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SPA

La nozione di società per azioni si ricava dall'art. 2325 in cui si afferma: «Nella società per azioni per le
obbligazioni sociali risponde soltanto la società con il suo patrimonio>>.
La società per azioni è una persona giuridica caratterizzata da un'autonomia patrimoniale perfetta,
in quanto delle obbligazioni sociali risponde solo il patrimonio sociale.
Nelle SPA si ha dunque, una limitazione del rischio, in quanto rischiano di perdere soltanto quanto hanno
conferito in società e che è andato a costituire il patrimonio sociale,
Le quote di partecipazione dei soci consistono in azioni, che sono titoli di credito la cui titolarità corrisponde
alla posizione di socio e attribuisce determinati diritti. Con l'emissione di azioni è possibile costituire ingenti
capitali che permettono la realizzazione di attività economiche di grandi dimensioni.
Prima le SPA erano chiamate società anonime, infatti queste società non agiscono sotto il nome di alcun
individuo; è quindi indifferente l'identità personale dei soci, che sono in anonimato. La legge, alla posizione
anonima dei soci, ha predisposto alcune garanzie per la tutela dei terzi che entrano in rapporti, diretti o
indiretti, con la società, in particolare dei creditori sociali, che possono fare affidamento solo sul patrimonio
sociale, ma anche dell'intera collettività. sono previste forme di tutela per i piccoli azionisti, cioè i soci titolari
di un numero limitato di azioni, che potrebbero risentire negativamente delle decisioni prese dai grandi
azionisti.
LE FASI DELLA COSTITUZIONE
purché una SPA possa ritenersi regolarmente costituita, sono necessarie alcune fasi: la stipulazione
dell'atto costitutivo, l'adempimento di alcune condizioni previste dalla legge, l'iscrizione nel Registro delle
imprese.
L'atto costitutivo può consistere in un contratto, in cui i soci si accordano per dare vita alla nuova società, o
in un atto unilaterale che dà vita a una società con un unico socio (art. 2328, c. 1, c.c.). La società per
azioni si deve costituire per atto pubblico; la mancanza dell'atto pubblico determina la nullità della società
(art. 2332 c.c.). La stipulazione del contratto sociale avviene normalmente in modo simultaneo: i soci
dichiarano alla presenza di un notaio di voler costituire la società e ne sottoscrivono il capitale.
La legge (artt. 2333-2336 c.c.) prevede anche, come modalità costitutiva delle SPA, la pubblica
sottoscrizione, scarsamente diffusa. si basa sulla redazione di un programma da parte dei soci promotori a
cui deve far seguito l'adesione di tutti coloro i quali sono interessati a diventare soci.
Nel programma vanno indicati: l’oggetto, il capitale, le principali disposizioni dell'atto costitutivo e dello
statuto e l'eventuale partecipazione che i promotori si riservano sugli utili. Il programma con le firme
autenticate dei promotori deve essere depositato presso un notaio prima di essere reso pubblico. Le
sottoscrizioni delle azioni devono risultare da atto pubblico o da scrittura privata autenticata.
L'atto costitutivo, deve fondamentalmente indicare:
 le generalità dei soci e il numero delle azioni sottoscritte da ciascuno;
 la denominazione sociale, il Comune in cui la società ha la sede e le eventuali sedi secondarie. La
denominazione sociale è il nome sotto cui opera la società e corrisponde alla ditta dell'imprenditore
individuale e alla ragione sociale delle società di persone (SPA). (art. 2326 c.c.);
 l'attività che costituisce l'oggetto sociale
 l'ammontare del capitale sottoscritto e versato. Per capitale sottoscritto si intende il valore dei
conferimenti che i soci si sono impegnati complessivamente a effettuare; il capitale versato è costituito
dalle somme già versate dai soci come anticipo sul totale. L'art. 2327 c.c. stabilisce che il capitale
minimo per costituire una S.p.a. corrisponde a 50.000 euro;
 il numero e l'eventuale valore nominale delle azioni;
 il valore dei crediti e dei beni conferiti in natura. Di norma i conferimenti devono farsi in denaro (art.
2342 c.c.). l'atto costitutivo può prevedere la possibilità di conferimenti sotto forma di crediti o di beni.
 le norme relative alla distribuzione degli utili;
 la partecipazione agli utili eventualmente accordata ai soci fondatori;
 la durata della società, in mancanza di tale indicazione è costituita a tempo indeterminato;
 l'importo globale, delle spese per la costituzione poste a carico della società.
'atto costitutivo è integrato da uno statuto, che riguarda il regolamento interno delle Società, ossia contiene
le norme relative al suo funzionamento, si considera parte integrante dell'atto costitutivo. In caso di
contrasto tra atto costitutivo e statuto prevale quest'ultimo (art. 2328).
La società per azioni unipersonale. La società per azioni con un unico socio prevede che delle obbligazioni
sociali risponda solo la società con il suo patrimonio, mentre il socio benefici della limitazione di
responsabilità. L'unico socio diviene però illimitatamente responsabile con il proprio patrimonio per le
obbligazioni sociali. il socio è responsabile per le obbligazioni sociali sorte in seguito a operazioni compiute
prima dell'iscrizione della società.
Le condizioni per la costituzione. La legge (art. 2329 c.c.) richiede l'adempimento di alcune condizioni
perché possa ritenersi valida la costituzione di una s.p.a.:
1. è necessario che il capitale sociale sia sottoscritto per intero, e quindi che il valore monetario che i soci
si sono impegnati a versare coincida con il capitale sociale indicato nell'atto costitutivo;
2. i soci che conferiscono denaro devono versare presso un istituto di credito almeno il 25% dei loro
conferimenti. Se si tratta di s.p.a. costituita con atto unilaterale deve essere versato l'intero ammontare.
Qualora un socio non esegua i pagamenti dovuti, gli amministratori possono promuovere azione per
l'esecuzione del conferimento, ovvero offrire le azioni agli altri soci in proporzione alla loro partecipazione;
3. devono sussistere le autorizzazioni governative eventualmente richieste per la costituzione della
società. Ex. l'autorizzazione del ministero dell’Economia prevista per poter svolgere un'attività bancaria.
Perfezionato l'atto costitutivo, il notaio entro venti giorni ne cura il deposito e ne chiede l'iscrizione presso
l'Ufficio del Registro delle imprese del luogo dove la società ha sede (art. 2330 c.c.). In questa fase il notaio
svolge un ruolo importante di controllo: è infatti obbligato a verificare se sono state rispettate le condizioni
che la legge richiede per costituire la società.
Nel caso rilevasse anomalie o la mancanza di tali condizioni, deve segnalarle tempestivamente agli
amministratori che hanno l'onere di modificare l'atto costitutivo per renderlo conforme alla legge.
L’iscrizione della s.p.a. nel Registro delle imprese corrisponde a una forma di pubblicità costitutiva, per cui
possiamo affermare che la società sorge solo al momento dell'iscrizione.
essa acquista, tramite l'iscrizione, personalità giuridica (e quindi l'autonomia patrimoniale perfetta),
divenendo un soggetto pienamente operante nel mondo del diritto per quanto attiene all'esercizio di propri
diritti e all'adempimento di determinati doveri. Per le operazioni compiute in nome della società prima
dell'iscrizione sono illimitatamente e solidalmente responsabili verso i terzi coloro che hanno agito (art.
2331 c.c.).
le s.p.a. non registrate non vengono a esistenza, la mancata iscrizione non determina la posizione di
società irregolari.
(NO) SOCIETA’ PER AZIONI E MERCATO FINANZIARIO

Le società per azioni ottengono finanziamenti dai risparmiatori attraverso l'emissione di azioni e obbligazioni.

attraverso le contrattazioni di Borsa si stabilisce il valore di ogni azione (quotazione di Borsa), che dipende dalla domanda e
dall'offerta. se la domanda di un titolo è elevata, la sua quotazione di Borsa può risultare superiore al suo valore originale,
consentendo al titolare la realizzazione di un guadagno speculativo; nel caso opposto la quotazione può scendere al di sotto del
prezzo di emissione. Le quotazioni giornaliere costituiscono il fixing pubblicato sul bollettino di Borsa.

