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Capiroto 2 PRIMA DI IPPODAMO Credo che sia indispensabile, al fine di tentare una valutazione il pi completa possi- bile delle “novita’ eventualmente introdotte dall’architetto milesio, esaminare in rapida sintesi la varieta delle realizzazioni urbanistiche greche che si erano prodotte prima di lui, nel lungo periodo che va dalla fine dell’ Eta del Bronzo al tardo arcaismo'. LORIGINE DELLA POLIS Nella letteratura specialistica ricorre insistentemente un primo interrogativo, di cui & indispensabile prendere atto (anche se si tratta di una domanda retorica che quasi obliga a dare quelle risposte generalizzanti che invece dovremmo evitare): quando nasce la po- lis greca? Domanda di spessore cosi ampio da determinare una risposta sempre pitt vaga, se non si valutano separatamente i singoli casi; & persino inutile ribadire quanto la bi- bliografia su questo argomento sia sterminata. Direi che tra le analisi migliori, quelle che hanno fatto scuola da molto tempo, emer- gono il celebre studio di V. Ehrenberg ¢ quelli classici di A. Snodgrass, per i quali, insie~ mea tutta la letteratura portante dal classico libro di Fustel de Coulanges’ in poi, realizzd un efficace bilancio C. Ampolo’. Pit di recente oltre ad altri interventi fondamentali di A. Snodgrass (1993) abbiamo letto il saggio di M. Giangiulio (che si segnala per la chiara presentazione dei problemi) ed il libro di A. Schnapp-Gourbeillon che usa ad abundan- tiam i materiale archeologico’. Gia da questo primo giro di orizzonte sui principali con- tributi bibliografici, emergono i due fattori guida della ricerca sull’argomento di cui ci stiamo occupando: archeologia ¢ storia. Da questo punto di vista registriamo anche interventi critici pa anche se relativi all'archeologia della colonizzazione greca in particolare, come quello di icolarmente pungenti, " Riprendo in questo capitolo, in forma piti ampia ed aggiomata, la relazione da me tenuta al 53° Con- Yegno di Taranto (ef. Gatco 2016a). 2 Ancora di recente in GoUNakis 2009, 127 si pone il quesito che acquista sempre di pid toni da interro~ Bativo retorico. * FUSTEL DE COULANGES 1864. 4 EHRENBERG 1967; SNODGRASS 1971: AMPOLO 1980. 5 Snopakass 1993; GIANGIULI0 2001; ScIINAHP-GoURIT LON 2002; un’ottima sintesi recente che toc- 8 problemi filologici, storici ed archeologici in Scutab-Tissine 2017 31 Irpopamo pi MitETO 7 prende in esame una serie di casi di studi a accostamento di fonti ea vono a ribadire la necessita della cautela da Te elon ane rcheolgi, Dobbiamo riconoscere che, purtroppo, la letter a aay insegu Fame se questi dovessero essere inverati dal record mayen ni espessaranche iit ttenzione, dopo aver assicurato alla ga” Bisognera dunque procedere con molta al oe Aer ANSICUTALO alla spo ed alle interpretazioni sul piano storico coerenza ¢ sopr: MSUrabilita con, foe ste ae & lecito mettre in rapporto un dato materiale archeotg una fonte storico-mitologica (senza l'adeguata critica che si deve sempre fare gj se si vogliono evitare quei deprecabili ‘accostamenti combinatori’. “Tormando al tema della ‘nascita’ della polis prendiamo atto dell esistenza di approg; i tipo quantitativo (la polis come entitafisica®) 0 ricerca di definizioni basate su parame, tri simili a quelli utilizzati da Pausania (per esempio nel negare lo statuto di citta ad yy abitato che non abbia alcuni fondamentali requisiti monumentali”). Questo approccio risulta dominante nella letteratura positivistica prodotta dal Copen. hagen Polis Centre“ fino alla sintesi di A. Gounaris'', il quale, essendo architetto e mug. vendo principalmente dall’esame delle piante delle citta e dalle situazioni archeologiche concrete, ripartisce l'evidenza in tre gruppi: elementi isolati, nuclei urbani ed infine esempi (pochi) che possono essere definiti come espressione di pianificazione urbana. 4 questi ultimi appartengono soprattutto le citt dell’ Asia Minore e quelle d’Occidente: ma, quando discute di queste ultime, lo studioso non si discosta da un sommario esame della pianta accompagnato dal solito “according to the literary testimonia”", in pratica, esattamente cid che abbiamo invece bisogno di lasciarci alle spalle, se vogliamo accetta. re la sfida lanciataci da chi dice che gli archeologi inseguono i fantasmi, espressione che Gran Fd align penne cence ale on tear ; i analoghi da me espressi in passaio, ribadisce che “analizzare l’urbanizzazione in Grecia significa identificare dinamiche Plutlosto che forme”. In poche parole siamo obbligati a difendere quel modo di veder, N. Purcell; in un libro recente J. Hall che, ite BiC0 eo, questa § Ponce 1997. ” Hat.2014 * Cf. Moraan-Coutton 1997 ° Cid che fa Pausania n e1 pean a eee Panopco nella Focide (X 4, 1) i cui abitanti pretendevano diabitare che sgorghi da ura fonts ef oe nest (archeia) di unginnasio, dium eatra, dun’ agoraedi ac abe 2017) con bitin mmento ad loc. nell'edizione del X libro di Pausania (Fondazion® saudi citéaltempodel Denes tems HON ese Panopeo abba auto un emo por Fes aes peels 4.C.),mail giudizio di Pausania, il quale enuncia chiarame™ wip Snegarea Panopeo lo statuto di cittd; ull argomento cf, ALCO "cfr Anventory, risultato fi wi strumento di lave 9 inal di una ricerca ventennale ‘che mette a disposizione degli studios? Gounaris 2009, 128. "2 Gounaris 2009, 131 132, eprikoi (diciamo coloni seguendo (Colonie) in rapport i orto con le men i iporta la c : ere le apo asontenere come rede metalic mad Conseguenza di mettre e 0g lle pagin ‘“palria), argomento ca diffusionista di » De Pouiowas ate le Pasine seguent, di marca diffusion! 