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Gli appunti presi dalle riunioni tenute nel dicembre 1999, e nel gennaio e marzo

2000 vengono presentati sotto forma di riassunti e sintesi. Sono stati revisionati
da Mario.

Riassunto Drummond I (4, 5 e 6 dicembre 1999)

L’idea previa a questo incontro è stata quella di trattare principalmente il tema


della trascendenza, liberamente, senza il pregiudizio di trattare altri temi come la
morte e la sofferenza. In questo senso ognuno avrebbe espresso la sua
situazione interna. In breve ci siamo resi conto dell’impossibilità di trattare il
“dopo” senza prima esaminare l’”adesso” partendo dal momento attuale.

Gli elementi comuni che abbiamo visto sono stati:

Esiste un’urgenza ed una necessità di tracciare il nostro cammino e il nostro


“fare” nel mondo, basato sulle nostre stesse credenze.

Esiste una situazione o un “qualcosa di previo” alla nostra presenza in questa


vita, come se gié venissimo da qualcosa di precedente.

Ognuno di noi arriva in questo momento con un bagaglio di esperienza, con la


dottrina riflettuta in alcuni punti e avendo incorporato registri come la ricerca del
trascendente. In questa ricerca ci ritroviamo interconnessi con altri che cercano
lo stesso e che vogliono chiarirsi, comprendendo che ognuno di noi vuole
orientarsi in una direzione nel mondo.

Comprendiamo che, in maggiore o minor grado, abbiamo accumulato esperienza


durante la vita e questa accumulazione di esperienza ci colloca nella situazione
di agire, ma mancano elementi di comprensione per poter realizzare questo
compito. Si è così definita la necessità di fare un bilancio interno del momento
attuale per poter iniziare da lì l’azione desiderata (scaricandosi da ogni
sentimento di colpa per compiti non compiuti, disorientamento attuale o cariche
simili).

Temi:

Sui fenomeni di coscienza alterata.

Quando ci siamo incontrati il Negro ha fatto un parallelo tra la tecnologia attuale e


l’incomprensione dei fenomeni di coscienza alterata come quelli che accadono
agli astronauti in situazione di soppressione sensoriale (simili alle nostre
esperienze nella camera del silenzio) e la difficoltà di comunicare questo tipo di
esperienze al loro ritorno o dopo averle sperimentate in laboratori di prova sulla
Terra. Accedendo a questi fenomeni si inferisce una connessione con il
trascendente. L’espressione e la descrizione di tali esperienze hanno una
relazione diretta con la traduzione degli impulsi intracorporei in immagini
plasmate nello spazio di rappresentazione con forte contenuto allegorico.

Sui registri

D’altra parte, rispetto ai propri registri psicologici, si è osservata la necessità di


non forzare una ricerca di registri, ma piuttosto di assumere un atteggiamento di
osservazione di essi, classificandoli in base a ciò che avvicina o allontana da
quella che noi chiamiamo “azione valida”. La validità di un registro non può
essere indicata da fuori e tantomeno da un’altra persona.
Nell’esperienza in prossimità della morte ci sono registri comuni (tunnel, luce,…)
ed altri registri che variano a seconda della cultura (immagine di Budda, Cristo,
…).

Sullo spazio ed il tempo

Un progetto lanciato verso il futuro modifica la realtà presente, malgrado il fattore


tempo, l’interazione di culture e tempi agiscono su di uno, tanto negli aspetti
positivi quanto in quelli negativi.

Sui sogni.

I registri e la loro interpretazione (tanto dei sogni quanto dei fatti significativi), è
conveniente che siano effettuati da coloro che li hanno avuti e non da altri.

E’ interessante osservare una certa base comune o elementi ripetitivi nei sogni
attuali di gruppi umani.

Come test si suggerisce di annotare i sogni al risveglio e non dopo, evitando così
di introdurre altri contenuti.

Sul Bilancio

Come proposta di lavoro si suggerisce di effettuare un “bilancio”, rispondendo


alla domanda: Cos’è che mi è servito fino ad ora della Dottrina per imparare a
superare la sofferenza?

Riscattiamo:
Il rafforzamento del registro come guida di azione.
La riflessione sull’azione per avanzare in maturità e comprensione.
La necessità di un’ottica nuova che ci ubichi in modo nuovo nel mondo.
Il chiarimento nella direzione di ciò che è fondamentale.
Il registro di noia verso la meccanica del rumore della propria coscienza.
Il semplice osservare in un modo nuovo e libero.
Il registro della libertà, di “ritorno alla propria casa”, il registro di protezione.
La necessità di aiuto per poter avanzare in direzione dell’essenziale.

Sulle Religioni e la pre-religiosità

Nella loro origine le Religioni hanno alla base una forte esperienza, di grande
impatto e verità interna, che si perde con il passare del tempo. Attualmente esiste
una forte ricerca che tende ad ottenere quell’impatto, anche se si tratta di un
fenomeno ancora periferico. Sintomatologia di un forte problema psico-sociale,
destabilizzazione generale, chiari indicatori di un’epoca pre-religiosa.

La gestazione delle religioni è abbastanza antecedente alla loro apparizione.


Come nel caso del cristianesimo (con gli Esseni ed alcuni scritti già 200 anni

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prima della sua apparizione). In seguito, dopo la sua diffusione, si consolidò solo
300 anni dopo con Costantino).

Vi sono luoghi chiave da dove sorgono le grandi religioni: Medio Oriente, Persia e
India. Dall’Europa e dall’America niente di significativo né con forza di
espansione.

E’ interessante segnalare che ogni nuova civiltà nasce dai codici di una religione.
Si prevede che la prossima sia la prima universale nella nostra storia.

Che succede quando si estinguono le religioni? Si perde la religiosità e la gente


incredula cerca di rispondersi su cosa dovrebbe fare nella vita. Si è fatto un
esempio con le scuole chiamate Scuole della Decadenza o Scuole Morali alla
fine del periodo Greco-Romano. Gli Epicurei, gli Stoici e i Cinici.

Il gruppo si è trovato d’accordo nel registrare un sentimento che ha sapore di


ricordo, di qualcosa cercato, di un paradiso perduto, come un ritornare a casa,
che si cerca nel futuro. E’ qualcosa che viene come da dietro, che spinge uno
verso il futuro, verso quella ricerca di ri-incontro. In generale è come un registro di
nostalgia, di uno stato ideale perduto che viene cercato nel futuro ed associato al
senso della vita. Rispetto a questo, è stato spiegato che il registro di quel
sentimento di paradiso perduto fu sviluppato da Platone, nel Mito della Caverna.

Commenti, raccomandazioni e suggerimenti.

Revisione delle cose significative attraverso il loro registro, attraverso


l’esperienza della propria vita. Osservare gli insogni e gli stati d’animo. Guardare
la propria vita togliendo i pesi, ma con un’altra ottica. E’ interessante parlare dei
propri registri significativi, che sono l’unica cosa valida. Se quel registro è unitivo
e di distacco: bene.

Si suggerisce di appoggiarsi ai registri, fare un bilancio interno e puntare al futuro.


Si descrivono alcuni registri dell’esperienza con la forza come un fenomeno
estraneo alla propria coscienza, come qualcosa che proviene dall’esterno e che
passa attraverso uno senza che lo intenzioni la propria coscienza. La sua
provenienza non è chiara e non sono fenomeni paranormali.

Registro di noia nei confronti del rumore dei propri contenuti (credenze,
divagazioni, insogni, ecc.) e ricerca di uno stato di semplice osservazione con
registri piacevoli, senza forzature. Da questi registri si deduce che c’è un modo
diverso di stare nel mondo e di strutturarlo. Questi sono registri ad un altro livello,
e non corrispondono ad esercizi o pratiche, sono piuttosto prodotti di una
maturazione e di una comprensione del proprio processo. Questo tema ha a che
fare con il decidere sensi, con il dirigersi verso ciò che è fondamentale.

Possiamo ascendere a livelli di coscienza più interessanti, ma non attraverso


determinate pratiche. Bisogna procedere con calma e non con le forzature
proprie delle pratiche. Per ciò che è essenziale non c’è pratica che tenga.

Ciò che è essenziale ha a che vedere con un processo e non con delle
pratiche. Queste ultime non danno una direzione definitiva. La
trasformazione del processo della coscienza ed il senso della vita non

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hanno a che fare con pratiche. I nostri sono temi che si dirigono
all’essenziale. Esperienza con peso interno. Le pratiche sono acquisizioni, ma
alla fine non danno senso. La riflessione sull’azione è ciò che genera la maturità
per chiarire il senso e questa riflessione non è una tecnica, è un atteggiamento. Il
cambiamento profondo viene dalla riflessione sul proprio processo.

