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« L'Ebreo è colui che avvelena tutto il mondo. Se l'ebreo dovesse vincere, allora
sarà la fine di tutta l'umanità, allora questo pianeta sarà presto privo di vita
come lo era milioni di anni fa »
Adolf Hitler
Hitler riprende le concezioni di Darwin secondo cui « tra tutti gli uomini
ci deve essere lotta aperta; […] e le razze umane più civili stermineranno
e si sostituiranno in tutto il mondo a quelle selvagge » e quindi
necessaria per il miglioramento dell’umanità e della razza.
Egli ritiene che la stirpe tedesca sia una stirpe eletta in quanto erede della
razza ariana, che nel corso della storia aveva sottomesso le razze
inferiori.
Quindi la strategia di Hitler era scaricarsi su un capro espiatorio(ebrei) attraverso la campagna
antisemita, e cercò consenso verso le classi dirigenti del paese presentandosi ad esse come il
restauratore del giusto ordine.
Il Nazismo nacque in Germania in seguito alla grave crisi economica e alle tensioni sociali, che
erano sorte dopo la sconfitta della I guerra mondiale.
Con il trattato di Versailles venne stabilito che la Germania doveva pagare tutti i debiti di guerra e
questo portò al tracollo economico con un’inflazione spaventosa e un elevatissimo numero di
disoccupati.
Questa situazione volse verso un nazionalismo sempre più aggressivo con desideri di rivincita sul
trattato di Versailles.
Il partito Nazista nacque negli anni ’20, ma raggiunse un alto numero di seguaci solo dopo il 1939
cappeggiato da Adolf Hitler.
Hitler accusò il trattato di Versailles e gli ebrei di essere la causa della crisi della Germania perché
essi erano i detentori dei centri di potere e promuoveva il ritorno di una nazione forte e dominatrice
sull’Europa.
Il culto della razza ariana era impartito fin dalle scuole ed anche a livello scientifico si fornivano
continue prove della superiorità biologica dei tedeschi.
Gli ebrei furono al centro di questo odio razziale e subirono le più spietate conseguenze del regime
nazista.
Le leggi di Norimberga, approvate nel 1935, privavano gli ebrei di quasi ogni diritto e libertà:
vennero proibiti i matrimoni misti, le attività commerciali e sottoposti ad azioni di violenza da parte
delle SS come nella famosa notte dei cristalli nel novembre del 1938, quando tutti i negozi degli
ebrei vennero saccheggiati e distrutti.
Col tempo le persecuzioni aumentarono: vennero deportati nei campi di concentramento fino ad
arrivare alla soluzione finale cioè all’eliminazione fisica per purificare la Germania.
Vennero creati nelle città dei ghetti.
Il più famoso fu il ghetto di Varsavia.
Il nazismo e l’antisemitismo tedesco arrivarono anche in Italia, dove il regime fascista emanò le
leggi razziali nel 1938.
L’atrocità del nazismo raggiunse il suo apice nei campi di concentramento dove furono rinchiusi tutti gli
oppositori al nazismo, politici, prigionieri di guerra, omosessuali, zingari, oltre che agli ebrei.
Per questi ultimi fu riservato il trattamento peggiore, condizioni di vita disperata, sfruttati al limite della
sopportazione umana.
Nei campi di sterminio furono provate le torture più terribili: dagli uomini usati come cavie negli
esperimenti scientifici, agli stermini di massa nelle camere a gas e nei forni crematori.
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Fra i lager più tristemente famosi ci sono quelli di Auschwitz e Mauthausen.
« Devo dire che l'esperienza di Auschwitz è stata tale per me da
spazzare qualsiasi resto di educazione religiosa che pure ho avuta. C'è
Auschwitz, quindi non può esserci Dio. Non trovo una soluzione al
dilemma. La cerco, ma non la trovo » Primo Levi
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Se questo è un uomo (Primo Levi)
Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che tornando a sera trovate
il cibo caldo e visi amici:
considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un sì o per un no .
Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi alzandovi;
ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.
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Alla fine della II guerra mondiale sei milioni di ebrei erano stati sterminati dal nazismo.
