Ecologia

Un continente più grande dell'Europa,

deserto e battuto da venti gelidi
che soffiano a 300 all'ora.
Inaccessibile, ma con tanti nemici

In volo sul pack

Un elicottero in volo lungo la costa.
E' la primavera antartica (cioè il
nostro autunno) e il ghiaccio
comincia a spezzarsi. Altrove la
coltre è spessa fino a 4 chilometri.

Assalto
Rifiuti, turisti a
L
i chiamano Niños del Ozo-
no, i bambini dell’ozono, e
frotte, inquinamento, sono ventuno ragazzini, tut-
ti al di sotto dei 14 anni, figli
mutamenti del clima, degli scienziati cileni che da tempo
lavorano nella stazione di Villa Las
buco dell'ozono: Estrellas, sulla King George Island,
vale a dire l’estrema propaggine
l'Antartide oggi è del continente antartico verso il
minacciata da ogni Sudamerica.
tanti. Adesso di loro si sta occu-
pando la comunità scientifica inter-
nazionale. Perché? Lo dice lo stes-
so soprannome che portano. Dal
momento che hanno trascorso
sotto il cielo antartico tutta la loro
vita, sono probabilmente gli esseri
umani che hanno assor-
bito il maggior
numero di
ultraviolette, quelle cioè che il “bu-
co nell’ozono” (assai rilevante in
Antartide, vedere a pagina 10) non
riesce più a filtrare. Gli ambientali-
sti sostengono che i bambini
andrebbero immediatamente ripor-
tati in Cile, in attesa di valutare le
loro condizioni. I
loro genitori
sono invece di

al Polo
I Niños del Ozono sono “cit- radiazioni opinione diversa:
parte. Si può salvare tadini antartici”: nati e cresciu-
ti fra i ghiacci, hanno gio-
«Non credo che i rischi
per i nostri figli siano poi così ele-
l'unica parte del cato fin da piccoli con i vati», ha di recente dichiarato
Pesare i pinguini pinguini, sono abi- Maria Valeria Chacon, moglie del
Un biologo australiano con un mondo ancora tuati a una notte Un albatro comandante di un’altra base cile-
che dura sei mesi, e a un gior- na, la Teniente Marsh. «Coperti in
pinguino della specie Adeliae. Gli
animali vengono esaminati, misurati incontaminata? no che si prolunga per altret-
urlatore: nei
nidi si trovano permanenza come sono, con tute,
(pesano fino a 6 chili) e liberati. rifiuti di plastica. occhiali da sole e stivali, questi bam-

▼
Focus 6 Focus 7

I l primo italiano a mettere
piede sul “pianeta Antar-
tide” e a scalare le sue mon-
tagne è stato il valdostano
Pierre Dayne, nel lontano
1903. In seguito, per anni
la nostra presenza è stata
sporadica finché nel 1985
gli italiani sono nuovamente
sbarcati sul continenete,
questa volta da protagoni-
sti, per attuare un program-
ma di studio articolato in
sette spedizioni dal costo
globale di 230 miliardi, stan-
ziati dal governo. L’attuazio-
L'Italia al Polo Sud: una storia cominciata nel 1903
ne del programma, che ha
previsto la costruzione di u-
na base permanente a Baia
Terranova, dove operano cir-
ca 250 tecnici e scienziati, è
ormai nella sua fase con-
clusiva. L’organizzazione è
stata dell’Enea (Ente nazio-
nale per la ricerca sulle e-
nergie alternative), d’intesa
con il Cnr, il Consiglio nazio-
nale delle ricerche.
I settori di ricerca sono:
Ocenografia: si studiano i
meccanismi che regolano le
influenze reciproche di ac-
Tricolore
La base italiana, a
Baia Terranova. Non
produce rifiuti.
que polari e atmosfera, dalle
quali dipende l’evoluzione
climatica del pianeta. Si ten-
terà inoltre di acquisire indi-
cazioni sui movimenti dei
ghiacci, e sulla deriva degli
icerberg.
Geologia e vulcanologia: nei
pressi della base italiana è
in attività il vulcano Melburne,
formatosi circa 25 mila anni
fa, contemporaneamente
alla nascita della catena
Transantartica, dove ci sono
vette che superano i cin-
quemila metri. Gli studi sono
rivolti ai fenomeni geodina-
mici del vulcano.
Sismologia: l’attività sismi-
ca del continenete è legata
a quella mondiale, ma solo
nella spedizione del 1989 è
stata installata una stazione
sismica in grado di registra-
re i movimenti profondi della
crosta terrestre al di sotto
dei ghiacci.
Goefisica: si raccolgono dati
e informazioni che docu-
mentano i vari stadi della
deriva (cioè lo spostamen-
to) continentale.
Glaciologia: si tenta di ac-
quisire informazioni per in-
terpretare possibili effetti
causati dal cambiamento
del clima sulle masse gla-
ciali antartiche.
Atmosfera: le osservazioni
sono rivolte essenzialmente
al controllo del “buco dell’
ozono”.
Astrofisica: studi per ap-
profondire le conoscenze sul-
Dentro a una mela-capanna D' inverno
Tecnici in riposo in una tenda particolare si legge
inventata dagli australiani: l' "apple La "sala di lettura"
la formazione e l’evoluzione
delle galassie.
Flora, fauna e biologia evo-
hut", cioè capanna-mela. Le due parti
che la compongono si saldano insieme.
alla base di
Mawson, gestita
luzionistica: un’attenzione dagli australiani.
particolare è dedicata a que- Durante l'inverno
gli insetti in grado di sinte- antartico (cioè
tizzare la glicerina, che agi- soprattutto da aprile
sce come anticolgelante e a settembre) il
quindi consente loro di vive- numero degli
re fino a temperature di 35 addetti agli impianti
gradi sotto lo zero. L’inte- fissi cala anche del
resse è rivolto anche verso 50 per cento.
pesci che, attraverso la pro- A caccia
duzione di glicoproteine,
mantengono i fluidi interni di pinguini
allo stato liquido a tempe- Un tecnico acciuffa
ratura inferiori allo zero. un pinguino. E' stato
Italiana è anche la prima scoperto che nel
mappa elettronica completa sangue di questi
dell'Antartide vista dallo spa- animali, grassissimi,
zio. Le foto sono state riprese esiste un acido che
dal satellite Spot. impedisce le
occlusioni arteriose.

Una carota
Cinquanta di ghiaccio
Tecnici della base
basi dalle italiana effettuano
un "carotaggio",
cioè un prelievo di
quali esce un campioni di ghiaccio
in profondità. E' così
possibile scoprire
fiume di come era in passato
l'atmosfera terrestre.
spazzatura
Una gelida
siccità
bini pigliano probabilmente meno Una mini stazione
▼

sole rispetto a qualsiasi comune meteorologica: in

bagnante su una spiaggia».
Quella sui Niños del Ozono è la
più recente fra le polemiche di-
vampate a proposito dell’Antar-
tide. Altre, ancora più violente, si
sono un po’ attenuate da quando,
nell’ottobre 1991, quaranta Paesi
fra i più interessati a un eventuale
sfruttamento del continente (inclu-
si gli Stati Uniti, il Cile, l’Argentina,
l’Australia, la Nuova Zelanda e
l’Italia) hanno siglato un protocollo
che sospende ogni attività di ricerca
e sfruttamento delle risorse natu-
rali per almeno cinquant’anni.
L’Antartide. Un continente e-
steso più dell’Europa, una terra o-
stile, dura, coperta per il 98 per
cento della sua superficie da una
coltre di ghiaccio vecchio di millen-
ni, con uno spessore che a volte rag-
giunge i 4 chilometri. Il vento, il ter-
ribile blizzard, soffia a trecento
all’ora carico di aghi di ghiaccio e la
Antartide ce ne
sono una trentina.
Il clima è tipico: c'è
mancanza di
evaporazione, e
Una breve estate febbrile quindi pioggia e
La base di Davis Bay, aperta da oltre 35 neve sono scarse.
anni. Nei mesi "estivi" (cioè gennaio e
febbraio) l'aspetto di tutte le installazioni è
quello di un immenso deposito di container.
banchisa, quando si avvicina l’inver- ● I rifiuti te nel continente trovano lavoro 200 mila litri sono ancora lì, nel Leningradskja è circondata da di Greenpeace, l’associazione eco- prendere provvedimenti contro la
no, si allarga verso il mare aperto Sono, ovviamente, quelli prodotti circa 5 mila persone, anche se il loro relitto, e possono trasudare da un migliaia di barili vuoti di benzina, logista internazionale che dal 1985 proliferazione dei rifiuti sono stati
per centomila chilometri quadrati al dall’uomo. Attualmente in numero si riduce durante il lungo e giorno all’ altro. La base gettati sul pack, e quella argentina ha “adottato” il continente di ghiac- gli Stati Uniti: i tecnici delle tre basi
giorno. Un luogo inespugnabile, Antartide sono aperte 50 basi, buio periodo invernale. Negli ultimi Amundsen-Scott scarica da anni di Marambio è in cima a una collina cio. «Volevamo controllare, e pos- americane nel continente hanno
dunque, eppure la sua inaccessibi- soprattutto durante l’estate austra- anni ogni installazione si è circon- liquami organici senza filtraggio, di rifiuti alta duecento metri. Piccoli sibilmente impedire, che l’Antar- l’ordine di non stivare più cibo di
lità nasconde delicatissimi equilibri le, che va da dicembre a marzo: si data di rifiuti, liquami, apparec- tanto che l’intera struttura sta frammenti di plastica si trovano tide fosse coinvolto in imprese che quanto sia necessario, qualsiasi
e una fragilità insospettata. trovano ovunque, lungo la costa ma chiature in disuso lentamente rose sprofondando nel ghiaccio disciolto sempre più di frequente negli sto- non fossero puramente scientifiche, rifiuto di tipo radioattivo non viene
L’impronta di uno stivale, sulla sua anche nell’interno, dove i russi dal vento gelato. Nel l989 la nave dal calore prodotto. Il fondale mari- maci degli uccelli marini, e sono e che non si trasformasse in una più sepolto nel ghiaccio ma rispe-
superficie di muschi e licheni ghiac- hanno per esempio costruito la base argentina Bahia Paraiso, che por- no circostante la base americana di sempre più parte integrante dei gigantesca pattumiera, magari un dito in America, tutti i contenitori
ciati, rimane infatti intatta per due permanente di Vostok, e dove una tava rifornimenti, è naufragata Mc Murdo è biologicamente loro nidi. deposito di scorie nucleari», spie- vengono riciclati e come materiale
secoli. Quali sono i suoi nemici, decina d’anni fa fu registrata la tem- davanti alla base americana di Mc morto, avvelenato dagli scarichi e Per tenere d’occhio la situazio- ga Domitilla Senni, responsabile da imballaggio, per merci delicate
allora? E che cosa si fa per fermar- peratura record di 89 gradi sotto- Murdo, e ha rovesciato in mare 350 sepolto da tonnellate di lattine ne da sette anni è aperta sulla costa per l’Italia della Campagna An- come gli strumenti scientifici, non
li? zero. Complessivamen- mila litri di gasolio e kerosene. Altri (vuote) di birra. La base russa del mare di Ross anche una base tartide di Greenpeace. I primi a viene più adoperato il polistirolo

▼
Focus 8 Focus 9
In nave e in
aereo, ecco
migliaia di
turisti. Ma
l'Antartide è
un luogo da
passeggiate?
espanso ma il pop corn. Così, inve-
▼
ce di gettarlo, una volta aperti gli
imballaggi, tecnici e scienziati pos-
sono mangiarselo.
● I turisti
Gli ultimi sono arrivati per Na-
tale, a bordo della Ocean Princess:
quattrocento turisti che hanno
pagato per una crociera di 19 gior-
ni una decina di milioni ciascuno, in
cabina doppia. In questo momento
altre cinque navi da crociera stanno
facendo rotta verso l’Antartide, e le
“visite” andranno avanti fino alla
seconda metà di febbraio. In realtà
i primi turisti sono venuti qui già
nel 1910, ancora prima che
Amundsen raggiungesse il Polo, a
bordo delle navi della Thomas
Cook & Sons. Per molto tempo
non ne vennero più di un centinaio
all’anno. Poi il boom: attualmente
sono almeno 3500 a ogni stagione
“estiva”, ma ci sono state punte di 7
mila.Tanto che sulla King George
Island sono stati addirittura costrui-
ti un albergo, una banca e un centro
commerciale. «All’inizio poteva
anche essere divertente», com-
menta Robin Ross, oceanografo
presso la stazione americana di
Palmer. «Poi ne sono arrivati così
tanti che ci impedivano di lavorare,
e infastidivano i pinguini proprio
nel periodo della cova. Abbiamo
perfino trovato i kleenex sporchi
fra i nidi». Spesso l’invadenza non
ha limiti, non vengono rispettate le
aree protette come “siti di partico-
lare interesse scientifico” e nelle
pozze di origine vulcanica sull’isola
Deception la gente va a fare il
bagno, sguazzando nell’acqua a 40
gradi, incurante dei divieti. Una
volta, poi, i visitatori arrivavano
solo via mare. Dal 1987 gli inglesi
del British Antarctic Survey hanno
escogitato il modo di fare atterrare
i velivoli su uno strato di ghiaccio
vecchio, liscio ma non scivoloso,
duro e compatto, e soprattutto in-
dividuabile sulla mappa elettronica
Focus 10
La nave dei rifornimenti
L'immensa prua del rompighiaccio
tedesco "Icebird" spunta da un
promontorio. La nave ogni
anno rifornisce le basi dell'area
australiana dell'Antartide.
del satellite Landsat. Su queste piste
naturali, che si trovano per ora sol-
tanto nei pressi del massiccio di
Vinson, calano così gli aerei
dell’Antarctic Airways. Tutto que-
sto traffico ha spinto Italia e Francia
a chiedere che alla prossima riu-
nione dei Paesi aderenti al Trattato
antartico si stabilisca una regola-
mentazione del turismo lungo le
coste del continente di ghiac-
cio.
● Il buco nell’ozono
Ormai si sa: l’ozono stratosfe-
rico, cioè il gas che ci protegge
dall’eccesso di radiazioni ultra-
violette, da qualche anno viene
inesorabilmente eroso da alcuni
composti del cloro. E’ proprio sul-
l’Antartide che questo “buco” si è
verificato in maniera più consi-
stente a partire dal 1979. Perché?
La posizione geografica del conti-
nente, nonché la sua bassa tempe-
Pinguini & C: la fauna sottozero
Ltemperature,
a vita animale in Antartide si è
evoluta a contatto con le basse
e malgrado queste
ultime. Si trovano muschi, licheni,
tre specie di acari.
Krill. E’ un gamberetto lungo 5
centimetri, pesante pochi gram-
mi. Si nutre di fitoplancton. Lo si
trova in enormi concentrazioni (il
peso totale è stimato in 100
milioni di tonnellate), e si muove
in sciami lunghi centinaia di metri
e spessi almeno una decina. E’ la
principale riserva proteica del
continente ed è il nutrimento
essenziale per gli animali più
grossi, dai pesci alle foche, dai
pinguini alle balene.
Il pinguino impellicciato
Un pinguino reale: nidifica solo
d'estate, fra erbe e licheni.
Molluschi. Il più particolare è la
nacella. Quando la marea si ritira si
protegge entro un bozzolo vischio-
so, una specie di cappotto che
resiste anche alla temperatura di
20 sottozero.
Pesci. Sembrano proprio usciti da
film dell’orrore. Lo pseudochaeni-
chtys georgianus trasuda materia
gelatinosa e ha denti da incubo. Il
chaenocephalus aceratus respira
attraverso la pelle ed è privo di
emoglobina nel sangue. Il trema-
tomus ha nelle vene una specie di
sostanza antigelo.
Uccelli. L’Antartide conta cento
milioni di pinguini, soprattutto della
specie Adeliae. Sono molto grassi,
si nutrono di pesce e fitoplancton.
Nella specie imperatore è il ma-
schio che cova le uova. Una volta i
balenieri argentini li usavano come
Un elefante marino inarca il corpo nel tipico segnale di minaccia.
lampade: mozzavano loro la testa
e ficcavano nel collo un tizzone
ardente che si consumava pianis-
simo, bruciando via via il grasso
del corpo.
Mammiferi. Essenzialmente ceta-
cei e foche (30 milioni). Queste
ultime si nutrono di krill, di pesci e
di pinguini. Sono grassissime, gli
organi interni praticamente isolati
dall’ambiente. Cuore, polmoni e
sistema cardiocircolatorio robu-
stissimi: il latte materno è dieci
volte più grasso di quello di mucca.
Nuotano in apnea fino a 20 minu-
ti di seguito. Gli unici a infastidirle
sono stati i cacciatori, ma non ce
ne sono più dal 1959.
ratura, convogliano le correnti della
stratosfera nel cosiddetto “vortice
polare”, vale a dire una specie di
imbuto che raccoglie grandi quan-
tità di clorofluorocarburi e li con-
centra proprio nei cieli del conti-
nente di ghiacccio. L’area
interessata è ormai pari a oltre ses-
santa volte il territorio italiano. La
diminuzione nello strato di ozono è
stagionale e non dura più di 40 o
50 giorni (durante i quali in certe
parti dell’atmosfera il gas sparisce
fino al 98 per cento), poi lo “strap-
po” si ricuce, ma il gas non si rifor-
ma completamente. «Il buco si
apre soprattutto nei mesi della pri-
mavera australe, cioè da settembre
alla fine di novembre. Questo però
è il periodo in cui piante e animali
emergono dal lungo periodo inver-
nale, di buio e di gelo», spiega
Daniel Torres, biologo all’Istituto
antartico cileno. «Essi dovrebbero
entrare gradualmente nella buona
stagione, seguendo piano piano
l’aumento della temperatura e della
luce. Invece ricevono subito una
forte irradiazione ultravioletta, pari
a quella estiva, senza avere il tempo
di adattarsi». Anche a Punta A-
renas, la città cilena (110 mila abi-
tanti) che è la più meridionale del
mondo, quasi di fronte alla peniso-
la antartica, c’è chi parla aperta-
mente di questi danni: contadini e
pescatori, per esempio, affermano
che sta crescendo enormemente la
percentuale di pecore, conigli e
pesci affetti da cecità, e delle piante
che ingialliscono e muoiono senza
apparente motivo.
● Il fitoplancton
Da definire, poi, l’effetto che il
buco nell’ozono sta operando sul
fitoplancton. Si tratta di una vasta
concentrazione di alghe microsco-
piche, unicellulari, che vivono
nell’oceano e rappresentano la ba-
se della catena alimentare antartica.
Il fitoplancton si nutre per fo-
tosintesi, utilizza cioè la luce del
sole per sintetizzare l’anidride car-
bonica con l’azoto e il fosforo del-
l’acqua. Ogni primavera, ai primi
raggi del sole comincia a prolifera-
re, mentre quando l’inverno avanza
si riduce. Negli ultimi anni la quan-
tità di fitoplancton si è però forte-
mente ridotta, proprio per l’incre-
mento dei raggi ultravioletti, dovuti
al buco nell’ozono, che diminui-
scono la capacità di fotosintesi. Le
conseguenze potenziali del feno-
meno sono immaginabili: meno
fitoplancton significa meno krill,
piccoli crostacei che sono alla base
dell'alimentazione di almeno 20 tipi
di pesci, 5 di balene, oltre che di
pinguini, foche, e uccelli.
▼
Focus 11
 Segnaletica dell'altra
parte del mondo
Qui sopra, un inconsueto cartello
segnaletico ad Halley Village.
A destra, un veliero giunto a
ridosso delle montagne
di ghiaccio.Ogni anno arrivano
fin qui almeno 3500 turisti.
Carbone, petrolio e platino
sotto i ghiacci: una immensa
ricchezza che fa gola
Una lunga contesa legale
Fterritorio
in dalle prime esplorazioni svol-
tesi alla fine del secolo scorso, il
antartico è stato rivendica-
to da nove Paesi: Argentina,Cile,
Australia, Francia, Gran Bretagna,
Norvegia, Nuova Zelanda, Usa e
Urss. I primi sette avanzavano anche
pretese di sovranità e lo avevano
diviso in altrettanti settori, (cioè
“spicchi”, con il vertice al Polo Sud).
La grande svolta nei rapporti diplo-
matici si è avuta solo il 1° dicembre
1959, data in cui 12 Paesi (quelli
sopra elencati più Giappone, Belgio
e Sudafrica) hanno firmato a Wa-
shington un trattato che stabilisce
l’utilizzazione dell’Antartide soltanto
a scopi pacifici. Il Trattato è entrato
in vigore nel 1961 e l’Italia è entrata
a farne parte nel 1981. Attualmente
i Paesi membri sono 40.
Il trattato aveva però una lacuna:
non disciplinava lo sfruttamento
delle risorse del sottosuolo. Nel
1988 a Wellington, in Nuova Ze-
landa, 33 Stati hanno quindi fir-
mato una convenzione mineraria,
ma alcuni governi dei Paesi firma-
tari si sono rifiutati di ratificare la
Convenzione. Nell’ottobre dello
scorso anno è entrata poi in vigore
il Protocollo di Madrid, che proibi-
sce ogni forma di sfruttamento
delle risorse naturali per il prossimo
cinquantennio.
Il parlamento italiano ha approvato
Focus 12
lo scorso novembre una legge (la
numero 280) che assegna 390 mi-
liardi di finanziamento alle attività
scientifiche e tecnologiche italia-
ne in Antartide. Il ministro dell’Uni-
versità e della ricerca scientifica
Antonio Ruberti ha inoltre annun-
ciato che entro due anni verrà rea-
lizzato in tre città, Genova, Siena e
Trieste, un Museo nazionale dell’
Antartide.
● Mutamenti nel clima
▼
L’Antartide è anche uno straor-
dinario barometro che segnala lo
stato di salute dell’intero pianeta.
La stratificazione dei ghiacci (con il
loro peso immane hanno in alcuni
punti del continente “schiacciato”
la terraferma fino a un chilometro
sotto il livello del mare) consente
per esempio di prelevare e analiz-
zare campioni d’aria congelati nel
passato, e di confrontarli con quel-
li di oggi. Alla base di Vostok, dopo
un lavoro di anni, si è ottenuta una
“carota” (in spezzoni di un metro)
lunga in tutto 2083 metri, che corri-
sponde a un periodo di tempo di
180 mila anni: l’analisi delle “bolli-
cine fossili” ha consentito di trac-
ciare la storia climatologica della
Terra. E’ così che si è provato, con
certezza, che mai come adesso
nell’atmosfera è stata elevata la
concentrazione di anidride carbo-
nica: tanto per dire, nei periodi gla-
ciali questa era pari a 180 parti per
milione, nei periodi torridi si saliva
a 300 parti. Ebbene, attualmente
siamo già arrivati a oltre 350 parti.
La posizione geografica dell’
Antartide e la sua bassa tempera-
tura influenzano d’altra parte le
correnti stratosferiche, i venti e la
circolazione ciclonica, nonché il
flusso delle correnti oceaniche, met-
tendo in moto enormi masse di
acqua fredda profonda. In più
l’Antartide, con il suo gigantesco
volume di ghiaccio, rappresenta il
maggior regolatore del livello degli
oceani: l’eventualità estrema di uno
“scioglimento” totale del continen-
te lo innalzerebbe di oltre 60 metri,
e la maggior parte delle città del
mondo sarebbe inondata.
● Sfruttamento minerario
L'intero continente antartico rap-
presenta un immenso forziere.
Anche se non si sa ancora bene di
sicuro che cosa ci sia effettivamen-
te dentro. Certo ci si trova ferro,
uranio (soprattutto nel lembo che
140 milioni di anni fa era ancora
"attaccato" al Sudafrica), oro, pla-
tino, e manganese. Gli americani
hanno anche individuato nel mare
di Ross petrolio e gas naturale per 6
miliardi di tonnellate (cioè il doppio
di quanto prodotto in un anno nel-
l'intero pianeta). Si capisce perché
il continente di ghiaccio, che non
appartiene in realtà a messuno, è
reclamato da tanti?
■
Paolo Bianchi e Marco C.
Stoppato
Comportamento - Le differenze nelle tecniche sessuali fra noi e gli animali non sono poi così profonde né antiche
L'amore che viene dal passato
Furono proprio i piaceri dell’erotismo
a consentire lo sviluppo dell’Homo
erectus, un milione e
mezzo di anni fa.
Da allora molti
meccanismi non sono
affatto cambiati.
Le posizioni della coppia, du-
rante l'amore, hanno un significato
mirato alla procreazione, o sono
frutto di una evoluzione culturale
cominciata milioni di anni fa? La
funzione dell'orgasmo è soltanto
quella di darci piacere, o ha anche
significati più profondi? Il corteg-
1 Le posizioni
del piacere
I
l massimo del piacere lo da il
Cat, cioè coital alignement
technique, la tecnica di alli-
neamento sessuale che garan-
tisce l’orgasmo simultaneo e favo-
risce così il risaldamento del le-
game di coppia. Questa è la con-
clusione cui sono arrivati gli stu-
diosi Edward Eichel e Philip No-
bile. Qual è? L’uomo sopra e la
donna sotto. Ep-
pure con il nome
di “due serpenti
attorcigliati intor-
no al topo” esi-
steva già nel Ka-
masutra, il famo-
so manuale
indiano di eroti-
smo scritto nel
III secolo dopo
Cristo. L’opera
Cicogne: l'amore che conferma nel
complicato.
Focus 14
giamento è un gioco, o ha radici
primordiali, per la ricerca del part-
ner più adatto a "produrre" figli
migliori? Se a studiare la sessualità
umana sono scienziati che si occu-
pano anche di animali, le risposte a
domande come queste possono es-
sere sorprendenti. Vediamo.
modo più definitivo e inequivoca-
bile la differenza tra uomo e ani-
mali. Almeno per quanto riguarda
il sesso.
Il Kamasutra rappresenta una
elaborazione di un’antica esigenza
sociobiologica. «Se il sesso si fosse
limitato alla fecondazione», è l’opi-
nione di David Barash, psicologo e
zoologo, «la famiglia come unio-
ne stabile di maschio e femmina
non si sarebbe sviluppata. Il nostro
sistema sociale potrebbe assomi-
gliare a quello del babbuino, con
unioni transitorie della coppia che
si costituisce solo quando le fem-
mine sono recettive».
La famiglia e i rapporti sociali
sono invece stati determinanti per
l'evoluzione, ed è a essi che bisogna
risalire, anche dal punto di vista ses-
suale. Furono proprio i piaceri
dell’erotismo a consentire lo svilup-
po dell’Homo erectus, un milione e
Una coppia: solo gli uomini e alcune scimmie si guardano negli occhi.
mezzo di anni fa. Nel periodo del
“calore” gli animali danno infatti
segni esteriori che indicano che è
arrivato il momento ideale per la
fecondazione: le gatte urlano, le
scimmie mostrano natiche vermi-
glie. Le femmine dei primi antro-
poidi erano simili alle scimmie e a
quel tempo i loro incontri con l’altro
sesso erano limitati ai giorni in cui
era più probabile l’ovulazione. Per
procurarsi più cibo, e per non esse-
re le sole responsabili dell’alleva-
mento dei cuccioli, avevano biso-
gno di uno stretto legame con il
compagno. Lo scopo lo ottennero
rendendosi disponibili al rapporto
sessuale durante tutto l’anno.
Una lucertola superdotata
Lucertole "cnemydophorus inornatus". Il maschio ha un doppio
pene, irto di uncini per una presa più salda sulla femmina.
La posizione più favorevole
L'accoppiamento fra due zebre: la posizione con il maschio
alle spalle è la più naturale e adatta alla procreazione.
Nascosero l’ estro (cioè il periodo
del “calore”) con tale bravura che
adesso una donna, per riconoscerlo,
ha bisogno di termometri partico-
larmente sensibili e analisi chimi-
che. Il “trucco” successivo fu l’intro-
duzione, durante l’amplesso, della
posizione faccia a faccia. Tra gli ani-
mali quelli che adottano lo stesso
I felini sbrigativi
A destra, due leopardi. L'amore
fra i felini è in genere
di breve durata (una trentina
di secondi al massimo),
anche se durante una
sola giornata possono
succedersi fino
a una sessantina di
accoppiamenti.
Profumo di
insetto
Due insetti del tipo
"rosalia alpina".
L'organo sessuale
maschile negli
insetti è in genere
corazzato e irto di
appendici. L'amore
avviene in maniera
immobile, e gli
animali si "attirano"
grazie a una serie di P
Il sesso? E' soprattutto conveniente
erché mai gli animali hanno
scelto la strada del sesso per
odori particolari. riprodursi? Il sesso infatti implica
l’esistenza di un maschio e di una
femmina, la necessità di impiega-
re tempo per cercare il partner
ideale ed energia per l’accoppia-
mento, operazioni faticose e non
sempre di sicura riuscita. Eppure
lo fanno quasi tutti gli organismi
che abitano la Terra.
Per i biologi il sesso prevede la
formazione di una cellula partico-
lare, il gamete, che contiene solo
metà dei cromosomi del genito-
re. Nell’uomo, per esempio, una
cellula qualsiasi ha 46 cromosomi.
In essi è contenuto il Dna, la lunga
molecola a forma di elica che
porta tutte le “informazioni” di cui
un individuo ha bisogno per svi-
lupparsi. I gameti (l’uovo femmi-
nile o lo spermatozoo maschile),
ne contengono invece solo 23.
Nel momento in cui entreranno in
contatto si fonderanno, ripristi-
tipo di strategia sono delfini, laman- nando il numero originale.
tini, lontre marine e scimpanzé Come contropartita il sesso offre
bonobo: tutte specie che, come innegabili vantaggi alle specie che
l’uomo, hanno il problema di una lo praticano. «Per esempio esso
prole che per lungo tempo rimane permette la ricombinazione dei
dipendente dai genitori, e dunque cromosomi in formule sempre
hanno bisogno che la coppia resti nuove, favorendo quelle positive»,
sottolinea il genetista americano
“salda”. ■ Michael Rose. Assicurando sem-
Nadia Ceschin
Alla rana piace
il tenore
Rane tropicali.
In genere le
femmine degli anfibi
"scelgono" i partner
in base alla
grandezza, e alla
profondità della
voce. I maschi più
piccoli vengono
scartati.
pre una generazione abbastanza
diversa dai propri genitori e com-
binazioni di cromosomi che non
sono mai apparse prima, il sesso
accresce cioè la capacità di una
specie di sopravvivere alle even-
tuali variazioni dell’ambiente in cui
vive. Il sesso, in pratica, facilita la
risposta ai cambiamenti.
Mutazioni occasionali, positive o
negative, possono capitare anche
indipendentemente dal sesso. Con
il meccanismo del sesso, però, la
popolazione in cui sono comparse
può diffonderle selettivamente: i
peggioramenti, se sono tali, scom-
pariranno, i miglioramenti passe-
rano alle generazioni successive.
Il sesso non è ovviamente l’unico
sistema per riprodursi. Esiste an-
che la via asessuata, tipica degli
organismi inferiori, che è di una
sconvolgente semplicità: a un
corallo è sufficiente formare una
sorta di gemma, che si svilupperà
fino a staccarsi. A essere coinvol-
to è l’unico genitore che, da solo,
può scegliere il momento più adat-
to, senza dover aspettare un com-
pagno. Come mai però il 99 per
cento degli esseri viventi non ha
preferito questo metodo? Perché
il risultato della asessualità è una
popolazione fatta di tante copie
identiche al genitore.
Focus 15
Sesso, uomini & animali Parenti prossimi
Una coppia di scimpanzé
L'uovo faccio-tutto-io
2 L'orgasmo bonobo. Sono gli animali più
simili all'uomo, dal punto di
vista del comportamento
sociale e sessuale.
E' la fine delle vecchie teorie: nel processo
del concepimento non è affatto lo
spermatozoo maschile a prendere

differente l'iniziativa. E' invece l'ovulo

femminile che decide e sceglie.

Solo i mammiferi lo provano, da Lmilionesimi

o spermatozoo: intra-
prendente guerriero (60
di metro), che
65 milioni di anni, ma non parte alla conquista della
grande dama bianca (0,2
per tutti rappresenta una millimetri). L’ovulo: la bella
addormentata in attesa del
sensazione di vero piacere. principe azzurro. La metafora
era perfetta. Il ruolo femmi-
nile, però, secondo gli studi
più recenti non sarebbe
utilizzando una serie
di arpioni chimici che
non solo im-
pediscono anche la
Lui e lei, al microscopio
fuga dello sperma,
ma favoriscono la Sopra, coppia di spermatozoi.
sua penetrazione In alto, un ovulo. Solo una
all’interno. ventina di spermatozoi lo
300 milioni. L’idea raggiungono, dopo tre giorni di
del maschio attivo e "caccia", che è l'ovulo a guidare.
della femmina pas-

I
l sesso, anche per gli uomini, vista meccanico, si tratta di “una affatto passivo. Infatti l’ovulo siva, radicata nella gli spermatozoi ini- ziano un
serve a perpetuare la specie, riduzione del controllo della mu- non viene “scelto”, ma sce- mentalità comune come nel casuale percorso che li porta
ma cosa sarebbe senza il pia- scolatura volontaria, con spasmi glie e direziona, oppure rifiu- mondo scientifico, è stata in nell’utero e nella parte infe-
cere? Se c’era bisogno di uno carpopedalici, e contrazione del ta, la cellula maschile. seguito sconvolta dalla ri- riore delle tube di Falloppio,
stimolo, per convincere i più reti- perineo e dei muscoli dello sfinte- Come? Rilasciando proteine cerca sui nuovi contraccet- dove possono aspettare per
centi a “procedere”, è difficile im- re a intervalli di otto secondi”. che facilitano l’adesione tivi. Da questi studi è emerso due o tre giorni l’arrivo
dello spermatozoo, lo guida- un quadro un po’ diffe- rente. dell’ovulo maturo. Secondo
maginarne uno migliore dell’orga- Questo incentivo al rapporto no e lo attivano. Le cellule spermatiche nuo- David Katz, uno dei maggio-
smo, quell’evento particolarissimo sessuale ha radici antiche: secondo Arpioni chimici. I ricercato- tano con ritmi variabili, a ri esperti esistenti, anche
che coinvolge il sistema nervoso e molti esperti bisogna risalire a 65 ri si sono accorti che la ten- seconda dell’ambiente che questo manipolo scelto dei
ormonale, i muscoli e la psiche, milioni di anni fa, quando i mam- denza dello sperma non è le circonda. Dei 300 milioni venti spermatozoi non ha co-
per regalare a ciascun individuo miferi moderni fecero la loro com- quella di compiere assalti, di spermatozoi che vengono me unico obiettivo la fertiliz-
una delle sensazioni più forti che si parsa sulla Terra. Forme di orga- ma di evitare gli ostacoli, depositati all’apertura della zazione e il loro nuoto e la
possano provare anche se dura, in smo sono state verificate nei bab- ovulo compreso. E’ chiaro cervice uterina, meno di una velocità con cui muovono il
media, appena un minuto. Ma se l’ buini e nel macaco, anche se non è quindi che se l’ovulo vuole ventina arrivano nei pressi loro propulsore, la coda, di-
orgasmo fosse solo funzionale alla facile stabilire come e con quale essere “conquistato” deve in dell’ovulo. pende dalle sostanze chimi-
qualche modo attirare lo Due o tre giorni di attesa. che prodotte dall’apparato
riproduzione, dovrebbe essere evi- intensità venga provato. La fem- spermatozoo e convincerlo a Liberati durante l’eiaculazio- riproduttivo femminile.
dente in tutti gli esseri viventi. In mina di scimpanzé si accoppia con compiere il suo dovere. Lo fa ne in un bagno di zuccheri,
molti casi il comportamento degli
animali sembra non lasciare alcun
dubbio: provano diversi maschi; e dalle espressio- prattutto non si vedrebbe la neces-
quanto meno una Amore vuol dire calorie. ni, dai gridi e dalle altre manife- sità di un orgasmo femminile», di-
sensazione molto stazioni evidenti si può capire che ce Nicoletta Meregaglia, sessuolo-
vicina al pia-cere. Però a volte sono troppe non deve dispiacerle affatto quello ga milanese. «In ogni caso il fatto
Gli animali però che prova. Quale significato può che esso avvenga non ha per nulla
non possono de-
scrivere le sensa-
Lli, eaimportante
scelta di un partner ideale è
per tutti gli anima-
la ricerca è molto impegnati-
calorie. Un altro caso è quello
della mantide religiosa. La fem-
mina divora il compagno dopo
avere la grande O (così viene an-
che chiamato l’orgasmo) nell’evo-
influito sull’evoluzione fisica del
corpo della donna. Infatti si tratta
zioni che provano va. «Il corteggiamento è una se- l’accoppiamento, ma in realtà luzione degli animali? Nel mam- solo di un adattamento, dovuto
e molto spesso la quenza complessa, che ha un co- studi recenti hanno dimostrato mifero maschio la rapidità di eia- all’esistenza di organi genitali
misurazione di sto energetico elevato», dice che l'animale sta solo cercando culazione può avere una funzione come il clitoride, che hanno una
parametri biologi- Giuseppe Bogliani, del Dipar- di recu- perare le forze necessarie nei processi di adattamento e di parentela embrionale con quelli
ci non basta per Donna timento di biologia animale dell’ a consentirle la tappa successi- selezione naturale. Nel periodo in maschili, per i quali la funzione
confermare l’espe- L'irrorazione Università di Pavia. «Offerte di va: la maturazione delle uova, per cui gli animali si accoppiano essi dell'orgasmo è più importante»,
rienza orgasmica. del sangue durante cibo, danze nuziali, difesa del ter- la quale è necessaria una buona sono infatti indifesi e quindi una aggiunge l’evoluzionista Donald
ritorio fanno infatti spendere pre- dose di proteine.
Dubbi sulla sua l'orgasmo. ziose energie». E l’uomo? Se un ragazzo cerca in maggiore “rapidità” li espone per Symons. Di parere diverso sono
esistenza ci sono L’esempio più classico è quello discoteca nuove amicizie, ogni ora un minore tempo a eventuali pre- però altri ricercatori. Secondo
addirittura stati del cervo europeo. Durante la sta- di ballo e di sforzo fisico gli “co- datori. Non è stato dimostrato in- Sarah Blaffer Hardy, dell’Uni-
anche per l’uomo gione della riproduzione un grosso sta” circa 400 calorie. E una volta vece nessun legame fra l’orgasmo versità di California, l’orgasmo
e per la donna fi- maschio, tra inseguimenti, brami- “conquistata” la compagna, nella nelle femmine di mammifero, la femminile avrebbe la funzione di
no agli anni Ses- ti, accoppiamenti e lotte, perde notte d’amore che segue ne con- fecondità e la fertilità. Le femmine «permettere la scelta del partner
santa, quando Wil- circa il 20 per cento del suo peso. sumerà almeno altre 300. possono essere fecondate anche se più gradito, e quella di cementare
liam Masters e Il cibo accumulato durante l’anno non provano piacere . l’unione della coppia. Una femmi-
sotto forma di grassi, viene in Duello fra maschi di cervo.
Virginia Johnson, «Se comunque l'orgasmo na di primate che ha un incentivo
gran parte speso nel breve perio-
due celebri ses- do degli amori. Un maschio di fosse, nell’uomo e nella sessuale, tende a essere più pro-
suologi americani, grosse dimensioni arriva a pesa- donna, finalizzato solo alla miscua, si accoppia con un numero
ne analizzarono Uomo re fino a 300 chili e il suo 20 riproduzione non si spie- maggiore di maschi e può sceglie-
ogni segreto. L'orgasmo per cento, 60 chili, corrisponde a gherebbe la frequenza con re il migliore, con il quale mettere
Per la specie u- maschile un dispendio di circa 526 chilo- la quale si cerca di raggiun- su famiglia». ■
mana, dal punto di in termografia. Dubbi sull'esistenza dell'orgasmo come fenomeno fisiologico sono esistiti fino agli anni 60. gere questo piacere, e so- Federico Marchini

Focus 16 Focus 17
Sesso, uomini & animali La danza del
fidanzamento
A destra, la "festa Quanti amori nella vita
3 Il gusto di
dei fidanzati" in
Marocco. Le donne Chi cambia più spesso partner, una donna o
si scelgono un
compagno. Sotto, il un'ape regina? Vediamo che cosa dicono i biologi, e
"balletto" di due ascoltiamo le opinioni dei sessuologi.
albatros, all'inizio

corteggiare della primavera.