Sulla Libertà – tra – condizioni

Bisogna chiarire molto bene in che direzione si vuole andare e fare attenzione
alle condizioni che stanno gravando su di sé. Quello che vogliamo realizzare
deve essere sprovvisto di fantasie. E’ importante vedere come ciò che è primario,
che appare permanente, a volte cambia e passa ad essere secondario o
terziario, a seconda della variabilità delle circostanze.

Nel definire un progetto di vita devo tenere conto della libertà – tra – condizioni,
per poterlo mettere in modo. Di questo devo tenere permanentemente conto in
modo tale che le condizioni non mi perturbino, poiché esse lasciano poca libertà
operativa per poter affrontare una direzione forte e permanente di strategia vitale.
Qualunque progetto deve essere messo alla prova con le condizioni in cui ci
tocca vivere. Sono economiche, familiari, psicologiche, d’amicizia, sociali,
lavorative, ecc. Questi condizionamenti generano un campo di resistenza che
impedisce di avanzare. Non c’è libertà assoluta, la libertà è tra queste condizioni,
che bisogna conoscere così come gli spazi residui attraverso i quali operare. Non
si tratta di modificare le condizioni, ma di conoscerle. Questi elementi
faciliteranno una maggiore comprensione della nostra pianificazione.

Possiamo vedere nelle nostre tendenze ed abitudini (biografia) condizioni che


premono sulla nostra situazione attuale. Si tratta delle cose decisive, le grandi
cose. Bisogna conoscere il peso che ha ogni cosa in ognuno. Per esempio, nella
biografia se qualcuno ha avuto tendenza all’alcoolismo, questo premerà nella
sua situazione attuale e nella sua condizione. L’intenzione è quella di dare per
superata la propria biografia. Bisogna ordinare, strutturare e dargli il peso che si
merita.

Si propone di effettuare una revisione in base a quanto detto, un lavoro


individuale per continuare ad avanzare. E’ un quadro della situazione. Prendersi
vari giorni, distanziati tra di loro, e considerare le situazioni importanti.

Sintesi Drummond I.

L’idea previa a questo incontro è stata quella di trattare principalmente il tema


della trascendenza. A questo riguardo ognuno ha espresso la sua situazione
interna. Come elementi comuni riscattiamo il registro di urgenza e la necessità di
chiedere aiuto per orientarsi in una direzione nel mondo.

Temi:

Sui fenomeni di coscienza alterata.

il Negro ha fatto un parallelo tra la tecnologia attuale e i fenomeni di coscienza


alterata. Ha fatto l’esempio degli astronauti in situazione di soppressione
sensoriale.

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Sui registri

Si è commentata la necessità di non forzare una ricerca di registri, ma piuttosto di


assumere un atteggiamento di osservazione di essi, classificandoli in base a ciò
che avvicina o allontana all’azione valida.

Nelle esperienza in prossimità della morte ci sono registri comuni (tunnel,


luce,…) ed altri registri che variano a seconda della cultura (immagine di Budda,
Cristo, …).

Sullo spazio ed il tempo

Un progetto lanciato verso il futuro modifica la realtà presente, malgrado il fattore


tempo, l’interazione di culture e tempi agiscono su di uno, tanto negli aspetti
positivi quanto in quelli negativi.

Sui sogni.

I registri e la loro interpretazione e i fatti significativi, è conveniente che siano


analizzati da coloro che li hanno avuti e non da altri.

E’ interessante osservare una certa base comune o elementi ripetitivi nei sogni di
gruppi umani.

Si suggerisce di annotare i sogni al risveglio.

Sul Bilancio

Si è proposto di effettuare un bilancio, rispondendo alla domanda: “Cos’è che mi


è servito fino ad ora della Dottrina per imparare a superare la sofferenza?”

Riscattiamo la riflessione sull’azione per avanzare in maturità e comprensione e


la necessità di un’ottica nuova. La necessità di aiuto per poter avanzare in
direzione dell’essenziale.

Sulle Religioni e la pre-religiosità

Nella loro origine le Religioni hanno alla base una forte esperienza, di grande
impatto e verità interna, che si perde con il passare del tempo. Attualmente esiste
una forte ricerca, ma è un fenomeno ancora periferico, ma ci sono indicatori di
un’epoca pre-religiosa.

Vi sono luoghi chiave da dove sorgono le grandi religioni: Medio Oriente, Persia e
India. Ogni nuova civilizzazione nasce dai codici di una religione. La prossima
sarà la prima universale nella nostra storia.

Quando si estinguono le religioni sorgono le scuole morali della decadenza.

Registri.

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Il gruppo si è trovato d’accordo nel registro che ha sapore di ricordo, di qualcosa
cercato, di un paradiso perduto, come un ritornare a casa. E’ stata commentata la
somiglianza con il mito della Caverna sviluppato da Platone.

Commenti, raccomandazioni e suggerimenti.

E’ stata proposta la revisione di cose significative per il loro registro. Osservare gli
insogni e gli stati d’animo.

Si descrivono alcuni registri dell’esperienza con la Forza. Non è chiara la loro


origine e non sono fenomeni paranormali.

Si è d’accordo sul registro di noia nei confronti del rumore dei propri contenuti e la
ricerca di uno stato di semplice osservazione, piacevole e senza forzatura come
un modo differente di stare nel mondo e di strutturarlo. Sono registri di un altro
livello e non corrispondono ad esercizi o pratiche, ma sono il prodotto della
maturazione e della comprensione del proprio processo. Ha a che vedere con la
decisione di sensi, col dirigersi verso ciò che è fondamentale.

Ciò che è essenziale ha a che vedere con processi e non con pratiche. Il
cambiamento profondo viene dalla riflessione sul proprio processo.

Sulla libertà – tra – condizioni.

Bisogna chiarirsi molto bene verso dove si vuole andare e fare molta attenzione
alle condizioni che pesano su ognuno. Quando definisco un progetto di vita devo
tener conto della libertà – tra – condizioni per metterlo in moto.

Si propone di effettuare una revisione individuale su quanto detto, per continuare


ad avanzare. E’ un quadro di situazione.

Riassunto Drummond II (28, 29, 30 Gennaio 2000)

Questo incontro è iniziato con dei commenti del Negro riguardo a credenze
storiche e molto primitive. Dopo vari esempi s’è visto interessante osservare che
ciò che si crede come cosa certa (sia a livello individuale che collettivo) molte
volte non lo è neppure minimamente.

Temi:

Sui livelli di lavoro della coscienza

Quando i differenti livelli di coscienza lavorano in senso discendente, le immagini


cominciano ad occupare il controllo della coscienza. Cioè: a seconda del livello in
cui lavorano le immagini, il loro potere suggestivo aumenta o diminuisce e si
possono imporre o meno sul fuoco attenzionale, sul fuoco della coscienza.

Nelle esperienze nella camera del silenzio si osserva che le immagini


acquisiscono un potere suggestivo che non posseggono in altri livelli e che si
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impongono alla coscienza quasi allucinatoriamente. Un esempio è stato dato con
le esperienze ottenute nella “camera del silenzio”. A un certo punto si vedeva una
farfalla gigante che sbatteva le ali di fronte al soggetto. Se tratteneva il respiro, la
farfalla interrompeva il suo movimento. In realtà, essa corrisponde a una
traduzione di impulsi dell’intracorpo (in questo caso i polmoni) che si traduce in
un’immagine allegorizzata (la farfalla) che si proietta fuori di me. L’immagine
allegorizzata ha un potere suggestivo molto forte.

Si è commentato che si potrebbe fare una mappa interna di queste esperienze.


Per es. se metto un orecchino in un orecchio gli corrisponderà una determinata
allegorizzazione, bevendo acqua salata in eccesso corrisponderà un altro
sistema di allegorizzazione e così via.

Sugli insogni e la loro ricerca.

Consideriamo insogni non le semplici immagini atomizzate o isolate, ma “treni di


immagini” concatenate all’interno di un certo argomento e che denotano una
direzione della coscienza. Esse sorgono nel livello di sonno, dormiveglia e anche
in veglia, sebbene in questa ultima non le si vede con tanta facilità. Una delle
funzioni più importanti che compie l’immagine è quella di portare cariche e di
orientare l’attività dell’economia psichica dell’individuo in una determinata
direzione. Comprendere come queste immagini si concatenano in un argomento,
sotto forma di insogno, è per noi di somma importanza, perché ci permette di
spiegare la direzione in cui è lanciata quella persona nel mondo.

