I bambini con disturbo della condotta e tratti callous unemotional sono caratterizzati da scarsa empatia,
mancanza di senso di colpa, sovrastima delle conseguenze a seguito dell’atto aggressivo, scarsa risposta alle
punizione, assenza di ansia e deficit della processazione dell’emozioni negative.
Diverse evidenze scientifiche dimostrano che l’emozione negativa, provocata dal contesto, che segue un
comportamento inappropriato vada a formare un sistema sanzionatorio interno che serve a inibire il
comportamento disadattivo. Questo sistema sanzionatorio aiuta il bambino a rispettare le regole.
Possiamo dire che costituisce il precursore del senso di colpa.
Il senso di colpa così come l’empatia è legato ad una maggiore emissioni di comportamenti prosociali.
I bambini con tratti CU sono anche noti come bambini senza ansia/paura infatti deviano in modo insensibile
dalle regole. In modo insensibile ossia mostrando una scarsissima empatia affettiva.
Si distingue infatti tra empatia cognitiva, ossia la capacità di comprendere lo stato mentale dell’altro e
l’empatia affettiva ossia la capacità di sintonizzarsi affettivamente con l’altro.
Questi bambini possiedono un’ottima empatia cognitiva ma una pressoché assente empatia affettiva che
però è circoscritta ad un deficit dell’elaborazione di emozioni come tristezza, paura e felicità mentre la
capacità di elaborare rabbia e disgusto sembra essere intatta.
Il deficit sembra essere legato ad una compromissione nell’allocazione automatica dell’attenzione agli
stimoli socialmente salienti (zona degli occhi).
E’ dunque possibile impostare un intervento per allenare questa funzionalità che è presente ma poco
allenata utilizzando una modalità espressiva maggiormente enfatizzata.
L’aggressività di questi bambini è di tipo proattivo, premeditata e volta al raggiungimento dei propri
obiettivi.
L’ABC è uno lo strumento che ci permette di indagare come si manifesta l’aggressività cos’è che la scatena.
La modalità di narrazione è prevalentemente fredda, distaccata i marcatori linguistici sono di tipo
distanziante. Le emozioni sono etichettate sul piano semantico ma minimizzate e distanziate.
L’intervento con il b. con disturbo della condotta prevede l’utilizzo di ABC per divenire sempre più
consapevole delle cause che scatenano la sua aggressività.
Inizialmente l’ABC sarà all’insegna di indagare tutte le situazione che scatenano l’aggressività come mezzo
per ottenere i propri obiettivi.
In un primo momento bisogna procedere validando queste modalità in quanto sono le uniche di cui il b. è in
possesso secondariamente si cercherà di lavorare focalizzando il b. sulle conseguenze dell’emissione di tali
comportamenti.
Ci aspettiamo che il b. noti immediatamente le conseguenze per lui favorevoli “ho ottenuto il gioco” mentre
fatichi a comprendere le conseguenze negative dell’atto aggressivo.
Dopo un periodo di analisi delle situazioni target proviamo ad introdurre l’attenzione alle conseguenze
negative che tale comportamento ha sugli altri introducendo anche la componente affettiva.
Parallelamente si lavorerà sul problem solving ossia sull’ampliamento delle soluzioni che possiamo ottenere
per fronteggiare un problema.
Per potenziare l’empatia affettiva, la letteratura ci ha insegnato che bisogna lavorare aumentando
l’attenzione e il riconoscimento dell’emozione attraverso l’analisi della parte superiore del volto, in
particolar modo degli occhi.
Per queste attività possiamo utilizzare il sito dell’autismo “leggere le mente negli occhi” che consiste nella
raccolta di immagini che ritraggono solamente gli occhi per elicitarne il corretto riconoscimento.
Accanto a questo sito possiamo comunque costruire dei giochi ritagliando dei cartoncini su cui incollare il
viso che esprime diversi livelli di emotività e componendo “l’enciclopedia delle emozioni”.
Un’altra alternativa è legata alla visione di spezzoni di anime in cui , i personaggi con occhi grandi, riescono
ad esprimere chiaramente le proprie emozioni.
Per incrementare le risposte empatiche si possono proporre attività per promuovere la gentilezza.
Inizialmente si chiede al bambino cosa significa essere gentili e poi di scrivere tutte le parole “gentili” che
conosce.
Infine viene chiesto al bambino come dovrebbe agire per mostrare un comportamento gentile.
Per incentivare tali comportamenti possiamo dare come homework quello di emettere almeno 3 atti gentili
e di riportarli su un ABC.
L’obiettivo è quello di focalizzarli verso le conseguenze positive dell’essere gentili.
Un’altra attività può essere “l’alfabeto dei grazie” in cui ritagliando tanti cartoncini verranno scritte le
lettere dell’alfabeto e pensandole il b. dovrà trovare un oggetto, persona che inizia per quella lettera a cui
dice “grazie”.
Oltre a queste attività sono molto promettenti per il trattamento dei tratti CU gli interventi CARES model
per i bambini tra i 3 e 8 anni che si pongono l’obiettivo di aumentare l’attenzione verso il volto,
comprendere le emozioni, collegare le emozioni al contesto e favorire la messa in atto di comportamenti
pro sociali.
Simili a questo trattamento sono i Mental Models e l’Emotional Engagement che viene fatto in vivo con la
coppia genitore-figlio.