P er conoscere qual è il numero
medio dei partner che uomini
e donne italiani hanno, durante la
stato un campione di 2593 persone.
Ebbene, è risultato che solo il 13
per cento degli uomini e il 15 per
loro vita sessuale, Dino Cafaro, pre- cento delle donne sono stretta-
sidente dell'Associazione studio mente monogami, nel senso d'ave-
analisi psichica e ricerca in ses- re un solo partner nella vita. Nella
suologia ha recentemente intervi- fascia di persone più "volubili", cioè
Balli, serenate, livree, perfino con il più elevato numero
di partner (da 6 a 10) le
MASCHIO UMANO: 3 PARTNER
"inviti a cena": il rito della donne superano gli uomi-
ni. La media sconfessa
conquista del partner è comunque il classico ste-
reotipo dell'italiano con-
davvero uguale per tutti. quistatore: il 49 per cento
dei maschi ha infatti a-
vuto, nella vita, "appena"
da 2 a 5 partner. Per sa-

D
icembre 1992: si rico-
mincia da capo. Dopo
due milioni di anni di
evoluzione culturale gli
umani sono tornati a usare, que-
sta volta coscientemente, trucchi
che il mondo animale usa da sem-
pre. La società americana Erox ha
messo infatti in commercio una
essenza costituita da aromi che sti-
molano la sessualità.
Chi pensa che la seduzione sia
un’arma tipicamente femminile
però si sbaglia di grosso. Nel
mondo animale sono di solito i
maschi che inventano stratagemmi
per cercare moglie. Lo spinarello,
un pesce, ha un ventre vermiglio; il
pavone e l’uccello del paradiso
hanno un ingombrante piumaggio.
L’usignolo e la megattera maschio
lanciano appassionate serenate
d’amore. Se danze, parate e lotte
non impressionano sufficiente-
mente la femmina, la si può con-
quistare direttamente con il cibo.
Gruccioni, averle, sterne invitano a
cena la compagna porgendole
pesci o insetti, o qualcosa di utile
per la costruzione del nido. Che il
cibo sia il preludio del sesso non è
una novità: non a caso l’uomo ha
inventato l’“invito a cena” e i ma-
nicaretti afrodisiaci.
Nel regno animale la femmina si
fa corteggiare, ma si lascia fecon-
dare solo da chi vuole lei. Spetta
alle femmine, in genere più picco-
le, scialbe e dimesse, scegliere il
partner migliore, il più forte, il
padrone del territorio più redditi-
zio. E per avere a disposizione più
risorse sono perfino disposte a
dividerlo con altre, perché piutto-
sto che essere l’unica moglie di un
maschio povero è meglio apparte-
nere a un ricco harem. Se un pre-
tendente non garba loro, possono
perfino lanciargli contro un getto
paralizzante, come fa la femmina
di Pterostichus lucublandus, un
coleottero. Le donne invece non
sono capaci di imitare le
scimpanzé che, in caso
di stupro, possono addi-
rittura bloccare le con-
trazioni uterine impe-
dendo così allo sperma
di raggiungere le tube di
Falloppio.
Ma come facevano i
primi maschi umani a
essere sicuri della dispo-
nibilità femminile? All’
inizio potevano far con-
to su inequivocabili se-
gni esteriori. Le femmi-
ne di gazzelle, daini, e
soprattutto quelle di pri-
mati come babbuini, e
macachi hanno ancora
oggi natiche, che posso-
no “evidenziarsi” nel pe-
riodo degli amori, e che
servono da richiamo.
Nella donna primitiva
accadeva qualcosa del
genere. Poi la caratteri-
stica si è evidentemente persa: oggi
infatti gli antropologi ritengono
che gli antichi “richiami” naturali
siano stati sostituiti dall'abbiglia-
mento e dai suoi simboli, da indu-
menti cioè che si possono indos-
sare soltanto quando si desidera:
basta pensare ai pouf ottocenteschi
sotto la gonna, a minigonne e
tanga. ■ spetto al marito. L’Argonauta argo
Nadia Ceschin
Quando lei è più grossa di lui (e
M ia moglie è la dolce metà». In
quanti possono dirlo? Negli ani-
mali superiori è una regola abba-
stanza seguita. Per gli animali infe-
riori invece vale il contrario e capita
più di frequente che la femmina rag-
giunga dimensioni gigantesche ri-
femmina ha una conchiglia di 30
Insetti
femministi
La femmina è più
grande nei coleotteri,
e in molti insetti.
Uomini e foche
In alto, una coppia di leoni
marini impegnati in una
schermaglia amorosa.
Qui a fianco, una simile
situazione "umana". Le
femmine degli animali
possono mettere in atto
una complessa serie di
segnali di disponibilità.
viceversa)
centimetri mentre il maschio, che
non ce l’ha, è lungo 15 millimetri. La
Bonellia viridis, un verme echiuride,
misura anche un metro, e ospita
nella sua proboscide una ottantina di
mariti che non superano i 3 millime-
tri. Per non parlare dei cerazioidei,
pesci abissali la cui femmina, che
raggiunge un metro di lunghezza, se
ne va a spasso con appiccicati ad-
dosso un po’ di mariti da 8 millimetri.
Perché queste differenze? Perché la
maggior dimensione delle femmine
garantisce un numero più elevato di
uova, e questo solo conta per specie
animali i cui piccoli non hanno biso-
gno dell’educazione dei geni-
tori nella fase infantile.
La differenza di dimensioni
negli uccelli e nei mammiferi è
in relazione alla quantità di
cure prestate alla prole. I
maschi di mandrillo, babbui-
no, gorilla, elefante marino,
gallo, pavone, che con preci-
sione quasi matematica sono
il doppio delle loro compagne, si impe-
gnano molto nel sesso e lasciano alle
compagne la cura dei figli. In altra situa-
zione sono invece gibboni, licaoni, cigni,
pinguini. Tra loro distinguere i due sessi
è un vero problema.
FEMMINA UMANA: 4 PARTNER
APE REGINA: 12 PARTNER
L'esibizionismo
prima delle nozze
Sopra, un pavone
bianco corteggia la
femmina. A sinistra, una
pari situazione umana.
Il leone tradizionale
Una femmina di leone in un
tipico atteggiamento di
sottomissione: il maschio è di
maggiori dimensioni.
CIGNO: 1 PARTNER
MANDRILLO: 10 PARTNER
GAZZA: 3 PARTNER
LEONE: 2 PARTNER
perne di più sul compor-
tamento umano, si pos-
sono consultare alcuni
testi ormai "sacri".
Il fondatore della moder-
na sessuologia è stato
Alfred Kinsey, americano,
zoologo ed entomologo.
Il suo primo rapporto sul
comportamento sessua-
le femminile rivelò, nel
dopoguerra, una realtà
che a quel tempo venne
giudicata sconvolgente:
le donne americane ave-
vano rapporti prematri-
moniali ed extraconiugali!
(Il comportamento ses-
suale nella donna, Bom-
piani, 1970).
I sessuologi più famosi
della storia sono però
William Masters, medico,
e Virginia Johnson, spe-
cialista in scienze com-
portamentali. Marito e
moglie, oggi separati,
hanno incominciato a stu-
diare l'attività sessuale
della coppia nel 1954:
dopo ben 11 anni di studi
pubblicarono la prima
analisi fisiologica e fisio-
psicologica del sesso.
Hanno stabilito per primi
che cosa è l'orgasmo e
quali sono le patologie
sessuali più frequenti. (Il
sesso e i rapporti amoro-
si, Longanesi, 1987, e
L'atto sessuale nell'uomo
e nella donna, Feltrinelli,
1989).
L'approccio più recente si
deve invece alla psichia-
tra Helen Kaplan, studio-
sa delle disfunzioni ses-
suali viste attraverso le
loro cause antropologiche
e sociali (Il disturbo nel
desiderio sessuale, Mon-
dadori, 1982).

Focus 18 Focus 19
 L'Italia verso
Scienza - Un satellite tutto di cristallo, un altro tenuto
al guinzaglio per produrre energia dal nulla, un sistema
per andare in orbita a basso costo: l’attività spaziale
del nostro Paese è ridotta ma molto originale

lo spazio
Il volo dell’astronauta Franco Malerba sullo shuttle,
l’estate scorsa, è soltanto la punta emergente
di un settore che
occupa ormai più di
cinquemila persone,
con progetti e ricerche
per 1.400 miliardi di
lire. Vediamo quali
sono.

Una gondola
per l’infinito
La navicella (il termine
tecnico è “gondola”)
carica di strumenti di
un pallone aerostatico
pronto al lancio, alla
base di Trapani - Milo.
Le sonde, pesanti
due tonnellate, sono
realizzate dall’Agenzia
spaziale italiana
con il Consiglio
nazionale delle
ricerche, e vengono
utilizzate per studi
astronomici
e meteorologici.
Decolla dall’Africa il made in Italy
Un razzo vettore Scout sulla piattaforma San Marco,
al largo della costa del Kenya. E’ in preparazione
una sua versione potenziata che, entro un paio d’anni,
potrà portare in orbita satelliti pesanti fino a 800 chili.
All’Equatore
è più facile
lanciare
i satelliti
G
li Zeppelin della strato-
sfera partono all’alba,
dall’aeroporto militare di
Trapani Milo. Il grande
pallone si gonfia lentamente, fino
ad arrivare a 600 mila metri cubi di
volume, e comincia a trascinare
verso l’alto la navicella pesante
fino a due tonnellate, carica di stru-
menti scientifici. Salirà poi come
una grande bolla traslucida fino a
quaranta chilometri d’altezza, diri-
gendosi portato dal vento (ma rigi-
damente controllato da terra) ver-
so ovest in estate, e verso est in in-
verno. E andrà a sganciare con il
paracadute il suo carico di stru-
menti dall’altra parte del mondo,
battendo un primato dopo l’altro.
Basti pensare che le navicelle di
Trapani Milo sono state recupera-
te (per essere successivamente ri-
portate in Italia) anche negli Stati
Uniti e addirittura in Cina.
Gli Zeppelin della stratosfera
sono costruiti e gestiti dal Consi-
glio nazionale delle ricerche e dall’
Asi, l’agenzia spaziale italiana.
Dell’attività di quest’ultima sono,
in realtà, specchio fedele: con gran-
de originalità riescono infatti a
unire sofisticate tecnologie con
bassi costi. Ogni chilo di carico
scientifico affidato al pallone costa
molto meno rispetto a qualsiasi
altro sistema di esplorazione dell’
alta atmosfera, ed è decisamente
più affidabile. La storia dell’Italia
verso lo spazio ha proprio questa
caratteristiche: grandi, o comun-
que buoni risultati, lavorando in
economia. E dire che non è certo
una storia recente. Il primo satelli-
te artificiale tutto italiano venne
infatti lanciato già nel 1964 (vede-
re riquadro a pagina 23). Per molti
anni, però, l’attività spaziale del
nostro Paese ha sofferto della
mancanza di finanziamenti, e dun-
que ha dovuto rinunciare a bril-
lanti iniziative per esiguità di fondi.
Negli ultimi tempi, però, qual-
cosa è cambiato, e il 1992 si può
considerare un anno davvero sto-
rico per l'avventura spaziale italia-
na. Quattro progetti (Italsat, Te-
thered, Iris e Lageos), il volo del-
l’astronauta Franco Malerba sullo
shuttle Atlantis, e la notizia che fra
poco più di un anno sarà pronto il
Focus 22
La base galleggiante
Un’immagine della piattaforma
San Marco. Sono già in lista
d’attesa, per essere lanciati da
qui, satelliti come l’Equator S,
una cooproduzione di Usa,
Germania e Giappone. La
potenzialità della base è di
quattro o cinque lanci all’anno.
Lanci nella notte
San Marco Scout (primo Uno dei primi decolli di uno Scout,
razzo vettore interamente nel marzo del 1988. Ogni lancio
italiano), hanno infatti com- ha un costo di circa 15 miliardi:
pletamente mutato questo un prezzo di assoluta convenienza
panorama. sul mercato dei vettori spaziali.
E’ vero che il bilancio del-
l’Asi è ancora ancorato a
soli 800 miliardi (ma c’è la
possibilità di rastrellarne
altri mille sul mercato fi-
nanziario), ed è vero che
molti progetti europei cui
Lsonaggi
a storia dell’avventura spaziale
italiana ha alcuni momenti e per-
fondamentali. Eccoli.
l’Italia partecipava sem- Il nostro Sputnik. Si chiama San
brano essere stati recente- Marco 1, è una piccola sfera d’allu-
mente ridimensionati. «E’ minio al cui interno è stato siste-
anche vero però che oggi, mato un originale strumento scien-
finalmente, viene ricono- Americano d’origine, italiano d’adozione tifico denominato “bilancia”, che
sciuto al nostro Paese peso Nell’hangar della piattaforma, uno Scout attende di essere posto in posizione. consente di registrare istante per
istante, le piccolissime forze che
e fiducia, da parte dei part- Il razzo, americano, è migliorato e potenziato dalla Bpd Spazio (gruppo Fiat). agiscono sulla superficie di un sa-
ner internazionali», dice tellite in orbita. Il San Marco 1 viene
Ernesto Vallerani, presidente docente al Politecnico di Milano, il minio del peso di 520 chili: una lanciato il 15 dicembre 1964 dal
dell’Alenia Spazio, l’industria lea- Sirio è stato il primo satellite a sonda costruita in un milione di poligono americano di Wallops,
der del settore. «Per la prima volta esplorare con pieno successo, la ore lavorative nei laboratori del- primo satellite italiano e, soprat-
si può parlare di una politica spa- frontiera delle frequenze superio- l’Alenia Spazio, capocommessa di tutto, primo satellite costruito da
ziale nazionale, di respiro». ri a 10 GigaHertz. Italsat ha poi un progetto da 160 miliardi estre- un paese europeo. Funziona per-
fettamente e fornisce inedite indi-
● Italsat. Si tratta di un satellite spinto la ricerca alle fraquenze più mamente qualificante per l’indu-
sperimentale per telecomunica- elevate oggi concepibili, con siste- stria e la ricerca italiane. Con- cazioni sulla densità dell’altissima
atmosfera della Terra.
zioni, e si può considerare l’evo- mi basati integralmente sulle tec- trollato dallo specialista di bordo Il nostro Cape Canaveral. L’Italia
luzione più moderna del Sirio 1, nologie digitali. della missione, il ligure Franco è uno dei quattro Paesi occidenta-
mandato in orbita nel 1977 ad apri- ● Tethered. C’e stata poi la Malerba, il Tethered è uscito dal li (insieme a Stati Uniti, Francia e
re l’era dello sfruttamento com- grande estate del Tethered. Il 31 vano di carico dello shuttle tiran- Giappone) che dispongono di un
merciale dei ponti satellitari. luglio scorso la navetta Atlantis ha dosi dietro un filo conduttore rive- proprio poligono di lancio. La base
Progettato da Francesco Carassa, portato in orbita una sfera di allu- stito di fibre di kevlar di due milli-
A ognuno il suo Capo Canaveral...
si trova a nord di Malindi, sulla
costa occidentale del Kenya, 300
chilometri a sud della linea dell’
Equatore. La sottoscrizione che pre-
vede la concessione di Baia For-
mosa all’Italia venne firmata nel
gennaio 1964, tra il Centro ricer-
che aerospaziali fondato da Luigi
Broglio a Roma e l’Università di
Nairobi. La piattaforma di lancio è
stata ricavata da un vecchio ponto-
ne militare ameri-
cano piantato in
mare a 6 chilometri
dalla costa e de-
dicato a San Mar-
co, il patrono dei
marinai. A 600 me-
tri di distanza è
situata la piattafor-
ma Santa Rita, sul-
la quale è ricavato il
bunker di controllo.
A terra c’è invece il
villaggio Italia, dove
Il razzo a
pezzettini
Al Cra (Centro
ricerche aerospaziali)
dell’Università di
Roma, tecnici
civili e della
Aeronautica militare
mettono a punto
segmenti del
razzo Scout,
che verrà poi
trasferito alla base
di lancio in Kenya.
metri e mezzo. Il funzionamento
difettoso del “freno” (realizzato
però dalla ditta statunitense Mar-
tin-Marietta) ha impedito il libe-
ro svolgimento del filo, riducen-
dolo a soli 250 metri contro i 20
chilometri previsti. Eppure ciò non
ha impedito il collaudo del “satel-
lite al guinzaglio”, il sistema ideato
nei primi anni Ottanta da Giu-
seppe Colombo, ordinario di mec-
canica applicata all’Università di
Padova. Sia pure nella misura di
pochi volt rispetto ai 5 mila previ-
sti, è stato confermato che il satel-
lite, il filo e la navetta agiscono
effettivamente come una sorta di
“dinamo spaziale”, dove le diffe-
renze di potenziale alle due lonta-
ne estremità producono energia
elettrica: una sorgente preziosa
sono gli alloggi dei tecnici.
Il nostro Von Braun. E’ Luigi Bro-
glio, classe 1911, pioniere dell’
astronautica italiana. Broglio face-
va i primi esperimenti di lancio dalla
base militare di Perdasdefogu, in
Sardegna, qualche mese prima del
volo di Gagarin. Broglio è anche uno
dei promotori delle prime conven-
zioni europee Eldo ed Esro. «E in
tutti questi anni», commenta gelido,
Il professor
Luigi Broglio,
82 anni
Broglio dirige
il programma San
Marco, del quale
è stato l’ideatore
una ventina
d’anni fa.
quando si incomincerà a lavorare
alle stazioni spaziali orbitanti.
● Iris e Lageos. A fine ottobre,
poi, un’altra “accoppiata” ha fatto
guadagnare alla tecnologia made
in Italy la considerazione dei seve-
rissimi tecnici della Nasa. Si tratta
di Irisi e Lageos-2, un sistema di
lancio il primo, un sofisticato satel-
lite scientifico il secondo. Il pro-
pulsore, realizzato dalla Bpd Spa-
zio, funziona a propellente solido,
e genera una spinta di 7 tonnellate
per un’ottantina di secondi. Un
motore secondario a gas serve poi
a stabilizzare il posizionamento del
satellite, che con Iris può agevol-
mente balzare dalla quota di 300 a
6 mila chilometri. Così è stato per
Lageos-2, una sfera di 60 centime-
tri rivestita di 426 microspecchi di
silicio, come una lampada da
discoteca. Colpiti e attivati da raggi
laser inviati da stazioni a terra,
consentono già misure estrema-
mente precise (con approssima-
zioni millimetriche) sui movimen-
ti di compressione e dilatazione
della crosta terrestre.
«Di fatto Iris può essere consi-
derato anche l’ultimo stadio di una
missione tradizionale», spiega Pier
Giorgio Romiti, responsabile del
settore spazio della Bpd Spazio.
Per esempio del San Marco Scout,
il primo lanciatore tutto italiano,
la cui realizzazione l’Asi ha affi-
dato proprio alla Bpd. La ditta
produce già i booster (cioè i gigan-
teschi razzi accellerati) da 10 ton-
nellate del lanciatore europero A-
riane 4 e già prepara quelli, ancora
più grandi, dell’Ariane 5, che sarà
operativo dal 1995.
▼
«nonostante i risultati ottenuti, il
nostro gruppo ha avuto dallo Stato
di meno 50 miliardi».
Il nostro Gagarin. E’ l’ingenere e-
lettronico Franco Malerba, ligure di
Busalla, 46 anni, sposato e con un
figlio. Malerba era payload specia-
list, specialista del carico, a bordo
della navetta Atlantis, responsabile
della missione Tethered. La virtù
che gli viene unanimemente rico-
nosciuta è la tenacia. Malerba ha
esaudito il proprio sogno dopo 15
anni di vana attesa (pur essendosi
qualificato brillantemente in ambito
Esa) e grazie a un piccolo espe-
diente: la ripresentazione ex novo
della propria candidatura in sede
Nasa, dopo che il programma astro-
nautico europeo era stato ridimen-
sionato. Dovrebbe seguirne l’esem-
pio nella prossima missione Te-
thered (forse nel 1994), il romano
Umberto Guidoni, che si è allenato
con lui come riserva.
Focus 23
Un milione speso nello spazio
ne rende tre all’industria:
eppure solo da pochi anni
l’Italia ha aumentato gli sforzi
● San Marco. Nasce da un’idea
▼
difesa tenacemente per anni da
Luigi Broglio, il padre del proget-
to San Marco. Pioniere della atti-
vità spaziale italiana (vedere riqua-
dro a pagina 23), Broglio dirige dal
1964 l’attività del poligono di lan-
cio installato a Malindi, sulla costa
del Kenya. Da lì sono partiti con
pieno successo già dieci satelliti,
alcuni dei quali (come l’Uhuru, il
primo a rilevare in raggi X l’esi-
stenza di buchi neri nell’Universo)
Foto di gruppo
con astronauti
Q uali speranze per gli aspiranti
astronauti italiani? La “passeg-
giata spaziale” di Franco Malerba
dello scorso anno ha riacceso i so-
gni di molti giovani. La gara è a-
perta all’Esa (l’Agenzia spaziale eu-
ropea), dove ci si prepara ad
addestrare un vero vivaio di futuri a-
stronauti, i primi dei quali potranno
volare intorno al 1998. Al primo
bando di concorso indetto dall’Asi
(l'Agenzia spaziale italiana) nel luglio
1989 hanno risposto in 406, tra i
quali 35 donne. Dalla lunga se-
lezione, prima in ambito nazionale
poi europeo, è uscito il nome del
maggiore Maurizio Cheli, 34 anni,
pilota collaudatore con laurea in
fisica, giunto al traguardo insieme
ad altri cinque compagni di altre
nazioni Cee. I sei hanno già iniziato
l’addestramento presso l’European
astronaut center di Colonia, diretto
da un altro italia-
no, Franco
Rossitto. Tra loro
c'è anche la prima
donna astronauta
e u r o p e a :
Marianne Mer-
chez, 31 anni, bel-
ga. Il gruppo sarà
presto diviso in
coppie: due an-
dranno a Houston,
per allenarsi come
specialisti di bordo
Franco sullo shuttle; due
Malerba sono destinati al
volo sul Columbus
e altri due saranno i primi piloti
astronauti europei della navicella
Hermes.
Una seconda selezione europea è
prevista nel 1993, mantenendo poi
una periodicità biennale.
Focus 24
di grandissima importanza scien-
tifica. Convinto assertore dell’uti-
lità di dotarsi di piccoli lanciatori
autonomi, Broglio chiedeva da
tempo il potenziamento del missi-
le americano Scout, fino a oggi
usato, per poter portare in orbita
carichi fino a 800 chilogrammi. Il
progetto è stato finalmente appro-
vato, con uno stanziamento di 210
miliardi, e il marzo dell’anno scor-
so, è stato collaudato con successo
in Sardegna il primo stadio del
nuovo missile, denominato Zef-
firo. Le analisi di mercato confer-
mano le sue grandi potenzialità
commerciali, sfruttabili già a metà
del 1994. Tutto lascia infatti pre-
vedere nei prossimi anni un boom
dei piccoli satelliti e dunque anche
dei piccoli lanciatori dal costo rela-
tivamente contenuto: 15 miliardi
per portare in orbita un carico che
ne costerebbe ben 90 se fosse affi-
dato allo shuttle.
● In Europa. L’Italia è anche
partner dell’Esa, l’Agenzia spazia-
le europea, ed è in questa sede che
le sfide sono più ambiziose. Al suo
budget europeo noi partecipiano
per il 18 per cento, spendendo cioè
12.600 miliardi nel periodo 1992-
2005. Certo si tratta di un investi-
mento non indifferente visti i
tempi che corrono, ma che va letto
soprattutto come occasione di cre-
scita tecnologica ed economica. Il
ritorno per l’industria di settore si
calcola infatti moltiplicando per
un coefficiente 3,5: come dire che
ogni milione speso nello spazio ne
rende tre e mezzo.
Nel futuro dello spazio europeo
l’Italia si è così assicurata due pre-
senze di rilievo: una partecipazione
al progetto Columbus (cioè il mo-
dulo che sarà agganciato alla sta-
zione spaziale in orbita), e un altro
alla realizzazione del complesso
sistema di comunicazione tra le
stazioni e le varie unità periferi-
che, tramite satelliti. Il futuro è
dunque pieno di promesse? In
realtà la stessa Europa deve anco-
ra chiarirsi molti dei propri obiet-
tivi, e le incertezze politiche del
quadro nazionale sono ancora
maggiori. Però ci sono concreti
motivi di speranza. ■
Massimo Cappon
Ultimi ritocchi
per l’Olympus
Nella sala anecoica
(le cui pareti non
riflettono cioè
le vibrazioni sonore)
dell’Alenia, viene
messo a punto
il satellite europeo
Olympus. l’Italia ne
ha curato la parte
sperimentale
per le trasmissioni
televisive.
I cristalli
anti terremoti
A destra, gli ultimi
ritocchi al Lageos 2,
lanciato nell’ottobre
scorso. I suoi 426
prismi riflettono raggi
laser “sparati” da
terra e consentono
uno studio molto
dettagliato del moto
della crosta terrestre.
Sotto, l’inserimento
di un prisma nel
corpo di alluminio
del satellite.
In volo sulla Cina Un motore lanciasatelliti
Il Sirio, primo satellite italiano per Il motore spaziale Iris, utilizzato
telecomunicazioni. Attualmente sullo shuttle per spingere
è stato prestato alla Cina. in orbita satelliti.
Elettricità
a rimorchio
Nello stabilimento
dell’Alenia, a
Torino, il satellite
Tethered che,
trascinato da una
astronave, può
generare corrente
nello spazio. E’
stato testato
l’estate scorsa.
Lo spazio diventa business
Un d'Italia anche in Ariane
Il lancio di un razzo Ariane 4 dalla base di Kourou, nella Guyana
francese. Il vettore è stato realizzato da un consorzio
nel quale fanno parte, per il 15 per cento, aziende italiane.
U na cordata di una quindicina
di imprese rappresenta la ri-
stretta élite dell’attuale industria
spaziale italiana.
● Alenia Spazio
E’ un settore dell’Alenia, società
del gruppo Iri-Finmeccanica. Oc-
cupa 2.700 dipendenti, per un fat-
turato di 564 miliardi. Alenia
Spazio è capofila nello sviluppo e
produzione di una lunga serie di
satelliti per telecomunicazioni:
Italsat, Olympus, Sirio, Artemis,
Data Reley Satellite, Sarit e Sicral.
Cura inoltre la realizzazione dei sa-
telliti per il telerilevamento Me-
teosat, ERS 1 ed Helios, dei satel-
liti scientifici Tethered, Lageos 2 e
Sax, oltre che la costruzione del
modulo spaziale Columbus, e i
sistemi i lancio e rientro per Ariane
4 e la navetta Hermes.
● Laben
Controllata da Alenia Spazio, sede
a Vimodrone, è un'azienda pre-
sente in tutti i sistemi di elabora-
zione e gestione dati per i moduli
spaziali. Sono della Laben anche i
“cervelli” del Tethered e di Iris. Sul
Tethered era montato un minisi-
stema computerizzato responsa-
bile del comportamento del satel-
lite e della gestione di tutti gli
esperimenti. La Laben ha costrui-
to anche sistemi analoghi per
molte sonde europee: da quello
che ha guidato Giotto nel suo in-
contro ravvicinato con le comete di
Halley e Grigg-Skjellerup a quello
di Ulysses, che dopo aver rag-
giunto Giove segue ora la traietto-
ria che lo porterà a studiare il Sole
tra il 1994 e il 1995.
● Proel Tecnologie
Ha firmato uno degli elementi cru-
ciali del sistema Tethered, il can-
none a elettroni. Pesante 60 chili,
questo cannone consente di spa-
rare un fascio di elettroni nello
spazio, chiudendo così il circuito
elettronico tra la navetta spaziale,
il satellite e la ionosfera. In questo
modo consente alle cariche elet-
triche di scorrere lungo il filo e di
poter essere raccolte a bordo dello
shuttle.
● Bpd Spazio
Società del gruppo Fiat (fatturato
globale 2.184 miliardi), si è affer-
mata nel settore dei propulsori,
proponendosi oggi come capo-
commessa anche per i grandi pro-
getti europei legati all’Ariane. Le è
stato affidato recentemente l’inca-
rico di preparare il San Marco-
Scout (partendo dal collaudato
razzo americano Scout), il primo
vettore spaziale tutto italiano,
dopo il successo di Iris che di fatto
ne costituirà l’ultimo stadio. Bpd è
responsabile anche dei controlli
di assetto a getti di ozono della
piattaforma europea Eureca.
● Altre Aziende
Una presenza significativa nella
tecnologia spaziale vantano anche
il Cise di Segrate, la Fiar, le Of-
ficine ottiche Galileo di Firenze,
che hanno curato alcuni sofistica-
ti strumenti di osservazione mon-
tati sulla sonda europea Giotto.
Non va dimentica infine la Tele-
spazio, una società del gruppo Iri-
Stet che dal centro della piana del
Fucino mantiene i contatti con i
satelliti in volo.
Focus 25
 Medicina - Per gli ammalati di ansia, depressione e perfino schizofrenia, oggi ci sono i farmaci che "riattivano" il cervello
Le pillole per la mente
Alcune sono già in Italia. Altre
arriveranno presto. Spesso sono ancora
in fase sperimentale: ma per milioni di
pazienti rappresentano la salvezza.
P
er curare i disturbi men-
tali noi lavoriamo come i
centralinisti: loro colle-
gano i cavi giusti per
mettere in comunicazione un
abbonato di Roma con uno di
Torino. Noi dobbiamo scegliere le
sostanze adatte per sollecitare i
“recettori” interni all’organismo,
e migliorare così la comunicazio-
ne delle persone: con se stesse e
con l’esterno». Franco Cugurra è
direttore della cattedra di farma-
cologia all’Università di Genova.
Il suo lavoro, e quello dei suoi col-
leghi, consiste proprio nell’indivi-
duare, di volta in volta, i farmaci
capaci di curare un deficit menta-
le. Ansia, depressione, e perfino
schizofrenia. Questo non significa
ovviamente che disturbi così gravi
e diffusi possano essere guariti
semplicemente prescrivendo le
pillole giuste. Il cervello non è un
organo come gli altri, ma è la sede
di pensieri ed emozioni, e per
ricondurlo all’equilibrio sono
necessari interventi incrociati che
coinvolgono anche psicologi, psi-
chiatri e neurologi.
In tutto il mondo
già più di
novemila medicine
Tuttavia negli ultimi tempi, gra-
zie a una serie di scoperte effet-
tuate soprattutto negli Stati Uniti,
il ruolo delle sostanze chimiche
“per la mente” è stato ampiamen-
Focus 26
La chimica
nella testa
Così i nuovi
farmaci (a destra)
mettono in
comunicazione
fra loro le cellule
"mute" del cervello.
te rivalutato. Ma quali sono queste
sostanze capaci di guarire i mali
della mente. Quali le più promet-
tenti? E chi può sperare davvero
nei loro effetti?
● Ansia
«I farmaci più efficaci, gli unici a
consentire una completa guarigio-
ne, sono quelli che curano l’ansia»,
dice Cugurra. Si tratta di un distur-
bo diffusissimo, che colpisce addi-
rittura un italiano su sei, e che oggi
comincia a manifestarsi anche nei
bambini. «Per eliminare angoscia,
Ansia, depressione, schizofrenia: sono così
Ansia. E’ detta anche depres-
sione ansiosa, o “recettiva”, ed
è sempre provocata da eventi
esterni e in particolare dallo
stress. Non si tratta quindi di
una malattia. Colpisce uomini e
donne in eguale misura. Crea
agitazione, tristezza, palpitazioni,
frenesia, insoddisfazione genera-
le. Tutti sintomi dei quali si è
assolutamente coscienti, e che
si è sempre intenzionati a elimi-
nare. Tanto è vero che gli ansiosi
Qual è il problema? Allacciare il contatto interrotto fra due cellule
preoccupazione e tensione conti-
nui, si usano soprattutto le benzo-
diazepine. Queste placano sia
l’aggressività indotta (quella che,
per esempio, spinge l’automobili-
sta a picchiare chi gli ha tagliato la
strada), sia quella di specie, innata
in ogni animale. Basti pensare ai
leoni degli zoo, sempre tranquilli
dopo essere stati imbottiti di Va-
lium, un farmaco che appartiene
proprio a questa famiglia». In com-
mercio esistono circa novemila
diverse formulazioni di benzodia-
chiedono spesso aiuto a medici
e terapeuti.
Depressione. Meglio indicata
come “depressione endogena”:
è provocata da un’alterazione dei
rapporti cellulari, e quindi da
una causa organica. Si tratta di
una patologia. Facilmente confu-
sa con l’ansia, si riconosce per-
ché i malati non sono consape-
voli del proprio stato, e quindi
rifiutano ogni aiuto. E perché
alternano fasi di depressione
zepina, ma in Italia se ne trovano
solo una ventina. Tra le più utiliz-
zate ci sono appunto il Valium e il
Tavor, che fanno parte dei farma-
ci “da giorno” e che hanno un
effetto sedativo. E il Roipnol e il
Darkene, a base di sostanze che
favoriscono il sonno, e che per
questo sono anche dette medicine
“da notte”. «La terapia in genere
dura da sei mesi a un anno. All’ini-
zio provoca una specie di indiffe-
renza psicoaffettiva: cioè non è più
possibile innamorarsi, né provare
acuta (sono tipiche le idee
suicide, o la convinzione
di essere affetti da un male
incurabile) a fasi di euforia.
Schizofrenia. E’ provocata da
un’alterazione delle cellule a
livello cerebrale. Provoca incubi,
allucinazioni, deliri, totale inca-
pacità di rapporti sociali. La
prima crisi si manifesta tra i 14
e i 25 anni in seguito a traumi
o a malattie virali. E’ la più
grave patologia mentale.
La "sinapsi" alla cellula di
partenza. Ma come
fra due cellule agiscono i farmaci?
Lo schema a sinistra Le tricicline bloccano
rappresenta il punto di il ritorno delle
contatto fra due sostanze alla cellula
cellule cerebrali, cioè
la "sinapsi". I segnali
di partenza,
aumentandone così la
vengono, trasmessi
da una cellula all'altra
concentrazione nella
sinapsi. I mao inibitori
a opera di sostanze
chimiche come
rallentano la naturale
decomposizione di
la serotonina o la
norepinefrina. Queste
queste sostanze,
bloccando l'enzima (il
ultime sono liberate da "mao", cioè monoam-
una cellula e vanno a mina ossidasi) che la Disperazione
fissarsi su recettori provoca. Così la
dell'altra cellula, concentrazione di e silenzio
pronti a riceverle. serotonina e di La schizofrenia
Talvolta, dopo aver norepinefrina rimane allontana il
lasciato il loro paziente dalla
alta, e le cellule
"messaggio", si nervose restano ben realtà, e lo
staccano e tornano collegate fra loro. sprofonda in un
mondo d'incubi.
altri affetti o emozioni. Poi scatta prattutto su ormoni particolari
la seconda fase, decisamente più detti catecolamine, e correggono
positiva: è il ritorno all’efficienza». l’umore. Anche i cosiddetti “mao
L’ansia però non si cura certo inibitori” agiscono in questa dire-
soltanto con i farmaci: è sempre zione», riprende Cugurra. «Ci so-
neceassario l’abbinamento a una no infine i sali di litio: sono forti
psicoterapia. E, in realtà, è pro- calmanti, e si somministrano solo
prio quest’ultima a “guarire” i durante la fase euforica, quando il
pazienti: i medicinali hanno solo paziente è frenetico e iperattivo».
un effetto tampone, cioè bloccano Questi farmaci permettono al
temporaneamente i sintomi de- malato di condurre una vita più o
pressivi o quelli aggressivi, e ren- meno normale, e di sottoporsi a
dono così possibile la psicoterapia. una efficace terapia psichiatrica.
Le pillole anti-ansia possono Esistono però alcune pesanti con-
insomma essere d’aiuto a condi- troindicazioni. In particolare, i “tri-
zione di non abusarne: altrimenti, ciclici” provocano spesso tremori
oltre a provocare sonnolenza, tor- violenti come quelli causati dal
pore e, negli anziani, anche amne- morbo di Parkinson, i “mao inibi-
sia e rilassamento dei muscoli tori” possono indurre squilibri or-
scheletrici, creano nei pazienti una monali in tutto l’organismo, e i sali
forte dipendenza. di litio compromettono a volte il
● Depressione funzionamento dei reni. Ma si trat-
La depressione endogena, diver- ta di complicazioni tutto sommato
samente dall’ansia, ha radici orga- minime, se paragonate alla gravità
niche ed è difficilissima da curare. di questa malattia.
«La terapia infatti è a base di di- ● Schizofrenia
versi farmaci (vedere lo schema). I Oggi sembra possibile guarire
più utilizzati, e anche i più efficaci, con l’aiuto di un farmaco, la clo-
sono i “triciclici” (così chiamati zapina, perfino i malati di schizo-
perché hanno una struttura chimi- frenia, l’affezione mentale più
ca a tre anelli), che agiscono so- grave e misteriosa, e il terzo male
sociale dopo i disturbi cardiocir-
colatori e i tumori: al mondo ne
soffrono cinquanta milioni di per-
sone, 550 mila delle quali solo in
Italia. La loro è una vita di paura,
fuori dalla realtà. Spesso la malat-
tia è ereditaria: se un bambino nor-
male ha una probabilità su cento di
esserne colpito, per il figlio di uno
schizofrenico le possibilità aumen-
tano fino al dieci per cento. E se
sono malati entrambi i genitori, le
probabilità salgono addirittura al
quaranta per cento.
I problemi possono
cominciare
già a 14 anni
«In realtà, anche se nelle cellule
del cervello sono presenti, fin dal
principio, le alterazioni che la pro-
vocano, la malattia vera e propria
può non comparire mai», dice Mau-
rizio Memo, docente di neuropsi-
cofarmacologia all’Università di
Brescia. «Altrimenti i sintomi
scoppiano tra i 14 e i 25 anni, in
seguito a traumi psicologici o a
malattie virali. A questa età, carat-
terizzata da una particolare fragi-
lità emotiva, avvengono infatti
anche enormi cambiamenti fisici,
che rendono più vulnerabili alle
malattie». Se la schizofrenia vince,
inizia un progressivo allontana-
mento dalla realtà, spesso accom-
pagnato da terribili allucinazioni.
La clozapina agisce proprio dove si
formano gli incubi. «In particolare,
▼
blocca l’eccessiva attività dopami-
Freud: "Inutile
parlare ai sordi"
Epsicanalisi,
’il padre della moderna psi-
chiatria, l’inventore della
cioè la tecnica per
liberare le menti di depressi e
nevrotici. Sigmud Freud si è pe-
rò occupato molto poco di de-
pressioni acute e di schizofre-
nia (su quest’ultima ha scritto
solo un saggio, intitolato Para-
frenia), perché ha sempre so-
stenuto che la cura psicanali-
tica in questi casi non è effi-
cace. In particolare riteneva
che gli schizofrenici, a causa
della loro mancanza di inte-
resse per il mondo esterno,
non rendessero possibile il
transfert. Cioè il processo alla
base della psicoanalisi, duran-
te il quale il paziente dirotta
verso l’analista i sentimenti in-
consci conservati fin dall’infan-
zia, consentendo così al tera-
peuta di individuare la radice
dei suoi problemi.
Aveva davvero ragione Freud?
In effetti, la sola terapia psi-
canalitica non può curare la
schizofrenia proprio per le ca-
ratteristiche intrinseche a que-
sta disciplina. Può invece cura-
re le nevrosi (e quindi tutti i
sintomi fisici e psichici frutto
dell’incapacità di reagire all’
ansia e allo stress).
La guarigione è invece impos-
sibile nel caso delle psicosi,
cioè le forme di grave morbo-
sità mentale, che comprendo-
no disgregazione della perso-
nalità, incoerenza del pensiero
e deliri. La schizofrenia è, ap-
punto, la più grave forma di
psicosi. E come tale oltre alla
terapia farmacologica, richie-
de l’intervento di un esperto
delle vere e proprie malattie
mentali: non lo psicanalista,
ma lo psichiatra.
Più in generale, bisogna oggi
registrare una vera e propria
eclisse di Freud, specialmente
negli Usa: solo l’uno per cento
dei malati mentali viene ormai
curato con la pura e semplice
terapia psicanalitica.
Focus 27
 Torna un antico dibattito: fa guarire di più la chimica
o il lettino dello
psicanalista?
nergica (cioè la liberazione di gran-
▼
di quantità di dopamina, uno dei
moltissimi messaggeri biochimici
usati dal cervello) della corteccia
frontale e dell’ippocampo. E’ pro-
prio qui che hanno sede le attività
mentali superiori come la cogniti-
vità, e l’ elaborazione della realtà»,
aggiunge Maurizio Memo. In so-
stanza, questo farmaco riporta i
pazienti a un’attività cerebrale
equilibrata.
Esiste da più di
vent'anni la medicina
dei miracoli
La clozapina, prodotta dalla
casa farmaceutica svizzera Sandoz,
esiste da vent’anni ma la si può
considerare ancora in fase di spe-
rimentazione, soprattutto negli
Stati Uniti, dove non mancano nu-
merosi casi di guarigione (vedere il
riquadro in questa pagina). Per il
momento tuttavia, a causa dei con-
tinui controlli, una cura a base di
questo farmaco raggiunge costi
altissimi: circa quattromila dollari
all’anno solo per il medicinale, e
novemila per il trattamento medi-
co (in totale, si arriva fino a venti
milioni di lire). E visto che la tera-
pia deve essere graduale e spesso
durare anni, per non “risvegliare”
troppo in fretta il malato con il
rischio di procurargli uno choc, il
prezzo diventa proibitivo per la
maggior parte dei pazienti.
In Italia la clozapina arriverà
forse entro la fine dell’anno, e per
il momento si continuano a utiliz-
zare due farmaci che producono
validi effetti, ma anche molte dif-
ficoltà. Si tratta della cloroproma-
zina e del loroperidolo. La prima
ha un effetto rapido, e i primi risul-
tati si ottengono dopo sole due set-
timane di trattamento. Però è un
forte sedativo, e pertanto è indi-
cato per un ristretto numero di
pazienti. Il loroperidolo invece è
più lento, e ha un marcato effetto
antipsicotico. Naturalmente la scel-
ta terapeutica varia a seconda delle
caratteristiche di ogni singolo ma-
lato. Ma in entrambi i casi, la cura
farmacologica ha pesanti con-
troindicazioni: dopo circa un anno
di cura si verificano rallentamento
delle emozioni, andatura disarmo-
nica, un’irrefrenabile esigenza di
battere continuamente il piede per
Focus 28
A sinistra, Kevin Buchberger,
un paziente americano
di 33 anni. E' stato affetto da
schizofrenia per dieci anni.
L'hanno guarito con la clozapina.
vero che è chiamata anche “schi-
zofrenia resistente”», riprende il
professor Maurizio Memo. Inol-
tre la clozapina non produce gli
effetti collaterali tipici degli altri
farmaci. Sta dunque per verificar-
L'esperienza americana si il miracolo e tutti i malatii pos-
sono finalmente contare su una
completa guarigione? Le cose non
Iunandi una commedia
Harold Pinter,
donna si risve-
ce, 19 anni, ha ini-
ziato a credere che
lo zar Nicola II abi-
sono come bambini
spaventati, e solo do-
po averne acquistato
stanno proprio così perché iniziare
questa terapia significa anche cor-
glia all'improvviso tasse in casa sua la fiducia i terapeuti rere un terribile rischio: quello dell’
dopo venticinque quando lui era solo riescono a insegnar “agranulocytosis”, una malattia
anni di sonno pro- un bambino di otto loro le regole fonda- caratterizzata dall’aumento abnor-
fondo. Quando ria- anni. In quel periodo mentali della soprav- me di globuli bianchi nel sangue, e
pre gli occhi guarda il piccolo Brandon vivenza. Soprattutto i pazienti che ne sono colpiti de-
il mondo con lo ha cominciato an- durante gli incontri di vono infatti interrompere imme-
stesso entusiasmo, che a volersi vestire gruppo, quando tutti i
e le stesse speran- con costumi antichi. pazienti devono rac- diatamente la cura. La loro è una
ze, di quando aveva Per Kevin e Brandon, contarsi a vicenda la doppia tragedia, perché alla soffe-
sedici anni. Soltanto sfuggiti alla schizo- giornata trascorsa. E renza fisica si accompagna la con-
che adesso ne ha frenia, il risveglio non quindi spiegare che sapevolezza del progressivo e ine-
quarantuno, e sco- è stato indolore. «Il si sono lavati, per sorabile ritorno nel tunnel della
prirlo per lei è un farmaco può guarire quante ore hanno schizofrenia.
trauma dalla violen- dalla malattia», ha dormito, quanto tem- Ovviamente alcuni ricercatori
za insopportabile. affermato Sarah Bur- po hanno trascorso stanno cercando di perfezionare
Più o meno, è ciò nett, supervisore del davanti alla televisio- la clozapina. Altri invece sono alla
che succede agli Case Western Reser- ne. Al centro di riabi-
schizofrenici che ve’s, ( il centro ame- litazione della Case ricerca di una nuova sostanza. Fra
arrivano in fondo ricano pilota nella ri- Western i pazienti im- tutti, buoni risultati stanno venen-
alla terapia a base cerca e sperimen- parano a socializzare do dalla filiale belga della John-
di clozapina. Kevin tazione del nuovo far- chiamandosi reci- son & Johnson: qui è stato messo a
Buchberger, 33 an- maco). «Poi tocca a procamente al te- punto il rispeidone, ritenuto molto
ni, ne ha trascorsi noi cominciare con lefono, andando in- più sicuro della clozapina, ma u-
dieci lottando contro l’assistenza». sieme al ristorante, gualmente efficace. Per averne una
i suoi demoni. Quando gli ex schizo- preparando in gruppo conferma definitiva bisognerà co-
Brandon Fitch inve- frenici si “risvegliano” la colazione. La soli- munque attendere la fine del pe-
darietà è importante
in un mondo per loro riodo di sperimentazione, vale a
ancora ostile. dire almeno un paio d’anni.
La depressione, poi,
è sempre in agguato. La personalità
C’è chi non si sentirà è tutta da
mai “a casa”, perché
durante la malattia ricostruire
hanno raso al suolo Anche nel caso della schizofre-
il suo paese. O don- nia, e delle terapie a base di cloza-
ne che non hanno
potuto avere figli, e pina, il supporto psicologico è
che ogni volta che comunque assolutamente indi-
vedono un bambino spensabile. Il dibattito sull'alter-
Brandon Fitch, un altro ex schizofrenico, sono assalite da un nativa fra chimica e lettino dello
al ballo del Case Western Reserve's. acuto rimpianto. psicanalista è dunque abbastanza
vano. «I medicinali lasciano il ma-
lato talmente scombussolato da
terra e l’imbarazzante sindrome di punto che uno schizofrenico su rendere necessaria una ristruttu-
“dyskinesia” tardiva, caratterizza- quattro prima o poi decide di ten- razione della personalità», conclu-
ta dalla contrazione e dagli spasmi tare il suicidio. de Aldo Carotenuto, docente di
involontari dei muscoli facciali e Perché per tutti costoro la clo- psicologia all’Università di Roma.
della lingua. Una situazione dram- zapina rappresenta una speranza «Tanto per fare un esempio è un
matica, che talvolta rende impos- concreta? «Anzitutto può curare po’ come quando, tolto il gesso
sibile continuare il trattamento. ogni tipo di schizofrenia, compresa dopo una frattura a un braccio o a
Per i pazienti questo significa ri- quella con “sintomi negativi”, cioè una gamba, si ha bisogno della
piombare di colpo in un vortice di chiusura in se stessi e totale rifiuto fisioterapia per arrivare alla com-
sofferenza. Ed è un dolore conti- di rapporti con l’esterno. Ne soffre pleta riabilitazione». ■
nuo, incomprensibile per chi non il 25 per cento dei malati, e fino a Olga Noel Winderling
l’ha provato, insopportabile al ora non si poteva curare. Tanto è e Paola Michelangeli
Natura - A ritmi impercettibili al nostro occhio, le piante sono capaci di spostamenti simili a quelli degli animali