Il modo di rilevare tali insogni è attraverso il pre-sonno, il sonno, il post-sonno e


anche attraverso la veglia. Nella veglia il racconto dell’insogno non può essere
fatto tanto facilmente, ma si può fare una descrizione dello stato d’animo che
l’accompagna, giacché è legato ad un sistema di ideazione. Capiamo che le
immagini fanno si che uno abbia registri di certe operazioni interne, ma capiamo
anche che le immagini possiedono cariche differenti a seconda dei livelli di
coscienza attraverso i quali si transita, tutto ciò, a sua volta, se lo si intende bene,
ci permette di comprendere non solo il lavoro delle singole immagini, ma dei “treni
di immagini concatenate”, che costituiscono una sequenza di insogni, un insogno
che indica direzioni nel sonno profondo, direzioni nel dormiveglia, ma anche nella
veglia. Sono questi insogni che stanno dando il tono di quello che l’individuo
vuole o non vuole, di ciò che ripudia e di ciò che anela, verso cui si dirige. Tutto
questo si formula in questi treni di immagini, che sono vere e proprie raffiche di
insogni che si danno quasi costantemente nella nostra coscienza e questo è uno
dei punti che ci interessa per le nostre cose capire queste raffiche di immagini.

Lo studio dei sogni aiuta a comprendere certi nuclei di insogni, certe immagini
concatenate che stanno lavorando a livello profondo, quando il soggetto si
sconnette dall’ambiente esterno e dal resto e, dalla memoria e anche per un
sistema di registri, appaiono quegli insogni. Se cerchiamo la costante degli
insogni, possiamo trovare molte cose, ma per quanto riguarda la scoperta
dell’insogno quotidiano, uno dei metodi migliori per cercarlo non consiste
nell’andare nel sonno profondo, ma facendo attenzione al “pre-sonno”, cioè
quello stato di dormiveglia in cui si entra quando ci si sta per addormentare. Si
ritrovano diverse immagini ed anche insogni con la loro sequenza, non
succederà nulla con quell’insogno se oggi è di un tipo e domani di un altro, ma se
diveniamo esperti nella ricerca di quegli insogni del pre-sonno, vedremo che ci

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sono veri e propri “argomenti” che si ripetono lungo il tempo. Questo è un
eccellente indicatore per la ricerca di quello che succede nel pre-sonno ed è un
indicatore ci ciò che in realtà ci succederà nella veglia.

Un’altra risorsa che potrebbe essere utilizzata per la ricerca degli insogni è il
post-sonno, quando uno si risveglia e si dirige verso la veglia, entrando nella
visione di quello che si deve fare, di quello che non è stato fatto, di quello che ci
piacerebbe o si dovrebbe realizzare, ecc. Ma il difetto tecnico di fronte al quale si
trova questa ricerca, è che c’è molta inerzia del sogno da cui si viene e questa
perturba la corretta interpretazione dell’insogno determinante per la vita
quotidiana. Invece, quando si arriva dalla veglia e ci si dispone per andare a
dormire, questi insogni che hanno navigato nella testa durante il giorno,
cominciano ad amplificarsi come sotto una lente di ingrandimento. E’ un’ottima
opportunità per captare nel pre-sonno le sequenze di immagini che si articolano
in insogni. E’ da questi ultimi che derivano gli stati d’animo che si impossessano
della coscienza in veglia e la comprensione di questi stati d’animo che ci frenano
ha un’enorme importanza per la nostra economia e disponibilità psichica.

Questi insogni si sono andati costruendo biograficamente, per problemi, scontri


con la realtà, frustrazioni, per diversi motivi, e si istallano nella “torretta di
controllo” della coscienza determinando in qualche modo la direzione della
propria vita. L’intenzione o il trucco è rimpiazzare queste immagini guida con altre
differenti dal proprio insogno. Siccome sono articolate come insogni, si può fare
una sostituzione, rimpiazzarle “scientificamente” con un altro sistema di
“traccianti”, con i suoi propri argomenti. Queste immagini guida, questi insogni
che prendono la direzione della torretta di controllo, che non si vedono con
chiarezza, ma che stanno agendo nella vita quotidiana e dai quali derivano stati
d’animo che possono non essere tanto interessanti, possono essere modificate
nella misura in cui si modifichino quegli insogni che stanno guidando e, così
come ci sono insogni che rimpiazzano altri, si può in modo volontario, collocare
immagini guida che siano confortanti, che diano una direzione che va dove noi
vogliamo. Usiamo la stessa meccanica che si dà empiricamente con le immagini
guida. Non è un problema di pratiche, la questione è trovare quelle immagini che
possano servirci da riferimento nella vita quotidiana.

C’è un modo di defilarsi, di separandosi da questo fenomeno, da queste cose che


uno crede tanto fortemente, allucinatorie. E’ un modo differente di mettere la
testa. La porta per distaccarsi da quegli stati d’animo è fare qualcosa con gli
insogni, non è cambiare vita. E’ nelle esigenze della vita quotidiana che questo
può essere lavorato. Riscattiamo gli stati d’animo nella veglia. Non è facile
riscattare i treni di immagini nella vita quotidiana, ma gli stati d’animo si. La
modificazione degli stati d’animo negativi si può appoggiare sul lavoro con la
Forza, registrando stati d’animo positivi per poi evocarli in situazioni sfavorevoli. Il
comportamento nella mia vita quotidiana è legato al sistema di insogni. Si tratta di
porre nella torre di controllo, quella degli insogni, una immagine differente. Si
tratta di collocare in quel livello degli insogni quotidiani un tipo di immagine, una
certa percezione del futuro, che dal futuro “trascini” la nostra condotta, trascini il
nostro attuale presente. E’ come lanciare in alto una fune e arrampicarcisi, solo
che questo sta in un tempo futuro. Il futuro “risucchia”. Un’altra cosa del genere è
la configurazione di un ideale di vita o una immagine di qualcosa alla quale si
possa aspirare perché è stata caricata con molte caratteristiche “care” e amate.
Queste immagini guida non necessariamente sono persone, possono essere

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paesaggi o situazioni, nelle quali uno si veda, che dovrebbero essere molto
armoniche e molto crescenti. Non sono immagini di persone, sono immagini
guida di situazioni alle quali si vorrebbe arrivare, non situazioni
periferiche-esterne o secondarie, ma situazioni che hanno a che vedere con gli
imponderabili ai quali aspiro. Qualcuno potrà tentare di visualizzarsi in quelle
condizioni, o cercare di registrare come si sentirà in futuro, soprattutto se costui
non è abituato alle immagini visive. Per esempio, la famosa “Città Nascosta”.
Quella città nascosta ha al suo interno tutti gli attributi: di cristallo, trasparente,
con acque dai mille colori, ecc… Quella città che sta in un “qualche” spazio, che
spazio è? E’ uno spazio che sta nell’atmosfera? E’ uno spazio di un altro pianeta?
E’ uno spazio mentale o cosa? Non è tanto importante la sua localizzazione, ma
che sta in un luogo che ci permette di caricarlo con i migliori attributi. Là mi dovrò
trovare, presto o tardi, devo aspirare ad arrivare in quella città e a trovarvi tutti gli
attributi a cui ambisco, ma soprattutto ci interessa lo stato interno che
corrisponderà a quella città. E’ un luogo pieno di attributi capaci di modificare la
vita delle persone. E’ un piano differente, non sta nel piano psicologico in cui
possiamo ridurre tutto ad immagini, insogni, stati di coscienza, livelli, percezioni,
realtà obbiettive, realtà dei sensi, è un piano che abbiamo chiamato, in modo
molto generale, “piano trascendentale”.

