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Corso B
S.L.F.
SOM M ARI O
Pr emessa ................................................................................................................................................................................3
Tutela appar ente di un bene giur idico.....................................................................................................................3
Teor ie sulla tutela del bene giuridico .................................................................................................................4
Fr ammentar ietà del dir itto penale ............................................................................................................................5
Pr incipi costituzionali del Dir itto Penale................................................................................................................6
Pr incipio di legalità......................................................................................................................................................6
1. Tassativit à e deter minatezza della fattispecie .............................................................................6
2. Riser va di legge ............................................................................................................................................7
Divieto for male di analogia................................................................................................................................9
[ manca un’or a 09/ 10] –3. Ir r etr oattività................................................................................................ 11
Pr incipio della per sonalità della r esponsabilità penale.......................................................................... 13
Responsabilità penale delle per sone giur idiche......................................................................................... 16
Validità spaziale e tempor ale della legge penale........................................................................................ 18
Ambito spaziale .................................................................................................................................................... 18
Il r eato................................................................................................................................................................................... 19
La str uttur a del r eato............................................................................................................................................... 20
Teor ia bipar titica....................................................................................................................................................... 20
Teor ia tr ipar titica...................................................................................................................................................... 20
Fatto tipico vs elemento oggettivo .............................................................................................................. 20
Antigiur idicità ....................................................................................................................................................... 27
Colpevolezza o r iprovevolezza...................................................................................................................... 28
Cir costanze del r eato ............................................................................................................................................... 30
Concor so di cir cosanze ..................................................................................................................................... 31
Delitto tentato ............................................................................................................................................................. 32
idoneità ed univocità degli atti...................................................................................................................... 33
Desist enza e r ecesso attivo ............................................................................................................................. 34
teor ia quadr ipar titica .............................................................................................................................................. 39
La colpa ................................................................................................................................................................................ 39
Inquadr amento cultur ale....................................................................................................................................... 39
Regole di accer tamento .......................................................................................................................................... 40
MOdalità gener ali di r ealizzazione di un r eato: concor so di per sone............................................. 40
PREM ESSA
Si definisce Reat o ogni fatto umano cui la legge penale r iconnette Sanzioni penali (ovver o sia
pene che misur e di sicur ezza). Il r eato r uota attor no a 3 pr incipi car dine ovver o:
ART. 3 9 4. ( 1 )
Tale è un delitto contr o l’amministr azione della giustizia, tr amite la tutela ar bitr ar ia delle
pr ivate r agioni. Il pr ocesso è : pr ender e il bene giur idico, affinar lo del capo, tutelar lo in
manier a specifica nella fattispecie e infine ancor a di più per quel par ticolar e aspetto. Teniamo
a mente la fattispecie base che è quella di omicidio. Analizzando le norme vediamo che il bene
giur idico non sembr a esser e l’amministr azione della giustizia(quanto l’ordinamento della
cavaller ia). È la fr ode delle etichette. Ci sono var i tr ucchetti, cer te modalità di condotte
all’inter no delle fattispecie per cui il r isultato finale può esser e totalmente str avolto. Se non
fosse così avr emmo dovuto aver e per la mor te in duello una pena maggior e di quella
dell’omicidio per ché avr emmo avuto un delit t o plur ioffensivo.
Possiamo veder e lo stesso pr incipio nella punizione del “r atto”. Vediamo che si ha una tutela
appar ente di un bene giur idico mentr e in r ealtà se ne tutela un altr o(in questo caso la
str uttur a familiar e del tempo).
Vediamo ancor a l’insolvenza fr audolenta. Questa può esser e definita come una nor ma
classist a di contr ollo sociale per ché tale può esser e fatt a avver ar e solo da chi contr ae un’
obbligazione, non la adempie, e mentr e dissimula che non è inadempiente. Un r icco, infatti,
non avr ebbe mai potuto far avver ar e tale fattispecie. Anche qui siamo di fr onte all’utilizzo del
dir itto penale a scopo politico.
una concezione invece opposta, che arrivava a riempire tale concetto di concezioni politiche
ed etiche, subordinandolo allo scopo che l’ordinamento voleva perseguire(definizione che
fa sorgere l’obiezione di piegare la tutela penale all’ arbitrio del legislatore).
negativo, ovvero prevedendo cosa sicuramente non può assurgere a reato. Il resto sarà definito
secondo il criterio della <<stretta necessità>> che si sostanzializza negli altri due criteri della
sussidiarietà e della meritevolezza di pena.
Tale teoria però si scontra in concreto con l’attuale ordinamento penale, come definito in epoca
fascista, e ciò si manifesta in due ordini di problemi: a) verificare se le odierne fattispecie si
riferiscono a beni sufficientemente definiti; b) verificare la tutela dei beni sempre alla luce delle
concezioni costituzionali. In molti casi comunque la Corte Costituzionale, non potendo sindacare il
merito delle scelte del legislatore penale, ha cercato di adattare, con sforzi concettuali notevoli, le
fattispecie previste dall’odierno ordinamento, dichiarandone l’incostituzionalità solo in rari casi.
Riprendendo brevemente i due criteri della teoria costituzionale, possiamo descrivere quello di
sussidiarietà come il principio per cui lo strumento penale debba essere utilizzato solo quando
risulti necessario e conforme allo scopo. In realtà questo principio non è che una manifestazione
del più generale principio di proporzionalità. Sono da ricordare anche due eccezioni di questo
principio:
1. concezione ristretta privilegia l’utilità pratica è dice che, se sufficiente, la protezione può
avvenire anche con mezzi extra penali(prevale la necessarietà).
2. Concezione ampia privilegia la capacità di incidere sugli stessi atteggiamenti dei cittadini
(prevale la protezione del bene).
Infine possiamo descrivere il principio della meritevolezza come quel principio per cui il ricorso
allo strumento penale è giustificato solo ove vi sia un attacco intollerabile.
La tutela dei beni giur idici non è quindi assoluta, bensì fr ammentar ia.
La fr ammentar ietà è un car atter e ineludibile del dir itto penale. Essa pone nello stesso tempo
l’incr iminazione, lasciando per ò liber i dei canali di navigazione all’inter no della stessa
incr iminazione.
Più dilato una fattispecie, più questa è ampia, meno la condotta diventa deter minata,
maggior e è la tutela che assicur o al bene giur idico. Ma il dr amma del bene penale è il
bilanciamento tr a la tutela del bene e la gar anzia di liber tà dei consociati. Bisogna
deter minar e una misur a di bilanciamento nel cr ear e uno spazio adeguato di tutela con uno
spazio adeguato di gar anzia per i cittadini dinanzi alla per secuzione penale.
L’unica soluzione è quella del caso concr eto. Per far funzionar e il sistema bisogna dar si una
bussola, ovver o stabilir e come si faccia ad effett uar e tale bilanciamento.
L’Ar t. 25 stabilisce il pr incipio del giudice natur ale e dell’ir r etroattività della legge penale.
L’Ar t. 27 stabilisce i pr incipi di per sonalità della legge penale, la r ieducazione del condannato
e la non contr ar ietà all’ umanità del tr attamento.
nessuno può esser e punito per un fatto che non sia espr essament e stabilito dalla legge ne con
pene non pr eviste dalla legge stessa.
Pr ima del pr incipio di legalità vigeva il pr incipio di ar bitr ar ietà. Ovviamente questo pr incipio
può esser e comunque modificato, sia dalla r ealtà politica, sia dalla consuetudine.
Si sono infatti formate decine e decine di tr appole nel dir itto penale vivente.
Quelli descr it t ivi descr ivono appunto una r ealtà, por tano in fattispecie un dat o del r eale.
Gli elementi nor mat ivi giur idici non descr ivono r ealtà ma r ichiamano pezzi del sistema
giur idico. Inser iscono nell’or dinamento un dato sistema giur idico. Quelli invece ext r agiur idici
non fanno par te dir ettamente dell’or dinamento ma si r icavano dal comune sentir e.
La tassativit à e la det er minatezza di una fattispecie si tr aducono in elementi che hanno questi
car atter i.
Vediamo come si tr aduce la tassatività. La fat tispecie è tassativa, se costr uita con elementi
linguistici pr ecisi ed univoci. Questi car atter i non sono però indefettibili. Se pronunciassimo
ad esempio la fr ase “Il lipizzano è malato” arr iver emo a compr ender e un altr o impor tante
pr incipio. La comunicazione linguistica pr esuppone, infatti, per la sua compr ensione una
cultur a comune. Non basta quindi che sia univoca e pr eciso, ma deve par lar e di un fatto che
esist endo per quel gr uppo sia spiegabile con il linguaggio di quel gr uppo. Tendenzialmente
L’univocità e la deter minatezza del linguaggio utilizzato nella norma, non la r endono sempr e
tassativa.
Quando due stanno insieme, si autoplagiano? I cr istiani sbr anati dai leoni per la fede, er ano
plagiati? Questa nor ma è stata abr ogata pr opr io per la sua indeter minatezza, non sussistendo
un linguaggio che r iesca a comunicar e un fatto del r eale che la gente conosce o può conoscer e.
Ovviamente è anche un pr oblema di inter pr etazione. Il dir itto penale, qualcuno affer ma, è un
dir itto di mer a-interpr etazione.
Consider iamo la legge Merlin del ’58 sulla Chiusur a delle case chiuse. Vediamo subito che si
par la di lotta, mentr e il dir itto penale non deve far e la guer r a. Il dir itto penale è il dir itto delle
singole per sone. Anche all’Ar t. 3 tr oviamo il favor eggiamento della pr ostituzione dove è stato
necessar io l’inter vento della cassazione per evit ar e una inter pr etazione tr oppo r estr ittiva.
2. RISERVA DI LEGGE
Riser va di legge significa monopolio del legislat or e. Non fonti secondar ie. Essa è consider ata
nell’ottica che nel par lamento vi sia l’opposizione che può eser citar e il controllo dell’oper ato
della maggior anza. Nel caso dei Decr eti, il contr ollo sfuma. La minor anza è esclusa dalla
maggior anza che appr ova la legge di delega. Nel caso di conver sione e come se il contr ollo sia
“dolosamente r inunciato” nella mater ia penale. Il problema è un altr o, ovver o che tutti sono
consapevoli che il consenso, ad esempio, su un nuovo codice penale non si può aver e, quindi o
si pr ocede con mezzi come il decr eto, oppur e in mater ia penale è difficile che un consenso
possa esser e r aggiunto.
Ma r iser va di legge significa anche monopolio del legislat or e st at ale. Le r egioni, anche a statuto
speciale, non possono emanar e nor me penali. Pr ima del 117 qualche r egione ci pr ovava. Il
divieto si basa sull’evitar e che vi sia un tr attamento della liber tà geogr aficamente
differ enziato che possa por tar e un attentato all’unità dello stato.
[ Concetto che all’esame non viene fuor i mai N.D.R.] La colpa è di Fiandaca. Egli dice che la
legge r egionale possa inter venir e in funzione “scr iminante” che di solito agli esami è r ipor tato
come la” possibilità della r egione di por tar e cause di giustificazioni”. Le scr iminanti sono
cause che tr asfor mano un r eato in un non-r eato. Es l’Ar t. 50 che espr ime il Consenso
dell’avente Dir itto. In r ealtà la legge r egionale può, in questo campo, por r e dei dir it t i . Es la
r egione Campania che stabilisce che le cave possano esser e scavate a x pr ofondità, maggior e
di quello pr evisto dallo stato. Quindi le r egioni possono integr ar e l’Ar t. 51.
