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I GESSI DI MONTE MAURO

Memorie dell’Istituto Italiano di Speleologia


s. II, 34, 2019, pp. 399-414

PER UNA CARTA FITOSOCIOLOGICA


DEI GESSI DI MONTE MAURO

Emanuele Moretti1

Riassunto
Sono qui illustrate la vegetazione e la relativa carta dell’area compresa nei Gessi di Monte Mauro e nella
porzione di calanchi di Col Vedreto-Pian di Vedreto. La vegetazione descritta si presenta come un com-
plesso mosaico di boschi decidui, arbusteti, praterie sfalciate o pascolate e calanchi. L’esecuzione di rilievi
fitosociologici ha permesso una sicura attribuzione a syntaxa noti, commentati e organizzati in uno schema
sintassonomico secondo la classificazione definita nel Prodromo della Vegetazione italiana curato da Bion-
di e Blasi (www.prodromo-vegetazione-italia.org).
Parole chiave: Carta della vegetazione, Tipologie vegetali, Fitosociologia, Calanchi, Gessi di Monte Mauro.

Abstract
The paper analyzes the vegetation and the vegetational map of the area of Mt. Mauro (Gypsum outcrop of the
Vena del Gesso romagnola, Northern Italy) and the badlands of Col Vedreto-Pian di Vedreto. The vegetation
here present is made up of deciduous woods, shrubs, mown grasslands, grasslands for pasture and badlands.
The phytosociological research made possible to encompass the area into syntaxa, organized on the basis of the
classification for Italian vegetation edited by Biondi & Blasi (www.prodromo-vegetazione-italia.org).
Keywords: Vegetational Map, Vegetation Typologies, Phytosociology, Badlands, Gypsum of Mt. Mauro.

Introduzione modo generale, come un documento geografico


di base che, ad una data scala e per un dato
Scopo della presente ricerca è la descrizione territorio, riproduce le estensioni dei tipi di
e la classificazione della vegetazione presen- vegetazione, definiti per mezzo di qualità pro-
te nell’area dei Gessi di Monte Mauro e nelle prie (caratteri intrinseci o “parametri”) della
aree calanchive poste immediatamente più a copertura vegetale, e dei quali si indicano la
valle (dintorni Pian di Vedreto-Col Vedreto), denominazione, i contenuti ed il metodo usato
caratterizzate dalla Formazione delle Argille per individuarli (Pirola 1978).
Azzurre, al fine di redigere una carta fitosocio- La particolare utilità del metodo fitosociologico
logica della zona in esame, ricompresa all’in- nella costruzione di carte della vegetazione de-
terno del Parco regionale della Vena del Gesso riva essenzialmente da alcune considerazioni:
Romagnola. • la vegetazione è descritta sulla base
Per la stesura di tale carta si seguono le norme del carattere intrinseco più ricco di in-
descritte per la redazione della carta fitosocio- formazione ambientale, cioè la compo-
logica della Regione Emilia-Romagna in scala sizione specifica, e definisce i rapporti
1:25.000 (Corticelli 1997). quantitativi tra le specie;
Una carta della vegetazione può definirsi, in • il metodo utilizza ampiamente elabo-

1
Via Cavalieri di Vittorio Veneto 45, 48013 Brisighella (RA) - moretti_emanuele@alice.it

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razioni logistico-matematiche. Esso a IPFI: Index Plantarum (data di consultazio-
consente elaborazioni standardizzate e ne: 28/11/2017).
confrontabili, da scegliere in relazione Per quanto riguarda la denominazione delle
agli scopi (Westhoff, Van der Maarel associazioni vegetali e degli altri tipi di vege-
1980); tazione si è seguito il Codice di Nomenclatu-
• la classificazione gerarchica dei tipi di ra Fitosociologica (Barkman et alii 1986) e il
vegetazione (comunità vegetali o asso- Prodromo della Vegetazione Italiana (www.
ciazioni, alleanze, ordini e classi) forni- prodromo-vegetazione-italia.org).
sce la possibilità di utilizzare la linea Per la stesura della carta sono state seguite
descrittiva adeguata al dettaglio carto- le fasi di elaborazione normalmente utilizzate
grafico prescelto. nelle ricerche sulla vegetazione.
La carta della vegetazione è un documento che
permette di dedurre molteplici informazioni
ambientali, ad esempio informazioni circa il Risultati e discussione
grado di naturalità di una determinata area,
il grado di evoluzione della vegetazione, ecc. Dai rilievi effettuati per ogni tipologia vegeta-
zionale e dai sopralluoghi in campo è possibile
distinguere la vegetazione del comprensorio in
Materiali e metodi esame dal punto di vista fisionomico in:
1. Vegetazione forestale;
Per la nomenclatura delle specie vegetali si è 2. Vegetazione arbustiva;
fatto riferimento alla recente Checklist della 3. Vegetazione di “garida”;
Flora Vascolare Italiana (Conti et alii 2005) e 4. Vegetazione erbacea;

Fig. 1 – Aspetto dell’Ostryo-Aceretum opulifolii Ubaldi et alii 1992 em. Ubaldi 2003 nei pressi di Ca’ Monti, Monte Mauro
(foto E. Moretti).