Eppure si muovono
L
a più efficiente ha un nome
La sequenza di apertura del dente di leone
o tarassaco (a sinistra), e il particolare Vanno alla ricerca di acqua, luce e cibo, pomposo: Anastatica hie-
rochuntica. In greco ana-
dell’inserimento dei frutti nella testa del fiore.
cercano un compagno, superano ostacoli stasis significa resuscitato e
oppure migrano. E se proprio non ce la infatti Anastatica appartiene al
gruppo delle piante-resurrezione:
fanno utilizzano altri mezzi di trasporto. si può disidratare e può tornare in
seguito in vita. Una caratteristica
preziosa, che trasferita nei geni di
piante alimentari potrebbe servire
a migliorarne la coltivazione nelle
zone del deserto. Anastatica vive
nelle zone aride di Siria e Algeria e
il problema della necessità di spo-
starsi lo ha risolto in questo modo:
fiorisce, secca, si stacca dalla radi-
ce e si avvolge su se stessa for-
mando una palla. Così si lascia tra-
sportare dal vento. Quando fi-
nalmente arriva in una zona dove
l’umidità è di nuovo ideale, i suoi
rami si distendono e riprendono a
vivere, i frutti si schiudono e libe-
rano i semi dai quali germoglie-
ranno nuove piantine.
Il record di velocità spetta inve-
ce all’alga chlorella: se fosse gran-
de quanto noi si sposterebbe, in
proporzione, a 500 chilometri
all’ora. Per fortuna però è quasi
invisibile. Un’altra ancora, una
diatomea che normalmente sta
nella parte più superficiale della
sabbia, sprofonda mezz’ora prima
che arrivi la marea e va a mettersi

▼
Lontano con il vento
Il frutto del dente di leone,
al quale è attaccato un pappo
piumoso, è simile a
un paracadute. In questo
Che sforzo modo può raggiungere Trappola mortale per insetti
per diventare grandi ! territori distanti decine di Le foglie della dionea, una pianta carnivora,
Il giovane germoglio di "Pinus pinea", il pino da pinoli, una volta allungata chilometri dalla pianta madre. si chiudono in due centesimi di secondo.
 Il germoglio fa un giro completo
ogni tre o quattro ore: cerca
un appiglio per procedere in avanti
Una mano per
aggrapparsi
La vite del
Canada ha uno
strumento, il
viticcio (a
destra), che le
permette di
aderire ai muri. E’
la modificazione
di una foglia, in
questo caso
molto efficiente:
le estremità
terminano con
appendici a
forma di ventosa.
Spostandosi in
questo modo la
vite copre fino
a 50 centimetri
al giorno.
al riparo quaranta centimetri più
▼
sotto: un percorso un milione di
volte superiore alle sue dimensioni.
Eccezioni, nel mondo vegetale?
No. Si tratta solo di esempi. «Tutte
le piante si muovono, almeno in
una delle fasi del loro ciclo biolo-
gico. La fissità a cui sembrano con-
dannate è solo apparente», dice
Carlo Andreis, ordinario di fito-
geografia all’Università di Milano.
La fragola sceglie
la sua strada
superando gli ostacoli
«Alcune piante inferiori costi-
tuite da una sola cellula, cioè le
alghe come chlorella, si muovono
esattamente come gli animali: sono
dotate di flagelli, simili a piccole
fruste, che usano come propulsori.
Nelle piante superiori invece i
flagelli non ci sono e le strategie
scelte sono diverse da specie a spe-
cie». Dipendono per esempio dal-
l’esistenza di radici ancorate al ter-
reno. Le piante che, come la len-
ticchia d’acqua, galleggiano, pos-
sono ovviamente andare molto
lontano. In questo caso si tratta
però di trasporto passivo, il più dif-
fuso. Molti vegetali infatti sfrutta-
no abilmente le occasioni offerte
dall’ambiente che le circonda: nel
caso della lenticchia si tratta della
corrente dell’acqua, in altri i “cor-
rieri” sono il vento o gli animali.
Ci sono tuttavia anche esempi
di piante che si dirigono verso una
meta, e non si fermano finché non
Focus 32
Il cerchio delle streghe si fa sempre più largo
L’"Agaricus arvensis" è un fungo prataiolo che cresce
nei campi coltivati. E’ un unico grande organismo
sotterraneo, che aumenta di qualche centimetro ogni anno.
trovano una barriera meccanica. radici, mantenendo sempre iden-
La fragola fa parte di questa squa- tica la qualità del frutto. Il bambù
dra: viaggia alla velocità di un cen- va ancora più forte: letteralmente
timetro al giorno. Se lo stolone, il “corre” sul terreno, al ritmo di tre
Un ponte In perpetuo ramo che striscia sul terreno, si centimetri al giorno. I primi studi
oltre il vuoto movimento spinge sempre nella stessa direzio- ed esperimenti su questo fenome-
Qui a destra Il vilucchio, comune ne, dopo qualche anno una pianti- no risalgono al secolo scorso, al
la passiflora, nelle nostre na seminata in un angolo si può tempo di Charles Darwin, che
una rampicante campagne, è una
infestante proprio trovare in fondo al giardino. Non si oltre a elaborare la teoria dell’evo-
tropicale.
Per raggiungere, perché ricopre tratta di un individuo genetica- luzione delle specie ha scritto un
un nuovo senza sosta ogni mente diverso, ma della stessa libro sul movimento delle piante.
sostegno e tipo di sostegno. identica pianta. Ogni anno le fo- Una fragola, costretta a procedere
superare un glioline spunteranno qualche me- in un passaggio obbligato tra punte
ostacolo allunga tro più avanti, producendo nuove di spillo, nel suo laboratorio aveva
un viticcio che dimostrato di essere capace di per-
poi trascinerà cepire l’ostacolo, indietreggiare,
verso di sé tutta
la pianta. Quando uno solo non ce la fa, si va tutti insieme scegliere una via alternativa.
Procede invece a macchia d’olio
allargandosi progressivamente, il
lazioni vegetali, dovuta all’alter- tengono copre grandi distanze. Il della migrazione sono le gramina-
La tabella di marcia delle più veloci C ome ha fatto il faggio, origi-
nario delle regioni atlantiche
dell’Europa occidentale, a rag-
nanza di periodi freddi ad altri in viaggio è in genere più breve per cee, alle quali appartengono il fru-
cui la temperatura media si alza, le piante che hanno semi pesanti, mento, la canna e molte delle pian-
“cerchio delle streghe” che si trova
nelle radure dei boschi, e lungo il
Chlorella Iris viene testimoniata dai pollini fos- come la quercia o il cembro (ma tine che crescono nei prati. Non a
quale si trovano i prataioli: si trat-
giungere le Alpi e le catene mon- ta in realtà del micelio di un unico
(cellula): germanico tuose orientali percorrendo un sili che rimangono nel terreno. Da per quest’ultimo può diventare più caso sono le ultime nella scala evo-
1 millimetro (rizoma): migliaio di chilometri? Gli alberi 10 mila anni infatti alcune piante lungo se viene preso da un uccel- lutiva, il che significa che questa enorme fungo sotterraneo.
al secondo 1 centimetro di una certa mole (il faggio può continuano ad allargare o ridurre lo come la nocciolaia). Campioni strategia è quella vincente.
al giorno essere alto fino a 40 metri), non la propria area di diffusione: si Invece di una gamba
Vite possono spostarsi, eppure una sono comportati in questo modo il un filamento
(tralci): foresta può allargarsi, allungarsi, frassino, il tiglio e la betulla. Una
15-40 dirigersi verso un’area dove il ter- popolazione composta da più indi- o un cavatappi
centimetri reno è più fertile o le caratteristi- vidui può quindi muoversi in una
Ma come fanno a muoversi le
Fragola che ambientali sono migliori. Se direzione, spingendosi via via più piante, che cosa succede nel loro
(stolone): non c’è una barriera fisica (come lontano. Il percorso in questo caso
1 centimetro un corso d’acqua) o climatica (per non viene coperto da una singola organismo? Anzitutto bisogna
Bambù al giorno esempio una valle dove spira un pianta, nel corso della sua vita, considerare che la dimensione
(rizoma): vento ghiacciato), ogni vegetale ma da diverse generazioni, e la temporale del mondo vegetale è
3 centimetri cerca di ampliare il più possibile il fase del ciclo biologico che può molto diversa da quella dell’uomo.
al giorno proprio areale di diffusione. Ter- garantirlo è quella del seme. Quelli Se la si modifica, come avviene per
Prataiolo minata l’ultima glaciazione, 15 di faggio, per esempio, vengono esempio riprendendo una scena e
(micelio): ingeriti dagli animali che li trovano
O,OO8 mila anni fa, grazie al clima più rivedendola al rallentatore, ci si
mite le piante di faggio, che prima molto gustosi e vengono emessi accorge però che le piante si muo-
centimetri con le feci qualche metro più in là.
al giorno erano confinate in una zona ri- vono a volte in modo sorprenden-
Erba stretta, hanno potuto colonizzare Il viaggio di ciascun individuo può
essere molto breve, ma se rimane temente simile a quello degli ani-
cristallina Ricino nuovi territori, compiendo una
mali, anche se non hanno muscoli.
(fusto): (foglia): vera e propria migrazione verso costante per molti anni e per molti
1 centimetro un giro di 90 nord-est. La variazione delle popo- individui, il gruppo al quale appar- Il faggeto della foresta del Cansiglio (Belluno). Come? Soprattutto utilizzando
sostanze ormonali, prodotte in
▼
al giorno gradi in un'ora
Focus 33
 Se si taglia la punta dello stelo o della
radice, la pianta perde il senso
dell’orientamento e non sa più dove andare
quantità infinitesime all’apice della
▼
radice o del fusto, che poi si diffon-
dono in tutta la pianta. Gli ormoni
agiscono facendo aumentare la
turgidità, e quindi il contenuto di
acqua, di un gruppo di cellule, e
facendola diminuire in quelle che
si trovano sul lato opposto: lo stelo
o la radice sono in grado così di
piegarsi per seguire meglio lo sti-
molo. Quando è necessario un
impegno maggiore entra in gioco
la crescita vera e propria, ma an-
che in questo caso può essere limi-
tata solo a un’area ristretta, per
costringere quella limitrofa a pie-
garsi o a modificarsi. «Le piante
poi sono specializzate nell’adatta-
Una naturale e fulminea ritrosia
E’ per difendersi
dagli animali
Le foglioline della
sensitiva si chiudono
quando vengono
toccate. Il ritorno
alla posizione normale
avviene in circa
dieci minuti.
Focus 34
mento agli stimoli esterni. Se una
radice appena formata trova un
ostacolo, lo supera e poi trascina
verso di sé il resto della piantina.
Lo spostamento è dell’ordine dei
centimetri, ma per un germoglio
di dimensioni minuscole si tratta
di uno sforzo da non sottovaluta-
re», sottolinea Andreis.
Vista alla moviola, ogni parte di
una pianta è in continua oscilla-
zione. Le foglie, gli steli, le radici
ruotano su se stessi, come se voles-
sero costantemente mantenere
sotto controllo quello che avviene
nello spazio immediatamente cir-
costante: la rotazione intorno a un
asse centrale avviene contempo-
U n soffio di vento, una mano
che la sfiora, una fonte di ca-
lore intenso, e la foglia rapida-
mente si ritrae su se stessa, chiu-
de tutte le “foglioline” di cui è a
sua volta composta e si piega
verso il basso. L’impulso si diffon-
de come un’onda inarrestabile a
tutte le foglie vicine, anche se
non sono state interessate diret-
tamente. La pianta in questione è
la mimosa, chiamata anche sen-
sitiva. La reazione di cui è capace
è uno dei movimenti tipici che le
piante adottano come reazione
a uno stimolo meccanico. Lo
scopo è la difesa da un disturbo
esterno, cessato il quale tutto
ritorna come prima. Alla base di
ogni fogliolina c’è un piccolo
ingrossamento (detto “pulvino
motore”). Quando la mimosa
viene toccata, le cellule di una
metà del pulvino perdono acqua,
mentre le altre spingono il pic-
ciolo e lo costringono a ripiegar-
si. Il meccanismo è così efficien-
te che il messaggio può essere
diffuso anche a parti della pianta
molto lontane da quelle solleci-
tate, con una velocità di trasmis-
sione che arriva a un centimetro
al secondo: il messaggero è una
sostanza solubile all’acqua (un
acido organico che agisce anche
se la diluizione è di una moleco-
la su 100 milioni), che raggiunge
ogni foglia attraverso i vasi che la
trasportano in tutta la pianta: se
si tagliano due rametti e li si
mette separati in un bicchiere,
quando si tocca uno solo dei due
si scatena la reazione anche
nell’altro.
raneamente alla crescita verso
l’alto, e il risultato è un movimen-
to a forma di spirale allungata. Il
seme di avena cammina sulle reste,
due filamenti sottili che partono
dalla sua base: sensibili alle varia-
zioni di umidità, si torcono e si Un frisbee
riavvolgono su se stesse, e in que- vegetale
sto modo portano il seme verso il Il seme di una
punto migliore per germogliare, pianta
articolandosi pressappoco come tropicale,
una gamba. I semi delle piante che parente
appartengono al genere Geranium stretto della
hanno invece un’appendice a zucca, ha due
forma di cavatappi che permette appendici
un rotolamento sulla superficie o alate (qui
la perforazione del terreno. a sinistra) che
Perché le piante si muovono? stabilizzano
il volo.
Più o meno per gli stessi motivi
che spingono a muoversi gli ani-
mali: cercano acqua, luce, cibo. La
sensibilità agli stimoli dipende
dall’età, dalle condizioni ambien-
tali e dalla parte interessata. Tutti
i vegetali sono per esempio in
grado di percepire la forza di gra-
vità. Grazie al geotropismo una
pianta è sempre in grado di capire
se la radice o il germoglio stanno
andando per il verso giusto, cioè
verso il basso o verso l’alto. Se si
trova in una situazione anormale,
o se qualcuno ha forzato artificial-
mente la sua posizione, la pianta
reagisce e si rimette a posto.
Nell’acqua corrente
per cercare
una compagna.
C’è infine un caso, quello della
vallisneria, per il quale l’impulso
è legato alla ricerca di un compa-
gno. «Si tratta di una pianta acqua-
tica. I fiori maschili e quelli fem-
minili sono separati e sono portati
da individui diversi che si trovano
anche molto distanti. Quando si Il rizoma è un
aprono, e arriva il momento più primatista
propizio per la fecondazione, il L’iris (qui
fiore maschile si stacca per rag- sopra) e la
giungere il fiore femminile, che base del suo
cerca di attirarlo a sé grazie alle fusto (a destra).
microcorrenti create dalla forma Questa parte,
dei suoi petali», spiega Francesco che serve anche
Albergoni, professore di ecologia ad accumulare
del dipartimento di scienze biolo- riserve, Il record del bambù
giche di Milano. E il fiore femmi- striscia sul Nelle regioni dove cresce
terreno e spontaneo, il bambù forma
nile, una volta fecondato, allenta la fa procedere dei veri boschi (a sinistra).
spirale del suo lungo picciolo e si l’individuo al I germogli vengono emessi
va a infilare nel fango del fondo a ritmo di dai fusti sotterranei
due metri di profondità. ■ quattro metri ed emettono false radici
Mariella Bussolati all’anno. per ancorarsi al terreno.
Focus 35
Civiltà

Lungo l'antica Via dell'Incenso,

nello Yemen, sorge una
metropoli di fango. Con
palazzi alti fino a trenta metri,
abitati da oltre sedici secoli

La vita pubblica è riservata agli uomini

Luoghi di incontro sono i cortili e le piazze della città,
dove ci si ritrova a fumare e a giocare a domino.

Shibam, Stile arabo tradizionale per gli interni

Sobrio ed essenziale è l'arredamento del "muffredge",
il salotto dove si riunisce tutta la famiglia.

i grattacieli Settemila abitanti

assiepati in alveari
In meno di mezzo

nel deserto
chilometro quadrato sono
concentrate cinquecento
case, una per ogni
famiglia di Shibam. Più
generazioni convivono
nella stessa abitazione.
I musulmani hanno chiamato
Yemen questo Paese. Significa
"destra", rispetto alla Mecca
Un gioiello ancora isolato
dal resto del mondo
Non ci sono strade asfaltate
per raggiungere Shibam, ma
solo piste in terra battuta e un
piccolo aeroporto che la collega
alla capitale del Paese, Sana.
Focus 38
N
ei giorni della Shabania,
il periodo che precede il
Ramadan dei musulma-
ni, per le vie di Shibam
sfila una processione rumorosa.
Uomini e bambini percorrono in
massa la strada che dalla Moschea
del Venerdì conduce fino al cimi-
tero, cantando e suonando tambu-
ri. Portano con sé vessilli e sten-
dardi sacri, mentre le donne, av-
volte nella tradizionale abaya nera
che lascia scoperti solo gli occhi,
assistono silenziose alla parata
dall’alto delle mura.
Così prescrive il cerimoniale del
rito in onore di Ba Abbad, un san-
tone vissuto nella valle del fiume
Hadhramawt, nell’ex Yemen del
Sud, intorno all'anno 1100, e da
allora venerato dagli abitanti di
questo angolo remoto della peni-
sola arabica. Ogni anno la festa del
Maharajan si ripete in un’atmo-
sfera carica di eccitazione e densa
di polvere, sollevata da migliaia di
piedi che battono ritmicamente
l’arido selciato della città. Siamo
nei vicoli stretti e intricati di quel-
la che viene definita la “Manhattan
del deserto”: Shibam infatti appa-
re da lontano come una selva me-
ravigliosa e imponente di gratta-
cieli di fango disseccato al sole, alti
fino a trenta metri, appoggiati l’
uno all’altro quasi a volersi sor-
reggere, intonacati di bianco e tra-
fitti da migliaia di finestre.
Incenso e spezie
per le ricche case
di Greci e Romani
E' un capolavoro architettonico
che risale al IV secolo dopo Cristo
e che miracolosamente è soprav-
vissuto fino a noi, nonostante una
lunga storia di guerre e domina-
zioni, e grazie, invece, in epoca
recente, all’isolamento in cui Shi-
bam è vissuta dal 1967 al 1990. In
quegli anni l’ingresso nella Re-
pubblica Popolare Democratica
dello Yemen era infatti pratica-
mente vietato agli stranieri e le
strade di comunicazione interna
quasi inesistenti.
Shibam venne fondata da alcuni
profughi della vicina Shabwa, capi-
tale fin dal III secolo avanti Cristo
del regno dell’Hadhramawt, ma so-
prattutto nodo strategico di con-
vergenza di diverse piste lungo la
Via dell’Incenso. A quel tempo la
pregiata resina, insieme alle spe-
zie, veniva trasportata dalle caro-
vane attraverso la penisola arabica
fino ai porti di imbarco per poter
essere commerciata, con enormi
guadagni, in tutto il Mediterraneo.
Lo storico romano Plinio, nel
descrivere Shabwa, racconta che
dentro le sue mura erano racchiu-
si ben sessanta templi: gli storici
moderni pensano che si trattasse
piuttosto di case. Quegli stessi
“grattacieli” che più tardi i profu-
ghi che andarono a fondare Shi-
Un miraggio che resiste
Nonostante il materiale
deperibile, le case di Shibam
sono robuste: il clima secco
e caldo contribuisce infatti
a solidificare il fango.
Il ritratto di Ali Abdullah Saleh,
presidente dello Yemen riunificato.
Lontano
da occhi
indiscreti
Molte donne
a Shibam
vestono ancora
la tradizionale
tunica nera,
l' ''abaya", che,
nel pieno
rispetto dei
precetti
dell'islam, lascia
scoperti solo
gli occhi.
In particolare
la indossano
durante
le cerimonie
religiose.
I bambini più grandi
si occupano dei piccoli
Le famiglie yemenite sono
numerose: anche a causa delle
La processione del Maharajan, in onore del santone Ba Abbad, che si frequenti gravidanze, le donne
svolge nei giorni precedenti il Ramadan. Vi partecipano solo gli uomini. vivono in media solo 40 anni.
bam costruirono identici, impa-
stando fango e paglia.
E da allora la tradizione non si è
mai interrotta: anche quando le
inondazioni dell'uadi Hadhramawt
(uadi è il termine che indica i fiumi
a regime periodico del deserto, che
si gonfiano nella stagione delle
piogge) hanno spazzato via, scio-
gliendoli, interi palazzi. L’ultima
volta è stato nel 1989, e gli abitan-
ti li hanno ricostruiti secondo tec-
niche e stile degli avi. Il fango viene
ancora modellato in armature di
legno per ottenere dei sottili mat-
toni, lunghi dai 25 ai 50 centimetri.
Una volta sovrapposti a costruire
l’edificio, questo viene intonacato
con terra bruna nei piani inferiori e
con calce bianca in quelli superio-
ri. Per le decorazioni si utilizza in-
vece un preparato a base di gusci
d’uovo sminuzzati.
Così oggi Shibam, in meno di
L'acqua è un problema nell'Hadhramawt. L'"uadi" che lo percorre è infatti mezzo chilometro quadrato, conta
▼
un fiume tipico del deserto: si riempie solo nella stagione delle piogge. settemila abitanti e cinquecento
Focus 39
Un patrimonio
dell'umanità:
dal 1982
l'Unesco
tutela Shibam
torri: ognuna ospita una sola fami-
▼
glia, però in senso patriarcale, cioè
“allargata” a più generazioni, e al-
loggiata su sei o sette piani diversi.
Al pianterreno, ben chiusa, si trova
una stanza adibita a stalla per gli
animali domestici. Una scala ripi-
da, solitamente laccata di bianco
o azzurro, conduce ai piani supe-
riori: in basso abitano gli anziani, a
metà si trova il muffredge, il salot-
to dove si riunisce la famiglia inte-
ra, ai piani superiori le camere da
letto. Infine, all’ultimo piano, la
cucina, spazio esclusivo delle
donne di casa. Ogni piano è vasto
al massimo una quarantina di
metri quadrati, e ospita uno stan-
zino igienico. Di notte l’aria fre-
sca del deserto filtra dalle musha-
rabia, strettissime feritoie chiuse
da grate di legno chiaro decorato
artisticamente a merletto. Le stes-
se che, di giorno, impediscono alla
calura insopportabile di entrare.
A Shibam l’antica ricchezza de-
rivata dai commerci è finita ormai
da molto tempo, anche se lungo le
sponde dell’Hadhramawt l’incenso
continua a crescere. La città so-
pravvive solo grazie alla fertilità
della sponda del fiume, che con-
sente la coltivazione di miglio,
cipolle, alberi da frutto, attività
della quale si occupano le donne
(così come di portare al pascolo le
capre). Gli uomini invece si dedi-
cano ai piccoli commerci, venden-
do nelle botteghe granaglie, stoffe,
gioielli artigianali d’argento.
Si tratta quindi di un’economia
di sussistenza, anche se di recente
il governo ha approntato un piano
di modernizzazione dell’agricoltu-
La scrittrice
inglese Freya
Stark e, sopra,
una manciata
di incenso.
Focus 40
Freya Stark, una romantica inglese a dorso di cammello
IFreya
nstancabile viaggiatrice degli
anni Venti e Trenta, la scrittrice
Stark ha percorso a piedi, a
dorso di cammello o di cavallo, e
con ogni altro mezzo a disposi-
zione, tutti i territori mediorienta-
li raggiunti dall’Islam. Insieme a
Lawrence d’Arabia è stata l’ulti-
ma esponente di quella grande
generazione di esploratori inglesi
che, secondo le sue stesse paro-
le, «vanno alla ricerca dell’impos-
sibile, poi partono e lo fanno». E
quasi impossibile era infatti, a
quel tempo, percorrere la regione
yemenita dell’Hadhramawt, che
la Stark raggiunse dopo essere
sbarcata ad Aden. Di ritorno scris-
se uno dei suoi quattordici libri, Le
porte dell’Arabia Felice: di Shi-
bam dice che «sembrava che una
rupe più bassa avesse vagato fino
L'antica roccaforte
veglia sulla città
Una fortezza diroccata
sulla sponda dell'"uadi".
Qui si sono svolte, tra il
XV e il XIX secolo,
le battaglie tra i sultani
Kathiri e Qu'aiti per il
dominio di Shibam.
Nella valle dell'Hadhramawt sono le donne a occuparsi della coltivazione dei campi e dell'allevamento. Il 93
per cento della popolazione femminile dello Yemen è analfabeta, come il 53 per cento di quella maschile.
Motivi geometrici e floreali sono tipici
dello stile decorativo orientale di Shibam.
Le corna di stambecco, collocate sul
tetto delle case, sono di buon augurio.
a raggiungere il centro della valle,
rivelandosi rugosa e butterata,
con la cima cosparsa di bianco
quasi da un pennello gigante». A
Shibam si ammalò gravemente,
e non potè raggiungere la meta
ultima del suo viaggio, Shabwa.
In fin di vita, venne portata in
salvo in Inghilterra da un aereo
della Royal Air Force. Oggi Freya
Stark vive ad Asolo (Belluno).
Riciclare i rifiuti: qui si faceva già nel IV secolo
Asistema
Shibam gli antichi costruttori del IV
secolo dopo Cristo hanno ideato un
di fognature tra i più ecologici,
che consente cioè, attraverso una rete
di canali di scolo appositamente stu-
diati, il recupero dei rifiuti organici e il
loro riutilizzo nella concimazione dei
campi che circondano la città.
Le condutture, nelle quali si separano fin
dall'inizio solidi e liquidi, partono dallo
stanzino igienico presente a ogni piano
delle abitazioni e per un certo tratto
corrono all’interno, tra il muro del loca-
le e quello portante. Questo percorso è
segnalato, all’esterno, da alcune fine-
strelle per l’aerazione. Quindi il condot-
to stesso procede a vista, scavando una
costola lungo la facciata posteriore del
palazzo e arrivando fino a terra, dove
si apre a formare una specie di cappa di
camino.
Tutte le porte sono
di legno lavorato a mano.
Qui i rifiuti liquidi entrano direttamente
nel terreno, mentre quelli solidi vengo-
no raccolti in ceste e coperti, ogni sera,
con cenere di legna (che in parte serve
a sterilizzarli).
L’Unesco, nel suo programma di restau-
ro della città, ha previsto anche un inter-
vento su questa struttura, nonché sul
sistema di canalizza-
zione delle acque,
studiato per regola-
re il flusso delle inon-
dazioni dell'uadi e im-
pedire l'allagamento
della città.
Del progetto si sono
occupati esperti in-
ternazionali come
Ronald B. Lewcock e
il fiorentino Pietro
Laureano.
ra, che dovrebbe dare i primi frut-
ti tra qualche anno. E’ impensabi-
le quindi che, oltre ai lavori di ordi-
naria manutenzione, gli abitanti
possano provvedere a più com-
plessivi interventi strutturali per la
conservazione della propria città.
Per questo dieci anni fa è interve-
nuta l’Unesco, l'organismo delle
Nazioni Unite per la protezione
dei beni culturali, che ha dichiara-
to Shibam Patrimonio dell’uma-
nità, e ha stanziato ben quaranta
milioni di dollari per il suo globale
risanamento. In particolare si trat-
ta di rafforzare le antiche mura, in-
debolite dalla mancanza di un effi-
cace sistema di drenaggio delle
acque, e di restaurare globalmente
gli esterni di tutte le case e gli inter-
ni di alcune, che saranno dichiara-
te “tesori nazionali”. Anche alcuni
edifici religiosi versano in gravi
condizioni: la moschea di Harah,
che risale al 1280, è stata pratica-
mente abbandonata e oggi se ne
conservano in buono stato solo le
colonne, le finestre e le porte.
Dal 1990 lo Yemen
è riunificato: ora
arrivano i primi turisti
La moschea più antica è invece
quella del Venerdì, sostanzialmen-
te in buono stato di conservazione:
venne fondata nel 753 e successi-
vamente più volte ricostruita fino
al 1965. Nel suo periodo di massimo
splendore Shibam contava ben
trenta moschee: l’islam ha fatto il
suo ingresso nell’Hadhramawt fin
dal VI secolo, portato dai Persiani
chiamati in aiuto dai re yemeniti in
guerra contro gli Etiopi. E tale è
stato l’influsso musulmano, che il
nome stesso del Paese, che significa
Il minareto di una moschea. “destra”, sta ad indicare la sua posi-
Molte sono in fase di restauro. zione rispetto alla Mecca.
La religione è stata anche uno
degli elementi che hanno spinto lo
Yemen sulla strada della riunifi-
cazione, avvenuta soltanto nel
maggio del 1990 (prima il territorio
era diviso in una repubblica del
Nord e una del Sud, rispettiva-
mente nell’orbita politica ameri-
cana e sovietica). La scoperta di
nuovi giacimenti di petrolio e la
riapertura del porto di Aden sul
Mar Rosso al libero commercio
potrebbero tra l’altro rivelarsi chia-
vi di volta per la rinascita del
Paese, finora il più povero e arre-
Acque sotto trato della penisola arabica. An-
controllo che per Shibam si apre quindi una
La terminazione nuova era: presto sarà forse co-
di un canale struita una strada asfaltata che la
fognario (sopra) colleghi alla costa, mentre i primi
e una cisterna per
la raccolta di alberghi per turisti hanno già fatto
acqua (a sinistra). la loro comparsa. ■
Laura Mulassano
Focus 41
Tempo libero
Come nella realtà
Un’ immagine ravvicinata
del plastico più tecnico
del mondo: appartiene
a Francesco Ogliari,
si trova a Ranco (Como),
e 76 treni possono circolare
contemporanamente,
senza incidenti.

Treno
C’è chi costruisce
locomotive, chi le
colleziona, chi
monta stazioni in
miniatura. In Italia
gli appassionati del
modellismo
ferroviario sono
migliaia. Che cosa
li spinge a un hobby
elettrico
Il modellista lombardo Adriano Paolovich, impegnato nella
costruzione di una locomotiva. Ogni pezzo è fuso singolarmente.

Il micro gioiello
Lo straordinario modello della
locomotiva italiana E432,
dello specialista Attilio Mari.