32 Capitolo 2. = Prime di Iypodamo per cui non possiamo prescindere, nello studio della eitta zione economico-sociale ¢ dall’esame ¥ tertitorio (Ia chdra) in cui si trova | dalla conoscenza della forma- del rapporto con lo spazio circostante, compreso il la cilta esaminata. 2,= LACITTA ARCAICA NEL CONTINENTE GRECO Vediamo, allora, in breve, cosa ci propone la Grecia dal punto di vista dell’archeolo- gia degli abitati, che per ora chiamiamo semplicemente insediamenti, ‘settlements*, per non ayventurarei in letture che propongono interpretazioni prima della descrizione. pra- tica *tradizionale’ che sarebbe da evitare, come le descrizioni condizionate da un’inter- pretazione preconcetta. Lraccordo @ generale nel ritenere che, con la caduta dei regni micenei (certo non si- multanea ¢ con cause diverse da una regione all’altra e soprattutto nell’arco di un tempo lungo, tanto da sconsigliare l’idea che si tratti di qualcosa che avviene simultaneamente), comincia una fase storica totalmente diversa, La bibliografia é ricca di tendenze tradizio- nalmente orientate a ritenere netta la cesura, mentre di recente si é fatta avanti una strada che in modo pit equilibrato ribadisce e valorizza I’esistenza di molti elementi di continu- ita!*, Non c’& dubbio che si tratta di momenti distinti e molto diversi della stessa storia. Tra le diversita pi macroscopiche, accanto alla scrittura, collochiamo I'architettura e la forma degli abitati, Tutta l’epoca é stata classificata come Dark Age, com’é noto'*. Allora cominciamo a partire da un primo punto fermo: dall’XI secolo a.C. in poi non ci sono pitt ipalazzi, ma non c’é ancora la polis. Liintero periodo, integralmente, senza distinzioni, viene rappresentato come una zona grigia, anzi buia, dark, appunto, la quale viene definita in un modo che, invece. in- dica in maniera esemplare la nostra ignoranza, Siamo noi, infatti, che vediamo buio rebbe, percid, il caso di superare espressioni come Medioevo Ellenico ef similia e sosti- tuirle, visto che siamo in epoca di nominalismi che devono corrispondere a realta concrete, con altre storicamente pili aderenti.. ; ‘Aben vedere, non potendo qui sviluppare pit a lungo il concetto, possiamo dire in breve che la nostra prospettiva é falsata da una visione teleologica della storia: i Medio- €V0 Ellenico esiste perché poi, anche qui, c°¢ il Rinascimento'®, epoca che coincide con Varrivo, alla fine del buio, della luce della Citta (ovviamente quella di etd classica che Poi sostanzialmente coincide con I’ Atene di Pericle). Vorrei sottolineare un punto solo, per ribadire, in particolare, i rischi della teleolog' tto di Rinascimento che prelude all’eta classica. Quando, sia Tucidide (1 10, 2) che Aristotele (Pol. 1305a) ta nel c ai CF Cantus 2000; GIANciULI0 2001; SCHNAPP-GOLIEUETLLON 2002; DIcKINSON 2006; DUPLOLY 2012, 'S Una rassegna sulle pitt recenti scoperte archeologiche relative a questo period é stata preseatata da anche laricca messa'a punto in CALI0 2012, 39-73 ; . "© Sie parlato appuntoesplicitamente di Renaissance, dopo SNODGRASS 1971 e HAGG 1983, CTanche Borin 2015, per In eomparsain questo peride dele prime scriionigreche impart, 181 per emergenza ‘Pigrafica del rinascimemto” greco. uy [propamo Dt MILETO jamé) Fap- di abitare dell’ El- wnticare che quest! .n diverso ano niente di ribadiscono che il village! (lak presenta rantica maniers lade, non dobbiamo dime! autor’ hanno sotto gli occ modello di citta & della komé pet meio dei fon comispondente ala i feloro tempo; ma quello di abital™ per vil- Taggi era il “modo antico” (archaios 1r0- pos) di ocoupare lo spazio (1 che non Freve induc a ritenere che non fossero Pee fess, Insomma il giudizio di Tucidide © di “Aristotele deve essere messo in relazione con il loro tempo. che ha conosciuto ‘tra- Sformazioni radicali, soprattutto se il mo- dello di riferimento é I’Atene classica. Si ritiene unanimemente che I’VIII se- colo a.C. rappresenti il momento in cui ap- paiono queeli indicatori che concorrono a definire la polis; si, certo, ma si tratta pur sempre della polis dell’eta successiva a quella immediatamente dopo la caduta dei palazzi. Rimane, quindi, I’interrogativo: come dobbiama definire gli insediamenti is sega eae a Non voglio speculare sul significato di polis nei poemi omeric (che emunguecostuseona in terminus ante guer, son sempre riferibile semplice- miei eec caine Taya molto probabilmente si tratta dei primi secoli del | millen- fievaavonan'lla vast dels polis che, quando parliamo di VIII secolo 8+" del medesimo concetto con tutt fe is, ma ad un momento particolare di trasformazione fe le ‘novita’ che in questo periodo riusciamo a percePit® spesso in modo macroscopi pico (grazie a due i i ware ae due indicatori archeologici fondamentali: i sa" er ritornare alla definizione di mse zione di Dark Age, va d mates , va detto che le oe menconar et alunite miglor studios, come N Kourou per Sera er secoli bui’, in forza di un'evidenza (spec acne dalle tombe) cialmente da che suggerisce i conclusi agli abitati é estremamente ben diverse". Purtroppo, perd, la d lative e » , la documentazione rela tiene i gra Povera (e si capi: Brandi centri abitati Pisce anche perché, soprattutto per quamto # Busto di Tucidide. da una statua della meta IV sec. a.C. (Mosca, Museo Puskin delle Belle Arti) 7 CE. Gianawuiio: ” SIULIO 2001, 62-63; G * Kamen 2-63; GRECO 1994a: AmpoLo, 1996, Si vedano i numerosi studi con k © MAZARAKIS AINIAN 201] Sstalus quaestioni is pid Pil recente in Decer-JaLkorsky - LEMOS 