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5. Vegetazione rupicola; nizzatrici, a temperamento eliofilo con grande
6. Vegetazione riparia; plasticità per le temperature e i suoli. Sono
7. Vegetazione dei calanchi. presenti, ad esempio, Prunus spinosa, Rosa
canina, Juniperus communis, Cornus sangui-
1 – La vegetazione forestale presente nel com- nea e Spartium junceum. Inoltre, al piede del-
prensorio oggetto d’indagine è accomunabile a le rupi esposte a sud, nella zona di deposizio-
quella presente in tutto l’Appennino romagnolo. ne dei massi di crollo, sono presenti arbusteti
Nei versanti a carattere mesofilo (esposti a xerofili preforestali a dominanza di Spartium
nord e ovest, oppure le fasce poste alla base junceum con Crataegus monogyna, Fraxinus
dei versanti o ancora nel fondo delle doline) è ornus, Ligustrum vulgare, Quercus pubescens,
presente l’Ostryo-Aceretum opulifolii Ubaldi et Rosa canina e, nello strato erbaceo, Lotus
alii 1992 em Ubaldi 2003, associazione costi- hirsutus, Galium lucidum, Linum strictum,
tuita da ostrieti a Ostrya carpinifolia su suoli Brachypodium rupestre, Bromopsis erecta,
drenati e carbonatici (o a chimismo carbona- Blackstonia perfoliata, Carex flacca, Centau-
tico e solfatico, come i gessi)2, accompagnato rea jacea subsp. gaudinii, Dactylis glomerata,
da Acer campestre, Fraxinus ornus, Quercus Lotus herbaceus, Dittrichia viscosa. Queste
pubescens, Prunus avium e, nelle zone più fre- cenosi possono essere ascritte all’associazione
sche, acero opalo (fig. 1). Spartio juncei-Cytisetum sessilifolii Biondi,
La vegetazione forestale che si rinviene nei Allegrezza & Guitian 1988.
pressi della Risorgente del Rio Basino, sul ver- Tali arbusteti a dominanza di Spartium
sante sud della dolina a S-W di Ca’ Castellina junceum prediligono, quindi, i versanti ben
presenta alcune differenze, legate al partico- drenati, talora anche aridi. La variante a
lare microclima, che favoriscono la presenza Spartium junceum e Colutea arborescens si
di specie legate all’alleanza del Tilio-Acerion rinviene nelle esposizioni più calde, in col-
(Staphylea pinnata, Asplenium scolopen- legamento con i querceti xerofili, mentre in
drium, Mercurialis perennis, Lamium gale- serie con gli orno-ostrieti dell’associazione
obdolon subsp. montanum) che sono tuttora Ostryo-Aceretum opulifolii abbiamo la varian-
in corso di studio per la corretta attribuzione te a Cytisophyllum sessilifolium. È questa
fitosociologica (Moretti, Wagensommer 2014). l’associazione di mantello più diffusa nell’Ap-
Nei versanti con esposizione a sud o nella fa- pennino centro-settentrionale. Nel territorio
scia alta dei versanti e nei bordi delle doline indagato l’associazione, nella combinazione
si rinvengono comunità costituite da querce- specifica caratteristica tipica, si rinviene nel
ti a Quercus pubescens-xerofili o semixerofili, piano bioclimatico collinare e alto-collinare,
neutro-basofili legati a substrati carbonatici su litologie calcaree o, comunque, a chimismo
(o a chimismo carbonatico) litoidi (fig. 2) che carbonatico, a contatto con i boschi del Carpi-
presentano caratteristiche intermedie tra nion orientalis Horvat 1954.
l’associazione Knautio-Quercetum pubescen- Si ricordano inoltre i “macchioni” a Quercus
tis Ubaldi et alii 1993 ex Ubaldi 1995 (tipico ilex rinvenibili sulla parete sud di Monte Mau-
dell’Appennino emiliano fino al Bolognese) e ro, testimonianza del particolare microclima
il Peucedano cervariae-Quercetum pubescentis creato dalle bastionate selenitiche.
Ubaldi 1988 ex Ubaldi 1995 (tipico dell’Appen-
nino romagnolo e marchigiano). 3 – Le “garide” sono localizzate nei versanti
esposti a sud (fig. 3) e appartengono alla su-
2 – La vegetazione arbustiva è costituita da balleanza Polygalo mediterraneae-Bromenion
popolamenti normalmente insediati su terreni erecti Biondi, Allegrezza & Zuccarello 2005. In
agricoli abbandonati nel secondo dopoguerra, tale suballeanza sono incluse anche le garighe
appartenenti all’ordine dei Prunetalia spino- xero-termofile a Helichrysum italicum, su ver-
sae Tuxen 1952, caratterizzati da specie colo- santi erosi e suoli iniziali che derivano da sub-

2
Diversi autori trattarono la spinosa questione relativa all’esistenza di una “flora gipsofila” (Zangheri 1959; Bassi et alii 1989; Cor-
betta1994). Zangheri (1959) fu il primo a trattare il problema in maniera esaustiva e a trarne conclusioni che tuttora sono valide,
cioè che non esiste una flora di tipo “gipsofilo”, ma solo legata ai substrati calcarei in generale. Infatti il chimismo delle soluzioni
circolanti è lo stesso.

