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“Madre de Dios!” esclama una donna guardando le onde del mare dove
galleggiano, indifferenti e apatici, corpi esamini e oggetti di vita
quotidiana.
E’ il 04 agosto 1906 e la donna, in riva alla battigia, guarda il disastro del
transatlantico Sirio, diretto a Buenos Aires. A bordo oltre a personaggi
importanti, tra i quali due vescovi, un tenore e una cantante, vi è una
miriade di cacciatori di sogni: emigranti.
Questi ultimi sono tutti convinti che la “Merica” sia l’ombelico della storia
delle masse popolari europee affamate e che in quel luogo avverrà il loro
riscatto sia economico che sociale.
Il triste primato dell’emigrazione è detenuto, alla pari, dagli irlandesi e
dagli italiani, si tratta di solito di poveri contadini oppressi dai debiti
contratti per pagare le tasse e vittime di un raccolto infruttuoso o disastroso
che li ha condannati alla rovina.
Ed eccoli, rassegnati, con gli occhi stremati dal pianto e dalla disperazioni,
svendere e impegnare gli ultimi averi pur di poter acquistare i biglietti per
l’agognata “MErica”.
La nave dei lazzari della nostra storia, foriera di speranza e sogni, reca il
nome di una stella “Sirio” e come lei sembra lontana e anche imprendibile,
dati i costi del biglietto di terza classe: 170 L., in monete d’oro.
Quando i “lazzari” non riescono a pagare, gli agenti marittimi, con un
sorriso di giuda, assicurano che non c’è problema, e fanno firmare un
contratto di rimessa ai poveri diavoli, senza dirgli che i tassi sono degni del
peggiore strozzino e che rischiano di non riuscire a saldare il debito. Del
resto ai poveri diavoli, in quel momento interessa solo entrare in possesso
del biglietto per potersi assicurare l’ingresso in paradiso, ma non sanno che
hanno di bisogno anche del passaporto, per cui molti verranno respinti. Per
gente ignorante, ogni affermazione fatta da un uomo ben vestito e pulito
sembra un dogma da perseguire e credere e pertanto non si pongono dubbi.
Il Sirio è una nave passeggeri costruita, nel 1883, nei cantieri navali di
proprietà di Robert Napier e figli, nel porto scozzese di Glasgow
e presenta le seguenti caratteristiche : “ centoventinove metri di lunghezza
per quattordici metri di larghezza, e un altezza, dal fondo fino al ponte
superiore, di otto metri” oltre a una stazza di 4.126 tonnellate, monta un
motore a vapore a tre cilindri su unico albero che le permette di
raggiungere la velocità di tredici nodi.
Il Sirio è di proprietà della Navigazione Generale Italiana, nata dalla
fusione della Compagnia Navale di Ignazio & Vicenzo Florio, con sede a
Palermo, e della Società per la Navigazione a Vapore Raffale Rubattino,
famosa per aver fornito le navi dell’impresa dei Mille, con sede a Genova.
La NGI si rende conto del quotidiano aumento di migranti, per cui decide
di acquisire altre società, prima tra tutte, nel 1901, “La Veloce”, sei anni
dopo, diviene azionista di maggioranza della “Società di Navigazione a
Vapore”. Non contenta, nel1910, rileva la “Lloyd Italiana” e, nel 1917,
istituisce la “Società Italiana di Navigazione Transoceanica”.
In poco tempo detiene l’esclusiva nella navigazione da e per le Americhe.
Il Sirio compie il suo viaggio inaugurale il 15 luglio 1883 lungo la rotta
Genova – Sud America che ripeterà per venticinque anni.
La traversata dura, in media, quindici giorni ed esegue scali tecnici e
intermedi in alcuni porti spagnoli, prima di affrontare l’Oceano Atlantico e
attraccare nei porti del Sud America.
Nonostante il passare degli anni, la nave continua il suo lavoro e solo, nel
1900, gli armatori decidono di riarmarla e fanno eseguire dei lavori
finalizzati all’installazione della corrente elettrica e al montaggio di un
motore a tripla espansione in grado di produrre 5.332, rendendolo in grado
di concorrere con i piroscafi più moderni.
Il 02 agosto 1906, come al solito, il Sirio si stacca dal ponte Federico
Guglielmo di Genova e compiuta la manovrata di tonneggio si dirige verso
il mar Mediterraneo. Secondo il programma la nave compirà degli scali
passeggeri nelle città di Barcellona, di Cadice, di Rio de Janeiro, Santos e
Buenos Aires, oltre a due scali tecnici nei porti di Capo Verde e delle isole
Canarie allo scopo di approvvigionarsi del carbone e dell’acqua dolce.