La vita nei campi di concentramento per i "triangoli rosa" fu terribile e seconda soltanto ai
prigionieri ebrei.
Questo fenomeno fu chiamato Omocausto.
La storia di Heinz Heger in questo senso è illuminante.
Heinz Heger era uno studente ventiduenne dell'Università di Vienna senza alcun impegno politico,
non era membro dell'associazione studentesca nazista né di qualsiasi altra organizzazione.
Cresciuto in una famiglia cattolica osservante ciononostante trovò in sua madre comprensione e
accettazione per la sua omosessualità.
Heinz non fece mistero con nessuno della propria omosessualità e gli effetti non tardarono a
manifestarsi.
Arrestato nel 1939 Heinz venne processato e condannato a 6 mesi di prigione.
Il partner di Heinz non venne giudicato per "disordini mentali".
Trascorsi i 6 mesi ad Heinz venne notificato che su richiesta del Dipartimento Centrale di Sicurezza
non sarebbe stato scarcerato ma trasferito al campo di concentramento di Sachsenhausen.
Qui dopo essere stato malmenato come benvenuto e lasciato ore in piedi nel campo in pieno inverno
venne sistemato nel blocco degli omosessuali che all'epoca ospitava 180 persone.
In omaggio all'idea nazista che attraverso il lavoro duro si otteneva la "purificazione" i prigionieri
erano adibiti a lavori pesanti senza senso come spazzare la neve a mani nude trasportandola su un
lato della strada per poi essere costretti a portarla tutta sul lato opposto.
A maggio del 1940 venne trasferito al campo di concentramento di Flossenburg dove rimase sino
alla fine della guerra.
Con la liberazione dei campi da parte degli Alleati paradossalmente i triangoli rosa non
riacquistarono la libertà.
Americani ed Inglesi non considerarono gli omosessuali alla stessa stregua degli altri internati ma
criminali comuni.
In più non considerarono gli anni passati in campo di concentramento equivalenti agli anni di
carcere.
Ci fu così che, condannato a otto anni di prigione, aveva trascorso cinque anni di carcere e tre di
campo e per questo venne trasferito in prigione per scontare altri tre anni di carcere.
« I adore the slanders that concern the others but those that concern
me they don't interest me. Don't have the charm of the novelty »
Oscar Wilde
Oscar Wilde was born in Dublin in 1854.
Although he was married and father of two children, Wilde secretly
had an intense extramarital homosexual life, that he is supposed it
lasted since when Oxford frequented.
Up to when it limited him to adventures with proletarian boys, the
society dams an eye, but the situation fell when Wilde began a
relationship with the child of a Lord, Alfred Douglas, said "Bosie."
The father of Alfred obviously contrary to the history of his child,
he insulted Wilde as sodomite publicly.
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Wilde, pushed from "Bosie", that wanted to take revenge some father, it sued him for defamation,
but the lawyers of the marquis quickly succeeded in upsetting the situation calling to testify boys
with which Wilde had a sexual relations.
The writer became so, from plaintiff, imputed of gross indecency ("serious immorality", term used
for pointing out the homosexuality, that was illegal). The trial him concluded with the sentence of
Wilde to two years of forced jobs, the bankruptcy and the definitive downfall of his/her career.
Wilde didn't succeed anymore in recovering from the consequences of the scandal and the arrest,
later which had refused from big part of the "good society" that it had him/it until there fondled.
After the release, happened in 1897 he live together with Douglas, before in Naples, then in the
small hotel Victoria of the Taormina, if nothing else in open way that he was finally slashed by the
families of both, with the effective threat to stop the disbursement of the small benefit of which the
two, deprived of other incomes, they lived.
He died of meningitis November 30th 1900, poor, with health problems derived by the abuse of
alcohol.
Un altro uomo fu incarcerato per avere avuto origini ebree e fu difeso da Emile Zola.
J'accuse...! est le titre d'un article rédigé par Émile Zola lors de l'affaire
Dreyfus et publié dans le journal L'Aurore du 13 janvier 1898 sous
forme d'une lettre ouverte au Président de la République Félix Faure.