La legge regionale è una scriminante dello scriminante dell’Art. 51. Infatti queste
scr iminanti, sebbene nel codice penale, non r isultano esser e nor me penali, ma pr incipi
gener ali dell’or dinamento. La legge r egionale può aver e quindi solo in questo senso un effetto
in mater ia penale.
Non c’è dubbio che l’esecutivo abbia str umenti miglior i del legislativo. L’esecutivo può
assumer e decisioni basat e ver osimilmente su basi più cer te più sicur e e più tecniche, avendo
anche una maggior semplicità nell’agir e.
Un esecutivo, r ispettoso della costituzione che emanasse nor me penali potr ebbe esser e più
affidabile del par lamento. Ma noi non possiamo toglier e quelle pr er ogative al par lamento, non
possiamo, infatti, r inunciar e alla liber tà, al controllo delle minor anze, alla liber tà dell’agir e.
Es. Legge in mat er ia di st upefacent i. Ma chi dice chi sono gli st upefacent i? O il giudice o il pot ere
esecut ivo. Non pot r ebbe infat t i far e l’elenco il par lament o, ne pot r ebbe volt a per volt a
aggior nar lo lui.
Es. 2 Usur a. Richieder e denar o olt r e una per cent uale var iabile. Quest a per cent uale chi dovr ebbe
definir la? Il par lament o? Sar ebbe t r oppo lent o, quindi a quest o pensa il minist er o dell’economia.
Quindi quando la norma ha contenuto tecnico, questo è facile che venga integr ato da par te
dell’esecutivo.
Es 3
C’è chi dice che t ale ar t icolo sia al limit e della cost it uzionalit à per ché la fat t ispecie sembr a
esser e mancant e del pr incipio della t assat ivit à. La cont r o-t esi dice invece non è ver o. Qui la
scelt a c’è, ed è st at a fat t a dal legislat or e che punisce chi disobbedisce.
L’esecutivo, e le norme secondarie, possono quindi solo integrare e più in particolare secondo
l’ultima impostazione teorica della Corte Costituzionale, possono farlo:
Il principio di riserva di legge serve anche ad escludere che sia la consuetudine (che potrebbe
intervenire solo in funzione scriminante) sia la normativa europea (che può intervenire solo
mediatamente ) possano intromettersi nella definizione dell’ordinamento penale.
Infine il principio di riserva di legge deve estendersi anche alle pene, che rappresentano il momento
cruciale della disciplina penale. Questo si concretizza lasciando la definizione delle stesse al
legislatore e prevedendo un intervallo edittale che sia ragionevole e commisurato alla gravità
dell’offesa e al rango del bene. La riserva si estende anche alle pene accessorie e alla fase esecutiva
della pena.
Se nessuno può esser e punito per un fatto che espr essamente non sia pr evisto(Ar t. 1), allor a
l’analogia deve esser e esclusa dalla mater ia penale. Essa quindi è una pr oiezione del divieto di
retroattività. Eppur e non possiamo ipotizzar e un or dinamento per fetto, per questo si r icor r e
all’analogia.
Le leggi penali non si applicano in via analogica. Dunque il discor so sembr er ebbe chiuso.
Per ché voglio che sia il legislator e che indichi il fatto da punir e, e per ché voglio che sia
individuato for malmente? Per ché vogliamo garantir e la liber tà. Il pr incipio di legalità ha come
scopo quello di costituir e un sistema deter minato. Ha come scopo la cer tezza del dir itto.
Siamo sicur i?
Jer ing affer ma che ciascun or dinamento è quello che è per il suo scopo. Quindi la mia
inter pr etazione deve esser e finalistica. La legalità è il nostr o scopo o questo è solo uno scopo
mezzo? Per ché ho bisogno di un dir itto cer to? Non potr ei pr efer ir e un dir itto meno cer to ma
più efficace?
La cer tezza del dir itto è sicur amente il pr imo scopo del pr incipio di legalità ma questo serve a
qualcos’altr o. Ser ve alla pr evia conoscibilità del dir itto. Lo scopo finale è la liber tà. Il dir itto
deve esser e cer to così che io posso sceglier e liber amente anche se uccider e l’amant e di mia
moglie invece di chieder e il divor zio.
Se lo scopo finale del r ispetto del pr incipio di legalità è la tutela della liber tà, io non posso
inter pr etar e il 14 con una lettur a for male. Per ché la legge penale è fatt a di nor me dette in
malam par t em (tutte quelle contro il r eo) e di nor me in bonam par t em (tutte quelle a favore del
r eo) .
Quindi se io consider assi l’Ar t. 14 r ifer endolo a t ut t e le nor me in mat er ia penale, non far ei
altr o che andar e contro lo scopo del pr incipio di legalità e quindi r iducendo la liber tà.
Allor a si dice che le leggi penali consider ate dall’Ar t. 14 sono quelle in malam par t em . Posso
invece estender e i casi in favor liber tatis ma mai la r epr essione in via analogica.
Vediamo il secondo comma. Abbiamo la divisione in analogia legis e analogia iur is. Si pone
l’analogia come sistema, non di inter pr etazione ma di integrazione.
Non si può andar e oltr e i pr incipi gener ali dell’or dinamento. Solo il legislator e può far lo. Per ò
vale sempr e il pr incipio per cui ser ve super ar e t utti e due gli sbar r amenti ovver o che la nor ma
non deve per ò esser e nemmeno una norma eccezionale.
Quindi anche le nor me in bonam par t em non sono estensibili in via analogica se è una nor ma
eccezionale.
Per le nor me penali in malam par t em non è mai possibile l’applicazione analogica.
Per le nor me penali in bonam par t em , l’applicazione analogica è possibile solo se t ali
nor me non sono allo stesso tempo eccezionali.
3. IRRETROATTIVITÀ
Non vi conflitto fra l’Art. 2 c.p. che stabilisce la retroattività in favor rei e l’Art. 25 che vieta la
retroattività in modo assoluto, perché la ratio che sta dietro i due principi, ovvero garantire la
libertà del singolo, è la stessa. Tutto questo diventa più chiaro anche se si considera l’Art. 3
Costituzione.
Al primo comma dell’Art. 2 abbiamo il caso in cui vi sia una nuova incriminazione.
COMMA 2°
Al secondo comma troviamo invece il caso dell’abolizione, ovvero quando un fatto non costituisce
più reato. Qui anche se vi è stata condanna <<ne cessa l’esecuzione e si estinguono tutti i connessi
effetti penali>>.
Si pone qui un problema, ovvero di capire secondo quali criteri una fattispecie penale venga
totalmente abolita o solo modificata. Si ha quindi il principio della successione di leggi nel tempo
per cui si utilizzano due criteri, che se rimangono identici fra la vecchia e nuova fattispecie,
sanciscono la successione. Questi sono:
1. L’interesse protetto;
Un altro criterio utilizzato per constatare la successione nel tempo di una fattispecie è il criterio di
continenza ovvero verificare se le due fattispecie sono in un rapporto di genere e specie. In altri
casi il rapporto di continenza può venire ad esistenza anche grazie all’abolizione di una fattispecie
che permette il riespandersi di un’altra.
È il caso dell’esempio t r at t o dal Fiandaca – Musco fr a infant icidio per causa d’onor e, infant icidio
in condizioni di abbandono mat er iale e mor ale e omicidio. Cosa succede in quest o caso:
l’abr ogazione dell’infant icidio per causa d’onor e non compor t a una successione nei confr ont i
dell’infant icidio in condizioni di abbandono mat er iali. Quindi siamo in caso di abolit io? No,
per ché abr ogando l’infant icidio per causa d’onor e si ha l’effet t o di r iespander e la sfer a del delit t o
d’ omicidio, cr eandosi una successione nei confr ont i di quest ’ult imo r eat o anziché del nuovo di
infant icidio in condizioni di abbandono mat er iale e mor ale.
COMMA 4°
Quando si riscontri successione come visto sopra, deve ritenersi applicabile la disciplina che risulti
più favorevole al reo, in garanzia del favor libertatis. Il raffronto tra le discipline, per trovare quella
più favorevole, deve farsi in concreto.
COMMA 3°
Con tale comma, introdotto nel 2006, si supera il principio dell’intangibilità del giudicato.
Vediamo infine il caso di modifiche mediate, ovvero di modifiche di norme che integrano la
fattispecie o che disciplinano elementi normativi (cioè rimandi a <<pezzi>> dell’ordinamento)
della fattispecie. Qui la situazione è controversa, poiché la dottrina dominante ritiene che il
principio dell’Art. 2 comma 2 non debba trovare applicazioni. Altra dottrina (fiandaca – musco) è
più propensa per una interpretazione estensiva, per cui anche in questo caso debba vincere il
principio del favor libertatis.
COMMA 5°
Il principio qui è abbastanza chiaro, per cui in caso di leggi temporanee (ovvero aventi per legge un
efficacia limitata nel tempo) o di leggi eccezionali (ovvero collegate ad avvenimenti contingenti
fuori dall’ordinario), i principi dei commi 2 e 4 non si applicano. Stesso principio prima valeva
anche per le leggi finanziarie (la ratio stava nell’interesse alla riscossione dei tributi) finchè la legge
che aveva stabilito tale principio (n4/1929) non è stata abrogata.
Secondo il Comma 5°, si applicano i commi 2 e 4 ai soli casi di <<fatti concomitanti>> all’entrata
in vigore del decreto-legge poi non convertito. Invece, come stabilito dalla Corte Costituzionale con
sentenza 15/1985, tale principio non si applicherebbe ai fatti <<pregressi>> all’entrata in vigore del
D-L poi non convertito.
Anche per le leggi dichiarate incostituzionali, perdendo efficacia ex tunc, non dovrebbe ravvisarsi
un fenomeno successorio. Ma il principio del favor libertatis è sempre costituzionalmente superiore,
per ciò si deve desumere che questo possa trovare applicazione in caso la legge in questione sia più
favorevole al reo.
Il pr incipi di ir r etroattività attiene solo alle leggi penali di car atter e sostanziale non anche
quelle di car atter e pr ocedur ale.
Una domanda sui pr incipi, una sul r eato, una sulle pene.
Tr oviamo questo pr incipio all’Ar t. 27 della Costituzione, una norma car atter izzata per
essenzialità. Ma cosa vuol dir e questo pr incipio? Dati i var i dubbi, la giur ispr udenza diede a
questa for mula l’interpr etazione più r estr ittiva: Ovver o che non sussiste r esponsabilità per
fatto altr ui.
La dottr ina er a dubbiosa su questo pr incipio a causa dell’ ovvietà di tale pr incipio. In r ealtà il
ter mine “ personale” va inteso all’inter no della costituzione, in una lettur a di sistema con
tutta la costituzione.
Per sonale vuol dir e par t ecipat o, par tecipato psicologicamente, ovver o r iconducibile alla
per sona, mater ia e spir ito, <<mater ia e dopamina>>. Solo in questo caso può esser e chiamato
a r isponder e.
L’inter pr etazione più r estr ittiva fondava la costituzionalità sul solo esister e del nesso di
causalità, teor ia che è stata super ata nel 1988.