200° 34 Capitolo 2. - Prima di Ippodamo ra, dobbiamo anche tener presente il fatto che, a caquel movimento, chiamato dai Greci apoikismes tpunement indicato come “colonizzazione greca'y sintomi di una societa in via di trasformazione con anche a supporre™” che la ‘colonizzazione’ abbia co mmaturazione della polis nella Grecia propria, ovv sociale ¢ politico; si tratta di un giudizio storico, dunque, che non riguarda l'assetto urba- nistco, almeno a giudicare dagli aspetti fenomenologici, cio’ da cid che noi percepiamo dai dati materiali. La dimensione cronologica non va comungue persa di vista, anche per verificare se le apoikiai (fondazioni coloniali) siano da ritenere automatiche tiproduzioni della madrepatria, cid che sembra, come vedremo in seguito, alquanto difficile da soste- nere. Dunque, da un lato abbiamo le citta della Grecia arcaica che sono organismi urba- nistici che si fondano su un central place (con agora e santuario) e su una serie di villag- gi sparsi, dall’altro una serie di citta fondate, quasi sempre in luoghi che erano deserti o occupati da villaggi autoctoni che non costituirono ostacolo ai nuovi insediamenti né poterono condizionarne la forma. Le citta fondate mostrano percid il grado di maturazio- ne del concetto di urbanistica greca arcaica in forme nuove ed originali che in nulla sem- brano dipendere dalla situazione di partenza nella madrepatria. termine di questo periodo. (alla lettera “partire da casa” ma co- che viene normalmente inserito tra i le sue “crisi di crescita’, Si é stituito un fattore determinante nella jamente sotto il profilo eminentemente 3. - LA POLIS IN GRECIA ED IN OCCIDENTE Ad ogni modo é sempre bene fondare il giudizio empiricamente su un esame puntua- le delle evidenze. Partiamo da un primo dato di fatto: la necessita di procedere ad una valutazione globale e comparativa tra le poleis della Grecia propria ¢ quelle che furono impiantate fuori dal continente greco. Una ricerca in tal senso fu auspicata da G. Vallet nel 1967?!, ma un primo vero tentativo sul piano pratico fu compiuto da A. Di Vita nel 1979, con organizzazione, presso la Scuola Archeologica Italiana di Atene, di un Con- vegno internazionale22, Lo stesso Di Vita’ in uno dei saggi di apertura, dal titolo L’Ur- banistica pitt antica delle colonie di Magna Grecia e Sicilia: problemi e riflessioni, pre- sentd una serie di spunti che sono meritevoli di essere presi in considerazione, come vedremo. L’attenzione al fenomeno urbano, portata simultaneamente sulla Grecia egea e sulle apoikiai, & poi sempre venuta crescendo nel tempo. All’interno della copiosa pro- duzione del Copenhagen Polis Centre segnaliamo il saggio sintetico bene informato di T. Fischer-Hansen sul Town-Planning delle pit antiche colonie occidentali® (che reca il Sottotitolo “with Special Regard to Sicily”, non casuale, perché, come ho avuto modo di Hibadire altre volte?s, l’urbanistica greca occidentale si studia prevalentemente grazie alla Mackin 1994, Argomento poi ripreso in VALET 1984-1985, V4. Grecia, alia e Sicilia. DiVira 1983. FIscHER-HANSEN 1996. * Greco 1989. 35 IproDAMO siceliota). Negii atti di un dedicato alla Naissance ‘our? fa il punto sugli in- dei palazzi all'eta ar- un contributo pill re- cente nel volume curato da A.P Lagopoulos”; JM. Luce é I’editore di un volume collettivo sull’urbanistica greca dalla caduta dei palazzi alla presa di Mile- to: il Descceudres” ha prodotto un buon quadro d’insieme sulla Grecia centrale all’epoca della colonizzazione. mentre pit recente é la pubblicazione (sempre nel vo- lume curato da Lagopoulos) del saggio di Gounaris™ che propone una breve rassegna sulle citta della Grecia arcaica. L’autore, come si é gia notato prima, é particolar- mente attento soprattutto agli aspetti for- mali e planimetrici dei vari impianti, a quelli che, alla greca, possiamo chiamare schémata (schemi). Ma, da archeologi, sappiamo che la pianta corrisponde spesso ad un assetto finale, al punto di arrivo di una definizione che passa attraverso fasi documentazion: convegno parigino dela Ville, N. Kour sediamenti dalla fine caica, poi ribadita in 5 ot MILETO ANNUARIO SCUOLA ARCHEOLOGICA DI ATENE ONE FEALIANE 1X. ORKENTE VOLUME LIX Frontespizio degli Atti del Convegno Intemazionale Grecia, alia ¢ Sicilia nel'VIl e VII secolo a.C. (vd. Grecia, Italia e Sicilia) progressive che si possono chiarire solo con lo scavo stratigrafico. Un’eccellente sintesi relativa alle apoil storia dei siti, con belle illustrazioni quali pr ‘mo nel libro di Mertens, Citta e monumenti ikiai. che mette insieme aspetti urbanistici ¢ retende chi studia l’urbanistica antica, trovia~ dei Greci d'Occidente*'. 4.-Li ‘A DOCUMENTAZIONE ARCHEOLOGICA: CRETA E LE ISOLE GRECHE Ma esaminiamo, attraverso qualc! Proposito delle forme di insediamento, he esempio, cosa ci propone I’archeologia grec? # Nel quadro della a rqurd' ence distal ima Et del Fero un leo ini Mugio’con cui viene indicato un tipo di abitato che mat 2 Kourow 2003. > Kourov 2009. Luce 2002, ® Descrupaes 2008, Gouwanis 2009; per ui TSETSKIILADZE- HaRGRave 2011 » Mexrens 2006, sguardo d’insie ‘me ai problemi coloniali ef Tserskutavzt 2008 ¢ 36 Capitolo2. - Prima di Ippodamo om Lint of excavation Neh Recantterace wall = Pianta topografica dell’area scavata di Karphi, Creta (da WALLACE 2010) cherebbe in modo netto la cesura con la situazione precedente. Archetipo di questo modo diinsediarsi sarebbe Karphi, insediamento cretese di altura nel quale gli abitanti si sareb- bero rifugiati a causa dell’instabilita politica delle pianure™. Questa