Gli andamenti delle quotazioni vengono sintetizzati negli indici di Borsa, che rappresentano le variazioni di valore dei titoli,
mettendo in evidenza la situazione generale delle quotazioni. La legge consente la costituzione di altri mercati regolamentati, oltre
alla Borsa valori, organizzati da società di gestione.

La CONSOB. Sull'attività dei mercati regolamentati vigila la Commissione Nazionale per le Società e la Borsa (CONSOB), un
organo collegiale composto da un presidente e da quattro membri nominati dal Presidente della Repubblica su proposta del
presidente del Consiglio dei ministri. Il suo compito essenziale è vigilare sul funzionamento dei mercati regolamentati: ha il diritto di
ricevere i bilanci delle società quotate, di conoscere le proposte di modifica dello statuto e dell'atto costitutivo e di disporre ispezioni
presso le singole società.
I PATTI PARASOCIALI
È possibile che, tutti o alcuni soci stipulino tra loro degli accordi, chiamati patti parasociali, attraverso cui si
impegnano a rispettare determinati obblighi il cui contenuto è estremamente vario. Si tratta di accordi
perfettamente leciti, sono prevalentemente stipulati tra gli azionisti del capitale flottante, in modo da poter
assumere posizioni più forti all'interno della società.
I patti parasociali sono accordi tra azionisti al fine di raggiungere obiettivi comuni
I sindacati azionari. Tra i patti parasociali i più diffusi sono i cosiddetti sindacati azionari, relativi ai diritti
conseguenti alla titolarità di azioni.
Questi accordi vincolano solo le parti contraenti e non sono opponibili alla società. Ciò implica che essi
hanno puri effetti obbligatori, per cui la loro violazione comporta solo l'obbligo al risarcimento del danno a
carico del socio inadempiente (inserimento nell'accordo di una clausola penale), ma l'atto eventualmente
compiuto in violazione dell'accordo è di per sé valido.
Nelle società per azioni che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio, cioè che offrono azioni al
pubblico, i patti parasociali possono essere a tempo determinato o a tempo indeterminato e devono essere
comunicati alla società e dichiarati in apertura di ogni assemblea; la dichiarazione deve essere trascritta nel
verbale e questo deve essere depositato presso l’ufficio del Registro delle imprese. In caso contrario i
possessori delle azioni alle quali si riferisce il patto parasociale non possono esercitare il diritto di voto in
assemblea.
Nelle società per azioni quotate in Borsa, poi, i patti parasociali, a pena di nullità, devono essere comunicati
alla CONSOB, pubblicati su un quotidiano e depositati presso il Registro delle imprese.
Le deroghe alla disciplina del contratto. I principi sulla nullità del contratto sociale derogano in parte da
quelli generali sulla nullità contrattuale, in quanto, avvenuta l'iscrizione nel Registro delle imprese, la nullità
della società può essere pronunciata solo in tre casi ben determinati. se si verifica una normale causa di
nullità contrattuale diversa da quelle indicate dal codice civile, essa viene sanata attraverso l'iscrizione nel
Registro delle imprese, e non si può fare più nulla per rilevarla.

LA NULLITÀ DELLA SOCIETÀ può essere pronunciata soltanto nei seguenti casi:
 mancata stipulazione dell'atto costitutivo nella forma dell'atto pubblico. Ex. costituzione tramite scrittura
privata;
 illiceità dell'oggetto sociale;
 mancanza nell'atto costitutivo o nello statuto di indicazioni sulla denominazione della società, sui
conferimenti, sull'oggetto sociale o sull'ammontare del capitale sociale.
La richiesta giudiziale di nullità può essere avanzata da chiunque vi abbia interesse.
Gli effetti della nullità. Se l'autorità giudiziaria emette sentenza di annullamento, questa non ha efficacia
retroattiva, in quanto non pregiudica gli atti compiuti in nome della società dopo l'iscrizione nel Registro
delle imprese; i soci non sono liberati dall'obbligo dei conferimenti fino a quando non sono soddisfatti i
creditori sociali.
La nullità si traduce poi in scioglimento della società e la sentenza che la dichiara nomina i liquidatori. la
nullità del contratto sociale è sanabile attraverso una modificazione dell'atto costitutivo che deve poi essere
iscritta nel Registro delle imprese.

