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30 Settembre

Quando qualcosa diventa una scienza e cosa fa una scienza?

Un metodo richiede un controllo, quindi possono esserci dei risultati ma devono essere verificabili e
controllabili, questo per avviarsi nella materia dell’indirizzo.

I giuristi (scienziati del diritto) non si limitano a descrivere quali sono le norme che sono già date.

Esistono anche norme non scritte, il giurista svolge un ruolo attivo, cosa fa? Individua il diritto e distingue
dal non diritto.

In ambito militare il non saluto può esporsi a sanzioni, in altri ambito non assume rilevanza.

Il giurista accerta l’esistenza e la validità di una norma giuridica, si chiede se una norma giuridica esista e se
sia in vigore.

Il giurista deve organizzare e sistemare i rapporti tra norme giuridiche perché può essere che la norma
giuridica A preveda come conseguenza la conseguenza X e che la norma giuridica B preveda come
conseguenza la conseguenza Y per lo stesso comportamento.

Quale prevale?

Esempio: se qualcuno uccide un'altra persona potrebbe essere omicidio o legittima difesa, quale prevale? È
un problema giuridico.

I testi giuridici sono tantissimi.

Il giurista deve avere la capacità di individuare la norma giuridica da applicare in relazione a un caso.

Esempio: un ragazzo giovane andando in moto in una città, viene fermato da un vigile che irroga la multa, e
il ragazzo reagisce mandando il vigile al quel paese, c’è un processo penale per oltraggio a pubblico
ufficiale, il giudizio penale a carico del ragazzo dura tanti anni e fa 3 gradi di giudizio, si conclude con la
assoluzione, non era sua intenzione offendere il pubblico ufficiale, semplicemente era stato consigliato di
dirigersi verso un luogo.

I giuristi concretizzano i messaggi comunicativi di coloro che emanano norme giuridiche, qualunque norma
deve essere INTERPRETATA.

Esempio: norma sull’omicidio (codice penale) come è scritta? Chiunque cagiona la morte di un uomo è
punito con …

E se qualcuno cagiona la morte di una donna è omicidio? Si però è scritto uomo.

Si può interpretare come uomo o come figura maschile, dipende dall’interpretazione.

Per il diritto non c’è mai un'unica risposta.

Esempio: 2+2= 33

I prodotti al supermercato sono esposti al pubblico, come si fanno a comprare? Rimuoverli dal luogo in cui
si trovano, facendo questo si può ritenere che è una proposta contrattuale (la proposta deve indicare quale
è il prodotto e quanto costa).
Se io prelevo la merce, in quel momento accetto la proposta, se il contratto è concluso si applica una regola
che dice che il consenso trasferisce la proprietà.

Se la proprietà si è trasferita e io non pago il prezzo non sono passibile di furto?

Controprova fattuale.

Esempio: si compra un certo tipo di biscotti e nello scaffale trova una sola confezione, e ovviamente si
affretta, la prende e dopo che l’ha presa, un altro arriva da lei e estrae la merce dal suo carrello per
metterlo nel suo, chi li mangerà quei biscotti?

Il primo che li ha presi.

Nel diritto non esiste una risposta corretta, la risposta corretta non dipende dalla risposta, ma dipende dal
procedimento logico attraverso il quale siamo arrivati alla risposta.

“Nel diritto la caccia vale più della preda”, non conta il risultato, ma conta il modo in cui sono arrivato a
quel risultato.

Il diritto non appartiene al mondo sensibile, il diritto non si può toccare, chi sostiene di averlo fatto sostiene
una cosa insostenibile, perché il diritto è un mondo ideale, immaginario.

Il diritto è fatto da un insieme di regole con la finalità di guidare i comportamenti dei consociati, quando
una regola diventa giuridica? Quando siamo ottenuti a osservarla anche contro la nostra volontà.

Regole morali, regole sociali.

A cosa serve il diritto? Garantisce che possano essere risolti i conflitti tra i consociati.

Il diritto appresta i mezzi per risolvere il problema dei conflitti tra i consociati, se la società fosse pacifica
non ci sarebbe bisogno del diritto.