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Fig. 2 – Aspetto del querceto xerofilo a dominanza di Quercus pubescens (foto E. Moretti).

strati litoidi. Specie caratteristiche territoriali te negli ex coltivi è presente l’associazione


sono: Anthericum liliago, Astragalus monspes- Agropyro-Dactyletum Ubaldi, 1976 em. Ubaldi,
sulanus, Bothriochloa ischaemum, Ferulago Puppi & Speranza 1983 con le seguenti specie
campestris, Muscari comosum, Urospermum caratteristiche: Verbena officinalis, Cirsium
dalechampii, Globularia bisnagarica, Ono- vulgare, Sonchus asper, S. oleraceus, Mentha
sma helvetica, Artemisia alba, Silene otites, longifolia, Loncomelos brevistylum, Poa pra-
Campanula sibirica, Carlina corymbosa, ecc. tensis, Anthemis tinctoria, Odontites vulgaris,
A mosaico con queste cenosi si rinvengono Jacobaea erucifolia, Securigera varia, Cepha-
i pratelli della classe Thero-Brachypodietea laria transsylvanica e Xeranthemum cylindra-
Braun-Blanquet 1947, costituita da terofite ceum per le situazioni più mesofile, localizzate
xerofile dei suoli calcarei (o a chimismo carbo- normalmente nel fondo delle doline e periodi-
natico) oligotrofici, diffusi dalla zona mediter- camente sfalciate; mentre per quelle più xero-
ranea alla submediterranea e termoatlantica file, che presentano già componente arbustiva
con le specie: Trachynia distachya, Catapo- sparsa al loro interno, è presente l’associa-
dium rigidum, Triticum ovatum, Crepis san- zione Dorycnio pentaphylli-Brachypodietum
cta, Pallenis spinosa, Reichardia picroides, rupestris Ubaldi 1988. Nel territorio indaga-
Trifolium angustifolium, Trifolium scabrum, to, l’aspetto tipico dell’associazione Centaureo
Trifolium stellatum, Medicago minima e altre. bracteatae-Brometum erecti Biondi, Ballelli,
Allegrezza, Guitian & Taffetani 1986 si riscon-
4 – La vegetazione erbacea è insediata o su tra nel piano bioclimatico collinare sui litotipi
terreni abbandonati dall’attività agricola o su sabbioso-limosi e su quelli marnoso-calcarei (o
terreni con suolo primitivo. a chimismo carbonatico), su terreni abbando-
Per quanto riguarda le praterie localizza- nati dalle pratiche agricole.

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5 – Per quanto riguarda i popolamenti loca- Questa associazione igro-idrofila, casmofila,
lizzati su rocce, si ha una differenziazione in basifila, è generalmente presente su rocce cal-
base all’esposizione: quelli presenti sulle rocce caree o tufi con inclinazione prossima a 90°,
esposte a sud appartengono all’ordine Alys- poste tipicamente in prossimità o sul retro
so alyssoidis-Sedetalia albi Moravec 1967, in delle cascatelle, lungo le balze dei ruscelli o,
particolare all’associazione Cladonio-Sedetum comunque, nelle forre più strette e umide. In
hispanici Ferrari 1974, caratterizzata da ve- tali condizioni, le pareti risultano sempre de-
getazione a crassulacee, tendenzialmente ni- cisamente umide, essendo colpite da schizzi
trofila, su litosuoli e muretti; quelli presenti d’acqua o irrorate da stillicidi, ma non sono
sulle rocce esposte a nord o, comunque, pre- significativamente interessate da fenomeni di
senti nelle esposizioni più mesofile, appar- scorrimento superficiale.
tengono all’ordine Asplenietalia petrarchae
Braun-Blanquet et Meier 1934 con specie ca- 6 – Questa vegetazione può essere distinta in
ratteristiche Asplenium trichomanes, Polypo- due tipologie: una pioniera costituisce il pri-
dium cambricum, Teucrium flavum. mo stadio di colonizzazione delle sponde da
Merita ricordare la presenza di cenosi rupicole parte di specie legnose ed è rappresentata
ad Adiantum capillus-veneris. Queste cenosi dagli arbusteti di Salix purpurea e Salix ele-
colonizzano le pareti rocciose caratterizzate da agnos e la seconda più evoluta costituita dai
una continua alimentazione idrica in forma di popolamenti forestali ascrivibili all’alleanza
stillicidio e possono essere considerati aspetti Salicion albae Soo 1930, costituita da forma-
impoveriti dell’Eucladio verticillatae-Adiante- zioni fluviali arboree ed arbustive igrofile, in
tum capilli-veneris Br.-Bl. ex Horvatic 1934. siti alveali spesso inondati, su sedimenti poco

Fig. 3 – Aspetto della “garida” di zangheriana memoria costituita da un mosaico di specie del Festuco-Brometea, dei
Thero-Brachypodietea e dell’Alysso-Sedetalia albi (foto E. Moretti).