Focus 42
tanto particolare?

delle mie brame Focus 43

 Un
tempo
era solo
un
gioco
per i figli,
oggi lo amano
soprattutto
E
ra il più classico regalo di
Natale per i ragazzi fino a
pochi anni fa. Oggi i figli
chiedono altri giocattoli,
videogiochi e computer eppure il
trenino non è per nulla tramonta-
to: a fare l’acquisto sono sempre i
padri, ma, questa volta, per loro
stessi. «Qui di giovanissimi non se
ne vedono proprio. Tutti i clienti
del mio negozio hanno dai trenta
anni in su. Tutta gente che si ricor-
da quanto fosse bello il trenino da
piccoli», sorride Aldo Pizzolla, tito-
lare del negozio Stephenson’s di
Milano, uno dei più famosi d’Italia,
specializzato in modellismo ferro-
viario. «L’età media dei nostri
clienti è attorno ai quarant’anni e
si toccano tutti i ceti sociali», con-
ferma Alessandro Rossi, vice pre-
sidente della Rivarossi, la più
importante azienda italiana del set-
tore: 70 dipendenti, 14 miliardi di
fatturato nel 1991.
L’hobby del trenino negli ulti-
mi anni è diventato adulto. E basta
dare un’occhiata ai prezzi per ren-
dersene conto: per una locomotiva
prodotta in serie si parte da 120
mila lire; per una carrozza o vago-
ne i prezzi sono dell’ordine delle
20 o 50 mila lire. Poi c’è il costo
del plastico, cioè il paesaggio arti-
ficiale con stazione, binari, scambi,
semafori, e tutti quegli accessori
che vengono definiti con il termine
tecnico di “armamento”. Spesa
prevista? Almeno un milione, per
un plastico che dia qualche soddi-
sfazione. E adesso c’è anche l’elet-
tronica: il costo medio di una cen-
tralina computerizzata per la
manovra è di 3 milioni di lire.
Ma perché un adulto subisce il
fascino dei treni in miniatura?
«Perché è un bel simbolo dell’in-
fanzia, abbastanza adulto nella
Focus 44
Vecchia Germania
Il modello della locomotiva
a vapore tedesca DB650-14, fabbricata dalla Fleischmann.
Con Italia e Svizzera, la Germania è il Paese europeo dove
il modellismo ferroviario ha il maggior numero di appassionati.
Far West Locomotiva americana Inyo, del 1860, in
scala H0 (un centimetro corrisponde a 87 nell’originale). Alla
fine dell’800 i primi trenini in miniatura funzionavano a vapore.
Nord Milano
L’elettromotrice EB
700 delle ferrovie
Nord. Si tratta di un
modello artigianale,
più dettagliato
di quelli di serie, e
prodotto in appena
25 esemplari.
Per i pezzi più rari e
antichi si è giunti,
alle aste, a pagare
anche 50 milioni.
forma e nelle modalità da non
risultare ridicolo. Corrisponde al
desiderio di giocare, senza farsi
ridere dietro», spiega Federica
Mormando, psichiatra e psicote-
rapeuta. «Però è un gioco conge-
lato. Il vero gioco è movimento e
improvvisazione. Nel caso degli
appassionati di modellismo, di
improvvisazione invece ce n’è
poca; loro prendono sì un oggetto
di divertimento, come è appunto il
trenino, ma lo inseriscono in una
struttura, magari anche fatta da
loro, come il plastico, che però
rispetta regole ben precise».
Un mondo perfettamente in scala
Lviarioalezionismo
tradizione del col-
ferro-
è attualmente
diffusa soprattutto in
Italia, in Germania, in
Austria, in Svizzera e
negli Stati Uniti. La
scala (vale a dire il
rapporto fra le dimen-
sioni del treno origi-
nale e del modellino)
più frequentemente
utilizzata è la H0: ogni
centimetro del model-
Prima italiana Il modello, in serie limitata e in scala
Grandi e piccoli Il locomotore Ae 4/4 255 delle
0 della locomotiva a vapore Bayard, che inaugurò la prima
ferrovia italiana (la Napoli-Portici), voluta nel 1839 dai Borbone.
ferrovie federali tedesche. Molti produttori di modellini (come
l’italiana Lima) in passato costruivano materiale rotabile reale.
Al museo
L’elettromotrice
ALn 56 244, delle
Ferrovie italiane. E’
prodotta da
Rivarossi e il model-
lo (come quelli foto-
grafati
Montagne svizzere in questa pagina)
si trova nel museo
La riproduzione del locomotore Ge Rivarossi di Como,
4/4 della ferrovia retica svizzera. dove sono
Il produttore è Bemo, Germania. E’
stato proprio in Germania, a metà
Giappone La locomotiva a vapore giapponese Mikado
conservati circa 5
mila modellini,
Ottocento, che i fratelli Marklin,
cominciarono a fabbricare trenini.
Southern, costruita in scala H0, in servizio negli anni Trenta: un
modello simile è stato utilizzato nel film “Il ponte sul fiume Kway”.
artigianali o di serie.
Mini fusioni
Anni Cinquanta Un’altra locomotiva italiana: la
Un classico modello italiano degli anni Cinquanta: la GR 691. Il mercato italiano vede oggi, come azienda
locomotiva 626. E’ realizzata in bachelite, la prima materia plastica sintetica. leader, il gruppo che comprende Rivarossi e Lima (la
E’ costruito dalla Rivarossi, la più antica fabbrica di modelli italiana (è del 1945). prima ha incorporato la seconda circa un anno fa).
Ma oggi, il “fermodellismo” è inquinante dell’auto e meno in- un plastico richiede un certo spazio binari. In che modo? Una doppia
davvero in espansione? « In realtà gombrante del camion: due binari e negli appartamenti di oggi ce n’è linea ferroviaria corre all’altezza
questo è un hobby che non sente occupano meno spazio di un’auto- sempre ben poco. del soffitto e si snoda attraverso il
lino corrisponde a 87
centimetri dell’origi-
nale. Questa scala è
1:45) e la scala 1,
dove il rapporto di
riduzione è 1:32. E-
molto le mode: il mercato è costan-
te», afferma Alessandro Rossi.
strada, una locomotiva può viag-
giare anche per mezzo secolo e C'è anche chi
soggiorno, la cucina e le camere
da letto. Poi, in una stanza della
nata negli anni Trenta siste anche una scala Invece, per la stampa specializzata bastano due macchinisti per far ha i trenini casa, i vari convogli scendono al
e prevede uno “scar- N, utilizzata per pla- ci sono segnali che fanno pensare a viaggiare ottanta vagoni, che equi- suolo per mezzo di una complessa
tamento” (cioè la di- stici di piccolissime un risveglio di interesse. «Non si valbono ad altrettanti Tir. E più
sul soffitto di casa spirale di rotaie. Il plastico in casa,
stanza fra i due bina- dimensioni per la tratta certo di un vero boom», dice interesse verso il treno reale signi- C’è però chi ha ovviato a questo inoltre, innesca spesso meccanismi
ri) di 16,5 millimetri. quale il rapporto di Erminio Mascherpa, direttore del fica naturalmente anche più atten- inconveniente con un pizzico d’ psicologici nella coppia. «Costruire
Oltre alla H0, esisto- riduzione è addirittura
no altre scale di ridu- di1:160. E’ chiaro che mensile I treni oggi, il più vecchio zione verso quello in miniatura». inventiva. Giovanni Quattrocchi un plastico, oltre che i modellini, è
zione. Le principali meno elevata è la giornale italiano sull’argomento. Il mondo degli appassionati si di Monza, sposato, con un figlio, un mezzo di isolamento che per-
sono la scala 0, più scala, più il modelli- «Ma ho l’impressione che negli divide in realtà in due grandi cate- è celebre tra gli appassionati di tre- mette di trascorrere il tempo libe-
grande della prece- no può essere ricco ultimi anni si sia rinnovato l’inte- gorie: i “plasticisti” e i “collezio- nini perché nella sua casa di cento ro completamente concentrati, e
dente (la riduzione è di dettagli. resse verso il treno, in generale, nisti”. I primi sono decisamente metri quadrati è riuscito a far stare separati dal resto della famiglia.
▼
come mezzo di trasporto meno una minoranza soprattutto perché un impianto dotato di 250 metri di Quando ciò si verifica, in genere
Focus 45

Il modello
è antico,
ma per
arrivarci
ci vuole
un esperto
di computer
▼
è perché marito e moglie hanno
già scoperto che stare insieme non
è bello come si pensava. Però il
trenino dà fastidio alle mogli per-
ché è una dichiarazione esplicita
di questo disagio»,
aggiunge Federica
Mormando.
Numeroso è inve-
ce il gruppo dei col-
lezionisti, che com-
prano locomotive e
vagoni soltanto per
metterli in vetrina,
senza mai "giocar-
ci". Spesso si punta
su esemplari a edi-
zione limitata, come
quelli proposti pe-
riodicamente anche
dalla Rivarossi: tira-
tura 500 esemplari,
limitati e numerati,
a mezzo milione l’u-
no. Cifre superiori si
raggiungono nel caso di locomo-
tive artigianali, realizzate tutte a
mano, in serie ancora più limita-
te: 10 o12 pezzi. In questo caso il
prezzo può oscillare addirittura tra
i 5 e gli 8 milioni.
Uno stampo in acciaio
può costare
anche 120 milioni
«La progettazione e la realiz-
zazione di una locomotiva può
richiedere anche sei mesi. Poi,
dopo il primo esemplare, ci voglio-
no anche cento ore di lavoro per le
copie successive. Sono modelli fatti
di oltre 2 mila pezzi, ma i miei
clienti acquistano tutto quel che
realizzo», dice Franco Rovida, 53
anni, milanese, che da quarant’
anni costruisce locomotive.
Il lavoro di un artigiano è sem-
pre all’ insegna della pignoleria e
della precisione. Il disegno della
carrozzeria viene in genere da
Focus 46
Video e riviste per saperne di più
N elle edicole e nei
negozi di modelli-
smo italiani si trovano
in lingua originale. Da
qualche tempo, però,
la società Duegi, edi-
specializzati ricordati
prima diffondono in
media circa 10 mila
oggi tre mensili dedi-
cati al mondo dei
treni e del modelli-
trice di Tutto treno,
ha iniziato a produrre
anche filmati su treni
cassette all’ anno e a
queste bisogna anco-
ra aggiungere quelle
smo ferroviario: I treni
oggi, 15 mila copie
e linee ferroviarie ita-
liane. Quanti video si
vendute direttamente
nei circa 100 negozi
diffuse; Tutto treno,
10 mila copie; Mondo
ferroviario, 11 mila
vendono nel nostro
Paese? I tre mensili
specializzati in model-
lismo ferroviario.
copie. In particola-
re, quest’ultima
testata fa par-
te di una as-
sociazio-
ne di e-
ditoria
ferrovia-
ria che è
la più impor-
tante in Euro-
pa: un pool che
La fabbricazione comprend anche
di piccole dinamo Eisenbahn Journal
da inserire (Germania, 40 mila
all’interno di copie), Le Train (Fran-
una locomotiva. cia, 30 mila copie),
Maquetren (Spagna,
10 mila copie).
Le tre testate italiane
propongono ai lettori
anche un nutrito ca-
talogo di video a te-
ma ferroviario. Gli ar-
gomenti principali ri-
guardano i treni stori-
Cent’anni di binari ci, le linee turistiche,
L’immagine di un plastico particolarmente sofisticato. I primi binari, a l’alta velocità. Si trat-
fine Ottocento, seguivano il classico tracciato a forma di otto. ta per lo più di filmati
prodotti in Germania,
in Gran Bretagna e Attenzione allo scambio
negli Stati Uniti e Un aspetto del plastico della Federazione
Fermodellisti di tutta Italia, unitevi C'è anche chi li fa a mano nella maggior parte lombarda (via Calvino, a Milano. Anche Il
Sopra, lo schema di è la Fimf (federazione dei casi, i video sono pilota Riccardo Patrese colleziona trenini.
funzionamento di una italiana modellismo
locomotiva. Gli ele-
menti fondamentali
ferroviario) fondata a
Genova quarant’anni
Aaziende,
ccanto alla produ-
zione delle grandi
esiste quel-
per una locomotiva e
dalle 350 alle 500
mila per un vagone.
bulloni, anche il mo-
dello ne dovrà ripor-
tare lo stesso nume- realizzare con lo stampo: si lavora berga, che si tiene ogni anno a feb-
Una fabbrica sono il motore elettri- fa. Ne è presidente la degli artigiani, che C’è però anche chi si ro, tutti fatti a mano. a mano, e ci vogliono da due a tre braio nella città tedesca».
in miniatura co, l'impianto riduttivo Francesco Ogliari, realizzano un numero fa tutto da sé. Uno Bisogna però anche ore per modellino. Alla fine si In effetti è proprio la locomotiva
Sopra, la “catena e gli ingranaggi. avvocato milanese, limitatissimo di esem- dei “costruttori” più costruire da sé gli
Costruttori e appassio- collezionista anche di plari. La differenza fon- famosi è Attilio Mari, attrezzi, e prevedere aggiungono le scritte e i disegni. a qualificare la produzione. Si trat-
di montaggio” ta infatti del pezzo più delicato,
nati hanno dato vita, locomotive “vere”. I damentale tra i due di Rodano, alle porte un migliaio d’ore per
dei locomotori.
Ogni pezzo viene in Italia, a un centi- soci sono un migliaio. prodotti sta nella cura di Milano. La sua spe- mettere a punto il E' la locomotiva che contiene il motore elettrico e
lavorato a mano, naio di associazioni. Telefono: 030/53878 dei dettagli. Infatti, cialità sono le ripro- progetto e 2 mila per il pezzo più gli ingranaggi per trasmettere il
e collaudato La più antica e diffusa (Milano-Brescia). mentre una locomo- duzioni delle locomo- creare il modellino. complesso e delicato movimento alle ruote. L’energia
singolarmente. tiva di serie è compo- tive elettriche italia- Quasi cinque anni di viene acquisita attraverso le rotaie,
Il materiale, per
L’etichetta pezzi vengono disegnati grazie a sta di circa 300 pezzi,
per una artigianale ce
ne, cosiddette “a cor-
rente alternata trifa-
pazienza. Le marche più ambite, nella talvolta (nei modelli più sofisticati)
i modelli di serie, sistemi cad, cioè di grafica compu- produzione in serie, sono le tede- dal pantografo che poggia contro i
è la plastica. Su ogni vagone terizzata) uno stampo in acciaio, ne vogliono almeno 2 se”, in circolazione dal sche Märklin (leader mondiale fili della linea elettrica, più rara-
Più raramente, vengono apposte che è assai costoso visto che può mila. Chi vuole prova- 1910 al 1970. Mari le indiscussa, con oltre 100 miliardi mente dalle batterie. I motori
l’acciaio o le insegne, simili arrivare anche a 120 milioni (ma re il fai-da-te può co- costruisce in acciaio,
a quelle originali. minciare con l’acqui- in scala 1, per una di fatturato e 150 anni di tradizio- montati sui modelli di serie sono
perfino l’ottone.
E’ l’ultma fase per mettere in produzione una sto di un kit di mon- maggiore accuratezza ne), Fleischmann, Liliput e Ar- piuttosto semplici, e costano poche
della lavorazione, nuova locomotiva, che è il pezzo taggio: ci vuole una dei particolari: ciò si- nold, l’austriaca Roco, la svizzera migliaia di lire. Il problema più
prima di metterli più complesso, possono essere buona abilità manua- gnifica, per esempio, Lemaco, la statunitense Bach- complesso, però, non riguarda
nelle scatole. necessari anche 300 milioni). Con le e molta pazienza. I che se la locomotiva mann e l’italiana Rivarossi. Con tanto il trenino, quanto le rotaie. In
lo stampo è possibile produrre fino prezzi oscillano dalle è stata fabbricata con quale criterio un’azienda sceglie i un plastico, infatti, il raggio delle
prima riprodotto fotograficamente mo particolare è necessario creare a 20 mila pezzi, cifra che rappre- 800 alle 900 mila lire 2.000 chiodi e 500 nuovi modelli di locomotive da curve non è mai in scala rispetto
su una lastra piana di ottone. Il dapprima un prototipo, da cui rica- senta la “tiratura” media di un va- Il negozio produrre? Risponde il vice presi- alla realtà: è invece più breve, e
lamierino viene poi sagomato, ma vare una matrice, entro la quale è gone di successo. La carrozzeria milanese Il collezionista dente della Rivarossi: «In genere si dunque le curve risultano più stret-
è ancora, per così dire, “nudo”. versato il metallo fuso. esce dallo stampo già ricca di par- di Angelo Borella: Aldo Pizzolla, fanno piccole indagini di mercato e te. E questo costringe gli ingegne-
Sarà l’artigiano ad aggiungere a Come nascono, invece, i trenini ticolari, comprese le ridottissime dal 1892 si fanno con una preziosa ci si tiene sempre in contatto con i ri a escogitare trucchi particolari, in
mano tutti i dettagli che di solito di serie? La “carrozzeria” è gene- imbullonature. In fase di assem- e si riparano Marklin TRBR02, collezionisti. In questo senso modo che il trenino appaia comun-
sono fabbricati per fusione: ciò ralmente di plastica. Le aziende blaggio vengono poi aggiunti i det- i treni elettrici. in argento. l’occasione più importante è la que fedele all’originale. ■
significa che anche di ogni mini- infatti ricavano dal progetto (i tagli che non era stato possibile Fiera del giocattolo di Norim- Massimo Angelo Rossi
Focus 47
 ✹
P R I S M A
■ Personaggi
Vive a Novara
il Noè
del Duemila
H a riprodotto in cattività,
primo in Italia, la rarissi-
ma lontra e il suo centro
faunistico della Torbiera di
Agrate Conturbia, in provin-
cia di Novara, è un sicuro
punto di riferimento per i
naturalisti di Wwf e Lipu,
impegnati nei progetti di
conservazione. Francesco
Rocca, milanese trenta-
seienne, ha trasformato cin-
quanta ettari in una vera e
propria oasi, dove alleva con
un gruppo di collaboratori le
specie più rare del mondo,
per reintrodurle in natura.
Animali come il leopardo
d’Amur (al mondo ne riman-
gono una quarantina di indi-
vidui), la gru della Manciuria,
il leopardo nebuloso si ripro-
ducono nei grandi recinti
che Rocca ha allestito nel
parco, assieme a specie ita-
liane come appunto la lon-
tra, gli avvoltoi monaco e
grifone, la spatola e il mi-
gnattaio.
Francesco Rocca collabora
anche con il Wwf Italia al
"Progetto anatre mediterra-
nee", che si propone di rein-
trodurre in 10 oasi la volpo-
ca, il fistione turco, il gobbo
rugginoso, l’anatra marmo-
rizzata e la moretta tabac-
cata, tutti uccelli in diminu-
zione che da tempo però si
riproducono alla Torbiera.
Per il futuro Rocca ha due
obiettivi: rivedere la lontra
nuotare nel Ticino e reintro-
durre il gatto selvatico nel
bosco dell’Uccellina, nella
Maremma più selvaggia.
Rocca con un cucciolo
di leopardo d'Amur.
Focus 50
Il Mig 29 - I russi ora lo offrono agli ex nemici
Un superaereo chiamato Rita
Cattivo, ma
economico
Un Mig 29. All'Ovest
si può pagare circa
25 miliardi, molto
meno dei concorrenti
occidentali.
■ Ricerca
Chiedete a Elsa come sarà il prossimo terremoto
E’ il più grande labora-
torio antisismico d’
Europa, e si chiama Elsa
(European laboratory for
structural assessment,
laboratorio europeo
per l'analisi delle
strutture). Elsa ha
sede presso il centro
di ricerche Cee di
Ispra, sul lago Mag-
giore, e permetterà
di studiare gli effetti
di scosse telluriche
Q uando fece i suoi primi
voli, nel 1979, diventò
subito l’incubo dello spio-
naggio occidentale. Quan-
do entrò in linea, a metà de-
gli anni Ottanta, gli esperti
della Nato si chiesero se
fosse davvero straordina-
rio come sembrava. Oggi
lo si sa: il Mig 29 è proba-
bilmente il jet più versatile
mai costruito. Può volare
a una velocità minima di
160 chilometri all’ora (co-
me un piccolo Piper da tu-
rismo) o sfrecciare a più di
(fino all’ottavo grado della
scala Richter) su strutture
in acciaio o in cemento ar-
mato. Il laboratorio dispo-
ne infatti di una “parete di
2600 chilometri orari (co-
me i più sofisticati aerei da
caccia occidentali), e può
sopportare accelerazioni
pari a 11 g (cioè 11 volte la
forza di gravità) mentre i
migliori jet americani non
superano i 9 g. Come si fa a
saperlo? E’ semplice: il
Mig 29 è ormai a disposi-
zione delle forze armate
che un tempo doveva com-
battere. Sia perché l’indu-
stria ex sovietica, in caccia
di valuta pregiata, l’ha
offerto alle aeronautiche
reazione” alta 21 metri e lar-
ga 16, alla quale sono anco-
rati pistoni idraulici in
grado di produrre pressio-
ni fino a 50 tonnellate.
Nel laboratorio
dell'Elsa grazie
a un computer
si possono
simulare gli
effetti di un
terremoto
sui mattoni
di un edificio.
militari di mezzo mondo,
comprese quelle occiden-
tali, sia perché da oltre un
anno una squadriglia di
Mig 29, che faceva parte
dell’aviazione della Ger-
mania dell’Est, è stata as-
sorbita, con l’unificazione
delle due Germanie, nella
Luftwaffe (e ovviamente
alcuni aerei sono stati im-
mediatamente trasportati
negli Stati Uniti, alla base
di Fort Worth, per essere
smontati e analizzati).
«Basta un paio di voli, e
Durante il test, una serie
di sensori permette di regi-
strare deformazioni dell’
ordine di un millesimo di
millimetro per metro: una
volta in possesso dei dati
su tutta la struttura, si può
ricostruire al computer
quale sarebbe l'effetto su
di essa di un terremoto
reale. Il laboratorio, costa-
to circa 14 miliardi di lire, è
stato inaugurato il 16 otto-
bre 1992: sarà utilizzato
Nuovi stemmi
Un Mig 29 con, sulle
ali, le nuove insegne
della Luftwaffe.
qualsiasi pilota lo ama», ha
dichiarato il colonnello
Jurgen Kreft, che alla base
di Preschen ha organizzato
l’integrazione dei Mig 29
nell’aviazione della Ger-
mania occidentale. «Non
c’è mezzo più straordina-
rio, per il dogfight. Si rie-
sce a mettere il naso sulla
coda dell’avversario senza
quasi accorgersene». Il
dogfight, in gergo militare,
è il combattimento aereo, e
la sua manovra fondamen-
tale è quella che porta un
Un terremoto simulato deforma una trave di cemento.
L'abitacolo del Mig 29 (in gergo Nato, "Fulcrum").
jet a sfuggire alla caccia
avversaria e a mettersi die-
tro all'aereo nemico, che di-
venta così un bersaglio fa-
cile da colpire.
Com’è fatto il Mig 29?
Dal punto di vista estetico
è abbastanza rozzo e anti-
quato, però all’interno ri-
serva una serie di sorpre-
se. Tutto per esempio è all’
insegna della semplicità. Al
posto dei sofisticati e costo-
sissimi caschi occidentali,
che consentono al pilota di
controllare l’aereo muo-
vendo appena il capo, c’è
un aggeggio da 50 mila lire
simile al telecomando di un
televisore. C’ è poi il “pul-
sante panico”, che il pilota
Catena di
montaggio
Il vecchio
stabilimento di
Mosca dove
vengono
costruiti i Mig
29. L'aereo è
già stato
fornito a molti
Paesi del Terzo
mondo.
può premere se l’aereo
diventa incontrollabile, e
che"ordina" automatica-
mente le manovre per ri-
mettere il veivolo in asset-
to, senza che ci sia una
sensibile perdita di quota.
E c’è infine Rita, abbre-
viazione di rechevaya in-
struktsiya (cioè "guida
vocale"): un computer che
durante le manovre, spe-
cie quelle di decollo e
atterraggio, se il pilota
dimentica di compiere un’
operazione, comincia a
rammentargliela ossessi-
vamente. «Proprio come
se fosse una vera e propria
moglie», confessano i pilo-
ti che l’hanno sentita.
anche da enti pubblici e
aziende private per il col-
laudo di prototipi di grandi
strutture per l’ingegneria
civile (sono già stati col-
laudati manufatti per l’au-
tostrada della Valle d’Ao-
sta) e per la messa a punto
di soluzioni per la salva-
guardia di edifici di valore
storico. Da parte della Co-
munità europea l'impian-
to sarà adoperato princi-
palmente per elaborare
nuove norme comunitarie
antisismiche, nonché per la
ricerca "pura" sugli effetti
dei terremoti.
■ Alimentazione
Contro il colesterolo,
il "succo d'uovo"
D opo le mucche agli
ormoni e i pomodori
nuova a simili trovate: nel
1989 ha introdotto con
sempre-freschi, è il mo- grande successo le “Easy
mento dell’uovo tecnolo- Eggs”, uova liquide garan-
gico. Di recente gli ameri- tite contro la salmonella e
cani, per tradizione grandi
consumatori di uova, han-
con una durata di dieci
settimane.
no cominciato a cambiare Sul successo dell'’ultimo
le loro abitudini alimentari
per timore del colestero-
“succo d’uova” senza cole-
sterolo, però, nessun e-
lo: l’acquisto annuale di sperto è disposto a scom-
uova fresche è infatti pas- mettere: costa il triplo
sato da 309 a testa nel delle uova normali e, in
1970 a 234 nel 1990. E più, non si può friggere né
così una grande società cuocere all’occhio di bue.
alimentare, la Michael Come se non bastasse, il
Food, ha inventato le “Sim- prodotto è ancora all’e-
ply Eggs”: uova liquide a same della Food and Drug
bassissimo contenuto di Administration (l’ente a-
colesterolo. A questo risul- mericano per il controllo
tato si è arrivati grazie alla degli alimenti), che sta
scoperta della “beta-ciclo- valutando la pericolosità
destrina” (ricavata dall’a- nel liquido dei residui di
mido di mais): questa so- beta-ciclodestrina.
stanza, che assorbe il co-
lesterolo contenuto nel
tuorlo, viene addizionata
al tuorlo stesso e, una vol-
ta esaurita la sua azione,
viene poi eliminata con
una centrifugazione, por-
tando con sé anche il cole-
sterolo. Il prodotto così ot-
tenuto viene poi messo
comunemente in commer-
cio in barattoli o tetrapak.
La Michael Food non è
Rottura delle
uova e
separazione
del tuorlo
Viene aggiunta
la beta
ciclodestrina
Centrifugazione e
pastorizzazione
Confezione.
Mezza tazza di
liquido equivale
a due uova
Focus 51
✹P R I S M A
■ Medicina
Aria per le arterie
U n’ora sola al giorno, di-
stesi su un lettino e
massaggiati dall’aria. E’ u-
na terapia che serve a pre-
venire e curare i disturbi
del sistema cardio-circola-
torio: non prevede inter-
venti chirurgici, non affati-
ca il corpo del paziente,
non ha controindicazioni e
può essere utilizzata in
Un paziente sul letto
della Eec. La terapia
è di origine cinese.
■ Tribunale
Lo stenografo elettronico
E’ la versione italiana
della macchina steno-
grafica utilizzata nei pro-
cessi americani, e il suo uso
è previsto anche dal nuovo
codice di procedura penale
introdotto dal 1989 nel
nostro Paese. Un ritmo di
130 parole al minuto, bat-
tute sui tasti di una mac-
china stenografica, e un
computer che tra-
duce i simboli, per-
mettono di trascri-
vere in tempo reale
gli interrogatori e
quanto viene detto
da avvocati, impu-
tati e giudici nel
corso di un di-
battimento.
Mentre la tra-
scrizione della regi-
strazione, che è il
metodo attualmente in
uso, richiede cinque volte il
tempo registrato, con lo
stenografo elettronico la
Focus 52
sostituzione dell’angiopla-
stica, che prevede invece
l’inserimento di piccoli ca-
teteri nelle arterie per eli-
minare le occlusioni.
La cura, che per essere ef-
ficace deve continuare per
sette settimane, si chiama
Enhanced external coun-
terpulsation (Eec), ovvero:
contropulsazione esterna
forzata. Come funziona? La
contropulsazione fa au-
mentare la pressione del
sangue durante la fase di
contrazione del cuore (si-
stole) e la fa diminuire du-
rante il rilassamento (dia-
stole), e in questo modo
ne favorisce la circolazio-
ne. Viene ottenuta fascian-
do il corpo del malato, e
in particolare i polpacci, le
cosce e le natiche, con
delle speciali cinture gon-
fiabili che si riempiono e
si svuotano ritmicamente,
seguendo il tempo del bat-
tito del cuore. La pressione
delle cinture spinge quindi
il sangue delle gambe e
delle anche verso la cassa
toracica.
bozza grezza può essere
consegnata immediata-
mente e inserita negli atti
processuali. Prodotto dalla
Stenotype Italia, una società
di Firenze, questo apparec-
chio verrà al più presto
introdotto anche nei nostri
tribunali, anche se per il
momento manca ancora il
personale specializzato.
Lettura immediata
Sullo schermo del
computer compare
il testo stenografato.
Nel Messico meridionale guerre e sacrifici di bambini
Nella foto grande,
la cima della
piramide. Qui sopra,
una restauratrice
al lavoro. la città dei Maya cattivi
L’ ultima grande capitale
della civiltà maya, To-
ninà, sta tornando lenta-
mente alla luce nello Stato
del Chiapas grazie agli sca-
vi curati dall’Università di
Città del Messico.
La scoperta, finora ritar-
data dall’isolamento geo-
grafico del luogo (si rag-
giunge solo al termine di
una lunga pista accidenta-
ta, costantemente ricoper-
ta dalle piante e spesso del
tutto impraticabile a causa
delle piogge), si è rivelata
molto interessante. I primi
reperti, per esempio, con-
tribuirebbero a smentire la
tradizione che dipinge i
Maya come un popolo pa-
cifico, dedito all’agricoltu-
ra, all’osservazione delle
stelle e alla costruzione di
templi in onore degli dei.
A Toninà sono state infat-
Torna alla luce
ti ritrovate numerose sta-
tue che raffigurano corpi in-
ginocchiati e decapitati
(probabilmente si tratta di
quelli dei loro nemici, i
Toltechi), oltre a un basso-
rilievo lungo dodici metri
sul quale è stata scolpita u-
na danza di scheletri. «For-
se illustra il sacrificio dell’
ultimo signore di Palen-
que», spiega l’archeologo
Gonzalo Fructuoso, secon-
do il quale Toninà doveva
essere in effetti una città
bellicosa e aggressiva, pron-
ta a scatenare guerre con-
tro tutti i vicini. E proprio
al termine di una di queste
sarebbe stata distrutta la
Il sole di pietra
Il monumento
è dedicato al "mostro
della terra": la palla
nella cavità è il sole.
ben più famosa Palenque,
che si trova a pochi chilo-
metri di distanza. Inoltre i
Maya di Toninà, molto
prima di quelli di Chichen
Itzà, seguivano tradizioni
religiose incentrate sul
culto del sole e alimentate
da riti cruenti (compresi il
sacrificio di bambini e l’
automutilazione).
Non si deve pensare che
Toninà fosse un piccolo
centro: vi abitavano pro-
babilmente almeno cin-
quemila persone, tanto che
oggi l’area degli scavi si
estende per una quaranti-
na di chilometri, misura
considerevole per una città
L'ultimo signore
Sopra, la statua del re
Tzotj Choj. Sotto, un
trono a tre sedili.
che raggiunse il massimo
splendore nell’VIII-IX se-
colo dopo Cristo.
Della sua importanza è
testimone anche la gigan-
tesca piramide, un immen-
so osservatorio astronomi-
co, che, totalmente coperta
dalla vegetazione, emerge
solo con il suo vertice, co-
ronato da due templi. Presto
sarà anch’essa scavata: di-
sposta su sette livelli, è
senz’altro più alta di quelle
di Palenque (65 metri) e di
Teotihuacan (60 metri).
Intanto, a guardia del
suo antico regno perduto,
c’è ancora il re Tzotj-Choi,
signore della dualità (il visi-
bile e l’invisibile) oltre che
dei quattro punti cardinali:
la sua statua, di fattura
finissima, risale al periodo
maya classico (dal 100 al
700 dopo Cristo) ed è e-
sposta in una stanzetta del
museo degli scavi. E’ stata
la prima scoperta archeo-
logica di rilievo, nel 1989.
Le prime notizie di un
centro archeologico nei
pressi di Toninà risalgono
già al XVIII secolo, ben
150 anni prima della sco-
perta della città di Palen-
que, ma nessuno aveva al-
lora intuito la reale portata
della scoperta. Oggi gli stu-
diosi sperano invece che gli
scavi aiutino a far luce
anche sui misteri che anco-
ra avvolgono tutta l’antica
civiltà precolombiana. Per
esempio quello che riguar-
da la scrittura: il sistema
che veniva utilizzato, basa-
to sui geroglifici, è uno dei
più avanzati mai visti nell’
antichità, ma le parole non
sono ancora state comple-
tamente identificate. Del
resto l’alto livello delle
conquiste intellettuali dei
maya è ormai ben noto: in
base alle osservazioni a-
stronomiche, per esempio,
essi compilarono tre diver-
si calendari. Uno basato sul
ciclo lunare, uno su quello
solare e uno sui movimen-
ti del pianeta Venere. La
misurazione del tempo era
fondamentale per scandi-
re le diverse fasi dell’agri-
coltura e in particolare
della coltivazione del mais,
ieri e oggi alimento base
dei Maya.
■ Salute
Grattacieli pericolosi?
D i grattacielo ci si può
anche ammalare, e chi
sta peggio sono i bambini e
le gestanti. La notizia viene
dal Giappone, ed è frutto
di una ricerca del diparti-
mento di medicina dell’U-
niversità di Tokyo, secondo
la quale il 70 per cento dei
piccoli che vivono oltre il
tredicesimo piano soffre di
enuresi notturna, vale a
dire che fa la pipì a letto,
mentre a piano terra la per-
centuale è solo del 40 per
cento. Inoltre mentre tutti i
■ Insetti
Il moscerino antiparassitario
Lcowboy
o stato del Texas è, per
eccellenza, quello dei
e degli allevatori
di bestiame. La cittadina di
Mathis invece è famosa
perché ospita il più grande
allevamento americano di
insetti: si tratta in realtà di
killer specializzati che agi-
scono contro i parassiti,
che ogni anno letteralmen-
te divorano coltivazioni e
prodotti immagazzinati.
Gli insetti (come coccinel-
le e mosche) vengono in-
fatti utilizzati al posto dei
comuni antiparassitari. In
questo modo non si inqui-
Vengono allevati
a miliardi
Gli insetti sono
distribuiti su un
vassoio, per
essere confezionati
per la spedizione.
bambini che vivono
in basso non hanno
difficoltà a lavarsi
da soli, mettersi le
scarpe, fare piccole
commissioni, il 20
per cento di quelli
che stanno in alto
ha bisogno di assi-
stenza e riesce I grattacieli di Hong Kong.
appena a mangiare
da solo. Le donne, invece, psicologico di trovarsi in
sono più soggette ad abor- alto. Chi sta ai piani supe-
ti spontanei. Perché tutto riori sta più spesso in casa,
questo? Alla base dei ha ridotta attività fisica e
disturbi starebbe il disagio socializza di meno.
na, si risparmia il costo, e-
levato, dei prodotti chimici
e, tra l’altro, non si induce
sparmio. Gli insetti vengo-
no fatti crescere in celle cli-
matizzate a bassa tempe-
la creazione di forme di pa- ratura, dove il loro ritmo
rassiti resistenti, che rende biologico viene ridotto. Poi
inutile l’impiego anche del vengono spediti al cliente. I
peggiore veleno. Inoltre, risultati sono migliori in
per ogni dollaro speso per ambienti confinati, come le
proteggere i propri campi serre. Quella degli “insetti
con gli insetti, un agricol- antiparassitari” non è una
tore ne spenderebbe due e specialità solo americana.
mezzo se invece preferisse Infatti una biofabbrica, così
usare i pesticidi.
In alcune coltivazioni
arboree, come le noci pe-
can, l’utilizzo dei nemici na-
si chiamano questi alleva-
menti, esiste anche nel no-
stro Paese, a Cesena: si chia-
ma Biolab e commer-
turali dei patogeni fa addi-
rittura raddoppiare il ri-
cializza dieci diversi tipi di
insetti “buoni”.
Nel campo Il controllo
Un insetto killer è liberato Gli incubatori
sopra un cavolo. di cartone vengono
A sinistra, un altro esaminati
predatore, un brachon. periodicamente.
Focus 53
✹P R I S M A
■ Musei
E’ italiana la show room
dell'acropoli di Atene
S orgerà ai piedi del
Partenone, e sarà ulti-
mato entro il 1996, il nuo-
vo museo dell’Acropoli
di Atene, per il quale il go-
verno greco ha stanziato
l’equivalente di cento mi-
liardi di lire. Il progetto è
italiano: l’hanno infatti fir- avanti Cristo. Al centro del
mato l’architetto Manfredi
Nicoletti e l’ingegner Lucio
Passarelli, ed è stato pre-
scelto dal Ministero della
Cultura greco tra i 438 arri-
vati da tutto il mondo, in
risposta al bando interna-
zionale del 1989. L’idea
centrale della proposta ita-
Il modello del museo che
sorgerà ai piedi dell'Acropoli.
■ Alimentazione
Ecco il formaggio
con i buchi quadrati!
L’ hanno chiamato fou
trou, cioè “buco folle”,
e il motivo è evidente: si
tratta infatti del primo
Emmenthal con i buchi
quadrati, invece che ovali.
A produrlo è, ovviamente,
una società svizzera, la
è nato in uno stabilimento
Focus 54
liana è la realizzazione,
all’interno dell’edificio, di
un “occhio”, ossia di una
gigantesca finestra dalla
quale si possa costante-
mente ammirare il grande
santuario ellenico, capola-
voro di Fidia del 447/438
museo, in diretta corri-
spondenza con la veduta
panoramica della collina
sacra, sarà inoltre lasciato
uno spazio che riproduca
le esatte misure del tempio
e nel quale verranno col-
locate, lasciandole appunto
sospese nel vuoto ma ri-
spettando l’esatta colloca-
zione originaria, le decora-
zioni sopravvissute al
tempo e all'inquinamento.
All’aria aperta resteranno
invece le copie. Lo spazio
restante del museo (in
tutto centomila metri cubi)
sarà articolato su tre
livelli, per consentire
la vista dei reperti da
diversi punti di osser-
vazione. Il museo rac-
coglierà infatti migliaia
di oggetti che raccon-
tano la
d e l l ’ A c r o
storia
poli dalla Preistoria fi-
Roth Kase, ma per arriva-
re a questa stranezza ci
si sono messi in tanti: gli
americani che lo hanno
richiesto per il loro mer-
cato, gli svedesi che for-
niscono il caglio e i dane-
si che provvedono ai
batteri, che producono
appunto i buchi.
Il gusto? Più
delicato del
solito.
L'Emmenthal del Duemila
nel cantone di San Gallo.
Un giroscopio per sentirsi come in orbita, nello spazio.
L'incontro preliminare con il trainer Bill Mac Arthur.
All'Accademia
della Nasa i corsi
sono aperti anche
per i ragazzini
Da grande
farò l'astronauta
S ul pannello di coman-
do dello shuttle brilla-
no mille luci, tutto è pronto
per la partenza e la tensio-
ne è al massimo. Un ulti-
mo controllo allo schermo,
quello dove compaiono le
immagini della piattafor-
ma di lancio, prima di ab-
bandonare gli ormeggi.
L’obbiettivo della missio-
ne è quello di installare
all’esterno della navetta un
pannello solare e aggiusta-
re un satellite per le comu-
nicazioni tra lo shuttle stes-
so e la base.
Papà Von Braun. Sia-
mo a Huntsville (Alaba-
ma), in una accademia per
Un complesso
apparato per
valutare lo stress
muscolare al
quale si è soggetti
all'interno di
uno Space Lab.
La "MMu-chair" serve a
simulare l'assenza di peso.
astronauti baby ideata da
Werner von Braun, pio-
niere dei programmi spa-
ziali americani, alla fine
degli anni Settanta. L’equi-
paggio dello shuttle ha
un’età media che va dai
dieci ai diciotto anni ed è
formato da ragazzi di tutto
il mondo che hanno appe-
na finito un periodo di sei
giorni di corsi intensivi: la
missione infatti è l’ultima
tappa dell’addestramento.
I rischi sono altissimi e gli
inconvenienti frequenti:
fughe di ossigeno, errori
dei computer, esaurimen-
to delle batterie. Ce la
faranno? Certamente. La
navetta infatti è saldamen-
te ancorata a terra e le
varie difficoltà vengono
programmati dagli inse-
gnanti per stimolare gli
allievi a risolvere i proble-
mi che si presentano con
prontezza e creatività.
Giochi stellari. Si tratta
insomma di un gioco di
simulazione, portato alla
perfezione, durante il
quale si impara tutto ciò
che serve a un vero astro-
nauta: un ferreo autocon-
trollo, la capacità di risol-
vere situazioni critiche, le
conoscenze scientifiche
necessarie per interpreta-
re i dati via via forniti dagli
strumenti di bordo.
I corsi, che costano dalle
500 mila al milione di lire,
sono a diversi livelli: dallo
“US Space camp base”,
per chi vuole solo soddi-
sfare una curiosità, al livel-
lo superiore della “US
Space academy”, per chi
vuole provare l’emozione
di un vero “viaggio” nello
spazio. All’interno dell’e-
norme edificio a forma di
hangar che ospita gli allie-
vi, si trovano infatti stazio-
ni spaziali, shuttle e navet-
te, in scala leggermente
ridotta. Satelliti e pianeti
galleggiano nell’aria, appe-
si all’altissimo soffitto. Ci
sono anche le macchine
per l’addestramento psico-
fisico, le stesse che vengo-
no utilizzate dalla Nasa: un
giroscopio che fa ruotare
la persona contempora-
Lo spazio finto
Un giovane allievo
"esce" dallo shuttle per
riparare un satellite:
■ Computer
Il video sa come
il gioco è perfetto.
saremo da vecchi
Iri lnato,
bambino non è ancora
e già i futuri genito-
possono vedere il suo
viso sul monitor di un com-
puter: tutto grazie a un pro-
gramma creato dalla
società giapponese Matsu-
shita. Per ottenere questo
risultato servono soltanto
alcuni dati genetici (otteni-
bili con un semplice prelie-
vo di sangue) e le foto dei
due genitori. Poi, una volta
ottenuta l’immagine, il
■ Sport
Sono nate le scarpe
con l'effetto-canguro
C orrere come un cangu-
ro. I designer che negli
ultimi anni si sono occupa-
ti di scarpe da corsa hanno
coltivato a lungo questo
sogno. Ad arrivarci per
primo è stato l’americano
Igor Gamow, figlio del fisi-
co George Gamow (uno
dei padri della teoria del
Bing Bang), biologo e in-
ventore del prototipo delle
neamente su tre assi diver-
Springboc. La solu-
si; la sedia della microgra-
vità, utilizzata nel pro-
gramma Apollo per im-
parare a camminare sulla
Luna; il simulatore di
libertà, ovvero una sedia
che galleggia su un cusci-
no d’aria e permette spo-
stamenti in avanti o di lato
e rotazioni su se stessi.
Migliaia di allievi.Ma il
soggiorno a Huntsville non
Le scarpe progettate da Igor Gamow: una doppia
soletta in fibra di carbonio inserita sotto il tallone
restituisce l'energia, dopo la compressione.
prevede solo divertimento.
Oltre a un museo, ci sono
laboratori dove i ragazzi ■ Ecologia
possono esercitarsi in espe-
rimenti di astrofisica, infor-
Niente cadmio
matica, robotica, fisica del nelle pile
sole, ottica e biologia dello
spazio e molti dei parteci-
superleggere
panti (a tutt'oggi sono già
stati oltre 120 mila) spera- Lidruro,
e chiamano pile verdi,
le nuove pile al nichel-
perché non con-
no effettivamente di poter
tengono metalli pesanti e
diventare, da grandi, eroi quindi non inquinano. E
dello spazio. inoltre sono ricaricabili e
computer la
può “invec-
chiare”, fa-
cendo attra-
versare così
al bambino i vari stadi della
sua esistenza futura.
computer usati nelle inda-
gini della polizia. Ma anche
Un programma simile era in Giappone si esamina
già stato introdotto nel questa possibilità: i poli-
1985 negli Stati Uniti, ma ziotti stanno infatti pen-
serviva soltanto a invec- sando di servirsi del “meto-
chiare i tratti somatici di do Matsushita” per ag-
una persona ed è stato uti- giornare gli identikit conte-
lizzato principalmente dai nuti nei loro schedari.
■ Riciclaggi
Trita la bottiglia
e avrai
una spiaggia
zione è solo apparente- C he cos’hanno in comu-
ne una bottiglia e una
mente semplice: nel tacco
delle scarpe Gamow ha
spiaggia? Ovviamente il
materiale di base, che per
inserito una doppia lamina
di fibra di carbonio, legge-
entrambe è il silicio. Fra
qualche mese, poi, in Ca-
ra e robustissima che, lifornia ci saranno addirit-
schiacciata durante la
corsa, restituisce all’ atleta
tura le spiagge di silicio-di-
ritorno, “fabbricate” cioè
almeno il 70 per cento
dell’energia “di compres-
riciclando le bottiglie. L’i-
dea è venuta a un chimico
sione”. Come accade di di 42 anni, Dan Dalagar,
solito per i prototipi la scar- che ha proposto di utiliz-
pa è per il momento
cara: 500 dollari,
circa 700 mila lire
ciascuna.
zare le tonnellate di botti-
glie di vetro usate, proprio
per “ricostruire” le spiag-
ge erose dall’Oceano Paci-
fico. Tritate in betoniere
speciali, le bottiglie diven-
tano senza problemi sab-
bia finissima (la differenza
è rilevabile solo al micro-
scopio). Con una virtù ulte-
riore: che essendo le botti-
glie colorate si potranno
realizzare addirittura spiag-
ge in technicolor. La spiag-
gia pilota, per l’esperimen-
to, sarà quella di Encinitas,
nel sud del Paese.
durano addirittura dal 60
al 100 per cento in più
delle tradizionali pile al
nichel-cadmio. Apple, Dell
e Compaq le hanno subito
installate nei loro minical-
colatori, e i produttori
stanno sforzandosi di sod-
disfare le richieste: la San-
yo ha aperto uno stabili-
mento che ne fabbricherà
36 milioni all’anno, e la
Matsushita 24 milioni.
Focus 55
✹P R I S M A
Le inattese proprietà
di vecchie medicine
C'è un antidoto
al tumore?
S i chiama Nac (sigla che
sta per Nacetil-cistei-
na) e rappresenta una gran-
de speranza per chi potreb-
be ammalarsi di cancro.
Non è un vaccino, s’inten-
de, e non è neppure una
terapia. Se il cancro si è già
formato, la sua azione è
ridotta o nulla. La Nac,
invece, è un antidoto: una
sostanza cioè che combatte
l’insorgere di un tumore, e
aiuta l’organismo a resi-
stergli. «Il fumo delle siga-
rette, l’esposizione a so-
stanze tossiche, il fatto di
essere già stati operati per
un tumore, aumentano in
una persona il rischio di
ammalarsi di cancro», spie-
ga il professor Silvio de
Flora, direttore dell’istituto
di Igiene e Medicina pre-
ventiva dell’università di
■ Invenzioni
E' pronta in America
la macchina volante
Il prototipo della M400
a un salone dell'auto.
Focus 56
Cellule tumorali all'interno di un alveolo polmonare.
Genova. «Per difendersi,
oltre che seguire un serie
di misure dietetiche (pochi
grassi saturi; molte vitami-
ne A, D ed E; molte fibre
non digeribili) si può fare
una vera e propria che-
mioprevenzione, con que-
ste nuove sostanze». La
Nac, in corso di sperimen-
tazione a Genova, agireb-
O tto motori indipenden-
ti, decollo verticale,
velocità massima di 650
chilometri all’ora: si chia-
ma M400, ed è la prima
automobile volante. Il suo
inventore Paul Moller,
californiano, sostiene che
la può guidare chiunque
abbia la patente.
Frutto di un lavoro di 25
anni, la M400 è stata uffi-
cialmente presentata al
salone dell’aeronautica di
Essen, dove ha già raccol-
to cento prenotazioni con
relativo anticipo di 5 mila
dollari (costo previsto dei
primi modelli: 800 mila dol-
lari l’uno, circa un miliardo
di lire). L’auto è dotata di
Cellule tumorali
sviluppano i filamenti
e si espandono.
be bloccando la formazio-
ne degli “addotti” cellulari,
cioè i legami tra gli agenti
cancerogeni e il Dna (cioè
il materiale genetico) della
cellula a rischio. Gli studi
sono stati effettuati sul
benzopirene, uno dei ben
3800 prodotti della degra-
dazione del fumo di siga-
retta. Il benzopirene, per
A lato, il cruscotto del
prototipo. In basso,
l'inventore californiano Paul
Moller, nell'abitacolo.
quattro reattori,
ciascuno con due
propulsori, che ga-
rantiscono una po-
tenza di 1200 ca-
valli: grazie a due
serie di alette a in-
clinazione variabile, questa
potenza può essere rivolta
verso il basso al momento
del decollo, e all’indietro
durante la navigazione. A
bordo, il pilota è assistito
da tre computer che con-
trollano la stabilità del veli-
volo: gli unici comandi non
automatici sono due leve
per controllare la quota e
la direzione.
Se la M400 si affermasse
e venisse prodotta in serie,
Il professor Silvio de Flora:
esperimenti avanzati.
esempio, attacca il Dna di
alcune grandi cellule pol-
monari, lo deforma, e “co-
stringe” così le cellule a
produrre nuove cellule con
il materiale genetico alte-
sostiene Moller, sarà an-
che necessario un sistema
di controllo per evitare
scontri aerei. A questo
scopo, i tre computer sono
già predisposti per captare
i suggerimenti di un’even-
tuale centrale a terra.
Se si arriverà alla produzio-
ne in serie Moller prevede
che il prezzo “precipiterà” a
30 mila dollari: circa 40
milioni di lire, come una
media berlina.
Il vaccino è lontano
L'attuale immunoterapia
si realizza aggiungendo
Interleukina (nella foto) a
soluzioni di linfociti e
iniettandole al paziente.
rato. La Nac impedisce
invece che il benzopirene
attacchi il Dna. Gli esperi-
menti sui topi hanno dato
risultati sbalorditivi: gli ani-
mali cui sono stati sommi-
nistrati insieme Nac e ben-
zopirene hanno sviluppato
tumori in numero e-
normemente inferiore a
quelli cui era stato sommi-
nistrato solo benzopirene.
Uno studio internazionale
sugli uomini, già iniziato,
dovrebbe confermare que-
sti risultati entro alcuni
anni. Nel frattempo non
c'è soltanto la Nac, che fino
a oggi era usato semplice-
mente come muscolitico.
Potenziali antidoti con-
tro il cancro sarebbero al-
tre cinque sostanze, già in
circolazione, ma per tera-
pie diverse: la difluorome-
tilornitina (che sembra ral-
lentare l’evoluzione dei tu-
mori a colon, mammella,
polmoni e rene); il piroxi-
cam (un anti infiammato-
rio); la 4-idrossifenilreti-
namide (derivato della vita-
mina A); il tamoxifen (im-
piegato contro alcuni tu-
mori al seno) e l’oltipraz, un
antiossidante sintetico.
 D O S S I E R