In sintesi: ci preoccupa il tema delle immagini concatenate in insogni nei diversi


livelli di coscienza e la percezione di quegli insogni; il tema della percezione più
difficile di essi durante la vita quotidiana e della percezione più facile attraverso
altri sistemi di registro, quali sono gli stati d’animo; ci preoccupa il tema della
ricerca di quelle immagini attraverso l’entrata agli stati di dormiveglia; il tema della
ricerca attraverso anche dei sogni, il tema della comprensione di tutto questo,
delle questioni di fondo, cioè di ciò che orienta la vita delle persone, che si
produce in modo empirico attraverso immagini che si istallano, insogni che si
sviluppano e che hanno la loro espressione, per poi declinare. Si sostituiscono gli
uni con altri, a volte questo prende molto tempo, a volte fenomeni più o meno
improvvisi spiazzano questi insogni e ne mettono altri al loro posto, e allora
cambia la direzione della vita di quella persona. Quella persona se ne va con i
suoi insogni in una direzione e improvvisamente si istalla un nuovo sistema di
immagini con un nuovo sistema di ideazione e, logicamente, così come succede
con le immagini e gli insogni che guidano la vita, all’istallarsi di un nuovo sistema
di immagini, cambia la vita. Accade in forma subitanea e non solo per
accumulazione empirica di situazioni, sono casi di forti commozioni o shock che
chiamiamo “fenomeni di conversione”. Ci sembra interessante poter orientare un
cambiamento interno in senso positivo, che renda più capaci, che permetta di
fare più cose, invece di rimanere chiusi in cerchi concentrici.

Nella revisione dei lavori personali proposti (Rendiconto e libertà fra


condizioni), riscattiamo quanto segue :
- Il resoconto della mia vita non ha a che fare solo con il proprio sguardo, ma
anche con gli sguardi altrui.
- Uno si immagina sofferenze che in realtà sono inesistenti.
- I condizionamenti possono essere favorevoli, neutri o sfavorevoli.
- Le comparazioni fra situazioni debbono essere fatte fra situazioni omogenee.
- Le cose accadute vengono ricordate con priorizzazioni differerenti, pertanto il
ricordo dei fatti vissuti non coincide con gli stessi fatti così come accaddero.
- L’attenzione e la distensione aiutano il livello.
- Il futuro immaginato attrae in modo favorevole o sfavorevole nel presente.

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- Futurizzando configuriamo il nostro presente.

Dalle conversazioni del Negro consideriamo interessante segnalare quanto


segue:

Non ci sono ancora le condizioni affinché noi diciamo quello che ci sembra debba
essere detto correttamente. Diremo quello che ci sembra debba essere detto
correttamente. Crediamo che quei tempi non siano tanto lontani. Ma andrà nella
direzione di cui stiamo parlando. Sarà formulato in una maniera molto più
semplice, più alla mano, nel modo più utile per la gente, secondo quanto
crediamo. Va detto nel modo più semplice, e soprattutto il più possibile legato
all’esperienza, soprattutto il più possibile legato all’esperienza e non in termini
psicologici. Questo lo faremo e lo diremo in un futuro abbastanza vicino. Ma
niente di tutto ciò si potrà mettere in moto se non scatterà una certa molla nella
coscienza della gente. E’ nella testa della gente, al momento che si
modificheranno le strutture mentali, che si produrrà il cambiamento che si sta
avvicinando.

Síntesi Drummond II.

Rassegne storiche su superstizioni e credenze.

Temi:

Sui livelli di lavoro della coscienza

Quando i differenti livelli di coscienza lavorano in senso discendente fanno si che


le immagini aumentino il loro potere suggestivo e si impongono sul fuoco
attenzionale della coscienza. Si spiegano alcune esperienze nella camera del
silenzio che corrispondono alla traduzione di impulsi dell’intracorpo che si
traduce in immagini allegorizzate di grande potere suggestivo.

Sugli insogni e la loro ricerca.

Consideriamo insogni “treni di immagini” concatenate all’interno di un argomento


e che denotano una direzione della coscienza. Esse sorgono nel livello di sonno,
dormiveglia e anche in veglia. Il modo di rilevare tali insogni è attraverso il
pre-sonno, annotando questi treni di immagini e determinando gli elementi
comuni e ripetitivi. Anche annotando i sogni. Nella veglia è più facile avvertire gli
stati d’animo che accompagnano gli insogni e che sono legati ad un sistema di
ideazione. L’intenzione è rimpiazzare queste immagini guida con altre differenti
dal proprio insogno, sostituirle nella “torretta di controllo” con un altro sistema di
traccianti, con i loro argomenti propri, diretti ai temi fondamentali.

Sulla presentazione dei lavori personali (Rendiconto e libertà fra


condizioni).

I partecipanti hanno esposto i loro lavori, riscattando quanto segue:

Il resoconto della mia vita non ha a che fare solo con il proprio sguardo, ma anche
con gli sguardi altrui.
Uno si immagina sofferenze inesistenti.

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Le condizioni possono essere favorevoli, neutre o sfavorevoli.
Le comparazioni fra situazioni debbono essere omogenee fra loro.
Le cose accadute vengono ricordate con priorizzazioni differerenti.
L’attenzione e la distensione aiutano il livello.
Il futuro immaginato attrae in modo favorevole o sfavorevole il nostro presente.
Futurizzando configuriamo il nostro presente.

Sono state aggiunte alle riunioni alcune considerazioni, commentando che


ancora non ci sono le condizioni per spiegare pubblicamente ciò che ci sembra
debba essere detto in questa problematica epoca che ci tocca vivere. Bisognerà
fare formulazioni semplici, più alla mano, nel modo più utile per la gente.

Riassunto Drummond III (31 Marzo, 1 e 2 aprile 2000)


L’incontro è iniziato con una chiaccherata sull’Occultismo, le espressioni
religiose e le religioni.

Gli occultisti cercano “un’origine che dette loro origine”, risalgono nel passato in
cerca delle verità. Tanto più antiche, quanto più tali verità hanno più peso per
loro. Si muovono con il tema degli spiriti, delle energie e delle forze. Nelle loro
concezioni differiscono dalle religioni. Lo sciamanesimo possiede caratteristiche
che toccano il campo dell’occultismo e della religione; opera attraverso riti ed è
tipicamente animista. E’ la forma di spiritualità più diffusa sulla Terra e in tutte le
religioni e i gruppi occultisti si possono osservare aspetti nettamente sciamanici e
animisti.

Le religioni si dividono in sette, che sono divisioni del tronco originale. Gli
occultisti non finiscono in sette. Alcune correnti della psicologia occidentale
ufficiale si connettono con la tesi culturale occultista in cui si sostiene una stessa
origine delle differenti espressioni della spiritualità. Questo può essere compreso
attraverso l’idea dell’”inconscio collettivo”.

Rispetto alle “macchine” (oroscopi o ruote, alberi, eneagrammi, esagrammi ed


altre rappresentazioni plastiche), notiamo che negli occultismi e nelle religioni
quegli strumenti hanno un certo “potere” insito e sogliono essere oggetti di
speciale devozione. In realtà si tratta di proiezioni plastiche dell’infracorpo che
coincidono, appunto, con aspetti del corpo umano e che possono essere portate
ad altri ambiti, come è successo nell’Astrologia e nell’Alchimia. Le “macchine”,
più che oggetti devozionali, oggi sono prese come strumenti di interpretazione.
Cosicché le ruote (come l’oroscopo) spiegano i macrofenomeni; gli alberi (come
l’albero cabalistico, l’Iggrassil o quello dei makirate) sono macchine di relazione e
gli eneagrammi e gli esagrammi (come i rosoni e le colonne) sono macchine
compositive. Ciononostante coloro che sono appassionati a muoversi con le
“macchine”, non le intendono a partire dai registri interni dell’operatore e, così
esteriorizzate, prendono una loro identità indipendente. Chi ha avuto
l’opportunità di avere fra le mani l’Archeometro di Saint-Yves D’Alveydre,
soprattutto nell’edizione con illustrazioni colorate delle figure e dei quadri
originali, avrà un’idea della funzione che gli occultisti più o meno attuali
attribuiscono alle “macchine”. Nel caso in questione, a detta dell’autore, si tratta
di una “chiave di tutte le religioni e di tutte le scienze dell’antichità”.
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Si è entrati poi nel nostro tema specifico, proponendo di rispondere alla seguente
domanda: come mi piacerebbe essere in futuro, a che tipo di persona aspiro, con
quali attributi e caratteristiche? Debbo saper ubicare il grado di profondità che ci
permette di percepirci nel futuro.

Rispetto al lavoro proposto sugli insogni e la loro ricerca, ci siamo trovati


d’accordo sul fatto che la maggior parte della materia prima del giorno prima si
riversa nel pre-sonno e da lì si introduce nel sonno. Ci sono anche contenuti
antichi in quel pre-sonno.

Rispetto ai sogni, è interessante la loro elaborazione nel post-sonno.