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compatti, instabili. trofo all’area indagata, ritenendo pressoché
Le formazioni pioniere di salici arbustivi a omogenei il fattore macrobioclimatico e quello
dominanza di Salix purpurea e Salix elea- del substrato geologico di tipo pelitico, i fattori
gnos (sporadico) costituiscono la prima fascia morfologici di pendenza ed esposizione risul-
di vegetazione legnosa a partire dall’alveo di tano significativi nell’individuare le aree geo-
magra. Esse vivono in genere su substrati mi- morfologiche omogenee. Dalla loro interazione
nerali (ghiaie, sabbie) scoperti, privi di humus. si creano numerose situazioni micropedologi-
Si tratta di stazioni di barra o di sponda ar- che e microclimatiche differenti all’interno del
bustata e di conseguenza sono periodicamen- paesaggio calanchivo.
te inondate soprattutto in autunno-inverno e Le argille che caratterizzano i calanchi pre-
spesso ricoperte alla base da sedimenti tra- senti nella zona di Col Vedreto-Pian di Vedre-
sportati dal fiume durante le piene. Sul pia- to appartengono alle Argille Azzurre plio-plei-
no fitosociologico appartengono a Salicetea/ stoceniche e si differenziano da quelle presenti
Salicetalia purpureae Moor e in prevalenza nell’Appennino emiliano e nella val Marecchia
all’alleanza Salicion incanae Aichinger 1933, che invece appartengono alla Coltre Ligure di
che comprende tutte le associazioni presenti origine più antica.
prevalentemente nella parte montana dei fiu- Dal punto di vista fitosociologico esistono diffe-
mi alpini e appenninici. renze per la presenza di specie che su le Argil-
Il Saponario-Salicetum purpureae Tchou è di le Azzurre non sono presenti (Camphorosma
gran lunga l’associazione più diffusa su ghia- monspeliaca, ecc.).
ie e sabbie umide di barre ciottolose interne I fattori ecologici che influenzano la vegetazio-
all’alveo di piena su corsi d’acqua a regime ne sono la tessitura del suolo e la presenza di
torrentizio. Si tratta del primo stadio di colo- cloruri che permettono la sopravvivenza nelle
nizzazione delle sponde da parte di specie le- creste calanchive solo a piante di tipo alofilo,
gnose. caratteristiche degli ambienti salati. Le alofi-
I boschi del Salicion albae sono costituiti da te non solo tollerano il sale, ma lo richiedono
ontano nero (Alnus glutinosa), che può forma- in quanto questo stimola la germinazione dei
re popolamenti in cui risulta dominante, sali- semi e l’accrescimento.
ce bianco (Salix alba) e pioppo nero (Populus L’antico dilemma se in tempi remoti fosse pre-
nigra). A differenza dei boschi del Populion sente vegetazione forestale all’interno delle
albae, gli aggruppamenti del Salicion albae pareti calanchive trova una trattazione esau-
si rinvengono nella parte medio-alta dei corsi stiva in Zangheri (1942), secondo cui l’alto con-
d’acqua, dove sono più frequenti i fenomeni di tenuto in particelle fini fa assumere ai terreni
rimaneggiamento dei letti fluviali. Qui le spe- calanchivi e pericalanchivi un profilo di solito
cie caratteristiche sono: Eupatorium cannabi- scarsamente sviluppato e poco profondo, con
num, Pastinaca sativa, Saponaria officinalis, caratteristiche fessurazioni estive e una note-
Sambucus nigra, Equisetum arvense, Angeli- vole tendenza all’erosione. Lo scarso sviluppo
ca sylvestris, Aegopodium podagraria, Arum del suolo, lo scarso contenuto di materia orga-
italicum. Le formazioni ripariali presenti nica e la scarsa capacità da parte del terreno
nelle vallecole e nei versanti bassi dei calan- di cedere alle piante acqua assorbita, limita
chi, costituite da Salix alba, Populus nigra e fortemente la vegetazione arborea.
Phragmites australis, possono essere ascritte I suoli dei calanchi sono generalmente prov-
al Salicetum albae. A differenza dei boschi del visti degli elementi nutritivi per un soddisfa-
Populion albae, gli aggruppamenti del Sali- cente sviluppo della vegetazione; tuttavia si
cion albae sono situati nella parte medio-alta determinano fattori ecologici limitanti che ri-
dei corsi d’acqua, dove sono più frequenti i fe- chiedono particolari adattamenti nelle piante,
nomeni di rimaneggiamento dei letti fluviali. soprattutto nei terreni pliocenici che sono tra
Qui le specie caratteristiche sono: Eupatorium i più ricchi di NaCl, i quali vengono scoperti
cannabinum, Pastinaca sativa, Saponaria of- dall’erosione.
ficinalis, Sambucus nigra, Equisetum arvense, L’alta percentuale di sale ripropone spesso
Angelica sylvestris, Aegopodium podagraria, la presenza nella flora dei calanchi di specie
Arum italicum. generalmente diffuse lungo le coste e quindi
anche la vegetazione si caratterizza per una
7 – Nel paesaggio vegetale calanchivo limi- spiccata alofilia.

