Nasce nel 1724 a Kerisberg, una cittadina della Prussia orientale, dove rimarrà tutta la vita perché lui
ha una personalità molto metodica (aneddoto: i cittadini regolavano l’orologio con la sua passeggiata
pomeridiana). La madre lo manda a studiare in un Collegio religioso privato Fridericiano che seguiva
la corrente del pietismo, molto diffusa nell’Europa centrosettentrionale, che avrà risvolti nel suo
pensiero. Il pietismo, appartenente alla corrente luterana che aveva cercato di eliminare tutti gli
atteggiamenti religiosi esteriori. Il pietismo basato su una mortale rigorosa. Il bene si deve fare
perché è giusto farlo, non per ottenere un giudizio positivo delle persone. Studia all’università di
Kensberg matematica, fisica, filosofia e teologia (non c’era una grande differenza tra le branche della
scienza). Kant poi insegnerà in quella stessa università. Era un professore molto stimato per la sua
liberalità (simpatizza con gli ideali liberali e illuministi tedeschi à ci lascia il motto dell’illuminismo
sapere aude), la sua apertura e il suo rispetto delle opinioni dei suoi studenti. Non era serioso, ma
scherzoso, faceva amare la filosofia.
1770: presenta una dissertazione: sul mondo intellegibile, riguardo ai principi della conoscenza
sensibile e intellettiva. Funge da spartiacque tra un prima e un dopo, tra il periodo precritico e uno
critico*, tra gli scritti precedenti dedicati a matematica e fisica e gli scritti successivi dedicati a
riflessioni di 10 anni intorno all’argomento proposto dalla dissertazione. Durante questo periodo
legge Hume. Nella filosofia tedesca era presente un assetto molto razionale, da cui si risveglia con il
contatto con l’empirismo francese.
● 1781: critica della ragion pura: riflessione sui limiti e potenzialità della conoscenza. La scrive
di getto, si legge male, e quindi scrive una semplificazione (Prolegomeni) che permette una
diffusione più ampia.
● 1790: critica della ragion pratica: riflessione intorno alla morale
● E critica del giudizio: riflessione sul sentimento
Queste opere formano una trilogia e analizzano ogni dimensione dell’uomo (pensiero,
comportamento, sentimento). La filosofia di Kant è detta CRITICISMO*, da intendere non in senso
negativo di demolizione, ma critica nel senso illuminista che presuppone un punto di vista analitico e
empirico (non scientifico sistematico): non si da per scontato il risultato. La posizione di Kant è quella
dei razionalisti: vuole capire la mente dell’uomo. La ragione analitica e empirica analizza i singoli
fenomeni.
CRITICA= INDIVIDUARE LIMITE, che nella sua analisi corrisponde all’orizzonte. E’ possibile che la
nostra coscienza abbia dei limiti strutturali. Per questo la sua filosofia viene definita “ermeneutica
della finitudine”= interpretazione della natura umana in chiave di limitezza.
CRITICA=INDIVIDUARE LE POTENZIALITÀ’ della mente. Per questo non c’è un esito scettico.
PURO=A PRIORI (“forme apriori”) = nella mente dell’uomo non derivante dall’esperienza. E’ qualcosa che
utilizza la mente nel momento in cui si forma la conoscenza.
● · A priori= necessario
● · A posteriori=probabile
Nella Dissertazione aveva detto che Spazio e Tempo sono degli elementi a priori perché sono schemi mentali
che la mente utilizza per ordinare i dati dell’esperienza. Queste categorie non assolutizzano la realtà, ma sono
universali. Spazio e tempo sono caratteristiche della mia mente, non della realtà. Per Newton invece spazio e
tempo sono assoluti e insipendenti dall’esistenza dei corpi perché esistono al di fuori della mente dell’uomo (>
concezione pitagorica del mondo che ha una struttura matematica). Per Kant ha comunque senso parlare di
una struttura matematica della realtà perché corrisponde alla mia interpretazione, c’è corrispondenza tra
matematica e realtà.
ES. 3 triangoli a destra e 3 cerchi a sinistra. Io non vedo 6 oggetti, ma 3 triangoli e 3 cerchi. La mia mente
associa queste figure in 2 gruppi.