Q U E S T A V I T A

E L E T T R O N I C A
CD sempre più
sofisticati,
microcamere,
libri elettronici,
videoproiettori...
intorno a noi
c'è una rivoluzion
tecnologica
permanente.

Multimedialità:
quando telefono,
tivù e computer
si parlano.
Pag. 60

Televisione:
piatta, fedele
tridimensionale.
Sarà così?
Pag. 62

Alta fedeltà:
la musica
in mano
alla matematica.
Pag. 64

Videogiochi:
ogni genere
di avventura
con il computer.
Pag. 66

A cura di Mauro Gaffo

 Multimedialità - Grazie ai "codici digitali" è adesso possi bile collegare fra loro telefono, tivù, stereo e computer

DOSSIER
In casa le macc hine si parlano
Tutto è cominciato con il CD che Mezzo secolo di progresso
trasforma suoni, immagini, e qualsiasi sempre più accelerato
informazione in sequenze di numeri. La rivoluzione cominciò negli anni
Trenta. Ma è negli anni Settanta che
l'elettronica conquista i mercati.

C’
è un computer nella e “zero” che costituiscono il lin-
macchina fotografica. guaggio dei computer). E saranno 1920 Prima trasmissione
Dopo la musica, la proprio questi computer “invisibi- radiofonica pubblica
televisione e il telefo- li” - secondo le previsioni della 1935 Registratore a nastro
no, anche la fotografia diventa Apple - a costituire la vera rivolu- magnetico
digitale: pur mantenendo la pelli- zione dell’elettronica. Basti pen- 1935 Televisione (bianco e nero)
1936 Macchina fotografica elet-
cola, oggi si può “stampare” la foto sare che la diffusione del personal tronica
su un compact disc e vederla nel computer negli Stati Uniti ha rag- 1943 Magnetofono
proprio televisore. E a proprio pia- giunto in dieci anni solo il 15 per 1946 Eniac (primo elaboratore Vecchi giradischi e registratori.
cimento: a pieno scher- cento delle famiglie. elettronico)
mo, “zoomata” su un Ma quante sono le fa- 1948 Transistor 1970 Robot industriale program-
dettaglio, ruotata. miglie che rinunceran- 1948 Primo disco a microsolco mabile
Non è un caso unico: no ad avere in casa uno 1953 Televisione (prima trasmis- 1971 Microprocessore
da quando l’elettronica stereo o un televisore? sione a colori) 1972 Fibre ottiche
ha conquistato il mer- «Entro pochi anni que- 1954 Primo radioricevitore a tran- 1972 Videoregistratore
sistor 1973 Microcomputer
cato, apparecchi tradi- sto mercato raggiun- 1956 Fortran, il primo linguaggio 1976 Supercomputer Cray 1
zionalmente diversi - gerà un valore com- di programmazione 1979 Compact disc
come il telefono e il plessivo di 3 mila 1962 Circuiti integrati 1979 Stampante laser
mangianastri - hanno John Sculley, a miliardi di dollari» 1963 Registratore a cassette 1979 Personal computer
cominciato ad avere capo della Apple. sostiene Steve Fran- 1967 Calcolatore tascabile 1991 Digital Compact Cassette
parentele sempre più zese, che della Apple 1968 Orologio al quarzo 1991 Mini-disc
strette. Suoni e segnali radiotele- dirige il settore “multimedia” (un
visivi, libri, foto, film e conversa- termine coniato appositamente
zioni telefoniche, sono tutti tra- per definire questo nuovo intreccio Centomila pagine in 8 centimetri
sformabili in segnali, gli stessi dei fra televisione, telefono e compu-
computer. Vivremo dunque in un ter). E in Italia? Secondo i dati
mondo dove tutto sarà collegabile, del 1991, la multimedialità rap-
Etamilanciclopedia Gro-
lier-Hachette: tren-
voci da consul-
Egidio Pentiraro - con-
visto la partecipazio-
sigliere delegato della
Editoria Elettronica
ne di quasi 80 editori
elettronici.
e nel quale la tastiera di un com- presenta soltanto l’uno per cento tare, tremila immagini Editel - ha già venduto
Fra le molte strade
puter (o, meglio, un telecomando) del mercato dell’informatica, ma a colori, ma anche il ben cinquemila copie.che si aprono al libro
potrà diventare la centrale con cui nel convegno Multimedia 92 - svol- Figli del vetro canto degli uccelli, i Eppure il mercato ita-
elettronico c’è anche
azionare e “mescolare” i tanti ap- tosi a Milano in ottobre - per la Una fabbrica di compact suoni degli strumenti liano è insignificante
quella del dispositivo
parecchi di casa. prima volta si è parlato anche degli disc. La matrice è in vetro, musicali, i discorsi di in confronto a quelloportatile: il Data-disc-
i dischi in materiale John Fitzgerald statu- nitense: bastiman della Sony, o il
Ma è in arrivo ben altro. All’ini- sbocchi commerciali, oltre che dei plastico (policarbonato). Kennedy e di Martin pensare che la recen-Kx-Ebp1 della Pana-
zio del 1992 John Sculley, presi- prototipi tecnologici: la corsa al Luther King. Si tratta te conferenza di sonic, contengono
dente della Apple Computer, ha mercato si è aperta. ■ della prima en- Boston sul libro-Cd ha
fino a centomila pagi-
presentato un nuovo programma, Una "scheda" ciclopedia e- ne di testo in un
Caspar, capace di interpretare che trasforma lettronica di- dischetto da
ordini verbali: durante la dimo- E' interattivo il compact disc delle meraviglie le immagini video
in numeri.
sponibile in Ita- otto centimetri.
strazione, Caspar è stato collegato lia, il primo testo Attualmente
a televisore e videoregistratore, e
ha provveduto, dopo che glielo N ato per la musica, il
compact disc ha
subito dimostrato un’e-
funzionasse
semplicemente,
senza costringe-
sanno programmare il lo-
ro videoregistratore? Il
97 per cento». In Italia, il Los Angeles: tu chiedi, la tivù risponde
da sfogliare con
il telecomando:
pubblicata circa
nessuno di que-
sti “walkman da
lettura” è per il
hanno ordinato a voce, a pro- norme versatilità: i minu- re l’acquirente a Cd interattivo è stato un anno e momento di-
grammare la registrazione di un
film “per giovedì alle otto e qua-
ranta”. Allo stesso modo si sareb-
scoli forellini incisi sulla
sua superficie (“letti” da
un laser) possono infatti
studiarsi un
manuale», dice
Hans Apel, re-
presentato dalla Philips:
è frutto di un accordo fra
la stessa Philips, la Sony
Ihanno
n un paesino presso Los An-
geles, Cerritos, 600 famiglie
già scoperto che cos’è la
visione stessa per soddisfare le pro-
prie curiosità: “Bello questo docu-
mentario sui deserti, perché non
mezzo fa nella
versione per
Cdtv (il lettore-
sponibile nel no-
stro Paese, per
mancanza di e-
be potuto ordinargli di suonare il rappresentare informa- sponsabile mar- (che ha in programma un televisione interattiva. Ogni casa chiedere come si formano le oasi? Cd della Com- Sopra, il sommario della ditori sinora di-
terzo brano di un compact disc col- zioni di qualunque tipo. keting della Mi- prodotto analogo) e la è stata collegata alla rete telefoni- O che cosa sono i miraggi?”. modore), adesso enciclopedia. Sotto, il "libro". sposti a scom-
legato al televisore, o di comporre Adesso è arrivato il Cd crosoft Europa. Panasonic-Matsushita. Il ca a fibre ottiche (che permette di L’esperimento è stato realizzato sta per essere mettere sul li-
un certo numero telefonico per interattivo, che mette Per chiarire il “lettore”, cioè la macchi- inviare una quantità di dati mille dalla Gte (la seconda compagnia “trasferita” bro-Cd, ma ora
insieme suoni, immagini Un robot "stampa" CD. concetto, Apel na dove si inseriscono i anche sul Cd Giunti e Zani-
spedire una lettera via fax. e testi scritti, ma con cita i risultati di Cd, permette di asoltare volte superiore a quella dei nor- telefonica americana dopo la
Tutti questi strumenti hanno un mali cavi di rame) e sono iniziate le At&t) in collaborazione con Di- interattivo della chelli si stanno
una filosofia completa- tecipazione diretta. «Per una ricerca di mercato: anche i Cd musicali e Philips (vedere preparando a
elemento in comune: computer mente diversa: permet- riuscirci era necessario «Lo sapete quanti sono costa circa un milione e trasmissioni sperimentali. Così, scovery Channel (al quinto posto riquadro). colmare il vuoto.
nascosti che servono per gestire i tere all’utente una par- inventare qualcosa che gli americani che non mezzo. dall’ottobre scorso, i telespettatori tra i canali televisivi americani, con Finora, secondo
dati “digitali” (cioè le file di “uno” hanno potuto rivolgersi alla tele- 57 milioni di abbonati).
Focus 60 Focus 61
 Tivù - Diventerà
ultrapiatta o le
immagini ne verranno fuori?
Un video
per tutti
i gusti
L
a televisione di domani
sarà ben diversa da quella
che conosciamo attual-
mente: vediamone tutte le
possibili linee di sviluppo.
● Tre dimensioni. Della tv tri-
dimensionale (o stereoscopica) si
parla già da un pezzo, nei labora-
tori di ricerca. Per esempio, la
NHK (l’equivalente giapponese
della Rai) in collaborazione con la
Sanyo ha ideato un apparecchio
che ne crea l’effetto: le immagini
passano attraverso uno schermo
composto da innumerevoli lenti
cilindriche larghe qualche milli-
metro, e in questo modo sembrano
provenire da diverse angolazioni
contemporaneamente. Il guaio è
che l’effetto profondità si percepi-
sce soltanto in una zona ristretta:
guai spostarsi dalla poltrona.
Anche in Italia sono allo studio
sistemi stereoscopici, cioè tridi-
mensionali: in particolare si fanno
ricerche sulla “matematica di tra-
300 pollici a 13 metri
smissione”, ovvero la base teorica
da cui partire per la progettazio-
ne degli apparecchi. Quanto ai
tempi previsti, non meno di cin-
que o sei anni. Tra i vari sistemi
all’esame, ce n’è uno che impiega
due proiettori per creare un’imma-
gine “sinistra” e una “destra”, sfal-
sate di una sessantina di millimetri
proprio come gli occhi umani.
L’effetto si crea proiettando le
immagini su due monitor disposti
ad angolo retto, con in mezzo uno
schermo semitrasparente: l’unico
limite rimane la necessità di usare
speciali “occhialini” con una lente
blu per l’occhio destro e una rossa
per il sinistro.
● Ultrapiatta. La televisione
potrebbe anche diventare un qua-
dro da appendere alla parete: piat-
ta e leggerissima. Ma per il mo-
mento la tecnologia necessaria
(quella che sfrutta i cosiddetti cri-
stalli liquidi, cioè molecole che
riflettono la luce in modo diverso a
Un negozio di televisori.
Oggi è disponibile anche
il formato panoramico.
Per uno schermo
più sottile
Nella foto grande,
esperimenti su uno
schermo a cristalli
liquidi. A destra, visione
in stereoscopia.
seconda della tensione elettrica a
cui sono sottoposte) è ancora trop-
po costosa: basti pensare che nel
passare da un apparecchio da tre
pollici a uno da cinque pollici il
costo raddoppia. E’ per questo che
sul mercato sono disponibili al
massimo minitelevisori da cinque
pollici, anche se a livello di ricerca
avanzata - in Giappone - si sono
costruiti prototipi da 20 pollici.
Eppure molti sono convinti che
questa sarà la tecnologia del futu-
ro. Infatti, proprio per studiare le
applicazioni pratiche dei cristalli
liquidi, negli Stati Uniti si sta
creando un consorzio di aziende
che comprende grandi nomi come
Xerox e AT&T: tra i finanziatori
c’è perfino il Pentagono.
25 pollici a 2 metri e mezzo
● Il videoproiettore. E’ un
apparecchio che trasforma la pare-
te in uno schermo televisivo. Il Plc
200 della Sanyo, per esempio - 13
chili di peso, tecnologia a cristalli
liquidi, costo circa otto milioni -
può generare immagini alte sei
metri, mentre il P-40E della Fuji
è il campione della miniaturizza-
zione: pesa mezzo chilo, funziona
anche a batteria e a tre metri dalla
parete crea uno “schermo” alto
circa un metro. All’interno del
videoproiettore, il segnale viene
Sempre più grande
Con il videoproiettore l'immagi-
ne tivù può occupare anche
una parete. L'apparecchio è
collegabile anche a lettori CD,
computer, videocamere.
captato dall’antenna o dal video-
registratore, rielaborato e infine
scomposto nei tre colori primari -
rosso, verde e blu - eliminando le
frequenze infrarosse e ultraviolet-
te. A questo punto tre pannelli a
cristalli liquidi (ognuno relativo a
un colore) svolgono la funzione di
tre diapositive “proiettate” sulla
lente e perfettamente sovrapposte
l’una all’altra: non rimane quindi
che regolare il fuoco e godersi lo
spettacolo.
● Iperrealismo. E’ prevista
per il 1995, e si chiama alta defini-
zione: immagini televisive quattro
volte più nitide e, in più, l’audio
digitale. Ma già adesso sono dispo-
nibili alcuni televisori adatti alle
nuove trasmissioni, con lo scher-
mo più largo: una via di mezzo tra
cinemascope e televisione attuale.
I vantaggi? Un tipo di visione più
“apprezzabile” per gli occhi umani
che, essendo disposti su un piano
orizzontale, riescono a cogliere più
rapidamente un’immagine che si
sviluppi in larghezza rispetto a
un’immagine verticale.
Quanto alle sperimentazione in
corso, in Europa si stanno facendo
trasmissioni via satellite con un
A misura d'occhio Controllo di qualità su
schermi per l'alta definizione. La base è quasi
il doppio dell'altezza (in gergo si parla di 16/9).
Esperimenti di
riprese in alta
definizione del
torneo di tennis
Roland Garros.
sistema “intermedio”, il D2-Mac,
che dovrà lasciare il posto all’alta
definizione vera e propria fra due
anni, secondo il progetto Cee
“Eureka 95”, ma già si prevede
che la diffusione rimarrà limitata
almeno fino al Duemila. Gli attua-
li programmi sperimentali, inoltre,
sono trasmessi soltanto via satelli-
te (il che obbliga a procurarsi una
speciale antenna parabolica). Nel
frattempo, altre nazioni seguono
una strada propria: i giapponesi,
con il sistema Muse, trasmettono
già otto ore di programmi al gior-
no e sono senz’altro più avanti
rispetto agli europei (ma un tele-
visore Muse costa 12 milioni),
mentre gli americani hanno in pro-
getto un nuovo sistema di trasmis-
sione interamente digitale.
In Italia, il prezzo dei televisori
“allargati”, oscilla fra i tre e gli otto
milioni: dipende dalla grandezza
dello schermo (fra 28 e 36 pollici) e
dalla presenza del ricevitore satel-
litare. Questi modelli, ormai, sono
nei cataloghi di tutti i grandi pro-
duttori, da Philips a Seleco, da
Thomson a ITT Nokia, Grundig,
Blaupunkt, Telefunken, Sanyo,
Saba, Hitachi.
DOSSIER
Sempre più piccolo
P rima fase: introduzione sul
mercato. Seconda fase: rim-
picciolimento. Terza fase: caduta
dei prezzi. Questa è la prassi per
ogni prodotto elettronico di con-
sumo, e la videocamera non ha
fatto eccezione. Fino agli ultimi
mesi del 1992 erano state ven-
dute sette milioni
di videocamere
in tutto il mondo,
e questo succes-
so ha favorito la
diminuzione dei
prezzi (siamo sul
milione e mezzo
di lire) nonché la
riduzione delle
dimensioni. Oggi
nessuna videoca-
mera pesa più di
un chilo e mezzo,
ed esistono an-
che micromodel-
li che superano
di poco il mezzo
chilo, come la Due "palm
Grundig LC 145 corder": la
o la Canon UC-1. videocamera
L’estrema picco- in mano.
lezza, però, cau-
sa anche problemi di stabilità per
le riprese a mano, e così sono
stati ideati opportuni sistemi di
stabilizzazione: quello utilizzato da
Sony per la CCD-TR 805, per e-
sempio, fa uso di micromotori che
compensano le oscillazioni della
mano variando l’angolazione di
due minuscole lenti all’interno
dell’obiettivo. Tra le novità degli
ultimi modelli c'è anche lo zoom di-
gitale, che raggiunge il massimo
di 64 volte con la Hitachi.
Alta definizione: ma quale?
L’ alta definizione
non decolla, un
po’ per le rivalità in-
zione. Ma nel frat-
tempo altre nazioni
stanno studiando tec-
ternazionali e un po’ niche diverse: per
per l’incalzare di nuo- esempio il Giappone.
ve scoperte. In Euro- Ma non sono i giap-
pa, Cee e governi na- ponesi i veri nemici
zionali hanno concesso del sistema europeo:
Un'immagine ad
sovvenzioni colossali il pericolo viene dai alta definizione.
(circa tre miliardi di rapidissimi progressi
dollari) per lo sviluppo della digitalizzazione
del sistema D2-Mac, (ovvero la trasforma-
una tecnica di tra- zione delle immagini
smissione migliore, in codici numerici).
ma analoga a quella Tutti gli esperti, infat-
attuale. Il D2-Mac, ti, sono concordi nel
infatti, è un sistema dire che la tv del fu-
di transizione (un po’ turo sarà digitale.
Il tradizionale
come se per passare In questo quadro la sistema PAL.
dal bianco e nero al scelta più indovinata
colore si fossero fatte è quella americana: americana sarà a
trasmissioni speri- entro il giugno pros- 800 righe (anziché le
mentali in bianco, simo gli Stati Uniti 1250 previste per
rosso e nero) e nel definiranno un pro- l’alta definizione eu-
1995 dovrebbe la- prio standard per u- ropea), ma essendo
sciare il posto all’ Hd- na trasmissione digi- digitale potrà, per
Mac, cioè all’au- tale in media defi- esempio, dialogare
tentica alta defini- nizione. La nuova tv col computer.
■
Focus 63
 La guerra mondiale

della musica
La registrazione di
un brano per batteria
in una sala anecoica
(le pareti bloccano
l'eco). Nella guerra per
riproduzioni sempre
più perfette si
scontrano due giganti:
l'europea Philips e la
giapponese Sony.
Innovazione in serie
Un negozio di Cd tradizionali. Ma
siamo già alla seconda generazione.
Il computer sul podio
Trascrizione su video di un brano: alle
"stonature" provvede il calcolatore.
ca possa continuare anche se la
DOSSIER
Rack: minimo è bello
N el giro di vent’anni il
“rack”, cioè l’impianto
completo (con amplifi-
le casse che sono lar-
ghe altrettanto. In
realtà la tecnologia
catore, sintonizzatore, attuale consentirebbe
radio, giradischi e man- rimpicciolimenti ulte-
giacassette) è rimpic- riori, ma è vincolata
ANNI 70 ciolito fino a trovare alla grandezza del
cm 100x60x35 posto in una mano. supporto: il Cd (12
Il fenomeno è iniziato centimetri) e la cas-
alla fine degli anni setta (11 centimetri).
Settanta: dal tradizio- Ma considerando che
nale impianto largo 43 è in arrivo il mini-com-
centimetri si passa ai pact disc registrabile,
ANNI 80 modelli “midi”, larghi (6 centimetri), non è
cm85x55x30 35 centimetri e anco- difficile prevedere che
ra dotati di giradischi. cosa accadrà in futuro.
Pochi anni dopo com- Sul mercato italiano,
pare il “mini”, che ormai, i “43 centime-
sostituisce il giradi- tri” del rack classico
ANNI 90 schi con il compact compaiono solo sui
cm50x30x25 disc ma contiene cataloghi Technics e
ancora il registratore Sanyo, mentre tra i
a doppia cassetta (lar- miniaturizzati si va dal
ghezza: dai 27 ai 21 Micro 1000 della
centimetri). Infine arri- Amstrad (300 mila
ANN0 2000 va l’impianto Micro: lire) all’Lcx-01 della
cm25x25x15 15 centimetri, escluse Aiwa (900 mila lire).
Times ha organizzato una prova
d’ascolto, mettendo a confronto L'effetto surround
long-playing, cassette, Cd, Dcc e
mini-disc. All’ultimo posto si è
classificato il disco di vinile, il mini-
Atecnica
nche la musica può diventare
tridimensionale, grazie a una
definita “surround”. Si trat-
disc è stato valutato pari alle cas- ta, in sintesi, di un semplice cir-
sette, mentre la Dcc è sullo stesso cuito presente nell’amplificatore
piano del compact disc. La Sony dello stereo, che serve per tra-
ha definito sleale il confronto: un smettere la musica con un certo
portatile come il mini-disc non può ritardo (comunque meno di un
secondo) anche a due altoparlan-
essere confrontato con sistemi ad ti supplementari. In questo modo
alta fedeltà non portatili. si ha la sensazione di essere real-
mente immersi nella musica.
● Un’orchestra nel computer Esiste anche un’altra tecnica, defi-
E chi la musica non vuole solo nita Dolby surround (o Dolby pro-
limitarsi ad ascoltarla? Oggi si pos- logic) per l’ascolto di colonne so-
sono comperare violino e batteria, nore, che è però completamente
pianoforte, controfagotto e tutta diversa: si tratta di un circuito de-

Addio al long-playing
Alta fedeltà - Dischi in vinile e musi cassette sono “puntina” laser si sposta per un
attimo dalla traccia.
un’orchestra, spendendo solo un
paio di milioni. Basta affidarsi agli
codificatore capace di utilizzare
completamente le “informazioni”
contenute nella colonna sonora di
Sopra, una "catena di montaggio" di
CD. Sono stati inventati nel 1979. già preistoria. La musica di domani è solo digitale ● La cassetta digitale
strumenti elettronici, che permet-
tono di utilizzare suoni “artificiali”
un film, e di restituire quattro trac-
ce sonore indipendenti.
Sembra che stia per scoppiare (creati direttamente dal compu-
un’altra guerra: Sony contro ter) o “campionati” (suoni auten-

Ascolteremo i nu meri
Philips. Con un paio di mesi di
anticipo rispetto al mini-disc, infat-
ti, è stato presentato un prodotto
che punta allo stesso mercato,
anche se appare decisamente di-
verso: la cassetta digitale della
Philips, battezzata Dcc. Rispetto
tici, ma trasformati in codice digi-
tale) grazie ai quali si può ottenere
dallo stesso strumento il suono di
un pianoforte così come il rullo di
una batteria.
Il campionario essenziale del
musicista tecnologico è attual-

O
landa, 1979. In casa Phi-
lips si sta finendo di met-
tere a punto un nuovo
sistema per ascoltare la
musica: un dischetto largo 12 cen-
timetri che registra i suoni in una
spirale di forellini grandi un mil-
lesimo di millimetro. Verrà bat-
tezzato “compact disc”.
La caratteristica d’eccezione del
Cd è la fedeltà di riproduzione:
ogni minima frazione di suono è
associata a un numero (e il nume-
ro viene codificato in un modo
simile a quello delle vecchie sche-
de perforate) in modo da garanti-
re una registrazione che non può
cambiare con l’usura. In pochi anni
il long-playing (il disco di vinile) è
quasi scomparso, mentre le cas-
sette hanno tenuto duro sfruttando
due punti di forza: la portatilità e la
capacità di registrare all’infinito.
Eppure, fin dal 1983 la Sony a-
veva progettato di far fuori anche
le cassette, creando un modello di
“cassetta digitale” (battezzata Dat)
che aveva la stessa qualità sonora
del compact disc, grazie a una tec-
nica di magnetizzazione digitale
del nastro, e in più era registrabile.
Alla Sony, oggi, dicono che il man-
cato successo è stato una questione
di qualità alla rovescia: il Dat fun-
zionava troppo bene, e nessuna ca-
sa discografica era disposta ad ac-
cettare cassette registrabili che of-
frissero la qualità del Cd.
● Il mini-disc
Adesso, dopo quasi dieci anni, la
Sony ci riprova. Proprio in questo
mese arriva in Italia il mini-disc:
un Cd con un diametro di sei cen-
timetri e mezzo, ma con la stessa
durata di quelli tradizionali. Per
comprimere la musica in uno spa-
zio tre volte e mezzo inferiore,
sono state eliminate le frequenze
sonore non udibili perché “coper-
te” da altri suoni. «Ma chi ha un
buon orecchio sente subito la dif-
ferenza», dicono alla sede centrale
di Tokyo. Comunque, il punto di
forza del mini-disc è la registrabi-
lità: e, infatti, accanto ai dischetti
già pronti per l’ascolto, ci saranno
quelli “vergini” (costo previsto:
non superiore a quello delle mi-
gliori musicassette al cromo) che
grazie alla superficie magnetizzata
permetteranno di fare registrazio-
ni digitali e riascoltarle anche per
strada con un apposito walkman
che la Sony ha già in produzione.
Per evitare che il funzionamento
venga alterato dagli urti, l’appa-
recchio mantiene costantemente
in memoria qualche secondo di
registrazione in modo che la musi-
alle vecchie cassette, le innovazio-
ni sono due: registrazione digitale
(ovvero suono di qualità superio-
re) e informazioni visive che com-
paiono sul piccolo schermo del
“lettore”: titolo del brano, nome
del cantante eccetera. Anche la
cassetta digitale, come il mini-disc,
ha una protezione contro la regi-
strazione in serie: si potrà registra-
re soltanto da un compact disc,
non da un’altra cassetta. Per quan-
to riguarda la qualità, in novem-
bre il giornale inglese Sunday
mente composto da tre elementi:
tastiera elettronica, computer e
programma musicale. Dopo aver
caricato il programma e aver col-
legato computer e tastiera tramite
un’interfaccia MIDI (a vederla
sembra una semplice scatoletta,
ma serve da “interprete” tra il
computer e lo strumento) sul
monitor compare un registratore
simulato. A questo punto si può
far partire il finto registratore e
cominciare a suonare la tastiera
come se si trattasse di un normale
Il montaggio di un altoparlante.
pianoforte: il computer registra
l’esecuzione. Al termine si può ria-
scoltare il brano aggiungendo la
base ritmica (si regola la tastiera
su “batteria”, in modo che ogni
tasto emetta uno dei suoni tipici
di questo strumento) e ripetere
l’esecuzione aumentandone la
complessità. E così via, pratica-
mente all’infinito. ■