interpretazione pre- vale nello studio dei siti di Creta (oltre Karphi, abbiamo ora Kastro di Kavousi) e soprat- tutto nelle Cicladi (Zagora di Andros, Xobourgo a Tenos) ¢ ad Emporion a Chios Vroulia a Rodi, per esempio. Nella valutazione storica dei siti d’altura prevale, dungue, la necessita della difesa. Va tuttavia rilevato che la strumentazione concettuale derivata dalla storia economica ¢ da uella del paesaggio tarda a farsi strada, specialmente tra gli archeologi classici: la diffe- Tenza tra un insediamento di altura ed uno di pianura é probabilmente dovuta anche a ™otivazioni che hanno a che fare pit: con I"uso del suolo piuttosto che con ragioni di or- dine difensivo, che tra l’altro sarebbero di lunghissima durata. Come ben sappiamo (da- gli studi sul Medioevo nell’ Europa occidentale™), in un quadro di sfruttamento della campagna con le tecnologie di un’agricoltura primitiva, occupare le alture significa an- he evitare di sottrarre terra coltivabile invadendola con spazi abitativi = CE Nowicx1 2000 e 2002 Per quest siti si veda Zayora 2 labibliografiaraccolta da LANG 19962002 eda KouRoU 2009, ma ‘anche le riflessioni molto opportune della Vink 1997, CE. Gasear 1973, 148-174 37 IrpopaMo DIMILETO. D.C. Haggis® ha criticato giustamente I’interpretazione difensivistica (che risale gid almeno agli anni 1937-1938 a J. Pendlebury che la propose nel suo lavoro su Karphi**): motivi difensivi oltre ad obbligare gli abitanti a scegliere siti d’altura li avrebbero tratte- nuti sulle cime delle montagne per almeno tre secoli. Si tratta di un approccio poco con- vincente, la cui scarsa sostenibilita & suggerita da diverse “eccezioni’ e dallo strabiliante perdurare di questo presunto stato di assedio e di isolamento. Ora, le eccezioni aumenta- no e stanno diventando piti numerose della regola, la quale ha percio bisogno di essere quanto meno rivista °§ Haccas 2001 tsa mae! ca) Pokus a ae Cote 94, ited rae > diretore della British School at Athens, che si eraunito alla 38 metrico di Zagora, Andros (da Zagora 1) Pianta dell’insediamento tardo geon 39 IrpopaMo pI MILETO se | | | ‘ateo di Emporion, Chios (da BOARDMAN 1967) Capitolo 2. - Prima di Ippodamo Pianta topografica dell’area di Xobourgo, Tinos (da Kourou 2008) 4l Ipropaso ot MILI T 100m Pianta dell’insediamento protoarcaico di Vroulia, Rodi (da LANG 1996) Tra le eccezioni degne di essere citate ci sono gli seavi italiani di Creta, quell direti da G. Rizza a Prinias’’ quelli di N. Allegro sulla colina di Prophitts Hias a Gortyna”* che stanno rivelando un impianto di ett geometrica con principi di reyolarita. Entrambi non sono siti di rifugio, ma poleis cretesi arcaiche, sorte molto probabilmente a p: dal Tardo Elladico IIC. Di un certo interesse sono, infine, quelli che R. Osborn definito *one-purpose sites”. Punto di partenza sono le “failed poleis’ su cui in passato aveva attirato l’attenzione A. Snodgrass: agglomerati relativamente grandi del 1X-VUIL Secolo aC. che vengono abbandonati (dei quali avanza qualche volta solo il santuano come elemento di continuita - ad 2, dopo 150 anni circa dt a.C!, Lo scavo americano dh ™ Pubblicatiin Rizza 2008 Cae RA 2008 cf anche Riz 2014 : ALONE 2 >. Osnonaae 3008 * 2017, con bibliografa precedente “ Sulla topografia are ri di MaZARAKIS A, cheologica del G INIAN 1997, 2001, 2006 20 avd os tsccn urs, Ed Colo d Miallg a oo a 2006 200 want: ora Gatost wor Dail sot 2 42 Capitolo2. - Prima di Ippodamo Pianta generale dell'abitato di Prinias, Creta (da Pautasso - Rizza 2015) ‘Azoria (come quello italiano di Prinias appena citato) fornisce straordinari elementi che sono stati oggetto di un‘interessante valutazione recente per la presenza di edifici pub- blici differenti che mostrano, gia nel VII secolo a.C., la separazione tra edificio di culto, 4a Ippopawo pt MILE ae SETTORE 8 i 40 SETTORE A a4 teres aban; Capitolo2. - Prima di Ippodany _ Azoria 2006 Northeast N Buiding South Acropolis Builgings a2, a0 Dining Buitding rein) 19008 (Andreon) Asoo \ 45 IppopaMo D1 MiLETO hetto e probabile pritaneo (come st vede contemporaneamente in Sicilia, g nchetto & fa da bat i a per esempio)"» Megara Hyblaea, oto passo di Tucidide (II 14-15) su Atene, net quale Dobbiamo ora tomare ad un arenes DS come uno storico del V secolo aC. im. es i illuminant nute le riflessioni pid i . 0 det V se so coca forma della sua citté nelle epoche pit antiche. Serive lo storico:...quandg magna ceo._.dopo aver abolito i consiglh ¢ le magistratyry delle altre citta, run} divento re, Tese0... a ‘tta, designando un solo consiglio ed un so tut gl aia ina ee coo ‘sulle proprie terre...in seguito a questo pritanco. ..pur continuand & Vi" sta delle Sinecie...In passato la citta era quella che evento gli Ateniesi celebrane ei trova sotto di essaallincirca verso mezzogiomo™ oa 'acropalinsjene sariamente accostare altro notissimo passo di Tucidde (1 1} Seas il racconto dello scontro epocale tra le due mmassime potenze dell’ Ellade del suo tempo, lo storico ci trasmette un confronto tra le due ctta che toca il loro aspetto Tera Nonenentale.Afferma Tucidide che “se la cittt dei Lacedemoni fosse sbbando- nata e rimanessero i templi e le fondazioni degli edifici, 1 postert avrebbero fatica acre- ‘Tere che la loro la fama fosse adeguata alla loro potenza, eppure possiedono i due quint del Peloponneso ¢ lo governano tutto cosi come estendono Ia loro egemonia su un gran mnumero di alleati fuori dal Peloponneso”. Insomma lo storico si chiede, mettendosi nei panni di un uomo del futuro che si aggira trai ruderi di una citta scomparsa, se Sparta fosse stata veramente potente, perché non lo si sarebbe potuto credere a giudicare dalle apparenze. E qui Tucidide fa seguire la sua interpretazione di questo fenomeno; la ragio- ne di tuto cid sta nel fatto che ‘secondo l'antica maniera di abitare dei Greci’, gli Sparta- ni non hanno un centro menumentale con edifici di lusso, ma vivono per villaggi spatsi (Kata komas). &/evidente la macroscopica differenza tra Sparta e Atene: la citta dei Lace- demoni non ha un’acropoli come quella ateniese che, all’epoca in cui Tucidide scriveva, cra stata gid esaltata dagli erga Perikleous, “le opere di Pericle”, con il Partenone in testa. 