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Studii sui punti singolari e s s e n z i a l i delle

funzioni analitiche di due o pifi variabili


complesse.

(Di EUGENIO Ew,i.~ Lm~, a Genova.)

1. S i a f ( x y ) u n a funzione m o n o d r o m a (*)amdil.ica. di due variabili com-


plesse x - - - - x ~ + i x ~ , y ~ - y , + i y . ~ . Si dice che f ( x y ) ~ regolare nel l)unto
(~, -~) se nell'intorno di questo punto ~ sviluppabilc in serie di potenze di
x---~, y - - - ~ ; si dice che in (~, "~) ha un pnnto singolare no~t essenziale, se
possibile t r o v a r e u n a serie di potenze Po (x - - ~, y - - ~) tale 5he il prodotto
Po (x--~,, y - "~) f ( x y ) sia regolare nel p u n t o (~, -~); e cio5 q u a n d o la f ( x y )
si pub porre nella f o r m a f ( x y ) = P ' (x--~, y- "~) dove p~ ( x - - "~ y - "t,)in-

dica essa pure u n a serie di potenze di x - - ~ , y - - - , . Ogni altro punto sarh


per la funzi(me u n p u n t o singolare esse~,zi,,Ic (**).
Nel presente lavoro mi p r o p o n g o di m o s t r a r e t h e le varietfi, fornlate dai
punti singolari essenziali soddisfanno a eondizioni assai restrittivc; o, il che
lo stesso, che i campi in cui u n a funzione pub. essere m e r o m o r h (***) sono
di n a t u r a particolare. Cosi veI'r~ m o s t r a t o t h e 5 e r r o n e a l'affermazione del
WEIERSTRASS che, a n a l o g a m e n t e a q u a n t o avviene per le funzioni di u n a sola

(~) Sovente per la validit~ di quanto segue si potr~t anche considcrare un ramo mo-
nodromo di una funzione polidroma.
(~'~) Cosi sono punti singotari essenziaii anche quelli di un campo (lacunare) cui non
si possa giungere per prolungamento analitico.
(*~) E cio~ in cui la funzione pub non avere punti regolari e punti singolari non es-
senziali : secondo WEIERSTRASSSi direbbe : iu cui u n a funzione pub avere comportamento di
una ftt~zione razionale.
62 E. E. Levi: Studii sui punli singolari essenziali

variabile, assegnato ad arbitrio un campo continuo a 4~ dimensioni nello


spazio in eui sono rappresentate le Variabili eomplesse x y, esiste sempre una
funzione meromorfa in esso, ehe ha. singolaritfi, essenziali in ogni punto del
eontorno di questo (*).
La natura degli insiemi di punti singolari di una funzione analitiea
gi~ stata studiata dalI'HARTOGS (**) nei suoi bei lavori partendo sia dalla for-
mula di CAUCHY sia dagli sviluppi in serie di potenze: perb I'HARTOGS non
riesee a seindere nelle sue eonsiderazioni i punti singolari essenziali dai non
essenziali, eosieeh~ i suoi risultati nulla ei dieono sui punti singolari essen-
ziali .limiti di punti singolari non essenziali; e limitano la natura dei eampi
in eui la funzione pu6 essere regotare, e non di quelli in eui pub essere
meromorfa.
Le deduzioni di questo lavoro hanno eomune fondamento nel semplieis-
simo teorema del § I (n. 4 e 5) seeondo il eoneetto esposto nel n. 6. Nel § II
mostro come da ques[o solo prineipio e nel eampo pi/t ampio ora rieordato
si possano faeilmente dedurre tutti i prineipali risultati ehe I'HA!aTOGS ottenne
per varie vie. Nel § I I I determino aleune propriet~ differenziali delle ipersu-
perficie ehe possono eostituire la frontiera di un eampo in eui una. funzione
anal itiea di due variabili eomplesse ~ meromorfa.
Tutti i risultati di questo lavoro si estendono senza dit~ieolt'~ essenziali
alle funzioni di pifi variabili.
~. Un'equazione ? (x y) := 0, dove ? ~ una funzione analitiea di x ed y,
determina hello spazio a 4~ ~]imensioni, in eui s[ rappresentano i punti (x, y),
una variet~ a due dimensioni di natura partieolare: indieher6 queste varietil

(*) WEJ:~:RSTRASS, Untersuchungen i~ber die ~ r-fach periodischen Functionen yon r Veri~n-
derlichen. Crelies Journal, 89, Werke II, pag. i~3-133: Wird aus dem Gebicte yon r com-
plexen Ver~iaderliehen u~ u , . . . u~ auf irgend eine Weise ein ~ r-fach ausgedehntbs Continumn
ausgeschieden, so lassen sieh stets eindeutige Functionen yon u~ . . . . u~ bestimmen, welche
sich an allen Stellen im Innern dieses Continuums, aber an keiner Stelle seiner Begren-
zung wie rationale Functionen verha]ten.
(~) FmTz H,'~nTOGS: - - 1. ° Z~tr Theorie der anedytischen Functione~ mehrerer unabh(in-
giger Ver~nderlichen, etc. Math. Annalen, Bd. 6~, pag. 1-88. - 2.0 Eini~je Folgerungen a~s
tier Cauchy'schen [ntegralformel bei Fttnktionen mehrerer Ver(~nderlichen. Miinchener Sitzungs-
beriehte, Bd. 36 (1906):-- 3. ° Ueber die aus deJ~ singul(gren Stellen einer analytischen Fun-
ktion mehrercr Ve~inderlichen bestehenclen Gebiete. Acta Mathematiea, Vol. 3~2 (1909), pag. 57-79.
Vedi anche il rapporto rbtss:mlivo dell'HAaTOGS nei Jahresber. der Deutscher Math. Ve-
reinigung, 16 ([907),. pag. 2~23 e ss. Ueber neuere Untersuchu~gen a u f dem Gebiete der ana-
lyti~cheu F~otktiouen mehrerer Verdnderlichen.
delle [unziord analitiche di d~e o piit variabili com4)lesse. 63

col nome di varieta o superficie caratteristiche (*): in particolare un'equa-


zione lineare tra ~c ed y rappresenta un piano caratteristico.
Un punto di una superficie caratteristica .~ (x y) = 0 pub essere : regolare
o critico se la superiicie pub nell'intorno di esso essei~e rappresentata col
dare x (od y) ,in serie di potenze intere o fratte di y (od x); singolare se
u n punto singolare di ? (x y) limite di puuti in cui ~ ~ (~cy ) - ~ 0.
Con queste definizioni risulta che noi potremo parlare di multipli~it~ di
intersezione di un piano caratteristico con una superficie caratteristica in un
punto regolare o critico per questa: risulta pure che, data una superficie ca-
ratteristica che in (~ "0 abbia un punto regolare o critico, esiste un intorno
di ( ~ ) sufficientemente piccolo ed un numero m tale che ogni piano carat-
teristico x = cost. ha in ~ al pifi m punti -- contato ognuno colla sua mol-
t e p l i c i t ~ , - comuni con essa, fatta eccezione per il piano x = ~ che pus ap-
partenere alla superficie medesima.
Applichiamo queste considerazioni ai punti singo]ari non essenziali di
una funzione f ( x y). Se ('~, ~) 5 utl tale pm~to, e st precisamente nell'intorno
di esso ~ f (x y) =P~
Po (( xx ,- - ~,
~, yy---~)
--~)' i soli puuti singolari di f ( x y) che esi-
stono nell'intorno di (~',) sono punti singolari non esse~lziali i quali appar-
tengono alla variet~ caratteristica Po (x---~, y - ~ ) = 0: (~, ~) ~ su essa un
punto regolare o critico. Ne segue:
Osservazione I. Se (~-t,) ~ un punto regolare o singolare non essenziale
di f ( x y ) si pub trovare un intorno ~ di esso :~d un mlmero m, tale che ogni
piano x = cost. abbia in ,~ al pifl m plmti singolari di f(m y) tutti non essen-
ziali, fatta eventuahnente eccezione per il piano x = { che pub far l)arte della
variet~t caratteristica di pmlti singolari non essenziali cui appartiene ({-~).
Infatti se ({'~) g regolare non esistono p u n t i singolari nel suo intorno: si
pus fare m = 0.. Se ({-~) 5 singolare non essenziale g questa u n ' i m m e d i a t a
conseguenza de] fatto che i punti singolari di f ( x y ) rmll'intorno di ({-r,) co-
stituiscono una variet'h caratteristica per cui ({:~) ~ regolare o critico.
L'osservazione precedente vale pure quando si conti ogni punto ({"d)
singolare non essenziale per f ( x y ) c o m e multiplo secondo il numero che

(~) Seguendo la terminologia proposta dal LEVI-C1VITA: S•lte f~tzio#~i analitiche di due o
pii~ variabili complesse. Rend. della R. Accademia dei Lincei, ([905), vol. XIV, sere. ~2, pug. 492-9.
Tali varietA sono invero le varieth c~tratteristiche rispetto al problema di CATCHYper il noto
sistema di equazioni cui devono soddisfare la parte reale ed il coefficiente dell'immaginario
di una funzione di due variabili.
6~ E. E. L e v i : Studii sui punti singolari essenziali

r a p p r e s e n t a l'ordine del polo ehe f(;,'y) ha in y = d (*). Invero tale ordine


s e m p r e inferiore a l l ' o r d i n e iniinitesimale di po ( x - - ~ , y - - ~ ) in x ==~,
t

Osservazione II. Se u n piano x = ~ n o n ~ tutto di p u n t i singolari n o n


essenziali p e r f ( x y ) , m a su esso esistono iniiniti p u n t i singolari non essen-
ziali di f ( x y), ogni p u n t o (~ ~) limite di questi p u n t i singolari non essenziali
u n p.unto singolare essenziale di f (x y). hffatti tale p u n t o per l'osservazione
preeedente n o n pub essere n(? regolare, ni~ singolare n o n essenziale.

