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Grafico n. 1
Analisi e riflessione…
Grafico n. 2
Quadro di riferimento dei risultati ottenuti dal monitoraggio delle prove.
Cosa mai sarà successo ai miei alunni? Perché alcuni tra quelli ritenuti più bravi
hanno fatto registrare esiti a dire poco vergognosi? E come mai alcuni di loro che
raggiungono a stento la media del sette si sono piazzati ai posti più alti di questa
ipotetica classifica?
Che io sbagli a valutare? Che io non sia una brava docente di Matematica? Che
io…?
(Grafici n. 3 e n. 4)
Classe seconda C: comparazione esiti delle prove Invalsi e voti in pagella
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Grafico n. 3
Classe seconda D: comparazione esiti delle prove Invalsi e voti in pagella
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Grafico n. 4
Esiti finali
Il quadro valutativo appare abbastanza omogeneo per la classe II C dove, nel giorno
della prova, c’erano molti alunni assenti (sette + la bambina diversamente abile che
ha sostenuto prove differenziate) e quindi, essendo il numero dei partecipanti più
ridotto, non si è verificata una forte discrepanza tra i dati. Difatti le colonne più alte
coincidono per lo più con i voti più alti e viceversa per quelle più basse.
Al contrario, è preoccupante la situazione emersa in II D, dove 2 alunni, ritenuti bravi
con valutazione 10 nella scheda di fine anno, hanno registrato risultati imprevedibili
che denunciano l’ evidente incongruenza tra i dati.
In questo grafico, la colonna più alta corrisponde alla valutazione di otto in pagella,
mentre quella più bassa ha come riscontro un dieci.
A conforto, una minima conferma alla valutazione di base, di fine anno, arriva dalla
comparazione tra i voti finali e il numero delle risposte non valide o comunque non
date.(Grafici n.5 e n. 6).
In tutti questi casi, mai è possibile indagare sull’incidenza del fattore-tempo e/o di
quello emotivo che rimangono incognite comunque da valutare.
Ancora dati a confronto
Grafico n. 5
Grafico n. 6
Commenti conclusivi, personali
E’ sicuramente difficile dare risposte univoche alle situazioni critiche e anomale che ho
evidenziato nella lettura dei dati tratti dalle prove Invalsi. Ciò che è certo è che siamo lontano dai
parametri decantati negli anni passati.
Un’altra cosa certa è che, se teniamo nascosti questi dati o li lasciamo al monitoraggio, alla
analisi e alla critica di pochi, non ne riceveremo mai stimoli per lo studio e per la riflessione.
Certa è anche, da parte mia, la piena consapevolezza di aver compiuto un vero e proprio
azzardo pedagogico in quanto ho comparato tra loro due modi diversi di valutare gli alunni. Anzi
nel caso di queste prove-Invalsi io parlerei più appropriatamente di misurazione o di
certificazione di competenze e meno che mai di valutazione. Ma da qualche parte bisogna pure
iniziare!
Intanto mi sembra che già stia nascendo più attenzione e più interesse per i criteri e la
procedura della valutazione… sembrano più coinvolte anche le famiglie… sembra più credibile
l’operato della scuola…
A me, personalmente, rimane, come serio intoppo professionale, l’urgenza di una riconversione
della mia pratica di insegnamento perché, così stando le cose, dovrò necessariamente
smetterla di aiutare con continue sollecitazioni e con ulteriori spiegazioni delle consegne coloro
che non ne afferrano nell’immediato il significato e per questo non riescono a proseguire nel
lavoro e devo finirla con il giustificare e con il premiare le risposte divergenti e le soluzioni
creative fornite ai problemi dagli alunni privi delle dovute conoscenze matematiche, ma
ingegnosi di pensiero e di fantasia. Tutto questo non è oggettivo!