I SOCI DELLE S.P.A. possono essere, oltre che persone fisiche altre società  società controllate e
società collegate (art. 2359 c.c.).
Sono denominate "collegate" le società su cui un’altra esercita un’influenza notevole, che corrisponde nei
fatti al potere di esprimere in assemblea almeno il 20% dei voti.
Il tentativo di acquisire il controllo di un'altra società per azioni quotata in Borsa viene indicato con
l'espressione "scalata societaria": essa deve avvenire in modo trasparente e corretto, sotto il controllo della
CONSOB. Il mezzo più diffuso utilizzato per "scalare" altre società quotate in Borsa è l'offerta pubblica di
acquisto (OPA).
Attraverso un'offerta pubblica di acquisto ci si impegna pubblicamente ad acquistare titoli di una
determinata società, al valore indicato nell'offerta stessa.
Coloro che intendono procedere a un'OPA devono comunicare alla CONSOB le informazioni essenziali
relative all'operazione. Esaminate le informazioni fornite nell'offerta, la CONSOB autorizza il lancio
dell’operazione, oppure la sospende o la dichiara inefficace.
I Gruppi di società  insiemi di più società che consentono, se l'attività imprenditoriale è molto ampia e
relativa a diverse realtà produttive, di frazionare il rischio economico.
Il modello più diffuso di concentrazione tra le imprese è rappresentato dall'holding trust: più imprese si
trovano sotto il controllo di una sola società, chiamata holding (o società madre o capogruppo). Tale
società possiede la maggioranza delle azioni delle altre società (dette società operative) e dirige quindi la
politica aziendale di tutto il gruppo, garantendo così un indirizzo imprenditoriale unitario.
La società capogruppo può limitarsi a dirigere le società controllate, attraverso le partecipazioni azionarie in
esse detenute; in questo caso si definisce holding pura. Quando, la capogruppo è anche operativa, cioè
svolge un'attività di produzione o di scambio, viene detta holding mista. Quando le società controllate
presentano nazionalità diverse, l'holding viene qualificata come società multinazionale. le singole società
controllate costituite all'estero dalla società capogruppo saranno soggette alla legge dello Stato in cui
operano.
L'organizzazione di un gruppo di società può avvenire in base a modelli differenti; prevalgono due strutture,
quella piramidale e quella a stella.
I gruppi societari possono dare origine a situazioni di monopolio, con gravi svantaggi di ordine economico e
sociale: in una situazione di monopolio, infatti, l'offerta è concentrata in un solo operatore, il quale, non
avendo concorrenti, può influire sulle condizioni di mercato, in particolare sul prezzo.
In Italia è operante una legge antitrust il cui scopo è di evitare i pericoli del monopolio e che ha istituito
l’autorità garante della concorrenza e del mercato. Quando si procede a un'operazione di concentrazione il
cui valore economico sia elevato, le imprese interessate devono comunicarlo all'Autorità garante, che dovrà
valutare la legittimità dell'operazione. Nell'ipotesi in cui l'Autorità verifichi infrazioni da parte delle imprese,
essa le richiama all'eliminazione delle infrazioni e, nei casi più gravi, dispone l'applicazione di sanzioni
amministrative di carattere pecuniario.
L’ASSEMBLEA
L'assemblea è l'organo deliberativo delle società per azioni ed è composta dagli azionisti, cioè dai
soci.
Solo gli azionisti ordinari hanno un pieno diritto di partecipazione assembleare, mentre quello degli azionisti
privilegiati è fortemente affievolito, e del tutto mancante è quello degli azionisti di risparmio, che si vedono
però riconosciuti altri importanti privilegi.
L’assemblea dei soci può essere ordinaria o straordinaria in relazione agli argomenti da trattare. È pertanto
possibile che, in uno stesso giorno, venga convocata un'assemblea ordinaria e una straordinaria a seconda
delle proposte all'ordine del giorno.
Le regole di funzionamento dell'assemblea sono diverse in relazione al sistema di amministrazione e di
controllo adottato dalla società.
Dopo la riforma del diritto societario, entrata in vigore il 1° gennaio 2004, le società per azioni possono
infatti scegliere fra tre diversi sistemi di governo:
 il modello tradizionale  oltre all'assemblea, sono presenti il consiglio di amministrazione, o
l'amministratore unico, e il collegio sindacale;
 il modello dualistico  accanto all'assemblea troviamo il consiglio di sorveglianza e il consiglio di
gestione:
 il modello monistico  oltre all'assemblea, ci sono il consiglio di amministrazione e il comitato di
controllo.
nelle società basate sul sistema amministrativo tradizionale (forma di governo societaria più diffusa) e in
quelle che adottano il sistema monistico l'assemblea ordinaria ha le seguenti funzioni:

 approva il bilancio;
 nomina gli amministratori ei sindaci;
 determina il compenso degli amministratori e dei sindaci;
 delibera sulla responsabilità degli amministratori e dei sindaci;
 approva l'eventuale regolamento dei lavori assembleari;
 delibera sugli altri oggetti attribuiti dalla legge all'assemblea.
Invece, nelle società che adottano il modello dualistico l'assemblea ordinaria :

 nomina e revoca i consiglieri di sorveglianza;


 determina il compenso loro spettante;
 delibera sulla distribuzione degli utili e sulla responsabilità dei consiglieri di sorveglianza;
 nomina i revisori, incaricati del controllo contabile.
L'assemblea ordinaria deve essere convocata almeno una volta all'anno, entro il termine stabilito dallo
statuto e comunque non oltre centoventi giorni dalla chiusura dell'esercizio sociale.
l'assemblea straordinaria delibera invece:

 sulle modificazioni dello statuto;


 sulla nomina, sui poteri e sulla revoca dei liquidatori della società;
 su ogni altra materia attribuita dalla legge alla sua competenza.
CONVOCAZIONE E DIRITTO DI INTERVENTO IN ASSEMBLEA
L'assemblea, nelle s.p.a. che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio, deve essere convocata dagli
amministratori (o dal consiglio di gestione nel sistema dualistico) mediante avviso in cui devono essere
indicati il giorno, l'ora e il luogo dell'adunanza e l'elenco delle materie da trattare (art. 2366 c.c.).
L'avviso deve essere pubblicato sulla Gazzetta ufficiale della Repubblica italiana almeno quindici giorni
prima di quello fissato per l'adunanza. per le società di grandi dimensioni, si procede alla pubblicazione
dell'avviso anche sui quotidiani di maggiore diffusione.
Per le società che non fanno ricorso al mercato del capitale di rischio lo statuto può consentire la
convocazione mediante avviso comunicato ai soci con mezzi che garantiscano la prova dell'avvenuto
ricevimento (ex. fax o posta elettronica) almeno otto giorni prima dell'assemblea.
Se mancano queste formalità, la costituzione dell'assemblea deve ritenersi comunque regolare se in essa è
rappresentato l'intero capitale sociale e sono intervenuti tutti i soggetti preposti all'amministrazione e al
controllo della società (= assemblea totalitaria).
La convocazione giudiziale. Gli organi preposti all'amministrazione della società devono convocare senza
ritardo l'assemblea quando ne è fatta domanda da tanti soci che rappresentino almeno il decimo del
capitale sociale o la minore percentuale prevista nello statuto e nella domanda sono indicati gli argomenti
da trattare (art. 2367 c.c.). Se gli organi amministrativi non provvedono e non lo fanno neanche, gli organi
di controllo, il Tribunale può ordinare con decreto la convocazione dell'assemblea.
Possono intervenire in assemblea, secondo l'art. 2370 c.C., gli azionisti cui spetta il diritto di voto. Ogni
azione attribuisce il diritto a un voto, dal che si deduce che più azioni possiede un socio più alto è il numero
di voti che egli può esprimere. Nelle società per azioni non vige dunque un principio democratico, per cui
ogni soggetto ha diritto a un voto, bensì un principio plutocratico in base al quale è determinante la quantità
di azioni possedute.
Lo statuto può consentire ai soci di intervenire in assemblea tramite mezzi di telecomunicazione
(ex.videoconferenza) oppure di esprimere il voto per corrispondenza.
Il socio che si trova in una situazione di conflitto d'interessi è legittimato a votare, ma è possibile chiedere
I’annullamento della deliberazione se questa è dannosa per la società ed è stata approvata con il suo voto
determinante (art. 2373 c.c.).
Ai fini dell'esercizio del diritto di voto i soci, salvo diversa disposizione dello statuto, si possono far
rappresentare in assemblea, sia pure nei limiti numerici fissati dalla legge (art. 2372 C.c.). La
rappresentanza deve essere conferita tramite atto scritto e, nelle società che fanno ricorso al mercato del
capitale, può essere attribuita soltanto per singole assemblee.
La delega non può essere rilasciata con il nome del rappresentante in bianco; e non può essere conferita ai
membri degli organi amministrativi e di controllo o ai dipendenti della società, né agli amministratori delle
società da essa controllate.
COSTITUZIONE DELL’ASSEMBLEA
Per risultare regolarmente costituita, l'assemblea ordinaria richiede la presenza di tanti soci che siano
titolari di azioni corrispondenti almeno alla metà del capitale sociale, escluse dal computo le azioni prive del
diritto di voto (art. 2368). Se questo numero minimo non è raggiunto, l'assemblea deve essere nuovamente
convocata (art. 2369).
gli amministratori indicano normalmente, oltre alla data della prima convocazione, anche quella della
seconda ed è abbastanza frequente che i soci disertino la prima per partecipare direttamente alla seconda.
Ia seconda convocazione si può votare indipendentemente dalle quote sociali rappresentate in assemblea.
In relazione al numero minimo di azioni necessarie per la valida costituzione dell'assemblea si parla di
quorum costitutivo.
Per quanto riguarda l'assemblea straordinaria la legge non prescrive in prima convocazione un quorum
costitutivo, ma in realtà lo si deduce dall'indicazione della maggioranza necessaria perché una
deliberazione risulti valida, il cosiddetto quorum deliberativo, che corrisponde al voto favorevole di tanti soci
che rappresentino più della metà del capitale sociale (art. 2368).
In seconda convocazione, per la regolarità dell'assemblea straordinaria è richiesta la partecipazione di
almeno un terzo del capitale sociale e la delibera necessita del voto favorevole di tanti soci che
rappresentino almeno i due terzi del capitale rappresentato in assemblea.
In alcuni casi, anche in seconda convocazione sono previsti quorum deliberativi più ampi per le società che
non fanno ricorso al capitale di rischio, è necessario il voto favorevole di tanti soci che rappresentino più di
un terzo del capitale sociale quando le deliberazioni concernono:
 il cambiamento dell'oggetto sociale;
 lo scioglimento anticipato;
 il trasferimento della sede sociale all'estero;
 l'emissione di azioni privilegiate.
Per le società quotate in Borsa, sono previste ulteriori convocazioni dell’assemblea straordinaria nelle quali
il quorum deliberativo corrisponde a più di un quinto del capitale sociale, a meno che latto costitutivo
preveda una richiesta di maggioranze più elevate.
in assemblea ordinaria, il quorum deliberativo corrisponde in prima convocazione alla maggioranza
assoluta (più della metà) delle azioni intervenute in assemblea, se l’atto costitutivo non prevede una
maggioranza più elevata. In seconda convocazione l'assemblea delibera a maggioranza assoluta,
qualunque sia la parte di capitale rappresentata.
(NO) DELIBERAZIONI ASSEMBLEARI