3. A g g i u n g i a m o u n l e m m a sullo sviluppo di LAURENT.


LEI~IMa. Sia f (x y) unc~ funzione regolare reel punti in cui

Essa si svilupper~ in serie di LAURENT rapporto ad y con coel~cienti fun-


zioni analitiche di x per i x.i L ~ :

f (x y) = ~ g,, (x) y". (1)

Condizione necessaria e sufficiente affinch~ questa funzione sia meromorfa


nel campo i x I ~ ~, i Y i ~ k~ ~ che esista un rtumero finito l -~- t di funzioni
-- analitiche - - di x :Ao (x), A~ (x),..., A~ (x) tali the she iden.ticc~mente per
n~O:
Ao (x) g,,_, (x) q- A, (x) g,,_,+~ (x) q - . . . q- A, (x) g,, (x) = 0. (°2)

Per maggior ehiarezza p r e m e t t i a m o l'osservazione the, se delle t'unzioni


Ao, A,,..., A, esistono lc quali soddisfano atle (~), esse p o t r a n n o cerkamente
ritenersi funzioni r e g o l a d analitiehe di x per ! x : ~ 8. InNtti osserviamo ehe
leg,, (x) sono funzioni analitiehe regolari per ! x ! _ ~ ~3; e quindi, se le (~) sono
equazioni eompatibili nelle A, (x), esse si p o s s o n o risolvere con funzioni ana-
litiehe di x regolar[ per ! x ] _ ~ .
Cib posto, la eondizione ~ suffmiente. [nfatti la funzione

¢ (x y) = f ( x y). [Ao (x) y ' + A, (x) + .... + (x)]


sara come la f ( x y) u n a funzione regolare per i x ' __~ 3, k, ~ i Y -~ k~. Ma

(*) 1;] not() ehe i soli punti in cui la funzione f(~'y) delia variabile y pub avere un polo
sono i puati (~'y) in eui f(xy) ha una siagolaritb~ non essenziale : non vieeversa.
delle fuJ~zioni analitiche di due o pii~ variabili complesse. 65

per (1) e (2) essa si sviluppertt in questo campo nella forma


oo

+ (x v) = Z [Ao (x) g,,_, (x) + A~ (~) g,,_,~, (~) + . . . + A, (x) g,, (.~)l V"
o

e cio~ per sole potenze positive di y: onde segue che essa ~ regolare ana-
litica per l x l ~ 3 , l Y ! - ~ k l . Quindi si avrh ehe

+ (x v)
f (x y) = A o (x) y~ + A, (x) y'-' + . . . + A, (x) '

come quoziente di due funzioni analitiche regolari nel campo ] x l ~ 3, l y l ~ k , ,


sar~ meromorfa nel campo medesimo.
La condizione ~ necessaria. Infatti poich~ f ( x y ) ~ regolare per Ix] L 3,
kl ~ I Y [ ~ k~, nessun piano x = x,, c(m ] x0 [ ~- ~ ~ una varieth di punti sin-
golapi non essenziali di f ( x y): onde per l'osservazione lI del n. 2 su esso
esiste nel cerchio ] y I ~'~ k.~ un nmnero tinito di l)unti singolari non essenziali.
Sia m~o il numero di tall punti sul piano x = xo, ogmmo contato colla mul-
tiplicit~t che ha il polo di f(x'oy) in esso: ,m~oaw":t per Ix0 I L 3 un massimo l.
Infatti ore questo non esistesse, vi sarebbe un punto (~-e)con t ~ I ~ e
] ' ~ l ~ k~ tale che si troverebbero piani x = x 0 che dentro ad un intorno ar-
bitrariamente piccolo di esso, avrebbero un numero di punti singolari non
essenziali superiore ad ogni nmnero tissato grande a piacere: e cib contrad-
dice per l'osservazione I del n. ~ all'ipotesi che ~'~ sia un punto regolare
non essenziale.
Concludendo su ogni piano x =Xo (con Ix0 I x 3) f(Xo y) ha al pifi l
poll, distinti o coincidenti, entro il cerchio l y [ ~.~ h~e quindi entro il cerchio
I y l ~ h , ; onde potremo costrurre un'equazione

Ao (x) y ' + A1 (x) y'-' + . . . + Az (x) = 0 (3)


tale che per ogni valore di x i poll di f(x y) siano tra le radici di essa, cia-
scuno contato colla sua molteplicith. La funzione

f (x y) [Ao (x) y' + A, (x) y'-~ + . . . + A~ (x)]

sar5 quindi su ogni piano x = cost. una funzione della variabile y regolare
entro il cerchio l y l ~ k l onde il suo sviluppo per potenze di y deve man-
care di potenze negative. E cib richiede che le A,(x) cosi costruite soddi-
sfacciano identicamente alle equazioni (2).
A~nali di Matematica, Serie III, T o m o XVll. 9
66 E. E. L e v i : Studii sui p u n t i singolari essenziali

Corollario. It numero 1 che compare nel precedente enunciato ~ un limite


superiore per il numero dei p u n t i singolari non essenziali di f (x y) apparte-
henri ad u n piano x ~ Xo con [Xo [ ~ ~.
4. P r e m e s s o questo l e m m a possiamo d i m o s t r a r e il seguente
TEOREMA. Sin f (X y) UJ~a funzio~e analitica di x ed y che nel punto (0 O)
abbia una singolariti~ essenziale, me~tre nei p u n t i di un certo intorno I Y I ~ k
dell'origine appartenenti al piano x ~ 0 sin m eromorfa. Dato u n numero
piccolo a piacere, ~ sempre possibile trovare u~ numero ~ tale che in ogni
piano x ~ xo con ] xo I ~-~ ~ esista sempre almeno u n punto singolare essenziale
per f ( x y ) per cui ~ I YJ ~-~ (*).
I n t a n t o p o s s i a m o s u p p o r r e che nei p u n t i deI p i a n o x----0 la funzione
sia g e n e r a l m e n t e regolare: poich~ altri~i~enti i p u n t i generici del piano x ---- 0
sarebbero tutti p u n t i singolari n o n essenziali, e qnindi esisterebbe u n nu-
m e r o n tale che x ~ f(xy) avrebbe a n c o r a come f ( x y ) il p u n t o (0 0) come
p u n t o singolare essenziale, e sarebbe meromorfa, m a g e u e r a l m e n t e regolare
per x = 0, y =]= 0.
Cib posto le nostre ipotesi dicono ehe f ( x y) pub avere dei p u n t i sin-
golari n o n essenziali nei p u n t i (0 y) con y =I--0, ma l'unieo p u n t o limite che
essi p o s s o n o avere 6, p e r l'osservazione II del n. % il p u n t o (0 0). O n d e tis-
sato ~, p o t r e m o trovare nel piano (0y) u n a c o r o n a circolare di centro t'o-
rigine limitata dai cerchi di i'aggio h~ e k.~ (k, ~ k~), interlm ad a m b e d u e i
c e r c h i l y ] _ ~ , ] y [ ~ : ¢ , tale che in q u a l u n q u e pm~to di essa e del suo con-
torno f ( x y ) sin regolare: o n d e per il t e o r e m a di LAURENT nel c a m p o mede-
simo si potrt~ sviluppare in serie di potenze positive e negative di y :
oO

f (x.y) = Z g,, (x) y"


