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rif. 071001-100203
L'olografia, ideata nel 1947 e sviluppata negli anni '60, è stata una delle più importanti
scoperte dei tempi moderni, tanto che il suo scopritore Denis Gabor ha ricevuto il
Premio Nobel per la Fisica nel 1971.
Gli ologrammi si fanno con la luce laser. Già, ma... cos'è la luce laser, e che differenza c'è con la
luce normale?
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La luce "normale" - del Sole o di una lampadina - crea fasci
divergenti dalla sorgente. Il fascio di luce proiettato da una
torcia si allarga con l'aumentare della distanza. E anche con
il miglior proiettore del mondo, o con sofisticati giochi di
lenti, non si può evitare che il raggio si allarghi sempre più.
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La luce "normale" - del Sole o di una lampadina - è quindi
costituita da onde di frequenza diversa (non monocromatica),
che non sono in fase tra loro, e perciò ogni onda si comporta
diversamente da tutte le altre.
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Nella luce di un laser, invece, i fronti d'onda sono in fase
tra di loro, e la luce emessa ha un'unica frequenza. Per
queste ragioni la luce prodotta è di un solo colore puro, non
si disperde con l'aumentare della distanza dalla sorgente, e
viaggia in una unica direzione. Si dice che tale luce è
monocromatica e coerente.
Nel primo caso la luce, non necessariamente laser, illumina la lastra con l'ologramma e
l'immagine tridimensionale appare nella lastra stessa, o meglio, nello spazio virtuale
retrostante, come nell'immagine all'inizio di questa pagina.
Nella prima, diciamo che sulla stessa lastra già impressionata, possiamo
"fotografare" moltissime altre immagini diverse che non interferiscono
minimamente fra loro, semplicemente cambiando l'angolo di incidenza del laser
sulla lastra: osservandola successivamente ci appariranno le diverse immagini
separate, solo variando l'angolo di illuminazione col laser.
Per la seconda caratteristica, possiamo rompere la lastra con l'ologramma ed
illuminarne un frammento col laser: da ogni pezzo, contrariamente a quanto ci si
potrebbe aspettare, verranno fuori immagini intere dei soggetti ripresi, solo più
piccole e un po' meno dettagliate, a seconda della grandezza dei frammenti.
Vediamo qui sotto tre disegni che illustrano - molto schematicamente - i concetti espressi.
fare e vedere ologrammi
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Qui sopra vediamo come si realizza l'ologramma. Un fascio di luce laser viene sdoppiato: una parte
è inviata direttamente sulla lastra, mentre l'altra parte del fascio è diffusa dall'oggetto, prima di
cadere sulla lastra. Nel percorrere tragitti diversi, le due componenti del fascio si sfasano l'una
rispetto all'altra e, ricongiungendosi, producono una figura di interferenza che viene registrata
sulla pellicola sotto forma di ologramma. Ad occhio nudo sulla lastra non è visibile alcuna immagine,
solo una retinatura di linee sottilissime e iridescenti.
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...qui sopra, per riprodurre l'ologramma lo osserviamo con la luce laser, proiettandone un fascio
sulla lastra. Apparentemente a mezz'aria l'osservatore vede formarsi l'immagine tridimensionale,
attorno alla quale si può anche girare per osservarla da tutti i punti di vista, proprio come se
fosse un oggetto reale.
3
Su una stessa lastra possono essere registrati moltissimi diversi ologrammi, semplicemente variando
l'angolo di incidenza del laser, e allo stesso modo essi possono essere letti separatamente.
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...infine qua sopra vediamo che l'informazione registrata (in questo caso l'immagine della mela) è
distribuita su tutta la lastra. Infatti da ogni sua più piccola parte è possibile riavere
l'informazione originale, anche se in tal caso si verifica una certa perdita d'informazione,
inversamente proporzionale alla grandezza della parte letta.
proprietà dell'ologramma
1 un ologramma può registrare una informazione
tridimensionale;
Da queste tre caratteristiche possiamo intuire quanto gli ologrammi possano essere
preziosi come mezzi per registrare grandissime quantità di dati o per grandi immagini
anche in movimento. Si cerca di trovare mezzi pratici e poco costosi per farlo.
