Per altri due violini, per avergli rincollati in diversi Speso in corde, e parte messo nelle cassette 14 -­
luoghi, ripuliti, e rimessi tutti in corde 6-­ Pece messa nelle cassette 1.6.8
Per avere rimesso le setole a numero quattro archi di Speso in vernice per detti stromenti 4-­
serpentino per i suddetti violini 1J.l.±
120.13.4 Somme L 202.6.8 170 -­
[c. l v] 11 presente conto si riduce a pagamento Finna del manifattore, o provvisioniere
Somma, e segue L 120.13.4 in Lire 170 - - Arcangiolo Bimbi
Per avere rincollato due punte alla viola di Stradivari, visto Luigi Del Poggio Guardaroba
ripulita, e [sic] rimesso Il Capo del Dipartimento
due corde nuove 3-­ V. Casamorata
Per altra viola di Germania, per averla rincollata in diversi
luoghi, ripulita, e rincordata 4-­
Per avere riaccomodato la tromba marina, ripulita, 7.
e rimesso le setole all'arco 5-­
Lavoro stato eseguito per ordine verbale Somma L 132.3.4 Firenze, Archivio di Stato, Imperiale e Real Corte 4022, sul dorso
del Real Padrone Tara 12.3.4 "Imperiale e real guardaroba anno 1834/ Giustificazioni dal nO 511 al
G. Ventinove Al netto L 120 -- nO 280". Modello a stampa.
Arcangiolo Bimbi
V. Casamorata [ ... ]
[nO 205] [c. l]
[ .. ] Anno 1834 - Mese di marzo
6. [ .. ] Dipartimento Palazzo Pitti
Conto dell'Imperiale e Real Corte
Firenze, Archivio di Stato, Imperiale e Real Corte 3999, sul dorso "Imperiale
con me Gaspero Piattellini
e real guardaroba generale / Anno 1829 giustificazioni dal n° 381 al nO 530".
[... ] Data del pagamento 19 aprile 1834
Registro Spese a carta 171
Modello a stampa.
DATA DESCRIZIONE SOMME SOMME
[ ... ]
DELLA DEI LAVORI, O DEi GENERI DIMANDATE RIDOTTE
[n° 459] [c. l]
CONSEGNA SOMMINISTRATI
[... ] Bimbi Arcangiolo fabbricante di strumenti
lO ottobre Un Cisolfaut fasciato per violoncello L 2-­
[c. l v] Tre Gisorreut simili " 3 -­
[... ] Anno 1829 - Mese di agosto Un Gisorreut simile da viola " - 10­
[... ] Dipartimento guardaroba generale Tre Delasorrè da violoncello " 1.13.4
Real Palazzo Pitti Cinque Alamirè da violoncello " 2 -­
Data del pagamento 27 settembre 1829 Due nottolini per un arco da violoncello,
Registro spese a carta 172 e messi al posto " 1.13.4
r

Per una storia documentaria degli strumenti ad arco di provenienza granducale 55

AI contrabbasso della Campana = scoperto 8.


e rifano lo zoccolo di sopra, non essendo
designalO nella relazione, sbassate le fasce , Firen ze , Archi vio di Stato, Imperiale e Real Corte 4025 , sul dorso
e ricerchiato tutto in giro, rifana la catena "Imperiale e real guardaroba generale anno 1834/ Giustifi cazioni dal
al coperchio, ritirata su la curvazione nO 611 al nO790". Modello a stampa.
al coperchio " 30 -­
Corde nuove " 16-­ [ ... ]
Ponticello nuovo " 2.13.4 [nO 692] [c. l]
Meccanismo d'ottone " 40-- [ ... ] Bimbi Arcangiolo fabbricante di strumenti
Messo un pezzo al manico per portarlo [c. l v]
più fuori " 4- ­ [ .. ] Anno 1834 - Mese di novembre
Tastiera d'ebano ferro " 20 -- [ ... ] Dipartimento Palazzo Pitti
Ali' altro contrabbasso piccolo = scoperto, Conto dell'Imperiale e Real Corte
e riaccomodato una rottura nel fondo, e co n me Gaspero Piattellini
riguardato altre rotture, e Oggetto del presente conto
Accomodatura di un contrabbasso

Somme f 123.10 - Data del pagamento 28 gennaio 183 [sic]

[c. Iv] Registro spese a carta 188


Riporto f 12310- DATA DESCRIZIONE SOMME SOMME
fatto quanro punte aJ coperchio, e più è DELLA DEI LAVORI, O DEI GENERt OlMANDATE RIDOTTE
occorso rifare lo zoccolo da piede che era CONSEGNA SOMMINISTRATI
tutto intarlato, che sulla relazio ne non Per averlo scoperto. e ritirata su la curvazione
è marcato " 20 - - del coperchio che aveva ceduto in conseguenza
Corde nuove " 16 - - delle rotture. e risarcite tutte le rotture, e
Ponticello nuovo " 2. 13.4 messa una ingrossatura al coperchio, rifalla
Tastiera d' eban ferro " 20 - - la catena, spiantata la tastiera, e riallato
Dato due mani di vernice per ciasc heduno f 3.6.8 il ponticello L 33.6.8 30
Per avere spese in due chiavicine da
Somma totale f 185.10 - meccanismo che servono per
[c 2] due contrabbassi " 4- ­
Il presente conto si riduce a pagamento Finna del manifallore , o provvisioniere Somme L 37.6.8 30
in Lire Centottanta = = Gaspero Piattellini Il presente conto si riduce a pagamento Firma del manifallore, o provvisioniere
È stato eseguito il sudetto lavoro in Lire Trenta Ga spero Piatte llini
L. D el Poggio L. Del Poggio Guardaroba
Il Capo del Dipartimento [I Capo del Dipartimento
Giovanni Poggi Giovanni Poggi

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