In r ealtà, già l’Ar t. 40, par la di una conseguenza da condotta. Ma non esiste una condotta che
non sia psicologicamente sorr etta. Anche l’agir e per automatismo è r iconducibile ad una
r ealtà diver sa da quella str ett amente mater iale. Quindi il r ifer imento ad un’azione od
omissione e comunque un effetto indir etto che mi fa capir e che c’è un concetto più ricco.
L’azione o l’omissione, necessar iamente sono legati alla sfer a psichica.
NESSUNO PUÒ ESSERE PUNI TO PER UN'AZI ONE OD OMI SSI ONE
PREVEDUTA DALLA LEGGE COME REATO, SE NON L'HA COMMESSA CON
COSCI ENZA E VOLONTÀ.
Secondo comma: I delitti sono tutti dolosi, salvo diver sa espr essione di legge.
Ter zo comma: Dopo tutte quelle gar anzie, si aggiunge che il legislator e fa quello che vuole.
Come è posto a car ico del soggetto la r esponsabilità? Sulla base del r appor to di causalità. Ecco
che la cor te costituzionale dice che la r esponsabilità per sonale si ha solo quando si ha il nesso
di causalità.
Es 1 Ar t . 116. Reato diver so da quello voluto da taluno dei concor r enti. Chi non voleva il
r eat o ne r isponde solo se vi è un r appor t o di causalit à. Immaginiamo che si pot esse pr ovar e che
fu assicur at o a quest o palo che non si sar ebbe fat t o male a nessuno. Per ò anche quest o palo
r isponde della mor t e del cassier e, per ché senza di lui non si sar ebbe commesso il r eat o. Quest o
non sembr a coer ent e con la r esponsabilit à per sonale. E per di più t eniamo pr esent e che in caso
di concor so la pena è la st essa.
Finché nel 1988 con la 364 cambia l’inter pr etazione dell’Ar t. 27 della costituzione. La cor te
dice che ha r agione la dottr ina, ovver o che per ché la r esponsabilità oggettiva r isponda al
pr incipio di per sonalità, questo deve legger si come pr incipio di colpevolezza, cioè deve
contener e una r iprovazione. Dunque la r esponsabilità penale è personale intesa come
principio di colpevolezza in quanto il fatto sia commesso almeno con colpa con r ispetto agli
elementi più significativi (elementi costituenti la fattispecie che offendono il bene giur idico)
della fattispecie.
Il soggetto, in negativo, non ha voluto l’evento anche se l’avesse pr eveduto(in questo caso la
colpa è più gr ave).
Dentr o la colpa, che sia gener ica o specifica, ci sta una regola cautelare( una r egola esistent e
mir ata ad evitar e cer ti tipi di eventi). Bisogna quindi consider ar e se er a pr evedibile e se er a
evit abile.
Ver r à comunque fuor i nel 2001 in seguito ad un obbligo imposto dell’unione europea.
Vediamo i pr o e i cont r o in gener ale. Siamo nel dir itto penale dell’economia, ovver o
nell’applicazione del dir itto penale canonico, tr adizionale classico, a fatti che abbiano un
contenuto essenzialmente economico.
Lo scopo dovr ebbe esser e quello di r idur r e l’incidenza del r eato, ma ci si è accor ti che il dir itto
penale ha delle difficoltà ad assolver e queste funzioni. Difficoltà patologiche sue propr ie. La
mancanza di effettività della pena è una causa patologica del dir itto penale. Or mai si ha un
sistema di anticipazione della pena. La magistr atur a capisce che la misur a è in-effettiva quindi
da la misur a cautelar e.
Questo è fenomeno noto come sostanzializzazione della pr ocedur a penale. Questo ha una
valenza gener ale ma specialmente quando discutiamo di fatti a contenuto economico.
In pr imo luogo è un pr oblema cultur ale per ché viviamo nella società dello scambio, con il suo
modo di intender la. Tutto dipende dalla cultur a e dall’effettività del dir itto penale. Ciò che
tr attiene dal r eato è questo: Cultur a + Effettività del dir itto penale.
Es. Passo con il r osso solo se non c’è nessuno a dest r a e sinist r a e nessuna polizia nei dint or ni. Se
quest a ci fosse non passer i a pr escinder e.
Tutto questo a maggior r agione in campo economico. Si è ar r ivati a definir e che in campo
economico il dir itto penale pr evisto per le per sone fisiche non è abbastanza.
Per questo si costr uisce un dir itto penale che si dir ige dir ettamente contr o la per sona
giur idica cr eata dal delinquente impr enditor e. Su questo si discusse per ò per decenni a causa
dell’Ar t. 27 che sancisse che la r esponsabilità penale è per sonale.
Il pr incipio che r isolse la questione fu quello per cui, come i diritti sor gono in capo al soggetto,
anche le questioni penali sor gono in capo alla stessa società. Così, ampliando la definizione di
per sonalità pr evista dall’Ar t. 27 si r isolse il problema.
Consider iamo pr ima l’ipotesi di ir r ogazione di una pena pecuniar ia. Questa deve esser e
deter minata fr a un minimo ed un massimo. Ma che deter r enza potr à mai aver e una pena
pecuniar ia pr evista che sar à possibile calcolar e da par te dell’impr enditor e?
Il discor so cade con la sentenza 360 dell’88. Da quest a sent enza nasce il pr oblema di come
far ebbe l’ente a r isponder e per colpa e per dolo, visti come elementi psicologici del r eato. Non
si continua a fa conciliar e la r esponsabilità dell’ente con l’Ar t. 27.
La soluzione è quella di cr ear e un sottosistema che r ecuper i il sistema penale in gener ale.
Ser ve definir e una colpa tipica dell’ente. Così si impose l’obbligo per le impr ese di dotar si di
un codice etico. Questo doveva pr eveder e delle pr ocedur e con le quali evitar e la pr oduzione di
r eati.
Tale pr incipio fu intr odotto nel 2001 pr evedendo che questo modello non diventi obbligatorio
come quello degli USA(imponendo quasi un modo di gestir e la propr ia impr esa). In più, se
efficace, non r iduce la pena ma dir ettamente esclude la punibilit à.
Nasce la categor ia dei r eat i pr esuppost o. L’ente r isponde solo per i r eati che sono stati
commessi e che sono espr essamente pr evisti dalla legge come fonte di r esponsabilità per
l’ente.
In questo modo si r iuscì a sur r ogar e il pr incipio di per sonalità pr evedendo il caso in cui l’atto
è commesso nell’interesse o in vantaggio dell’ente.
Da qui si ar r ivò a cr ear e una sor ta di r esponsabilità oggettiva. Il legislator e invece pensa di
andar e avanti r ecuper ando l’esper ienza amer icana. Quindi si stabilisce che l’ente è liber o di
dotar si o meno di un modello or ganizzativo che deve esser e per ò adottato ed efficacemente
attuato. Si introduce un organismo di vigilanza. Questo vigila sulla cor rispondenza concr eta
delle pr ocedur e con quelle pr eviste nel modello or ganizzativo.
Il controllo avviene a campione per ché l’or ganismo non può aver e funzione di gestione. Se il
modello è idoneo di per se ed effettivamente applicato, ma il r eato si ver ifica lo stesso, allor a
vuol dir e che il modello è stato fr audolentemente aggir ato. Quindi in questo caso la societ à
non r isponde, fer mo il destino della per sona fisica.
Vediamo or a i problemi dei r eat i-pr esuppost o. L’idea or iginar ia er a che questi r eati dovesser o
r iguar dar e il mer cato, la liber tà ed il modo di pr odur r e i beni e i ser vizi. Per questa r agione, il
settor e della liber tà del mer cato er a stato inser ito e si er ano intr odotti var i tipi di
r eato(concussione, cor r uzioni, frode informatica ai danni dello stato..). Sulla pr oduzione, si
pensava ai r eati in mater ia di igiene sul lavor o, di incidenti sul lavor o.
Par adossalmente, mentr e la legge delega diceva al legislator e quanto detto, i r eati di
pr oduzioni scompar ver o completamente. Il motivo r isiede nel fatto che il legislator e aveva
r itenuto di non dar cor so a questa delega per ché la r esponsabilità degli enti er a una
r ivoluzione che doveva ancor a esser e gestita.
L’Europa per ò per iodicamente impone di aggior nar e il numer o di r eati pr esupposti. Si ar r ivò
ad una estensione incr edibile. Questo cr eò due pr oblemi:
La nor mativa è per ò applicata pochissimo. Fino al 2004 non c’er a ancor a nessuna iscr izione al
r egistr o indagati per ché non c’er ano mater ialmente i r egistr i per iscr iver e gli enti.
Riassumendo i tratti principali, vediamo che i requisiti affinché vi sia il giudizio di responsabilità
sono i seguenti:
1. Che il reato sia commesso da una persona fisica e a tal comportamento sia ricondotta la
responsabilità dell’ente;
2. Che vi sia un rapporto qualificato fra autore del reato ed ente(rappresentanza, dirigenza,
controllo di fatto;
Infine, con decreto del 2008 sono stati superati anche i problemi che derivano dal principio della
delega, stabilendo che affinché questa sia valida debbano ricorrere i seguenti presupposti:
1. Non deve avere carattere fraudolento, per cui deve risultare in modo certo ed equivoco;
AMBITO SPAZIALE
Vigono vari principi che sanciscono tale ambito di validità. Il primo è quello territoriale che
stabilisce che è soggetto alle leggi penali chiunque commetta un reato nel territorio dello stato
ovvero i confini geografico – politici e tutte le altre eccezioni previste dal diritto internazionale. Per
commissione nel territorio dello stato si intende:
I L REATO
I r eati si dividono in delitti e contr avvenzioni. L’unica differ enza tr adizionale è di tipo
quantitativo è sta nella pena: i delitti sono puniti con l’er gastolo, con la r eclusione e con la
multa, mentr e le contr avvenzioni sono punite con l’ar r esto e con l’ammenda.
Ci sono pur e altr e differ enze tipo: che per le contr avvenzioni non si è punti a titolo di tentativo
mentr e nei delitti sì; nei delitti invece si r isponde solo titolo di dolo, salvo i casi
espr essamente pr evisti, mentr e nelle contr avvenzioni il dolo o la colpa .
TEORI A BI PARTI TI CA
Essa conta due elementi: quello soggettivo e quello oggettivo. Qualunque r eato ha degli
elementi soggettivi ed oggettivi.
Abbiamo già visto che il r eato sostanzialmente è un illecito a modalità di aggr essione per ché
costituto sulla protezione di un deter minato bene giur idico. Se la fattispecie di pr evisione di
un r eato tutela beni giur idici, è evidente che gli elementi oggettivi che lo compongono devono
esser e offensivi del bene giur idico. Tutti gli elementi, pr evisti direttamente o indir ettament e
in fattispecie devono dar e un contr ibuto alla lesione della pena.
Accanto agli elementi oggettivi(tutti gli elementi mater iali del r eato), si pone l’elemento
soggettivo. Questo è dato dal dolo, dalla colpa e ogni tanto dalla pr eter intenzione.
1. Fatto tipico o tipicità cor r ispondenza fr a fatto e schema legale di figur a di r eato;
2. Antigiur idicitàcontr asto fr a fatto tipico e ordinamento;
3. Colpevolezzariconducibilità ad un soggetto che ne r isulta autor e.
Essi elencano anche la str uttur a tempor ale per ver ificar e la sussistenza di un r eato.