L'assemblea è presieduta dalla persona indicata dallo statuto. Il presidente è assistito da un segretario; l'assistenza del segretario
non e però necessaria quando il verbale assembleare è redatto da un notaio.

Le deliberazioni dell'assemblea devono infatti risultare da un verbale, sottoscritto dal presidente e dal segretario o dal notaio; la
sottoscrizione notarile è obbligatoria per il verbale dell'assemblea straordinaria.

ll presidente dell'assemblea, vi dà inizio seguendo gli argomenti all'ordine del giorno secondo la sequenza indicata nell'avviso di
convocazione. Dopo la discussione, si procede al voto su ogni argomento.

Può verificarsi che le decisioni adottate presentino dei vizi di forma o di sostanza che le possono rendere nulle o annullabili.

La nullità può essere richiesta da chiunque vi abbia interesse e può essere rilevata d'ufficio dal giudice in una causa. La nullità è
tuttavia soggetta a prescrizione: deve essere presentata entro tre anni dalla data della deliberazione o, se questa è soggetta a
obbligo di registrazione, entro tre anni dalla data di iscrizione della deliberazione nel Registro delle imprese davanti al Tribunale del
luogo dove la società ha sede.

La deliberazione assembleare nulla è sanabile nel caso di mancata convocazione dell'assemblea o di mancanza del verbale; non è
sanabile invece nel caso di impossibilità o illiceità dell'oggetto.

Quando la violazione delle norme imperative non è tale da determinare illiceità o l'impossibilità dell'oggetto, provoca solo
l'annullabilità della deliberazione.

Le deliberazioni assembleari sono annullabili quando non sono prese in conformità alla legge o allo statuto (art. 2377).

Contro le deliberazioni non conformi alla legge o all'atto costitutivo, trattandosi di decisioni annullabili, possono agire solo
determinati soggetti (organi di amministrazione, controllo e soci assenti o dissenzienti). L’impugnazione può essere esercitata dai
soci solo se possiedono tante azioni che rappresentino l'uno per mille nelle società quotate in Borsa e il cinque per cento nelle
altre. Il termine per l'impugnazione è tre mesi dall'approvazione della delibera o dalla sua trascrizione nel Registro delle imprese.

L'annullamento della deliberazione ha effetto rispetto a tutti i soci e può essere sanato attraverso la sua sostituzione con un'altra
conforme all'atto costitutivo o alla legge.
SISTEMI DI AMMINISTRAZIONE E CONTROLLO
In relazione alle attività di amministrazione e di controllo delle società per azioni la legge prevede la
possibilità di scegliere fra tre diversi sistemi:

 tradizionale  un organo amministrativo (consiglio di amministrazione o amministratore unico) e di un