Quest’elaborazione è la meccanica di annotarli, permette di aprire una via
affinché essi si mostrino con maggior facilità. Non si raccomanda di introdurre la
veglia nel sonno per il rimbalzo di contenuti. Nel pre-sonno abbiamo visto che
alcuni contenuti, la maggior parte della materia prima, provengono dalla vita
quotidiana, dal giorno precedente. Questo è molto interessante perché ci
permette di conoscere ciò che sta succedendo rispetto agli insogni. E’ anche
interessante quanto è stato commentato su come si reinterpretano i sogni, cioè
riscattare i sogni e poi scriverli. Ne faccio una descrizione che non è testuale del
sogno, ne faccio un riordinamento e, se poi lo confronto col racconto della propria
biografia, si vede che non è più la propria vita, ma l’interpretazione storica della
vita. Questo fenomeno di interpretazione di quanto è successo, accade anche in
altri campi come quello della storia, per questo noi parliamo di una meta-storia,
che non studia la storia ma gli storiografi delle diverse epoche, per capire ciò che
stava succedendo nelle loro teste nelle differenti epoche; studiando gli storiografi
e non la storia..., ma, insomma, tutto questo è solo un commento laterale su ciò
che succede a studiare il sogno, gli insogni ed i racconti che sono personali, degli
storiografi, relativi alle epoche, ebbene stiamo parlando di una psico-storia.

Tutti i lavori che facciamo hanno come obiettivo la comprensione di meccanismi.


Parlando in termini generali, le pratiche sono interessanti perché ci fanno
comprendere, ma non devono essere convertite in un sistema, giacché servono
unicamente da test. Non è per i lavori che abbiamo fatto, che sono molto soavi e
in grandi linee; non abbiamo fatto un lavoro interno da cui possiamo inferire che vi
siano stati cambiamenti importanti, e se qui c’è stato un qualche cambiamento,
quel cambiamento non è stato prodotto dalle pratiche che abbiamo fatto, ma
dalla comprensione che abbiamo potuto acquisire di questi fenomeni. Pertanto
se si sono notati alcuni cambiamenti, hanno a che fare con ciò che si è pensato di
tutto questo. E’ chiaro che uno non se ne sta passivo di fronte a determinate
pratiche. La coscienza è attiva, sta investigando, sta lavorando, sta facendo test,
sta traendo conseguenze, sta organizzando le cose in un altro modo. Sono io
stesso che sto facendo le trasformazioni interessanti, questo è il bello del
lavorare in questo modo, non passivamente... Passivamente è come mettersi in
un ospedale, dove gli viene dato qualcosa e si produce un cambiamento: o lo
ammazzano o lo guariscono o non succede niente. Si deve capire, una volta per
tutte, che tutto il lavoro proposto è di attenzione. Percezione più attenzione,
stiamo parlando di appercezione, questo è il senso più interessante in cui
proponiamo la comprensione di tutto ciò... Più che il carattere magico che possa
assumere una determinata pratica, che è lo schema primitivo di questo tipo di
psicologia con carattere magico che attribuisce ad una determinata pratica la
capacità di trasformare una persona. No, non è questo, è l’atteggiamento della

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persona, l’organizzazione delle sue idee, la direzione del suo pensiero, questo è
ciò che produrrà trasformazioni. Mi dicono: “va bene..., però ci sono esperienze
che tutti fanno e da esse si giunge a conclusioni confortanti, per es. se uno lavora
con la sfera, con l’esperienza di pace, con l’esperienza di Forza, ci sono registri
indubitabili molto interessanti e molte volte positivissimi”. E’ così..., ma non è che
si stia facendo una trasformazione tanto radicale, questo da degli interessanti
registri e permette, inoltre, che il soggetto incorpori un’idea del mondo, un modo
di pensare e di sentire, e questo è molto interessante, però non sono quelle
pratiche a produrre le trasformazioni.

Esistono esperienze molto interessanti e di ogni genere, ma non è che in sé


producano trasformazioni radicali. Anche nei lavori trasferenziali si producono
cose interessanti, ma è quando uno va organizzando ciò che gli è successo nella
trasferenza, è quel lavoro post-trasferenziale quello creativo, questo non
succede meccanicamente. Questo non funziona meccanicamente. La tendenza
terapeutica, propria di questa epoca, secondo cui per vie diverse bisogna
risolvergli i problemi alle persone, i casini e tutto il resto, funziona magicamente.
Si suole lavorare con una psicologia fittizia, in cui si suppone che dando alle
persone certe pratiche o certe pasticche, la gente si trasformi, risolva i suoi
problemi e tutto il resto. No risolvono niente, passano di guru in guru e rimangono
nella stessa situazione, il fatto è che non hanno organizzato il loro pensiero e
quelle pratiche neppure contribuiscono a organizzarsi mentalmente, ad
intendere, a crescere internamente. Non si cresce internamente.

Sugli stati alterati di coscienza.

Gli stati alterati di coscienza sono interessanti e non sono prodotti


volontariamente da uno. Gli stati alterati di coscienza sono moltissimi ed
ammettono differenti gradi, ma in questi stati si entra normalmente in modo
spontaneo o per azione di agenti esterni. E’ difficile entrare in uno stato alterato di
coscienza, sebbene vi siano certe pratiche che permettono, indirettamente, di
produrre tali stati.

Si sogliono usare diversi procedimenti, non solo chimici, ma anche pratiche


respiratorie e motorie. Si possono fare anche certi esercizi come quelli che
vedevamo nel film che abbiamo proiettato. Quei signori girano e quanto più
girano, tanto più perdono il senso dell’equilibrio, più si destabilizzano e più facile
è entrare in quegli stati di coscienza. Si possono usare diversi modi per entrare in
quegli stati e ci sono stati sommamente vistosi, ma in tutti essi non si entra in
modo deliberato o diretto, ma usando intermediazioni. Questo è uno dei canali
più difficili da padroneggiare, gli altri sono relativamente facili…, non è facile
mettersi in un particolare stato di coscienza alterata, non è facile entrarvi, e tutta
la letteratura che c’è in giro e quello che racconta la gente…, anche se si desse
un qualche fenomeno considerato paranormale… sempre stanno al di fuori del
controllo del soggetto. Non c’è nessun signore che dice muoviamo quella
lampadina e la lampadina si muove… se è possibile comprovare l’esistenza di tali
fenomeni, sono fenomeni che si scatenano in soggetti particolarmente alterati, in
soggetti che sono stati sottoposti ad una forte pressione, o in stato di shock.
Bene, i fenomeni alterati di coscienza non vanno bene per una adeguata
economia dello psichismo. Esso fa forza affinché non ci si possa mettere in quei
meccanismi che sono, appunto, alterati, in cui i livelli si mescolano, in cui succede
di tutto. Si, l’economia dello psichismo si incarica di dare coesione allo psichismo.

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I fenomeni alterati sono dissocianti. Chi non conosce fenomeni alterati di
coscienza? Esistono e sono vistosi, ma non vi si entra facilmente né in modo
diretto. In generale lo si fa attraverso pratiche motorie o di sovrasforzo. Si fa con
certe posizioni, forzando la respirazione, anche con un certo tipo di esercizi di
dissociazione. Lo stato di coscienza alterata non è tanto facile, vediamo i poeti,
gli artisti in generale e coloro che posseggono il fuoco sacro: apparentemente
posseggono la virtù di potersi mettere, di potersi connettere con ciò che essi
chiamano l’”ispirazione”, e allora gli viene; è parente ai fenomeni alterati di
coscienza. Ci sono alcuni poeti che dicono: “non c’è modo, mi arrovello e
l’ispirazione non arriva”. E’ grazioso, lo dicono come se pensassero che
l’ispirazione gli arrivasse da “fuori”. Però di colpo li “prende” e gli si incendia la
corteccia. Di questo parlano molto questi poeti, è un fenomeno curioso che
assomiglia molto agli stati alterati di coscienza, è un modo di mettere la
coscienza, un modo di mettere la testa per ottenere quell’ispirazione. Nel secolo
scorso i pittori ed i poeti cercavano di aiutarsi con qualsiasi tipo di mezzi affinché
gli venisse l’ispirazione. Facevano esperienze di qualsiasi tipo per aiutare quello
stato alterato di coscienza, erano molto affezionati in quell’epoca a quel tipo di
cose. Parliamo di questo tema degli artisti per comprendere l’ispirazione e l’estasi
come gradi in cui si ottiene un qualche tipo di accesso agli stati alterati. Questo
succede anche in alcuni mistici che hanno in qualche modo abilitato quel circuito,
hanno una certa facilità a connettersi con quelle estasi.

