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bianco con le piccole ali spiegate guardava giù verso il mondo. Vedeva la
fare qualcosa che lui non capiva. Ogni persona sembrava non conoscere
salutava nessuno.
Mentre era così intento ad osservare, passò San Pietro che stava
"Oh, San Pietro! Stavo osservando quello che gli uomini stanno facendo in
altro. Passano uno vicino all'altro senza una parola, senza un gesto di
amicizia, senza un sorriso. Pensi che siano arrabbiati?". San Pietro sorrise
dentro la sua gran barba bianca, socchiudendo gli occhi azzurri come il
cielo che li circondava. "No angioletto, non sono arrabbiati. Fanno finta di
non conoscersi perché hanno paura. Ognuno di loro ha paura. Paura che
qualcun altro possa chiedergli qualcosa. E allora, per evitare che questo
da lontano, per evitare di incontrare quelli che potrebbero portar loro via
qualcosa". "Ma, San Pietro, cosa si possono portare via? Sono tutti dei
ladri?". "Non sono dei ladri, ma ciascuno pensa solo a se stesso. Sono
del piccolo angelo. "Benedetti angeli - pensò - fino a che non passano un
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po' di tempo sulla Terra non riescono nemmeno ad immaginare cosa c'è
ricorda di non muoverti. Tra non molto sarai chiamato alla scuola degli
angeli custodi, e quando avrai imparato bene qual è il tuo compito ti sarà
stargli accanto finché vivrà." Il piccolo angelo distolse gli occhi dalla terra
"Davvero San Pietro? Avrò un umano tutto per me? E potrò stargli sempre
vicino? Potrò curarlo? Potrò farlo sorridere?". San Pietro scosse la testa
"Non sai quanto sarà difficile - pensò ancora - e quanti problemi ti darà.
Altro che sorridere!" e con un cenno della mano fece un saluto. Le sue
chiamare "Vieni! E' ora di andare a scuola, è stato concepito il bimbo che
subito preso da quella che, per un angelo, poteva essere considerata una
E' il tuo momento. E' ora che tu sappia quali saranno i tuoi compiti sulla
aiutarlo ma non poteva fare niente in vece sua. E poi doveva sapere una
cosa importantissima: da un'altra parte, così come stava facendo lui, c'era
un diavoletto che stava andando a scuola. Anche lui per essere accanto
all'umano, ma per cercare di non farlo essere buono, per tentarlo in modo
che contravvenisse alle regole celesti che il buon Dio aveva dato agli
uomini per farli vivere sereni ed in armonia tra loro. Avrebbe cercato di
finito per far diventare anche lui un egoista. Il piccolo angelo era
ne avrebbe avuto già abbastanza con l'umano che gli sarebbe stato
con gli arcangeli tutto quanto aveva imparato, aveva controllato che il
suo abitino bianco fosse in ordine, si era dato una bella lisciata alle ali,
verso quel punto della terra da cui sentiva il richiamo chiaro e forte.
meglio per suggerirgli, nella vita quelle azioni che, alla fine dei suoi giorni,
lo avrebbero portato nel regno degli angeli o nel regno dei diavoli.
diavoletto era lì. Gli era stato detto: non potrai vedere lui e lui non potrà
Soltanto voi percepirete i rispettivi odori, cosa invece impossibile per gli
non restava altro da fare che conoscere anche loro il mondo in cui si
che le piaceva fare e quello che invece non le andava. Sia il piccolo
conoscere la pietà, il diavolo le faceva venire in mente che non erano fatti
sarebbero intervenuti tutti i suoi amici. Sapeva già che avrebbe ricevuto
torta con le candeline. Tutto era pronto. Anche l'angelo e il diavolo erano
L'angelo sentiva il puzzo di zolfo più forte che mai, il diavolo era agitato
scuola, accolti dalla ragazza con abbracci e baci. Portavano regali che
venivano messi, insieme agli altri già ricevuti, sul grande tavolo dove al
centro faceva bella mostra di sé una magnifica torta che sembrava dire a
Alice pensasse soltanto a sé, alla sua bellezza, alla sua fortuna. L'angelo
orgogliosa, vanitosa, egoista. Già, egoista, come ricordava che San Pietro
Bussarono ancora alla porta. Alice corse ad aprire, era in arrivo un altro
Alice non era simpatica perché era povera, aveva il padre malato e,
della sua tristezza e del suo dispiacere, ed in più le faceva rabbia che
fosse stato riadattato perché potesse essere ancora indossato. Alice non
poté non notare la differenza tra il suo ricchissimo vestito di raso giallo e
il più che modesto abito della sua compagna. Carmela aveva in mano una
prego di accettare questo mio piccolo regalo. E' la rosa più bella che sono
riuscita a trovare. Ma non è bella quanto te". Alice capì all'improvviso cosa
modestia poteva essere più splendente della bellezza, che il calore umano
occhi, abbracciò la sua amica sussurrandole "E' il regalo più bello che
potevi farmi e che oggi ho ricevuto", poi, rivolta agli altri amici, annunciò
amica".
lui, pensando che i tanti sforzi compiuti stavano finalmente dando i primi
zolfo, che il diavolo era molto, ma proprio molto, arrabbiato per la bontà
di Alice.