organo di controllo (collegio sindacale);
 dualistico  consiglio di gestione e il consiglio di sorveglianza;
 monistico, unico organo, il consiglio di amministrazione, all'interno del quale è costituito un comitato di
controllo sulla gestione.
l'amministrazione delle società per azioni può essere affidata anche a non soci (art. 2380-bis).
ll compito degli amministratori è quello di compiere tutti gli atti di gestione sociale (di natura
ordinaria o straordinaria) volti al conseguimento dell'oggetto sociale.
L'amministratore può essere unico ma è più frequente l'ipotesi in cui siano nominati più amministratori, che
costituiscono il consiglio di amministrazione. Il consiglio sceglie trai suoi membri un presidente, se non è
stato nominato dall'assemblea.
Se l'atto costitutivo lo consente, il consiglio di amministrazione può delegare le proprie attribuzioni a un
comitato esecutivo, composto di alcuni dei suoi membri, o singolarmente a uno o più dei suoi membri, detti
amministratori delegati determinando i limiti della delega (art. 2381 c.C.). Non è però possibile delegare
determinate funzioni, riservate in modo assoluto al consiglio di amministrazione.
Non possono essere nominati amministratori e decadono dall'incarico: gli interdetti, gli inabilitati, i falliti e
coloro che sono stati condannati a una pena che comporta l'interdizione dai pubblici uffici.
La nomina degli amministratori spetta all'assemblea ordinaria, fatta eccezione peri primi amministratori che
sono nominati nell'atto costitutivo (art. 2383 c.c.). La nomina degli amministratori non può essere fatta per
un periodo superiore a tre anni, ma essi sono rieleggibili, salvo diversa disposizione dello statuto.
Entro trenta giorni dalla notizia della loro nomina, gli amministratori devono chiederne l'iscrizione nel
Registro delle imprese, indicando per ciascuno di essi le generalità.
Entro lo stesso termine, gli amministratori dotati del potere di rappresentanza devono depositare le loro
firme autografe presso il Registro delle imprese. Se ci sono più amministratori con poteri di
rappresentanza, si deve indicare, nel Registro delle imprese, se essi hanno il potere di agire da soli o se
devono agire congiuntamente.
Gli amministratori possono essere revocati dal loro incarico da parte dell'assemblea, anche in mancanza di
una giusta causa. In quest'ultimo caso spetta il diritto al risarcimento dei danni.
Gli amministratori possono terminare il loro incarico anche mediante rinuncia (cioè per dimissioni), di cui
devono dare comunicazione scritta al consiglio di amministrazione e al presidente del collegio sindacale.
La rinuncia ha effetto immediato se rimane in carica la maggioranza degli amministratori o, in caso
contrario, dal momento in cui la maggioranza del consiglio si è ricostituita dopo l'accettazione dei nuovi
amministratori (art. 2385 c.c.).
Gli amministratori, oltre a venire meno alle proprie funzioni per morte, possono decadere dall'incarico
nell'ipotesi in cui vengano a trovarsi in una delle condizioni di ineleggibilità prima esaminate. La cessazione
degli amministratori dal loro ufficio per qualsiasi causa deve essere iscritta nel Registro delle imprese entro
trenta giorni a cura del collegio sindacale.
Se, durante l'esercizio sociale, vengono a mancare uno o più amministratori, gli altri provvedono a sostituirli
con deliberazione approvata anche dal collegio sindacale (art. 2386 c.c.): questa procedura di "elezione
interna" è chiamata cooptazione. Essa non può però attuarsi se viene a mancare la maggioranza degli
amministratori. In tal caso quelli rimasti in carica devono convocare l'assemblea perché provveda alla
sostituzione di quelli mancanti.
Nell'ipotesi in cui vengano a mancare l’amministratore unico o tutti gli amministratori, il collegio sindacale
deve convocare d'urgenza l'assemblea per la sostituzione dei mancanti. Il collegio sindacale può compiere,
nel frattempo, gli atti di ordinaria amministrazione.
FUNZIONAMENTO DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
In presenza di più amministratori, e quindi di un consiglio di amministrazione, se lo statuto non stabilisce il
numero degli amministratori, ma ne indica solo il massimo e il minimo, la determinazione spetta
all'assemblea (art. 2380-bis).
Il consiglio di amministrazione delibera secondo i principi della maggioranza, sia costitutiva sia deliberativa.
Per la validità delle deliberazioni il quorum costitutivo corrisponde alla maggioranza degli amministratori in
carica, sempre che l'atto costitutivo non richieda un maggior numero di presenti. Il quorum deliberativo
coincide invece con la maggioranza assoluta. Non è ammesso, all'interno del consiglio di amministrazione,
il voto per rappresentanza; è invece possibile che la riunione possa tenersi in videoconferenza.
L'art. 2391 c.c. prevede l'eventualità che, anche all'interno del consiglio di amministrazione, come
nell'assemblea, possa originarsi una situazione di conflitto di interessi. L'amministratore che, in una data
operazione, sia portatore di interessi propri o di terzi in potenziale conflitto con quelli della società, deve
darne notizia agli altri amministratori e ai sindaci, e deve astenersi dalla partecipazione alle deliberazioni
relative a tale operazione. Se non rispetta questo divieto, l'amministratore risponde delle perdite derivate
alla società dal compimento dell'operazione.
Nel caso in cui una deliberazione venga approvata con il voto di un consigliere in conflitto di interessi, gli
amministratori assenti o dissenzienti ei sindaci possono, entro tre mesi dalla sua data, impugnarla se è tale
da recare danno alla società e se, senza il voto dell'amministratore tenuto ad astenersi, non si sarebbe
raggiunto il quorum richiesto.
POTERI E DOVERI DEGLI AMMINISTRATORI
Rispetto all'assemblea, gli amministratori sono dotati di competenza generale, in quanto spetta a loro
qualsiasi decisione relativa all'oggetto sociale non riservata dalla legge o dall'atto costitutivo all'assemblea.
Gli amministratori detengono il potere di gestione della società, che si sostanzia sia nel potere direttivo, sia
nel potere esecutivo delle deliberazioni sociali.
Le funzioni degli amministratori. Le principali funzioni interne alla società che spettano agli amministratori
consistono:
 nella convocazione dell'assemblea;
 nell'esecuzione delle deliberazioni assembleari;
 nell'impugnazione delle deliberazioni assembleari invalide;
 nella predisposizione del bilancio;
 nella tenuta delle scritture contabili.
La gestione sociale comporta anche il compimento di un'attività amministrativa esterna, diretta a dar vita a
rapporti contrattuali con soggetti terzi. Il potere di rappresentanza può spettare a tutti gli amministratori, ma
è frequente che lo statuto lo riservi solo ad alcuni.
Gli amministratori che hanno la rappresentanza della società possono compiere tutti gli atti che rientrano
nell’oggetto sociale, salvo le limitazioni stabilite dalla legge o dallo statuto (art. 2384 c.c.). Le limitazioni al
potere di rappresentanza che risultano dallo statuto, anche se pubblicate, non sono opponibili ai terzi, a
meno che non si provi che questi abbiano intenzionalmente agito a danno della società. La rappresentanza
degli amministratori è anche di natura processuale: essi possono cioè rappresentare la società in sede
giudiziaria.
Per quanto riguarda gli obblighi degli amministratori, la legge (art. 2390 c.C.) pone loro il divieto di
concorrenza, in quanto essi non possono assumere la qualità di soci illimitatamente responsabili in società
concorrenti né esercitare un'attività concorrente per conto proprio o di terzi, salvo autorizzazione da parte
dell'assemblea. Per l'inosservanza di tale divieto l'amministratore può essere revocato dall'ufficio e
risponde dei danni.
IL COLLEGIO SINDACALE