Conformità di un fatto alla fattispecie incr iminatr ice. I l fatto tipico è il complesso degli
elementi lesivi del bene giuridico. Esso è la str uttur a del r eato, quindi se il r eato è ciò che
mette in per icolo il bene giur idico, allor a il fatto è l’insieme di quegli elementi. Questi elementi
sono: la condotta; l’evento; il nesso di consequenzialità.
Ciò che non corr isponde a tale definizione non è un elemento costitutivo del r eato, ma al
massimo una condizione obbiettiva di punibilità.
Vediamo or a la sostituzione del fatto tipico con l’elemento oggettivo. Il pr incipio è che
possiamo trovar e elementi mater iali di un reato che non offendono un bene giur idico.
ART. 5 6 4. I NCESTO
Vediamo come non tutto ciò che è descr itto offende un bene giur idico. Il pubblico scandalo è
un elemento costitutivo? No, esso è una condizione obbiettiva di punibilità. Infatti, il pubblico
scandalo non incide nella lesione del bene giur idico. Pr oseguo scopr endo l’Ar t. 44 che pr evede
le condizioni obbiettive di punibilità.
Quindi qui non è necessar io che si sia la volontà. Si ha un cr iter io di oppor tunità. È come se vi
fosser o piani diver si fr a elementi mater iali che descr ivono una fattispecie. Siccome, l’oggetto
del dolo è il fatto, allor a la distinzione fr a elementi mater iali è impor tantissima, fr a quelli che
attengono al fatto tipico e quelli che attengono al fatto in senso lato. Solo quelli del fatto tipico
r ispondono a titolo di dolo.
Gli stilemi delle condizioni di non punibilità sono espr essioni come: qualor a, se, ecc.. ecc.. Per ò
nell’Ar t.
Non sia ha una condizione di non punibilità ma un element o del fat t o t ipico.
L’esser e “colto” non attiene al fatto tipico per ché non par tecipa all’offesa. Se attent asse alla
tutela del bene allor a sar ebbe dentr o al fatto tipico, par teciper ebbe a for mar e la fattispecie di
r eato.
La teoria oggi dominante adotta una concezione ampia di fatto tipico. Questo non ricomprende più
solo gli elementi squisitamente oggettivi del reato, quali condotto, evento e nesso di causalità, ma
anche :
Oggetto materiale dell’azione la persona o la cosa sul quale ricade l’attività fisica del
reo.
Soggetto passivo la persona offesa dal reato, come titolare del bene protetto dalla norma
penale.
Alcuni esempi per chiarire possono essere: nel delitto di falso oggetto materiale è il documento
falsificato, mentre oggetto giuridico è la fede pubblica alla quale si attenta; nella mutilazione
fraudolenta oggetto materiale è l’autore della propria mutilazione, mentre il soggetto passivo è
l’ente assicuratore.
1. Reat i di mer a condot t a viene incr iminata la mer a r ealizzazione di una condotta;
2. Reat o di event o Il fatto viene incr iminato solo se da quella condotta si r ealizza una
deter minato evento.
La condotta, sia un’azione od un’omissione, deve esser e stata commessa con coscienza e
volont à(ex Ar t. 42 c.p.), ovver o se der iva da un impulso volontar io dell’agente.
Ma gli automatismi sono consider ati come commessi con coscienza e volontà?
Secondo Fiandaca – Musco il requisito della coscienza e volontà assume significato diverso a
seconda che si consideri il reato doloso o quello colposo.
Antolisei r isponde affer mativamente se e nella misur a in cui tali azioni “automatiche”
sar ebber o potute esser e impedite impedir e con un conat o del voler e. Se l’azione che anche io
non ho voluto, sar ebbe potuta esser e impedita con un mio sforzo minimo allor a r ientr a in
questa categor ia.
La condotta deve esser e attr ibuibile al voler e suo di lui(Ar t . 42 comma I). Quanto detto sopra è
l’unica car atter istica che hanno in comune azione ed omissione.
ex Ar t. 44,
in senso natur alistico un accadimento della r ealtà ester na.
in senso giuridico In questo senso esso assume il significato di lesione di un bene
giur idico .
L’evento deve esser e collegato da un vincolo causale alla condotta. Ma il solo vincolo non
bast a per ché ser ve anche un’imputazione oggettiva e un’imputazione soggettiva, oppur e in
base ai pr incipi di r esponsabilità oggettiva che per ò si devono legger e come r esponsabilità
almeno per colpa r elativa agli elementi significativi.
sicur amente quello del dolo e della colpa(Antolisei). Qui però non si consider ano i casi di
r esponsabilità oggettiva, dove si r isponde solo per il nesso causale.
Questo è un tipico r eato aggr avato dall’evento, e di r esponsabilità oggettiva. Nel secondo
comma vediamo come mancano gli elementi soggettivi.
Altr o caso è quello in cui il soggetto viene solo fer ito da un altr o soggetto che lo voleva
uccider e, ma finisce in ospedale e li per un incendio muor e lo stesso. Qui abbiamo sia la
causalità, sia il dolo. Quindi questo risponde per omicidio.
tr oviamo le concause ove viene enunciato il pr incipio che nel nostro sistema penale il
concor so delle concause non esclude il r appor to di causalità. Invece, le cause sopr avvenut e,
escludono il r appor to di causalità quando da sole sono sufficienti a deter minar e l’evento. Per ò
si obbietta che questo secondo comma ci fa consider ar e un r appor to di causalità autonomo e
quindi non r ientr a propr io nel caso che stiamo consider ando. Rocco a tal pr oposito affer ma
che questo deve esser e consider ato come ser ie causali mer ament e occasionali.
Per veder e la condizione che è la causa pr incipale, il giudice dovr ebbe toglier e quella
consider ata e veder e se l’evento si ver ifica lo stesso( pr incipio della condicio sine qua non) .
Questo si può far e sempr e in tutti i casi in cui l’evento si conosca completamente. Nel caso
delle famose “macchie blu” citate dal Fiandaca-Musco questo cr iter io non può esser e
applicato.
Può esser e anche consider ato il cr iter io dello spazio di dominio. Ovver o non può esser e
attr ibuito al soggetto ciò che è ester no al suo dominio(tesi super ata oggi).
A questo cr iter io si oppose la teor ia di Feder ico Stella, secondo il quale, noi non consider iamo
: la r esponsabilit à olt r e ogni r agionevole dubbio. Stella dice di pensar e al fondamento, ovver o
come il giudice r aggiunge la consapevolezza che quella cosa è causa di quell’evento se non in
base all’esper ienza? Si chiede di cer car e un metodo gener alizzante. Il fatto in esame deve
esser e gener alizzabile per ché questo è ciò che fa il giudice, utilizza un suo canone di
esper ienza. Ipotizziamo di per cor r er e tale canale di gener alizzazione, secondo quali metodi?
Quelli esper ienziali comuni o quelle più oggettive come le leggi scientifiche? Occorr e quindi
una legge scientifica di coper tur a. Ser vono quindi leggi statistiche univer sali.
È necessar ia una consider azione completa delle cause e delle condizioni in esame, sebbene il
singolo caso della scelta scientifica non sia altamente pr obabile. Allo stesso modo infatti ove la
per centuale scientifica sia altissima quest a può abbassar si a seconda delle altr e condizioni.
Riassumendo. Il nodo della questione sta nell’Art. 40 quando afferma che <<l’evento dannoso o
pericolo deve essere conseguenza dell’azione del reo>>. Quando si può ammettere questo? Vi sono
varie teorie:
1. Teoria condizionalistica dice che “è causa ogni antecedente senza il quale l’evento non si
sarebbe verificato”. Non si ha differenza di valore fra le varie cause che concorrono. Qui il
nesso si accerta tramite il metodo della condicio sine qua non dello anche
dell’eliminazione: se eliminando mentalmente quella condizione, l’evento non si verifica,
Critiche:
a) Tale metodo non può essere utilizzato ove non si conoscano le leggi causali che
presiedono a quell’evento.
Correttivi:
b) La critica del regresso all’infinito deve tener conto solo delle condizioni penalmente
rilevanti nonché del dolo e della colpa.
c) Tale critica deve essere superata perchè l’evento delle essere considerato nella sua
concretezza. Ciò che conta è che una catena causale sussista fra l’azione dell’autore e
questo evento concreto.
Teoria individualizzante segue il principio “post hoc, propter hoc” per cui
il giudice assumerebbe il ruolo di uno storico che non si cura di trovare una
legge scientifica ma si limiterebbe a produrla.
2. Teoria della causalità adeguata Essa nasce come correttivo della teoria condizionalistica
con riguardo ai deliti aggravati dall’evento ove si riscontri un decorso causale atipico. Essa
utilizza il criterio di prevedibilità per selezionare fra le varie condizioni le più adeguate a
causare l’evento.
Critiche: qui la critica principale che viene mossa è quella per cui tale teoria non sia
utilizzabile nel caso in cui l’evento si verifichi per altre cause sebbene l’azione compiuta sia
idonea astrattamente a causarlo.
Correttivi: per superare questa critica si suole dividere tale teoria in due fasi:
a. La prima che accerti se ex ante non appaia improbabile che da quell’azione possa
causarsi un determinato evento( Es. la grave ferita che può causare l’evento morte);
3. Teoria della causalità umana si sostiene che sia un derivato della teoria dell’adeguatezza
vista sopra. Essa esclude come imputabile attraverso il nesso di causalità ciò che non rientra
nell’abito di signoria del soggetto, ovvero i fatti eccezionali descritti come quelli che hanno
una bassa probabilità di realizzarsi.
ANTIGIURIDICITÀ
Elemento che è più evidente è quello dell’antigiur idicità. Secondo Antolisei la giusta
concezione è quella bipar titica. Solo che lui è mor to 40 anni fa. Egli comunque affer mava che
l’antigiur idicità è “l’in se” del r eato. Questo è l’essenza del r eato, non può quindi diventar e un
car atter e dello stesso.
In r ealtà qui c’è stato un gr osso equivoco. Ovver o di che antigiur idicità stiamo par lando
quando il r eato ha una str uttur a tr ipar titica. Non basta che questo sia dentr o il r eato per ché
bisogna consider ar e anche le clausole gener ali di liceità. Bisogner à quindi:
Rendono il fatto inimpedibile, per cui ad esempio nell’esercizio della legittima difesa non è
possibile reagire vantando la stessa scriminante.
Non sono liberamente individuabili dal giudice ma devono essere previste esplicitamente
Cause di esenzione dalla pena elidono solo la pena e sono giustificate da valutazioni di
meritevolezza e opportunità(es figlio che ruba al padre).
COLPEVOLEZZA O RIPROVEVOLEZZA
Anche qui si ha un ar r icchimento r ispetto alla teor ia bipar titica e quindi al definito element o
sogget t ivo, per ché con colpevolezza si intende in r ealtà una r ipr ovevolezza per un fatto
volontar io che non doveva esser e voluto.
Infatti, la teor ia bipar titica consider a come elemento soggettivo anche la colpa. Si dice colpa
semplice quando non c’è ne la volizione ne la pr evisione. Come facciamo allor a a definir lo un
elemento soggettivo? La tipicità della colpa è quindi anche oggettiva, ovver o la violazione di
r egole nor mative cautelar i al quale si attiene chi è pr udente e chi è per ito.