5. ATENE E SPARTA Di fronte alla ribadita tradizione determina il cambiamento nell’ottic del modo di abitare kata komas, il meccanismo che a dello storico é il sinecismo (‘evento’ celebrato ¢m "© Supliediticiai Az cae ae azioni di Lonco 2016, 372, © Perlediverse prese di = Posizione sul JanELL! 1999; MeLe 20037 “OMeSUllargomento cf A, . \GOSTING 1994; Greco 1994b; HANSEN 1997+ 46 Yh co PR TUE Foto aerea di Atene talita deve essere riportata all’epoca alto arcaica che corrisponde al floruit dell'isola, conclusione che traiamo facilmente dalla ricea evidenza della sua ni Ma esaminiamo ora la realta archeologica che ci propongono At tamente a quello che possiamo ricavare dalla documentazione che viene da due citta tiche ricoperte dalle citta moderne). Per quanto riywarda Atene, la documentazione ar= cheologica sembra confermare opinione di Tucidide sulla citta prima del suo tempo, quando lo storico, ragionando da ‘archeologo’, indica il nucleo pit antico nell’acropolie fella valle a mezzogiomno di questa, la valle dell’ liso. Non solo, ma Tucidide ei spi perché, indicando le ‘prove’ della sua affermazione (i celebri tekmeria tucididei) nell’an- tichita dei santuari (Zeus Olimpio, il Pizio, Ghé ¢ Dionysos en Limnais, fino alla fontana Kallirhoé che, dopo la costruzione dell’acquedoto costruito dai Pisistratid Enneakrounos). Ma il riscontro pitt evidente viene dalla dispersione area poli che confermano una disposizione per nuclei di villaggio. I! processo di unit chiamo 47 Miele x00) Ippo Foto dell’ Acropoli di Atene da nord (da Topografia di Atene 1) di Atene (nome di citt, le Arhénai, che non a easo suona al plurale) & senza dubbio ase vibile all’azione dei tiranni, in particolare di Ippia nel decennio 520-510 a.C.. prima della cacciata e della riforma di Clistene**. Meno perspicua la situazione spartana sia per la sovrapposizione della citta moderna che per la povert dei suoi monument. Tre nuk Possiamo isolare: l'acropoli con i poveri resti del santuario poll ‘kos, il santuatio di Artemis Orthia, sulla riva occidentale A 9 restate commento finale possiamo tentare sulla comparazione tra Atene e Sparta, Fermo rest do che i diversi contesti monument ali sono puntualmente esaminati nella bibliogratia c+ {ata nelle note precedent, siamo in grado di proporre una conclusione di massii. Et trambe le citta rientrano in quel quadro della dispersione per villaggi che é il modo abitare ‘secondo l'antica maniera dell'Ellade™ Ma, mentre Sparta conserva a lungo que! 'a forma, Atene cambia profondamente il SuO assetto urbanistico e monumentale. Dell’ vidente squilibrio tra le due citta ci Fendiamo conto attraverso la documentazione ache ologica che suona a confirn che si trait ao ma del giudizio tueidideo. Ma, occorre ribadire che si Sludizio di un osservatore che nel V see : , dico di Athena Chalkio- dell’ Eurota e Fagora*. Un cr canut® Fgurazione per nuclei sparsi cl CW = Tepilogo archeologivo in GRECO Di Cesare 2016, eat Alene of * Sulla topogafa generale go bliograia ct Tost 20t6e aug Son ee ‘GRECO 2013 e Greco. ue Puntuali osservazioni di cay Voza 2016, rattere storico ed esame della 9 et Artemis Orthia ef da ulti ima? ma LEONGO 2017: per Nagore 48 Foto aerea dell’ Acropoli (da 49 Topografia di Arene |) Inronamo DIMI ben vedere, tuttavia, si tratta chiaramente di due realta non omogenee cronologicamente, Perché nel tempo antico sia Atene che Sparta erano distribuite per villa (che tali rest" no per Tucidide anche dopo il ‘sinecismo” che ebbe carattere politico e non di conurba- zione, prima del suo tempo nel corso del quale era emerso un ben diverso modello di itd), Sparta, invece, conserva quell'assetto fino alla fine del III secolo a.C. quando 2! tempo del re Nabide, per la prima volta, il centro urbano fu chiuso enteo ana cinta mule fa. Allepoca in cui Tueidide scrive, Sparta €ancora una ciltd kara komas: il centro Urbs no di Atene non lo era pit da circa un secolo. 50 Capitolo2. - Prima di Ippodamo Pianta di Megara Hyblaea dalla fine dell? VIII al VI sec. a.C, (da Mégara Hyblaca 5) 6.-LOccwwene Greco (MAGNA GRECIA F SICILIA) Completiamo il nostro giro di orizzonte osservando cosa accade in Occidente, dove, Come vedremo, si realizzano gli antecedenti pitt immediati della citta ‘ippodamea’, Come si é detto prima, nella relazione al Convegno ateniese del 1979 A. Di Vita’? ‘eecava un aspetto centrale da cui deve prendere le mosse la nostra odierna valutazione, Sssendo quel concetto preliminare a qualsiasi discussione sulla natura della polis e non Solo di quella cosiddetta coloniale. Argomento centrale del dibattito & ovviamente Megara Hyblaea, né puo essere altri- enti, considerato che la citta siceliota é la pietra di paragone costante negli studi di ur- nistica greca alto-arcaica, utilizzata in tutti i lavori specialistici e non solo in quelli fi ‘ifati all’ Occidente. $i tratta in pratica del solito annoso problema che riguarda i modo [on cui dobbiamo giudicare l'evidenza archeologica per decidere a quale grado di svi- “PPO assegnarla, se a quella di una cittd o di una borgata o di un villaggio®. © Divita 1983, ” Per un bilancio della tradizione ef. GIANGIULIO 2010 e Mari 2016, che esprime bene il ‘condivisibile oncetto di fondazione-processo e non evento. SI 10 pi MITE. Tero: dda vicino premettere alent punts frm io sulle Foundation Sting dt iI problema ee da J. Hall nel sa Jallo studioso sul fenomeno colonrale in ye, jone secondo fa quale 1 ne ti da cui trae o trartebbe oripine | re iby sma di affrontate il Pro e anno vo espresso qualeh no & stato espTe be 2 esPo aseai diverse ESDTESSG HT Bee mente condivisibile lal je. mi pare ampiat a ‘i fonte “contem a che ricade sull’archeolye sola fonte “con end i ‘sma (Fondazione). ¢ la necessité di arn Norrei. pri theoleyy ea” alle poranea io ael a grande respon eriva la grande rice al: Ned formulazioni chiare che vadano al di la del puro emping: Se sttere Marcheologia a in, "rona polemica, anche per mettere archeoloia al ripara dag quest. sia detto sen Nolte riferimento, di servitisme neh confronts delle fon abbiamo fatto importante che lo studi jone materi ante cl io della dimensio t importante che Ie vr contaminazioni ed effetti combinatori, proposito che spesso viene pria principia senza a pia senza conto. 11 secondo punto da cui voglio partie, sottolineat gy Sole er aM, Lombardo”, riguarda I'eredita che abbiaino tivevuy, aa te radizione sretud,che ci mette in guardia dal rischio di eonsiderare le fo dazioni greche in Occidente un fenomeno unico, uniforme, perche si tratta di un approg. Ho sbasliato che, oltre a non essere storicameente compatibie con Mespericnza che abbia cee ulate neal! anni passat, contiene il rischio fortissimo di ignorare le furniture guindi, di non ware partito dalle numerose dialetiche che esse possono innescare Ribadisco dunque, coerentemente con quanto abbiamo annunciato nella premessa, che bisogna procedere utilizzando come osservatorio unicamente Ja dimensione archeo- Togica del problema senza mettere in gioco, almeno nella fase iniziale della rivera, i rapporto con le fonti, con i racconti di fondazione e tutto l'apparato che fa tradizione i ha consegnato e che certamente va soltoposto a valutazione critica € non accettato senza discutere (ma senza che si debba a fortiori prescindere da esso, in fase di valutavione globale, finale dell’evidenza). a Cae peer da at i possiamo prescindere ed & quello terio- ca sulla polis preca ere at a m0 ril - ito piu volte, che nessuna valutazione stor dcgn eeepc ica. F meglio si colyono differenre € peculiarila Mi premeva sot : BMS iat ens puto perch, se un qualche progresso abbiamo t- territoriale, quando, dopo una stagione di studli dena pe pereaca ee anes reenees spazio agrario circostante. 1 nese urbano), abbiamo comincial (da ang bts dale aspativa nel libro di F de titutivo della polis alto-areaica nel eelomare con pi recent lavor della stesan Maen ee esi iC. Morass a Stessa Morgan su Isthmia“*) 0 negli altri co™ usa. cui iale dei problemi propredisea iuxtayy, “ Hats 2008, " M. Lombard ado in Gc ® OL Port, GRECO Lomuanin, 1 BL POINSAC 1996 22012, 43.44 Moca 194 Mokean 1995 9sulsthmia: 18: LUCt 200K su Delf 4 Delfi; Mor !MoustAK§ 2002 eK vient is 2003 ¢ 20006 su Ci $2 Capitolo. = Prima di Ippadamo tributi di de Polignac** che mettono al centro delle loro riflessione il valore del santuario come punto di riferimento nello studio delle dinamiche politico-religiose che contribui- scono alla definizione della polis di eta tardo-geometrica, Sullo stesso argomento ¢ tor- nato di recente A. Mazarakis Ainian®, il quale sottolinea i forti cambiamenti nel passaty gio dall’insediamento che ruota intorno alla residenza del capo di epoca geometrica che tende gradatamente a scomparire, ed una sorta di tendenza egualitaria nel tipo di abita- zione che si afferma nel Tardo Geometrico, con la contemporanea separazione del sacro che va sempre pil a diversificarsi all’interno del contesto territoriale. Ma non dimentichiamo un punto centrale della discussione sulla fondazione megare se che ci riporta ai quesiti formulati all’inizio del paragrafo. A conclusione della sua disa- mina, A. Di Vita affermava che gli risultava “difficile concepire...la realizzazione, al momento stesso dell’arrivo, di una struttura urbana articolata”’’, Rispettabile punto di vista, che € stato pili volte ribadito e condiviso anche di recente**, ma che contiene in sé proprio quei difetti teleologici da cui vogliamo prendere le distanze (come fa bene il gia citato de Polignac™). Insomma, l’aspetto fisico della citta é espressione del modo di con- cepire l’organizzazione dello spazio, ma non si pud dire che Megara é una borgata agri- cola e non una Citta; la mancanza di monumentalita non deve essere confusa con l’assen- za del politico, si tratta solo di relativizzare questo concetto ad epoca alto-arcaica. Per venire alla discussione pid recente su Megara Hyblaea, rimando alle eccellenti riflessioni proposte di recente da M. Gras ed H. Treziny e al dibattito con D. Mertens sul rapporto tra Megara ¢ la sua ‘colonia’ Selinunte®. C’%, inoltre, un altro aspetto, sul quale vorrei brevemente soffermarmi. Troviamo spesso ribadita nella letteratura la ricerca delle somiglianze tra ’apoikia occidentale e quella che la tradizione conosce come la sua madrepatria (metropolis), tentativo che ha origine anche prima che si manifestasse la necessit di un riscontro archeologico mirato a provare la storicita della tradizione sulla colonizzazione greca®!. Essa ha ben pit solidi fondamenti, come ribadisce M. Lombardo, nella lingua, nelle istituzioni (nomima), cui possiamo accostare i iti religiosi esaminati da E. Lippolis e da V. Parisi® ai quali io ag- giungerei, in qualche caso, anche la toponomastica quando si pensi ai nomi di alcune delle poleis stesse (Megara, Locri) 0 al fiume Crati e alla sorgente di nome Sybaris in Acaia. Ho difficolta, invece, a ritenere le apoikiai riproduzioni, simulacra della madre- patria, $5 DE POLIGNAC 1995, 1996, 1999 € 2005. 