Il collegio sindacale è composto da tre o cinque membri effettivi, eletti dall'assemblea ordinaria, che
possono sia soci sia non soci (art. 2397 c.c.). Devono inoltre essere nominati due sindaci supplenti.
Almeno un membro effettivo e un membro supplente devono essere scelti tra gli iscritti nel Registro dei
revisori legali, istituito presso il ministero della Giustizia. Gli altri membri, non iscritti a tale Registro, devono
comunque essere iscritti in un albo professionale indicato dal ministro della Giustizia o essere professori
universitari in discipline giuridiche o economiche. Il presidente del collegio sindacale viene nominato
dall'assemblea ordinaria.
Il collegio sindacale è l'organo cui spetta il controllo interno sulla società.
Allo scopo di garantire maggiormente gli azionisti di minoranza, il testo unico sull'intermediazione
finanziaria stabilisce che, per le società quotate, almeno un membro effettivo del collegio sindacale deve
essere eletto dalla minoranza e che, se il collegio si compone di più di tre membri, il numero dei membri
effettivi eletti dalla minoranza non può essere inferiore a due.
Non possono essere eletti alla carica di sindaco (art. 2399 c.c.) e, se vengono eletti, decadono dalla carica,
gli interdetti, gli inabilitati, i falliti e chi è stato condannato a pene che comportano l'interdizione dai pubblici
uffici, esattamente come nel caso degli amministratori.
Non è ammessa inoltre l'elezione a sindaco per il coniuge, per i parenti e gli affini degli amministratori entro
il quarto grado, e per coloro che sono legati alla società da un rapporto continuativo di prestazione d'opera
retribuita.
La cancellazione o la sospensione dal Registro dei revisori contabili o degli altri requisiti stabiliti dalla legge
è causa di decadenza dall'ufficio di sindaco.
I sindaci sono nominati per la prima volta nell'atto costitutivo e, successivamente, dall'assemblea. Essi
rimangono in carica per tre anni e, diversamente dagli amministratori, possono essere revocati solo per
giusta causa (ex. violati i doveri di controllo o illustrati in assemblea dei dati falsi). La deliberazione di
revoca deve essere approvata con decreto del Tribunale, sentito l'interessato (art. 2400 c.c.).
La nomina dei sindaci, con l'indicazione delle loro generalità, deve essere iscritta, a cura degli
amministratori, nel Registro delle imprese entro quindici giorni.
Qualora uno o più sindaci dovessero venire meno al loro incarico, per morte, rinuncia o decadenza,
subentrano i supplenti in ordine di età. Questi rimangono in carica fino alla successiva assemblea, la quale
deve provvedere alla nomina dei sindaci effettivi e supplenti necessari per l’integrazione del collegio. I
nuovi nominati scadono insieme con quelli in carica. Se deve essere sostituito il presidente, il suo ruolo è
assunto fino alla prossima assemblea dal sindaco più anziano.
Le funzioni del collegio sindacale
 La funzione di controllo sulla gestione della società, ossia sull'osservanza delle regole di corretta
amministrazione. i sindaci possono procedere in qualsiasi momento ad atti di ispezione e di controllo,
anche individualmente (art. 2403). I sindaci hanno, la facoltà di chiedere agli amministratori notizie
sull'andamento delle operazioni sociali o su determinati affari. I sindaci sono sempre tenuti a riferire
all'assemblea sui risultati dell'esercizio sociale presentando una specifica relazione sul bilancio (art.
2429 c.c.) che si aggiunge al giudizio di bilancio che viene formulato dai revisori legali dei conti
 La funzione di vigilanza. I sindaci devono verificare che siano sempre rispettate la legge e le
disposizioni dello statuto (art. 2403 c.c.).
 La funzione amministrativa. Se vengono a mancare tutti gli amministratori il collegio sindacale deve
convocare l'assemblea per la sostituzione dei mancanti e, nel frattempo, può compiere atti
amministrativi, limitandosi però a quelli di ordinaria amministrazione. Inoltre, spetta ai sindaci convocare
l'assemblea nel caso in cui non vi provvedano gli amministratori.
 La funzione consultiva. i sindaci devono predisporre una relazione, da presentare all'assemblea, in cui
espongono i risultati dell'attività sociale e danno indicazioni sulla tenuta della contabilità.
Dopo la riforma del diritto societario, il controllo contabile, ossia la verifica della regolare tenuta della
contabilità e la formulazione di un giudizio sul bilancio, è oggi di regola affidato, a un revisore legale dei
conti (art. 2409), che può essere una persona fisica oppure una società di revisione, che è soggetta alla
vigilanza della CONSOB.
I sindaci devono adempiere alle loro funzioni con la professionalità e la diligenza richieste dalla natura
dell'incarico; sono responsabili della verità delle loro attestazioni e sono tenuti a conservare il segreto sui
fatti di cui hanno notizia in ragione del proprio ufficio. Se essi causano danni in conseguenza del mancato
adempimento delle loro funzioni o di negligenza, ne rispondono in modo esclusivo e solidale. Sono
responsabili in solido con gli amministratori per i fatti o le omissioni di questi, se il danno non si sarebbe
prodotto qualora essi avessero vigilato in conformità agli obblighi della loro carica (art. 2407 c.c.).
Di solito, i sindaci provvedono di loro iniziativa allo svolgimento delle funzioni di controllo. In caso però di
loro omissione, la legge prevede (art. 2408 c.c.) che ogni socio possa denunciare i fatti che ritiene
censurabili ai sindaci, i quali devono tenere conto della denuncia. Se la denuncia è presentata da tanti soci
che rappresentino un ventesimo del capitale sociale, o un cinquantesimo nelle società che fanno ricorso al
capitale di rischio, il collegio sindacale deve indagare senza ritardo sui fatti denunciati e presentare le sue
Conclusioni e proposte all'assemblea, convocandola immediatamente in caso di urgenza.
Il collegio sindacale si deve riunire almeno ogni novanta giorni (art. 2404 c.C.). La riunione può svolgersi,
se lo statuto lo consente, anche con mezzi di telecomunicazione. Il sindaco che, senza giustificato motivo,
non partecipi a due riunioni del collegio durante un esercizio sociale decade dall'incarico.
I sindaci devono assistere alle adunanze del consiglio di amministrazione, alle riunioni del comitato
esecutivo, nonché alle assemblee, allo scopo di svolgere adeguatamente le loro funzioni di controllo (art.
2405 c.c.). Se non assistono senza giustificato motivo decadono dall'incarico.
SISTEMA DUALISTICO
In alternativa al sistema tradizionale, la riforma del diritto societario del 2004 ha introdotto due diversi
sistemi di organizzazione interna di amministrazione e di controllo dei quali possono dotarsi le società per
azioni: il sistema dualistico (o tedesco) e quello monistico (di origine anglosassone).
Il sistema dualistico che può essere previsto dallo statuto, si basa sull'esistenza di due organi: il consiglio di
gestione (con compiti di gestione) e il consiglio di sorveglianza (con funzioni di controllo).
Il consiglio di gestione ha il compito di amministrare la società e compie le operazioni necessarie per
l'attuazione dell'oggetto sociale.
La composizione del consiglio di gestione. Il consiglio di gestione è costituito da almeno due membri, che
possono essere sia soci sia non soci.
A parte i primi componenti, nominati nell'atto costitutivo, i consiglieri di gestione sono eletti dal consiglio di
sorveglianza, previa determinazione del loro numero nei limiti stabiliti dallo statuto. La carica di consigliere
di gestione è incompatibile con quella di consigliere di sorveglianza.
I consiglieri di gestione restano in carica per un periodo non superiore a tre esercizi e sono rieleggibili salvo
diversa disposizione dello statuto. Possono essere revocati in qualsiasi momento dal consiglio di
sorveglianza, salvo il diritto al risarcimento dei danni se la revoca avviene senza giusta causa.