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Gli studi fitosociologici sui calanchi emilia- misia coerulescens subsp. cretacea (Fiori) Bril-
no-romagnoli proposti da Ferrari, Speranza li-Catt. & Gubellini. Si ha poi una distinzione
(1975) danno uno schema sistematico per l’in- in subassociazioni a seconda se ci troviamo
quadramento della vegetazione dei suoli alo- sulle argille plioceniche o sulle argille caotiche
morfi interni in bioclimi mediterraneo-umidi, emiliane o della val Marecchia.
nei quali sono compresi i suoli sottoposti ad
erosione calanchiva nell’Italia settentrionale e Agropyro-Asteretum linosyridis Ferrari 1971
centrale. All’interno del calanco si determina- subass. asteretosum linosyris Biondi & Pesa-
no diverse tipologie di successioni, dinamiche resi 2004
e catenali, le quali sono determinate dai ca- Sui versanti calanchivi con pendenze elevate,
ratteri geomorfologici di maggiore rilevanza, mediamente comprese tra 30% e 50%, con suo-
riconducibili in: lo quindi poco evoluto, si rinviene una prate-
a) successioni catenali di stadi vegeta- ria discontinua a Elytrigia atherica, riferibile
zionali durevoli sui substrati maggior- all’associazione Agropyro-Asteretum linosyris
mente erosi delle pareti calanchive, del- Ferrari 1971 descritta per i calanchi emiliani.
le cosiddette lame (stadi edafo-xerofili); L’associazione si distribuisce nell’Appennino
b) successione delle zone basali delle pa- centro-settentrionale, nelle valli di Staffora
reti e delle vallecole calanchive (serie e Curone (Piemonte e Lombardia) su argille
edafo-igrofila); mioceniche ed eoceniche, nei calanchi dell’E-
c) parte alta, del tetto del calanco, in cui milia-Romagna ad est del fiume Sillaro, nella
la successione è di raccordo con il piano media e bassa val Marecchia.
agrario, di potenzialità vegetazionale Specie caratteristiche dell’associazione sono
climatica, propria dell’area in cui il ca- Elytrigia atherica (Link) Kerguélen e Podo-
lanco si è originato (serie climatica). spermum laciniatum (L.) DC.
In particolare è possibile riconoscere le se-
guenti associazioni fitosociologiche: Arundinetum plinianae Biondi, Brugiapaglia,
• Agropyro-Artemisietum cretaceae Fer- Allegrezza & Ballelli 1992
rari & Grandi 1974 subass. artemisieto- Associazione descritta per le falesie del San
sum cretaceae Bartolo nel Pesarese, diffusa anche su quelle
• Agropyro-Asteretum linosyridis Ferra- del Monte Conero (Biondi 1986), sui versanti a
ri 1971 subass. asteretosum linosyris mare delle colline dell’Anconetano su substra-
Biondi & Pesaresi 2004 ti pelitico-arenacei e nei settori interni quali
• Arundinetum plinianae Biondi, Brugia- quelli della val Marecchia.
paglia, Allegrezza & Ballelli 1992 L’associazione nell’area è abbastanza diffusa
e, comunque, nei siti in cui è presente crea folti
Agropyro-Artemisietum cretaceae Ferrari & aggruppamenti, quasi monospecifici.
Grandi 1974 Sembra prediligere ambienti termofili: infatti,
Rappresenta la vegetazione caratteristica del- l’esposizione media è di SSO (218°) con versan-
le pareti calanchive incise in substrati argillo- ti abbastanza pendenti (36%) che confermano
si plio-pleistocenici moderatamente salati. come tale unità cenotica occupa substrati mai
Questa associazione è distribuita sui calan- sottoposti a ristagno idrico.
chi dell’Appennino settentrionale e centrale: Nell’area indagata, la vegetazione arbustiva
in Emilia-Romagna si rinviene nella valle del rappresenta il tipo strutturale vegetazionale
Santerno (Ferrari, Grandi 1974), nella fascia maggiormente diffuso nei diversi settori del
collinare calanchiva di Faenza e Forlì (Zanghe- calanco ormai senili e recuperati.
ri 1942), nella media e bassa valle del Marec- Si creano varie strutture quali fruticeti, ar-
chia, fra Pennabilli e Verucchio (Allegrezza et busteti, mantelli di vegetazione, con cenosi
alii 1993), e nella Repubblica di San Marino diversificate in funzione delle microcondizioni
(Biondi, Vegge 2004) e in Toscana a Cecina edafiche.
(Livorno), Volterra, Siena, Asciano, valle del Talvolta le strutture risultano dominate da
Fiume Orcia, Pienza, Radicofani, al confine fra Rubus ulmifolius, altre da Spartium junceum,
Lazio e Umbria (Branconi et alii 1979; Chia- Lonicera caprifolium e Cornus sanguinea o
rucci et alii 1995). nelle situazioni di deposito delle erosioni al
Specie caratteristica dell’associazione è Arte- piede del calanco da Tamarix gallica.

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Quadro sintassonomico

ASPLENIETEA TRICHOMANIS (Br.-Bl. in Meier & Br.-Bl. 1934) Oberdorfer 1977


Asplenietalia glandulosi Br.-Bl. & Meier in Meier & Br.-Bl. 1934

ADIANTETEA CAPILLI-VENERIS Br.-Bl. in Br.-Bl., Roussine & Nègre 1952


Adiantetalia capilli-veneris Br.-Bl. ex Horvatić 1939
Adiantion capilli-veneris Br.-Bl. ex Horvatic 1939
Eucladio-Adiatetum capilli-veneris Br.-Bl. ex Horva-
tic 1934

FESTUCO-BROMETEA Br,-Bl. & Tüxen ex Br.-Bl. 1949


Brometalia erecti Koch 1926
Leucanthemo vulgaris-Bromenalia erecti Biondi, Ballelli, Allegrezza & Zucca-
rello 1995
Bromion erecti Koch 1926
Polygalo mediterraneae-Bromenion erecti Biondi, Allegrezza &
Zuccarello 2005
Centaureo bracteatae-Brometum erecti Biondi, Bal-
lelli, Allegrezza, Guitian & Taffetani 1986
Gruppo di associazioni a Potentilla hirta

ARTEMISIETEA VULGARIS Lohmeyer, Preising & Tüxen ex von Rochow 1951


Agropyretalia intermedii-Repentis Oberdorfer, Müller & Görs in Müller & Görs 1969
Inulo viscosae-Agropyrion repentis Biondi & Allegrezza 1996