Zola s'est appuyé en partie sur un dossier écrit en 1896 par l'écrivain
Bernard Lazare.
En 1894, Alfred Dreyfus, un capitaine de l'armée d'origine juive dans le
service près du bureau de la guerre française, a été accusé d'ayant révélé
de l'information secrète à Allemagne, la nation a contrasté fortement à ce
temps à France.
Après un jugement sommaire, Dreyfus a été accusé et déclare coupable à
l'expulsion de la vie sur l'île de Caienna.
Après une vague forte d'antisémitisme qui a traversé la France,
Émile Zola l'a aligné pour l'officiel à travers un article dans lequel
il a accusé les vérités coupables de cet événement et ce faux
procès.
À cause du J'accuse...!, Zola a été condamné à une année dans la
prison et trois mille franchis d'amende pour mépris des forces
armées dans le procès qui avait duré depuis 7 au 23 février
En dépit de ceci, la lettre ouvert au président Félix Faure a
provoqué la réouverture du cas.
La situation l'a résolu, mais, seulement en Juillet 12th 1906,
quand Émile Zola était déjà mort de presque quatre années, et
quand la cour de cassation a révoqué la phrase avec laquelle
Dreyfus avait été accusé de trahison.
Suivre cette phrase, il a été réintégré dans l'armée.
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Pare che il fatto che un artista sia pazzo o affetto da un qualche importante disturbo psichico non
comporti particolari difficoltà di comprensione della sua opera da parte di un normale spettatore,
almeno a giudicare dall'unanime consenso che circonda le opere di Van Gogh, Munch, Kirchner,
Bekmann, Ligabue, per citare solo alcuni degli artisti più o meno seriamente disturbati, alcuni
addirittura morti suicidi: come lo stesso Van Gogh, che dipinge un quadro di straordinaria potenza,
"Campo di grano con volo di corvi", venti giorni prima di quella domenica, 27 luglio 1890, in cui si
sparerà un colpo di pistola al petto, morendone due giorni dopo.
« Faccio sempre ciò che non so fare, per imparare come va fatto »
Vincent Van Gogh
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Al suo arrivo in manicomio, Van Gogh venne posto sotto le cure del Dr. Peyron, che si convinse
che il suo paziente soffriva di una forma di epilessia.
Col passare delle settimane, lo stato mentale di salute di Vincent rimaneva stabile e gli fu concesso
di riprendere a dipingere: a metà giugno Van Gogh disegnò il suo quadro più famoso, Notte stellata
Durante un altro attacco Vincent cercò di ingerire i suoi stessi tubetti di colore e gli venne negato
l'accesso ai suoi materiali.
Era scoraggiato per essere stato privato dell'unica cosa che gli procurava piacere e distrazione: la
sua arte.
Acconsentirono che Vincent riprendesse a dipingere.
Questo coincise con un miglioramento del suo stato di salute mentale.
Il 16 maggio 1890 Vincent Van Gogh lasciò il manicomio.
Il 27 luglio 1890 Van Gogh si avviò, col suo cavalletto e i materiali da disegno, attraverso i campi.
Là giunto, estrasse una pistola e si sparò nel petto.
Poi riuscì a tornare barcollando alla locanda dove crollò sul letto.
Verrebbe da chiedersi se la creatività, in questi casi, sia una causa o un effetto della follia, se vi sia
contrapposizione fra questi due momenti, come si concilia il momento disgregativo e autodistruttivo
con il momento in cui si richiede la formalizzazione dell'esperienza con l'esercizio di una capacità
costruttiva, anche dal punto di vista tecnico, con l'utilizzo di determinati strumenti, il pennello, il
colore ecc.
Non è chiaro come avvenga la con-fusione tra questi due momenti, tant'è che avviene, e l'artista,
seppur folle, produce opere di straordinaria bellezza, superando in quel momento il suo disagio
psichico e la disgregazione della sua mente malata: è questo il principio sul quale si fonda l'azione
di mediazione dell'arte-terapia, una disciplina sulla cui efficacia oggi non pare esserci dubbio.
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Campo di grano con volo di corvi