--On

dove leg,, (x) sono funzioni analitiche di x per I x I ~ Y,. E poich6 il p u n t o (00)
6 u n p u n t o singolare essenziale, per il l e m m a precede~lte leg,, (x) n o n sod-
disfanno alcun s i s t e m a del tipo (!) per [ x ] ~ . 6 .
Ne viene che per J Xo I ~ 3 la f ( x y) ha sul piano x ~-Xo entro il cerchio
I Y ] ~ k, - - e quindi a fortiori entro il cerchio l Y I ' ~ ~ - - a l m e n o u n p u n t o
singolare essenziale. Invero, ore ci6 n o n fosse, la f ( x y) sarebbe m e r o m o r f a

(~) Pel caso the f(x y) sia regolare nei punti x ~ 0, 0 < 1Y I ~ k, questo teorema ~ stato
dimostrato dall'HAawoGs, 1. c. ~.o; e poi con una dimostrazione del tipo di quella usata neI
testo in I. c. 3.° .
deUe funzioni analitiche di due o pile variabili complesse. 67

in tutti i punti del piano x ~ x0, l yl~/~, e vi avrebbe un n u m e r o rialto di


punti singolari non essenziali, poich~ altrimenti per l'osservazione H del n.
esso sarebbe tutto di punti singolari n o n essenziali il che ~ contrario all'ipo-
test che per x = Xo, k~ ~ l y l ~ k ~ , f ( x y ) sia regolare. Quindi esisterebbe
un campo Ix0 - - x I ~'~ ~', I Y I ~ k~ in cut la funzione f ( x y) a vrebbe solo un
n u m e r o iinito di punti singolari non essenziali su ogni piano x ~ cost.: e
quindi si svilupperebbe in u n a se'l:ie di LAmbENT:
oo

f (x y) - - Z g',, (x) y", (5)


--@ O

leg',, (x) essendo flmzioni regolari analitiche di ~ per I x - - x 0 I ~ ~': e per il


l e m m a del n. precedente esisterebbe un n u m e r o l tale che l e g ' , , (x) soddi-
sfanno'(per n ~ 0 ) ad un sistema del tipo (~). Ma poictfft i campi Ix - - x o I~'~ ~',
k, ~ I Y I ~ k,,, e I x I S, k, [ y] ~ k~ h a n n o un campo a quattro dimen-
sioni comune, i due sviluppi (-~) e (5) coincidono: e cib ~ assurdo poich~ le
g. (x) di 0~) non possono soddisfare al('un sistema del tipo (2).
Corollario. L'insieme dei punti singolari essenziali di m~a funzim~e ana-
litica di due variabili complesse ~ perfetto (*). Infatti esso ~ chiuso: e per il
teorema precedente non contiene alcun punto isolato.

5. I1 teorema precedente si pub immediatanmnte estendere q u a n d 0 al


punto (00) si sostituisca un punto (;:-~) generico, alia famiglia dei plant ca-
ratteristici x = cost., u n a famiglia (It varie[h caratteristiehe regolare nell'in-
torno del punto (~, ~). Con quest'ultima espressione vogliamo indicare una
famiglia di superficie caratteristiche regolari ncll'intorno di (~'t,) dipendenti
analiticamente da un p a r a m e t r o ~ per modo che per ogni p u n t o dell'intorno
passi u n a ed una sola superlicie della famiglia. Perch~ l'equazione y (x, y, e)
rappresenti u n a tale fiuniglia occorre quindi e basta: 1.o c h e per ~.--=-e, sia
(,:, -,, % ) = 0 ; 2. ° che per ogni punto (xy) dell'intoruo di (;:~) passi u n a ed
u n a sola superiicie della famiglia, in altri termini che l'equazione (~(x, y, ~) ---~0
si possa risolvere rapporto ad % e cio5 che sia (~'~/ =1=0; 3. ° c h e (~.~)
ed ogni punto dell'intorno sia regolare per la superticie passante per esso,

(~) Era noto che un punto singolare non pub essere isolato, e quindi che l'insieme dei
punti singolari ~ perfetto. II corollario ci dice che esso rimane perfetto se ne sopprimiamo
l'insieme dei punti singolari non essenziali.
68 E. E. L e v i : Studii sui punt:i singolari essenziali

e eio~ ehe una almeno delte variabili x oppure y si possa esprimere per
una serie di' potenze intere di y od x rispettivamente; deve esser quindi
o.o e
Cib posto, a dimostrare ta nostra affermazione, si seriva l'equazione delia,
Nmiglia regolare di supertieie nella forma ~ (x y) ~ ~, il ehe per 2.° g possibile :
e sia ad es. : l,{~+~
Ox](~,l) ='=
L O. Si faeeia la trasformazione di variabili x ' = ,~(x y) - - ~o,

y ' = y - - - ~ ; . p o i e h ~ t~ u(~x~)l~¢=I=O,
n a ~. questa
. trasformazione regolare nel
punto (~-a). Una funzione f ( x y ) e h e abbia in (~, ~ ) u n a singolarit'~ essenziale
e ehe sia meromorfa nei punti della superfieie ~ (x y ) = ~o diversi da (~,-a),
diviene una funzione F@'y') avente una singolarit~ essenziale in (0, 0) e
meromorfa negli altri punti di x' =- O. Essa avr~ quindi nell'intorno di x' = 0
y' =- 0 un punto singolare essenziale almeno su ogni piano x' = cost.; e eio~
la f ( x y) avr~ un punto singolare essenziale almeno nell'intomo di (~, ":,) su
ogni supertieie ~ (x y ) = :~. Conehiuderemo dunque col seguente
TEOREMA. Se (~'~) ~ un punto singotare essenziale per la funzione analitica,
monodroma f (x y)~ e si ha una famiglia regolare analitiea di superficie ca-
ratteristiehe nell'intorno di (~ "~) tale che in questo intorno sulla sztperficie pas-
sante per (~, "~), la f (x y) ~ .meromorfa tranne che nel punto (~,'~), sopra ogni
superficie della famigiia esiste nell'intorno di (~ "~) un punto singolare essen-
ziale atmeno di f (x y).

6. Sar'h questo il teorema fondamentale per le considerazioni ehe se-


guono. Poieh~ ogni volta ehe, dato un insieme di punti, si pub prendere una
famiglia analitiea di superiicie caratteristiche regolare in un punto (;~-~) del-
l'insieme, tale ehe una di esse contenga il solo punto (~':,) dell'insieme, ma
infinite ne esistono che non ne contengono aleuno, potremo conchiudere.ehe
l'insieme dato non pub essere l'insieme dei punti singolari essenziali di una
funzione analitica.
Ci verrh sovente utile la seguente osservazione : Se ? (x y ) = 0 ~ una su-
perficie caratterist.~ca regolare in (~':,), la famiglia chese ne ottiene assogget-
tandola a tutte le traslazioni che ~)ortano (~, ":,) nei varii punti di un piano
caralteristico per (~, ~) non tangente a ? (x y ) = O, ~ regolare in (~ "~).
Infatii se X - - ~ - - p ( Y - - ' : , ) = O ~ un tal piano, la famiglia ~ data da
?(x-~-p~., y - [ - : ~ ) = O : e si h a :
deUe funzioni analitiche di due o piit variabili complesse. 69

12 per ~ = 0 , 'q0(.~'~) = 0 ;

~.o poieh~ [9~1


[~-l(~,,~,o).= ( [Ox](~.,,~,o)
~t ed il piano X - - ~ - = p ( Y - - . r , )
p - ~ -Xoy]g,~,o)
[~

non ~ tangente a ? (x y)--~ 0 sar~ certamente A,?~/(f,~,~)+ o .

3.0 poich~ ? ( x y ) = O ~ regolare in (~, .c,) ~ t~?~ =I--O oppure


' 'to xA~.,;,o)

§ [[.

