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Cronaca
Indagine dell'Efsa: Yogurt, integratori, latte: 4 volte su 5 solo promesse
ma dalle etichette si ha quasi la sensazione di poter guarire a tavola
L'ente nato per vigilare sulla sicurezza della nostra tavola ha iniziato la sua lunga marcia tra gli
oltre 4 mila prodotti alimentari che annunciano prestazioni mirabolanti. Stando alle etichette, si ha
quasi la sensazione di poter guarire a tavola: un menu composto da un purè di patate arricchite al
selenio, una verdura innaffiata con olio migliorato da vitamine liposolubili e uno yogurt animato da
fermenti probiotici sembra sostituire un giro in farmacia. Secondo gli esperti europei però queste
speranze sono spesso mal riposte.
Un colpo pesante per un settore in piena espansione che, secondo i dati di Federsalus, conta
1.200 aziende con 25 mila dipendenti. Un settore in corsa verso la "nutraceutica", una nuova
frontiera che vuole far saltare la distinzione tra cibo e medicina creando prodotti con
caratteristiche miste, metà farmaci metà alimenti: si va dai pomodori ricchi di antiossidanti all'olio
d'oliva ritoccato per chi ha problemi cardiaci al riso con aggiunta di ferro, passando per il latte
artificiale che immunizza i bambini come quello vero.
Il pollice verso dell'Efsa rischia di avere ripercussioni visibili. E infatti l'Aiipa, l'associazione italiana
industrie prodotti alimentari, è subito passata alla controffensiva: "I problemi nascono perché si
sono adottati nel campo nutrizionale criteri scientifici messi a punto per la ricerca farmacologica.
Le industrie del settore si sono trovate così di fronte a difficoltà che rischiano di bloccare gli
investimenti necessari alla ricerca e all'innovazione". Un parere condiviso da Federchimica, che
difende le categorie degli alimenti arricchiti e degli integratori alimentari a cui fornisce i principi
attivi.
L'Europa però sembra frenare la visione medicamentale dell'alimentazione. Anche le ultime due
scelte vanno in questa direzione. Da una parte Bruxelles ha bocciato l'idea di mettere un
semaforo sulle etichette per segnalare con un rosso o con un verde la bontà del prodotto in
termini di grassi, zuccheri e sali: "rischiano di indurre il consumatore in errore convincendolo che
ci sono cibi buoni e cibi cattivi" dimenticando che essenziale è la dose e lo stile di vita. Dall'altra la
commissione Ambiente e salute del Parlamento europeo ha deciso di inserire sull'etichetta di
carni, formaggi e frutta il luogo di provenienza.
"Il rafforzamento delle indicazioni sulle etichette è un passo avanti importante", commenta il
sottosegretario alle Politiche agricole Antonio Buonfiglio. "Gli integratori alimentari non vanno
demonizzati, sono una frontiera interessante, anche se bisogna garantirsi da un uso fraudolento
dei termini. Ma il futuro del settore agricolo sta nei prodotti di qualità e nella capacità di aumentare
i livelli di certificazione". Più netto il parere di Mauro Rosati, segretario della Fondazione Qualivita
1 di 2 25/03/2010 08:58
"Mangialo fa bene", l'Authority europea smaschera i falsi alimenti della... http://www.repubblica.it/cronaca/2010/03/25/news/cibi_salute-2883449/
che cura l'atlante dei prodotti dop e igp: "I cibi - farmaci sono esattamente quello che non ci
serve. Abbiamo bisogno di prodotti tradizionali, legati al territorio e capaci di arrivare in tutte le
case. E anche di una politica del cibo che scavalchi le varie caselle burocratiche per puntare sul
rilancio degli alimenti con il marchio legato al territorio, quelli che danno le maggiori garanzie".
(25 marzo 2010)
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