Gli stati alterati di coscienza a cui ci riferiamo, non appartengono al dormiveglia,


sono come salti di livello, sono come di un altro livello. Chiaro, questi tipi
percepiscono un tipo di realtà e stabiliscono una quantità di relazioni, fanno una
quantità di connessioni che noi, poveri mortali, non riusciamo a vedere nelle
cose. Lo fanno in un momento di estasi e se uno legge e intende in profondità, si
domanda come hanno fatto certi personaggi a pensare tutte quelle cose, cose
straordinarie, cose a volte molto difficili. Cosa deve essere stato Bach ispirato…
sono cose che non escono dal dormiveglia! Anche a questi ultimi interessanti
stati di coscienza li chiamiamo “alterati” magari a qualcuno non gli piace la
parola, potremo chiamarli in un altro modo, ma in ogni caso non si tratta di stati
normali di coscienza. Se li chiamassimo “stati superiori di coscienza” daremmo
luogo a tutta una mitologia e a nuovi errori su tutto questo. A chi non è successo
che, quasi accidentalmente, abbia registrato momenti molto alti di coscienza, di
grande comprensione (che durano secondi), come se la coscienza si ampliasse,
si illuminasse, si dessero altre relazioni… come se si pensasse in un altro modo.
Credo che quasi tutte le persone abbiano avuto qualcuno di questi fenomeni;
sono fenomeni di grande lucidità e sono molto inspiegabili. Come arrivano se ne
vanno. Non sono manovrabili, ma si arriva a prendere contatto con un tipo di
realtà non abituale.

Riconsideriamo ora il tema delle immagini. Sono le immagini le portatrici di


carica, le immagini muovono il corpo, una cosa tanto eterea come l’immagine
finisce per muovere il corpo. La teoria delle immagini ne spiega le funzioni di
trasformare gli impulsi, di portare cariche, di tracciare movimenti. Le immagini
portano al movimento, portano le cariche. Creano mondi reali a partire da ciò che
è mentale. Fin dall’antichità, alcuni poeti percepirono la funzione dell’immagine
creatrice e la ubicarono nei sogni degli dei. Questa cosa molto poetica è cosa che
sognano gli dei. Dicevano che quando Brahma sognava, dormiva, si creavano
mondi e galassie. Di colpo Brahma comincia a risvegliarsi e non rimane che il
vuoto. Come dire che quando Brahma scende di livello è quando crea i mondi e le

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galassie. Per noi la creazione sembra una meraviglia, ma per gli Dei dei poeti la
realtà è la parte più densa, più pesante e più illusoria delle loro menti illuminate.
Cosicché, alla fin fine, il nostro universo è una divagazione di Dio. Un sognetto e
si crea una galassia o più galassie, con dei buchi neri attraverso cui scompaiono
le cose per riapparire in un altro luogo e in un altro tempo.

Tornando al nostro tema, diciamo che le immagini lavorano in uno spazio


mentale, in uno “spazio di rappresentazione”. Il tema che ci interessa è mentale e
le operazioni di quella mente, i suoi movimenti, fanno si che le cose siano
connesse fra di loro. Fra tante cose che uno conosce si dovrebbe tener conto
dell’esistenza di fenomeni che a volte uno ha sperimentato: folgorazioni, estasi,
nel sonno, nel dormiveglia e nello stato di veglia. Insinuazioni di altri livelli di
coscienza. In alcuni casi, alcune percezioni accidentali di un livello più alto, più
interessante, più completo, più ispiratore e più potente. Ma non importa che siano
folgorazioni… come dimostrazione è sufficiente un bottone, con una folgorazione
di quelle è già sufficiente. Riflettiamo su questo che è interessante.

Sullo Sguardo Interno

Di seguito si è passati alla lettura e al commento di un contributo dei partecipanti


al gruppo sullo Sguardo Interno. Il contributo riscatta le proposte e le
raccomandazioni, capitolo per capitolo, dal testo dello SI, senza prendere in
considerazione le note poste al finale del testo stesso. Qui di seguito si
riassumono le osservazioni.

“Questo lavoro riscatta dal libro Lo Sguardo Interno, le proposte d’azione, i modi
di muoversi (“fai questo, non fare questo o fai quest’altro”), come pure gli
atteggiamenti più appropriati per affrontarle e le loro spiegazioni.

Ciò che questa opera cerca di trasmettere è, in primo luogo, un messaggio sulla
corretta condotta e il corretto atteggiamento di fronte alla vita. In secondo luogo
cerca di trasmettere un messaggio sui grandi temi di lavoro interno.

Se volessimo riassumere tutto in una frase, diremmo che l’obiettivo che il libro
persegue è quello di trasmettere un insegnamento sulla condotta e sull’interiorità
dell’essere umano in relazione al senso della vita e che, inoltre, si occupa di
sottolineare l’intenzione di chi insegna, l’atteggiamento di chi apprende e la forma
di portare avanti questa relazione”.

Capitolo I. LA MEDITAZIONE.

Sono proposte riguardanti un determinato atteggiamento per comprendere


questo testo.

Capitolo II. DISPOSIZIONE PER COMPRENDERE.

Si suggerisce come atteggiamento di cercare di comprendere e meditare in


profondità e senza fretta. Non è adeguato quel metodo tanto radicato secondo
cui la discussione porta alla luce.

Capitolo III. IL NON SENSO.

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Si rivendica il fallimento come non-adeguamento ai sensi provvisori e come stato
che dà impulso a ricerche definitive. Colui che non sperimenti il fallimento dei suoi
insogni e dei suoi sensi provvisori avrà problemi per integrare un senso definitivo.
Non è attraverso l’insegnamento, ma per esperienza e meditazione che si scopre
il senso della vita. Non ci riferiamo ad una meditazione passiva, intendiamo
invece la meditazione sull’azione, sulla propria vita. L’affermazione “non c’è
senso nella vita se tutto termina con la morte”, è l’asse centrale della nostra
dottrina.

Capitolo IV. LA DIPENDENZA.

Si spiega che tutti i fattori di dipendenza che operano sull’essere umano gli
sottraggono possibilità di scelta e di azione libera.

Capitolo V. SOSPETTO DEL SENSO.

Questi fenomeni suggestivi danno adito a nuovi sviluppi, all’ubicazione di nuove


possibilità. Non avendo alcun tipo di esperienza o una grande intuizione sulla vita
o su ciò che va aldilà della vita quotidiana, non si vede come si possa giustificare
l’azione del proprio comportamento.

NOTA: nei capitoli precedenti si stanno gettando le basi, il fondamento di questo


libro. Si sta dando il tono di tutta la costruzione. In questi primi capitoli metterei
molta attenzione e non mi affretterei affatto, giacché una volta compresi, tutto il
resto viene facile. Nei prossimi capitoli si entra in temi più specifici.

Capitolo VI. SOGNO E RISVEGLIO.

Qui si stabilisce la differenza tra i livelli di coscienza.

Capitolo VII. PRESENZA DELLA FORZA.

Ascesa della comprensione in veglia. Energia o Forza che si radica e si sposta


nel corpo. Stiamo parlando del registro di un tono energetico corporale. Rispetto
a cosa sia questa energia, non ci preoccupiamo di categorizzarla con molta
precisione giacché ci interessano più i registri delle spiegazioni.

Capitolo VIII. CONTROLLO DELLA FORZA.

C’è una forma di dirigere e concentrare la forza che circola ne corpo. C’è un
punto di controllo del vero-essere-sveglio e c’è una forma di portare la Forza fino
ad esso. E’ importante non perdere il controllo dell’energia, poiché questo fa
scendere verso le profondità della mente.

Queste descrizioni sono allegorizzazioni, ma ciò non vuol dire che tali
allegorizzazioni non abbiano un appoggio. La traduzione dell’impulso che appare
rappresentato plasticamente in un immagine visiva, non significa che non esista,
è un’allegorizzazione che si basa su un punto che la produce. Questa è la grande
verità di tutto questo problema, hanno esistenza allegorizzata e denotano una

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realtà. E’ il punto importante di tutto questo scritto. Sono insogni ma denotano
una realtà.

Capitolo IX. MANIFESTAZIONI DELL’ENERGIA.

Si spiega che l’energia può indipendentizzarsi dal corpo mantenendo la sua


unità. Questo è complicato, stiamo parlando di fenomeni che si evidenziano nei
livelli più bassi della mente.

Capitolo X. EVIDENZA DEL SENSO.

Si spiega l’importanza della vita sveglia, l’importanza di distruggere le


contraddizioni interne e l’importanza di avere padronanza della Forza, al fine di
ottenere unità e continuità.

Capitolo XI. IL CENTRO LUMINOSO.