7. S i a E u n insieme perfetto di punti, 0 un punto arbilrario fisso dello


spazio, r (0 P ) la distanza di 0 dal punto generico P di E. Se esiste u ~ p u n t o
P ' di E tale che r (0 P') sia il massimo dei valori che r (0 P ) prende hell'in-
torno di P', no)~ p u b esistere u n a funzione analitica monodroma la quale abbia
l'insieme E come insieme di p u n t i sirtgolari essenziali.
Si supponga per semplieit~ the 0 sia l'origine, che te coordinate di P '
siano (~, "~) e ehe ad es. sia ~ =I= O.
Osserviamo anzitutto che ~ sempre possibile eostruire una superticie ea-
ratteristiea data da un'equazione

x = ~ + a ( y - - "~) + b ( y - - .~)" + ~ ( y - - .~)~ + . . . (~)


passante per P', regolare in ques[o punto e tale the i suoi punti nell'intorno
di P ' diversi da P ' abbiano da 0 una distauza maggiore (non mai uguale)
di r ( O P ' ) : basra perei6 disporre eonvenientemente dei valori di a e b. Invero,
posto a = a , - 4 - i a~, b = b,-~-i be, le equazioni reali eontenute in (1) sono

x,- ,:, = a , (y, - . ~ , ) - a 2 (y,--~,) + b, (y, ---~,)~ --

(o.)
x~ - - ~ = a~ (y~ - - "~) @ a, (y~ - - "c,~)-~ b~ (y, --'~l) ~ -

1 (x~ -k x.] -~- y~ -k YD = ~-


Quindi posto ? (y, y~) = ~- 1 r ~ ( O p ) dove x,, x.~
70 E. E. L e v i : Studii sui punii singolari essenziali

sono date dalle (2) sara:

(~~,~)(i,~)~a~--~a.~-~-~

' ~ ~) 1~- (3)

Affinchb dunque la ? e quindi la distanza da 0 dei punti di (1) abbia


un minimo effettivo nel punto (,~,-,~) baster~ che: 12 le a, a2 siano determi-
nate per modo che

(~,--~--t - - ~
- ~" a , ~ - 4 - ' t , ~ ~ 0
~vy~l

il the ~ sempre possibile poich~ il determinante di queste equazioni lineari


uguale a --1~ [* =I-0 per ipotesi; ~.o inoltre b~ e b~ siano tali che

y~ ? y sj(~,~)-- ~ • 1b - - (1 -~- (5)

(~)(~,:)> 0. (6)

Ma quanto a (5) basteri~ premiere I b [ < 1 ~-!~,:j: pereh~ risulti soddi-

sfatta; ed allora la (6) sara soddisfatta di necessit~ poich~ ~ ~q)e g ,


avranno certamente il medesimo segno, e precisamente lo stesso segno della
loro somma, che per le (3)

Cib posto, supponiamo dato un insieme E quale ~ stato detto nell'enun-


ciato. Costruiamo come si 5 fatto ora una supertlcie caratteristica S passante
per P', regolare in P', tale che tutti i suoi punti nell'intorno di P" abbiano
delte funzioni analitiche di due o p i h variabili complesse. 71

da 0 una distanza maggiore di r (0 P') ed assoggettiamo S a tutte le trasla-


zioni che portano P ' iu uu punt? del piano caratteristico passaate per 0 P'.
Quest? piano no~ pub essere il piano tangente in ({'~) a S; infatti le ($)
esprimono precisamente che il piano caratteristico tangente a S giace nelt'i-
perpiano ~ (X~ -- ~,) -~- ~ (X~ - - ~) + -~, (Y, -- "~,) -t- "~ (Y~ -- "~) ~ 0, normale
alla retta che congiunge 0 con P', la quale ~ invece conte~mta nel piano
caratteristico 0 P'. Quindi pet n. 6 la famiglia di superficie caratteristiche cos}
costruita ~ regolare nel punt? P'. E delle superficie di questa famiglia, la
superficie S ha nell'intorao di P ' il solo punt? P ' comu~e con E; ment~'e
le infi~ite superficie S' che si hanno per uua traslazione sufficie~temeute
--:~
piccola lung? la retta 0 P ' nel verso (ia 0 a P', non harm? hell'Jut?too di
P' alcun punt? comuue con E (*). Se ora fosse E l'illsieme dei punti singo-
Iari essenziali di uua funzione f ( x y ) mel'omorfa e nmuodroma, la super-
ficie S non avrebbe nell'il~torno di P' che il solo lmnto P ' sillgo]are esseu-
ziale per f ( x y ) , e le superficie S' non a w e b b e r o punti sil~golari esseuziali
per f ( x y ) : ora quest? contraddice al teorema del n. 5: qui~di i,, assurda
l'esistenza di f ( x y ) .
Corollarii. I. L'insieme dei pu~#i singolari di u n a funzione f (x y) no~
pub contenere una parte perfetta isolata tutta al finito. Poich5 evidenteme~r[e
in una tale parte esisterebbe ml lmuto quate il punt? P' del teorema pre-
ceden[e.
In particolare si pus dare a quest? corollario la forma seguen{e:
II. Se u~,a funzio~e f (x fl) ~ meromorfa in tutti i punti di u~a iper-
superficie chiusa, ~ meromorfa tall'intern? di essa (**). Onde segue ad esempio
che una funzione monodroma, meromorfa di due variabiIi no~ pub avere
spazii lacunari tutti al finito. E quest? un primo teorema che contraddice
all'affermazione del WE~n~swu,¢ss richiamata al n. 1: ne vedremo tosto alh'i
anche pifl interessanti net nn. seguenti e nel § III.

8. Dal precedente teorema ~ perb agevote trarre conseguenze un po'


pith nascoste che i precedenti corollarii.
Co~+sideriamo net p i a n i y ~ cost. it cerchio l x [ -~ r, nei piani x --~ cost.

(~) Poich~ per tale trastazibae ii punt? P' si aliontaner£ da O e 1o stesso accadr£ dei
punti di un intorao di P'.
( ~ ) Per le funzioni olomor~e in tutti i puuti di una ipersuperficie chiusa vedi HARTOGS,
1. C., Miinch. Sitz. Bet.
72 E. E. Levi: Studii sui punti singolari essenziali

un campo B1, che supponiamo tutto interno al cerchio t Y I L rl, e chiamiamo


C~ il suo contorno. Suppor~iamo the una funzione f (x y) sia meromorfa :
a) in tutti i punti (0, y) dove y ~ in B~ o su C1,
b) in tutti i punti (xy) dove y ~ su C, e ] x l ~ r ;
aUora potremo affermare chela funzione f (x y) ~ meromorfa in tutti i punti
(x y) dove l x l ~ r ed y ~ in B~.
S e i l teorema non fosse vero, esisterebbe un punto singolare essenziale
(~',) per c u i l ~ l < ~ r ed ~ ~ in B, : poniamo I ~ 1 = P.
Facciamo allora la trasformazione X ~ - - k dove k ~ r,r~ • La fun-

zione f ( x y ) diverrA una funzione F(Xy);" e siccome la funzione f ( x y )


meromorfa nei punti (0, y) quando y ~ in B, o su C,, e quindi pure esiste
uu numero a tale che f ( x y ) ~ meromorfa in tutti i punti (xy) per cui y
in B~ o su C, e I x l ~ , anche la F ( X y ) ~ meromorfa in tutti i p u n t i (X,y)
k
per cui IX I:~ -- e y ~ in B, o su C~; e poich~ la funzione f ( x y ) ~ mero-
morfa in tutti i punti (xy) per cui I x l ~ r ed y ~ su C,, la F ( X y ) ~ pure
meromorfa in tutti i punti (Xy) per cui I X I ~ k r, O e y su C~ ; ed
r
I L

iatine F ( X y ) avrfi nel punto (-~-, ~), per ripotesi f a t t a s u f ( x y ) , un punto


I

singolare essenziale inferno al campo [l X l > ~rr~P p ~ , y in B~].

Consideriamo l'insieme E, dei punti singolari essenziali di tZ(Xy) all'in-


terno o sul eontorno del eampo IX I > ~/r-r-L-g, y in B, o su C, ; sar~
questo un insieme perfetto tutto al tinito, e di pifi, poieh~ la funzione
/P(Xy) ~ meromorfa per y su C~ ed P~ se esistono punti di
E~ sul eontorno del eampo essi appartengono neeessariamente alla variet~
T1 P ,
l X I = ~/r~ _ y in B,. D'altra parte se diciamo R il massimo della distanza
/ 7_

d i u n punto di E~ dall'origine, poich~(-~-, "~)~ nil p u n t o d i E , sara certa-


g

mente R ~
p÷ -t-]'~ ~ --
rr, • Ne segue ehe un punto P ' di E, il
__ __ p ~ t r~ -- p~-
quale disti dall'origiue di R ~ certamente interuo al campo [ I X I : > rl
l
delle funzioni analitiehe di due o pile variabili complesse. 73

l
Y in B, o su C~[ , perch~ ta sfera t X t~ -~ i Y [~ : R~ i n c o n t r a la variefft
!
9 2
IXI - - ~/~:~r~~ ,~ in p u n t i per cui ~ ]y f ---- vIR ~ r , ~r,_ _~ ~ _--._
_ r, e quindi certo

all'esterno del c a m p o B , .
Trovandosi P' all'inferno -- e non sul eontorno -- del c a m p o

[IX[ 2> ~/r_C_~_


Y2,?_ ,. y i-n B, ] , ne segue ehe n e l l ' i n t o r n o di P ' n o n si t r o v a n o

altri p u n t i singolari essenziati di F ( X Y) oltre a quelli di E~; o n d e il p u n t o


P ' si troverh nelle eondizioni del t e o r e m a del n. p r e e e d e n t e : il ehe ~ assurdo.
Quindi anehe f ( x y) non pub e e r t a m e n t e avere u n p u n t o singolare essenziale
all'interno del e a m p o l x l < r , y in B, e. v. d.