È in via di sviluppo un sistema olografico per le memorie di massa dei computers, che
sfrutta come "lastra sensibile" una sorta di rotolo di nastro adesivo! Questo sistema
ha il vantaggio di una grandissima superficie sensibile (quella del nastro srotolato) e
quindi enorme capacità, ad un costo molto inferiore a quello di un attuale hard-disk.
Inoltre - e questo è importantissimo nell'archiviazione dati - un danneggiamento
parziale del supporto non pregiudica la leggibilità dell'informazione registrata.
Questa tecnologia sarà probabilmente sfruttabile commercialmente già entro qualche
anno.
Il "top" della capacità di registrazione di un ologramma si può avere sfruttando le
caratteristiche dei cristalli, perchè la purezza e l'estremo ordine nel loro reticolo
atomico permettono capacità teoriche di memorizzazione assolutamente
straordinarie. Il concetto è che un fascio laser opportunamente guidato e focalizzato
entro un cristallo di una sostanza trasparente e fotosensibile, può farne una
precisissima scansione tridimensionale, e può quindi scrivervi e leggervi informazioni.
La sostanza cristallina più adatta trovata sinora è il niobato di litio (LiNbO 3). Questa
tecnologia ha dei "numeri" incredibili: la densità di informazione teorica raggiungibile
va oltre i diecimila gigabyte per centimetro cubo (1012 bytes), e poichè l'unica parte in
movimento è un fascio di luce, le operazioni di lettura/scrittura avvengono ad estrema
velocità, con tempi di accesso casuale dell'ordine di 10 microsecondi (mille volte più
veloci degli hard-disk)... Anche in questo si fanno grandi progressi - l'IBM ci sta
lavorando sodo - e si stanno risolvendo i vari problemi. Questa tecnologia dovrebbe
iniziare ad essere disponibile commercialmente entro soli 5 anni circa.
Si pensi poi alle possibili applicazioni dell'olografia come sistema di ripresa televisiva
e videoregistrazione avanzata, magari al posto delle attuali cassette VHS, e poi il
sistema di riproduzione: la TV tridimensionale! Ci sono molti studi ed esperimenti in
proposito, e molto è stato fatto, ma c'è ancora da fare altrettanto per far sì che gli
apparati escano dai laboratori ed entrino nelle nostre case. Si debbono fare i conti
con diversi problemi, alcuni strettamente tecnologici ed altri piuttosto pratici: fra
questi ultimi, ci sono i rischi connessi con l'illuminazione delle scene da riprendere, da
parte di laser piuttosto potenti (necessari per le grandi immagini) e con il loro
altissimo costo. Comunque si pensa che anche la TV-3D sia relativamente vicina,
diciamo per cautela 10-20 anni.
Anche il mondo artistico è naturalmente molto interessato alle possibilità espressive
dell'olografia, in particolare a quella su lastre. L'apparenza di una di queste opere è
quella di una foto o di un quadro, ma poi ci si accorge che il soggetto si può guardare
lateralmente (ma non addirittura dietro), quindi l'effetto è spettacolare! Inoltre è
anche possibile osservare le immagini con luce normale. Molti
artisti si sono specializzati in ologrammi.
(visita i siti nei links)
Il mondo degli ologrammi e dei laser è davvero affascinante,
e conta molti appassionati. Come abbiamo visto più su, oltre
ai laser professionali ora esistono i piccolissimi ed
economicissimi puntatori laser (da 5 Euro in poi), con i quali è
possibile realizzare e poi proiettare ologrammi "fatti in casa",
e anche condurre svariati esperimenti, senza grandi spese.
Se il lettore fosse interessato, troverà fra i link (anche in
italiano) le descrizioni delle tecniche, e inoltre una mailing list
di appassionati coi quali scambiare esperienze e chiedere un hobbista col suo laser
foto di Ferruccio F.
consiglio.
Ed ecco una "chicca" per chi vuol proprio capire tutto, o anche solo divertirsi.
Abbiamo visto che in un ologramma il laser incide una figura di interferenza sulla
lastra, che appare composta da tantissime linee parallele... ...ma servono proprio laser
e lastra per inciderle? Ebbene, se il dubbio vi assale, non
perdetevi su questo stesso sito la stupefacente e
semplicissima tecnica per realizzare veri ologrammi "a mano",
senza pellicola né laser! (anche nei link)