Il personale di bordo è composto da 118 uomini, mentre i passeggeri
ascendono a 892 divisi in tre categorie, a seconda della classe, circa 733
sono emigranti, il resto viaggiatori di seconda e prima classe.
Quest’ultima vanta 80 cabine più un salone dislocate nella parte della
poppavia, mentre la seconda, avente a disposizione 80 cabine, vicino ai
locali attigui al ponte di comando di proravia.
La terza classe viene dislocata nelle stive di sottocoperta dove sono stati
ricavati due cameroni: uno per gli uomini e l’altro riservato alle donne e ai
bambini, a lato sono stati creati due blocchi di servizi, comprendenti lavelli
e latrine.
Dal momento che sotto coperta l’aria diviene irrespirabile a causa della
mancanza d’idonee aperture, i passeggeri trascorrono le ore sotto dei
tendalini collocati nei ponti di poppa e di prua. Mentre quello centrale è
riservato ai passeggeri della 1° e di 2° classe.
Il 03 agosto la nave entra nel porto di Barcellona e fa salire vari
passeggeri, tra cui la nota cantante di zarzuela, Lola Millanes Allue, e il
tenore, José Maristany, accompagnato dalla sorella e dal maestro di canto
Gaberna. Fino a notte fonda, invece, il personale di bordo e il capitano e i
suoi ufficiali sono impegnati nel controllare le attività di carico delle
merci.
Verso le 02.00 la nave stacca gli ormeggi e riprende la navigazione in
direzione di Cadice.
Alle 16.00 giunge in vista del Capo Palos dove domina il pericolo dei
Baios Hormigas, il prolungamento orografico della cordigliera betica
semisommerso dalle acque, il cui termine denominato Bajos de Fuera
viene segnalato da un semaforo. Tutto ciò rende il posto, tristemente,
famoso perché diverse navi sono affondate.
Il Capitano Giuseppe Piccone nasce a Stella, comune della provincia di
Savona, il 05 gennaio 1842, consegue il brevetto di ufficiale di lungo corso
e viene assunto, con il ruolo di capitano dalla Compagnia di Navigazione
per comandare il Sirio.
Pochi giorni della partenza la compagnia gli comunica che al ritorno verrà
collocato a riposo avendo compiuto il sessantesimo anno di età, per cui lo
ritiene non idoneo a coprire rotte cosi vaste.
In realtà l’età si fa sentire e lo dimostra la necessità di scendere nella sua
cabina, dopo pranzo per stendersi, dal momento che la notte precedente ha
dovuto verificare l’imbarco delle merci e guidare la nave fuori dal porto.
Quel giorno, terminato il pranzo sale sul ponte per verificare che tutto
proceda bene, quindi comunica al terzo ufficiale, un giovane inesperto di
prendere il comando e di tenersi vicino alla costa.
Quindi scende in cabina per recuperare il sonno perso, non è chiaro se il
Capitano ha tenuto conto della pericolosità del luogo, ricco “ di acqua
sporca”, termine utilizzato dai marinai per indicare una zona di mare piena
di scogli e di pericoli. Non è neanche chiaro se il suo sostituto ha ben
consapevolezza del rischio di dover viaggiare lungo quel tratto di costa.
Ad ogni modo, verso le 16.oo un scoglio affiorante a pelo d’acqua viene
lambito dalla nave, per cui s’insinua nella prua e squarcia lo scafo in
lungo.
La nave si ferma perché finisce sul banco e sbilanciandosi solleva la prua
e sporge oltre la linea di galleggiamento. A sua volta la poppa s’allaga e
l’acqua raggiunge, velocemente, la sala macchina provocandone
l’esplosione e la morte di tutto il personale.
Nel giro di quattro lunghi e interminabili minuti la nave inizia ad
affondare.
I passeggeri, non appena si riprendono dallo spavento, iniziano a cercare di
dirigersi verso la prua.
Purtroppo, dalle varie testimonianze emerge che il personale di bordo non
è presente e non interviene a organizzare le attività di abbandono della
nave.
E’ merito del coraggio dei passeggeri se si tenta di calare le scialuppe, il
cui numero dieci risulta del tutto inadeguato per assicurare l’evacuazione
di tutti. Inoltre quando alcune vengono calate risultano inutilizzabili,
addirittura si spaccano a contatto con le onde del mare.
Alla fine solo pochissime risultano idonee a poter ospitare i naufraghi, per
cui la maggioranza rivolge la propria attenzione alle ciambelle di sughero,
che a sua volta sono soltanto 40.
Inutile dire che la disperazione prende il sopravvento e si assiste a dei gesti
inconsulti, come quello della cantante che nel tentativo di spararsi alla
tempia cade in acqua e, per sua fortuna, viene salvata da una lancia di una
nave di passaggio.