9. [nvece di c o n s i d e r a t e sui piani y = cost. il cerchio i x I = r, si potv~


e v i d e n t e m e n t e considerare u n c a m p o B ehe si possa, r a p p r e s e n t a r e confor-
m e m e n t e s u u n eerchio di raggio r: poictff~ se x'----+(x) ~ la flmzione ana-
litiea della variabile x ehe dfi qnesia r a p p r e s e n i a z i o n e conforme, la h'asfor-
m a z i o n e x' = + (x), y = y sarh regolare per x interno a B e d y q u a h m q u e ,
o n d e muta la flmzione f ( x y ) in u n a funzione F ( x ' y ) che sar~ m e r o m o r f a
all'interno del e a m p o [ I x ' l % r , y in B], allora ed a llm~t soltanto c h e l a
funzione f ( x y ) ~ m e r o m o r f a per x interno al c a m p o B ed y inferno al.
campo B,. 0nde potremo conehiudere:
Se B ra,l)l)resenh~ u~ ca,ml)o qualunque nei p i a n i y - ~ cost. ehe si possa
re~p1)resentare conformemente su un eerchio ed x - ~ a ~ uJ~ punto di esso, se
B, rappresenta u~ campo i~#ertto al cerehio l yt~___ r, e C~ ne indica il con-
tor~to, se infi~e f (x y) ~ u~za funzione meromorfa
a) i~ tutti i p u n t i (a y) dove y ~ in B, o su C,,
b) in tutti i punti ( x y ) dove x ~ in B e y su C~,
allora potremo affermare che la fu~zione f (x y) ~ meromorfa in tutti i p u n t i
(x y) per cui x ~ i~ B ed y in B, o su C, (*).

10. Sig f ( x y ) u n a funzione m e r o m o r f a sul piano x-----0 q u a n d o y


interno ad u n certo c a m p o B1 tutto al finito o sul c o n t o r n o C1 di esso; s o p r a
ogni piano y = y , ) , y,, essendo un p u n t o di B1 o C,, esister'~ u n m a s s i m o

(~) Pel caso che la f(xy) sia olomorfa vedi HARTOGS, 1. c. 2.°
Annali di Matemaiica, Serie III, Tomo XVII. l0
7~ E. E. L e v i : S t u d i i s u i p u n l i s i n g o l a r i e s s e n z i a l i

eerchio di centro x = 0 entro cui f (x y) i~ meromorfa. Diciamo R~0 il raggio


di tale cerchio (*): sar~ R~0 la minima distanza dal piano x = 0 dei punti
singolari essenziali di f ( x y) appartenenti al piano y = Y0. Osserviamo subito
per la R, l a seguente propriefft :
L a funzione R~ ~ semicon.ti~ua i~feriormente ; ossia, assegnato u n nu-
mero ~, ~ sempre possibile trovare u n rtumero ~ tale che p e r I Y - - Yo l < ~ sia

Infatti ore ci6 non fosse esisterebbero infiniti valori y~,. y~,..., y;,.., tali
che lim y, = yo e By, < Ryo -- z. I punti singolari essenziali (x, y,) con ] z, I = R,
che si trovano nei piani y = y, avrebbero allora un punto limite (xo yo) con
I Xo I ~ R~0.--s, e questo sarebbe necessariamente un punto singolare essen-
ziale, il che ~ assurdo poich~ per ipotesi entro al cerchio ] x i < R~o su] piano
y = yo non esistono punti singolari essenziali.
Ma dal teorema del n. 8 segue una propriet~ ancora pitt notevole:
Se p,, 6 u n a fttnzione reale di y~ ed y~ , definita in B~ , che sul contorno C~
soddisfa alla limitazione O < p ~ - R ~ ed all'inferno di B~ all' equazione
A"~ logp~ ~ - 0 (**), in tutti i p u n t i eli B~ sard~ p u r e

p,, L R,,. (7)

Infatti su C~, poich~ ~ 0 < p ~ R . j , logp, ~ sempre tinito: l'ipotesi che


in B, sia a"~logp,~=0 porta che logp~ sia sempre finita e regolare: quindi
sar~ sempre p , , > 0 anche all'interno di B,.
Indichiamo con q~ la fuhzJone coniugata di logp,, -- tissandone arbitra-
riamente la-costante additiva - - ; le funzioni

•, (y) ~ log p~ -+- i qy

{y) = e¢@ = p , elqy

sono funzioni regolari analitiche di y in B~; e sarb~ ]4 (Y)I----P~ > 0.

(~) L'HAnTOaS chiama analogamente R'~) la minima distanza di un punto singolare es-
senziale o no del piano x - - x o dal piano y ~ 0 . Cfl'. l.c., Math. Ann. E mediante conside-
razioni sugli sviluppi in serie dimostra per questa funzione proprieth analoghe a quelle che
seguono nel testo. Cfr. speciahnente i §§ 5, 6, 8, I0.
( " ) Poniamo qui e nel seguito a', = ~ x~ "~- ~ x~' = ~ -]- ~ y-~"
delle f~enzioni analitiche di due o pii, va.riabili complesse. 75

Faeeiamo allora la trasformazione

x - + (v) Y=v. (s)

1~ questa u n a trasformazione regolare invertibile in tutti i lmnti per eui y


interno a B, o su C, ; e se, come segue dall'ipotesi ehe su C, sia R~ ~p,~
la f (x y) 6 merolnorfa
a) nei punti (0y) per eui y 6 in B, o su C,,
b) nei punti ( x y ) q u a n d o y 6 su C, e l a~l%p:,;
la flmzione F ( X Y ) trasformata di f ( x y ) per la (8) 6 meromorfa
a') nei punti (0 Y) per eui Y 6 in B, o su C,,
b') nei punti (X Y) per eui Y 6 su C, e I X I < 1.
Segue dal teorema del n. 8 ehe F ( X Y) 6 meromorfa in tutti i punti
( X Y ) per eui Y ~ in B, o su C,, e I X I < I ; ossia ehe f ( x y ) 6 meromorfa
in tutti i punti pet' eui y ~ in .B, o su C,, e l l<l +(y) Quindi sara
eerto R , ~ p . ~ : e. v. d.
Dai due teoremi dimostrati per R,, seguono, ragiouando come N I'HARTOGS
nella Memoria eitata dei Math. AJm. al § 8 (n. l, Zusatz, pag. 2L7 e 4~8; e
n. 3), i segueuti eorollarii:
12 M.a.ntenute le notazio,i del teorema, precedente, se anehe i~ uJ~ sol
punto y,, interno c~ .B~ ~ R,,o=p:,, , sctrh allor(~ ovm~que in B,

If,, --= t>:,;

~.o Se R,, ammelte le derivate dei p r i m i due ordini rapporto ad y~ e y~, ,


essa soddisfa a lla disugztaglia, nz~

A~" 1O ~, ~ R ., , ~ O .

I1 teorema precedente ed il suo primo corollario sono - - insieme col


teorema fondamentale del § I -- i teoremi su eui fonda I'HARTOaS tutti i
ragionamenti ehe svolge nella Memoria citata degti Acta Mathema.tica: senza
ripeterli quindi noi potremo eonchiudere coi seguenti enuneiati t h e si otten-
gono da quelli dell'HARTOGS m u t a n d o le parole ~ funzione regolare >~e ((punto
s i n g o l a r e , nelie parole ~<funzione m e r o m o r f a , e ~<p u n t o singolare essen-
ziale. ,>
I. S e x -~ 0 y ~ 0 ~ u~ puJ~to sbtgolare essenziale per u n a fu~zione ana-
76 E. E. L e v i : S t u d i i sui p u n t i singolari essenziali

Iitica f ( x y ) monodroma (*) di x ed y; e se l'insieme de i p u n t i singoIari es-


senziali di f (x y) in u u certo intorno I x ] ~ e, [Y ] ~ e' dell' origine ~ cosi co-
stituito che in ogni p i a n o x -~ xo di esso vi sia al pi,h u n punto singolare es.-
senziale meJftre net residui la funzione ~ meromorfa, esiste allora su ogni p i a n o
x - - . ~ dove ;, appartiene ad u n conveniente intorno dello zero u n punto sin-
golare essenziale (~, ? (~)), e la funzione ? (~) ~ u n a funzione analitica regolare
di ¢ (l. c., pag. 70)"
II. Se helle stesse condizioni del teorema precedente su ogni piano
x ~---~ =t= 0 esistono proprio r p u n t i singolari essenziali di f ( x y) "~, .t,~,..., "a,.,
le loro funzioni simmetriche elementari sono funzioui regolari analitiche di ~ ;
od in altri termini le "~, (~) sono fuuzioni analitiehe di ~ le quali per ~-= 0
hanno al pii~ u n punto di diramazioue (l. c., pug. 76).
Non tralasceremo di n o t a t e c h e l a propriet~ d i m o s t r a t a per la furlzio~m
R~ ~ in certa qual guisa caratteristica p e r essa: p r e c i s a m e n t e che se ~ asse-
gnata u n a funzione U.~ reale, finita, avente derivate prime e seconde finite e
continue e soddisfacente alla condizione 5"~ U,.,~ 0 in u n campo T, ~ sempre
possibile trovare u n a funzione f (x y) per cut la funzione R~ sia in T uguale
a d eV~. Infatti in queste ipotesi I'HAHTOGS costruisce (**) u n a funzione ? (x y)
che ha in ogni piano y = y0 sop~'a il cerchio di raggio e ~ e cent~'o l'origine
u n p u n t o singolare essenziale o no, ed ~ regolare all'inferno del cerchio:
baster~ allora considerare la funzione f (x y) ~-- eV(~y),perch~ la n u o v a funzione
o t t e n u t a p u r e r e s t a n d o regolare all'interrm di quei cerchi abbia sul contorno
di essi u n a singolarit~ essenziale.