Focus 64 Focus 65
 Videogiochi - C'era una volta il flipper elettronico: ora si p uò interpretare un film d'avventura fatto su misura
Indiana Jones se duto in salotto
N
el mondo i videogiochi
rappresentano ormai un
mercato da quattro mi-
liardi di dollari all’anno.
Ogni settimana ne vengono pro-
dotti 32 nuovi, e in tutto sono usci-
ti almeno 25 mila titoli (secondo
Francesco Carlà, collezionista e
produttore lui stesso di videogio-
chi). Non c’è quindi da stupirsi se
la quarta puntata delle avventure
di Indiana Jones (Indiana Jones e il
fato di Atlantide) è uscita in ver-
sione computerizzata prima anco-
Anche in casa si può montare
un' attrezzatura da luna park.
Disney fai-da-te
T ra i programmi definiti “crea-
tivi” ne esiste uno che per-
mette di costruirsi da sé un car-
tone animato: si chiama The
Animation Studio, ed è stato rea-
lizzato dalla Disney (distribuzione
in Italia della C.T.O., prezzo 250
mila lire). Il lavoro dell’aspirante
cartoonist si svolge in quattro
fasi: per prima cosa si disegna la
sagoma del personaggio nelle
due posizioni iniziale e finale
(usando al posto della matita il
mouse, vale a dire una scatolet-
ta i cui movimenti vengono repli-
cati sullo schermo del computer
da un minuscolo simbolo grafi-
co), poi si crea la sequenza dei
movimenti sovrapponendo ogni
nuovo disegno al precedente,
quindi si aggiungono gli effetti
sonori e infine i colori. Se il risul-
tato non è soddisfacente, si può
provare ad andare a ripetizione
dai disegnatori della Disney: il
programma fornisce infatti molte
sequenze originali in bianco e
nero che possono essere “con-
gelate” in qualsiasi punto per
studiare le tecniche di disegno
e animazione.
Focus 66
ra di arrivare alle sale cine-
matografiche, se mai ci arri-
verà, né che vengano creati
giochi tanto complessi da
richiedere mesi per essere
esplorati, come nel caso di
Underworld, un mondo sot-
terraneo dove ogni porta
nasconde una nuova avven-
tura o un nemico pronto ad
aggredire il protagonista.
● Mondo-consolle. L’ombeli-
co del mondo, per i videogiochi, è
il Giappone. In questo paese, in-
fatti, hanno sede Nintendo e Sega,
le due più grandi aziende specia-
lizzate in consolle, cioè i mini-com-
puter utilizzabili esclusivamente
per distruggere alieni simulati o
per studiare le tattiche del calcio
elettronico. In altre parole, per gio-
care. La Nintendo è nata come
produttrice di carte (Nintendo è il
nome di un antico gioco di carte
nipponico), ma ha saputo riciclar-
si diventando il leader mondiale
dei computer da divertimento. Più
indietro c’è la Sega, che però sta
recuperando terreno grazie a una
politica di continue innovazioni
tecnologiche: nel 1990 ha lanciato
Mega Drive, una consolle a 16 bit
(cioè con una velocità di calcolo
raddoppiata), nel 1991 Game Gear
- una mini-consolle con
schermo da tre pollici, a cri-
stalli liquidi - e nel 1993
sarà la volta di Mega Cd,
la prima consolle a com-
pact disc, che permetterà
di raggiungere “una qua-
lità senza precedenti”
secondo Tom Kalinske,
presidente della Sega of
America. «Eppure riman-
gono sempre giochi desti-
nati ai bambini», sostiene
Carlà. «L’età media dei
consumatori oscilla fra i
sette e i quindici anni». E
infatti tra i personaggi di maggior
successo troviamo il porcospino
Sonic e un improbabile idraulico
italiano, il famosissimo Mario.
● Dylan Dog sullo space
shuttle. In Italia si consumano
pochi videogiochi. L’associazione
europea dei produttori di giochi
elettronici ha appena realizzato
un’indagine che vede l’Italia supe-
rata da Inghilterra, Germania e
Da: Lure of the Temptress.
Dragon's Lair: il
primo gioco su
disco laser. Da
principio era
destinato alle
consolle dei bar:
ora è disponibile
in versione
casalinga.
Il gioco del Barone Rosso.
Francia, nel consumo di videogio-
chi. Ma le linee di tendenza pre-
vedono una rapida ascesa: entro il
1994 il nostro Paese raggiungerà
gli altri tre, e il mercato interno
diventerà sempre più appetibile.
Chi ne è convinto è la Simul-
mondo, una “software house”
(cioè un’azienda creatrice di gio-
chi) che ha cominciato a distribui-
re in edicola i suoi prodotti. Ha
Zool: una serie di piattaforme
da superare, di volta in volta.
4D Boxing: un match
di pugilato da
combattere contro il
computer o contro un
avversario umano.
Pinball fantasies:
una recente versione
di flipper da video.
puntato sui perso-
naggi dei fumetti e le
è andata bene: dopo Diabolik e
Dylan Dog, è fresco di stampa un
Tex Willer elettronico. Ma questi
giochi “funzionano” su autentici
computer, le stesse macchine che
vengono usate anche negli uffici, e
si rivolgono a un pubblico più
adulto (dai quindici ai venticinque
anni): secondo Carlà coprono
almeno un terzo del mercato,
senza contare le innumerevoli
Mostri vari da Guerre Stellari.
La seconda
puntata di
Populous: trovato
un filone, molti
giochi si
sviluppano in
intere serie.
Una fase di Prince of Persia.
copie fatte dai cosiddetti “pirati
dell’informatica” che riescono a
superare i blocchi anti-copiatura
inseriti nei dischetti.
● Come si divertono, i più
adulti? Fabio Rossi, recensore di
videogiochi, segnala Shuttle, un
simulatore che offre all’aspirante
pilota tutti i comandi di una navet-
ta spaziale, e Grand Prix, che per-
mette di guidare un’automobile di
Formula 1; ma tra i successi del
1992 c'è anche Alone in the Dark,
Un gioco "medico": i
partecipanti devono
indovinare le diagnosi.
Formula One
Grand Prix: un
classico gioco
sportivo e,
insieme, di
simulazione.
La "scena" finale di Trix.
un tenebroso gioco horror. Gli
esperti del settore hanno addirit-
tura tracciato delle linee di ten-
denza nazionali: in Giappone, per
esempio, sono più apprezzati i gio-
chi di ruolo (quelli dove il prota-
gonista deve risolvere un mistero),
negli Stati Uniti prevalgono quelli
di strategia, e in Italia quelli spor-
tivi. A confermarlo, uno dei primi
giochi italiani sul nuovo compact
disc interattivo Philips, sarà una
versione elettronica del calcio. ■
DOSSIER
Attento, lo schermo ti spara!
videogiochi disponibili sul
IEcco
mercato sono di tipi diversi.
quelli principali.
prie forze e si decidono gli oppor-
tuni movimenti di truppe.
Giochi di riflessi (o Shoot’em
Giochi di ruolo (o Adventure). up, “Sparagli contro”). Si tratta
In uno scenario generalmente fan- di sparare praticamente a tutto
tasy, il personaggio principale quello che compare sullo scher-
affronta avversari, ritrova oggetti, mo, spostandosi rapidamente per
risolve enigmi fino a raggiungere evitare di essere colpiti.
lo scopo del gioco . Simulatori. Sullo schermo com-
Giochi sportivi. Simulano sullo pare il pannello di controllo di un
schermo partite di calcio, di ten- aereo, di un’auto da corsa o di un
nis, di pallacanestro o addirittura sommergibile, e il giocatore deve
le intere Olimpiadi. L’abilità sta compiere tutte le operazioni affi-
nel tempismo e nella rapidità con date al pilota.
cui si usano il joystick (una mano- Giochi-film. Sono i giochi che
pola che serve per sparare e spo- replicano la trama di film di suc-
starsi sullo schermo) o la tastiera. cesso, come Batman e Indiana
Giochi di strategia. In uno sce- Jones: si deve cercare di seguirne
nario bellico, si dispongono le pro- la trama senza essere eliminati .
C'è anche il golf virtuale
C ome dotazione
standard, un vi-
deogiocatore deve
perlomeno possedere
un computer e il di-
schetto di un pro-
gramma. Ma sono in
arrivo alcuni prodotti
che richiederanno un’
attrezzatura ben più
elaborata: i giochi a
realtà virtuale. Oltre al
computer e al pro-
gramma, il giocatore
dovrà acquistare an-
che un casco e un
guanto molto speciali:
il casco trasmette agli Golf-o-mat: la pallina contro lo schermo.
occhi un ambiente fit-
tizio - o, meglio, vir- tire una pallonata e il la pallina contro uno
tuale - creato elettro- giocatore deve mette- schermo grande 40
nicamente, e il guanto re la mano guantata metri quadrati, sul
serve per afferrare e al punto giusto per quale è proiettata
spostare gli oggetti parare il tiro virtuale. l’immagine di un cam-
contenuti in questo Esiste invece già da po da golf: un sensore
mondo immaginario. molto tempo un gioco registra l’attimo in cui
Per ora il costo dell’ da adulti che mette la pallina parte, altri
intero “pacchetto” si l’elettronica al servi- sensori sullo schermo
aggira intorno ai quat- zio dello sport: il simu- l’attimo in cui arriva,
tro milioni. Ma l’anno latore di golf. Uno è e un computer calcola
scorso, al Consumer stato recentemente la velocità della palli-
Electronic Show di Las installato al Golf Club na e il probabile punto
Vegas, è stato pre- di Milano, si chiama di arrivo, facendo via
sentato anche un Golf-o-mat e viene uti- via scorrere sullo
gioco che richiede sol- lizzato come campo di schermo i fotogrammi
tanto il guanto: dal allenamento inverna- delle zone di campo
televisore si vede par- le. Il giocatore lancia “sorvolate”.
Focus 67
? DOMANDE&RISPOSTE
Queste pagine sono a disposizione dei lettori. Se avete dubbi
o curiosità (come quelle che, per esempio, trovate qui sotto) e pensate
che Focus possa esaudirli, scriveteci in redazione.
FOCUS, Gruner und Jahr/Mondadori, C. Monforte 54 - 20122 Milano
Come è nato il mito di Atlantide?
Domanda posta da Ernesto Ammendola di Napoli.
Uno scorcio di Santorini, isola greca di origine vulcanica.
E’ stato il filosofo greco
Platone (427-347 a-
vanti Cristo) il primo a ci-
tare Atlantide in due dei
suoi dialoghi, il Timeo e il
Crizia. Ne parlò come di
un’isola di grande esten-
sione nella quale sarebbe
fiorita in epoca remota una
grande civiltà. Dopo essere
giunta a imporre il proprio
Che cos’è
il palinsesto?
Domanda posta da
Maria Rosa Facchinelli
di Ravenna.
D urante il Rinasci-
mento si chiamava
così un manoscritto su per-
gamena in cui il testo pri-
mitivo veniva raschiato e
sostituito con un altro, a
causa della grave mancan-
za di materia prima su cui
scrivere.
Oggi invece con palinse-
sto si indica il prospetto
schematico dei programmi
radiofonici e televisivi, ela
sua definizione ha una
grossa importanza nella
lotta per l’audience tra Rai
e Fininvest, dato che la
scelta di un film o l’orario
di un telefilm possono au-
mentare o diminuire il nu-
mero delle per sone che se-
guono una rete o l’altra.
Focus 70
dominio sull’Africa e sull’
Asia, sarebbe stata sgomi-
nata dall’Atene delle ori-
gini, e successivamente
sommersa dalle acque per
effetto di una calamità na-
turale. Platone non ne pre-
cisa la collocazione geogra-
fica, dando così origine a
numerose congetture più o
meno fantasiose.
Perché la zebra
ha le strisce?
Domanda posta da Annalisa Farinoni di Bolzano.
Aformalcuni zoologi hanno vi-
sto nelle strisce una
di mimetismo che
renderebbe la vita più diffi-
cile ai predatori, in quanto
ogni volta che un branco di
zebre pascola a ranghi ser-
rati, gli assalitori finirebbero
per non distinguere altro
che una massa rigata dai
contorni indefiniti.
La teoria più innovativa è
stata invece recentemente
formulata dall’entomologo
inglese Jeffry Waage, il
quale sostiene che tali stri-
Sebbene il filosofo invo-
chi la testimonianza di
Solone (poeta e legislato-
re ateniese vissuto intorno
al 600 avanti Cristo) e dei
sacerdoti egizi, la mancan-
za assoluta di fonti ante-
riori induce a ritenere che
il mito sia una sua elabo-
razione, con significato
simbolico: Atlantide non
sarebbe altro che una tra-
sposizione del mondo o-
rientale e in particolare
della Persia, sconfitta e
definitivamente respinta
dagli ateniesi a Salamina;
oppure si tratterebbe di un
riferimento alle più antiche
culture elleniche scompar-
se. In questa seconda ipo-
tesi sarebbe forse adom-
brata nella catastrofe di
Atlantide l’eruzione vulca-
nica accompagnata da un
maremoto che distrusse
l’isola di Thera (l’attuale
Santorini).
sce costituirebbero una
forma di difesa dalle mo-
sche tse-tse. Questi insetti
sono infatti muniti di occhi
sfaccettati, meno adatti di
quelli dei vertebrati a per-
cepire forme e immagini in
prospettiva: ai loro suoi
occhi, le strisce del manto
della zebra non rappresen-
tano nulla. La teoria di
Waage è confermata dal
fatto che mentre gli altri
ruminanti della savana
hanno sviluppato una sorta
d’immunità fisiologica, que-
sta è invece assente
nelle zebre. Queste
ultime sono però la
specie meno affetta
dalla malattia del
sonno trasmessa
dalla mosca tse-tse.
PIANO TERRA
1 Biblioteca
2 Sala del Vermeil
3 Sala cinese
4 Sala dei ricevimenti
5 Infermeria
PRIMO PIANO
6 Sala est
7 Sala verde
8 Sala blu
9 Sala rossa
10 Sala da pranzo
15
La casa più famosa del mondo
Aa Washington,
l numero1600 di
Pennsylvania Avenue,
si trova
l’abitazione più famosa
del mondo, la Casa
Bianca, residenza ufficiale
di tutti i presidenti degli
Stati Uniti d’America.
A eccezione del primo:
George Washington,
infatti, che pure ne era
stato l’ideatore, non fece
in tempo a vederla ulti-
mata. La prima pietra
venne posta infatti il 13
ottobre 1792, ma l’inau-
gurazione della grande
Executive Mansion (così
SECONDO PIANO
11 Balconata Truman
12 Ala privata della
famiglia presidenziale
13 Sala rosa
TERZO PIANO
14 Abitazioni del
personale
15 Uffici del presidente
veniva ufficialmente chia-
mata fino al 1912) spettò
invece, nel 1800, al secon-
do presidente degli Usa,
John Adams, anche se
l’edificio non era ancora
stato ultimato. Infatti lo
stile architettonico realiz-
zato dall’irlandese James
Hobans rispecchia anche
il gusto del terzo presi-
dente degli Usa, Thomas
Jefferson. Prima di essere
eletto, quando era amba-
sciatore in Francia,
Jefferson visitò l’Italia,
dove rimase colpito in
particolare dalla sobria
14
11
10
9 qualcuno faceva incomin-
8
5 Naturalmente questo crea-
4
COME FUNZIONA Il 20 gennaio il neopresidente
Bill Clinton si insedierà alla Casa Bianca
eleganza delle Ville vene-
te, capolavori del Palladio
della fine del Cinque-
cento. A quello stile
neoclassico fa riferimen-
to, per esempio,
il porticato circolare
della facciata sud.
Su una superficie di 26
chilometri quadrati (com-
presi i giardini), ripartita
in centotrentadue stanze,
la Casa Bianca è curata in
ogni dettaglio da uno staff
di oltre cento persone tra
cuochi, giardinieri,
idraulici, falegnami...
Nel 1991 il budget a
12
7 6
1 Pasqua non cade in un
3
2 Quante sono
disposizione è stato di
sette milioni di dollari.
Oltre ad assolvere alle
funzioni di abitazione
privata e ufficio del presi-
dente, la Casa Bianca è
anche un museo della sto-
ria della Nazione: mobili,
ceramiche, dipinti (molto
bella la galleria dei ritratti
dei presidenti), sculture e
argenterie sono stati
numerati e catalogati
dall’American association
of museums nel 1988,
mentre già dal 1961 la
White House historical
association si occupa
13
di raccogliere fondi per
realizzare nuove
acquisizioni e restaurare
quelle del passato.
Fin dal 1801 la Casa
Bianca è sempre stata
aperta al pubblico:
George Washington
stabilì l’usanza di aprire
la sua porta a tutti il
primo giorno dell’anno.
La tradizione è poi conti-
nuata fino ad oggi, natu-
ralmente in forma
diversa: ai visitatori, in
giorni prestabiliti, vengo-
no mostrate solo alcune
sale del primo piano.
Da quando l’anno
comincia il primo gennaio?
Domanda posta da Giovanni Torquali di Frosinone.
P oiché non esiste nell’
orbita terrestre nessun
particolare punto che per-
metta di stabilire esatta-
mente l’inizio e la fine di
un anno, la scelta di una
data precisa è in fondo
arbitraria ed è mutata più e
più volte con il passare del
tempo. Anticamente l’ini-
zio del nuovo anno veniva
festeggiato in occasione
dell’equinozio di primave-
ra, che oggi corrisponde al
21 marzo, mentre per i
romani cadeva il 25 marzo.
In seguito mancò a lungo
una data accettata da tutti:
ciare l’anno nuovo dal
primo gennaio, qualcuno
da Natale o da Pasqua.
va problemi, dato che la
giorno fisso, ma può oscil-
I capelli possono
le stelle in cielo? diventare bianchi
Domanda posta da Claudia
del Monaco di Latina. di colpo?
N essuno conosce ancora
il numero esatto delle
stelle che, raggruppate in
galassie, sono complessiva-
mente centinaia di miliardi.
Quelle visibili a occhio nudo
dal nostro pianeta sono circa
seimila e appartengono
quasi tutte alla Via Lattea.
Per spiegare la loro lumino-
sità, e dunque il fatto che le
vediamo, bisogna pensare
che si tratta di oggetti glo-
bulari formati da nubi gas-
sose (composte prevalente-
mente da idrogeno) e da
polveri. L’emissione di luce
avviene a causa delle rea-
zioni nucleari che si produ-
cono entro la massa e che
trasformano la materia in
energia. Dall’intensità e dal
tipo della luce si possono
ottenere numerose informa-
zioni, come per esempio la
grandezza e il colore (dal-
l'azzurro al rosso). Questo
ultimo dipende dalla tempe-
ratura della superficie, che
può variare tra i duemila e i
cinquantamila gradi.
lare tra il 22 marzo e il 25
aprile, e la lunghezza del-
l’anno variava quindi di
continuo. Soltanto nel 1564
l’allora tredicenne Carlo
IX, re di Francia, rese ob-
bligatoria la data del primo
gennaio come primo gior-
no dell’anno. Questa scelta
venne via via accettata an-
che dagli altri Paesi cattoli-
ci mentre in quelli prote-
stanti la resistenza fu più
lunga perché, non si voleva
acconsentire a una decisio-
ne presa da un sovrano stra-
niero. In Gran Bretagna si
continuò quindi a festeg-
giare l’inizio dell’anno il 25
marzo fino al 1751, lo stes-
so anno in cui venne accet-
tato il calendario gregoria-
no, ordinato da Gregorio
XIII nel 1582 per ristabilire
la concordanza dell’anno
con le stagioni.
Domanda posta da Carlo
Venturi di Firenze.
N on esattamente da un
giorno all’altro, ma è
possibile reagire a un forte
choc con l’incanutimento
dei capelli nel
giro di poche set-
timane. Il dottor
David Fenton,
dell’ospedale
dermato- logico
di St. John, a
Londra, sostiene
che la causa di
questa patologia,
chiamata alope-
cia areata, è ancora scono-
sciuta, ma sembra proprio
riguardare persone sogget-
te a un trauma. Provoca la
caduta di capelli a chiazze,
e se il soggetto colpito ha già
dei capelli bianchi sono in
genere questi ultimi a cade-
re, dando un’impressione di
canizie generalizzata. I ca-
pelli che ricrescono sono
bianchi, e così la trasforma-
zione è completa.
Focus 71
? DOMANDE&RISPOSTE
Cos'è la biodiversità?
Domanda posta da Anna Zibbelli di Reggio Emilia.
S i tratta di un termine u-
sato per indicare la ric-
chezza di specie diverse
che convivono in uno stes-
so ambiente, e il grado di
variazione genetica natu-
rale all’interno di una stes-
sa specie. La biodiversità
non è legata al numero di
individui ma alla varietà
dell’offerta: è cioè parago-
nabile a un supermarket
dove ci sono pochi pezzi di
moltissime marche di tè,
piuttosto che quintali della
stessa marca. La biodiver-
sità è alta, per esempio, in
una siepe naturale dove si
trovano numerosi esem-
plari di piante (biancospi-
no, ciliegio selvatico, fras-
sino, nocciolo, rosa cani-
na); è invece minima in
Qual è l'origine
della parola ghetto?
Domanda posta da Titti Tarantino di Napoli.
L a parola ghetto è utiliz-
zata a partire dall’inizio
del sedicesimo secolo e
deriva dal veneziano “ghè-
Un'antica insegna
nel ghetto di Venezia.
to”, che significava fonde-
ria (il luogo dove si “getta-
va” il metallo). Infatti il ter-
mine in un primo tempo
designava il quartiere delle
Focus 72
una monocoltura di cerea-
li (per esempio un campo
dove si coltiva frumento).
Magggiore è la biodiver-
sità, più stabile e resistente
agli stimoli esterni è l’am-
biente in cui ci si trova.
Sopra: una siepe (alta diversità). In alto: monocolture.
fonderie a Venezia, che era
quello dove si erano stabi-
liti gli ebrei. In seguito con
la stessa parola sarebbero
stati indicati i quartieri abi-
tati, più o meno coattiva-
mente, dagli ebrei. Il prin-
cipio del ghetto è però di
gran lunga anteriore alla
coniazione del termine.
Infatti già nel I secolo
avanti Cristo i romani pra-
ticavano la segregazione
razziale separando gli ebrei
dal resto della popolazio-
ne. Il Medio Evo, dal canto
suo, convalidò questo stato
di fatto e accentuò ulterior-
mente la discriminazione
relegando gli ebrei ai
mestieri della finanza, che
all’epoca erano considerati
degradanti. Sebbene la
segregazione degli ebrei sia
stata abolita al tempo della
Rivoluzione francese, i na-
zisti, ricrearono un ghetto
a Varsavia dove fecero con-
fluire mezzo milione di E-
brei, poi deportati nei cam-
pi di concentramento.
Esiste veramente
il muro del suono?
Domanda posta da Roberto Brichetti di Genova.
L’ espressione “muro del
suono” è nata nel cor-
so della Seconda guerra
mondiale, in seguito all’
osservazione dei fenome-
ni che si verificavano quan-
do un aereo si approssima-
va alla velocità del suono,
cioè circa 1200 chilometri
orari al livello del mare. O-
gni corpo che avanza nell’
CHE COSA VUOL DIRE
ROBOT - E’ il nome che si
dà convenzionalmente a
esseri meccanici creati per
sostituire l’uomo in
attività manuali, an-
che complesse. Co-
niato sulla base del
termine cecoslovac-
co “robota” (che si-
gnifica "lavoro servi-
le"), fu inventato negli
anni Venti dallo scrit-
tore Karel Capek, che
lo usò nel dramma
R.U.R. (Rossum’s U-
niversal Robots), do-
ve appunto i robot e-
rano operai mecca-
nici. La parola è stata
Di che cosa si
nutrono le mosche?
Domanda posta da Maria Luisa Grossi di Rovigo.
G li insetti che portano
questo nome appar-
tengono alla famiglia dei
Ditteri, che comprende più
di 4 mila specie diverse, e
sono diffusi un po' in tutto
il mondo. Le loro dimen-
sioni possono variare da
una decina di millimetri a
un centimetro o poco più.
Tutte sono caratterizzate
da una fase giovanile, in cui
hanno l’aspetto di una
larva biancastra di forma
conica, durante la quale
si nutrono di vegetali, di
carne viva, di parti di ani-
mali morti, oppure sono
parassite di anima-
li superiori. Un e-
sempio: ci sono larve di
mosca che vivono nel
tratto inferiore dell’
intestino dei
aria produce infatti delle
onde. Finché la velocità del
corpo in movimento rima-
ne inferiore a quella del
suono, le onde da esso ge-
nerate lo precedono. Ma
se esso raggiunge quella
velocità, le molecole del-
l'aria che procede si “accu-
mulano” sulla sua superfi-
cie e formano delle onde
poi utilizzata tanto dagli
scrittori di fantascienza,
che hanno fatto del robot
mammiferi, uomo com-
preso, e che colpiscono
particolarmente i bambini
che ne inghiottono le uova
giocando con la terra. Da
adulti, e quindi quando
hanno subito la trasforma-
zione che li porta ad avere
le ali, gli insetti preferisco-
no invece succhiare i liqui-
di zuccherini delle piante,
o il sangue. La loro vita è
di circa tre settimane.
Una mosca
originaria
del Sud
America.
d’urto. La resistenza dell’
aria stessa aumenta brutal-
mente, dando l’impres-
sione di una barriera. L’at-
traversamento di questa
barriera s’accompagna a
un caratteristico fragore
(“bang sonico”) e a vibra-
zioni potenzialmente peri-
colose (possono causare la
disintegrazione del velivo-
lo). Il primo a varcare il mu-
ro del suono è stato l’ ame-
ricano Charles Chuck Yea-
ger, che volò ad alta quota
alla velocità di 1126 km/h,
il 14 ottobre 1947.
un protagonista di questo
genere di letteratura, quan-
to dalla ricerca scientifica
per indicare tutti gli
apparati, anche non
antropomorfi, con-
trollati da un cervello
elettronico. La parola
andrebbe pronuncia-
ta proprio come si
scrive, e non robò,
alla francese.
Il braccio
meccanico di un
robot, impiegato
in una catena di
montaggio.
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Ogni segnalazione è una libera scelta redazionale.

Focus 74
Storia

Romanov l'anima della

Russia Lo stemma imperiale,
con l’aquila a due
teste e San Giorgio
che uccide il drago.

Prima della
L’ultima
incoronazione strage
Nicola II, all’età di soli A sinistra, l’ultimo
26 anni, viene zar, Nicola II, con
incoronato nel 1894. la famiglia. Lo
Fu un sovrano debole, zar e la moglie
semplice, soprattutto Alessandra sono
impreparato a reggere circondati dai figli.
un Paese che si Da sinistra: Tatiana,
preparava a grandi Olga, Anastasia,
cambiamenti. Maria, e Alessio.
Sullo sfondo della
pagina, un’immagine
di San Pietroburgo,
fondata nel 1703 e
capitale dell’impero.

Per tre secoli

hanno retto Romanov oggi
Sopra, Nicola
un impero Romanov, 61 anni.
Suo trisnonno era
che andava Nicola I, che fu
zar fino al 1855.

dall’Europa
all’Oceano
I
n Russia non esiste la parola
“libertà”, almeno come la in
tendiamo in Occidente. C’è un
Pacifico. termine, volja, che può essere
tradotto come “libertà delle leggi”
Poi sono stati o “volontà”. Ma libertà in sé e per
sé, niente», dice Giulia Lami, ricer-
catrice milanese esperta in storia
spazzati via dalla Rivoluzione. Adesso, dopo il fallimento russa. E’ una semplice considera-
zione linguistica? Affatto: dietro a
dell’esperienza comunista, si torna a parlare di loro quella parola che non c’è si na-
strano popolo. Ha sopportato per
secoli violenze e angherie. Ha otte-
nuto miglioramenti sociali affi-
dandosi solo al buon cuore del
Romanov di turno e alla propria
fede nello Stato. Cioè nelle leggi
dell’Imperatore. Poi, la rivoluzione
del 1917 ha cambiatola vita di
cento milioni di persone. Eppure,
nei confronti dei nuovi venuti, il
popolo ha continuato a compor-
ordini e innovazioni dall’alto».
Cancellato e maledetto dalla
storiografia ufficiale, il ricordo dei
Romanov non si è mai spento, e
adesso sta riaffiorando dalle mace-
rie del crollo socialista. Di fatto, in
Russia, per la prima volta dopo
millenni, la gente assapora una li-
bertà alla quale non sa neppure
dare un nome. Una libertà imper-
fetta, condizionata, ma per la Il giovane Giorgio Romanov. Suo

▼
sconde tutta l’anima russa. «E’ uno tarsi come sempre: aspettando prima volta la gente comincia a bisnonno era fratello di Alessandro III.

Focus 78 Focus 79
 Dal capostipite Michail, lo "zar bambino", cambiare, i sudditi si aspettavano
da loro comprensione e sviluppo.
Gli zar hanno invece risposto quasi
fino a Nicola II, una galleria sempre soltanto con la repressione
e l’incertezza.
di personaggi grandi e tragici ● Vita da imperatori
“Sono pochi a essere felici”, dice
un antico proverbio russo. E quei
pochi erano anzitutto gli zar e la lo-
Nicola II Il Cremlino, ro famiglia. Nell’Ottocento viveva-
(1868-1918) ieri e oggi no tutti insieme nel Palazzo d’In-
Un dipinto del verno di Pietroburgo, che da solo
Settecento, e gli occupava più di mille domestici.
Costantino edifici in una foto
Alessandro III Ma potevano contare su altre
odierna. Mosca
innumerevoli residenze. Quella di
(1845-1894) fu capitale fino al
Tsarkoskoye Celo, per esempio,
Settecento,quando
Pietro il Grande con un parco di 400 ettari bagnato
fondò Pietroburgo. da splendidi laghi artificiali. O la
Tornò a essere dimora estiva di Peterhof, spesso
Alessandro I Alessandro II capitale nel 1918. paragonata a Versailles.
(1777-1825) (1818-1881) Durante i soggiorni di studio dei
più giovani all’estero, e in occasio-
Nicola I ne delle frequenti visite della fami-
Paolo I (1796-1855) glia imperiale ai reali inglesi, fran-
(1754-1801) cesi, austriaci e tedeschi, i Romanov
hanno sempre suscitato grande
Michail ammirazione: il loro era un lusso
superbo anche nei particolari.
Nelle ampie pellicce di ermellino,
per esempio, negli abiti di brocca-
to, nei bottoni avvolti da foglie
d’oro. Perfino nei piccoli umidifi-
Splendore catori per le dita, in giada e argen-
sul Baltico to cesellato, usati durante il gioco
Pietro III Caterina II San Pietroburgo delle carte e firmati Fabergé.
(1728-1762) (1729-1796) Pietro II nell’Ottocento, Ma tutto questo costava, e le ren-
(1715-1730) e oggi. dite del sovrano sembravano non
I primi imperatori Ribattezzata
Leningrado è bastare mai. Eppure erano incre-
Pietro I, “il Grande” (in alto). Fu zar tornata al vecchio dibilmente sostanziose: l’ultimo
per 39 anni, e nel 1721 fondò Ivan VI Anna Aleksej zar, Nicola II, riceveva dai suoi
Petrovic nome, dopo un
l’impero. Gli succedette per due (1740-1764) Petrovna referendum. dominii (migliaia di ettari coltivati
anni la moglie Caterina (qui sopra). Elisabetta a cotone, vigneti, frutteti, con fat-
Caterina torie e allevamenti) undici milioni
guardarsi indietro, per cercare la parsi, doveva aprirsi all’Occidente. Un impero contadino di rubli all’anno, pari a trenta mi-
▼

propria identità, spesso soffocata
dagli eventi. Nel suo passato, per
ben trecento anni, da interrogare ci
sono solo i Romanov.
● Chi sono i Romanov?
La saga ha inizio nel 1613, nella
cattedrale dell’Assunzione del
Cremlino, a Mosca. Michail Fede-
rovic Romanov, pronipote di Ivan
il Terribile per via materna, e ram-
pollo di una potentissima famiglia
di feudatari, è eletto zar dall’as-
semblea dei nobili. Il suo non era
un regno facile. La Russia si spin-
geva già sul mar Nero, era immen-
sa e misera, e dilaniata da com-
plotti. Insieme alla corona, Michail
lascerà in eredità tutti i problemi
di governo ai successori. Ebbene,
nessuno di loro riuscirà mai a risol-
verli. Nemmeno Pietro il Grande,
conquistatore del Baltico, con il
quale ha davvero inizio la Russia
Imperiale. Uno zar intelligente:
all’inizio del Settecento aveva già
Cristina
Così importò architetti (soprattut-
to dall’Italia), ingegneri, scienziati,
fabbri, artisti , armaioli. E preparò
Elisabetta I di suo pugno una serie di decreti
Caterina (1709-1761)
singolari, che addirittura impone-
Anna vano ai sudditi il taglio della barba
(1693-1740) e l’uso degli abiti europei.
Pietro I Caterina I «Il popolo russo ha sempre ama-
(1672-1725) (1684-1727) to tutti gli zar», riprende Giulia La-
mi. « E di un amore assoluto, simi-
le a quello che si prova per un Dio.
Fedor Che cosa hanno fatto i Romanov
per meritarlo? In realtà, molto
dipende dal loro ruolo: lo zar era
Ivan V considerato un “piccolo padre”,
(1666-1696) Sofia attento alle esigenze dei sudditi,
forte e determinato quando si trat-
tava di difendere la Russia dalle
Alessio I L’albero degli zar aggressioni degli stranieri. Un
dell’arretratezza
(1629-1676) La genealogia della famiglia paladino della giustizia insomma.
Romanov, a partire da Michail In più era anche capo della Chiesa
ortodossa. La guida ideale per tra-
Fedorovic (figlio di Fedor Nikitic
Romanov, cioè il patriarca sformare l’Impero in una “terza Ro-
Filarete): fu il primo a diventare ma”. Santa, pura, incorruttibile».
zar, a soli 17 anni. Tutti i membri Quando però i Romanov sono
che ebbero questo ruolo sono arrivati alla soglia dell’Ottocento, e
stati evidenziati con un ritratto.
Due immagini di vita rurale russa,
lioni di franchi-oro. Poi c’erano le
alla fine dell’Ottocento. Oltre somme in deposito presso le ban-
il 70 per cento della popolazione era che inglesi e tedesche. In tutto, si
arrivava a circa cinquanta o ses-
impegnato nell’agricoltura ed erano
registrati come “contadini” santa milioni di franchi. Da que-
i tre quarti degli abitanti di Mosca. sta cifra però bisognava detrarre
mezzo milione di franchi per ogni
Granduca (cioè per ogni figlio e
nipote dello zar), una dote di due
milioni e mezzo per ogni Gran-
duchessa, e altrettanti per la nasci-
ta di ogni principe e principessa di
sangue imperiale. I nobili mangia-
vano così i pochi frutti di un Paese
arretrato, e spesso stremato dalle
carestie. Le riforme sociali ed eco-
nomiche volute dai Romanov
A guardia erano state parziali, contraddito-
rie e troppo lente per sollevare
I contadini russi
davvero le sorti della Russia.
possedevano più ● Che cosa hanno fatto i
terra degli altri
contadini europei. Romanov?
Ma la produttività Paolo I (zar ai primi dell’Otto-
era bassa, gli cento) sospettava di tutti, anche
strumenti antiquati, della propria famiglia. E dopo la

▼
capito che il suo Paese, per svilup- il resto del mondo ha cominciato a e le tasse elevate. rivoluzione francese viveva nel ter-
Michele I
Focus 80 (1596-1645) Focus 81

Un sistema non
tanto tirannico,
quanto inefficiente:
questa era la Russia degli zar
rore che anche il suo popolo potes-
▼
se insorgere. Così adottò la politi-
ca del pugno di ferro: nessuna con-
cessione ai sudditi, grandi onori
all’esercito. Negli ultimi anni del
suo regno era diventato così ego-
centrico e dispotico da mettere in
pericolo perfino le sorti dell’Im-
pero (voleva invadere l’India,
mandando le truppe a morte cer-
ta): lo fermò in tempo il conte
Zubov, che lo uccise colpendolo
alla tempia con una tabacchiera.
La sfilata dei Romanov è in
effetti una continua alternanza tra
alti e bassi. Alessandro I e Nicola
I per esempio erano grandi con-
servatori: il primo ripristinò il di-
ritto feudale di esiliare i servi della
gleba in Siberia, senza processo. Il
secondo invece esordì con la vio-
lenta repressione dei nobili che
volevano rovesciare l’autocrazia
imperiale, e pretese dai sudditi una
cieca obbedienza. In realtà il rigido
zar sapeva anche che il popolo era
stanco. Prima di morire, le sue ulti-
me parole al figlio furono: «Ti la-
scio il comando, ma non tutto è in
ordine perfetto».
● Alessandro il riformatore
Così il figlio Alessandro II, lo
“zar buono”, si è trovato a dover
risolvere problemi secolari. Per
prima cosa, nel 1861 ha liberato i
servi della gleba. «E’ meglio abo-
lire il servaggio dall’alto, che
vederlo abolito dal basso», avreb-
be dichiarato in seguito a un’as-
semblea di nobili. Poi ha cercato di
trasformare la Russia in una gran-
de potenza. Aveva capito che c’e-
ra solo una strada da percorrere:
quella dello sviluppo industriale,
e la scelta cadde sull’industria pe-
sante. Grazie a lui, finalmente, alla
fine dell’Ottocento, sulle vaste pia-
nure dell’Impero si sarebbe dise-
gnata una fitta rete di ferrovie: nel
1876 c’erano già quasi diciottomi-
la chilometri di binari, che miglio-
rarono anche il commercio e
l’esportazione dei cereali.
C’è chi dice che se Alessandro II
fosse vissuto più a lungo la Russia
avrebbe continuato a crescere. Ma
gli storici rifiutano la logica dei
“se”. Per loro contano solo i fatti.
Focus 82
E i fatti, da questo momento in
poi, sono tutti contro i Romanov.
● L’ultimo atto
«L’ora tragica che attraversa
oggi la Russia potrà, in avvenire,
considerarsi una delle tante crisi
di sangue da cui i popoli sono usci-
ti rinnovellati». Così La Stampa
del 1° luglio 1905 commentava la
rivolta di Odessa di tre giorni pri-
ma. Un episodio drammatico, che
preannunciava la rivoluzione.
L’ultimo zar, Nicola II, si limitava
a non comprendere quanto stava
accadendo, e annotava le sue im-
pressioni su un vecchio diario: «E’
da non credere con quanta rapidi-
tà andiamo verso rovine inaudite e
ignote». Nicola II non aveva quel
“carattere da zar”, forte, deciso e
autoritario, che i sudditi si erano
sempre aspettati dall’imperatore.
Durante il suo breve regno fece
un’unica concessione al popolo :
creò la Duma, un parlamento a
dire il vero con poteri assai limi-
tati. Solo nel 1917, quando scoppiò
la rivoluzione, Nicola II prese fi-
nalmente una decisione coraggio-
sa. Quella di essere il primo Ro-
manov ad abdicare.
Nei dodici mesi successivi la
famiglia Imperiale rimase nel pa-
lazzo di Tsarkoskoye Celo, sotto la
costante sorveglianza delle guar-
die rivoluzionarie. Poi fu portata in
Siberia e, ancora, nel palazzo di
Ekaterinburg (oggi Sverdlovsk) in
Ucraina. Nicola II, la moglie Ales-
sandra, le figlie Olga, Maria, Ta-
tjana e il piccolo Aleksej morirono
tutti qui, il 17 luglio del 1918, fuci-
lati da un plotone d’esecuzione. I
bambini, protetti invano da uno
strato di gioielli cuciti sotto gli
abiti, furono finiti a colpi di baio-
netta. Sui cadaveri i rivoluzionari
versarono l’acido solforico. Poi li
gettarono in una fossa, ricoprirono
tutto con terra e sterpaglia e anco-
ra con assi di legno.
● Sono proprio finiti?
In questi ultimi mesi di incer-
tezza, e dopo esser passati attra-
verso gli anni di Lenin, di Stalin e
dei loro successori, in Russia un
ristretto numero di monarchici ha
Lo zar con
la famiglia
Per Nicola II
l’unica cosa di cui
I Romanov e la
avesse bisogno
la Russia era
Russia:
momenti di gloria
“brava gente che
la governasse”.
Etre cco le principali tappe
della storia Russa, per
secoli segnata dalla
volontà e dalla decisione
degli zar. A destra, la co-
rona di Pietro il Grande,
ricca di pietre preziose.
1547. Ivan IV, detto “il terribile”, è
il primo zar di tutta la Russia.
1613. Michail Romanov è eletto
zar.
1676. Guerra russo-turca. I russi
Scene di vita familiare annettono Azov, in Crimea.
Sopra, le quattro figlie dello zar Nicola II, fotografate 1743. Guerra contro la Svezia.
durante una gita in cerca di funghi. Una parte della Finlandia passa
alla Russia.
A caccia con 1756. Guerra dei sette anni. Rus-
l’imperatrice sia, Austria e Francia combattono
Sopra, Nicola II vittoriosamente contro Federico II
a una battuta di di Prussia.
caccia. Al suo 1768-1774. Guerra contro la
Turchia. La Russia annette l’Ucrai-
fianco, la moglie na meridionale e le fortezze sul
Alexandra, mar Nero.
che lo sposò 1772-1793. Annessione della
poco dopo Crimea, dell’Ucraina e della Bie-
l'incoronazione, lorussia.
e che ebbe su
di lui un grande 1812. Napoleone Bonaparte entra
ascendente. a Mosca. Vi rimane 39 giorni, e
ne esce sconfitto.
1815. Alessandro I fonda la Santa
Alleanza, una specie di associa-
zione di principi cristiani austriaci,
russi e prussiani per la difesa della
religione e della Chiesa.
Ispirazione Le foto venute 1856. La Russia è sconfitta da
divina? dal passato Francia, Inghilterra e regno di
Lo zar Nicola II Lo zar e alcune Sardegna nella guerra di Crimea.
in uniforme da figlie in barca, a 1878. Il Congresso di Berlino im-
cosacco al Tsarkoskoye Celo pedisce ad Alessandro II di otte-
termine di una (oggi Pavlovsk). nere altri incrementi territoriali. Si
caccia. Malgrado Molte immagini ferma qui l’espansione territoriale.
il suo ruolo, lo inedite della 1905. Sconfitta nella guerra rus-
zar diceva di non famiglia imperiale so-giapponese e successivi moti
interessarsi di sono state rivoluzionari in tutto il territorio.
economia, né di scoperte anni fa, 1914. Intervento russo nella prima
politica. Però era in 60 casse guerra mondiale.
religiosissimo e marchiate “top 1917. Rivoluzione di febbraio e
credeva di agire secret”, negli d’ottobre.
ispirato da Dio. archivi di Mosca. 1918. Sterminio della famiglia
imperiale.
Una famiglia
I misteri degli anni bui di capelli prelevati agli eredi viven- migliava incredibilmente al figlio molto unita
ti dei Romanov. Entro la primavera, di Nicola II e sapeva descrivere mi- Le figlie di
il test del Dna dovrebbe finalmente nuziosamente gli ambienti di corte.
I pochi resti della famiglia impe-
riale, sterminata dai bolscevichi
nel 1918, sono stati ritrovati. Era-
allo sterminio. Una convinzione ali-
mentata dalla strana apparizione di
una giovane a Berlino negli anni
chiarire ogni dubbio in proposito.
● Lo zarevich. L’ipotesi che Ana-
Di lui non non è rimasta più alcuna
traccia. Ma la leggenda dello zare-
Nicola II: Olga,
Tatiana, Maria
e Anastasia. Le
no sepolti in un pozzo della città di Venti: aveva gli occhi azzurri dei stasia o un altro componente della vich superstite è tornata d’attualità quattro ragazze
Ekaterimburg, negli Urali. Ora sarà Romanov, e sosteneva di essere famiglia potessero essersi salvati proprio con la scoperta dei cada-
erano così unite
forse possibile sapere che cosa ac- Anastasia. Si faceva chiamare non è del tutto inverosimile: dopo veri: dovevano comprendere tutta che spesso
cadde veramente quel 17 luglio, Anna Anderson ed è morta nove la fucilazione i corpi furono tra- la famiglia (Nicola e Alessandra, firmavano le
sfatando le leggende anni fa, a 84 anni, sportati con un camion fino al luo- nella foto, in un'immagine del 1904, lettere, scritte
nate intorno agli ulti- negli Stati Uniti. Un go della sepoltura. E se uno di loro e i cinque figli), e quattro servitori. in comune,
mi Romanov. ciuffo dei suoi capel- fosse stato solo ferito, avrebbe po- In tutto cioè, avrebbero dovuto con un nome
● Anastasia. La fi- li è ora all’esame di tuto scappare durante una sosta. esserci i resti di undici persone. di fantasia, che
glia di Nicola II, che alcuni scienziati in- Lo zarevich Aleksei (cioè l’erede), In realtà sono stati trovati solo ne riassumeva
all’epoca della rivolu- glesi: li stanno infat- per esempio: c’è chi lo ha ricono- nove scheletri. E tra questi non c’è le iniziali: Otma.
zione aveva nove an- ti confrontando con i sciuto in un certo Filipp Semo- quello del bambino che all’epoca
ni, secondo alcuni sa- resti della famiglia e yonov, prigioniero in un campo di aveva tredici anni. Il mistero dei
rebbe sopravvissuta con alcuni campioni lavoro negli anni Quaranta. So- Romanov continua.
Focus 83
Dopo la caduta:
una trentina di
Romanov sparsi
per il mondo

L’ultimo assalto
Sopra, l’attacco al
Palazzo d’Inverno da
parte dei rivoluzionari.
A fianco, un reparto
femminile alla difesa
del Palazzo. Il 2 marzo
1917 Nicola II abdicò,
e il giorno dopo suo
fratello Michail
rinunciò al trono. Era
la fine della dinastia.

cominciato a rimpiangere gli anti- ziando il processo di beatificazione pensare al pane, e ha davvero poco L’itinerario zarista
▼

chi imperatori. «In realtà sono
soprattutto i membri dell’Unione
dei nobili, un centinaio in tutto»,
dice Rashid Kaplano, storico pres-
so l’Accademia delle Scienze a Mo-
sca. «Hanno riconosciuto il nuovo
zar nel nipotino del granduca
Wladimir, a sua volta figlio di un
cugino di Nicola II. Il piccolo si
chiama Giorgio, vive in Francia e
ha dieci anni. Ma gli altri ventino-
ve membri dell’ex famiglia impe-
riale non sono d’accordo. Dicono
che il bambino non è un Romanov
puro perché è figlio di un tedesco,
il principe Guglielmo di Prussia».
I Romanov contemporanei di-
scendono dai cugini dell’ultimo zar.
Cinque vivono in Inghilterra, uno
in Australia, uno in Canada, un
altro in Danimarca, undici negli
Stati Uniti, sei in Francia, tre in
Italia e uno in Uruguay. «I più
importanti? Nicola, sposato con la
nobildonna italiana Sibilla della
Gherardesca, che vive a Roma. E
Nikita, che fa il professore univer-
sitario negli Usa e ha scritto un
libro sulla storia di Ivan il Terribile.
Nessuno di loro ha però mai riven-
dicato alcuna pretesa al trono».
In Russia comunque il ricordo
degli zar è ancora vivo. « Ora sia-
mo tutti convinti che l’uccisione
dei bambini da parte dei rivolu-
zionari è stato un atto infame. La
Chiesa ortodossa sta perfino ini-
per Nicola II: sostengono che, mo-
rendo, ha espiato tutte le sue colpe
di sovrano fragile e poco attento
alle esigenze dei sudditi. Ma la pas-
sione per la storia dei Romanov è
per il momento una cosa da intel-
lettuali. Qui oggi la gente deve
La Russia industriale nel 1917
tempo da dedicare alla famiglia
imperiale». Eppure ancora nel
novembre scorso c'è stato chi, al
Conglesso, ha proposto di inserire
di nuovo lo stemma zarista nella
bandiera della Russia di oggi. ■
Olga Noel Winderling
P er più di settant’anni, la Russia
ha voluto dimenticare i Roma-
nov, ma non ha potuto cancellare
le tracce del loro passaggio. Uno
dei palazzi più importanti apparte-
nuti agli a zar a San Pietroburgo è
quello di Peterhof (cioè “corte di
Pietro”, nella foto), con fontane e la-
ghi che si snodano a perdita d’oc-
chio tra alberi e prati all’inglese,
ultimato a metà del Settecento
dall’architetto italiano Bartolomeo
Francesco Rastrelli. Maestro di un
barocco ricco di ornati, Rastrelli
creò numerosi altri palazzi impe-
riali. Quello a Tsarkoskoye Celo,
per esempio (dove fu imprigionata
la famiglia imperiale nel ‘17), con
l’enorme sala del trono dai pavi-
menti in marmo bicolore, il soffitto
ricamato da affreschi leggeri, le
pareti completamente forate da
altissime finestre ad arco. O, anco-
ra, il Palazzo d’Inverno a San
Pietroburgo: è bianco, immenso,
retto da colonne ordinate e si
affaccia sulla piazza Dvorcòvaia.
In questa splendida città sette-
centesca si trova poi la Chiesa
della Resurrezione: sorge sul
punto esatto in cui fu ucciso
Alessandro II, ed è stata costruita
in sua memoria nella seconda
metà dell’Ottocento. Nella fortez-
za dei SS.Pietro e Paolo, infine,
riposano tutti gli imperatori, fino a
Nicola II. A Mosca invece, si trova
ancora la cattedrale dell’Assun-
zione del Cremlino, dove il primo
Romanov fu nominato zar.