Nella Forza c’è la “luce”, che proviene da un centro. Nella dissoluzione


dell’energia c’è un allontanamento da quel centro, ma nell’unificazione ed
evoluzione di questa energia c’è un corrispondente avvicinamento e
funzionamento del centro luminoso.

Questo centro luminoso è allegorizzato. Non è che esista in un altro modo che
non sia allegorico. Non è lo stesso lavorare su allegorie interne che hanno le loro
leggi e il loro significato, che lavorare su un fenomeno supponendo che sia
esattamente così come lo si descrive. E’ molto diverso considerare quella città
come un’allegorizzazione di processi mentali. Il fatto che si tratti di
allegorizzazioni di fenomeni interni non sta squalificando tali fenomeni, li sta
ubicando nel piano delle allegorizzazioni. Posseggono un modo di esprimersi,
con leggi proprie. Hanno realtà psicologica ed allegorica. Pretendere di dar loro
un’altra spiegazione è un errore serio di ottica.

Capitolo XII. LE SCOPERTE.

Si spiega che la Forza può essere orientata attraverso uno sforzo cosciente. Che
la Forza può essere condotta al punto del reale risveglio. Che per “punto” si
intende l’ubicazione di un immagine in un luogo specifico dello spazio di
rappresentazione e non in un luogo qualsiasi.

Bisognerà ubicare correttamente le immagini poiché già sappiamo che se le


immagini sono ubicate male nello spazio di rappresentazione, non agiranno, ma
se sono ubicate correttamente, nella profondità che gli corrisponde, avranno
effetto e daranno i loro risultati.

Non è la “tracciante” quella che muove il corpo. Essa è un’immagine visiva. In


generale le immagini corrispondenti ai sensi esterni non possono muovere il
corpo. Non può muovere il corpo un’immagine visiva, auditiva, tattile, gustativa o
olfattiva. Possono muovere il corpo unicamente le immagini interne, quelle che
sono connesse alle viscere e quelle che sono connesse ai nervi, quelle che sono
connesse ai muscoli, cioè profondamente, cinestesiche e chinestesiche, da lì si
muove la macchina.

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Capitolo XIII. I PRINCIPI.

Si propone di seguire i passi meditando in un atteggiamento attivo di


comprensione. Si sottolineano due registri fondamentali per coloro che
desiderano condurre una vita coerente: quello di unità e quello di contraddizione.

Quando incontri una grande forza, allegria e bontà nel tuo cuore o ti senti libero e
senza contraddizioni ringrazia dentro di te e quando succede il contrario chiedi
con fede e quel ringraziamento accumulato tornerà convertito ed ampliato in
beneficio. “Ringraziare” significa concentrare gli stati d’animo positivi, associati
ad un immagine, ad una rappresentazione. Questo stato positivo così legato
permette che in situazioni sfavorevoli, quando cioè ci sono avvenimenti negativi,
in situazioni sfavorevoli, all’evocare una cosa sorga ciò che l’ha accompagnata in
momenti anteriori. E’ un trucco di associazione di immagini. Siccome inoltre
questa “carica” mentale può essere elevata attraverso precedenti ripetizioni,
essa è capace di rimuovere emozioni negative che in determinate circostanze
potrebbero imporre. Per tutto ciò, “dal tuo interno tornerà ampliato in beneficio ciò
che chiedi, sempre che tu abbia accumulato in te numerosi stati positivi”. Stiamo
parlando del meccanismo di associazione di immagini a climi, in questo caso a
climi positivi. Non è così? Allora come fa uno a registrarlo? Lo registra con un
immagine, pensa per esempio ad una determinata persona, ad un determinato
paesaggio o ad un oggetto e lo associa a quella situazione in cui sta bene. E da lì
in poi, ogni volta che le cose vanno bene, lo carica. Rappresenta quella immagine
e la carica e quando le cose vanno male… questi sono esperimenti molto belli
che uno può fare in piccolo, uno mette l’immagine ed esce lo stato d’animo.
Queste sono le tecniche della richiesta, i meccanismi psicologici della richiesta.
Adesso se mi dite: ma non ci sarà qualcosa di più importante come succede nelle
orazioni, qualcosa che trascende il campo psicologico, che non rimane soltanto
nel piano dello stimolo e della risposta, dell’associazione dell’immagine al clima,
ma piuttosto qualcosa che trascende, una specie di richiesta, di orazione, a cui
giunge una risposta da un altro livello…? Chissà, a volte. Noi non stiamo
parlando di questo adesso. Stiamo parlando di cose più piatte. Ad ogni modo,
perché non ci dovrebbe essere una risposta ad una determinata richiesta
lanciata con fede in un altro livello, dato che, dopotutto, esistono altri livelli di
coscienza? Il tema è come uno si ubica, così come se si ubica incorrettamente
nello spazio di rappresentazione con un immagine che non corrisponde, non
funziona, così pure se si ubica correttamente o incorrettamente in certi livelli
funzionerà o non funzionerà, come facciamo quando vogliamo muovere il corpo
ed il corpo si muove. Perché non dovrebbe funzionare un contatto se si è ubicati
correttamente con una rappresentazione alta, con un piano alto? Effettivamente
abbiamo alcune dimostrazioni di cose alte, di cose suggestive, di cose che
funzionano in un altro livello, questo dico e non dico altro.

Per esempio, nei fenomeni suggestivi che possono essere accaduti qualche
volta, durante un tramonto, in una situazione speciale in cui si illumina lo spazio di
rappresentazione e si capiscono cose sorprendenti… dura molto poco e tutto
diviene molto suggestivo e molto interessante. Non sta lavorando la memoria nel
senso abituale in cui la memoria lavora. Sta lavorando tutto, in un modo molto
potente e ad un livello più alto. Questi fenomeni di un livello più alto, non si
limitano alla questione del tramonto, ma si avranno numerosi fenomeni propri di
quel livello di rappresentazione. Ed io mi immagino che ci saranno richieste in cui
si associ ai climi positivi, ecc., io mi immagino che ci siano richieste che

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trascendono quel piano psicologico abituale e colpiscano in livelli più alti della
coscienza. Corrisponderanno ad oggetti di un livello più alto. Stavamo parlando
di una via trascendentale, che trascende il livello di ciò che è psicologico.

Capitolo XIV. LA GUIDA DEL CAMMINO INTERNO.

Si avverte che è conveniente osservare una posizione mentale, che è un tono,


un’apertura emotiva prossima a quella che ispira i poemi, che facilita la
percezione interna e non un’idea di essa: che “per il cammino interno puoi andare
oscurato o luminoso, fai attenzione alle due vie che si aprono davanti a te”.

Capitolo XV. L’ESPERIENZA DI PACE ED IL PASSAGGIO DELLA FORZA.

Si propone di riscattare la meccanica di questi procedimenti.

Capitolo XVI. PROIEZIONE DELLA FORZA.

Si spiega che se è stato sperimentato il passaggio della Forza, si potrà


comprendere come fenomeni simili, ma senza nessuna comprensione, hanno
dato vita a riti e culti che si sono moltiplicati incessantemente per tutta la storia.

Si commenta quanto stiamo male quando il nostro sguardo esterno non è altro
che la proiezione ignorata di quello interno.

Capitolo XVII. PERDITA E REPRESSIONE DELLA FORZA.

Si chiarisce come le scariche di energia si producono attraverso atti incontrollati.


Che non è ragionevole reprimere ma piuttosto ordinare. Che la sessualità non
deve essere repressa ma deve essere orientata e concludersi nell’atto stesso,
che non è conveniente che continui a coinvolgere l’immaginazione o a cercare un
nuovo oggetto di possesso in modo ossessivo.

Capitolo XVIII. AZIONE E REAZIONE DELLA FORZA.

Si ripete che in situazioni favorevoli “in cui ti senti libero e senza contraddizioni,
ringrazia dentro di te”. E che “quando ti trovi in situazioni sfavorevoli, evoca una
immagine o rappresentazione alla quale siano legati precedentemente stati
d’animo positivi e dal tuo interno tornerà ampliato in beneficio ciò che chiedi e che
hai registrato anteriormente”.

Capitolo XIX. GLI STATI INTERNI.

Gli Stati Interni sono una descrizione poetica ed allegorica di differenti situazioni
in cui si può trovare una persona nel suo lavoro evolutivo per incontrare il senso
della vita. Si intende per lavoro evolutivo quello che permette di chiarire incognite
nello svelamento del senso della vita.

