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a cura di M. G. Orsini
Il tema della valutazione degli alunni è stato negli ultimi anni oggetto di
molti dibattiti, ma resta tuttavia un nodo ancora irrisolto. Le Indicazioni per il
curricolo sollecitano al proposito un ulteriore e dovuto approfondimento.
Nel testo, le venti righe del paragrafo Valutazione distinguono fra: valutazione
didattica, autovalutazione delle istituzioni scolastiche e valutazione dell’intero
sistema educativo di istruzione e formazione professionale, affidato all’Invalsi.
Riguardo alla prima delle tre categorie, la valutazione degli alunni (quella
che interessa il nostro gruppo di lavoro, essendo direttamente legata
all’organizzazione del curricolo), si afferma che agli insegnanti compete la
responsabilità della valutazione e la cura della documentazione didattica,
nonché la scelta dei relativi strumenti nel quadro dei criteri deliberati dai
competenti organi collegiali. La valutazione precede, accompagna e segue i
percorsi curricolari. Attiva le azioni da intraprendere, regola quelle avviate,
promuove il bilancio critico su quelle condotte a termine. Assume una
preminente funzione formativa, di accompagnamento dei processi di
apprendimento e di stimolo al miglioramento continuo.
Viene come si vede richiamata la triplice funzione della valutazione:
diagnostica in fase iniziale, formativa in itinere, sommativa finale; si
riconferma inoltre la responsabilità dei docenti in merito all’atto valutativo:
scelta degli strumenti e della documentazione.
Tutti gli aspetti considerati, alla luce della questione più discussa nel quadro
generale della valutazione -la certificazione delle competenze- inducono a una
riflessione attenta e ponderata sulla duplice valenza dell’atto valutativo:
formativa e di garanzia di affidabili certificazioni.
Calidoni auspica che le nuove Indicazioni (il suo intervento usciva mentre il
documento delle Indicazioni mentre era in corso di elaborazione) svolgano
proprio la funzione appena illustrata, tenendo conto del contesto internazionale
in cui l’Italia si colloca; e propone come possibile riferimento condiviso “i livelli
di competenza funzionale definiti dall’OCSE”.
Riguardo al primo dei tre problemi, per Castoldi “si tratta di descrivere le
competenze che costituiscono oggetto della valutazione, attraverso una
formulazione che riesca a cogliere la specificità sottesa al concetto di
competenza e il suo valore aggiunto in rapporto alle nozioni di conoscenze o
abilità.”