Per questo non è possibile inglobar e la colpa nell’elemento soggettivo per ché nella colpa
semplice non c’è niente di soggettivo.
Tale principio si ritiene trovi fondamento nell’Art. 27 Costituzione nell’accezione, non tanto di
<<divieto di responsabilità per fatto altrui>>, quanto responsabilità per fatto proprio. Esso va quindi
inteso come attribuzione psicologica del singolo fatto, meglio se nell’accezione di possibilità di
poter muovere un giudizio di rimproverabilità al soggetto per il fatto commesso. Questo presuppone
almeno il dolo o la colpa. Esso quindi si ricollega obbligatoriamente con il principio della funzione
rieducativa della responsabilità penale.
2. Dolo o Colpa;
DOLO
Dall’articolo 43 si desume che
I L DELITTO:
è necessario che l’evento sia “preveduto e voluto”. Questo introduce i due elementi del dolo, senza i
quali questo non si configura, ovvero:
2. La volontà: è la pure volontà consapevole di realizzare il fatto tipico. In questo senso esso
deve sussistere al momento del fatto e la volontà deve essere tale da portare a realizzazione
l’intento criminoso.
1. Errore di fatto consiste i una falsa rappresentazione(o non conoscenza, quindi ignoranza)
degli elementi essenziali del fatto tipico. È l’opposto del dolo, quindi lo esclude. Se è
determinato da colpa, il soggetto è punti se il reato può essere colposo. Questo può vertere:
a. Sul fatto;
2. Errore sulla legge penale non elimina la colpevolezza a norma dell’Art. 5 a meno che non
sia errore inevitabile, quindi scusabile.
Dovuto all’altrui inganno Deve riguardare gli elementi costitutivi del reato, tramite mezzi
fraudolenti(raggiri, artifizi). In questo caso risponderà colui che ha commesso tale raggiri.
Putativo ovvero quando si crede di aver commesso un reato, ma in realtà non lo siè
commesso. In questo caso la condotta non ha rilevanza penale nonstante possa essere un
sintomo della pericolosità sociale del soggetto.
Aberratio delicti(per errore nei mezzi si cagiona un evento diverso da quello voluto) qui
si risponde del reato effettivamente compiuto a titolo di colpa(sempre se ciò è ammesso
dalla legge). In questo caso il fondamento dell’imputazione è una responsabilità oggettiva,
ovvero, a prescindere da una violazione di una norma cautelare, si risponde del evento
oggettivamente causato e poi, solo poi, sarà determinata la pena prevista per quel reato come
se fosse colposo.
Altre cause sono le stesse che elidono l’antigiuridicità come lo stato di necessità, la coazione
morale, l’ordine insidancabile di una Autorità e l’ignoranza inevitabile-scusabile.
a. Aggravanti ed attenuanti;
b. Comuni e speciali;
c. Oggettive e soggettive;
d. Tipiche e generiche(a seconda del grado di tassatività e determinatezza con il quale sono
definite).
Per distinguere quando un concetto sia una circostanza e non un elemento costitutivo del reato
possono essere utilizzati vari criteri(principio di specialità delle circostanza, nomen jiuris,
precedenti storici..) ma non esiste un criterio univoco il che rende necessario utilizzare volta per
volta l’interpretazione.
Per quanto riguarda il criterio di imputazione, da poco è stato sostituito per le circostanze
aggravanti il criterio obbiettivo (che permane per le attenuanti) con quello soggettivo, in linea con
il principio nulla poena sine culpa.
Particolare è il caso in cui vi sia un errore sulla persona offesa. In questo caso le aggravanti si
applicano come se si fosse offesa la persona giusta, mentre ciò non vale per le attenuanti. Es. Se C
volendo uccidere un suo nemico T, invece uccide suo padre, risponderà di omicidio e non invece di
parricidio.
CONCORSO DI CIRCOSANZE
Omogeneo Quando sono compresenti più circostanze della stessa specie (o tutte
aggravanti o tutte attenuanti). Ma la disciplina si differenzia a seconda che concorrano:
a. per le aggravanti:
b. Per le attenuanti :
Eterogeneo Sembra debba essere seguito il criterio del bilanciamento secondo cui ex Art.
69 il giudice applicherà solo le attenuanti o solo le aggravanti che riterrà nel complesso
prevalenti. Se nessun blocco sarà prevalente rispetto all’altro, allora non ne applicherà. Non
vengono specificati i criteri alla luce dei quali questo bilanciamento debba effettuarsi.
Eccezioni a questo principio sono state aggiunte con la riforma del 2005 per cui in caso di
recidiva reiterata e nei casi previsti ex Art. 111 e 112 relativi alla determinazione del reato di
persone non imputabili e non punibili, le circostanze attenuanti non possono essere
considerati prevalenti.
Il delitto si dice invece tentato quando l’agente non riesce a dar vita al delitto programmato, ma gli
atti parzialmente compiuti esteriorizzano l’intenzione criminosa. La ratio sta nell’evitare che i beni
giuridicamente protetti siano esposti a pericolo(teoria c.d. oggettiva).
A seconda di come viene disciplinato il tentativo sar emo di fr onte ad un dir itto penale
improntato a car atter i oggettivi o soggettivi. A seconda di quale di queste due impostazioni si
accoglie, anche la disciplina del tentativo var ier à.
Noi abbiamo adottato una concezione di tipo oggettivistico, improntato alla mater ialità e
all’offensività. Si punta alla tutela del bene giur idico, quindi il tentativo non viene puntito per
una ostentazione di una volontà cr iminosa, ma solo quando questo bene giur idico viene leso o
messo in per icolo.
Il tentativo è quindi un lesione potenziale (e per questo astrattamente idonea!) del bene giuridico e
quindi giustifica una pena meno severa rispetto al delitto consumato. Il tentativo è un reato perfetto
in quanto è il risultato della fusione di due norme: la singola norma di parte speciale(es l’omicidio)
+ l’Art. 56 c.p.
Il punto cruciale di passaggio dall’atto preparatorio a quello esecutorio che fa scattare il tentativo, a
norma dell’Art. 56, sta nella sussunzione dell’azione dietro due parametri: quello dell’idoneità e
quello della univocità.
Quale è l’atto che det er mina l’inizio del tentativo r ilevante? Il codice Zanar delli aveva una
concezione diver sa, si r ifer iva all’inizio dell’esecuzione. Il codice Rocco non par la più di inizio
di esecuzione: dice atti idonei e dir etti in modo non equivoco.
Per la valutazione del requisito della idoneità si è concordi nel ritenere che questo debba essere
fatto attraverso il principio della prognosi postuma, ovvero un giudizio di tipo ex ante ed in
concreto. In più esso deve essere fatto su base parziale ovvero tenendo conto delle circostanze
conosciute e conoscibili.
È una car atter istica oggettiva della condotta realizzata. Il pr oblema è di come va accer tata.
L’idoneità va accer tata ex ante, si dice pr ognosi(un giudizio di pr evedibilità) postuma(per ché
ovviamente va fatta dopo). Il giudizio va fatto in r ifer imento all’uomo medio, integr ato con le
conoscenze che aveva il soggetto in concr eto.
Il pr oblema dell’idoneità è se deve esser e fatta la differ enza fr a quella fatta su base totale e
par ziale. Cioè sulla base di tutti gli elementi esistenti al momento dell’azione (tutte le esistenti
anche quelle non conosciute o conoscibili, c.d. tot ale) oppur e soltanto di solo gli elementi che
il soggetto agente conosceva o avr ebbe potuto conoscer e (c.d. par ziale).
A seconda della concezioni potr à aver si o meno un r eato impossibile. In questo caso si potr à
aver e una misur a di sicur ezza. Questo è l’unico caso insieme all’Ar t. 115 che pr evede l’accor do
poi non finalizzato. Sono i due casi di quasi-r eat o.
Fiandaca e Musco dicono che si debba utilizzare la concezione t ot ale per ché niente succede al
bene giur idico. Questa è per ò una concezioni minor itar ia. Per giur isprudenza e dottr ina
minoritar ia deve pr efer ir si quella par ziale.
Per definire, invece, univocità, si deve considerare la teoria del Carrara il quale afferma che
l’univocità va considerata come la caratteristica oggettiva della condotta, la sua essenza, nel senso
che gli atti devono di per se possedere l’attitudine a denotare il proposito criminoso anche però
alinde, ovvero allo sguardo di un osservatore esterno.
Espr imer e la dir ezione univoca ver so un deter minato delitto. Il pr oblema cambia a seconda di
Il pr oblema per ò è nella pr atica. L’esigenza nel tentativo è punir e solo le effettive messe in
per icolo di tentativo. Quali atti si fanno r ilevar e penalmente? A seconda del r eato è difficile
capir e quali sono gli atti esecutivi, specialmente nei r eati a for ma liber a. Il pr oblema è capir e
quale atto possa esser e univoco.
In r ealtà dottr ina e giur isprudenza adottato orientamenti inter medi. Bisogna accer tar e se gli
atti consider ati nella lor o univocità r iflettono in manier a sufficient emente congr ua la
dir ezione ver so il delitto. Bisogna dar e r ilevanza anche agli atti, non solo tipici, come un
fr ammento della fattispecie, ma anche a quelli <<pr e–t ipici>> i che pr ecedono di poco la
condotta.
Si adotta la tesi dell’osser vator e est er no, ovver o sono tentativo quegli atti pr e–tipici che
anche se di per se non r ealizzano ancor a la fattispecie, lo sono agli occhi di un soggetto
ester no, possedendo per lui una cer ta dir ezionalità univoca ver so un deter minato
delitto(accer tamento aliunde) .
Si ha desistenza quando il colpevole desiste dall’azione. In questo caso egli risponderà degli atti
compiuti se questi costituiscono un reato diverso.
Si ha recesso attivo quando il colpevole impedisce l’evento. In questo caso soggiace alla pena
stabilità per il delitto tentato diminuita da un terzo alla metà.
Il criterio per distinguere le due fattispecie è ex post e fa leva sull’esaurimento o meno dell’azione
esecutiva. Nella desistenza l’azione non è stata completata. Nel recesso è come se il soggetto
riavvolgesse il nastro e tornasse sui suoi passi.
Infine non è compatibile il tentativo con il delitto colposo, per ché non è stato pr evisto dal
legislator e come è avvenuto per la par tecipazione colposa all’Ar t. 113. Seconda motivazione è
che nel tentativo manca comunque la volontà e un’intenzione.
Altr o pr oblema è la compatibilità del tentativo con il dolo event uale (la colpa cosciente
differ isce per ché il soggetto ha le capacità per far lo e confida nelle stesse per evitar e l’evento e
pensa che il danno non si ver ificher à/ nel dolo eventuale il soggetto accetta il r ischio). Qui la
giur isprudenza maggior itar ia affer ma che sono incompatibili. La minor itar ia dice che non si
può aver e una nozione diver sa di dolo e che quindi dovr ebber o esser e compatibili.
1. Tentativo cir costanziato di delitto le cir costanze si sono ver ificate, allor a queste
dovr anno esser e consider ate;
2. Se non si sono r ealizzate, ma è da r itener e che si sar ebber o ver ificate se il delitto si
sar ebbe per fezionato? Findaca-Musco dicono di no, per ché bisogna consider ar e
l’azione concr eta e il pr incipio di legalità. A mar zo 2013 si sono espr esse le sezioni
unite sull’attenuante della speciale t enuità del danno che r icosce l’applicabilità di
questa cir costanza.