Ha uno scopo di far osservare le norme e apprestare gli strumenti.

Quali sono le caratteristiche del diritto?

1. umanità, è fatto dagli uomini e per gli uomini (in passato si sosteneva che il diritto fosse stato creato dagli
dei).

2. occorre una comunità poiché ci sia il diritto, e per formare una comunità servono minimo 2 persone.

3. storico, vive nella storia.

4. il diritto di oggi è caratterizzato da un monopolio dello stato, non è sempre stato così e non sarà sempre
così, ma ad oggi lo stato è oligopolista del diritto.

Norme giuridiche positive: il diritto positivo è il diritto che vige oggi nel luogo in cui siamo.

Positività di una norma: cioè che vige.

5. coattività, si impongono norme anche contro la volontà dei destinatari.

6. le norme di cui si compone il diritto sono norme generali e astratte.

Astratte: si riferiscono ad una classe indefinita di fatti e comportamenti.

Generali: si rivolgono ad una classe indefinita di destinatari.

GEOGRAFIA DEL DIRITTO


1 ottobre

FONTI DEL DIRITTO: fatti o atti con cui il diritto viene prodotto.

Distinzione tra fonti di produzione e fonti di cognizione (con cui si viene a conoscenza)

Le fonti di produzione, come vengono prodotte e da chi?

Attraverso una certa procedura pone una norma giuridica.

Classifica delle fonti del diritto (designata dal legislatore), nel codice civile, prima dell’art. 1 ci sono degli
articoli chiamati disposizioni sulla legge in generale.

Indicazione delle fonti (fonti di produzione del diritto): è un articolo molto breve che fa un elenco
numerato, leggiamo che sono fonti del diritto:

-le leggi;

-i regolamenti;

-le norme corporative;

-gli usi.

Dobbiamo fare un elenco delle fonti vigenti oggi, perché quest’art. è stato scritto molti anni fa.

Cosa scriveremmo noi al primo posto? Costituzione (attraverso la costituzione si fonda la repubblica), è
entrata in vigore il 1° gennaio 1948.

Dopo il ’42 dopo essere entrata in vigore la costituzione sono successi altri fatti molto importanti, in
particolare l’ingresso nell’UE, luogo di produzione di norme giuridiche.

I regolamenti dell’UE dove si collocano nella classifica delle fonti?

La costituzione va suddivisa, non tutti gli articoli della costituzione sono sullo stesso piano, bisogna
circoscriverlo (principi fondamentali li collochiamo al vertice) i trattati europei e fonti europee li
collochiamo da parte alla costituzione, al numero 3 mettiamo decreto legislativo, decreto legge,
referendum abrogativi.

I referendum abrogativi hanno la stessa forza delle leggi.

Le norme corporative erano espressione del regime fascista e sono state abrogate poco tempo dopo
l’entrata in vigore del codice civile, 2 anni dopo, quindi nel 1944. Non sono più fonte del diritto.

Dopo quindi scriviamo i regolamenti amministrativi (emanati da organi amministrativi)

I dpcm (decreto del presidente del consiglio dei ministri)

Come si f a adire che un regolamento è in contrasto con la costituzione?

Esempio: la costituzione dice che sono tutti uguale dinnanzi alla legge, ma una legge dice che se vuoi
iscriverti all’università devi avere il diploma, è una disparità di trattamento. Ma non è incostituzionale

Art. 34 terzo comma costituzione (università)

Tendenzialmente si può sostenere che le fonti subordinate non possono derogare a quelle sovraordinate.

Quando c’è un contrasto? e come risolverlo?


se un art. di un regolamento dell’unimi prevede che possano iscriversi alla facoltà di scienze dei servizi
giuridici tutti coloro che hanno un diploma purché non abbiano la cittadinanza cinese.

È un articolo che contrasta con fonti sovraordinate? Si, si pone in contrasto con la costituzione.