Gli stati interni, i cammini, le situazioni psicologiche in cui ci si può trovare, si


possono registrare molto bene, ma non è che ci si ritrovi dentro fisicamente, sono
recinti mentali, situazioni mentali.

Capitolo XX. LA REALTA’ INTERIORE.

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Si spiega che nel mondo interiore si intuiscono fenomeni allegorici e paesaggi del
mondo esterno, ma anche descrizioni reali del mondo mentale. Che “devi
comprendere che sono veri stati mentali simbolizzati con oggetti senza esistenza
indipendente”. Che si deve apprendere a scoprire la verità aldilà delle allegorie.
Togliere ciò che le copre. Le verità sono coperte dall’allegoria. E non si deve
credere che i luoghi attraverso cui si passa nel paesaggio interno, abbiano
esistenza indipendente.

Sintesi Drummond III.

L’incontro è iniziato con una chiaccherata sull’Occultismo, le espressioni


religiose e le religioni.
L’occultismo cerca “un’origine che dette loro origine”. Cercano nel passato le loro
verità.
Si muovono con il tema degli spiriti, delle energie e delle forze. La tesi culturale
occultista si connette con la tesi dell’inconscio collettivo della psicologia ufficiale
occidentale.
Lo sciamanesimo opera attraverso riti. L’animismo è la forma di spiritualità più
diffusa sulla Terra. Le religioni si dividono in sette, che sono divisioni del tronco
originale. Le “macchine” (ruote, alberi, eneagramma ed altri simboli) sono
strumenti di interpretazione di fenomeni però appaiono esposti esternamente
quando in realtà partono da registri cinestesici dell’infracorpo.

Temi.

Sui lavori proposti.

Si è lavorato sulla risposta alla seguente domanda: come mi piacerebbe essere


in futuro, che tipo di persona, con quali attributi e aspirazioni? Dobbiamo saper
ubicare il grado di profondità che ci permette di percepirci nel futuro.

Si è esposto il lavoro proposto sugli insogni e la loro ricerca. Ci siamo trovati


daccordo sul fatto che la maggior parte della materia prima del giorno prima si
riversa nel pre-sonno e da lì si introduce nel sonno. Ci sono anche contenuti
antichi in quel pre-sonno. Rispetto ai sogni, è interessante la loro elaborazione
nel post-sonno. Quest’elaborazione è la meccanica di annotarli, permette di
aprire una via affinchè essi si mostrino con maggior facilità. Non si raccomanda di
introdurre la veglia nel sonno per il rimbalzo di contenuti.
Tutti i lavori che facciamo hanno come obiettivo la comprensione di meccanismi e
servono unicamente come test.

Sugli stati alterati di coscienza.

Gli stati alterati di coscienza sono interessanti e non sono prodotti


volontariamente da uno. Gli stati alterati di coscienza sono moltissimi ed
ammettono differenti gradi, ma in questi stati si entra normalmente in modo
spontaneo o per azione di agenti esterni. Ci interessano i fenomeni, cioè i
fenomeni della coscienza.

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Sono le immagini le portatrici di carica, le immagini muovono il corpo, una cosa
tanto eterea come l’immagine finisce per muovere il corpo. Sono le immagini
nell’essere umano a portarlo a muoversi.

Il nostro modo di vedere le cose è mentale e le operazioni di questa mente fanno


si che le cose siano connesse fra di loro in forma mentale. Ma si dovrebbe tener
conto dell’esistenza di fenomeni che a volte uno ha sperimentato, folgorazioni,
estasi, nel sonno, nel dormiveglia e nello stato di veglia. C’è un altro livello di
coscienza e in alcuni casi alcune percezioni accidentali di un livello più alto, più
completo, più ispiratore e più potente. Non importa che siano folgorazioni…
come dimostrazione è sufficiente un bottone. Già si ha un regalino, riflettete su
questo che è interessante.

Questi fenomeni interessanti producono tutto un disordine nella visione del


mondo. Quello che succede è che si vanno diluendo come succede ai sogni e
alla fine passano gli anni e viene dimenticato tutto e non è servito a niente. Se c’è
stata una qualche esperienza sembra sia tata una allucinazione e se si è
dimenticato tutto, di fatto, è scappata l’opportunità.

Sullo Sguardo Interno

Di seguito si è passati alla lettura e al commento di un contributo dei partecipanti


al gruppo sullo Sguardo Interno. Il contributo riscatta le proposte e le
raccomandazioni, capitolo per capitolo, dal testo dello Sguardo Interno, senza
prendere in considerazione le note poste al finale del testo stesso.
Sintesi di quanto visto capitolo per capitolo.

Capitolo I.
Si propone un determinato atteggiamento per comprendere questo testo.

Capitolo II.
Si suggerisce come atteggiamento di cercare di comprendere e meditare in
profondità e senza fretta ciò che si dice.

Capitolo III.
Si rivendica il fallimento come non-adeguamento ai sensi provvisori e come stato
che dà impulso a ricerche definitive. Se afferma che non c’è senso nella vita se
tutto termina con la morte, affermazione che è l’asse centrale della nostra
dottrina.

Capitolo IV.
Si spiegano tutti i fattori di dipendenza che sottraggono possibilità di scelta e di
azione libera.

Capitolo V.
Questi fenomeni suggestivi danno adito a nuovi sviluppi, all’ubicazione di nuove
possibilità. Si raccomanda di porre molta attenzione e non mi affretterei affatto,
giacché una volta compresi, tutto il resto viene facile.

Capitolo VI.

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Si stabiliscono le differenze tra i livelli di coscienza.

Capitolo VII.
Si spiega l’importanza del registro di un tono energetico corporale. Ci interessano
più i registri delle spiegazioni.

Capitolo VIII.
C’è una forma di dirigere e concentrare la forza che circola ne corpo. Queste
descrizioni sono allegorizzazioni, una traduzione dell’impulso che appare
rappresentato plasticamente in un immagine visiva. Hanno esistenza
allegorizzata, ma denotano una realtà.

Capitolo IX.
Si spiega che l’energia può indipendentizzarsi dal corpo mantenendo la sua
unità.

Capitolo X.
Si spiega l’importanza della vita sveglia, l’importanza di distruggere le
contraddizioni e l’importanza di avere padronanza della Forza, al fine di ottenere
unità e continuità.

Capitolo XI.
Nella Forza c’è la “luce”, che proviene da un centro. Questo centro luminoso è
allegorizzato. Ha realtà psicologica e allegorica. Pretendere di dargli un’altra
spiegazione è un errore serio di ottica.
Il fatto che si tratti di allegorizzazioni di fenomeni interni non sta squalificando tali
fenomeni, li sta ubicando nel piano corrispondente.

Capitolo XII.
Si spiega che la Forza può essere orientata attraverso uno sforzo cosciente. Che
deve essere condotta al punto del reale risveglio. Per “punto” si intende
l’ubicazione di un immagine in un luogo specifico dello spazio di
rappresentazione.

Capitolo XIII.
Si propone di seguire i passi meditando in un atteggiamento attivo di
comprensione. Si sottolineano due registri fondamentali per coloro che
desiderano condurre una vita coerente: quello di unità e quello di contraddizione.
“Ringraziare” significa concentrare gli stati d’animo positivi, associati ad un
immagine, ad una rappresentazione. E’ un trucco di associazione di immagini.

Capitolo XIV.
Si avverte che è conveniente osservare una posizione mentale, che è un tono,
un’apertura emotiva prossima a quella che ispira i poemi, che facilita la
percezione interna e non un’idea di essa.

Capitolo XV.
Si propone di riscattare la meccanica di questi procedimenti.

Capitolo XVI.

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Si spiega che attraverso queste esperienze si può comprendere come fenomeni
simili, ma senza nessuna comprensione, hanno dato vita a riti e culti che si sono
moltiplicati incessantemente per tutta la storia.

Capitolo XVII.
Si chiarisce come le scariche di energia si producono attraverso atti incontrollati.

Capitolo XVIII.
Si spiega il trucco interno di caricare in momenti favorevoli e poi di chiedere ciò
che è stato registrato in precedenza.

Capitolo XIX.
Gli Stati Interni sono una descrizione poetica ed allegorica di differenti situazioni
in cui si può trovare una persona nel suo lavoro evolutivo. Sono situazioni
mentali.

Capitolo XX.
Si spiega che nel mondo interiore si intuiscono fenomeni allegorici e paesaggi del
mondo esterno, ma anche descrizioni reali del mondo mentale. Sono stati
mentali simbolizzati con oggetti senza esistenza indipendente, " devi apprendere
a scoprire la verità aldilà delle allegorie ".

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