Resoconto:
Possiamo distinguer e:
1. Reati omissivi proprio viene incr iminato il semplice mancato compimento di una
condotta che avevi l’obbligo giuridico di compier e. Qui si r isponde pr opr io per ché non
si è adottata una condotta e l’eventuale event o ver ificatosi(Es. mor te del soggetto in
caso di omissione di soccor so) può costituir e al massimo un’aggr avante.
2. Reati omissivi impropri r ilever à quell’omissione solo se dalla stessa è der ivato un
evento. L’obbligo giur idico er a di evitar e l’evento. Qui, invece, si r isponder à per la
r ealizzazione dell’evento(es mor te della bambina sul quale i genitor i hanno un obbligo
gener ale di vigilar e in vir tu della lor o posizione di gar anzia).
Azione Omissione
Violazione di un divieto Violazione di un obbligo
Si ha un fattore che segna un ulteriore Io non pongo degli ar gini ad un sviluppo già
sviluppo causale in cor so
Ha fondamento natur alistico Ha fondamento normativo
Infine bisogna per ò veder e quando questo obbligo giur idico sor ge. Al r iguar do viso var ie
teor ie:
1) La pr ima tesi è la tesi for male che affer ma che sono obblighi giur idici solo quelli pr evisti da
una fonte di r ango for male( t eor ia del t r ifoglio) . Qui si individuavano tr e fonti
idonee:
a) La legge;
b) Il contr atto;
c) La pr opr ia pr ecedente attività per icolosa.
I pr oblemi di questa tesi sono:
Il punto c) per ché contr addice se st essa, intr oducendo una fonte che non è formale.
Confonde il piano della colpa con quello dell’omissione. L’essenza della colpa è la
violazione di una r egola cautelar e(diligenza, pr udenza, per izia) scr itta o non scr itta.
Es. lo scavar e buche ed evitar e che ci cadano le per sone der iva dalla colpa e non dal
non aver impedito che la gente ci cada, per ché io non ho scavato con tutela.
Rinviene un cr iter io di individuazione di obblighi che non ha niente a che far e con il
dir itto penale.
2) La seconda tesi di matr ice tedesca dice che gli obblighi idonei sono solo quelli che er ano
volti a salvaguar dar e o tutelar e un deter minato bene giur idico, stante l’impossibilità del
titolar e di provveder vi autonomamente. Si deve aver e una posizione di gar anzia, ovvero un
vincolo che lega il gar ante al bene da proteggere, alla luce dell’impossibilità del titolar e di
quel bene di pr otegger lo adeguatamente.
È per o necessar io che vi sia comunque una pr evisione legislativa che for malizzi
quell’obbligo, per evitar e di non leder e il principio di legalità.
Il pr oblema di questa teor ia è per ò che, sebbene ha individuato un pr incipio di tipicità che
deve sussister e(la posizione di gar anzia), si sgancia da una fonte formale violando il
pr incipio di legalità
L’ideale sar ebbe quindi una teor ia mista, consider ando obblighi quelli pr evisti da una fonte
for male affiancata da una fonte di gar anzia. Pur tr oppo questa teor ia non viene pr opr io
applicata dalla giur isprudenza.
Posizione di protezione, con lo scopo di pr eser var e deter minati bene da i per icoli che
possano minacciar ne l’integr ità;
Posizione di controllo: il gar ante deve contr ollar e la fonte di per icolo ed evitar e che
leda i beni giur idici che possano entr ar e nella sua sfer a.
Queste possono esser e or iginar ie, se sor gono in capo al soggetto, o der ivat e, se sor gono a
seguito di un trasferimento. Vi sono per ò delle condizioni affinché deter minate posizioni di
gar anzia possano esser e tr asfer ite con un contratto:
1. Il contr atto deve esser e fatto dal titolar e della posizione di gar anzia;
2. Assunzione in concr et o della posizione;
3. Infine, se sussistono le condizione sopr acitate, un qualsiasi altr o vizio del contr atto non
far à venir meno la r esponsabilità penale.
La fonte del tr asfer imento può esser e anche volont ar ia. In questo caso è per ò necessar io, per
aver si r esponsabilità penale, che l’inter vento del gar ante abbia deter minato o accentuato
un’esposizione a per icolo del bene da pr oteggere.
Il gar ante ha i poter i per protegger e quel deter minato bene. Nell’obbligo di controllo, il
soggetto ha solo poter e di vigilanza e sor veglianza, ma non hanno il poter e di inter venir e.
Altr i obblighi possono nascer e da contr atto ma è necessar ia anche l’effettiva pr esa in car ico
del bene. Altr a cr itica che si fa qui è che il contr atto può esser e vincolante solo se posso
dispor r e di quel bene o ne sono il gar ante, se no non vi può esser e tr asfer imento di posizione
di gar anzia.
L’azione ha fondamento natur alistico, l’omissione ha fondamento nor mativo. L’omissione non
è nemmeno pensabile. L’omissione di per se non esiste. Il non far e un cer t o far e.
L’azione si innesca un pr ocesso causale, o si inser isce in uno già in moto, che causa un
deter minato effetto.
Vi sono però situazioni in cui la distinzione non è abbastanza netta. Esempi possono essere:
1. Ipotesi di illecito colposo (es tizio non accende i fari della macchina e causa un incidente).
Qui per comprendere la distinzione si deve far riferimento all’esistenza di una posizione di
garanzia. Ove questa vi sia, avremo un’omissione; ove non vi sia avremo un’azione
colposa(tizio che guida al buio).
Nel reato omissivo è particolare la disciplina del tentativo. È pacifico in dottrina e giurisprudenza
che esso possa essere configurato dei reati omissivi impropri, perché essi sono reati d’evento. Più
difficile è stabilire il termine iniziale del reto. Nei reati omissivi puri si pensava che il tentativo
non potesse configurarsi. Da poco una parte della dottrina ha affermato che un tentativo può
configurarsi tutte le volte in cui il soggetto compia degli atti positivi e inequivoci che possano far
supporre la sua volontà di non adempiere all’obbligo previsto dalla singola disciplina(es il caso del
pubblico ufficiale che va all’estero per non presiedere ad una determinata situazione…)
Nei reati omissivi propri la partecipazione può configurarsi sia mediante azione che
mediante omissione, ma a fini pratici la qualificazione non ha grande rilevanza perché i
soggetti saranno punibili comunque e allo stesso modo anche singolarmente;
LA COLPA
Dal dato nor mativo possiamo definir e due tipi di colpa: la colpa gener ica e la colpa specifica.
Queste due hanno punti in comune e punti di differ enziazione.
Vediamo la r agione del r improver o colposo. Il dir itto penale è il dir itto dell’azione, dell’evento
e del dolo. La colpa, come l’omissione, sono lettur e di tipo solidar ist ico. Io ti r impr overo
per ché pur non avendola voluta cagionar e, lo hai fatto per imprudenza imper izia e negligenza.
I NQUADRAMENTO CULTURALE.
Come si sa, dopo 75 gior ni dalla nascita un cucciolo di cane è stabilizzato, ovver o gr azie
all’istinto è capace di pr ovveder e a se stesso. L’uomo no, ha bisogno di anni e non si
stabilizzer ebbe mai comunque non essendo l’uomo un esser e istintuale. Noi senza la
tecnologia applicata non r iuscir emmo a sopravviver e. Noi siamo tutti esser i tecnologici.
Questa va dalle gr andi applicazioni alle piccolissime cose che non r iuscir emo mai a far e senza
la tecnologia.
Pr ometeo viene incatenato per ché ha donato all’uomo il fuoco, senza il quale non sar ebbe
r iuscito a sopr avviver e. Il cane,infatti, ha la pelliccia, l’uomo no. In questo mito possiamo
tr ovar e il fondamento della colpa. Pr ometeo è colui che vede lontano, che vede in anticipo.
Questo viene punito con la tecnologia per aver aiutato l’uomo donandogli la tecnologia.
Cosa deve pr eveder e colui che gestisce la tecnologia? Il r ischio e il per icolo. La tecnologia è
come il fuoco, che cuoce la bist ecca ma br ucia le mani se non lo sai adoper ar e, se non sai quale
è la r egola di diligenza, di pr udenza e di per izia in base al quale si può utilizzar e l’oggetto
senza danno.
Quindi al centr o abbiamo la nostr a natur a tecnologia e di conseguenza anche l’idea che chi la
utilizza deve aver e capacit à di pr evisione, come Pr ometeo. Se non la hai, se non si è r iuscito a
contr ollar e l’oggetto e si procur a un danno, allor a si sar à puniti. Non per dolo, ma per colpa.
Se tu r ealizzi, non volendo, ma violando una r egola cautelar e esistente, un danno, allor a sar ai
punito. Il delitto è colposo, o contr o l’intenzione, quando questo è stato commesso in
violazione di una r egola cautelar e. Questa è la colpa gener ica che consiste nella violazione di
r egole di uso sociale. Qui la r egola non è positivizzata.
Nella colpa specifica r ispondi per violazione di una r egola appar tenente a tutta la ger ar chia
delle fonti. Non è diver sa da quella gener ale per la sostanza, ma per la natur a della r egola
violata.
Non si r isponde per ché si viola la r egola di pr udenza, ma per ché violandola si è cr eato un
danno. La colpa è quindi un r improver o di livello più r affinato fondato sul r iconoscimento
della necessit à di una attività solidale.
REGOLE DI ACCERTAMENTO
Sono necessar ie delle r egole di accer tamento della colpa. Questi sar anno diver si a seconda che
la colpa sia gener ica o specifica.
Il giudice deve far si un modello astr atto attinente alla situazione. Valutar e la singola
situazione alla luce del buon padr e di famiglia penalistico.
Nella colpa generica questo giudizio si deve far e r ispetto ad un agente ester no. Questo
per ché, dato che l’evento non è voluto, non posso commisur ar la r ispetto il soggetto che ha
compiuto l’atto se no si avr ebbe un’imputazione tipica del dolo.
Nella colpa specifica, dato che la r egola cautelar e è già scr itta, non abbiamo bisogno di un
agente modello. L’accer tamento in una pr ima par te è quindi semplificato: in un pr imo
momento il giudice ver ificher à che la r egola è stata violata. Per ò questo non basta, per ché
comunque il giudizio di pr evedibilità deve esser e r ecuper ato. In questo caso il giudizio di
pr evedibilità è stato fatto anticipatamente dal legislator e e noi lo r ecuper iamo attr aver so un
successivo accer tamento che il giudice deve far e, ovver o ver ificar e se quel tipo di evento che
si è ver ificato r appr esent i la concr et izzazione del r ischio che la nor ma violat a mir ava ad evitare.
La giur ispr udenza a questo aggiunge anche l’accer tamento della condotta lecita, ovver o
ver ificar e se seguendo quella r egola, il danno si sar ebbe evitato r ealmente.