Accertato il contrasto del contenuto, il sistema prevede un controllo più incisivo e più efficiente, quando c’è
un contrasto con la costituzione la corte costituzionale (organo preposto alla verifica) valuta solo questo
piano, essendo un regolamento amministrativo in contrasto la soluzione è la disapplicazione, i giudici che
sarebbero tenuti ad applicare questa norma che è in vigore, devono disapplicarla perché in contrasto con
tutte le fonti che stanno sopra. Non c’è neanche il bisogno di aiuto al TAR.

Se però si tratta di una atto avente forza di legge non si può disapplicare, si deve sollevare una questione di
illegittimità costituzionale dinnanzi ad una autorità giurisdizionale.

È capitato che una legge venga dichiarato incostituzionale, se un art. di una legge viene dichiarato
incostituzionale a seguito di un giudizio, quell’art. come si deve considerare?

Se una legge viene abrogata, è stata in vigore fino all’abrogazione, dal momento dell’abrogazione non può
più essere applicata.

Se invece una legge viene dichiarato incostituzionale, non solo non può più essere applicato, ma non può
più essere applicato neppure per il passato, si dice che ha effetto retroattivo, ma con alcuni limiti perché se
c’è stata una sentenza definitiva rimane intangibile.

Abrogato, non si usa da quel momento in poi

Incostituzionalità: non si applica neanche in passato.

Ci sono delle leggi che possono essere in un certo momento incostituzionali e in altri momenti può essere
interpretata in modo diverso, perché il sistema muta, e i giudizi non sono definiti.

Se una legge italiana o un decreto legislativo è in contrasto con una fonte europea (regolamento europeo o
direttiva europea) vale lo stesso principio che contraddistingue il rapporto tra regolamenti e leggi, deve
essere disapplicato, anche se posteriore alla fonte europea.

L’abrogazione è possibile nell’ambito dello stesso piano, chi abroga una legge? Un’altra legge (pari rango)

L’embargo è una misura straordinaria, pone dei problemi, ma di per sé non è incostituzionale, durante il
COVID, ci si è posto il problema, in che misura si possa limitare la libertà dei cittadini.

Le consuetudini sono fonti del diritto subordinate a tutti, ma non sono altro che comportamenti uniformi
reiterati nel tempo e accompagnati dalla convinzione che il comportamento sia obbligatorio, conforme
all’ordinamento.

Ma come si fa, se non sono scritti che esistono consuetudini?

Ci sono degli organi che sono preposti a raccogliere le consuetudini, cioè registrarle.

Art. 8, parla degli usi intesi come consuetudini nelle materie regolate dalle leggi, gli usi hanno efficacia solo
quando sono richiamati e l’art. 9 dice: gli usi pubblicati nelle raccolte, si presumono esistenti fino a prova
contraria.

Lo spazio concesso agli usi dal nostro sistema è molto piccolo.

Esempio: c’è chi raccoglie le consuetudini (camere di commercio), e ci sono nelle città (milano, torino, ecc.)
hanno raccolto consuetudini sulla vendita dei cani di affezione, che avviene di regola con una stretta di
mano, ha registrato un comportamento accompagnato dalla convinzione che per vendere un cane occorre
adottare quel rituale, però la consuetudine è un comportamento, mentre le altre sono tutte scritte,
l’operazione è collocare nella gerarchia una fonte, il codice civile.

Per collocarla dobbiamo sapere di cosa stiamo parlando.

Cosa è il codice civile? È stato approvato dal regio decreto (approvato dal Re), e dove lo collochiamo nella
gerarchia delle fonti? Decreto del Re, se dovessimo equipararlo a una fonte sarebbe come il decreto
legislativo, così sappiamo che il codice civile può derogare a consuetudini ma non può derogare a
costituzione e fonti europee.

il criterio gerarchico serve a capire il rapporto tra fonti diverse, ma evidentemente ci saranno altri criteri
che governeranno i rapporti all’interno dello stesso piano gerarchico.

Tra più leggi, quale prevale?

Principio cronologico: si gestiscono i rapporti tra fonti dello stesso rango

Principio di competenza:

I regolamenti parlamentari presso il parlamento sono la fonte più importante, per ragioni di competenza.

Il giurista deve sapersi giostrare e capire i rapporti tra le fonti e quando vede due fonti in contrasto deve
sapere a quale dare la prevalenza.

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