Focus 84
Economia - Che cos'è il debito pubblico?
Un milione di
miliardi
di lire
O
gnuno di noi (compresi i
bambini appena nati) ha
quasi 30 milioni di debi-
ti. Non è colpa nostra, e
spesso non ce ne rendiamo conto:
la cifra di 30 milioni risulta infatti
da una divisione. Quella del deficit
pubblico complessivo dello Stato
italiano (ben un milione e 600 mila
miliardi di lire!) per il numero
degli abitanti del nostro Paese,
cioè 57 milioni. Che cosa sia il
debito pubblico è fin troppo sem-
plice da spiegare: sono i soldi che
lo Stato ha preso in prestito, per
poter funzionare, e che dovrà
prima o poi restituire. Più difficile
è comprendere come abbia fatto
l’Italia ad accumulare un passivoo
così elevato, tanto più che nem-
meno dieci anni fa la cifra com-
plessiva era circa un quarto di
quella attuale.
● Perché lo Stato si indebita?
In genere un Paese sceglie la via
del debito (cioè quella di chiedere
soldi in prestito) per potenziare il
suo tessuto industriale, per miglio-
rare i servizi o le infrastrutture
(strade, ferrovie, porti). Con i soldi
avuti si punta dunque a una mag-
giore crescita del Paese, e quella
Focus 86
Per essere più
precisi, un milione
e 600 mila miliardi: è il deficit che si
è accumulato in Italia. Perché? E si
potrà rimediare? Scopriamo questi
delicati meccanismi finanziari.
che gli economisti definiscono
“spesa pubblica” diventa uno stru-
mento di orientamento e di soste-
gno dello sviluppo economico.
Negli ultimi dieci anni in Italia le
cose non sono andate però in que-
sto modo. Invece che per investi-
menti produttivi, i soldi avuti in
prestito dallo Stato sono stati infat-
ti utilizzati per le spese correnti
(per esempio, gli stipendi dei di-
pendenti pubblici, che in Italia
sono diversi milioni), o per coprire
le perdite di Comuni, Provincie,
Regioni, o istituti di previdenza
(spesso dovute a cattiva gestione),
o per risolvere conflitti sociali (per
esempio tramite la Cassa integra-
zione), eccetera. In questo modo i
I conti del grande
ragioniere
Qui a sinistra, Gaetano
Monorchio, ragioniere
generale dello Stato.
Sotto, i tre ministri
interessati al problema:
Barucci (Tesoro), Goria
(Finanze), Reviglio
(Tesoro). Nella foto
grande: titoli di Stato,
i simboli del debito.
All’estero non si fidano più
Lbitoamensione
straordinaria di-
del de-
pubblico è l’ele-
Al di sotto ci sono poi
i Paesi indicati con
AA1 (Belgio, Dani-
mento principale che marca, Norvegia e
ha portato, nell’ago- Svezia e, fino all’esta-
sto scorso, alla retro- te scorsa, anche l’I-
cessione dell’Italia talia). Al di sotto an-
nelle graduatorie di cora i Paesi AA2 (vale
affidabilità finanziaria a dire Australia, Fin-
internazionale (in ter- landia e Spagna), e
mine tecnico rating). infine gli AA3 (Italia,
Al vertice della clas- Irlanda, Nuova Zelan-
sifica sono i Paesi in- da e Singapore). «La
dicati con una tripla brutta classifica del-
A: Usa, Germania, Fran- l’Italia dipende anche
cia, Giappone, Gran dal fatto che non solo
Bretagna e Canada). il deficit è altissimo,
E se non esistesse?
C ome si vive in un Paese senza
debiti? Come sarebbe la gior-
nata del signor Rossi, cittadino
medio, in un’Italia improvisamen-
te priva di deficit? Vediamo.
Negativo. Anzitutto certi prezzi,
che oggi sono bassi proprio per-
ché lo Stato copre le differenze
fra il costo reale e quanto invece
si incassa, sarebbero più alti: co-
sterebbero di più il biglietto dell’
autobus e quello del treno, pa-
gheremmo di più le medicine e
le cure ospedaliere, dovremmo
andare in pensione più tardi (e
avremmo comunque pensioni più
basse).
Positivo. L’Amministrazione pub-
blica sarebbe più snella, con meno
addetti, e più efficiente. Ai prezzi
più elevati (trasporti, sanità e pre-
videnza) corrisponderebbe però un
servizio migliore. Pagheremmo
meno tasse (che oggi servono pro-
prio ad andare a coprire il debito
pubblico). L’inflazione sarebbe
molto bassa, il denaro avrebbe un
valore più elevato.
debiti non hanno dato origine a un
vero sviluppo, non hanno permes-
so investimenti reali, ma hanno
anzi frenato l’economia.
● Chi sono i creditori?
Lo strumento principale per ra-
strellare denaro è costituito dai
Titoli di Stato, cioè i buoni del
tesoro (Bot) e dagli altri titoli del
genere (Cct, Btp, Bte). In Italia,
malgrado ci si lamenti del cattivo
stato dell’amministrazione, ogni
volta che i titoli vengono emessi, la
domanda supera in genere l’offer-
ta. Il perché di questo comporta-
mento, che è in realtà dannoso per
lo Stato, visto che continua a far
crescere la massa del suo debito, è
evidente: gli interessi che vengo-
no garantiti sono così alti che, per
qualsiasi risparmiatore, si tratta del
miglior investimento possibile.
Analizzando la distribuzione dei
Titoli di Stato si può vedere che
su oltre un milione e 460 mila mi-
liardi di titoli in circolazione alla
ma che per l’incer-
tezza politica, e il già
alto livello raggiunto
fine dello scorso agosto, la grande
maggioranza (cioè un milione e
dalle tasse, la ripresa 115 mila miliardi, circa i tre quarti
sarà molto lenta», del totale) è in possesso dei singo-
spiega Guillermo Este- li risparmiatori o di aziende che
banez, l’analista che hanno investito in questo modo il
segue il nostro Paese proprio denaro. Molto più ridotta
per conto di Moody’s, è la partecipazione delle banche e
l’agenzia americana dei fondi comuni d’investimento.
che prepara queste In realtà la situazione è abbastan-
classifiche. «Purtrop-
po l'Italia non ha rie- za paradossale: ognuno di noi è
debitore in quanto cittadino (e
quilibrato i suoi conti
negli anni Ottanta, dunque partecipe dello Stato), ma
quando sarebbe stato è nello stesso tempo anche credi-
più facile farlo». tore (giacché è proprio lui che ha
prestato i soldi allo Stato)!
● Che cosa fare?
Il problema più grosso da risol-
vere è quello degli interessi. Da
una parte essi sono elevati, per
poter attrarre i risparmiatori, ma
dall’altra parte finiscono per fare
aumentare il debito generale. «Il l9
per cento del debito complessivo
dello Stato è appunto costituito da
questi interessi», ha sottolineato
Gaetano Monorchio, Ragioniere
generale dello Stato, cioè il massi-
mo responsabile dei conti. «Peggio
di noi in Europa stanno solo la
Grecia e il Belgio». In parole pove-
re, non solo lo Stato non riesce a
restituire quello che deve, ridu-
cendo così il suo debito, ma deve
fare nuovi debiti per pagare gli
interessi sui debiti precedenti.
E’ comunque proprio la ridu-
zione degli interessi il principale
obiettivo del piano di risanamento
messo a punto dai ministri interes-
sati: quello del Tesoro, Piero
Barucci; quello delle Finanze,
Giovanni Goria; quello del Bi-
lancio, Franco Reviglio. Anche
perché l’Italia deve fare i conti con
gli impegni sottoscritti a
Maastricht, per arrivare alla
unità europea totale, mone-
ta compresa, nel 1999.
Secondo tali impegni entro
quest’anno il debito pubbli-
co italiano dovrebbe esse-
re ridotto di ben 755 mila
miliardi, quasi della metà,
insomma. L’impresa è
disperata, malgrado le dra-
stiche misure decise dal
governo: al nostro Paese,
però, è già stato comunicato che
le porte dell’Europa resteranno
aperte “purché ci si incammini
nella giusta direzione”.
● Ci riusciremo?
Il primo passo sarà quello di non
far aumentare ulteriormente il
debito. Ciò significa che già nel
1993 il tradizionale deficit di bilan-
cio (cioè la differenza fra quanto lo
Buoni e cattivi: la classifica europea
Una corretta valutazione del debito pubblico mette a confronto il totale
del denaro “dovuto” dallo Stato, con il Prodotto interno lordo (Pil), cioè
la ricchezza prodotta in un anno. Quando, come nel caso dell’Italia e di
alcuni altri Stati, il rapporto è superiore a 100 significa, in parole pove-
re, che un intero Paese dovrebbe lavorare, nel suo insieme e in tutti i suoi
componenti, un intero anno solo per “pagare” il proprio debito. Vediamo
come stanno le cose in Europa. Le stime riguardano il 1992.
PERCENTUALE DEL DEBITO RISPETTO AL PIL
CATTIVI NON BUONI
Belgio 134,4 Irlanda 98,8
Grecia 115,5 Olanda 80,6
Italia 103,5 Portogallo 68
Danimarca 60,4
Per trovare soldi, si vende!
Q ual è quella cosa
che, se eliminata,
permetterebbe di ri-
hanno assorbito ben
245 mila miliardi: se
tali enti non fossero
Saranno presto mes-
se in vendita le quote
di proprietà dello Sta-
durre di colpo un quar- mai esistiti, o se per to in grandi banche
to del deficit? Il siste- avere soldi si fossero (Credito Italiano, Ban-
ma delle partecipa- rivolti al mercato fi- ca Commerciale, Ban-
zioni statali, di quelle nanziario invece che ca di Roma), assicu-
imprese che cioè lo farsi garantire denaro razioni (Ina), industrie
Stato controlla, spes- dallo Stato, oggi il de- (Ilva, Nuovo Pignone).
so gestisce male, e le bito pubblico farebbe Il ricavato, circa 20
cui perdite è costretto meno paura. E’ per mila miliardi, non an-
a coprire, indebitan- questo che è iniziato drà direttamente allo
dosi. Da quando sono il processo delle “pri- Stato, ma all’Iri e all’
nate, Iri, Eni, Efim vatizzazioni”. Eni, che potranno così
far fronte alle loro
necessità finanziarie
senza più chiedere
denaro pubblico. Cir-
ca 4 mila miliardi do-
vrebbe poi fruttare la
vendita dell’Imi.
Anche parte del patri-
monio immobiliare
sarà venduto. C’è un
po’ di tutto: caserme,
palazzi, aree inutiliz-
zate del demanio, com-
La sede centrale della Banca Commerciale, a plessi termali. Le Fer-
Milano. Lo Stato rinuncerà al suo controllo. rovie hanno addirit-
tura costituito una
Un casello società, la Metropolis,
ferroviario. per valorizzare aree
Anche i beni ed edifici non utilizza-
ti. In tutto, da questa
superflui delle
FS saranno operazione lo Stato
venduti, per dovrebbe incassare da
risanare 200 mila a 250 mila
il bilancio. miliardi.
che attualmente ogni anno il no-
stro Stato “va sotto” di ben 160
mila miliardi, e visto che, mentre
Stato incassa e quanto spende nel
corso di un anno) dovrà comincia-
da una parte lo Stato deve smette-
re di indebitarsi e di spendere,
re a ridursi drasticamente, per poi
trasformarsi in un attivo. Ma non
dall’altra non deve togliere mezzi
all’economia, che ha bisogno di
basta: tale attivo dovrà essere crescere e di espandersi.
abbastanza elevato da compensare ● Serve aumentare le tasse?
anche le spese per gli interessi, Aumentare il prelievo fiscale è,
bloccando così la crescita reale del in genere, il primo espediente
debito dello Stato. Si tratta di una impiegato da uno Stato quando
manovra molto complessa, visto deve rastrellare in fretta denaro.
Ma in Italia il prelievo è già elevato.
Più importante, dunque, è il blocco
della spesa pubblica. Il modo in cui
il fisco agisce dovrà comunque
mutare, e non a caso uno dei mini-
stri coinvolti della manovra è pro-
prio quello delle Finanze. Momenti
essenziali della manovra: riduzio-
ne dell’evasione, che in Italia è
ancora alta; maggiore autonomia
agli enti locali, in modo da legare
più direttamente il prelievo del
denaro al luogo dove esso deve
essere impiegato; allargamento
BUONI OTTIMI
della base imponibile. Ma senza
Francia 49,1 Lussemburgo 6,2 dimenticare che, a mano a mano
Spagna 46,6
che il debito pubblico si ridurrà,
Germania 46,1 anche la pressione delle tasse sui
Gran Bretagna 43,7 cittadini dovrà allentarsi. ■
Enrico Gallino
Focus 87
Avventura

I cavalieri del ghiaccio In tutto il mondo i campioni G

li odori più forti, intorno
alla pista, sono quelli del
vin brûlé e dell’olio di
ricino. Vin brûlé perché
sia gli spettatori che i concorrenti
ne hanno bisogno, e ne consuma-
del motociclismo estremo non sono più no a litri per sopportare meglio il
freddo. Olio di ricino perché è con
di duecento. E la breve stagione dei questo tipo di olio che vengono lu-
brificati i motori delle motociclet-
te. Il resto è soltanto rumore, ma
loro duelli va da novembre a febbraio un rumore particolare, fatto dal
rombo dei cilindri e dal ringhio
continuo delle ruote che artigliano
il ghiaccio: un rumore che si può
ascoltare raramente, perché a vive-
re l’avventura di questo sport sono
in pochi. I praticanti ad altissimo
livello non sono infatti più di due-
cento, in tutto il mondo.
Lo speedway, vale a dire il mo-
tociclismo su ghiaccio non ha are-
ne fisse dove gli appassionati pos-
sono raccogliersi, né tornei na-
zionali. A essere importante dav-
vero è solo una gara, il campiona-
to mondiale: è unicamente in que-
sta occasione che i più bravi si
affrontano, una volta tanto in
arene coperte (una delle più famo-
se è il palazzo del ghiaccio di Wil-
Una pelle mersdorf, in Germania, altre sono
a Goteborg, Assen e perfino ad
d'acciaio Alma Ata, in Mongolia). Il resto,
Sotto la tuta ogni gli allenamenti o le sfide testa a
motociclista testa avvengono all’aperto, su laghi
indossa una maglia d'acciaio. Più che dagli urti sulla superficie gelata
e dalle cadute serve a proteggerlo dai chiodi inseriti nei pneumatici. o fiumi ghiacciati, sullo sfondo
delle foreste del nord (che, per
altro, non vengono nemmeno con-
taminate, visto che oltre all’olio di
ricino si usa soltanto, per l’alimen-
tazione dei motori, il metanolo).
Cominciarono i russi
a metà degli anni
Trenta, in Siberia
A praticare per primi questo
sport affascinante e spericolato
sono stati, negli anni Trenta, i russi:
tracciarono le prime piste gelate
in Siberia e adattarono ai ghiacci le
loro motociclette. Ancora oggi so-
no loro i custodi della tradizione: il
primo campionato mondiale di
queste moto è stato disputato nel
Ricamo sul lago gelato 1966 e da allora i centauri venuti
Un concorrente tenta invano dall’Est si sono aggiudicati ben 23
di controllare la sua moto, medaglie d’oro. Non solo: gli adep-
dopo una difficile evoluzione. ti che a ogni week end portano le
In alto, nella foto piccola, la motociclette sui laghi ghiacciati
partenza di una gara. Si corre sono nell’ex Urss almeno tremila.
sempre in gruppi di quattro.

▼
Un numero in sé esiguo, ma enor-
Focus 88
Focus 89

La sfida nel gelo
Quattro motociclisti si
affrontano sulla superficie
gelata del lago Nasserjorn,
in Svezia. Un luogo di
allenamento preferito
dai piloti di speedway
di tutto il mondo.
La correttezza
in gara è
indispensabile:
altrimenti con
questi chiodi
si può morire
Focus 90
me se confrontato con quello dei
▼
praticanti negli altri Paesi. I russi,
poi, li riconosci subito: sono quelli
che portano sempre con sé una
borsa con gli attrezzi per smontare
e rimontare qualsiasi parte della
moto, una mazza da fabbro e alcu-
ne assi di legno per metter sù, do-
po ogni competizione, una pista
da allenamento dove continuare a
provare ruote e motori. Come
sport, è spartano. Le moto sono
semplici (non costano più di 8 o
10 milioni), in genere monocilin-
driche, il telaio ridotto all’osso. La
loro caratteristica principale sta
nelle ruote, il cui battistrada è
coperto da 200 chiodi d’acciaio.
Anche l’abbigliamento dei corri-
dori è particolare: sotto le tute
imbottite portano tutti una corazza
a piccole placche metalliche, per
proteggersi in caso di urto con una
motocicletta avversaria. Sul ginoc-
chio sinistro poi tutti applicano un
pezzo di copertone di automobile.
Perché? Semplice. «Le gare uffi-
ciali avvengono in genere seguen-
do un circuito ovale, lungo più o
meno 400 metri, che viene percor-
so sempre girando verso sinistra.
Prima curva, rettilineo, seconda
curva, rettilineo, e così via», spiega
il campione norvegese Pier Olof
Serenius, di professione vigile del
fuoco. «Il copertone serve a pro-
teggere il ginocchio che, quasi sem-
pre, per tutta la gara striscia sul
ghiaccio. E in curva non si va a me-
no di 80 chilometri all’ora».
Benché i concorrenti quasi si
tocchino, gli incidenti sono piutto-
sto rari. «E’ ovvio», spiega il cam-
pione tedesco Michael Lang, mec-
canico di professione, uno dei mi-
gliori motociclisti su ghiaccio d’Eu-
ropa (d’estate partecipa alle gare
di motocross). «Per noi la corret-
tezza è una dote indispensabile. A
nessuno piace farsi trapassare da
chiodi d’acciaio lunghi 28 millime-
tri». A Lang è accaduto nel 1991.
«Ero impegnato contro il campione
russo Ivan Balaschov, e subito dopo
la partenza ci siamo scontrati. E’
stato come farmi scorrere acqua
bollente sulla gamba. Sono stato
fermo per tre mesi, con il femore
ingessato».
Nanni Ruschena
Il riposo del centauro
Michael Lang, di professione
meccanico, bavarese, 33 anni: è
uno dei campioni più titolati.
Sempre verso sinistra
Un'immagine di gara, nel palazzo
del ghiaccio di Wilmersdorf, in
Germania. Ogni tracciato è di
1600 metri: quattro giri di pista,
girando sempre a sinistra.
Quattrocento
chiodi per moto
Un pilota ripara
una ruota: ogni
pneumatico è
provvisto di 200
chiodi da 3 centimetri.
In Italia lo speedway
è praticato (ci sono
pure corsi di
apprendimento)
anche al Sestriere e
a Madonna di
■
Campiglio.
Focus 91
Scienza - La più astratta delle discipline Brahmi

è in declino. Oggi

A che
c'è perfino chi dubita
della sua utilità
Indiano (Gwalior)

Sanscrito - Devanagari

cosa serve la Numeri e conigli

La riproduzione dei conigli
ha ispirato la "successione
di Fibonacci".
Arabo Occidentale (Gobar)

XI sec. (Apici)
Arabo Orientale

matematica? XV sec.

1 2 3 4 5 6 7 8 9 0
XVI sec. (Dürer)

L
a matematica è finita. E’ David Hilbert propose all’assem- verranno proposti i nuovi proble- Predatori Dall'India a noi: l'albero genealogico dei numeri moderni.
una disciplina vecchia che blea 23 problemi “la cui soluzione mi per il prossimo millennio. e prede
non ha più niente da dire: ci aspettiamo dal futuro”. A tut- Secondo che diceva sostanzialmente que- neamente vera e falsa)?”. Nel
non è ancora riuscita a ri- t’oggi però neanche la metà di quei ● Matematica del probabile un'equazione è sto: “E’ possibile, ragionando ma- 1931, il tedesco Kurt Gödel dimo-
solvere i problemi che si studiava- problemi è stata risolta. Ora gli Nel frattempo però la matema- possibile pescare tematicamente e senza commette- strò una cosa leggermente diversa:
no cent’anni fa, come potrebbe ri- interrogativi di Hilbert tornano di tica è molto cambiata: un secolo nel momento re errori, arrivare a una contrad- in qualunque sistema matematico
solvere quelli di oggi? attualità perché l’assemblea mate- fa si cercavano soluzioni assolute, giusto. dizione (cioè a dimostrare che esistono delle affermazioni che
Assurdo? No. E’ tutto vero. Ben matica, tenutasi l’anno scorso a oggi ci si accontenta di soluzioni un’affermazione è contempora- non sono né vere né false o, per
93 anni fa infatti, a Parigi, durante Rio de Janeiro, ha dichiarato il probabili, come si scopre analiz- dirla in modo più rozzo, nessuna
il secondo congresso mondiale di Duemila “anno mondiale della zando l’approccio moderno a uno matematica può essere perfetta.
matematica, lo studioso tedesco matematica” e in quell’occasione dei tanti problemi irrisolti di Hil- Dall'abaco al computer Una matematica così incerta può
bert: quello dei tre corpi. I tre corpi Un fiore calcolatore ● Abaco. E’ il più antico strumento di per trasformare qualunque moltipli- mettere a disagio, ma è lo specchio
Lei cosa ne pensa, signor Galilei? sono il Sole, la Terra e la Luna, e
per quanto sembri impossibile nes-
La crescita dei semi del calcolo: risale a cinquemila anni fa. No-
to a cinesi e babilonesi, è stato impor-
cazione (anche di numeri grandis-
simi) in una somma: il risultato è
dei nostri tempi: da quando la fisica
ha scoperto, nel 1927, il Principio
girasole obbedisce a una
● “Tutte le cose che cetti sono triangoli, dello spirito umano”. suno è ancora riuscito a integrare regolarità matematica. tato in Occidente verso il Mille ed è approssimato, ma semplifica enor- di Indeterminazione (non è possi-
si possono conoscere cerchi e altre figure geo- Karl Jacobi (Germania, (cioè ad analizzare in maniera rimasto in uso fino al XVI secolo. memente il calcolo. bile conoscere contemporanea-
hanno un numero, in- metriche, senza le 1804-1851) completa) il loro moto reciproco, per tre corpi, ma per tutto il siste- Consiste in una serie di bacchette nelle ● Regolo calcolatore. Strumento mente velocità e posizione di una
fatti non è possibile quali non è possibile ● “Nella matematica, i perché basta una piccola variazio- ma solare, utilizzando il computer. quali sono infilati dischetti o palline: costituito da una parte fissa e da un particella, per esempio un elettrone:
concepire o conosce- intenderne parola”. profeti di sventura, i nella parte inferiore le palline rappre- cursore centrale mobile, libero di scor-
re alcuna cosa senza Galileo Galilei (Italia, pessimisti, sono sem- ne nelle condizioni iniziali per pro- Le risposte? Secondo il francese sentano le unità, mentre in quella supe- rere. Basandosi sui logaritmi, per- se si conosce l’una non si può cono-
il numero”. Filolao 1564-1642) pre stati costretti a riti- vocare conseguenze imprevedibili. Jacques Laskar, per cinque milio- riore si trovano una o due palline che mette di eseguire in modo approssi- scere l’altra) le descrizioni del
(Grecia, ?-390 a.C.) ● “Gli scopi della mate- rarsi”. Henri Poincaré In termini scientifici moderni, il ni di anni potremo stare tranquilli, rappresentano il numero cinque. mato moltiplicazioni, divisioni, poten- mondo naturale sono diventate
● “La matematica è la matica sono la sua uti- (Francia, 1854-1912) sistema a tre corpi è “caotico” (c’è ma fra cento milioni di anni l’incer- ● Tavola pitagorica. Tabella rias- ze, radici quadrate e cubiche. sempre più legate alle probabilità,
porta e la chiave della lità e la spiegazione ● “Se il pensiero ma- una battuta che descrive bene que- tezza sarà assoluta: i pianeti po- suntiva delle moltiplicazioni di nume- ● Calcolatore tascabile. Strumento ed era ovvio che la matematica
scienza”. Roger Bacon dei fenomeni natura- tematico è fallace, ste situazioni: “In un sistema cao- trebbero scontrarsi oppure andare ri fino al dieci. Serve per aiutare i elettronico inventato nel 1967, che Alcuni strumenti utilizzati seguisse il mondo naturale.
(Inghilterra, 1214-1293) li”. Joseph Fourier dove mai troveremo tico, se una farfalla batte le ali in ciascuno per la propria strada. bambini a imparare a memoria i risul- consente di eseguire qualunque tipo dai matematici : la tavola
● “Il libro dell’Universo (Francia, 1768-1830) verità e bellezza?” Italia, nel Tibet si scatena un ura- Un altro esempio di incertezza tati delle moltiplicazioni più semplici. di calcolo matematico elementare, pitagorica (1), il calcolato- ● Matematica e natura
è scritto in lingua ma- ● “L'unico fine della David Hilbert (Germa- gano”). Negli ultimi anni il pro- viene dalla soluzione del secondo ● Tavole logaritmiche. Sono lun- dalle operazioni con le frazioni alle re tascabile (2), l'abaco (3), In realtà, anche se spesso si
tematica e i suoi con- matematica è l'onore nia, 1862- 1943) ghissimi elenchi di numeri utilizzati funzioni trigonometriche. e il regolo calcolatore (4).

▼
blema è stato affrontato non solo problema nell’elenco di Hilbert, pensa alla matematica come a un

Talete di Mileto: Pitagora di Samo: Euclide di Alessandria: Pierre de Fermat: Isaac Newton: Georg Cantor: David Hilbert: Bertrand Russell: Tullio Levi-Civita: Norbert Wiener:
padre della matematica il teorema del triangolo creatore della geometria precorse la teoria delle scoprì la gravitazione fu il primo a studiare il più famoso all’inizio unificò la matematica creò la base matematica fondò la cibernetica
(VI secolo a.C.) rettangolo (V secolo a.C.) (III secolo a.C.) probabilità (1601-1665) universale (1642-1727) l’infinito (1845-1918) del secolo (1862-1943) e la logica (1872-1970) della relatività (1873-1941) (1894-1964)

Focus 92 Focus 93
Dal 1931 i matematici sanno
che la loro scienza non è
perfetta, ma non se ne curano
puro prodotto dell’intelletto, i suoi
▼
intrecci con la natura sono sor-
prendenti. Consideriamo per e-
sempio un problema di... alleva-
mento, proposto nel Duecento al
matematico Fibonacci (Leonardo
Pisano, figlio di Bonaccio): quante
coppie di conigli verranno prodot-
te in un anno a partire da un’unica
coppia, se ogni mese ciascuna cop-
pia dà alla luce un’altra coppia, che
a sua volta diventa fertile dopo un
mese? La soluzione portò alla
famosa “successione di Fibonacci”:
1, 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21... dove ogni
numero è formato dalla somma
degli ultimi due. Ma la cosa sor-
prendente è che questa fila di
numeri - nata da un problema con-
creto - si ritrova concretamente
anche nella natura, e precisamen-
te nel corpo centrale del girasole:
nella grossa “testa” del girasole,
infatti, i semi si formano lungo due
serie di spirali che girano una in
senso orario e una in senso antio-
Quanta matematica c'è in una Panda?
N on esiste settore dell’industria
che possa fare a meno dei
numeri. Nella fabbricazione di
un’automobile, in particolare, la
matematica ha grande spazio. Nei
cervelli computerizzati dei robot
industriali, per esempio, non viene
inserita la forma del pezzo da pro-
durre, ma l’equazione che lo de-
scrive (una forma circolare si può
descrivere con una equazione
come x2+y2=9): in questo modo
viene garantito un lavoro più accu-
rato. Oppure, in fase di progetta-
zione, si ricorre alla matematica
per stabilire il valore migliore per la
Un'equazione nel motore
Fiat-Rivalta: una catena
di montaggio robotica esegue
istruzioni numeriche.
Quando Einstein
dà i numeri
Le tre equazioni della
teoria della relatività:
il simbolo "c"
rappresenta
la velocità della luce.
Focus 94
rario, e le quantità di semi conte-
nuti nelle due serie di spirali sono
sempre due numeri consecutivi
della successione di Fibonacci.
A volte, invece, i modelli mate-
matici servono a capire le bizzarrie
della natura, anziché a descriverle.
Subito dopo la prima guerra mon-
diale, per esempio, i pescatori del-
l’Adriatico scoprirono con sorpre-
sa che una certa specie di pesci
commestibili scarseggiava, anche
se la pesca era stata interrotta
durante il periodo bellico. Con-
temporaneamente, invece, erano
aumentati i pesci predatori. Il
mistero venne risolto nel 1924 dal
matematico italiano Vito Volterra,
che elaborò un modello matema-
tico capace di spiegare l’altalena
della natura: con l’interruzione
della pesca, i pesci commestibili
erano aumentati di numero for-
nendo più cibo ai predatori, che a
loro volta si erano moltiplicati. Il
rapporto tra prede e predatori era
pressione dell’aria nei pneumatici.
Calcoli complessi sono inoltre ne-
cessari per stabilire l’aerodinami-
cità della vettura, cioè la sua capa-
cità di non farsi frenare troppo
dall’aria. Si stanno addirittura con-
ducendo studi matematici sul ren-
dimento del motore, per scoprire il
ciclo di scoppio ideale con ogni
tipo di carburante. La carrozzeria,
infine: un modello matematico
dell’elasticità dei materiali per-
mette di determinare la defor-
mazione in caso di incidente, e di
trovare la forma che garantisce la
maggiore sicurezza. I test su stra-
da, effettuati sul prototipo, servo-
no poi per compiere gli aggiusta-
menti definitivi, o per scoprire i
difetti del modello matematico, e
sostituirlo con uno più corretto.
Fare i conti col mondo di oggi
I cosiddetti "modelli matematici" vengono applicati ai
problemi più diversi: forse un giorno ci permetteranno
di decidere perfino dove e quando far piovere.
O ltre alla matematica “pura” esiste
anche, per fortuna, una matema-
tica che si applica direttamente ai pro-
blemi pratici. Vediamone alcuni esem-
pi.
Miniere e cave di roccia.
L’australiano Tom Kleine, del
Centro di ricerche minerarie di
Brisbane, ha escogitato un modello
matematico capace di prevedere
come si frammenta la roccia in
un’esplosione, senza polverizzare il
minerale né lasciare
pezzi troppo grandi.
La roccia, sostiene
Kleine, è attraversa-
ta da “linee di frat-
tura” che permetto-
no di descriverla
matematicamente
come un insieme di
blocchi. Osservando
come sono distribui-
te queste linee sulla
superficie se ne cal-
cola la conformazio-
ne interna, e poi si
applica l’equazione dell’onda d’urto
determinando in anticipo l’effetto
che avranno le cariche.
Controllo del clima. Da due
anni Troy Shinbrot, matematico
dell’università del Maryland, sta cer-
cando di dimostrare che i “sistemi
caotici” (come per esempio il clima
terrestre) possono essere stabilizza-
ti con piccoli interventi. Il primo
passo è stato un modello a una
dimensione: Shinbrot è riuscito a
eliminare i movimenti caotici di un
nastro magnetico (proprio quello
del registratore) in un campo
magnetico, grazie a minimi aggiu-
stamenti del campo stesso. Però il
clima terrestre è un sistema troppo
complesso e, in attesa di “addome-
sticarlo”, si potrebbe applicare que-
sta tecnica all’industria. Secondo Ed
Il virus dell'Aids si può combattere
anche con la statistica.
Cavi telefonici
Qual è il modo più economico
per posare una rete telefonica? I
matematici lo stanno studiando.
Wasserman, tecnico della Du Pont,
il controllo dei fattori caotici per-
metterebbe per esempio di accele-
rare la miscelazione delle sostanze
chimiche che compongono il polie-
stere.
Il problema Aids. E’ stato ela-
borato un modello matematico della
diffusione dell’Aids che potrebbe
aiutare a limitare la malattia: il
modello dimostra, per esempio, che
le campagne di informazione mira-
te ai gruppi ad alto rischio sono utili
soltanto nei Paesi dove l’infezione è
nella fase iniziale (come la Nigeria),
mentre dove la malattia si è già dif-
fusa anche tra i gruppi a basso
Che tempo farà
Un tornado solleva una tromba
d'acqua. La matematica studia
anche le catastrofi climatiche.
rischio (come Malawi, Tanzania e
Uganda) è più vantaggioso concen-
trare l’informazione sui giovani non
ancora sessualmente attivi. Ma la
matematica fornisce anche altri sug-
gerimenti. Per esempio, quanto
sarebbe utile sottoporre l’intera
popolazione italiana a un test per
l’Aids? Nel nostro paese si stima che
la malattia abbia colpito 15 mila per-
sone (tre ogni diecimila), quindi se il
test avesse un’affidabilità dell’uno
In miniera con
la laurea
Una miniera in Sud
Africa. Grazie
a un modello
matematico
i minatori hanno
la possibilità di
conoscere in
anticipo l'effetto
di un'esplosione:
basta sapere
quante cariche
ci sono, il tipo di
esplosivo e l'ordine
delle detonazioni.
per mille (cioè se sbagliasse dieci
volte ogni diecimila) darebbe rispo-
ste inutili: l’errore sarebbe più gran-
de della diffusione del contagio.
Linee telefoniche. Ogni tanto
anche i matematici finiscono in un
vicolo cieco. Consideriamo un pro-
blema che ha un’evidente applica-
zione pratica: qual è il modo più eco-
nomico per collegare con una rete
telefonica diverse città? Il problema
semplificato (con tre sole città) fu
risolto nel 1837 dal matematico sviz-
zero Jakob Steiner. Secondo Steiner,
anziché unire i due lati più corti del
triangolo, conveniva creare un punto
supplementare e poi unirlo agli altri
tre: dimostrò che il risparmio - per
un triangolo equilatero - era del 12
per cento. Purtroppo, trovare questi
cosiddetti “punti di Steiner” diventa
complicatissimo già con cinque o sei
città, come hanno scoperto i ricer-
catori della At&t, la più grande com-
pagnia telefonica degli Stati Uniti.
E nel 1991, dopo più di vent’anni di
tentativi infruttuosi, il matematico
cinese Ding Zhu Du ha messo la
parola fine alle ricerche, dimostran-
do che il massimo risparmio otteni-
bile con la tecnica dei “punti sup-
plementari” è del 13,34 per cento:
troppo poco per avventurarsi negli
enormi calcoli richiesti dal proble-
ma.
Egiziana
Babilonese
1 2 3 4
1 2
8 9 10
Greca
1 5 10
Romana
1 2 3 4
50
Maya
1 2 3 4
A ogni popolo i suoi numeri Lo zero, che non compare
quasi mai, prende il nome dal latino "zephirum", soffio.
quindi oscillante, e perfettamente
prevedibile grazie a un sistema di
equazioni differenziali.
● Matematica e matematici
La matematica segue i tempi,
dunque. Si modifica e si adatta alle
richieste che le vengono fatte dalla
società, si piega perfino alle mode.
Non c’è da stupirsene. Dopo tutto,
anche i matematici sono esseri
umani e hanno molti difetti: pos-
sono essere cocciuti, di vedute
ristrette e anche meschini. Cocciuti
come quei matematici che dal
Tredicesimo al Sedicesimo secolo
continuarono ostinatamente a
usare i numeri romani, rifiutando-
si di accettare quelli arabi perché
non ne vedevano l’utilità.
Oppure di vedute ristrette come
Leopold Kronecker, che per tutta
la vita osteggiò il collega Georg
Cantor, impedendogli di ottenere
una cattedra all’università di Ber-
lino, per il solo motivo che Cantor
(oggi molto più famoso di Kro-
necker) studiava il concetto di infi-
nito. A Kronecker, invece, l’infini-
to faceva orrore. «Dio ha creato i
numeri interi», ripeteva spesso,
«tutto il resto è opera dell’uomo».
Un ottimo esempio di meschi-
5 6 7 8 9 1 0
3 4 5 6 7
60 600 1000 10 000
100 500 1000 10 000
5 6 7 8 9 10
100 500 1000
5 6 7 8 9 1 0
nità ce lo fornisce invece Gero-
lamo Cardano, che in un suo libro
pubblicò la soluzione delle equa-
zioni di terzo grado, dovuta però a
Nicolò Tartaglia: nel libro, Car-
dano attribuisce correttamente il
merito a Tartaglia, ma non parla
della solenne promessa fatta al col-
lega di non divulgare il segreto.
I matematici di oggi non sono
diversi: a volte geniali, ma sempre
inseriti nella società. E in una so-
cietà dominata dal computer, non
poteva mancare una generazione
di matematici che si servono del
calcolatore per provare i loro teo-
remi grazie a metodi numerici,
senza però fornire una dimostra-
zione teorica (provando e riprovan-
do, un risultato alla fine si ottiene!).
C’è chi va controcorrente. Ar-
turo Sangalli, matematico del
Champlain Regional College, in
Canada, sostiene che l’uso dei
computer toglierà addirittura agli
studenti la capacità di comprende-
re il significato dei calcoli che svol-
gono. «Da quando ci sono i calco-
latori, la maggior parte della gente
non si rende nemmeno conto di
usare la matematica» dice, «e forse
crede di non averne bisogno». ■
MauroGaffo
Radici
secolari
Un'altra celebre
equazione, quella di
terzo grado "ridotta":
fu risolta solo nel
Cinquecento.
Focus 95
Animali

N
elle nebbie di una palude
del Mesozoico, una testa
emerge dall’acqua e len-
tamente si avvicina alla
riva. Un corpo scuro ricoperto da
un guscio corazzato si allunga sul
fango e arrancando si mette all’
asciutto. Sono passati duecento
milioni di anni, ma da allora le
testuggini non sono molto cam-
biate, anche se i dinosauri, loro
contemporanei, sono scomparsi e
il grande e unico continente Pan-
gea, sulle coste del quale vivevano,
si è nel frattempo fratturato in cin-
que continenti. Si sono solo un po’
evolute, adattandosi a quasi tutti
gli ambienti, acquatici e terrestri,
differenziandosi in gruppi esclusi-
Cattiva di nome e di fatto vamente carnivori, con animali
Una "Tryonix ferox" spunta dall'uovo. Vive cacciatori e altri vegetariani.
sepolta nel fango o sotto il pelo dell'acqua. Proprio questa adattabilità e
questa capacità di cambiare la
dieta ha permesso alle testuggini
Carne pregiata per i ristoranti di superare indenni i cataclismi che
Mille gusci di testuggine alligatore raccolti da Al hanno sterminato la maggior parte
Redmond, un "cacciatore pentito" della Georgia (Usa). dei rettili, un tempo numerosi sulla
Terra. Neppure la scelta di posse-
dere una corazza deve essere stata
casuale: il guscio scoraggia ogni
genere di predatore, è un buon
ombrello contro i raggi ultravio-
letti e in caso di caduta protegge il
corpo. In questo modo, tra l’altro,
le testuggini hanno potuto evitare
di sviluppare un comportamento
offensivo nei confronti degli altri
animali, preferendo limitarsi alla
sola difesa, con un risparmio netto
di energia a tutto vantaggio della
sopravvivenza della specie.
Ne sono rimaste
solamente
250 specie
Unica loro arma è il becco cor-
neo, un perfetto sistema di taglio,
azionato dai muscoli mascellari:
non tutte le specie possono ritirar-
Una chrysemys di Suwannee si interamente all’interno del
nuota in un corso d'acqua dolce guscio, e proprio quelle che ne
della Florida, negli Stati Uniti. hanno uno ridotto sono di solito
Depone le uova nel fango le più aggressive.
del fondo a piccoli gruppi.
Arrivati fino ai tempi moderni
senza problemi, adesso però i Te-
studinati (il termine indica l’ordine
al quale questi animali apparten-

Lentissima,
E' comparsa prima dei dinosauri. Ma
adesso l'uomo ne mette in pericolo
l'esistenza. Si salverà la testuggine?
gono) si sono ridotti a 250 specie, e
il novanta per cento di queste ha
un futuro a rischio. Anche se local-
mente alcune popolazioni sono
abbondanti, sono infatti esposte a
tracolli improvvisi. Come mai? In
realtà è da quando l’uomo ha fatto
la sua comparsa che sono iniziati i

robustissima, antichissima
tempi duri. Pur appartenendo alla
classe dei rettili, che di solito non
riscuotono grandi simpatie, tutte
le tartarughe sono molto amate,
siano queste marine (le tartarughe