Le fattispecie incr iminatr ice sono descr itte in for ma monosogget t iva, cioè si r ifer iscono ad un
soggetto, tr anne alcune ipotesi dove i soggetti sono più di uno. Queste ultime sono chiamate
plur isogget ive necessar ie, per ché o nat ur alist icament e o nor mat ivament e (come nel caso di
cor r uzione dove il legislator e punisce sia cor r otto che corr uttor e) i soggetti sono plur imi.
Nel concor so di per sone si parla di solito di concor so event uale, per ché il concor so necessar io
(che è quello pr evisto per alcuni r eati di par te speciale che in fattispecie hanno più soggetti)
non ha problemi di disciplina. Il concor so eventuale si basa su una nor ma di incr iminazione.
La scelta del legislator e viene nor mata all’ ar t 110.
Non abbiamo la definizione di concor so, né la spiegazione degli elementi per consider ar e una
per sona concor r ente.
Mi dice per ò che il concor so non ha di per un disvalor e, per ché se no la pena non potr ebbe
esser e quella st abilità per il r eato mono-soggettivo ma dovr ebbe esser e più gr ave.
L’oper ar e insieme definito concor so non ha nessun disvalor e, mentr e per l’oper ar e insieme
L’associazione di per sé è un dir itto. Ma a secondo dello scopo questa può diventar e illecita. Se
lo scopo è illecito, illecita diventa l’associazione. Quindi basta individuar e i car atter i
dell’associazione per capir e in cosa consiste la differ enza. L’associazione è un or ganizzazione
di uomini e di mezzi. Ma ciò potr ebbe esser e pur e il concor so di per sone. Per ò questo non
compor ter ebbe esser e un’associazione per ché per far questo ser ve un or ganizzazione st abile,
per commetter e più delitti.
Sul piano minimo questo vuol dir e che vi può esser e un concor so senza organizzazione.
Potr emmo aver lo anche con l’or ganizzazione, basta che sia non stabile.
Il 110 non differ enzia le posizioni, non avendo quindi, il concor so, una r ilevanza in se.
TALE DI SPOSI ZI ONE NON SI APPLICA NEI CASI INDI CATI NELL'ARTICOLO
112.
In r ealtà tale nor ma è come se fosse tacitamente abr ogata per la difficile applicazione che
tr ova. Infatti il giudice può diminuir e la pena.
Da questo Ar t. può comunque desumer si che il soggetto può aver par tecipato senza esser ne
l’autor e. La condotta in questo caso non integr er à la fattispecie incr iminatr ice. Non si ha la
piena r ealizzazione del fatto tipico da par te del concor r ente. Quindi abbiamo da questo
ar ticolo la definizione del concor r ente, ovver o chi da una par tecipazione diver sa dal fatto
tipico che gli viene imputato, r iceve la stessa pena. Egli infatti r ealizza una condotta diver sa da
quella pr evista dalla fattispecie incr iminatr ice. Quindi si ha il r isultato di espander e la
fattispecie.
Il modello fissato è quello unitar io questo per ché, oltr e alle semplificazioni di tipo pr obator io,
,è una fattispecie che r ispetta un modello molto sever o, non è un delir io di cattiver ia, sebbene
sia poco democr atico, poco rispettoso del pr incipio di legalità, è coer ente con quanto stabilito
al pr imo comma del 41 in mater ia di causalità.
Non ser ve un pr evio concer to(or ganizzazione) ma ho bisogno della consapevolezza nel
momento.
La questione impor tante è r elativa alla condicio sine qua non. Il pr incipio probabilistico finale
non funziona bene nel concor so di per sone.
Infine ultima consider azione sul concor so morale. A dice a B di distr ugger e il negozio di C, B
invece uccide C. A r isponde di concor so morale? Secondo il prof no, per ché non vi è un
contr ibuto causale al fatto che mater ialmente sar à commesso. Contr ibuto causale pr esuppone
una coincidenza. La giur isprudenza invece lo fa concorr er e.
ART. 116
Qualor a il r eato commesso sia diver so da quello voluto da taluno dei concorr enti, anche
questo ne r isponde se l’evento è conseguenza della sua azione od omissione. Abbiamo un caso
di r esponsabilità oggettiva. Se il r eato commesso è più gr ave di quello voluto, la pena
è(obbligator iamente) diminuita r iguar do a chi volle il r eato più gr ave.
La dottrina r isolve il pr oblema della compatibilità con l’Ar t. 25 ipotizzando una pr evedibilità
in concr eto(ovver o consider ando il contesto hic et nunc, cioè in base a tutte le circostanze),
non pr evedibilità in astr atto che fu pr oposta dalla cor te costituzionale nel 59 che disse che
dipendeva da come si leggeva l’Ar t. 27, in quest o caso, come r esponsabilità per fatto pr opr io e
non altr ui, per cui qui andava applicato in astr atto.
Successivament e la cor te Costituzionale cambio nel 65, dicendo che bisognava che l’evento
diver so fosse lo “sviluppo logicament e pr evedibile del r eat o volut o” . Non abbiamo un
super amento della pr evedibilità astr atta.
Es. il palo vuole la r apina e invece muor e il cassier e. La mor te del cassier e deve esser e
logicament e pr evedibile. Nella r apina una violenza è pr evist a quindi è nor male che possa
For se la cor te voleva dir e concr etamente, ma non lo dice. Per ò le conseguenze non sono le
stesse, per ché l’omicidio sar à sempr e lo sviluppo pr evedibile di una r apina. Abbiamo un
accer tamento in astr atto, non in concr eto, per questo il pr incipio r esta di r esponsabilità
oggettiva. In questo modo sono le fattispecie che deter minano un giudizio di pr evedibilità,
non i fatti.
Sono pochi anni che si par la di pr evedibilit à in concr et o. Infatti tr a la pr evedibilità logica e
quella in concr eto c’è molta differ enza come dimostr a l’esempio della Signor a Biscotti.
Non c’è pr oblema se i concor r ent i di A poi uccidono B invece di C, ment r e il pr oblema sopr a det t o
si pone se i concor r ent i di A invece di r apinar e B lo uccidono.
ART. 117
ART. 1 17 . M UTAM ENTO DEL TI TOLO DEL REATO PER TALUNO DEI
CONCORRENTI
Siamo in mater ia di r eat o pr opr io. Qui anche chi non ha la qualità concorr e in concor so di
r eato pr opr io. Da dove viene questa r egola?
Per ché se il soggetto che non ha la qualifica r isponde per il 110? Per ché se no si
r isponder ebbe per r esponsabilità oggettiva(?)
L’estr aneo può concor r er e nel r eato pr opr io in base all’Ar t. 110. Questo per ché fr a gli
elementi del concor so abbiamo r icavato la r appr esentazione e volizione del fatto tipico. Di
conseguenza la qualifica soggettiva attiene al fatto tipico. Quindi se il cor r eo sa che l’altr o è
pubblico ufficiale, si r appr esenta e vuole il fatto tipico, r ispondendo quindi ex Ar t. 110.
Se il soggetto agente conosce la qualità dell’altro soggetto, r isponde, per le r egole gener ali del
dolo, del 110.
E il 117? È un err or e? No, esso si r ifer isce ai casi nei quali il soggetto estr aneo non conosce la
qualità!! Per ò se il r eato è più gr ave, il giudice può diminuir e la pena. Anche qui potr emmo
aver e un soggetto che non ha la qualifica(che attiene alla tipicità), e quindi fa in modo che
l’altr o r isponda di un fatto tipico che non si r ealizza. Questo per ò ad una condizione: se muta il
titolo del r eato.
Ricapitolando: il soggetto estr aneo che conosce la qualità del cor r eo(intr aneo), r isponde per
concor so in r eato pr opr io secondo le r egole gener ali. Il 117 pone un caso di r esponsabilità
oggettiva per ché da questa r esponsabilità anche a chi non conosce. L’unica condizione e
che muti il titolo dl r eato.
Rocco pensò infatti di chiamarlo “Mutamento del titolo” e non con il nomen del 110.
Cosa è questo mutamento? È qualcosa che non attiene al fatto tipico. Chiunque si appr opria
della cosa mobile altrui(646, appr opr iazione indebita) è punita nel 314 con il titolo di
peculato. Abbiamo un passaggio dalla pr evisione di un fatto con un suo livello di tipicità, alla
pr evisione dello stesso fatto, ar r icchito dalle note soggettive dell’autor e per lo stesso fatto. Se
muta il titolo del r eato, tu che r isponder esti del r eato comune, r isponder ai del r eato propr io.
Se tu non r isponder esti per r eato comune, non posso far ti r isponder e per un r eato pr opr io!
Es l’incesto è un r eato pr opr io dove la tipicità sta nelle qualità per sonali. Non sussist e un r eato
comune alla base. Quindi il soggetto che non ha le qualità non può r isponder e di concor so in
base al 117, ma ben può r isponder ne in base al 110!
Per ò anche per r isponder e del 110, ser ve sempr e il dolo! Quindi senza dolo, non esiste il r eato
comune e per ciò non si r isponde di niente. Ma se c’è il dolo, non c’è mutamento del titolo
quindi si r isponde dir ettamente per 110.
Ricapitolando: r eato pr opr io(solo da cer ti soggetti), r eato comune (da chiunque) esiste
la possibilità di concor r er e anche per chi non ha la qualifica. distinguiamo che il soggetto(la
qualità è una par te del fatto tipico):
Conosca la qualità il soggetto vuole il fatto tipico, r isponde di concor so(ex 110)
Non conosca la qualità se esist e il r eato comune, r isponde comunque del r eato
pr opr io a titolo di r esponsabilità oggettiva(ex 117);
o Se il r eato comune non esiste, allor a non avr ebbe niente di
cui r isponder e, quindi non r isponde.
I MPUTABI LI TÀ
Ar t. 85. Nessuno può esser e punito se al momento in cui ha commesso il r eato non er a
imputabile, ovver o non aveva la capacità di intender e e di voler e nel momento in cui ha
commesso il fatto.
Siamo nel capitolo dedicato al r eo. Vediamo il pr esupposto, secondo alcuni, della punibilità.
Secondo alcuni questo è il punto di par tenza, non facente par te della colpevolezza, il limite
fondante. Dobbiamo stabilir e cosa significhi capacità di intender e e di voler e.
Capacità una valutazione di tipo potenziale, uno status del soggetto, per cui questo, per se
stesso e per quello che è potr ebbe intender e e potr ebbe voler e. Siamo in una fase di
potenzialità. Tale tema è molto vicino al dolo, t anto che la questione dogmatica di fondo è il
r appor to tr a imputabilità e colpevolezza che vedr emo a br eve.
Esso è cosa diver sa dall’intender e e dal voler e r ealizzato che attiene alla colpevolezza.
Esempio di mancanza di “voler e” ma non di “intender e”. Un soggetto che uccide la pr opr ia tata
a colpi di fer r o da stir o in testa. Per ché? Egli disse al giudice che lei in casa sua er a l’unica
per sona a questo mondo che gli voleva bene e lui voleva assicur ar gli il par adiso. Lui sapeva
quale er a la sua condotta e la vuole. Non è capace di intender e il disvalor e sociale del suo
compor tamento.
Di voler e capacità di compor tar si in modo coer ente a ciò che si er a r appr esentato con
r iguar do alla r ete di valori di prima.
Un soggetto di questo tipo è sicur amente per icoloso socialmente e come tale si vedr à affidato
una misur a di sicur ezza. Ma il dr amma di tale misur a è che non vi è un ter mine massimo come
nella pena. Nella misur a si decide solo il ter mine minimo, poi vi è il r innovo del giudizio di
per icolosità.