§ III.

11. Sia ? ( x , , x.~, y,, y . ~ ) = 0 utla ipersuperficie S dello spazio a ~ di-


mensioni: vogliamo e s a m i n a r e q u a n d o essa 1)ossa essere frontiera del campo
di esistenza di u u a funzione analitica m e r o m o r f a : in altri termini vogliamo

(~) Evidentemente si pub anche supporre f(xy) un ramo monodromo nell'intorno del
punto (00) di una funzione polidroma. L'HhRTOCS tl'atta an(:he il caso i~ cut f(xy) abbia un
punto critico in (00), non sarebbe difficile aache a not raggiungere con qualche comp]emento
ta s[essa estensione.
(~) L. c., Math. Au~., § 10.
delle funzioni a,nalitiche di due o piie variabili complesse. 77

vedere quando la S ~ tale che esiste una funzione analitica meromorfa in


una. delle regioni, n che hauno S per frontiera per cut tutti i punti di S
siano singolari essenziali. Cambiando al pi~:t il segno di ? possiamo supporre
che la regione n sia quetla in cut
? (x, x~ y, y~) > 0.

Applicheremo ancora il teorema del § I. Consideriamo un punto P = (~-a)


di S, e supponiamo di poter costrnire una superiicie caratteristica z che passi
per P, ed ivi s[a regolare e tocchi l'ipersuperiicie S, ed iniine non abbia nel-
l'intorno di P altri punti comuni con S, Essa cadr'h nell'intorno di P tutta
in una delle due regioai in cut S divide lo spazio: a.flinch~ nella regione
$ > 0 possa esistel'e una funzioue f ( x y ) che ammetta S come frontiera,
necessario che ogni tale superfieie caratteristica eada nella regioJte ~ < O.
hffatti assoggettiamo z alle traslazioni che portano P net punti del
piano caratteristico the contiene la normale a S per P; poich~ questo piano
non ~ tangente a z, la famigtia, di superiicie cosl generata ~ una famiglia
regolare in P. lnoltre le superficie corrispondenti ad uua traslazione suf-
ficientemente piccola diretla secondo la normale a S in P volta verso ht re-
gione in cut cade z non hanno nell'intorno del Punto, I ) punti comuni
c o n S (*). St quindi z giacesse nella regione ? > 0 , la f ( x y) sarebbe mero-
morfa in tutti i punti di z dell'intorno di P, hmri the in P, e meromorfa
in tutti i l)nnti dell'intorno di P di queste superficie: e ci6 per il teorema [
assurdo.

12. Gerchiamo dun(lue di costruire una superiicie caratteristica ~ che


goda rispetto a S nel puuto (~r,) delle proprieth dette sopra. Supporremo
the la ? abbia le derivate dei primi due ordini linite e continue. In ua
punto regolare di S non si aw'h ~ x~~ - - ~97
x . ~ - ~~y- Y
, - - - -~y~
-~ ~0; onde sarh
A', ~ _ ! 0 o p p u r e A"~ ? --I- 0 (**).

(~) Tale affermazione ~ geometricamente evideate: ci si pub ridurre all'iatuizione geo-


metric~ nello spazio a 3 dimen'sioai segando con uu ir,erpiano variabile attorno alia normale
a S i n P.
( ~ ) In modo analogo a quanto si fece al n. 10 poniamo

~ ~ ' ~ ' ~ + ;xT


~ A"~= ~ ~'~
78 E . E. L e v i : Studii sui punti siugolari essenziali

S u p p o r r e m o , per fissare le idee, che n e t p u n t o (~-~) sia 5', ~ =I=0.


La superficie Y, sia allora data come nel § I[ dall'equazione tra le va-
riabili complesse :
x = ~ ,~- a (y -- "~) - / b (y - - .~)o @ c (y - - "~)~- V " " (1)
e cio~ dal sistema di equazioni tra te variabili reali:
x , - - ;~, = a, (y, - - -,~,) - - a~ (y2 - - .r,~) + b, (y, - - r,,) ~ - -
b~ (y~ - ~
(~)

- b~ ( w - - :~)2 + ~ b, (V, -- -~,,) (Y2 - - "~d +""


Calcolando il valore di ? (x, x~ y, y~) nei p u n t i di x a v r e m o d u n q u e , ri-
c o r d a n d o che P ~ su S ossia c h e ? (~ ~ "~ " ~ ) = 0 :

q-(Y'--a')~[~x~b'q-~b"+A~ q- (3)

[ a~ a~b~+C,] +
+ ~ (,~ _.~,,) (y _.~2) [ o~ a? ]
i termini tralasciati essendo di ordine maggiore del secondo helle quantit~t
y,--'a,, y.~--'a.,. Nella (3) si deve intendere t h e le / ~ , ~ x~ ,
~y~
siano calcolate nel p u n t o (~-~): inoltre A,, B,, C~ n o n d i p e n d o n o da b~ e b~
e precisamente 5 :

B , ---- - - \a x ~, a x U a., a.~ + ~ x, ~ x.~ 2 ~,, ~ y, ~ ~ ~ y,;


(41

~ T o o , ..,.__ _
deIle fun, zioni analitiche di due o piit variabili complesse. 79

dove perb le derivate seeonde debbono intendersi tutte ealeolate in un punto


intermedio del segmento che unisce (~,, ~.~, "~,, ~) con (x,, x:, y,, y~). A~nch~
la superficie ~; data da (2) abbia il solo punto /) comune con S occorrerh
intanto che sia

~ aV a~=0, ~ a~ a y-0. (5)

Per l'ipotesi ehe in (~ -~) sia a', ? =i::0 queste equazioni ammettono sempre
soluzione; e precisamente si ha

(6)
0/2

Afiinch~ :~ sia dunque una delle superficie richieste occorre che a, ed a~


slano daft dalle (6); riconosciamo subito con cib che necessariamenie ~ anche
soddisfatta la condizione che ~ ed S siano langenti poich~ te (5) esprimono
precisamente che il piano tangeuie a ~ giace nel|'iperpiano tangeate a S.
Ma le condizioni precedenti non bastano ad assieurare che ~ abbia il
solo punto P comune con S; perci5 basterh invece determinare b, e b~ per
modo c h e l a forma quadratica costihfita dai termini di secondo grado di (3)
sia deiinita: ed anzi per la suH)osta continuit5 delte derivate seconde di y,
basterh che sia definita quella forma the si ottiene da questa col prendere
per le derivate seconde delle ~ che compaiono net coeffmienti di quella forma
i valori che esse assumono nel punto (~-,); - - e cosi intenderemo di fare
d'ora in pot --. Ed allora affineh~ z giaccia nel campo ~ - ( 0 oecorrer'h ctm la
forma sia definita negativa.
Ora affinch~ questa forma sia delinita occorre si abbia

ed allora essa sartt deiinita positiva o negativa a seconda che ~ > 0 oppure
d 0 la somma dei coemcienti di (y,--'4,)" e (y.~--'n~)~; ossia secondo the
A, 4- C, > 0 oppure A, -4- C~ < 0.