Inulo viscosae-Agropyrenion repentis Biondi & Pesaresi
Agropyro-Artemisietum cretaceae Ferrari & Grandi 1974
Agropyro-Asteretum linosyridis Ferrari 1971 subass. aste-
retosum linosyris Biondi & Pesaresi 2004
Agropyro repentis-Dactyletum glomeratae Ubaldi 1976 em.
Ubaldi, Puppi & Speranza 1983
Arundion collinae Brullo, Giusso Del Galdo, Guarino & Sciandrello in
Brullo, Giusso Del Galdo, Guarino, Minissale, Scuderi, Siracusa, Sciandrello & Spampinato
2010
Arundinetum plinianae Biondi, Brugiapaglia, Allegrezza &
Ballelli 1992

THERO-BRACHYPODIETEA Br.-Bl. 1947

RHAMNO-PRUNETEA Rivas Goday et Borja Carbonell ex Tüxen 1962


Prunetalia spinosae Tüxen 1952
Cytision sessilifolii Biondi in Biondi, Allegrezza & Guitian 1988
Spartio juncei-Cytisetum sessilifolii Biondi, Allegrezza &
Guitian 1988
variante a Spartium junceum e Colutea arborescens
variante a Cytisophyllum sessilifolium

SEDO ALBI-SCLERANTHETEA PERENNIS Br.-Bl. 1955


Alysso alyssoidis-Sedetalia albi Moravec 1967
Alysso-Sedion albi Oberd. & Muller in Muller 1961
Cladonio-Sedetum reflexi Ferrari 1974

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Alysso alyssoidis-Sedetum albi Oberdorfer et Th. Muell. in
Th. Muell. 1961

QUERCO-FAGETEA Br.-Bl. et Vlieger in Vlieger 1937


Quercetalia pubescentis-petraeae Klika 1933 corr.
Carpinion orientalis Horvat 1958
Cytiso sessilifolii-Quercenion pubescentis Ubaldi 1995
Knautio-Quercetum pubescentis Ubaldi et al. 1993 ex Ubal-
di 1995
Peucedano cervariae-Quercetum pubescentis Ubaldi 1988
ex Ubaldi 1995
Laburno anagyroidis-Ostryenion carpinifoliae (Ubaldi l995) Blasi,
Di Pietro & Filesi stat. nov. 2004
Ostryo-Aceretum opulifolii Ubaldi et al. 1992 em Ubaldi
2003

SALICETEA PURPUREAE Moor 1958


Salicetalia purpureae Moor 1958
Salicion incanae Aichinger 1933
Saponario officinalis-Salicetum purpureae (Br.-Bl. 1930)
Tchou 1946
Salicion albae Soó 1930
Salicetum albae Issler 1926

Conclusioni questo territorio.


Facendo un confronto con i lavori precedenti
Ogni area protetta ha bisogno della conoscen- (Moretti 2013b; Moretti 2015), risulta che le ti-
za per poter operare al meglio le politiche di pologie vegetazionali sono maggiormente diver-
conservazione e promozione del proprio terri- sificate e con un contingente maggiore di specie
torio. di interesse conservazionistico (vedi Artemisia
L’indagine qui effettuata per i Gessi di Mon- coerulescens subsp. cretacea, specie endemica
te Mauro e per le Argille Azzurre limitrofe è, delle argille e Crepis lacera, nelle “garide” del
quindi, in linea con la politica di ricerca pro- versante sud di Monte Mauro; cf. anche Mon-
mossa dall’UE tramite la Strategia Globale tanari et alii in questo volume). Lo studio della
per la Conservazione delle Piante e la deriva- vegetazione presente nella Vena del Gesso ro-
ta strategia europea EPCS (Marignani et alii magnola non può di certo dirsi esaurito: basta
2012). L’obiettivo primario di queste strategie infatti aumentare la scala di dettaglio per ri-
è infatti quello di comprendere e documentare levare nuove ed importanti tipologie vegetazio-
la diversità vegetale. nali. Anche la carta fitosociologica realizzata (la
La tutela attiva e consapevole del paesaggio prima per l’area in oggetto), come qualsiasi al-
implica una conoscenza approfondita dei fat- tro strumento informativo, deve essere conside-
tori che caratterizzano i diversi ecosistemi e rata un punto di partenza, e non di arrivo, per
la comprensione dei processi dinamici in atto. la conoscenza della diversità vegetale del Parco
La vegetazione è una componente fondamen- regionale della Vena del Gesso Romagnola.
tale del paesaggio ed assume una significativa Oltre a scopi puramente scientifici e gestiona-
valenza di bioindicazione in quanto sensibile li, questa carta consente al lettore di avere in
alla variazione dei fattori ecologici. forma divulgativa l’illustrazione delle caratte-
Con questo lavoro sono state rilevate numero- ristiche vegetazionali del settore centrale dei
se e diversificate tipologie vegetazionali, che gessi romagnoli, nonché di ottenere elementi
confermano la grande importanza conserva- per eventuali approfondimenti scientifici e fi-
zionistica delle peculiarità fitogeografiche di tosociologici.