Quindi è possibile un sapere scientifico che si basi su schemi mentali che usa la mente per ordinare la realtà
con numeri e figure? Se no ha ragione Hume, tutto deriva e posteriori, se sì l’aporia di Hume è risolta: possiamo
anticipare la realtà con i nostri schemi e la conoscenza non diventa probabile, ma puro.
Il sapere scientifico per avere il carattere della certezza deve essere:
● 1. UNIVERSALE: La legge prescrive l’universalità di un fenomeno, che deve essere valida per tutti
● 2. NECESSARIO: Tutto quello che è descritto dalla legge deve verificarsi sempre nello stesso modo
● 3. FECONDO: Progressivo della conoscenza: mi deve dire qualcosa di nuovo del mondo della natura
● · È universale? Si
● · È necessario? Si, non posso dire il contrario
● · È fecondo? Si, perché osservando sono arrivato a scoprire qualcosa di più
Nella critica della ragion pura analizza i giudizi di senso sulla realtà. GIUDIZIO= metto insieme un soggetto e un
predicato e esprimo un legame logico. Possono essere:
● o Analitici (sono quelli matematici, deduttivi e razionalisti. Sono necessari e universali ma non fecondi.
Ad esempio il corpo è esteso. Quando io penso alla corporeità penso a estensione: ricavo dalla mente
un predicato, l’estensione, che non è acquisito dall’esperienza, ma deriva proprio dal concetto di
corporeità)
● o Sintetici a posteriori (sono fecondi ma non universali. Es. questo corpo è pesante. Qui c’è
l’esperienza di cose che io non conosco, per cui è fecondo; ma la pesantezza non è universale e
necessaria perché si riferisce a una singola esperienza)
● o Sintetici a priori
Se il sapere scientifico ha queste caratteristiche allora i giudizi della scienza devono essere sintetici (sintesi=
esperienza, mettere insieme le osservazioni à fecondità) apriori (deriva dalla mente e quindi è universale e
necessario. L’esperienza è organizzata dalla mente).
L’esperienza mi da’ solo oggetti, la loro organizzazione è dovuta all’organizzazione della mente secondo un
programma che è uguale per tutti (non c’è relativismo).
Le condizioni per la formazione della conoscenza sono 2: a priori + a posteriori:
SOLUZIONE DEL PROBLEMA DI HUME: La conoscenza non deriva più solo dall’a posteriore. Deriva anche da
strutture mentali (nesso di causa effetto, quantificazione di fenomeni…) che sono uguali per tutti e uguali
sempre à carattere di necessità e universalità al sapere scientifico.
Il nesso di causa-effetto non è più o meno vero dopo che lo osservo, è vero sempre, anche prima che si verifichi
il fenomeno, perché è il sofware della mente.
In Kant si parla di rivoluzione Copernicana: così come C. aveva rivoluzionato la prospettiva di sole-terra, così in
Kant: non è più la mente dell’uomo che si adegua alla realtà, ma la realtà che si adegua alla mente dell’uomo.
● · I filosofi antichi: conoscere= svelare il significato autentico delle cose, erano le cose che parlavano
all’uomo à realismo.
● · Kant: noi abbiamo un filtro attraverso i quali leggo la realtà. Non è detto che la mia interpretazione
sia uguale alla realtà (come se avessi delle lenti colorate). La mente umana ha dei limiti strutturali: non
posso conoscere quello che c’è dietro le lenti. Non c’è più corrispondenza mente realtà perché non
posso togliermi le lenti, le forme apriori nella mente.
Il fondamento della conoscenza non è più nell’oggetto conosciuto, ma nel soggetto conoscente.
● · Oggettivo= vero colore del mondo –> per Kant non è possibile, ma comunque lui usa il termine
oggettivo nel senso di universalmente riconosciuto come vero
● · Soggettivo= colore del mondo attraverso le lenti colorate. Kant intende “soggettivo” nel senso di
relativo alla mente dell’uomo.
INTELLETTO RAGIONE
Uso legittimo degli elementi che Pensare in modo illegittimo, facoltà del
provengono dalla sensazione. Significa pensiero che va oltre i limiti
pensare in modo legittimo, entro i limiti
Le intuizioni empiriche se non vengono pensate (organizzate) non danno nessuna conoscenza.
Se l’intelletto opera senza senza elementi che provengono dalla sensazioni rimane vuoto.