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Esercitare l’attenzione
Vivere l’attimo.
Zen significa non oltrepassare l’attimo, ma vivere nell’attimo.Significa anche non
giudicarlo: “ E’ piacevole, è spiacevole, mi piace, non mi piace?”. Si tratta
semplicemente di percepire l’attimo, di viverlo. Esso è così com’è.
Calmare la mente.
Un esercizio Zen per calmare la mente consiste nell’osservare come il respiro
penetra nel corpo e di nuovo scorre fuori. Nello zazen, è d’aiuto contare i respiri da
uno a dieci a ogni espirazione per poi ricominciare daccapo. Oppure si può contare
a ogni inspirazione ed espirazione: uno uno, due due, tre tre, fino a dieci;
dopodiché si ricomincia a contare, ogni volta da uno a dieci, oppure al contrario da
dieci a uno. Potrà accadere che non si riesca ad andare oltre quattro e che con il
pensiero si inizi a fantasticare su argomenti vari. In questo caso si ricomincia
semplicemente a contare i respiri ripartendo da uno, senza giudicare il nostro
divagare. I pensieri infatti sono come nuvole bianche che passano. Con questo
esercizio, la mente impara a concentrarsi sull’attimo, su ciò che in quel momento
stiamo facendo. Contare e osservare il respiro, concentrarsi su un’azione,
concentrarsi sul respiro: questo ci aiuta a calmare la mente.
AGIRE CONCENTRATO
Spostare il baricentro.
Potete, se lo desiderate, spostare immediatamente il baricentro del vostro corpo
dalla testa nell’addome. A tal fine portate l’attenzione nell’addome, e la ‘ troverete
subito anche il baricentro.E’ semplice. Se il baricentro è là, siete completamente
concentrati, siete pienamente in azione. Corpo, mente e psiche coincidono in uno
stesso punto. Ciò può essere dedotto dal vostro modo di camminare.
Attenzione guidata.
E’ altrettanto vero che non appena siete desti e presenti nell’attimo, baricentro e
attenzione possono essere localizzati nell’addome. Le due cose sono inscindibili,
appartengono allo stesso fenomeno, al fatto di non essere con il pensiero da una
qualche altra parte.Ciò significa che non fantastichiamo su ciò che il futuro ci
riserva, o su ciò che avrebbe potuto essere diverso, o su quanto fanno gli altri, e
così via. Si tratta di camminare, quando camminiamo, o di stare seduti, quando
siamo seduti. Meditare mentre si cammina vuol dire dunque che “camminiamo
camminando”, e che mentre il nostro corpo cammina, con il pensiero non siamo
altrove.
Tensione e distensione.
Noi non diverremo mai desti se alleneremo solo il lato della tensione o solo quello
della distensione. Se stessimo seduti o ci allenassimo ventiquattr’ ore al giorno non
faremmo altro che irrigidirci, e questo a discapito del piacere. Restando
semplicemente distesi, non ce la faremmo lo stesso. Si tratta invece di portare in
equilibrio tensione e distensione.
Lasciare andare.
Ma che cosa dobbiamo lasciare andare? Lasciare andare è certamente qualcosa che
ha a che fare con il permettere, con il lasciar vivere, con un rimettersi al fluire della
vita. L’arte del lasciare andare consiste nel fatto di agire avendo fiducia nelle
proprie capacità naturali. Lasciare andare, ovvero permettere, è qualcosa che ha a
che fare con il “ non voler nulla”. Il nostro Io personale in questo caso non è affatto
chiamato in causa. Noi dovremmo assecondare i nostri istinti, viverli, ossia cercare
la nostra strada, trovarla e percorrerla.