407
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409
Ae
Qq Ba

Ps Co

Da Rp Co Oc

Da Qq Qq
Cf
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Co
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410
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Co Rp

Rp
Co

Co
Co
Carta �tosociologica
dei Gessi di Monte Mauro
0 100 200 300 400 411
500 m

Base: CTR 1:5000


Legenda della carta fitosociologica dei Gessi di Monte Mauro

VEGETAZIONE FORESTALE COLLINARE

Ostrieti mesofili
Oc Boschi di carpino nero (Ostrya carpinifolia) su suoli drenati e carbonatici, dotati di scheletro
a temperamento semimesofilo su versanti freschi. Il carpino nero è la specie prevalente, ma
frammisti possiamo avere orniello (Fraxinus ornus), acero campestre (Acer campestre), acero
opalo (Acer opalus subsp. opulifolium), ciliegio (Prunus avium), sorbo domestico (Sorbus
domestica), sorbo ciavardello (Sorbus torminalis), Castagno (Castanea sativa). Localmente
abbiamo anche castagneti da frutto gestiti e ripuliti dalla vegetazione infestante per la raccolta
del frutto. Nel piano arbustivo abbiamo nocciolo (Corylus avellana), corniolo (Cornus mas),
sanguinella (Cornus sanguinea), berretta da prete (Euonymus europaeus), cornetta dondolina
(Emerus majus), lantana (Viburnum lantana), maggiociondolo (Laburnum anagyroides). Il
piano erbaceo è costituito generalmente da elleboro di boccone (Helleborus bocconei), ciclamino
napoletano (Cyclamen hederifolium), giglio rosso (Lilium bulbiferum subsp. croceum), euforbia
delle faggete (Euphorbia amygdaloides), euforbia bitorzoluta (Euphorbia dulcis), anemone dei
boschi (Anemonoides nemorosa), dente di cane (Erythronium dens-canis), bucaneve (Galanthus
nivalis), epatica (Hepatica nobilis), primula comune (Primula vulgaris), pungitopo (Ruscus
aculeatus), ecc. Tra le orchidee abbiamo cefalantera bianca (Cephalanthera damasonium),
elleborine comune (Epipactis helleborine).
Posizione fitosociologica:
alleanza: Carpinion orientalis Horvat 1958
suballeanza: Laburno anagyroidis-Ostryenion carpinifoliae (Ubaldi l995) Blasi, Di
Pietro & Filesi stat. nov. 2004
associazione: Ostryo-Aceretum opulifolii Ubaldi et al. 1992 em Ubaldi 2003

Boschi a roverella
Qq Formazioni più o meno xerofile, specializzate per versanti scoscesi e suoli poco evoluti.
Presentano di norma struttura non molto densa, governati a ceduo matricinato nelle situazioni
più favorevoli. Presentano sempre infiltrazione di vegetazione erbacea ed arbustiva degli orletti
del margine forestale. Il piano arboreo è dominato dalla roverella (Quercus pubescens) che
forma boschi puri nei siti più aridi, oppure può essere accompagnata dall’orniello (Fraxinus
ornus) e dal sorbo domestico (Sorbus domestica). Il piano arbustivo è spesso intricato ed è
costituito da sanguinella (Cornus sanguinea), biancospino (Crataegus monogyna), citiso a foglie
sessili (Cytisophyllum sessilifolium), vescicaria (Colutea arborescens), ligustro (Ligustrum
vulgare), prugnolo (Prunus spinosa). Il piano erbaceo, invece è costituito principalmente dal
Palèo (Brachypodium rupestre), oltre a erba perla (Buglossoides purpurocaerulea), clinopodio
dei boschi (Clinopodium vulgare), digitale gialla (Digitalis lutea), crocettona glabra (Cruciata
glabra), campanula a foglie di pesco (Campanula persicifolia), trifoglino irsuto (Lotus hirsutus),
elleboro puzzolente (Helleborus foetidus), erba di S. Giovanni montana (Hypericum montanum),
enula aspra (Inula salicina), cicerchia a foglie larghe (Lathyrus latifolius), cicerchia silvestre
(Lathyrus sylvestris), imperatoria cervaria (Peucedanum cervaria), caprifoglio (Lonicera
caprifolium), ecc. Tra le orchidee abbiamo la cefalantera bianca (Cephalanthera longifolia) e la
cefalantera rossa (Cephalanthera rubra).
Posizione fitosociologica:
alleanza: Carpinion orientalis Horvat 1958
suballeanza: Cytiso sessilifolii-Quercenion pubescentis Ubaldi 1995
associazione: Knautio-Quercetum pubescentis Ubaldi et al. 1993 ex Ubaldi 1995

Rimboschimenti di conifere
Ba Boschi derivati da piantagione su terreni agricoli o pascoli. Le specie impiantate più frequenti,
corrispondenti a tipi fisionomici cartografati, sono pino nero (Pinus nigra) e cipresso comune
(Cupressus sempervirens). Normalmente nel piano erbaceo abbiamo praterie di Palèo
(Brachypodium rupestre).

412
VEGETAZIONE FORESTALE IGROFILA A LATIFOGLIE
Boschi ripariali.
Ag Le formazioni ripariali ed alveali sono costituite da ontano nero (Alnus glutinosa) e salice bianco
(Salix alba), pioppo nero (Populus nigra) e bianco (P. alba). Tra le specie arbustive abbiamo il
sambuco (Sambucus nigra), la sanguinella (Cornus sanguinea), mentre tra le erbacee troviamo
la canapa acquatica (Eupatorium cannabinum), la pastinaca comune (Pastinaca sativa), la
saponaria (Saponaria officinalis), la girardina silvestre (Aegopodium podagraria), l’equiseto
dei campi (Equisetum arvense), il pan di serpe (Arum italicum), l’angelica selvatica (Angelica
sylvestris), il carice maggiore (Carex pendula), il luppolo (Humulus lupulus), il cerfoglio selvatico
(Chaerophyllum hirsutum), l’equiseto massimo (Equisetum telmateja), il cerfoglio meridionale
(Anthriscus nemorosa), la parietaria (Parietaria officinalis), il farfaraccio maggiore (Petasites
hybridus), Silene alba, l’assenzio selvatico (Artemisia vulgaris). Queste formazioni sono a mosaico
con gli arbusteti alveali di salici (Salix purpurea principalmente). Le formazioni presenti nelle
vallecole e alla base dei calanchi sono costituite salici (Salix alba), pioppo nero (Populus nigra) e
canna palustre (Phragmites australis).
Posizione fitosociologica:
alleanza Salicion incanae Aichinger 1933
Saponario officinalis-Salicetum purpureae (Br.-Bl. 1930) Tchou 1946
alleanza Salicion albae Soò 1930
Salicetum albae Issler 1926