Ma perch~ b~ e b~ si possano determinare per modo che (7) sia soddi-


sfatta occorre e basta che sia A~-4-C1 =[--0: perch~ se A~ -4- C, --]--0 basta
80 E. E. L e v i : Studii sui punti si~golari essenziali

determinare b, e b~ eolle eondizioni ehe - ~ x - b , - ~ x ~ - t - B , =0 e ehe

Ox, ~-~.~b~ sia eompreso fra - - A : e C, pereh~ risulti soddisfatta la (7),


mentre se A: = -- C: il primo membro di (7), come somma di due quadrati,
risultertt ~ 0.
Coneludiamo dunque ehe se A, @ C, > 0 si pub rendere la nostra forma
definita positiva, se A, + C, % 0, la si pub rendere definita negativa. E quindi
intine ehe affmeh~ non si possa eostruire una supertieie ~ ,come quella in-
dieata al n. preeedente, oppure ehe essa eada neeessariamente nella regione
,~ < 0, oeeorre sia
A, + c, o. (8)

Sostituiamo ad A,, C~, a,, a, i valori dati da (~) e (6): la (8) diviene

A,-kC,:~ VP /,,,%~,",?-k-a, .~?.A',?--~[,Tx ' ~y,


(9)
~0.

Poieh~ si 6 supposto A'I ? =]-0 e quindi :> 0, la (9) si tradurrt~ quindi


nel ehiedere e h e l a parte tra parentesi del seeondo membro di (9) sia ~ 0.
In tale forma la eondizione (9) viene ad essere simmetriea nelle due eoppie
di variabili x,, w~ ed y,, y,, onde essa risulta indipendente dalla ipotesi ehe
sia A': ~ =1"-0 piuttosto ehe ~,", ~ =[= 0.
Raeeogliendo :
Affinch~ ulna ip_ersuperficie S di equazione ,~ (x~ x~ y~ y~) =- 0 possc~ essere
frontiera per una funzione f (x y) analitica, monodroma, meromorfa in uno
dei campi in cui essa divide lo spazio (od in parle di esso) ~ necessario che
la quanlit&

conservi nei punti di S u n segno delerminato.


delle funzioni analitiche di due o pii~ variabili comt)le~se. 81

Se si ha sempre ¢~? L O u n a fnnzione f (x g) che abbia S come [rontiera


p u b esi.~te~ze solo nel campo in cui ~ ? > O; se si hb~ sempre ~ ? ~ 0 nna. fun-
zione f (x y) che abbia S per froutiera pub esistere solo n,el campo ¢?< O.
Coro]lario. Le sole ipersuperficie ? := 0 che possono essere fro~diera commie
per &re [m~zioni .f(x y) meromorfe l'u~a nel campo 7 > 0 , l'altra nel t a m p a
? ,~() sono le soluzioni deli'equazione dif[eren, ziale

~=0. (ll)
13. Sarebl)e ora assai inleressanle rispon(lere alia domanda: Le con-
dizioni precedeJdi sono caratteristiche per le ipers~q)erficie the possono essere
frontiera di quatche funzione analitica? Con maggior precisione: data uJ~a
funzio~e ~,,(x,x.~?l,y.~)--=O tale the J~,ei lm, n ti delht ipersuperficie ? ==0 (o di ~t~t
pezzo di essa) sia sempre ¢~ ? :~ O, esisle sempre ntm fm~.zione f (x y) analilica,
mo~odroma, 'meromorfa nei p u u t i de[ t a m p a ? < ( ) dell'i~dor~d delhi iper~u-
perficie, che abbia l'ipersu, perficie medesima (o quella parle eli essa) come frou-
tiera e c io~ come variet~r, di pu, nti si~golari essenzia.li '~
Nou mi t~ riuscilo di dare a quesla domantht mill risl)osl.a, esaurieute;
mi pare lullavia the non sia privo di iuleresse il mosh'are come nel caso
parlicolare i~ cwi la [TtJ~zion.e ? (x, x:, y, y..,) soddisfaccia. J~ei p m d i .i~ cui ? = 0
alrequazione
~,=0 (ll)
real.mente possibile costrurre funzioJ~,i meromorfe sin ~el campo ? < 0 the
nel t a m p a ? > 0 che abbiaiw per frontiera l'ipersuperficie S o d almeJw u ~ a
parle di essa sufficien, lemente limitala : risullalo c],e mi pare renda molto pro-
babile cite a nche alia domanda pifi geuerale talta SOl)ra si dovr~i rispondere
affermativamente.
l)imostreremo percih il seguente lemma.clm ml pare auehe interessante
l)er se medesimo:
Le ipersuperficie ? (x, x~ y, y.,) -=- 0 tali che nei taro p u n t i la fuuzione ?
soddisfa l'equazion.e ( I l) sono httte e sole le ipersuperficie della spazio a quattro
dimensioni composte con u~a semplice infi~dl~r, di superficie caralterisliche.
A ffin('h~ l'ipersuperticie

? (x, y, --= 0 (le)

sia composta con ~ 1 superticie caraiteristiehe b necessario e suffic.ienle che


si l)ossa trovare una funzione ,J~(x, x~ y, y~) tale the associando alla (1~) ]'e-
Annali di Matematica, Serie llI, Tomo XVII. 11
8~ E. E. Levi: Studii sui pm#i si~,golcrri e s s e n z i a l i

quazione

dove ~. indiea u n p a r a m e t r o aH)itrario, si p o s s a n o dalte (I~) e (13) rieavare


ad es.: le x , , x~ in f u n z i o n e di y , y.,. in m o d o cl,o r i s u l t i n o s o d d i s f a t t e le
equazioni

av, au,, av:--ay,

A1 s i s t e m a f o r m a t o dalle (lO.) e (13) se ne pub e v [ d e n l e m e n i e s o s t i t u i r e


u n o equii~alenle in eui la ,) risulti i n d i p e n d e n t e da x, (o da x.~): o n d e al
p o s t o della (13) p o t r e m o s u p p o r r e (li a v e r e u n ' e q u a z i o n e del tipo

Le equazi(mi (l~) si possol,o a l l o r a uevivere

........- . . . . . . . . . :- == 0
(16)

e q u e s t e d o w ' a n n o essere s o d d i s f a t l e per x , , x~, y , , y.~ s o d d i s f a e e n t i a (1~).


Le (16) s o n o un s i s l e m a di e q u a z i o n i lineari alle d e r i v a t e parziali per
la , 5 ( x ~ y , y ~ ) ; aitineh~ esso a m m e t t a u n a s o l u z i o n e non c o s t a n t e o c c o r r e
t h e sia c o m p l e t o (*). F o m n i a m o l'altevnala delle (lue e q u a z i o n i , r i e o r d a n d o
elm n e l l ' e s e g u i r e que.¢o ealco]o o('(:orre p e n s a r e le variabili x , , x.~, y~, y~

(*) Pub essere ulile la considerazlone elm segue, la quale permette di prevedoro, dir(,mo
cosi, sinteticamente che il risultato do] calcolo del W.~to ehe esprime the it sistema (16) b
compMo, deve riportarci all'equazione ~ , = - 0 . Si ammeUa |)erci5 the, come b dimostra[o
he] !1. seguente, una ipersupertlcie composta di superticie caratteristiche possa sempre essere
frontiera comune per due funzioni f ( x y ) meromorfi~ J'Htla Ile] campo ~ > 0, l'altra nel caml)O
p'<[(). Ne segue pel n. 1~ che pec ~ ~ 0 d'ovrfi necessariamonte essere soddis|htta ]'equazione
di secmMo ordit~e ~ ? ~ O. Ma d'altro canio l'esprimere ehe it sistema (t6) b, per ? -- 0, com-
pfeto poHa evidentemenle ad un'equazione di se.rmMo ordiJte che ~ deve'.~oddi.@fre ~ei pun.li
? ~ O. Qt[esltr eq,azioJ,e ~ou pu5 q~fitMi differire dall'equ(,zi~me ~ ~-~-O.
delle ful~ziong analitiche di dt~e o piit, vc~.riabil~ comptesse. 83

legate dalla (1~): otterl'emo l'equazi(me

(17

Ed afi~iuch6 qutsta equazione sia coilseguenza di (16)oei;i,,Tei'i', (:lit i1


determinante dei coeflicitllti di (16)e (17) sia radio: svilupl,amlo i (:ah;oli si
ottiene che deve essere per(.ib -- lmi t)unti di (12) - -
t~? ~().

InversamelJh~, soddisfatta questa c(]tmzione, il sistema (16) /3 complete;


e presa uua qualuiJque sua soltlzioim qtmle i)Hmo metal)re di (15), It (15)
segauo sulla varieth (12) un sistema semplicemtnte inlinilo di suptrlicie ca.
ratteristiche. La simmttria rapporto alle vaHabili x~ x..,, t y, y.. dcl risultaio
indica che questo i3 hldipeudeute dall'aveve supposto la (12) risolubile rap-
porto a x~. [l lemma /3 (luiudi pienamente (limostcato.