5 MazaRakis AINIAN 2006. 57 Di Vita 1983, 69. * Ertenne 2010. * De PoLiGNac 2006. © Cf. Megara Hyblaea 5 ¢ Gras - TREZINY 2012, soprattutto per la nuova lettura riguardante la prima ‘occupazione del sito che viene identificata con tracce materiali che i colleghi francesi interpretano come strutture leggere da loro definite ‘accampamenti’; sul rapporto con Selinunte ef. MERreNs 2012 *! Si veda, per esempio, I’esame compiuto da DANneR 1997; sulla colonizzazione greca arcaica cf Mee 2007. © Lomnanno 2012. © Lippowts - Parisi 2012. 53 IpopaMo DI MILETO Pianta del santuario di Ay Apollo Daphnephoros, Er Eretria (da Eretria XX) 34 Capitolo 2. - Prima di Ippodamo Anz, al contrario, sotto il profilo dell"organizzazione spaziale della polis ftorio), esse rappresentano la straordinaria Vera novita che si manifesta in Occidente, In ratica, in Magna Grecia ¢ in Sicilia il ‘nuovo’ non emerge solo nella seconda meta del ‘vil secolo a.C., come se tra ultimo quarto dell’VIII e la meta del VII secolo a.C. non si potessero cogliere grandi differenze tra le poleis dell"Occidente e quelle della Grecia propria, in un unico insieme che un tempo venivano definite come entita in formazione caratterizzate da timidezza sperimentale*. Personalmente sarei pid propenso a ritenere ia polis occidentale qualcosa di nuovo sin dal suo iniziale manifestarsi, ma sempre nelambito di un esame delle evidenze che eviti Pappiattimento generalizzante su wna sola dimensione ed esamini i singoli casi separatamente, Per fare qualche esempio, abbiamo sicuri casi di similitudine: quando osserviamo ill quattiere geometrico presso il tempio di Apollo Daphnephoros ad Erettia (dopo una nuo- va messa a punto sulla formazione della citta di Eretria da parte di C. Bérard che con- traddice, almeno sul piano demografico, cid che aveva affermato M.C. Vink" dieci anni prima), oggi grazie alla utile sintesi di S. Verdan®? abbiamo nuovi elementi di giudizio; oppure, quando consideriamo insieme i compounds con le case ovali o absidate di Skala Oropou** ed il quartiere di Mazzola ad Ischia, non possiamo fare a meno di notare alcune cevidenti analogie che devono essere ricondotte all’organizzazione sociale degli apoikoi e alle loro attivita economiche, come elemento che viene a determinare forme non casuali di somiglianza®®. Per quel poco che riusciamo a capire dalla magra evidenza, lo stesso non si pud dire per Megara Nisaea/Megara Hyblaea, Sparta/Taranto o per Corinto/Sira- cusa e nemmeno per I’Acaia e le fondazioni, gli ktismata achei, anche se la situazione nell’Egialea deve essere riconsiderata alla luce delle straordinarie recenti scoperte nelle aree che possiamo, ormai con una certa sicurezza, identificare con Helike, tradizionale madrepatria di Sibari, e con Rhypes, madrepatria di Crotone”®, A parte cid, sia gli scavi di P-Pelagatti e G. Voza ad Ortygia che le belle scoperte di Pelagatti e M.C. Lentini a Naxos ci fomiscono validissime informazioni supplementari che vanno a saldarsi con cid che abbiamo appreso da Megara Hyblaca”!, (citta e ter- Magn 1974, 97:""Nous avons trouvé dans les ‘villes newves’coloniales les premigres manta tion de cette conception d'un plan orthogonal, mais combien timides et lmitées, imposées par leurs 4qualtés pratiques et leur extréme simplicite”. Sul ruoto dei nativi(argomento di cui qui non my oscuPo) Sermpre meno marginale di quanto si credesse in passato, cf il bilancio recente im Lou 1820 © Bexagn2007, ® Vink 1997, © Venoan 2013. © Su Skala Oropou ef: MaZARAKIS AINIAN 2006-2007 €2007D, Perl’accostamento ele similitudini MAZARAKIS AINIAN 2006 ¢ GOUNAR! Sionistoriche, r ” Sivedano ilavori di KoLIA = Psarit!2011 e GABOLOL20 tae hyPes, in gran parte inediti. Sulla topogratia dell Egial Rn fe che rcade neta Valle del Krios) cf, ora PoNTRANDOLT fall 2010-% POUL OU KatsaKoU 2017, con bibliogratia precedente CL Mists 2006 con la relativa bibliografia. 15 2009 (meno per leconclu- 11 su Helike, e quelli di. Vordosa Trapera, lea (con particolare riguardo alla parte orien ulla costa di Helik 55 TppopaMo pt MILETO seTTORE ‘OCCIDENTALE SETTORE = eehiatte | y +f ca \ | a I = serrore MERIDIONALE Ie € meridionale e del quartiere occidentale Ma AZARAKIS AINIAN 2006-2007) 56 Pianta dello scavo dell"area Mazzola di Pithekoussai, contrada Mezzav' (da BUCHNER 1972) onclusione, sull’archeologia della polis in Occidente’ sibile espresse gia il Di Vita”: in assenza di dati sull’a- ici fornisce indicazioni di prim’ordine circa la notevo- Ie estensione degli abitati sin dalle origini ‘Anche in questo caso, vale la pena di ribadir- lo. dobbiamo far ricorso alla Sicilia, ricordando le spettacolari stratigrafie orizzontali delle necropoli di Siracusa e Gela, mentre in Magna Grecia s) segnalano come abbastan- za trasparenti, a questo riguardo, i casi di Taranto € Crotone’®. Abbiamo visto che, in fin dei conti, si tratta di puntare l'attenzione sui siti che presentano indiscutibili segni di ta- sformazione gia nell" ultimo quarto dell VIII secolo a.C.. epoca Pet la quale disponiamo, urbanisticamente parlando, solo della lezione megarese. Ma cosa possiamo dire. in c Un’osservazione giusta ¢ condivis bitato, la topografia delle necropol ® Di Vita 1983. 