Se nel corso dell'esercizio sociale vengono a mancare uno o più componenti del consiglio di gestione, il
consiglio di sorveglianza provvede alla loro sostituzione.
Come gli amministratori, anche i consiglieri di gestione sono responsabili verso la società del proprio
operato: l'azione di responsabilità contro di loro è promossa dall'assemblea, oppure (e questo rappresenta
un aspetto peculiare del sistema dualistico) in seguito a deliberazione presa a maggioranza dal consiglio di
sorveglianza.
Al consiglio di gestione si applicano, in quanto compatibili, le norme previste dal codice civile per il consiglio
di amministrazione previsto dal modello tradizionale.
Il consiglio di sorveglianza svolge la funzione di controllo sulla gestione.
Il consiglio di sorveglianza è composto da almeno tre persone, sia socie sia non socie, di cui almeno una
iscritta nel Registro dei revisori contabili.
La loro nomina (ed eventuale revoca) spetta all'assemblea (a parte i primi componenti, indicati nell'atto
costitutivo), previa determinazione del loro numero nei limiti previsti dallo statuto.
I consiglieri di sorveglianza rimangono in carica per tre esercizi e scadono alla data dell'assemblea
convocata per l'approvazione del bilancio del terzo esercizio di carica.
Le principali funzioni del consiglio di sorveglianza sono:
 la nomina e la revoca dei consiglieri di gestione, nonché la determinazione del loro compenso;
 la vigilanza sull'osservanza della legge e delle norme statutarie
 l'approvazione del bilancio;
 la promozione dell'azione di responsabilità verso i consiglieri di gestione;
 il resoconto scritto all'assemblea dell'attività svolta;
 se previsto dallo statuto, la deliberazione sui piani industriali, strategici e finanziari predisposti dal
consiglio di gestione.
I componenti del consiglio di sorveglianza devono adempiere i loro doveri con la diligenza richiesta dalla
natura dell'incarico.
Sono responsabili solidalmente con i membri del consiglio di gestione per i fatti o le omissioni di questi,
sempre che non dimostrino di avere vigilato in piena conformità agli obblighi della loro carica.
Il controllo contabile, nel sistema dualistico, è affidato a revisori esterni, che possono essere persone
fisiche o società di revisione iscritte presso il ministero della Giustizia.
Nelle società con azioni quotate in Borsa il controllo contabile spetta invece a una società di revisione
iscritta nel Registro dei revisori contabili è sottoposta al controllo della CONSOB.
SISTEMA MONISTICO
Mentre il modello dualistico è articolato su due organi distinti e indipendenti (il consiglio di gestione e il
consiglio di Sorveglianza), con una corrispondente riduzione dei poteri dell'assemblea (che non ha più
competenze in merito al bilancio né può nominare o revocare gli amministratori), il sistema monistico (artt.
2409) prevede un organo unitario di gestione, il consiglio di amministrazione, al cui interno viene costituito
un comitato per il controllo sulla gestione.
Rispetto al sistema tradizionale manca la possibilità di affidare l'amministrazione a un amministratore unico
e non è previsto il collegio sindacale, ma rimane all'assemblea il Compito di approvare il bilancio e il potere
di nomina degli amministratori.
La determinazione del numero e la nomina dei componenti del comitato di controllo spetta al consiglio di
amministrazione.
Il comitato è composto da amministratori in possesso dei requisiti di onorabilità e professionalità stabiliti
dallo statuto e almeno uno di essi deve essere scelto tra gli iscritti nel Registro dei revisori contabili.
Il comitato per il controllo sulla gestione, che elegge al suo interno un presidente, vigila sull'adeguatezza
della struttura organizzativa della società e del sistema contabile; svolge inoltre gli ulteriori compiti affidatigli
dal consiglio di amministrazione.
Il controllo contabile nelle società che non fanno ricorso al mercato del capitale di rischio può essere
affidato a un revisore esterno o a una società di revisione registrata presso il ministero della Giustizia. Nelle
società con azioni quotate in Borsa, invece, il controllo contabile spetta a una Società di revisione iscritta
nel Registro dei revisori contabili e sottoposta alla sorveglianza della CONSOB.
AZIONI E OBBLIGAZIONI
Per lo svolgimento della sua attività di impresa, ogni società ha bisogno di capitali da impiegare nel
processo produttivo, che possono ottenersi mediante:
 autofinanziamento, impiegando cioè tutti o una parte degli utili realizzati nell'esercizio precedente;
 prestiti bancari, sui quali sono dovuti però interessi;
 emissione di nuove azioni, che incrementano il capitale sociale;
 emissione di obbligazioni, attraverso cui la società si impegna a restituire la somma prestata e a pagare
gli interessi concordati
Le azioni servono dunque a procurare finanziamenti all'impresa, devono essere sottoscritte da uno degli
amministratori, e devono essere di uguale valore
Le azioni sono le quote di partecipazione sociale, nonché i documenti che rappresentano la
posizione di socio.
l'art. 2348 c.c. prevede la possibilità di costituire diverse categorie di azioni (azioni ordinarie, di risparmio,
privilegiate etc), a ciascuna delle quali lo statuto può attribuire diritti diversi.
Il contenuto delle azioni, deve indicare:
 la denominazione e la sede della società;
 i diritti e gli obblighi particolari a esse inerenti
 le date dell'atto costitutivo e della sua iscrizione e l'Ufficio del Registro delle imprese in cui la società è
iscritta;
 il loro valore nominale e l'ammontare del capitale sociale;
 l'ammontare dei versamenti parziali sulle azioni non interamente liberate;
Il capitale sociale è l'entità monetaria che corrisponde al valore dei conferimenti ed è un'entità fissa, volta a
garantire gli interessi dei creditori, che può essere mutata solo a particolari condizioni dall'assemblea
straordinaria; il patrimonio, che inizialmente coincide con il capitale, subisce dei cambiamenti rispetto a
esso durante la vita della società, a seconda dei risultati positivi o negativi da questa realizzati.
Il valore nominale delle azioni risulta dal rapporto tra il valore del capitale sociale e il numero delle
azioni emesse
Essendo di entità fissa, il valore nominale viene indicato, oltre che nell'atto costitutivo, sulle stesse azioni.
Le s.p.a. possono emettere anche azioni senza valore nominale; in tal caso il valore patrimoniale di ogni
azione dipende dal rapporto con il numero delle azioni in circolazione. Queste azioni rappresentano
dunque un valore percentuale e non un valore assoluto.
valore reale delle azioni si ottiene dividendo il patrimonio sociale per il numero delle azioni emesse,
potrà essere superiore o inferiore al valore nominale in relazione all'andamento della gestione societaria.
Il valore di mercato delle azioni dipende dalla domanda e dall'offerta che di quei titoli è fatta sul
mercato.
Se un titolo è molto richiesto, il valore di mercato tende a salire; viceversa, esso tende a scendere quando
è scarsa la richiesta, sotto il profilo degli investimenti, le azioni sono titoli rischiosi, perché legati
all'andamento non solo della società, ma dell'economia in generale.
I DIRITTI DELL'AZIONISTA
La titolarità di azioni ordinarie (azioni normali) conferisce all'azionista diritti patrimoniali, diritti amministrativi
e altri diritti.
Tra i diritti patrimoniali va menzionato innanzitutto il diritto agli utili, poiché ogni azione attribuisce il diritto a
una parte proporzionale degli utili netti risultanti dal bilancio. l'assemblea decide che cosa fare degli utili
realizzati: può deliberare di distribuirli tutti (dopo aver accantonato le riserve obbligatorie oppure di
reinvestirne una parte e distribuire l'altra o, addirittura, di reinvestirli per il loro intero ammontare.