13. Per pvovare era (tile pl:eso un pezzo suflicieutemente piccolo di una
ipersuperlicie S soddisfacente a (11) 5 seml)re possibile costruire uua fun-
zione analitica esistente nelHntorno di S da una lmrte pretissala e che ha S
pec froatiera not dim(~stvercmo the, ahne,~() qimndo .~i slq)l)Olm ii ('ampo che
si col]sidcra suflicielitemel~tc t)iccoto, si pub scmpvc hnmcvgcre la semplice
intinit~ di superticie ca,ratteristiche costituenti S ilJ una dol)pia il~|inith tale
che per ogui punto det campo passi um~. cd tma sola superlicie S caratte-
ristica. Costruiremo pot una funzione analitica ( : - 0 ) (.lie si allm~ulli sopra
intinite detle superticie caratteristiche cost cosh'uitc avellti per insiemc limite
tutte le superticie d i S : una tale funzione avrh evidentemente su S tutti
punti singolari essenziali.
II primo punto i3 quasi evidente. Supponiamo chc l'origine sia un l)uJJto
di S e the ad essa corHsponda il wdore :¢= 0 dtl pa~vametro ~ helle (15).
Supponiamo Come precedentemente che il sistema (12), (15) sia tmll'iutorno
dell'origine risolubile rapporto x, ed x.,: avremo
8~ E. E. L e v i : Studii sui punti singolc~ri essenziali

(b, e % essendo funzioni a r m o n i e h e conjugate di y, y,, e funzioni derivabili


di ~; a l m e n o in u n eerto e a m p o a t t o r n o ai valori y~ = y~ = ~ = 0. P o t r e m o
anehe serivere :
x = ~ (v .) ~lS)

@ essendo funzione analitiea della variabile eomplessa y e derivabile della


variabile reale ~.. A v r e m o inoltre

a (~ +) 1~

C o n s i d e r i a m o allora l'insieme di superfieie earatteristiehe


x = ¢ (y ~.) ÷ k ~, (t9)

dove $ ~ u n a variabile reale, k ~ un n u m e r o eomplesso =i= 0, e, tale ehe il

rapporto ~ - ,.l,,=0 b aneora u n n u m e r o eomplesso (non reale). Le (19) eom-


k
pl'endono come easo partieolare per $ -= 0 le superfieie (i8) : di pifi in ogni
p u n t o dell'intorno dell'origine passa u n a ed u n a sola superlieie earatteri-
stiea (19). Basta osservare ehe le (19) e q u i v a l g o n o alle

e elm nel 1)unto x - - y = .J. := } = 0 si ha cite il (leterminante ftmzionale di


queste equaz!oni r a p p o r t o a(l ~ e ~

~g a~.' ~% a,..

k, k~

dove :3 0') indiea it eoefliciente dell'immaginario di V": e (lu[ndi pet" [e ipotesi


/?rite s u h ~ eerto -;= 0.
Not p o t r e m o quindi nell'intorno de]l'origine d e t e r m i n a t e un e a m p o C
interno al e a m p o x ~< ?, ~y . < ? tale t h e pet' ogni p u n t o apl)arteneqte a C
passa, u n a ed u u a sola supel'ticie caratteristica (19) e o r r i s p o n d e n t e ad
~ < z , ![~ < z ; ed i n v e r s a m e n t e a(l ogai valore i ~ . i < a , i~ < ~ eorrisl)onde
u n a superticie (19) i cut 1)unti aventi c o o r d i n a t a y m i n o r e in m o d u l o a
sono interni a C. l~ chiaro per contirmitll t h e le superficie (19) per cut 13> 0
delle funzi(~ni analitiche di due o piit variabili complesse. 85

a p p a r t e r r a n n o ad u n a m e d e s i m a delle regioni in cui S divide lo spazio, ad


es.: alia ?~>0, le superiicie per cui ~<~0 a p p a r t e r r a n n o all'altra.
Passiamo ora alia costruzione della funzioue f ( x y). Consideriamo percib
un insieme di punti (%, it,,)-tale che sia sempre ~,,~>0 (o sempre ~,, < 0 ) e
che l'insieme derivato di esso sia l'iusieme ! ~.!_~ ,, ~ ~-0. Basta, l)ercib per
es. : n m n e r a r e al modo solito i valori razionali di :~ minori di ~ e prendere
pet" ~, l ' ~ e s i m o punto in tale numerazione, pet" ft,, il valore 1 .
Consideriamo allora il prodotto infinito (*):

-- ¢ (y, ~.,,)

dove
k I K-' \
po (x y) = ~ (x - , (y, ~.,,)) + ~ 2 n ° (x - - . (y, ~,,))" ~. . . .
(*~l)
1 k" !
"'" + h - n" (x - , (y, ~.,,))"

facile vedere che il prodotLo (~0) ~ uniforntenlellte convergente ill ogni


campo r a p p a r t c n e n t e a C il (luale non contenga Mcun lmnto di S. Se am-
mettiamo per un m o m e u t o tale convergenza, esso rappresentet;h evidente-
mente u n a funzione analitica di x ed y, nulla su tutte le superticie caratte-
ristiche (19) corrispondeuti ai vatori :c e ~,, di ~ e f t ; e quindi, come dicemmo,
una funzione che esiste nel caml)o ~ ) > 0 ossia ? ~ > 0 , ed ha uecessaria-
mente S come i'rontiera. 1;] chiaro ehe si potrel)be cosh'uire m m t'unzi(me
l
analoga nel campo ? ~ 0 col porre ft == . . . . .n. . ' e con cib testa dimostrato
il nostro teorema.
Occorre quindi solo dimostrare la convergenza unit'orme in uu q u a l u n q u e
campo r del prodotto (20). lndichiamo percib con d la minima distanza dei
puuti di r da S. Sar~ per un q u a l m l q u e punto (x,, yo)di r, !Xo--~I)(y0 ~-,,)I ~ d :
infatti ! X o - ,1~(y,, ~.,,) i rappresenta la distanza del punt() (x0 Yo) dal puuto
in cui it piano y = yo iucontra la superficie x --= ~ (y, ~,,), la quale appartiene
tutta ad S. Fissato allora un numero -: piccolo a piacere, dividiamo i n u m e r i n

(*) I1 ragionamento che segue non 5 c h e l a ripetizione so(to forma lcggermente diversa
det classico ragionamento del WmERST~ASS relativo alia scomposizione di una funzione in-
tera in fattori primarii.
86 E. E. Levi: Studii sui punti singolari esse~tziali

i L, I
in due c l a s s i a seconda che ;~d- ~ 1 - - ~ oppure che I~'d~l~l--~:l~ prima
i -

ik
conterrfi solo un numero tinito di valori di n : poich~ sar'h n ~ (1 -- ~) d : noi
nel considerate il prodotto (20) laseeremo da parte questi valori d i n . Per gli
altri valori di .n si ha

~ ( x - - • (y, ~,,)) -- < 1 - - ~,

quindi i fattori corrispondenti di j~ in (20) non si ammllevanno mai per (x y)


in i': e per dimostrare che (90) converge uniformemente ad uH limite -i=0
baster'h dimostrare la convergenza della serie dei logavitmi dei singoli ter-
mini. Ova per (21) tale serie

$ (92)

Ma per (xy) in r e
I~ 1 k ''~....
<
"' ~ + m J~"+"' (x -- * (y, ~.,,))" ~"

1 k ''~ I ~ ; ikm
';~--

l 'k "+~
-- = n "+~d'i' ,

onde segue c h e l a serie dei moduli di (22) convcrge pifl rapidamelde della
serie
1 Z(l-~)"+'--J
-~ _ ~

e (luit~di com'erge ulfiformement,e it} 1".


Onde testa pienamente dimosh'ato il ~mstro emmciato.

15. Ore si blterpvetino i risultati degti studii precede~ti come risuitati


relalivi al sistema di equazioni alle derivate l)arziali cui soddisfa la parte
reale di u tin funzioue di due varial)ili complesse, si ottengouo indicazioiti
uoa prive di valore, l~] noto che, assegnare i valori di uHa tale funzione
sopva l'ipersuperticie contorno di campo, ~ assegnare colldizioni sovrabbom
delle fnnzioni analitiche di due o l)ii, variabili coml)lesse. 87

danti; quali siano le condizioni cut devono s o d d i s f a r e t a l i valori ~ un pro-


blema aneora assai oseuro non ostante gli sforzi di pareechi studiosi. Orbene,
da q u a n t o precede risulta ehe dette eondizioni portano non solo sulla natura
della funzione assegnata, ma anehe e prineipahnente su quella dell'ipersu-
pertieie considerata ; in q u a n t o elm, se, per es., si suppone questa ipersuper-
title analitiea, non potrebbe assegnarsi su essa una flmzione non analiliea
a meno t h e l'ipersuperiicie siessa non so(hlisfaccia, rispello al eampo ehe
essa Iimita, alle condizimli del n. 1~

Ottobre 19~.

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