▼
vere e proprie), sia si tratti di te-

Focus 96 Focus 97
Tre anni di
intense cure
prima di poter
essere liberata
in natura
stuggini palustri o terrestri. Ma
▼
l’amore non è sempre disinteres-
sato. La carne e le uova per alcune
popolazioni sono stati alimenti
insostituibili. Le testuggini palu-
stri erano addirittura uno dei pochi
piatti ammessi dalla Chiesa di
venerdi, e in Sicilia e Toscana si
tramandano ricette di ragù e stu-
fati cucinati con la loro carne.
Le testuggini di terra dei paesi
tropicali erano invece considerate
un’ottima riserva di carne fresca
per i lunghi viaggi in mare: bastava
lasciarle sul ponte della nave,
anche per mesi, e macellarle al
momento dell’uso. Non si muove-
vano, non avevano bisogno di cibo,
ma solo di qualche goccia d’acqua.
Nel nostro Paese
ne arrivano migliaia
di contrabbando
Adesso l’insidia maggiore è però
rappresentata dal collezionismo e
dall’allevamento come animale da
compagnia. Nella sola Milano i
possessori di testuggini terrestri e
acquatiche sono più di 10 mila e
ogni anno nel nostro Paese entra-
no quasi 300 mila piccole chryse-
mis, che provengono dal conti-
nente americano. I prezzi sono
convenienti. Per sole 30 mila lire si
possono poi acquistare le grap-
temys, che hanno una livrea parti-
colarmente appariscente, 150 mila
lire costa una mata-mata (Chelus
fimbriatus), una specie con il corpo
sgraziato, originaria dei fiumi
amazzonici, che può superare i 40
centimetri di lunghezza e si nutre
esclusivamente di piccoli pesci.
Cifre ancora più alte infine per la
testuggine a collo di serpente
(Chelodina longicollis) australia-
na. «Molte vengono raccolte diret-
tamente nei luoghi d’origine,
nonostante il commercio sia vie-
tato dai regolamenti della Cites (la
convenzione sul commercio delle
specie protette)», dice Riccardo
Jesu, studioso di tartarughe. «Il
prelievo più massiccio è stato fatto
in Marocco dagli anni Cinquanta
agli Ottanta. I pastori portavano
le testuggini ai centri di raccolta,
Focus 98
Il più antico dei rettili
Un aiuto artificiale
per la lunga cova
Le uova vengono
Ltartarughe,
’evoluzione dei rettili, il genere
al quale appartengono tutte le
è iniziata nel Car-
rocce del Triassico (200 milioni di
anni fa) forme simili sia alle tarta-
rughe marine, sia alle testuggini
siglate con la data
della deposizione
bonifero, circa 300 milioni di anni
fa, quando un gruppo di anfibi
abbandonò gli ambienti acquatici e
tuttora viventi. Erano animali mari-
ni, palustri e terrestri, e avevano la
stessa disposizione delle lamine
e messe in incubatrice.
Si schiuderanno
tutte a settembre.
iniziò la conquista della terra: la
prima cosa che fecero fu imparare
ossee sul carapace e sul piastro-
ne. Molti si sono estinti nel Pleisto-
a sviluppare vere e proprie uova,
con un guscio in grado di proteg-
gere l’embrione dalla disidratazio-
cene (3 milioni di anni fa), ma due
gruppi, i criptodiri e i pleurodiri,
sopravvivono ancora.
ne. Gli antenati delle
tartarughe, che deriva-
no da un ramo di que-
sto ceppo originario,
sono quindi precedenti
ai dinosauri: i primi fos-
sili risalgono al Permia-
no (circa 230 milioni di
anni fa), e si tratta di
piccoli scheletri trovati
in Sud Africa, con una
Una tartaruga viene struttura difensiva che
disinfettata: assomiglia a quella del-
l'unico sistema le tartarughe di oggi. In
è quello di Germania, invece, sono Un fossile di "Meiolania platyceps",
immergere l'intero Da tre a cinque uova per ogni femmina rimaste incastonate in una tartaruga cornuta del Pleistocene.
animale in un
bagno antisettico. Un controllo preventivo viene fatto su ogni riproduttrice: gli animali
vengono pesati, misurati e catalogati nelle varie fasi di vita.
dove le donne avevano il compito vicino al lago di Garda, pescatori
di togliere dal corpo degli animali allibiti si sono trovati all’amo una
tutte le zecche, un parassita fasti- tartaruga azzannatrice (Chelidra
dioso che può colpire anche l’uo- serpentina), una testuggine palu-
mo. Poi venivano spedite nel Nord stre nordamericana che può rag-
In Francia Europa e qui, molto spesso, veni- giungere i 60 centimetri di lun-
vano donate ai bambini come ani- ghezza per più di 80 chili di peso,
male da compagnia. Una pessima con una abitudine particolare:
Una clinica in Provenza scelta: zecche a parte, le testuggini tenta di mordere ogni cosa che le
dove si riparano i gusci hanno malattie virali e batteriche, capiti a tiro. In quasi tutti i nostri
A sinistra, una testuggine e alcune di queste si possono tra- corsi d’acqua poi nuotano libere
vittima di un tosaerba. smettere anche all’uomo». le chrysemys, che si sono adattate
La fessura viene riempita Meglio sarebbe quindi lasciarle benissimo al nostro clima. La loro
con una resina di poliestere nel loro ambiente. Qualcuno, o naturalizzazione però potrebbe
che vetrifica la superficie.
In un anno in media vengono perché convinto di questo princi- mettere in serio pericolo l’italia-
curati 300 animali: i casi pio, o perché spaventato dalle nissima Emys orbicularis che occu-
più frequenti sono proprio dimensioni raggiunte dalla “tarta- pa la sua stessa nicchia ecologica.
le fratture, seguite rughina” dopo qualche anno, se
da bronchiti e ascessi. La libertà dopo la guarigione ne è liberato in modo sbrigativo. Per proteggerle
Una testuggine ormai guarita. Sul guscio viene fissato E’ così che nel 1989 e nel 1990 in dieci centri
un emettitore di onde radio: servirà a seguirne le tracce. due punti diversi, uno sul fiume in tutto il mondo
Adda (presso Lodi), il secondo
Per quanto onnivore ed estre-
mamente duttili nelle loro abitu-
In Florida In Italia Questa corazza le protegge da milioni di anni dini, le testuggini infatti hanno un
ruolo ben preciso nel ciclo biolo-
Una fotocopia
per distinguerle
32 ettari nella
Maremma R esistente al morso di ogni pre-
datore, ma nello stesso tempo
elastica e in grado di accompagna-
tuito di due materiali diversi: osso e punti di debolezza della struttura,
una sostanza cornea prodotta dalla come le saldature tra le placche
pelle. Le placche ossee sul dorso ossee, si allargano con la crescita, si
gico. Quelle terrestri sono vegeta-
riane e brucano le piante. Così
Al laboratorio Le piscine di re la crescita e le modficazioni del sono disposte longitudinalmente: usurano e si rinnnovano in conti- facendo aiutano la rigenerazione
di ecologia di riproduzione del corpo che deve contenere: la coraz- una serie è attaccata alle vertebre, nuazione. del manto vegetale e, in particola-
Savannah River centro Carapax, za delle testuggini e delle tartarughe due sono colle- re nella macchia mediterranea,
hanno adottato dove vengono è il segreto della loro sopravvivenza. gate al- le impediscono che si diffondano
questo sistema ricoverate tutte Sembra un pezzo unico, ma in realtà costole e due incendi. Le palustri, carnivore che
per ritrovare le le tartarughe è formata da due parti distinte: quel- sono laterali, passano la maggior parte della loro
graptemys dopo il dell'area la superiore, che si chiama carapa- mentre sul ven- vita in acqua dolce e hanno lo stes-
rilascio in natura: mediterranea. ce, e una che si trova a contatto tre ce ne sono
il disegno che con il ventre, detta piastrone. quattro paia so compito degli spazzini: ripuli-
compare sul guscio Carapace e piastrone possono esse- simmetriche e scono le paludi nutrendosi di in-
è una specie di re saldati tra di loro per formare una una asimmetri- vertebrati, girini, pesci morti o
impronta digitale. struttura rigida oppure possono ca. Le scaglie moribondi, cadaveri di altri ani-
essere collegati con legamenti ela- cornee (o in al- mali. La loro riduzione dipende
stici e cartilaginei che permettono cuni casi solo La ricostruzione dello scheletro e del guscio anche dall’inquinamento delle
una certa mobilità. Il guscio è costi- pelle) coprono i di una tartaruga di Hermann. acque, per esempio in Pianura
▼
Padana, e dalla riduzione delle
Focus 99
Le più belle sono diventate
pezzi da collezione scambiati
in tutto
il mondo
▼
zone paludose dovuta alle grandi
bonifiche delle Paludi pontine e
della Maremma toscana.
Ma c’è qualcuno che si occupa
di loro? In realtà in tutto il mondo
dieci centri di importanza interna-
zionale, oltre a una serie abba-
stanza nutrita di laboratori di ricer-
ca universitaria, si sono già dedicati
allo studio delle testuggini per
favorirne la ridiffusione in natura.
«Negli Stati Uniti sono molto im-
portanti quelli delle paludi della
Florida, dove le specie sono mol-
tissime. In Amazzonia invece si è
riusciti a riprodurre la bellissima
tartaruga carbonaria, mentre un
grande successo è la nascita, in
Madagascar, di una trentina di pic-
coli della specie più rara del
mondo, l’Apherochelis yniphora,
ormai limitata a una decina di
esemplari», dice Jesu, che è anche
responsabile scientifico dell’unico
centro italiano per l’allevamento
e la protezione di testuggini e tar-
tarughe, il Carapax, che si trova
nei pressi di Massa Marittima. Al
Carapax hanno riunito oltre 2.500
testuggini tipiche del bacino del
Mediterraneo, ospitate in cento
recinti. E’ uno dei tre centri del
genere esistenti in Europa. Gli altri
due sono in Spagna, nel parco di
Coto Doñana, e in Francia, in
Provenza. «I centri allevano gli
adulti, li curano, li mettono nelle
migliori condizioni per accoppiar-
si e per poter avere una prole nu-
Italia: chi c'è dietro casa, ai bordi del bosco o sulle rive di un ruscello
N el nostro Paese ci sono di-
verse specie di testuggini
terrestri e palustri:
● La testuggine di Hermann
o testuggine comune (Testudo
hermanni), è la più diffusa. Lo
scudo è lungo da13 a 20 cen-
timetri, la punta della coda ha
un astuccio corneo fatto a unci-
no. Si trova in quasi tutte le
regioni che si affacciano sul
Tirreno, in Puglia e nelle isole
maggiori. Gli esemplari dell’
Italia settentrionale sono sfug-
giti da allevamenti e arrivano
per lo più dai Balcani.
● La testuggine moresca o
greca (Testudo graeca) ha un
carapace lungo da 15 a 20
Focus 100
Si distingue a naso
La testuggine muschiata,
"Sternotherus odoratus",
ha un odore molto penetrante.
Si alleva in acquario
La "Chrysemys concinna" si è
adattata anche ai nostri climi:
una sua parente vive a Milano,
nel fango dell'Idroscalo.
centimetri, e ai lati della coda ci
sono due protuberanze a forma
di cono. Ha piccole popolazioni
in Sardegna e Sicilia, mentre
individui isolati si trovano anche
in altre regioni. Gli animali in
commercio arrivano da Turchia
e Nord Africa.
● La testuggine marginata
(Testudo marginata), è più
grande: il carapace, lungo da
30 a 35 centimetri, è legger-
mente scampanato nella parte
posteriore. Vive allo stato natu-
rale solo in Sardegna e in limi-
tate località della Maremma
grossetana.
● La testuggine palustre
(Emys orbicularis) ha un guscio
Linee e merletti
La "Graptemys nigrinoda",
una testuggine di acqua dolce,
va letteralmente a ruba.
American graffiti
La testuggine-scatola
"Terrapene carolina". Viene
ricercata per i disegni
e i colori del suo guscio.
di 13-18 centimetri, con una
forma simile a un ellisse, nero o
verde con punteggiature o linee
gialle. E’ acquatica ed è diffusa
nelle regioni padane orientali,
nelle tirreniche centrali e nelle
isole maggiori.
● Per conoscere le tartarughe
italiane e di altre regioni e
osservarne le abitudini nell’
ambiente naturale, si può visi-
tare l’unico centro italiano di
conservazione, il Carapax di
Massa Marittima (Grosseto),
aperto dalla primavera all’
autunno. Per informazioni e per
la prenotazione delle visite:
telefono 0566/940083, fax
0566/902387.
merosa. Quando è possibile non
prelevano gli animali in natura, ma
li ritirano presso i privati che non li
possono più tenere. La legge attua-
le infatti ne vieta la cattura, il com-
mercio e la detenzione. Gli ani-
mali vengono suddivisi secondo
aree geografiche di provenienza e
tenute isolate tra loro nei recinti
di riproduzione», continua Jesu.
I nemici naturali
uccidono solo
le più piccole
«Molte di queste iniziative si
autofinanziano, ma il lavoro che si
svolge all’interno dei centri può
essere seguito in tutte le fasi anche
dal pubblico», sottolinea Corinne
Di Trani, naturalista, del centro
provenzale di Var. Qui si occupa-
no della testuggine di Hermann,
uno dei più antichi animali del cen-
tro Europa (risale a 35 milioni di
anni fa), e, con ottanta anni di vita
media, tra i più longevi.
I piccoli devono essere allevati
in cattività fino a quando hanno
un età che va dai tre ai sei anni,
fino a quando cioè la loro corazza,
da principio fragile, si irrigidisce e
diventa una vera e propria arma
di difesa. Non sono molti gli ani-
mali che predano le testuggini, ma
in caso di bisogno volpi, corvi e
cinghiali non disdegnano le più
giovani. C’è anche un caso di pre-
dazione nei riguardi degli adulti.
In Grecia e Jugoslavia le aquile
reali utilizzano una tecnica parti-
colare: afferrano le testuggini e le
scagliano contro le rocce per spac-
carne il guscio. Nulla in confronto
all’aggressività dell’ uomo, ma se le
iniziative per proteggerle si molti-
plicheranno forse le testuggini riu-
sciranno a superare indenni anche
il prossimo milione di anni. ■
Vincenzo Ferri
Era la più diffusa
La "Emys orbicularis" in acqua cerca
il cibo, si accoppia e cerca rifugio.
 Milioni di volumi
potrebbero sgretolarsi
nei prossimi cinquanta
anni. Colpa della carta
scadente e dell’inquinamento

Se i libri
muoiono
G
li americani li hanno ri- no il 40 per cento dei 130 milioni di Maniere
battezzati slow fires, fuo- volumi presenti nelle biblioteche
chi lenti: sono quelli che, di Stato sia in condizioni precarie. forti
senza fiamme né fumo, Le cause del fenomeno sono no- Un sistema
avanzano comunque inesorabili te: il grande aumento della produ- di tiranti
per distendere
tra gli scaffali, divorando ogni zione libraria degli ultimi 150 anni le pagine di
anno milioni di libri custoditi nelle ha avuto come effetto l’impiego di un libro antico,
biblioteche di tutto il mondo. L’ carta industriale sempre meno raf- raggrinzite
effetto finale è devastante: al pri- finata, soprattutto più acida, desti- dall’umidità.
mo tocco i volumi contagiati si nata dunque a una veloce corro- L’acqua infatti
sbriciolano come foglie secche. Per sione. Si aggiungano poi i danni di penetra nella
questo nella Bibliotèque Nationale un ambiente di conservazione no- carta agendo
di Parigi, su due milioni di libri civo, l’appetibilità della cellulosa sui legami tra
stampati dopo il 1875 ben 75 mila da parte di insetti e microorgani- le molecole
di cellulosa,
sono definitivamente perduti e smi, l’inquinamento atmosferico e alterandoli.
▼

anche in Italia si calcola che alme- in costante crescita. Risultato? E’

Non amano
la luce
Nella Biblioteca
Nazionale di
Vienna i libri
non vengono
esposti a
illuminazione Camera a gas
artificiale per muffe e batteri
violenta, né La disinfezione
direttamente di vecchi libri con
ai raggi aldeide formica
del sole. La o bromuro di metile
carta è infatti (che sono però
composta di altamente tossici
materia organica, per l’uomo).
sensibile agli
agenti fisici.

Focus 102
Focus 103
 Le cattedrali
del sapere
Library of Congress,
Washington:
raccoglie 97 milioni
di volumi (in 470
lingue) su 851
chilometri di
scaffali. Risale
all'inizio del secolo
Se il clima è scorso.
Biblioteca
Apostolica
caldo e umido Vaticana, Città del
Vaticano: possiede
sugli scaffali alcuni dei mano-
scritti più celebri
del mondo, come la
si annidano Divina Commedia
annotata dal
Boccaccio, nonché
insetti e muffe il primo libro a
stampa, la Bibbia di
Gutenberg (1455).
British Library,
sotto gli occhi di tutti: le pagine
▼

Londra: costruita
imbruniscono in fretta, l’inchiostro nella prima metà
perfora la carta, compaiono il dell’Ottocento, oggi
foxing (macchiatura a leopardo sta per essere
delle pagine), le muffe e spesso trasferita in una
anche qualche “pesciolino d’argen- nuova sede, in fase
to”, un insetto che ama particolar- di costruzione.
Nella British Library
mente l’umidità, di giorno si na- Carl Marx
sconde dietro a quadri e scaffali e scrisse il Capitale.
di notte esce per cibarsi di carta, Vienna, National Bibliotek Parigi, Bibliotèque Nationale Bibliotèque
colla e fotografie. Nationale, Parigi:
Così si sta sgretolando quel fra- nel 1995 sarà
gile castello di carta che è il patri- trasferita nel nuovo
monio universale della parola scrit- palazzo di torri di
ta: mentre i testi più antichi pos- cristallo progettato
sono resistere anche per duemila da Dominique
Perrault.
anni senza la minima scalfittura, Biblioteca Lenin,
ai libri moderni già danneggiati Mosca: specializza-
restano soltanto, secondo gli stu- ta in pubblicazioni
diosi, da un minimo di dieci a un scientifiche,
massimo di cento anni di vita. raccoglie tuttavia
Nei laboratori dell’Istituto cen- anche tutte le altre
trale per la patologia del libro di opere del periodo
Roma, un ente di ricerca pratica- sovietico (era
mente unico al mondo, si studiano l’unica biblioteca
nazionale).
le cause del degrado della carta e National Bibliotek,
delle legature e, di conseguenza, Vienna: fondata nel
le tecniche più adatte al restauro. 1723 in un'ala della
«Il peggioramento della qualità residenza reale,
della carta è iniziato verso la metà oggi contiene sette
dell’Ottocento, quando è stata milioni di pezzi.
introdotta come materia prima, al Biblioteca del
posto degli stracci di cotone, lino e Monastero di
canapa fino ad allora utilizzati, la Strahov, Praga:
risale al 1783,
pastalegno», spiega Maria Grazia ospita 130 mila
Plossi, direttrice del laboratorio volumi, compreso
chimico. «Mentre nel cotone la cel- un Evangelario del
lulosa si trova infatti quasi allo sta- IX secolo.
to puro, garanzia dunque di una Biblioteca di
carta durevole, nel legno sono pre- Alessandria
senti invece alcune sostanze incro- d’Egitto: sta per
stanti, come la lignina, che invece rinascere la mitica
la rendono deperibile». biblioteca voluta
dal re Tolomeo II
Insomma, se oggi i libri si sgre- Filadelfo nel III
tolano nel giro di pochi decenni lo secolo avanti Cristo
si deve, in primo luogo, agli attac- Washington, Library of Congress per raccogliere tutti
chi degli agenti chimici, che agi- Praga, Monastero di Strahov i libri del mondo e
scono sulla lunga catena di mole- andata distrutta in
cole di glucosio che formano la un incendio.

Focus 104 Focus 105


Il problema
è moderno.
Fino al 1850 la carta era poca
ma pura, e più resistente
cellulosa, rovinandola o spezzan-
▼
dola irreparabilmente.
Ma notevoli sono anche le alte-
razioni biologiche: «In biblioteca
si possono trovare almeno una
decina di specie di insetti e due-
cento di microorganismi», confer-
ma la dottoressa Fausta Gallo dell’
Istituto: «Dopo la catastrofica allu-
vione di Firenze del 1966, per
esempio, durante la quale oltre un
milione e duecentomila libri e gior-
nali della Biblioteca Nazionale
Centrale sono stati gravemente
danneggiati, è stato necessario
intervenire con ossido di etilene e
formaldeide, proprio per disinfet-
tare i volumi intrisi di acqua e
fango e arrestare così lo sviluppo
di microorganismi».
Per tenere lontani insetti e mi-
crobi l’Ifla, cioè l’associazione in-
ternazionale dei bibliotecari, sug-
gerisce una serie di condizioni
ambientali ideali, tra le quali una
temperatura compresa tra i 16 e i
20 gradi centigradi e un’umidità
relativa compresa tra il 40 e il 65
per cento. Anche polvere, area-
zione insufficiente, illuminazione
irrazionale vanno il più possibile
tenuti sotto controllo.
Quando invece l’infezione si è
Legatura
da rifare
Una copertina
viene integrata
con materiale
nuovo, ma
evitando di
stravolgere la
struttura
originale del
libro, che in
ogni caso va
studiata e
rispettata.
Focus 106
La cellulosa Cinque regole da seguire in casa
è cibo gradito
Due libri (in questa
foto e a sinistra)
divorati dalle termiti,
Tcompresa
emperatura: l’idea-
le è che sia sempre
tra i 18 e il
l’umidità in eccesso.
Pulizia: la polvere è
molto nociva perché
re, i colori e gli inchio-
stri.
Controlli : almeno una
la cui azione è 23 gradi centigradi (o, contiene scorie e bat- volta all’anno i libri,
subdola: agiscono tutt’al più, di cinque teri che alla lunga di- specie se conservati
su materiale non gradi superiore o infe- sgregano la carta. in luogo chiuso, an-
esposto alla luce. riore). Caldo e umidità Luce: non deve mai drebbero "aerati".
troppo elevata attrag- superare i 150 lux
gono insetti come i
"pesciolini d’argento",
(unità di misura dell’il-
luminazione di una su-
divoratori di carta. perficie) e comunque è
Umidità relativa: com-
presa tra 50 e 65 per
bene che non sia diret-
ta ma diffusa e calda
cento. Chi tiene i libri
chiusi in armadio, do-
vrebbe porre dei sac-
(ideale il neon). I libri
non andrebbero mai
conservati in vetrine, né
chetti di gel silicio sui
ripiani per assorbire
esposti al sole, perché
scolorisce le legatu-
già sviluppata, «ricerche recenti danneggiano gravemente i libri». sor Antonio Zappalà, docente di
consigliano l’uso, per la sterilizza- Nella Biblioteca Nazionale di Restauro del libro all’Università
zione dei libri, dei raggi ultravio- Roma sono raccolti infatti oltre 4 di Udine. «Si pone cioè sulla pagi-
letti e dei raggi gamma», spiega milioni e mezzo di stampati, anco- na degradata un velo di carta giap-
Fausta Gallo. «Ma finora in Italia ra tutti a disposizione del pubblico, ponese (che è molto pura, ha fibre
non sono ancora stati impiegati ma bisognosi di cure continue. Per lunghe e alta trasparenza), che vie-
perché non esistono dati sufficien- restaurare tempestivamente tutto ne incollata con una resina sinteti-
ti sugli effetti collaterali che essi il materiale danneggiato occorre- ca assolutamente compatibile con
producono su carta, pelle, adesivi e rebbero circa due miliardi di lire il materiale originale. Negli Usa
inchiostri. Così ci si limita all’uti- l’anno, mentre lo stanziamento del invece utilizzano la tecnica dell’
lizzo di mezzi chimici». Che co- ministero ammonta a circa 200 incapsulation, cioè chiudono il fo-
munque necessitano di tutte le pre- milioni, che vengono quindi utiliz- glio in una busta di terilene sigilla-
cauzioni possibili, perché i più zati per soccorrere i libri in peg- ta ai margini con nastro adesivo
efficaci (bromuro di metile, aldei- giori condizioni di "salute", restau- speciale. Ma il terilene, che è un
de formica, ossido di etilene) sono randoli e controllandone poi pe- materiale plastico, non consente
anche altamente tossici per l’uomo riodicamente le variazioni di ph la circolazione di aria e facilita
e per l'ambiente. (cioè l’acidità). Per il resto in tutte quindi lo sviluppo di muffe».
Anche i libri, come gli uomini, le sale sono disposti termoigrogra-
vivrebbero insomma molto più a fi che misurano il tasso di umidità Usando il tannino
lungo in una “casa ecologica”, che dell’ambiente. In tutto l’edificio Angelo Maj rovinò
ne rallentasse malattie e invec- esiste infatti una sola camera con- celebri manoscritti
chiamento: «Un’occasione pur- dizionata, cioè a temperatura e
troppo mancata è stata la costru- umidità costanti: è quella dove Dopo la velatura si procede alla
zione della Biblioteca Nazionale sono raccolti i microfilm-copia di deacidificazione, che consiste nell’
Centrale di Roma, negli anni tutti i manoscritti conservati nelle immersione dei fogli in una solu-
Sessanta», racconta Maria Gio- biblioteche italiane. zione di bicarbonato di calcio.
vanna Rak, direttrice del Labo- Ma come si salvano, in definiti- Seguono poi le fasi di sbianca-
ratorio di restauro. «Si sarebbero va, i libri ammalati? L’Italia, per mento delle eventuali macchie con
potuti seguire criteri davvero quanto carente nella tutela, si rive- sostanze a base di ipoclorito di
moderni, e invece sono stati utiliz- la invece all’avanguardia nelle tec- sodio, mentre l’ingiallimento si eli-
zati vetro e cemento: ma i mattoni niche di restauro: «La più consoli- mina con un semplice lavaggio in
sarebbero stati ben più utili per data è la cosiddetta velatura, a acqua. Ogni fase richiede eviden-
frenare le escursioni termiche che secco o a umido», spiega il profes- temente una cura estrema, per evi-
▼
Danni dell’incendio del 1904 nella biblioteca di Torino. Carta moderna sbriciolata dagli insetti a Tubinga.
I “medici” al lavoro La chimica
sulle pagine
Un bagno
vitalizzante
Tecniche
antiche
Intervento Nell’Istituto Un lavaggio Si ricuce a
col bisturi centrale per la in acqua a mano il dorso
Si lavora sui patologia del volte è di un libro. I
margini corrosi libro si indaga sufficiente procedimenti
di uno spartito sulle cause del per togliere di restauro
musicale. degrado della l'ingiallimento. sono tutti
La carta carta. Tra L’acidità artigianali,
utilizzata queste c’è viene invece il personale
è giapponese, la collatura a eliminata specializzato
tratta da abaca, base di allume, con immersioni in Italia è
e da altre piante che presenta in bicarbonato scarso, e
orientali, che tracce di acido di calcio, che i libri da
hanno fibre solforico, non danneggia curare sono
molto lunghe. acidificante. l'inchiostro. 130 milioni.
Focus 107
 Ricche sale
L’unica italiane
Una sala della
speranza Biblioteca
Palatina di
Parma, del 1769,
è la carta che ospita
oltre 500 mila
volumi. Le
"alcalina". Costerà di raccolte italiane
più ricche sono
meno, e durerà di più tuttavia quelle
della Biblioteca
Nazionale
centrale di
tare conseguenze irreparabili: il dello stesso metallo.
▼

Firenze e della
danno più celebre, storicamente, Risultato: le pagine Nazionale
vide come protagonista il gesuita e si annerirono com- centrale di Roma.
bibliotecario Angelo Maj, che ai pletamente.
primi dell’Ottocento, nel tentati- Oggi non potrebbe più accade- circa 130 milioni di libri ). zioni chimiche esplosive». Un’altra
vo di ravvivare l’inchiostro dei pa- re, perché il principio base del mo- «L’obiettivo che ci proponiamo tecnica è quella proposta da Ri-
linsesti (ossia manoscritti di per- derno restauro è che ogni inter- è infatti l’applicazione di “tecni- chard Smith della Biblioteca di
gamena che venivano riutilizzati vento sia comunque reversibile. che di massa”», spiega Zappalà. stato del Canada, nella quale si a-
raschiando via l’inchiostro), ne Il problema semmai è che i costi «Nella Library of Congress di Wa- dopera, al posto del gas, un sol-
spennellò alcuni con il tannino. In del restauro sono altissimi (la tarif- shington, per esempio, già appli- vente, il metil carbonato di metos-
questo modo riuscì effettivamente fa dei laboratori è di 30 mila lire cano la deacidificazione di massa, simagnesio. In Italia tali tecniche
a leggere la vecchia scrittura, per- l’ora e un libro può richiedere an- che consiste nel trattare un mi- sono attualmente in fase di studio.
ché il tannino fa presa sul ferro che che due mesi di lavorazione) e il gliaio di libri alla volta, sottopo- Il problema potrebbe però esse-
è alla base dell’inchiostro. Ma il personale assolutamente insuffi- nendoli all’azione del dietilzinco, re risolto “a monte”, producendo
religioso non poteva sapere che ciente (nelle strutture pubbliche una sostanza gassosa che va impie- una carta cosiddetta “alcalina”,
anche l’intero foglio di carta con- sono solo un centinaio i tecnici gata in celle chiuse e dove sia stato che contenga cioè già in origine
teneva una minima percentuale qualificati, per complessivamente creato il vuoto, onde evitare rea- quel bicarbonato di calcio che oggi
invece si utilizza per deacidificarla.
I produttori sono in parte d’accor-
do: questa sostanza potrebbe sosti-
Quando i libri vanno in convento tuire per esempio il caolino, che
oggi si aggiunge nell’impasto, con
Un monaco nel un risparmio del 5-10 per cento. Il
N ei conventi e nelle ab-
bazie d’Italia si trova-
no alcuni dei più importan-
convento de La
Verna, Arezzo.
costo gravoso sarà tuttavia quello
della riconversione dei macchina-
ti laboratori di restauro del ri: in Usa dal 30 al 40 per cento
libro antico. Questi infatti della produzione è già stata tra-
sono sorti là dove vengono sformata, mentre in Italia si stanno
custoditi preziosissimi codi- attivando le cartiere Miliani di
ci, per lo più vergati a ma-
no dai monaci benedettini Fabriano e altre minori.
nel corso di Medioevo e
Rinascimento. Presto l'industria
Nel Convento di Santa seguirà nuove
Giustina a Padova, per e- norme di produzione
sempio, i volumi miniati dai
benedettini Cristoforo Cor- L’allarme è comunque già scat-
tese e Anton Maria da tato in ambito internazionale: nel
Villaford (ma anche i ma- il laboratorio di restauro ad mese scorso è stata infatti codifi-
noscritti armeni del XIII essa collegato.
secolo e i corali del XV) cata dall’Iso (International stan-
Tra l'altro l'abbazia ospita,
dard organization) la nuova nor-
sono costantemente cura- nel chiostro grande, un bel Ora et mativa sulla produzione di carta
ti dalle esperte mani di ciclo di affreschi sulla Vita labora
padre Ermenegildo Bia- di San Benedetto, realiz- durevole, nella quale si elencano
setto. Il monaco non è un zato da Luca Signorelli e Sopra, alcuni standard ottimali, come per
semplice artigiano, ma lavo- dal Sodoma tra il 1497 e il Padre esempio un’acidità compresa tra
ra in stretta collaborazione 1506, motivo di grande Biasetto ph 7,5 e 10, la totale assenza di
con l’Università di Padova per richiamo turistico. controlla la metalli tipo ferro e rame, un buon
sperimentare nuovi metodi Molto famoso (è uno tra i essiccatura
di un volume grado di resistenza alla piegatura e
di sterilizzazione e risana- più importanti d'Italia) è
mento del libro. Sua l’inven- geografico all’ingiallimento.
anche il laboratorio di re-
zione, tra l’altro, della In- stauro dell’Abbazia di Pra- nel convento Queste norme comunque non
termatic, un macchina in glia (Padova), che sorge di Santa hanno carattere legislativo e quin-
grado di integrare carta alle pendici dei colli Eu- Giustina. di impositivo, ma solo volontari-
nuova nei fogli corrosi. ganei. Accanto, in bella po- Accanto, stico: spetta agli industriali, spon-
L’Abbazia rinascimentale sizione panoramica, è la la biblioteca taneamente, riconoscerne il valore
toscana di Monte Oliveto, chiesa rinascimentale dell' del convento e applicarle. Ed è bene che lo fac-
si trova sui colli senesi, ed Assunta. di Monte ciano al più presto perché, contra-
è nota soprattutto per la Tutti questi laboratori, su Oliveto,
a Siena. riamente a quanto dice il prover-
sua biblioteca di codici richiesta, possono essere
miniati del XV secolo e per bio, scripta volant. ■
Cristina Mochi

Focus 108
L'incontro - Ardito Desio
Attrazione fatale per le montagne dell’Asia previsto. Ma questo non ha allon-
1929, Unduras, Pakistan: una pausa durante la prima tanato il pericolo. Anzi. Moltissima
Dalle Alpi spedizione sul Karakorum. Ardito Desio, il primo a destra, gente non si rende conto che il
alle piramidi è seduto al tavolo con il duca di Spoleto (il terzo da sinistra). limite principale è fisico. Non si
Ardito Desio, oggi, arriva a 8 mila metri senza essere
nella sua casa sicuri che il proprio corpo regga lo
di Milano. In sforzo e la rarefazione atmosferica
questa città ha di quella altitudine. Poi, a mio
fondato parere, ci sono troppi gruppi. Ai
la facoltà di miei tempi per andare sulle mon-
geologia nel 1931. tagne asiatiche bisognava chiedere
permessi e seguire percorsi buro-
cratici lentissimi. Adesso sembra
La Stampa il giorno turismo di massa: nell’estate appe-
della conquista del K2. na trascorsa sull’Everest sono arri-
vate otto spedizioni diverse. Il
Una vita campo base era affollatissimo, e la
intorno al mondo spazzatura prodotta da tutta que-
sta gente sta diventando un pro-
blema davvero serio.
Il ritorno D a Palmanova, dove Desio è
nato, le cime delle Alpi
Giulie e delle Carniche sono Ora lei si sta occupando
da vincitore vicinissime. E’ qui che inizia,
Desio nel 1955, della Piramide...
giovanissimo, la sua attività In realtà io sono il presidente
a Skardu, sulla via alpinistica. Laureatosi in scien-
del ritorno dopo del comitato organizzativo. E’ il
ze naturali, viaggia molto, so- laboratorio scientifico più alto del
la vittoria del K2. prattutto Asia e Africa, per
Separatosi dagli effettuare ricerche in geologia mondo e si trova nel parco nazio-
alpinisti, ha finito e paleontologia. Nel 1954, nale nepalese di Samarghata, a
i rilievi geologici venticinque anni dopo la prima poca distanza dalla cima dell’
e geografici. spedizione sul posto organiz- Everest. L’abbiamo chiamata così
La Piramide za la missione che porterà perché la sua struttura, in vetro e
sull’Everest a Achille Compagnoni e Lino La- ferro, in grado di resistere al vento
quota 5050 metri. cedelli a conquistare la vetta e alla neve, ha le proporzioni delle
del K2. Un’impresa difficile, piramidi egiziane, anche se copre
che ha richiesto undici alpinisti, un’area di soli 187 metri quadrati.
quattro scienziati, un medico
e più di 500 portatori. Desio All’interno però è organizzata
ha ancora l’incarico di profes- per ospitare e far lavorare una
sore all’Università di Milano, è trentina di ricercatori. Su tre piani:

Settant’anni con
membro della commissione di
studio sull’ambiente e le cala-
mità naturali dell’Accademia
1917: giovane dei Lincei, e coordina il pro-
ufficiale della Prima getto EV-K2 (Piramide) del Cnr,
guerra mondiale. che tra l’altro prevede una nuo-
va misurazione dell’altezza di
K2 e Everest con l’ausilio del
a terra ci sono i laboratori e gli
strumenti per la ricerca, al secondo
piano gli alloggi, in alto le stazioni
radio e meteo. I gruppi di ricerca
provengono da tutto il mondo, e io
ho il compito di coordinarli.
Cosa studiate?

la geologia
Sulle vette delle montagne
più alte, o sulle dune del
deserto per studiare come è
fatta la Terra: tutta
una vita passata
A
rdito Desio, classe 1897.
Cioè 95 anni di avventure
alla scoperta del e un solo grosso rimpian-
to: non aver trovato i sol-
mondo. E adesso di per finanziare, negli anni Cin-
Desio coordina gli pleta del continente antartico,com-
quanta, la prima traversata
no-
studi del laboratorio dall’impresa che lo ha reso famoso,
nostante fosse appena tornato
sull’Everest. la conquista del K2, la cima più
alta della Terra dopo l’Everest.
Ancora oggi non conosce la
pigrizia: si allena e fa ginnastica o-
gni mattina, ha un’agenda fitta di
viaggi e di impegni, si reca quoti-
dianamente in università, all’isti-
tuto di geologia dove ha insegnato
per circa cinquant’anni.
E’ nata prima la passione
per la montagna o quella per
la geologia?
«In montagna sono andato fin
da ragazzo, ma ad arrampicare ho
imparato a due passi da casa, con
un gruppo di amici. A Palmanova
giocavamo sui bastioni della città,
dove in realtà era proibito stare, e
quando le guardie ci venivano a
cercare scappavamo sulle mura.
Andare in montagna per me non
era un semplice esercizio fisico.
Non mi interessava, come avvie-
ne nel free climbing, il modo in cui
si supera una parete. Io andavo e
vado ancora adesso per raggiun-
gere la cima e poter ammirare il
panorama, così diverso da quello a
cui siamo abituati. Sempre in mon-
tagna però, vicino a Cividale, è na-
to anche il mio interesse per la
geologia. Ho trovato dei fossili, mi
hanno incuriosito e non ho potuto
fare a meno, una volta tornato a
casa, di approfondire la conoscen-
za. E così ho imparato a interpre-
tare la bellezza della natura anche
dal punto di vista scientifico.
Ricorda la sua prima impre-
sa da alpinista?
Con alcuni compagni di scuola,
durante il liceo, salii sul Monte
Cagnin. Non avevamo ramponi né
picozze, eppure abbiamo attraver-
sato roccia e ghiaccio. La prima
vera ascensione però è quella che
ho fatto in solitario poco tempo
dopo. Mi ero fatto costruire una
picozza da un fabbro, a partire da
un disegno trovato su un giornale.
La legai alla canna della bicicletta
e raggiunsi la fine del sentiero che
portava al Monte Colhans: più di
cento chilometri. Sulla strada tro-
vai un gruppo di militari che, quan-
do seppero delle mie intenzioni,
mi presero in giro. Ma al ritorno
dovettero invitarmi a pranzo: a-
vevo raggiunto la vetta e la prova
era la mia firma, scritta su un regi-
stro contenuto in una scatola di
latta che si trovava lassù».
La carriera scientifica invece
è iniziata a Firenze e poi è pro-
seguita in giro per il mondo.
Ho fatto l’università in Toscana
perché insegnava a Firenze il pre-
sidente della società alpina friulana
di cui ero un giovanissimo socio.
Era un geografo ed era il bersa-
glio preferito delle mie domande
curiose. Nel 1920 mi sono laureato
e sono subito partito per una serie
di spedizioni: le isole della Grecia e
in particolare Castellorizo (quella
di Mediterraneo), che allora era
italiana, le montagne della Persia,
il deserto libico. La catena del
Karakorum, in Asia centrale, è
stata il mio primo grande amore.
Ci sono andato per la prima volta
nel 1929, come geologo al seguito
di una spedizione organizzata dal
duca Aimone di Spoleto. Fu un
viaggio di otto mesi, in cui pas-
sammo dalla vita intensa di
Bombay e delle città indiane a vil-
laggi ancora chiusi in rituali di tipo
medievale. Alla fine, passando
attraverso valli ancora inesplorate,
arrivammo al K2 che ancora mi
sembra, fra tutte quelle che ho
visto, la montagna più bella.
Qualche anno dopo, in Libia,
attraversai su un cammello il
satellite Gps. Ha scritto quasi
400 pubblicazioni scientifiche
in geologia, paleontologia e
geografia e tre libri di divulga-
zione, tra i quali La conquista
del K2, una cronaca della spe-
dizione ripubblicata recente-
mente da Marsilio.
Sahara orientale. Era piena estate
e la temperatura superava i 40
gradi dalle otto di mattina alle sei
di sera. In quel periodo scoprii il
primo giacimento di petrolio e un
bacino d’acqua sotterraneo, che
per i libici rappresenta una ric-
chezza ancora più grande di quel-
la dell’oro nero.
Come è cambiato l’alpinismo
da allora a oggi?
Una volta si andava allo sbara-
glio, tentando l’impresa. Adesso,
quando si parte per una spedizio-
ne, viene analizzato ogni dettaglio,
tutte le misure di sicurezza possi-
bili vengono adottate, nulla è im-
Ci sono programmi di ricerca
sulla dinamica della crosta terre-
stre e sull’atmosfera, rilevamenti
faunistici e botanici, esami delle
modificazioni fisiologiche a cui è
sottoposto l’uomo in alta quota.
Queste, in particolare saranno
molto utili agli alpinisti: i medici
che si trovano nel laboratorio stu-
diano le modificazioni del corpo e
del cuore durante l’acclimatazio-
ne e la bioenergetica dello sforzo
muscolare. Molto spesso però
devono soccorrere persone che,
scalando l'Everest, vengono col-
pite da mal di montagna. La Pi-
ramide, che appartiene al Centro
nazionale delle ricerche (Cnr) ita-
liano, è un piccolo gioiello tecno-
logico: è del tutto autosufficiente e
ha una centralina idroelettrica e
un impianto fotovoltaico che for-
niscono l’energia necessaria anche
per il funzionamento delle appa-
recchiature scientifiche. ■
Mariella Bussolati

Focus 110 Focus 111

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