VEGETAZIONE FORESTALE D’INVASIONE

Formazioni nitrofile a dominanza di robinia e ailanto


Rp Boschi nitrofili di robinia (Robinia pseudoacacia), ailanto (Ailanthus altissima), sambuco
(Sambucus nigra), rovi (Rubus ulmifolius).
Sono formazioni tipiche di scarpate stradali e ferroviarie, ma invadono spesso i boschi e le zone
di pertinenza delle case e dei ruderi.
Posizione fitosociologica:
alleanza Bryonio-Robinion Ubaldi, Melloni et Cappelletti in Ubaldi 2003

CASTAGNETI DA FRUTTO

Fustaie da frutto, sottoposte a ripulitura annuale dalla vegetazione infestante


Cf per effettuare la raccolta del frutto.

VEGETAZIONE ARBUSTIVA COLLINARE

Arbusteti submediterranei
Ps Definiti anche “pruneti”, sono inclusi gli arbusteti a ginestra comune (Spartium junceum), arbusti
caducifogli, ginepro comune (Juniperus communis).
Sono specie colonizzatrici, eliofile, che s’insediano su radure, margini di querceti, campi e pascoli
abbandonati, si trovano su suoli detritici, asciutti, derivati da substrati calcarei.
Posizione fitosociologica:
alleanza: Cytision sessilifolii Biondi in Biondi, Allegrezza & Guitian 1988
associazione: Spartio juncei-Cytisetum sessilifolii Biondi, Allegrezza & Guitian 1988
variante a Spartium junceum e Colutea arborescens
variante a Cytisophyllum sessilifolium

VEGETAZIONE PRATENSE

Prati e pascoli
Da Formazioni pratensi polifitiche situate generalmente su ex terreni agricoli, in prevalenza
pascolate e costituite soprattutto da Bromopsis erecta e Dactylis glomerata, oppure a dominanza
di Brachypodium rupestre. Su suoli relativamente umidi si incontrano raramente anche prati ad
Arrhenatherum elatius.
Posizione fitosociologica:
alleanza: Inulo viscosae-Agropyrion repentis Biondi & Allegrezza 1996
suballeanza: Inulo viscosae-Agropyrenion repentis Biondi & Pesaresi

413
associazione: Agropyro repentis-Dactyletum glomeratae Ubaldi 1976 em. Ubaldi, Puppi &
Speranza 1983
alleanza: Bromion erecti Koch 1926
suballeanza: Polygalo mediterraneae-Bromenion erecti Biondi, Allegrezza & Zuccarello
2005
associazione: Centaureo bracteatae-Brometum erecti Biondi, Ballelli, Allegrezza, Guitian &
Taffetani 1986

Vegetazione erbacea perenne e annuale dei versanti erosi gessosi


Ge Xerobrometi a Bromopsis erecta e garighe xero-termofile a Helichrysum italicum su versanti
erosi, costituite da emicriptofite e camefite. A mosaico con queste formazioni abbiamo pratelli a
terofite xerofile dei Thero-Brachypodietea e formazioni dell’Alysso-Sedetalia.
Posizione fitosociologica:
alleanza: Bromion erecti Koch 1926
suballeanza: Polygalo mediterraneae-Bromenion erecti Biondi, Allegrezza & Zuccarello
2005
gruppo di associazioni a Potentilla hirta
classe Thero-Brachypodietea Br.-Bl. 1947

Vegetazione erbacea perenne e annuale dei versanti calanchivi instabili e stabili


Ae Vegetazione erbacea perenne e annuale delle pareti calanchive incise in substrati argillosi plio-
pleistocenici moderatamente salati con Artemisia coerulescens subsp. cretacea a mosaico con
prateria discontinua a Elytrigia atherica e popolamenti di Arundo collina
Posizione fitosociologica:
alleanza: Inulo viscosae-Agropyrion repentis Biondi & Allegrezza 1996
suballeanza: Inulo viscosae-Agropyrenion repentis Biondi & Pesaresi
associazione: Agropyro-Artemisietum cretaceae Ferrari & Grandi 1974
associazione: Agropyro-Asteretum linosyridis Ferrari 1971 subass. asteretosum linosyris Biondi
& Pesaresi 2004
alleanza: Arundion collinae Brullo, Giusso Del Galdo, Guarino & Sciandrello in Brullo, Giusso
Del Galdo, Guarino, Minissale, Scuderi, Siracusa, Sciandrello & Spampinato 2010
associazione: Arundinetum plinianae Biondi, Brugiapaglia, Allegrezza & Ballelli 1992

COLTURE

Medicai, pioppeti, frutteti, colture orticole specializzate, seminativi con filari di alberi da frutto,
Co seminativi (grano, orzo, mais, ecc.), oliveti, vigneti

AREE ANTROPIZZATE

AREE A VEGETAZIONE NULLA


Affioramenti litoidi, rupi, frane attive, cave attive

414

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