In fondo l’Ar t. 85 è la tr aduzione giur idica del “signor e per dona loro per ché non sanno quello
che fanno”. A fondamento della r esponsabilità della pena e per la pena , non può che esser vi la
liber tà, l’eser cizio concr eto della liber tà, che si fonda sulla possibilità di capir e le r elazioni e
veder si in modo coer ente. Il soggetto non è liber o nel suo fondamento e non è liber o, per ò la
società si deve difender e ed ecco la misur a di sicur ezza.
1) La cr escita del r uolo del per ito il giudice può r accoglier e indizi, ma il r esto spetta al
per ito. Lui dir à la sentenza, il giudice dovr à accettar la. È il tema dove più di altr i si
consegna il pr ocesso al per ito.
2) Al momento della commissione del fatto questo è impor tantissimo. Non mi inter essa la
situazione successiva, mi inter essa il momento della commissione del fatto. Quando? Al
ver ificar si di tutti gli elementi del r eato. In un r eato commissivo quando si ver ificher à
l’evento e si r ealizzer à la condotta.
Veneficio fatto iniziato con capacità di intender e e di voler e e ter minato senza. È
imputabile o no? No, per ché l’imputabilità deve r egger e t ut t o il momento commissivo.
Alle nor me successive abbiamo altr e ipotesi. Questi sono casi specifici ma non tassativi. Questi
si possono estender e in via analogica. Es. Il selvaggio mangia un bambino. Qui si estender e in
via analogica e si r isolve il pr oblema del selvaggio. Questo dicono i manuali, mentr e secondo il
pr of no. Per ché se il pr incipio gener ale è nor mato,per chè non applicar e dir ettamente quello?
Il selvaggio r ientr a dir ettamente nell’Ar t. 85!!
Se non sono capace di intender e come far e a imputar mi un dolo? La questione non è
facilmente r isolvibile. Va a per iodi. Ecco gli argomenti.
Pr imo ar gomento: la sede. La sede del codice dove questo ar gomento viene affr ontato non è
del r eato, ma in quella del è del r eo. Se il legislator e l’avesse pensat a come elemento del r eato,
l’avr ebbe messa lì.
Secondo ar gomento: il dolo e colpa nei bimbi. Secondo Antolisei, un bambino non imputabile
non può agir e con dolo? Il bambino pr ende una pistola del padr e e spar a al suo amichetto
detestato. Qui c’è il dolo, ma non è capace di intender e! Se fosse inter na non dovr ebbe
funzionar e. Stessa cosa per la colpa. E se uccide l’amichetto usando l’ar ma di suo padr e
impr udentemente lasciata, non è in colpa? Quindi il bimbo agisce con dolo o con colpa e
tuttavia è incapace di intender e, quindi l’imputabilità con la colpevolezza non centr a niente.
Ult imo ar goment o: ma se la dur ata della misur a di sicur ezza der iva dalla gr avità del r eato(es
Ar t. 222), che a sua volta der iva dal dolo e dalla colpa (dell’Ar t. 133), vuol dir e che un non
imputabile può aver e dolo e colpa. Obiezione c’è un salto di r agionamento. Per ché l’Ar t. 222
non si r ifer isce alla pena in concr eto del 133, ma alla pena edittale, pr evist a dir ettamente dalla
legge!
Rimangono i bambini. C’è da chieder si, ma un bambino che impugna la pistola, si r appr esenta
la condotta, ma questo possiamo definir lo dolo , o ancor a peggio è colpa? Può il bambino
veder e un minimo di disvalor e in questo ambito? Sicuro non è colpa, dato che questa si
accer ta in base all’uomo medio di quella cer chia di attività, r agionamento che non può esser e
fatto con un bambino.
Per cui pr obabilmente è ver o che l’imputabilità attiene alla colpevolezza, specialmente se
teniamo a mente la sua natur a nor mativa. La colpevolezza consiste nella r ipr ovevolezza.
Questa sta al fondo di questo nuovo elemento di natur a normativa. Dolo è una condotta che
non si doveva voler e, colpa, una condotta che non si doveva non si doveva t ener e. Dunque la
r ipr ovevolezza è la logica por tante del r impr over o soggettivo. Si può immaginar e una
r ipr ovevolezza di chi non è capace di intender e e di voler e? Per la par te ad oggi vincente no.
Ar t. 97, non è imputabile chi non ha compiuto 14 anni. Ar t. 98 è invece evidentemente una
attenuante.
Abbiamo 3 scaglioni di età. Qui è impor tante la notazione stor ica per cui una volta, il limite
dell’imputabilità penale non coincideva con quella civile. Il che sembr ava un’incongr uenza ma
per il legislator e non lo er a. Per ché è più facile distinguer e il bene dal “male” che muover si
nella r egolamentazione civilistica con appropriatezza, e per questo si davano 3 anni in più.
Questo per abituar ti alla r ete sociale in mater ia di dir itto civile. Molto più complesso
conoscer e le r agioni di un contr atto che capir e le r agioni del divieto di omicidio. Un tempo di 3
anni per capir e.
E questo spiega anche la nor ma del 96 su sor domutismo che può sembr ar e cur iosa come
offensiva. Questo per ché al sor domuto, il legislator e ha voluto conceder e una chance in più,
ovver o la possibilità che il giudice valuti che il tempo che è dato a tutti (dai 14 ai 18) a lui sia
bast ato. L'Ar t. 96 è simbolicamente una chance offer ta a lor o. Questa è la r atio sottostante.
Fino a 14 anni vi è una pr evisione iur is et de iur e. Non posso assumer mi il r ischio che vada in
galer a un bambino di 10 anni. Sopr a i 18 il tempo è stato più che sufficiente, tr anne che tu non
sia un sor domuto. Allor a cr eiamo due categorie nelle quali non c’è pr esunzione, quella fr a i 14
e i 18 e quella dei sor domuti. Sar à il giudice che valuter à l’effettiva capacità di intender e di un
soggetto che sta in questa fascia.
Vediamo or a il vizio di mente. Anche queste ci sono utili per capir e una cosa fondamentale.
Vizio totale di mente, vizio par ziale e stati emotivi e passionali.
Nel pr imo caso il soggetto non è imputabile. Sar à il giudice a ver ificar e in caso concr eto. Lo
stesso vale per il vizio par ziale per cui la pena è diminuita. Gli stati emotivi e passionali non
escludono invece la punibilità.
Se è evidente che amor e, odio, invidia e gelosia non oper ano tale è per una scelta di rigor e. Se
questa non fosse stat a fatta, il campo si sar ebbe dilatato tr oppo.
Non si parla di infer mità mentale, mentr e la formula infermità mentale è quella comune. Ma l’
infer mit à deve causar e questo stato di mente. Quindi qualunque infer mità del cor po che
deter mini un tale stato di mente che possa aver por tato ad una r iduzione della capacità di
intender e e di voler e.
Penultimo passaggio è il r egime dell’ubr iachezza. Il legislator e è dur issimo in questo caso.
All’Ar t. 91, è l’unica ubr iachezza che esclude l’imputabilità, è quella che der iva da caso for tuito
o for za maggior e. Il legislator e inter viene a r ecuper ar e il caso for tuito e la for za maggior e già a
livello di imputabilità. Vicever sa, la pena è aumentata se questa è fatta al fine di commettere
un r eato o pr epar ar si una scusa. La r egola gener ale è che solo caso for tuito o for za maggior e
escludono l’imputabilità. Quella nor male non esclude ne diminuisce l’imputabilità. Ci tr oviamo
in una fict io. È chiar o che un ubr iaco non è capace né di intender e né di voler e. Ma qui dipende
dal sistema e dallo scopo che il legislator e vuole r aggiunger e. In mater ia di ubr iachezza non
funziona.
Ma quindi un’ubr iachezza colposa (nel senso non di r eato) o dolosa a che titolo mi fa
r isponder e del r eato che commetto? Se io mi sono ubr iacato colposamente per ché devo
r isponder e dolosamente? Lo stesso vale vicever sa. Di fr onte a questa incongr uenza, si er a
sostenuto che si r ispondeva in base al titolo della ubr iachezza. Ma quest a tesi non ha vinto
per ché l’ubr iachezza non r ileva. Essa e tamquam non esset. L’ubr iachezza non c’è, e allor a il
sistema è quello di sempr e. Se il delitto è doloso, si r isponde per dolo, a pr escinder e del
momento soggettivo per il quale ci si è ubr iacati.
Infine vediamo lo stato pr eor dinato a per der e la capacità di intender e e di voler e. Anche qui
abbiamo una fictio. Si dice che l’Ar t. 85 comma 1° non si applica al soggetto che alter a il suo
stato per pr epar ar si una scusa o commetter e un r eato.
Si tr atter ebbe di una eccezione all’Ar t. 85. È come se fosse costr uita sull’idea dell’actio liber a
in causa. È una specie di imputazione oggettiva che esclude qualsiasi r ifer imento alla
soggettività dell’agente.
Il pr oblema sta nel definir e quando inizia la commissione di un r eato? Quando spar o, o
quando mi dr ogo per pr epar ar mi a spar ar e? Quindi non è un der oga all’85, ma è solo una
specificazione che il legislator e ha voluto far e. Lo ha scr itto per evitar e dubbi. Questo è un
pr incipio che si r icavava già dalla logica.
1) Per ché avevamo detto che l’imputabilità deve r egger e tutta la commissione del fatto (come
nel veleno).
2) In più questo vale per i r eati a condotta liber a o a disvalor e dell’evento. Nei r eati a
condotta vincolata? La condotta del drogar si coma la punisco? Dunque in r ealtà for se ha
r agione chi dice che questa è un’eccezione all’Ar t. 85, è un canone medioevale che ritorna
nel dir itto penale moder no.
MI SURE DI SI CUREZZA
Sono il secondo binar io dir etto ai soggetti non imputabili o semi-imputabili. Lo scopo è
l’eliminazione del r ischio della per icolosità sociale, sia con lo scopo r ieducativo in
cor r ispondenza del pr incipio di r ieducazione.
Altr a car atter istica è che esse sono pr eviste nel minimo e non nel massimo. A volte si par la di
er gastolo bianco dato che potr ebber o anche non ter minar e mai. Questo è coer ente con il
pr incipio della per icolosità sociale, ma è anche incoer ente con il pr incipio che è quello della
finalità r ieducativa della pena, essendo quest a indeter minata.
Infatti, anche se un fatto ha un impatto offensivo basso, può comunque por tar e ad una misur a
di sicur ezza indeter minata.
Il soggetto malato veniva consider ato come una fonte di per icolo che doveva esser e custodito
e non come un malato che quindi doveva esser e cur ato.
Queste si dividono in per sonali e pecuniar ie. Quelle per sonali possono esser e detentive o
meno. Il manicomio è un misur a detentiva, t anto che qui tr oviamo sia l’amministr azione
sanitar ia, sia quella penitenziar ia, che sembr a testimoniar e la differ enza di compiti fr a il
cur ar e e il custodir e questi soggetti.
La dur ata minima è 10 per er gastolo o 5 in caso di r eclusione pr evista per 5 anni.
Tutto questo non far ebbe che far cr escer e tutto quello che in r ealtà si cer ca di diminuir e.