7) Documentazione ¢ bibliografia in Merrens 2006. 37 Ippon ame pt MILETE PORTO PICCOLO Lysimeleia PORTO GRANDE i i e2zoxmooe Planta di Siracusa (da Mexrens 2006) 58 Capitolo 2. - Prima di Ippodamo : ERAMEIKOS! COLLINA © \ LARUNCHT | Scalia \ Prowido . = ms S, ‘ieoerunto ) 0 ee ba Misa q, Pianta di Naxos in eta arcaica (da MERTENS 2006) Sulina procola Pianta di Taranto (da LirpoLts 2002) ‘69 Iprapanto pi MILE 10 CASTRUM LATE I= PLATEIAB: Porto Pianta di Metaponto (da Mires 2006) Partirei, a questo punto, da un punto direi abbas! conoscenze, pur nella varieta delle situazioni scarsi), possiamo, con la dovuta cautela, dire ch ta, se mi é consentita l’espressione. La differen: cidente sta proprio in questo fenomeno; mentre di villaggio, le apoikiai occidentali nascono cor tanza sicuro: alla luce delle nostf® (€ spesso con, a disposizione, dati a4! € la polis occidentale nasce gia sineciZ2" a pill macroscopica tra la Grecia € OC in Grecia le citta arcaiche sono comur'l me Organismi urbani pianificati ed ess" 60 Capitol 2. - Prima di Ippodamo Samuario i @azora 8 ' Foum + t Santjario romances Poa Gisiia o inta di Poseidonia (da Loo 2017) contribuendo cosi in modo decisivo alla definizione di un tipico modelo di polis greca. Credo che, alla base, ci sia proprio il modo di occupare la campagna che conosce instal- lazioni stabili soprattutto nelle k6mai del Tarantino e nella Sibaritide”, cid vuol dire pre~ cocita nell’affrontare i problemi urbanistici dell’asty, come conseguenza delle scelte in- sediative. Non solo, un altro dato marca la differenza, anche se essa sari riconducibile a fattori politici e culturali: in Occidente non si materializza niente di paragonabile ai gran- di santuari panellenici come Olimpia, Delfi o Isthmia. Prescindiamo una volta tanto dai complessi problemi della provenienza degli apoikoi, degli ecisti, dei rapporti con inativi, esaminiamo invece l'oggettiva situazione archeolo- gica, quando é possibile. Qualche risposta viene dalla topografia delle necropoli taranti- vee dalle trasformazioni del territorio. Altro modello & quello di Siris, con la sua storia peculiare, ma di una cosa sarei certo: Siris 0 meglio il central place con questo nome fespressione che sul piano del rapporto tra antropologia ed archeologia viene esaminata da A_L_ Schallin’S) va riferito ad una localita che sta alla foce del fiume omonimo, il Si- ris, ogei Sinni, mentre la collina di Policoro in eta arcaica é un elemento del territorio con fue Ie dialettiche di coesistenza tra Greci ed Indigeni che ormai ben conosciamo. tn Magna Grecia, Parcheologia della polis si identifica soprattuto con Metaponto € Poseidonia Dal momento della fondazione di queste due citta (630-600 a.C.) emerge % CF. Gueco 2001. 15. ScHALLIN 1997; OSANNA 2017. 61 Irropao pr MILET Pianta di Selinunte (da Mertens 2006) con assoluta evidenza quella forma urbana che si era affermata in modo Ea Selinunte¢ si diffondera poi per tutto il VI secolo a.C. e che é stata definita per sirigas come dicono i colleghi tedeschi Streifenkolonien), ‘citta’, oppure ‘colonie a strisce i a monotona ripetitivita dello schema, Metaponto ¢ Poseidonia sono eccellenti paradie! 7 ae cia insieme agli di questa categoria, i meglio conoseiuti con Locri Epizefiri in Magna Grecia insiems esempi sicelioti, come Agrigento Per esempio’®, Non credo che si fara fat tipo di evidenza come lato f al di ld di ogni ragionevole dul tica urbana, la radice del probl Preoccupazione degli apvikoi etese di este” 'e, Messe da parte inesistenti pretese ae Sms credo che vada individuata nella partizione cl a i prima generazione’’. Concordo con Gras e Te 7 MERTENS 2006, 315-23, 7 Zurwacit 2008. 62 Capitolo 2. - Primadi lppodamo Pianta di Agrigento (da ScHMeDT - GrIFFO 1958) 30 Proposito, nel rtenere ancora fondamentale i conteibuto iD. Fusaro la quale Sun8compreso ene la funzione dl fers, il loo assegnato pet sree, come SE {Se aro stssa, nll urbanistica megaese, aspetto che sé velo sempre pid pant er descrivere V’origine della partizione urbane ¢ Ia condizione di ‘petite mnerie’ dei primi apoikoi”. [prop awto DE MILETO a delle esperienze greche in ciascuna dele Teis, ¢ alla durata di due 0 j alla fine delle quali la nuova polis pres aspetti innovativi rispetto alla madrepatria, ma con una Serie di fermenti che. 4 quartidi secolo, producono quelle macroscopiche inney azioni che l'archeologia per, tedi registrare (senza combinazioni con ie font letterarie che st quest aspet song ire vc tilizziamo concetti come "centro" € “periferia’, possiamo. a ragione, ria, ae ag acaica, per quanto atten fa forma Ura. TOccidente magnogrecoe sices fa occupa un posto di assotuta central cont suoi monotoni impianti, ma anche oo trandi agorai edi toro edific’ pubblici Quando osserviamo da vieino citta come Sy, ante e Agrigento e, in Magna Grecia, Metaponto € poseidonial cllimbattianb cot tac tvidenza, nell'espressione finale del processo che certamente risale alle epoche pre “ Sere vay che ora si manifesta con quegli elementi che lo eonnotano con cea mia: spazi enormi, impianti regolari, grandi agora, edifici pubblici come quelli < che sono agora enon ekklesastria(espressione he risulen chinmstciwe-anasponising alee treaica) e santuari come, per esempio, quelli extraurbani di Hera, nel my cheo”. Nn C’é da credere, insomma, alla diversi fe generazion) Po te ™ CLG #102016,

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