Esiste poi il diritto alla quota di liquidazione: nella fase di liquidazione successiva allo scioglimento, dopo
che sono stati pagati i debiti, ogni azione comporta il diritto di percepire una parte proporzionale del
patrimonio netto rimanente.
Tra i diritti amministrativi esistono il diritto di partecipare all'assemblea e il diritto di voto. I soci assenti o
dissenzienti possono poi impugnare le deliberazioni assembleari se le ritengono invalide. Gli azionisti
possiedono anche, in modo più limitato rispetto ai soci delle società di persone, il diritto di ispezione e di
controllo, che consente loro di esaminare il libro dei soci e quello delle assemblee.
Le azioni conferiscono altri diritti, Tra questi, il diritto di recesso consente ai soci che dissentono da
determinate deliberazioni di recedere dalla società ottenendo il rimborso delle proprie azioni. La
dichiarazione di recesso deve essere comunicata alla società a mezzo di raccomandata non oltre quindici
giorni dall'iscrizione nel Registro delle imprese della delibera che legittima il recesso.
Se la società delibera un aumento gratuito del capitale sociale, gli azionisti hanno il diritto all'assegnazione
di azioni, in modo da mantenere immutata la propria quota di partecipazione. In caso di aumento a
pagamento del capitale, è loro riconosciuto il diritto di opzione (art. 2441 c.c.), che consente la possibilità di
acquistare entro un certo termine le azioni di nuova emissione, prima che vengano offerte a soggetti terzi.
LE AZIONI SPECIALI
Secondo l'art. 2348 c.c. «le azioni devono essere di uguale valore e conferiscono ai loro possessori
uguali diritti».
Le azioni speciali attribuiscono diritti di tipo diverso rispetto a quelli delle azioni ordinarie.
L'art. 2376 c.c. riconosce ai possessori di questo tipo di azioni il diritto di riunirsi in assemblee speciali, alle
quali si applicano le norme dell'assemblea straordinaria, in cui discutere di tutte le questioni di interesse
comune.
Lo statuto può prevedere l'emissione di azioni privilegiate in cui viene riconosciuto un diritto di priorità nella
distribuzione degli utili o una più elevata partecipazione a essi oppure una minore incidenza in caso di
perdite.
azioni di risparmio  titoli solitamente al portatore che possono essere emessi solo da società quotate in
Borsa e sono privi del diritto di voto.
Le azioni di risparmio si caratterizzano però per privilegi di carattere economico che vengono stabiliti dallo
statuto, viene riconosciuta agli azionisti di risparmio priorità nella distribuzione degli utili oppure sono
previste agevolazioni nella partecipazione alle perdite.
azioni di godimento  possono essere emesse in una situazione particolare e non molto frequente: la
riduzione del capitale divenuto esuberante, cioè eccessivo rispetto all'oggetto sociale per cui la società fu
costituita.
In questa ipotesi si sorteggia un certo numero di azioni da annullare e rimborsare al valore nominale; ai
titolari di queste azioni la società può decidere di attribuire gratuitamente delle azioni, dette appunto "di
godimento", che attribuiscono un limitato diritto agli utili e sono normalmente prive del diritto di voto, visto
che a esse non corrisponde più alcuna quota del capitale sociale.
azioni a favore dei prestatori di lavoro  La decisione di emanare questo tipo di azioni spetta all'assemblea
straordinaria, che deve stabilire le regole relative alla forma, alla modalità di trasferimento e ai diritti
spettanti ai titolari.
azioni che forniscono diritti correlati ai risultati dell'attività sociale in un determinato settore. In tal caso, lo
statuto deve indicare i criteri di individuazione dei costi e dei ricavi imputabili al settore determinato, i diritti
attribuiti alle azioni correlate e le modalità di conversione di tali azioni in altre categorie. Non si possono
pagare dividendi ai possessori di azioni correlate se non nei limiti degli utili che risultano dal bilancio.
Le S.p.a. possono inoltre emettere strumenti finanziari partecipativi, che escludono/limitano il diritto di voto
ma si vedono riconoscere nello statuto particolari diritti, come la possibilità, di nominare in assemblea
separata un componente degli organi di amministrazione o di controllo della società.
LE OBBLIGAZIONI
Le società per azioni possono emettere, oltre alle azioni, anche altri titoli, le obbligazioni, che
rappresentano un prestito fatto alla società.
Le obbligazioni sono titoli a reddito fisso, che danno ai loro titolari il diritto alla restituzione della
somma investita e alla percezione degli interessi concordati.
La qualità di obbligazionista, non fa assumere la qualità di socio, bensì quella di semplice creditore della
società, da cui nasce il diritto alla restituzione della somma prestata nonché al pagamento degli interessi
pattuiti.
Allo scopo di attirare i risparmiatori verso l'investimento in obbligazioni esiste la possibilità, di emetterle
sotto la pari, per un valore cioè inferiore a quello nominale. È però il valore nominale che sarà restituito alla
scadenza del prestito e che viene utilizzato per il calcolo degli interessi.
Con la riforma del diritto societario del 2004 è stata tuttavia prevista la possibilità di emettere obbligazioni
nelle quali il rimborso del capitale e il pagamento degli interessi possano essere legati al rischio d'impresa
rendendo così meno netta la differenza tra azioni e obbligazioni.
La società può emettere obbligazioni sia al portatore sia nominative per una somma che non deve
eccedere il doppio del valore del capitale sociale, della riserva legale e delle riserve disponibili che risultano
dall'ultimo bilancio approvato. Il limite di emissione di obbligazioni può essere superato in tre ipotesi:
 quando le obbligazioni sono garantite da ipoteca di primo grado su immobili di proprietà sociale, sino a
due terzi del valore di questi;
 se l'emissione di obbligazioni è effettuata da società con azioni quotate in Borsa;
 quando, la società sia autorizzata, con provvedimento del Governo, a emettere obbligazioni.
L’emissione delle obbligazioni viene disposta dagli amministratori, sempre che la legge o lo statuto non
dispongano diversamente. La relativa deliberazione deve essere depositata entro trenta giorni, a cura del
notaio o degli amministratori stessi, presso l'Ufficio del Registro delle imprese.
Le obbligazioni devono indicare (art. 2414 c.c.):
 il tasso d'interesse;
 le modalità di pagamento e di rimborso
 la denominazione, l'oggetto e la sede della società;
 il Registro delle imprese presso cui la società è iscritta;
 il capitale sociale versato e le riserve esistenti al momento dell'emissione;
 la data della deliberazione di emissione e della sua iscrizione nel Registro delle imprese
 l'ammontare complessivo delle obbligazioni emesse;
 il valore nominale di ogni obbligazione e le garanzie da cui sono assistite;
Allo scopo di tutelare gli interessi degli obbligazionisti, l'esistenza della loro assemblea, che può essere
convocata dagli amministratori o dal rappresentante degli obbligazionisti quando lo ritengono necessario,
oppure quando ne è fatta richiesta da tanti obbligazionisti che rappresentino il ventesimo dei titoli emessi e
non estinti.
L'assemblea degli obbligazionisti delibera:
 sulla nomina e sulla revoca del rappresentante comune;
 sulle modificazioni delle condizioni del prestito;
 sulla proposta di amministrazione controllata e di concordato, che sono procedure alternative al
fallimento;
 sulla costituzione di un fondo per le spese necessarie alla tutela dei comuni interessi;
 su altri oggetti di comune interesse degli obbligazionisti

All'assemblea degli obbligazionisti si applicano le disposizioni dell'assemblea straordinaria dei soci; a essa
possono assistere gli organi amministrativi e quelli di controllo.

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