Augusto Fioretti, sopravvissuto, ricorderà “non ho fatto in tempo a
prendere una ciambella dal ponte per utilizzarla che un uomo robusto ha
tentato di togliermela, dinanzi alle mie proteste mi ha assestato un pugno e
l’ho preso. La confusione che dominava in quegli attimi è stata spaventosa:
mediante lingue diverse tutti chiedono aiuto e salvezza. Uomini, donne e
bambini piangono disperati cercando di raggiungere la salvezza. Alcuni si
aggrappavano alle cime di una scialuppa, altri si accalcano sopra che
quando tocca l’acqua si rompe e affonda. Altri scossoni e rumori mi hanno
fatto comprende che la nave si stava assestando, per cui mi sono diretto a
prua. Molte persone, soprattutto bambini, mi hanno chiesto aiuto, ma io
non sapendo nuotare non ci sono riuscito e ho dovuto chiedere aiuto ad
altri”.
Per fortuna il tratto di mare è pieno di piroscafi in transito che si dirigono,
secondo la legge del mare, a prestare aiuto ai naufraghi, lo stesso fanno i
pescatori della vicina Palos.
In poco tempo la spiaggia si riempie di passeggeri sfuggiti
all’affondamento, ma anche di corpi esamini tutti allineati.
Altri, invece, spariscono nel mare, come l’intera famiglia Serafini,
proveniente dalla cittadina vicentina di Arzignano, di cui rimarrà solo una
foto scattata prima della partenza presso lo studio Recalchi & figli.
Un giornalista la raccoglie e la pubblica con il seguente commento “
Felice, il marito in giacca, gilet e camicia bianca senza cravatta, sta in
piedi in mezzo; un tocco amaro sulla manica, con la mano sulla spalla di
sua moglie. Lei, la testa china per pudore, vestita di nero con una spilla
appuntata al petto e ai capelli. I figli maschi Umberto, di quattordici anni,
Isidoro, di undici, e Ottavio, di sei anni, indossano una giacca con gilet
come se fossero adulti; mentre le figlie Silvia, di nove anni, Ottavia di
sette, e Lucia di tre anni, con dei vestiti a quadri. L’ultimo nato Giuseppe
di due anni ha un grembiulino, ricevuto dalla sorellina”.
La notizia giunge alla vicina città di Cartagena dove il Sindaco Rafael
Cañete, requisisce una nave e vi fa caricare dei viveri, soprattutto caffè e
pane, e medicinali.
Inoltre chiede ai dottori generici Leopoldo Candido e José Roig e a quelli
della Marina Monmonau e Sanchez, oltre ai praticanti Martinez e Chumilla
e due infermiere di recarsi sul posto .
La notizia giunge anche all’Ambasciatore italiano che si precipita a
telegrafare alle autorità italiane per sapere come regolarsi.
L’indomani inizia il balletto dei dati, infatti l’Alcalde di Cartagena i
passeggeri ascendono a 822 di 580 salvati e 242 deceduti; mentre il
Ministero della Marina Spagnolo riporta 927 imbarcati, di cui 545
sopravvissuti e 382 morti; mentre le Autorità locali della Regione della
Murcia: complessivamente 822 presenti di questi 588 sopravvissuti e 234
morti.
A sua volta anche i giornali riportano dati diversi, come il Corriere di
Genova riferente 810 passeggeri di cui 640 scampati al disastri e solo 170
morti.
Nel 2010 presso l’Università di Madrid, il professore Enrique Poblet
Barcelo ha affermato che il numero dei passeggeri ascende a 992
passeggeri, di cui 622 sopravvissuti e 370 deceduti.
Dati che non solo discordano tra di loro, ma anche con quelli della
Compagnia assicuratrice Lloyd che asserisce esservi a bordo 892
Bibliografia
Pérez Adan Luis Miguel, Hundimiento del SIRIO Cabo de Palos - Cartagena, 4 de agosto de 1906, 2018,
Editore Javier Salinas Ramos.
Viarengo Getto Giorgio, Il Naufragio del Sirio. Una tragedia Mediterranea dell’Emigrazione Italiana. Edizioni
Internos, 2016.
Copertina della Domenica del Corriere disegnata da Augusto Beltrame.
http://rcslibri.corriere.it/rizzoli/stella/immagini/foto/popup/sirio.htm
Foto del Piroscafo Sirio
https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/5/51/Piroscafo_Sirio.pn
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https://www.panorama.it/media-
library/eyJhbGciOiJIUzI1NiIsInR5cCI6IkpXVCJ9.eyJpbWFnZSI6Imh0d
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Naufraghi del Sirio
https://3.bp.blogspot.com/-
irxwjMu31QQ/WWD4NzRuBpI/AAAAAAAAf3E/p3q-e6K-
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Mappa
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